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#televisori
cambiolavita · 3 months
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Tendenze e sfide future nell'elettronica: Verso un mondo connesso e sostenibile
Comprerei questi aggeggi dal primo all'ultimo
Quali saranno le tendenze e le sfide del futuro? Ecco alcune possibili risposte: La tecnologia diventerà sempre più integrata nella vita quotidiana, offrendo soluzioni personalizzate e intelligenti per le esigenze di ognuno. Ad esempio, i dispositivi indossabili potranno monitorare la salute, il benessere e lo stile di vita degli utenti, fornendo consigli e feedback in tempo reale. Diventerà…
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cybeout · 1 year
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NVIDIA GeForce Now aggiunge i giochi di Bandai Namco Europe e lo streaming 4K sui televisori LG 2023
Mentre stiamo ancora aspettando Microsoft per aggiungere giochi dal suo catalogo a NVIDIAServizio di streaming GeForce Now, ha aggiunto un altro nuovo publisher. Alcuni giochi selezionati di Bandai Namco Europe sono ora disponibili per l’accesso su GeForce Now. I primi giochi dell’editore a cui è possibile accedere dal servizio sono Little Nightmares , Little Nightmares II , Get Even e 11-11…
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blogsdaseguire · 1 year
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Recensione TV TCL C63
#Recensione #televisore #TCL 50C63: ottimo dal punto di vista video e audio, #GoogleTV non ancora maturo e qualche problema dalla prova dal vivo. Un buon acquisto in relazione al #prezzo veramente economico, scopri questo tv in questo articolo.
Per Natale mi sono regalato un nuovo televisore e cercando un tv molto economico ma dalle buone prestazioni ho comprato quello che secondo molti siti è un Best Buy: TCL 50C63. Molto più ambito il modello da 55 pollici, ma a parte la dimensione e un piccolo upgrade sui piedini di appoggio non ci sono differenze tecniche. C631, C635, C639 sono nomi diversi per lo stesso modello di TV, la cifra…
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dollsome-does-tumblr · 4 months
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It is a much-cherished experience of mine in TV-watching to suddenly be absolutely clobbered over the head by otp feels where I had felt none before, all throughout the course of one enchanted episode. The episodes listed above are some of my most cherished experiences of that kind. But which is your fave??
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volodiunacapinera · 11 months
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♠️…Una volta eravamo poveri di tutto, ma non di valori. Anche la povertà era vissuta con dignità. Si aggiustava tutto perché di ogni cosa si capiva il valore. Questa invece è la società dell'usa e getta. Nulla si aggiusta, si butta via tutto: televisori, vestiti, amicizie, amori e persone.
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intotheclash · 1 month
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Non ho mai avuto una tendenza particolare a mantenere un atteggiamento ragionevole, forse semplicemente perché ragionevole non lo sono per niente, o forse dipende dal fatto che provo nei confronti degli atteggiamenti sani e ragionevoli una ripugnanza quasi fisica. Se e quando nella vita ho combinato qualcosa di cui vergognarmi, sono sempre state cose che ho combinato per voler essere ragionevole. No grazie, difendetemi dalla peste, dal tifo e dalla ragionevolezza, ragionevolezza sono i manifesti contro l'alcolismo e gli stati centralisti, ragionevolezza sono i preservativi e i televisori, ragionevolezza è la poesia al servizio di un ideale positivo, risparmiatemi per carità la ragionevolezza, con la mia vitalità sono in grado di sopportare più di chiunque altro, ma di ragionevolezza potrei morire entro una settimana della morte più triste che esista, la ragionevolezza liquida dentro di me tutto ciò che in me abbia un senso, la ragionevolezza mi priva della potenza, di qualsiasi potenza, da quella erotica a quella intellettuale. Mi si creda quindi quando dico che non è la ragionevolezza ciò che mi induce a pensare che se staremo insieme sarà in seguito a una riflessione veramente libera. Ma proprio perché non ho neanche un pizzico di questa oscura qualità così altamente stimata e riverita in questo mondo irrazionale, proprio per questo quindi non sono in grado di pormi alcun limite, non voglio pormelo. Non è parte del mio mondo. Se sento il Tuo bacio, voglio essere baciata ancora e penso che vada bene così.
(Jana Cerna)
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susieporta · 12 days
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VULCANI E FIORI DI CILIEGIO
Alcune fioriture sono possibili quando sembra tardi.
Se ci sono persone che a 12 anni impattano a schiena dritta il sentiero della realizzazione personale, molte altre muovono passi incerti, avanti, poi indietro, vanno a zig zag negli spazi infiniti della vita disegnando percorsi apparentemente assurdi e insensati.
È solo alla fine che si capisce il senso di questo vagare, come in alcuni film in cui il colpo di scena finale ti fa vedere tutta la storia con altri occhi, ribalta completamente la situazione e allora c’è bisogno di rivedere il film dall’inizio.
E quando lo rivedi, tutto ha un altro senso, colore, e ogni gesto è iscritto dentro un cerchio di significati invisibili.
Le esistenze a zig zag sono di chi si perde, si smarrisce, cade, si ritrova, e quando si ritrova si accorge che non si era mai perso.
Sono quelle dei figli feriti che non osano tendere la mano per afferrare il loro piacere proibito.
Vorrei, potrei, ma non oso.
Non oso esser quel che sono, non oso essere molto più di quel ci si aspetti da me, non oso mostrare un volto nuovo che gli altri stenteranno a riconoscere, dire parole che non capiscono, esprimere una grazia ch’essi non conoscono, non oso divenire e prender la forma che già ho, ch’è solo nascosta da strati e strati di menzogne, stron@te, paure di tradire questo o quello, terrore di perdere la compagnia di un branco che protegge chiedendo come compenso il sangue dell’anima.
Anni di invincibile voglia di essere, tirati col freno a mano.
Ciò che d’invisibile incatena, è peggio di una gabbia di ferro, perché non se ne conosce la grandezza, ci si rimpicciolisce a camminare avanti e indietro in due metri quadri, dicendo ma è davvero tutto qui?
La mia vita davvero è tutta qui?
Allora perché sento questo universo agitarsi dentro?
Perché i miei respiri rimangono confinati in fondo al petto, e a fine giornata ho un avanzo di vita che non so dove buttare?
E i miei passi, sono così tanti e ampi e forti che potrei arrivare a piedi in Cina, e invece ho le gambe di legno fissate con le viti al pavimento della cucina.
E le fantasie, gli animali strani e i personaggi che chiacchierano nella mia testa e fanno una gran caciara, mi tocca mettergli il muto, fingere di non vederli nè sentirli.
Ma che storia è?
È la storia dell’eccesso di vita.
Perché gli zig zagatori hanno un eccesso di vita che li sbatte qua e là come un torrente di montagna fa con le foglie che hanno perso il loro posto sul ramo, cadute senza saper ritrovare un poso dove stare.
Com’è difficile arginare le piene di questi fiumi straripanti, di questi vulcani ch’eruttano idee, progetti, tavolozze di possibilità, ma si tappano la bocca con forza, per paura di disintegrare ogni cosa.
Figli stremati da sguardi depressi, da gente spiaccicata sulle poltrene davanti a giganteschi televisori, che non gliel’hanno fatta a sortire.
Fioriture tardive che vengono annaffiate da urano e saturno, malefici per altri, maestri per loro, li prendono per mano, o a calci, e li rimettono a schiena dritta esattamente dove devono andare, e la loro duttile natura e la loro sostanza già “lavorata” dalle botte prese qua e là li rende attori perfetti per qualsiasi copione.
Sono il testimone e l’attore di queste esplosioni, che arrivano come orgasmi improvvisi, come nevicate ad Aprile, non se l’aspettavano che ce l’avremmo fatta, e invece, e invece abbiamo OSATO.
Abbiamo osato essere e sconvolgere tutti .
ClaudiaCrispolti
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cinismoerancore · 8 months
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date idea: un pomeriggio chiusi in una rage room a spaccare piatti e a prendere a mazzate vecchi televisori.
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ocoreanalfabeta · 4 months
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Capitolo 1: Il Risveglio Solitario
Salvatore si svegliò bruscamente nel suo letto a Napoli. Sgranò gli occhi, confuso e spaesato, cercando di orientarsi nella sua stanza. Di solito, questa era l'ora in cui il profumo del caffè e delle brioche appena sfornate si diffondeva per la casa. Ma quel mattino, un silenzio assordante avvolgeva tutto.
"Roberto? Giulia?" chiamò Salvatore, sperando in una risposta. Ma l'unico suono che echeggiava nell'aria era la sua voce solitaria.
"Oddio, dove sono tutti?" si chiese, balzando giù dal letto. Si affacciò alla finestra e fu colto da un'immagine incredibile: le strade di Napoli erano deserte, senza alcun segno di vita umana.
"Questo non è possibile. Dov'è finito il mondo?" balbettò, spaesato. La paura lo assalì e non riuscì a trattenere un urlo di rabbia e disperazione.
In preda al panico, Salvatore fece di corsa la sua routine mattutina, sperando che la sicurezza di una routine familiare potesse calmare i suoi nervi. Ma ogni passo, ogni stanza e ogni angolo di Napoli era immerso in un completo silenzio.
Decise di dirigersi verso il centro della città, nella speranza di trovare qualche risposta o almeno una traccia di vita. Man mano che camminava, il senso di solitudine e paura cresceva dentro di lui. Le strade che di solito erano piene di vita, con persone che si affrettavano di qua e di là, erano deserte come un set cinematografico abbandonato.
Arrivato in Piazza del Plebiscito, Salvatore si sedette sulla scalinata con uno sguardo perso all'orizzonte. Guardò il sole, che sorgeva e splendeva sulla città, e si chiese quanto tempo sarebbe passato senza che qualcun altro si svegliasse in quel mondo vuoto.
"Devo essere il protagonista di uno scherzo cosmico", pensò, cercando di trovare un po' di umorismo in questa situazione surreale. "Forse qualcuno mi sta guardando da qualche parte, ridendo delle mie reazioni."
Aveva bisogno di cercare risposte e decise che la fonte più affidabile avrebbe potuto essere la televisione. Si precipitò verso un negozio di elettronica vicino e si fermò davanti alle vetrine, scrutando i televisori accesi.
"Buongiorno, signore! Come posso aiutarla?" chiese un venditore con un sorriso smagliante.
Guardò perplesso il venditore, incapace di credere ai suoi occhi e alle sue orecchie. "Ma... dove sono tutti? Cosa è successo?"
Il venditore lo osservò per un istante, poi scosse la testa. "Mi scusi, signore, ma sono qui da solo da quando ho aperto il negozio stamattina. Tutta la città sembra deserta. Non so cosa sia successo."
Salvatore sentì un senso di sollievo nell'apprendere che non era l'unico ad essere stato lasciato solo. Tuttavia, la confusione e il mistero circondante la scomparsa di tutti continuarono ad affliggerlo.
"Devo trovare una soluzione a questa assurdità", si disse, deciso ad affrontare questa nuova realtà. "Chissà, forse ci sono altre persone come me, sperdute tra queste strade silenziose."
Si mise in cammino, procedendo con passo deciso e il cuore colmo di speranza. In un mondo apparentemente vuoto, Salvatore si rifiutò di arrendersi e cercò un barlume di luce in quella notte senza fine.
Capitolo 2: Il Barlume di Luce
Mentre Salvatore si dirigeva verso Piazza Dante, in cerca di segni di vita, avvistò un uomo seduto su una panchina con uno sguardo perso nel vuoto. Si avvicinò timidamente e disse: "Scusa, signore, ma tu sei l'unico essere umano che ho incontrato finora. Sai cosa sta succedendo?"
L'uomo si voltò verso di lui, gli occhi stanchi e tristi. "Anch'io mi sto facendo la stessa domanda da quando mi sono svegliato. Tutta Napoli sembra svanita nel nulla. Non so cosa pensare."
Salvatore annuì con comprensione. "Mi chiamo Salvatore, e tu?"
"Lorenzo", rispose l'uomo, tendendo la mano per una stretta. "Dobbiamo cercare delle risposte, dobbiamo trovare una soluzione a tutto ciò."
"Esatto, non possiamo restare bloccati qui senza fare niente", concordò Salvatore. "Dove possiamo andare? Hai qualche idea?"
Lorenzo annuì. "Secondo me, il posto migliore per cercare risposte è la stazione centrale. Potremmo trovare informazioni, magari c'è qualcuno lì che può darci una spiegazione."
I due si incamminarono verso la stazione, passando per le strade deserte in un silenzio assordante. Presto, arrivarono alla stazione di Napoli Centrale. Entrarono e trovarono un poliziotto che si aggirava per la hall deserta.
"Buongiorno, signore", disse Salvatore, guardando il poliziotto con speranza. "Siamo gli unici due rimasti sulla terra? C'è un modo per sapere cosa è successo?"
Il poliziotto sembrava confuso e spaventato. "Anche voi siete rimasti soli? Ho cercato risposte ovunque, ma non c'è traccia di vita da nessuna parte. Non so cosa stia succedendo."
Salvatore e Lorenzo si guardarono l'un l'altro, cercando disperatamente di comprendere la situazione. "C'è qualcosa che possiamo fare? Qualche modo per invertire tutto questo?" chiese Lorenzo, la paura nella sua voce.
Il poliziotto si grattò la testa, pensoso. "Non lo so, ragazzi. Sembra proprio che siamo gli ultimi rimasti in vita. Dobbiamo cercare di adattarci a questa nuova realtà e trovare un modo per sopravvivere."
Mentre i tre si confrontavano e cercavano di elaborare la situazione, il suono di un campanello risuonò nella hall. Sbalorditi, si voltarono verso la biglietteria e notarono una donna che li guardava attentamente.
"Scusate, posso unirmi a voi?" chiese la donna, con un'espressione di speranza nel volto.
Salvatore si avvicinò, speranzoso. "Ma certo, e tu chi sei? Come mai sei l'unica rimasta come noi?"
La donna sorrise tristemente. "Mi chiamo Francesca. Non ho idea di cosa stia succedendo, ma ho camminato per tutta la città cercando qualcuno, qualsiasi segno di vita, finché non vi ho trovato."
Lorenzo si unì a loro. "Siamo tutti nella stessa situazione, incastrati in un mondo vuoto. Dobbiamo restare uniti e trovare un modo per sopravvivere."
Il poliziotto annuì, gravemente. "Hai ragione. Non possiamo arrenderci. Dobbiamo cercare risorse, cibo, acqua. Organizzarci e rimanere forti."
La piccola squadra si mise in cammino, decisa a lottare contro l'incertezza e la paura. Mentre attraversavano le strade deserte e cercavano di trovare un senso in questo mondo svuotato di vita, sapevano che la loro unica speranza era unirsi e trovare un barlume di luce nell'oscurità in cui erano sprofondati.
Capitolo 3: Alla Ricerca di Risorse
Salvatore, Lorenzo, Francesca e il poliziotto continuarono il loro pellegrinaggio attraverso Napoli, cercando disperatamente ogni risorsa disponibile per la sopravvivenza. Appena si misero in cammino, passando per le strade desolate, notarono uno sfioro di fumo provenire da una caffetteria abbandonata. Si guardavano negli occhi, con una sorpresa mista a una spruzzata di gioia nell'attesa di trovare ciò di cui avevano disperatamente bisogno: cibo e acqua.
Arrivarono alla caffetteria e, con estrema cautela, entrarono. Erano al settimo cielo nel vedere scaffali ben forniti di torte e biscotti freschi. Ma sapevano che non era solo una questione di saziare la fame, dovevano pianificare con saggezza per il futuro e per la sopravvivenza a lungo termine.
"Prima di tutto, dobbiamo cercare acqua potabile", disse Lorenzo, cercando tubi o bottiglie riutilizzabili. "Se vogliamo sopravvivere, l'acqua è fondamentale."
Salvatore si unì alla ricerca. "Ecco un rubinetto funzionante! Dobbiamo trovare un contenitore per riempirlo. Ecco, vediamo se posso prenderlo e portarlo qua."
Mentre cercavano, Francesca notò qualcosa sul retro della caffetteria. "Guardate, c'è un deposito. Potrebbero esserci bottiglie d'acqua laggiù!"
Con ansia e speranza, si avvicinarono al deposito e, per fortuna, trovarono bottiglie d'acqua sigillate. Era una vera e propria fortuna in questa nuova realtà senza vita. Si fecero avanti e iniziarono a raccogliere tutte le risorse utili che potevano trovare nella caffetteria: scatolette di cibo, barattoli di frutta e verdura in scatola.
"Dobbiamo essere vigili e non sprecare nulla", avvertì il poliziotto, mentre mettevano tutto in borse e zaini. "Non sappiamo quanto a lungo dovremo fare affidamento su queste scorte."
Una volta che avevano raccolto tutto il cibo possibile, decisero di proseguire con il piano e trovare un luogo sicuro in cui poter avere un riparo. Con tutte le risorse che avevano trovato, determinarono che una grande chiesa nel centro di Napoli sarebbe stata un'ottima scelta.
Arrivarono alla chiesa e entrarono, facendosi strada silenziosamente tra i banchi. Era un ambiente confortante e protetto. Si guardarono intorno, cercando di trovare un modo per sistemarsi e organizzare la loro nuova "casa".
"Perché non disponiamo i letti qui, ai lati della navata centrale?" suggerì Salvatore, poggiano le borse di cibo sui banchi. "Potremmo creare delle zone separate per ciascuno di noi."
Francesca si unì al piano. "Dobbiamo anche stabilire una routine di turni per sorvegliare l'ingresso e garantire la nostra sicurezza."
Il poliziotto annuì. "Sono d'accordo. Abbiamo bisogno di strutture e regole per mantenere l'ordine e la sicurezza, anche se siamo gli unici rimasti."
Iniziarono a sistemarsi, preparando letti di fortuna con lenzuola e cuscini che avevano trovato. Mentre provavano ad adattarsi a questa nuova realtà, si resero conto che solo insieme avrebbero potuto sperare di sopravvivere.
"Non dobbiamo perdere la speranza", disse Lorenzo, guardando gli altri con occhi determinati. "Possiamo trovare le risposte, possiamo scoprire cosa è successo. Ma solo se restiamo uniti, solo se combattiamo insieme."
Salvatore si avvicinò a Lorenzo e posò una mano sulla sua spalla. "Hai ragione. Siamo la nostra unica speranza, la nostra unica luce in questo mondo di oscurità. Restiamo uniti, perché insieme possiamo superare qualsiasi cosa."
Con un senso di resilienza e forza ritrovati, si prepararono per la notte, pronti ad affrontare le sfide che li attendevano. Si addormentarono nella chiesa silenziosa, sogni di speranza e determinazione riempiendo le loro menti. Un nuovo giorno sarebbe arrivato, e con esso la possibilità di trovare le risposte che cercavano disperatamente.
Capitolo 4: Il Mistero Svelato
Quando il sole spuntò all'orizzonte, Salvatore, Lorenzo, Francesca e il poliziotto si svegliarono nella chiesa. Erano pieni di energia e determinazione per scoprire cosa era successo al mondo e se c'erano altre persone ancora vive.
Si radunarono intorno a un tavolo improvvisato, ricoperto di mappe della città di Napoli. Salvatore tracciò un dito lungo le strade mentre parlava: "Dobbiamo trovare un modo per comunicare con il resto del mondo, sapere se siamo gli unici superstiti. Magari c'è ancora qualcuno là fuori che può darci qualche risposta."
Lorenzo annuì. "Potremmo cercare un posto in cui possiamo raggiungere con qualche dispositivo di comunicazione. Un aeroporto o una stazione radio."
Il poliziotto si unì alla conversazione. "Esatto. Dobbiamo mettere insieme tutto ciò che sappiamo e capire come ripristinare i mezzi di comunicazione. Potrebbe esserci ancora speranza."
Francesca prese in mano una mappa e indicò un'antica stazione radio non lontano dal centro di Napoli. "E se provassimo lì? Potrebbe essere il nostro miglior punto di partenza per cercare di comunicare con qualcuno là fuori."
Si misero in cammino verso la stazione radio, sperando che potesse essere la chiave per svelare il mistero che avvolgeva la loro solitudine. Quando arrivarono alla stazione, cercarono disperatamente un modo per farla funzionare. Trovarono un generatore di emergenza e grazie alla conoscenza tecnica di Lorenzo riuscirono a accenderlo.
"Speriamo che funzioni", disse Salvatore mentre si avvicinava alla vecchia consolle radio. Fece scorrere le dita sui pulsanti, cercando di sintonizzarsi su qualche frequenza.
Improvisamente, sentirono un gracchiare provenire dalle casse. Stettero tutti in silenzio, ansiosi di sentire qualsiasi suono che potesse provenire dall'altro capo del mondo.
Dopo qualche momento, una voce debole ma chiara ruppe il silenzio. "Chi parla? Ci siete?" chiese la voce.
"Sì! Siamo qui!" rispose Salvatore, emozionato. "Siamo l'ultima speranza, siamo vivi!"
La voce dall'altro capo sembrava incredula. "Davvero? Non posso credere che ci sia ancora qualcuno là fuori. Sono in un bunker nel nord d'Italia con altre persone. Come siete sopravvissuti?"
Salvatore raccontò la loro storia, spiegando i giorni solitari e il percorso che avevano seguito per cercare risposte. Dall'altro capo, le voci erano piene di sollievo e speranza, sapendo che non erano gli ultimi umani sulla Terra.
"Dobbiamo trovare un modo per incontrarci, essere tutti insieme", disse la voce dall'altro capo della radio. "Abbiamo risorse e conoscenze che potrebbero aiutarvi. Possiamo lavorare insieme per superare questa crisi e scoprire cosa è successo."
Salvatore concordò. "Dobbiamo incontrarci, sapere che non siamo soli. Dobbiamo trovare un luogo di incontro sicuro, in cui possiamo condividere informazioni e risorse."
Dopo un'analisi strategica, decisero che un'ex base militare abbandonata in montagna sarebbe stata il luogo ideale per l'incontro. Era ben difesa e facilmente raggiungibile per entrambi i gruppi.
"Arrivateci il più presto possibile", disse Salvatore. "Abbiamo bisogno di conoscere la verità, di capire cosa è successo e come poter tornare alla normalità."
Le due squadre si diedero appuntamento alla base militare, rinascendo dalla speranza di trovarsi, e cominciarono a organizzarsi per il viaggio attraverso l'Italia deserta.
Mentre si preparavano, guardando la mappa dell'Italia davanti a loro, Salvatore e i suoi compagni finalmente iniziarono a credere che c'era una luce alla fine del tunnel. Rimasero con i loro cuori pieni di speranza, sperando che il mistero potesse essere svelato e che la solitudine che aveva avvolto il mondo potesse sbiadire.
Capitolo 5: L'Incontro che Cambia Tutto
Il giorno era giunto per l'incontro tra i due gruppi sopravvissuti alla base militare abbandonata. Salvatore, Lorenzo, Francesca e il poliziotto si erano preparati accuratamente, portando con loro tutto il cibo e l'acqua che avevano potuto raccogliere nella chiesa. Erano ansiosi di incontrare le altre persone, nella speranza di ottenere risposte e trovare soluzioni per svelare il mistero della solitudine che aveva colpito il mondo.
Arrivarono alla base militare e trovarono il gruppo di sopravvissuti già lì ad aspettarli. Erano un gruppo eterogeneo di uomini, donne e bambini, ognuno con il proprio bagaglio di speranze e paure. Si guardarono negli occhi, una miscela di sorpresa, gratitudine e curiosità.
"Finalmente ci siamo incontrati", disse Salvatore, rompendo il silenzio. "Siamo tutti scossi da ciò che è successo. Non possiamo continuare a rimanere nel buio. Dobbiamo scoprire la verità."
Un uomo anziano si fece avanti, una luce di saggezza negli occhi. "Ciao, sono Antonio, uno dei sopravvissuti di questo gruppo. Abbiamo cercato risposte come voi, senza successo. Però, abbiamo raccolto informazioni che potrebbero essere cruciali."
Salvatore e gli altri si avvicinarono a lui, avidi di conoscenza. "Diteci tutto quello che sapete, per favore", chiese Francesca.
Antonio annuì e iniziò a spiegare. "Una notte, mentre il mondo dormiva, qualcosa è successo. Un evento sconosciuto ha scosso il pianeta, provocando la scomparsa improvvisa di tutte le persone tranne noi. Non sappiamo cosa sia stato, ma sembra che siamo rimasti intrappolati in una realtà parallela, separati dal resto del mondo."
Lorenzo sollevò un sopracciglio. "Ma come siamo sopravvissuti noi? È stato solo caso?"
Antonio sorrise. "Credo che siate stati scelti per qualche ragione. Siete qui per un motivo. La chiave sta nell'unirsi, nella solidarietà e nel trovare una soluzione comune. Sai, ci sono sempre state storie di mondi paralleli, linee temporali alternative. Forse questa è una di quelle situazioni."
Il poliziotto sembrava scettico. "Cosa intendi dire? Come possiamo tornare alla nostra realtà, alle nostre vite?"
Antonio rifletté per un momento. "Non lo so con certezza, ma credo che la risposta sia a portata di mano. Abbiamo bisogno di raccogliere tutte le informazioni possibili, di esplorare questo nuovo mondo e cercare collegamenti con la nostra realtà precedente. Forse, solo così, potremo trovare il modo di tornare indietro."
Salvatore prese una boccata d'aria. "Allora, cosa aspettiamo? Dobbiamo iniziare subito. Non possiamo rimanere qui a chiederci cosa è successo. Dobbiamo agire, esplorare e cercare indizi."
Il gruppo si mosse all'unisono, con una determinazione rinnovata. Era una squadra eterogenea, unita dalla speranza, guidata dalla curiosità e dalla volontà di scoprire la verità. Iniziarono ad esplorare la base militare, alla ricerca di documenti, dispositivi tecnologici o qualsiasi indizio che potesse portarli a delle risposte.
Mentre scavavano nel passato abbandonato della base militare, Salvatore disse: "Non sappiamo cosa ci aspetta, ma insieme possiamo superare ogni ostacolo. La nostra unione e determinazione possono rompere qualsiasi barriera. Siamo qui per un motivo, e non possiamo permetterci di fallire. Camminiamo verso un futuro sconosciuto, ma lo facciamo con coraggio."
Mentre il gruppo continuava la loro ricerca e indagini, l'atmosfera si riempì di speranza e di una luce di speranza. Si sentivano più forti, più uniti, pronti per affrontare qualsiasi cosa li aspettasse. Insieme, avrebbero svelato il mistero di quella solitudine apparentemente insormontabile e avrebbero trovato un modo per tornare alla loro realtà, riportando la vita dove sembrava essere svanita.
Capitolo 6: La Verità Svelata
Il gruppo di sopravvissuti continuò la loro ricerca nella base militare abbandonata, determinati a trovare tutti gli indizi e le risposte necessarie per comprendere la loro situazione e risolverla. Dopo giorni di esplorazione meticolosa, finalmente trovarono una stanza con documenti e informazioni preziose.
"Mai avrei pensato di trovare qualcosa di così utile qui", disse Lorenzo, visibilmente emozionato. "Questi documenti potrebbero fornirci le risposte di cui abbiamo bisogno."
Salvatore si avvicinò al tavolo e prese uno dei documenti in mano. "Dobbiamo lavorare insieme per decifrare questi indizi. Ogni dettaglio potrebbe esser rilevante."
Francesca prese una cartella e iniziò a leggere. "Sembra che ci sia stato un esperimento scientifico nella base militare. Hanno cercato di creare un portale verso una dimensione parallela, un mondo alternativo. Ma qualcosa è andato terribilmente storto."
Lorenzo abbassò gli occhi sui documenti che aveva tra le mani. "Leggo di anomalie nel flusso spazio-temporale, di una potenziale collisione tra universi. È come se fossimo finiti intrappolati in una linea temporale separata."
Il poliziotto annuì, prendendo parte alla discussione. "Spiegherebbe perché gli altri non riescono a comunicare con noi dall'altra dimensione. Siamo come isole separate."
Antonio si unì al gruppo, portando con sé un altro documento. "Guardate qui, sembra che la chiave per tornare indietro sia un'antica reliquia che si credeva fosse solo una leggenda: il Cristallo dell'Equilibrio."
Il gruppo si scambiò sguardi di sorpresa e speranza. "Se possiamo trovare il Cristallo dell'Equilibrio, potremmo sbloccare il collegamento tra queste dimensioni e tornare alla nostra realtà", disse Salvatore, con fervore.
Francesca guardò fuori dalla finestra. "Secondo le informazioni qui, sembra che il Cristallo sia custodito in un tempio remoto sui monti. Potrebbe essere difficile raggiungerlo, ma dobbiamo provarci."
"È la nostra unica possibilità", concordò Lorenzo. "Dobbiamo tentare, per noi stessi, per coloro che sono scomparsi e per il futuro dell'umanità."
Con il loro obiettivo chiaro davanti a loro, il gruppo si mise in moto. Attraversarono un'Italia deserta e silenziosa, superando ogni ostacolo che incontrarono lungo il cammino. Ogni passo era una prova della loro tenacia e volontà.
Finalmente, dopo una lunga e faticosa salita, arrivarono al tempio sui monti. Era un luogo antico e solenne, circondato da un'aura misteriosa e potente. Con cautela, entrarono nella sala principale del tempio e videro il Cristallo dell'Equilibrio brillare al centro.
"Lì è!", esclamò Francesca, con gioia negli occhi. "Abbiamo trovato ciò che stavamo cercando."
Con mani tremanti, Salvatore si avvicinò al Cristallo. Mise delicatamente le mani intorno ad esso e, con una respirazione profonda, pronunciò le parole che erano state tramandate nelle leggende.
"Rincontro le dimensioni, unisco l'universo.
Attraverso gli abissi del tempo e dello spazio,
torno alla mia realtà, riportando la vita al suo posto."
Un'energia potente esplose nel tempio, avvolgendo tutto in un bagliore luminoso. Il suolo tremò leggermente e poi, improvvisamente, tutto tornò al silenzio.
Il gruppo si guardò intorno, incerto di cosa aspettarsi. Improvvisamente, gli altoparlanti del tempio si attivarono e una voce familiare risuonò nell'aria.
"Ben fatto, sopravvissuti. Avete superato la prova e dimostrato la vostra forza. Siete stati scelti per salvare le nostre dimensioni e riportare l'equilibrio."
La voce apparteneva a un anziano saggio, che si materializzò dinanzi a loro. "Vi ringrazio per aver riportato il Cristallo dell'Equilibrio al suo posto. Ora, potete tornare alla vostra realtà, alla vostra vita."
Il gruppo si abbracciò, pieno di gratitudine e felicità. Avevano compiuto la loro missione e ora potevano tornare alla loro realtà.
"Dobbiamo sempre ricordare il potere dell'unione e della speranza", disse Salvatore, mentre si preparavano a attraversare il portale. "Non importa quale sfida ci aspetti, insieme possiamo superarla e ristabilire l'equilibrio nel mondo."
Con passi decisi, il gruppo attraversò il portale, lasciando il tempio e la dimensione parallela alle loro spalle. Mentre tornavano alla loro realtà, erano consci del destino delle loro azioni e dell'importanza di vivere ogni giorno con gratitudine e determinazione.
Dalla solitudine e dal mistero iniziale, erano cresciuti uniti, avevano scoperto la verità e trovato la forza per affrontare le sfide. E così, il loro viaggio avventuroso giungeva a conclusione, lasciando il segno del loro coraggio e della loro resilienza nel cuore di tutti coloro che avrebbero ascoltato la loro storia.
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deathshallbenomore · 7 months
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Hai visto che sui bus nuovi della gtt i televisori trasmettono spot contro l'omotransfobia? Uno mostra un cartello affittasi con accanto "no alle trans", e poi in grassetto "no alla discriminazione" o qualcosa di simile. Mi si è scaldato un po' il cuore a vederli
il processo decisionale che ha portato a questa campagna:
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reazioni in ordine sparso:
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gtt che alla fine si dà una pacca sulla spalla da solə:
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nineteeneighty4 · 9 days
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Come canta Mecna : stiamo mischiando sogni e incubi, in questi giorni matti.
Siamo in una casa in legno, antica. Non ci sono mobili, né televisori. Soltanto un letto in ferro una madia e un armadio. Assomiglia moltissimo alla villa dello zio S, quella che ero solita esplorare da bambina perché aveva tutta una serie di rampe interne che si sviluppavano su più piani e conducevano fino alla mansarda,dove vi erano riposte le provviste e gli antichi ricordi di un tempo. Mia madre se ne sta immobile nel letto, con tutta la schiera di parenti disposta attorno al capezzale ciascuno avente tra le mani il proprio rosario. È viva, benché non si muova. Mia zia continua a ripetere che si tratta di un miracolo, che certe cose accadono soltanto nei film o nei libri. Il potere della fede, e la voglia di rivedere la sorella, l'hanno strappata al regno dei morti e ricondotta in quello dei vivi. Io e lei ci guardiamo da lontano. Ho paura di varcare la soglia della camera da letto perché il suo volto non è il solito : roseo. Appare emaciato, scarno, violaceo anche in certi punti. Poi mia madre mi fa cenno di avvicinarmi e dice di sentirsi strana, infastidita da quell'atmosfera. Il mondo reale è qualcosa di opprimente, e lei ci sta a forza come un sub al quale termina la bombola di ossigeno. Le domando di cosa ha bisogno, e mi risponde che non le occorre nulla. Forse vorrebbe solamente riposare in pace, per tutti i secoli dei secoli ma le zie la trattengono, toccano, vestono e lavano come fosse un nuovo Messia giunto sulla Terra e la stanza si trasforma in un sepolcro, al quale mancano le pareti rocciose e la nudità tipica del Cristo. Poi la scena muta. Ci troviamo in un parco. È notte, non ci sono stelle in cielo. L'aria è fredda come lo è solitamente durante il mese di dicembre. Mi sussurra che ognuno ha un proprio destino al quale è impossibile sfuggire. Nell'enunciare ciò non vi è rabbia o risentimento sul suo viso, bensì serenità. Vorrei rimanesse accanto a me ma la sua tonalità di pelle mi suggerisce che il suo mondo non è il mio ma un altro a me del tutto sconosciuto, probabilmente grigio solo all'apparenza. Le chiedo di restare e mi risponde che vorrebbe ma non può. D'improvviso siamo in autostrada e c'è un sole che spacca le pietre. Fa caldo, la vita fuori sembra un dipinto di Matisse. I papaveri sono fioriti, e ondeggiano sul ciglio della carreggiata. Il cielo è turchese intenso. Alla radio stanno passando "This must be the place" e sembra andare tutto bene. Poi lo schianto. Un camion proveniente dall'altro senso di marcia irrompe nella nostra corsia e i colori del giorno lasciamo spazio al buio più profondo. È notte, l'auto si ribalta, prendo la mano di mamma e le dico " Io non so come salvarti mamma, aiutami a capire!" allora lei mi fa una carezza negli ultimi istanti della sua vita e mi risponde "lasciami andare".
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Tumblr media
È cominciato ed è finito il Festival di Sanremo. Le città erano deserte; tutti gli italiani erano raccolti intorno ai loro televisori. Il Festival di Sanremo e le sue canzonette sono qualcosa che deturpa irrimediabilmente una società.
Pier Paolo Pasolini, San Remo: povere idiozie", su "Tempo", n.7 15 febbraio 1969, ora in "Pasolini. Saggi sulla politica e sulla società", Mondadori. I Meridiani, 1999, pp.1183-84.
Ph Pier Paolo Pasolini a Parigi nella conferenza stampa dopo la proiezione del suo film "Teorema", 3 febbraio 1969 © Chomarat MS/Bibliothèque municipale de Lyon/Tutti i diritti riservati
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dollsome-does-tumblr · 6 months
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was thinking about it, and this has definitely been like the craziest tv year of my life. ted lasso AND succession AND mrs. maisel ending at once?? then new wwdits?? then GOOD OMENS??? bbc ghosts final season even if we americans don't get to have it on streaming??? AND THEN our flag means death season two, the great televisory miracle of my life????????
i do not want ofmd season two to end because i know it's gonna break my heart to be without it again, but! i feel like it's a marvelous place to stop. the perfect spot to wind down my year of absolute fangirl madness. maybe i will go outside, or read a book, or talk to a person, or something. probably not. but maybe.
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colonna-durruti · 2 months
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"È cominciato ed è finito il Festival di Sanremo. Le città erano deserte; tutti gli italiani erano raccolti intorno ai loro televisori. Il Festival di Sanremo e le sue canzonette sono qualcosa che deturpa irrimediabilmente una società. Quest’anno, poi, le cose sono andate ancora peggio del solito: perché c’è stata una contestazione, seppur appena accennata, al Festival. Ciò che si contesta sono infatti i prezzi dei biglietti per ascoltare quelle povere creature che cantano quelle povere idiozie: e si protesta moralisticamente contro il privilegio di chi può pagare il prezzo di quei biglietti. Non ci si rende conto che tutti i sessanta milioni di italiani, ormai, se potessero godere di questo famoso privilegio, pagherebbero il prezzo di quel biglietto e andrebbero ad assistere in carne e ossa allo spettacolo di Sanremo. Non è questione di essere in pochi a poter pagare quelle miserabili ventimila lire ma è questione che tutti, se potessero, pagherebbero. Tutti, operai, studenti, ricchi, poveri, industriali, braccianti..I centomila disgraziati che si tappano le orecchie e si coprono gli occhi davanti a questa matta bestialità, sono abitanti di un ghetto che si guardano allibiti fra loro, senza speranza. E i più non osano neanche parlarne: perché parlarne, sinceramente, fino in fondo, fino all'indignazione, è impopolare come niente altro. E' per non rischiare questa impopolarità, che i contestatori sono in questo caso tanto discreti. Ma è un calcolo bagliato, che li rende degni degli "innocenti" cantanti integrati e del loro pubblico.".
(Da "Il caos" su "Il Tempo", n.7, 15 febbraio 1969).
Pier Paolo Pasolini
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crazy-so-na-sega · 4 months
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E invece ora sembra che tutti ci credano, a quest’altro miracolo balordo: quelli che lo dicono già compiuto e anche gli altri, quelli che affermano che non è vero, ma lasciate fare a noi e il miracolo ve lo montiamo sul serio, noi.
È aumentata la produzione lorda e netta, il reddito nazionale cumulativo e pro capite, l’occupazione assoluta e relativa, il numero delle auto in circolazione e gli elettrodomestici in funzione, la tariffa delle ragazze squillo, la paga oraria, il biglietto del tram e il totale dei circolanti su detto mezzo, il consumo del pollame, il tasso di sconto, l’età media, la statura media, la valetudinarietà media, la produttività media e la media oraria al giro d’Italia.
Tutto quello che c’è di medio è aumentato, dicono contenti. E quelli che lo negano propongono però anche loro di fare aumentare, e non a chiacchiere, le medie; il prelievo fiscale, la scuola media e i ceti medi. Faranno insorgere bisogni mai sentiti prima. Chi non ha l’automobile l’avrà, e poi ne daremo due per famiglia, e poi una a testa, daremo anche un televisore a ciascuno, due televisori, due frigoriferi, due lavatrici automatiche, tra apparecchi radio, il rasoio elettrico, la bilancina da bagno, l’asciugacapelli, il bidet e l’acqua calda.
A tutti. Purché tutti lavorino, purché siano pronti a scarpinare, a fare polvere, a pestarsi i piedi, a tafanarsi l’uno con l’altro dalla mattina alla sera.
Io mi oppongo.
-Luciano Bianciardi, “La vita agra”
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epilexia · 4 months
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La cosa che più odio in assoluto,quando provi a dialogare con qualcuno (non solo su queste chat moderne)ma praticamente vieni snobbato,lasciato lì..In questi casi vorrei dire tante parole,solo brutte e spaccare in due il cellulare..Quasi come segno di pentimento. Nel 2023 ho avuto maggiore conferma di come la gente è sempre più chiusa nel suo essere e a non voler approcciare con la propria specie..Qui c'è bisogno di aiuto,tra qualche anno ci ritroveremo chiusi in casa davanti ai televisori e parlare solo ai gatti.
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