Tumgik
#ti verrebbe dietro
der-papero · 10 months
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Se riuscissi anche solo ad intravedere i tagli che mi porto dentro, non ti verrebbe la voglia di fare certe uscite.
Ma è facile nascondersi dietro al sarcasmo e la goliardia, ci riescono tutte le persone che non meritano nessuno.
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lamiaprigione · 2 years
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Mi piace scavare dietro le obiezioni delle persone per capire cosa le conduca realmente a compiere una decisione, si nasconde sempre qualcos’altro e ti accorgi che nessuno è sincero, mai. Non per chissà quale bisogno, c’è una tal vergogna al mondo che ti chiedi cosa viviamo tutti a fare. Non so perché io piaccia alla gente, forse avvertono che tanto capisco comunque e quella maschera non serve.
A proposito di persone che non sono sincere mai, ogni giorno mi ritrovo a dovermi rapportare con una persona la cui miglior definizione mai rilasciata è: se le chiedessi l’ora e lei ti rispondesse, ti verrebbe comunque naturale guardare l’orologio al polso per trovar conferma. Credo che quando tutto sarà finito ne uscirò macchina della verità, probabilmente potrò raccontare storie per sempre: di quella madre settantenne che è caduta in depressione perché l’unico figlio se n’è andato di casa per sposarsi (e mentre mi parlava mi ricordava tanto Lydia Brenner ne Gli uccelli di Hitchcock, aspettavo l’attacco da un momento all’altro), di quello che ha mandato via di casa tutta la famiglia e consegnato i suoi avere a una setta (film che farei dirigere a Tarkovskij), di quei due fratello e sorella che hanno fatto morire il proprio vecchio di stenti e quanto vorrei facessero la puntata di un giorno in pretura, potrei ben testimoniare che quella fu l’unica casa in cui non resistetti più di venti secondi (questo magari lo farei dirigere a Cronenberg).
Mi chiedo sempre come possano condurre la propria esistenza, persone poco curiose. Quelle che appena gli nomini qualcosa che non conoscono non corrono subito a cercare. Io avrò anche una qualche forma di patologia, d’accordo. A ben pensarci, le mie uniche patologie sono nella testa, a parte una. Undici anni fa iniziai a soffrire di acufeni bilaterali cronici in seguito a un’otite curata poco bene. L’otite se ne andò e mi lasciò in eredità i fischi. Inizialmente sottovalutai la cosa e non ci pensai, ma dopo qualche mese cominciai a fissarmi e un anno e mezzo dopo non riuscivo più a dormire. Ogni visita fu inutile. Ricordo che mi colpì molto la storia di una donna olandese, madre di due adolescenti, che per una forma molto grave di acufeni arrivò a chiedere l’eutanasia. Le venne concessa. Cercando possibili modi per uscirne che non implicassero la morte, arrivai alla soluzione di coprire quel suono fastidioso con un rumore bianco, almeno di notte, per addormentarmi. E da allora è così. Ma siccome non mi piace perdere senza portarmi neanche un insegnamento a casa, capii quant’è suggestionabile il cervello umano. Gli acufeni li sento solo se mi concentro sulla loro presenza. Se una cosa non la penso, allora non esiste.
Che la gente si metta a filmare uno che sta morendo non mi stupisce, voglio dire, non avete mai visto black mirror dai?
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vintagebiker43 · 1 year
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CASA
nessuno lascia la propria casa a meno che
casa sua non siano le mandibole di uno squalo
verso il confine ci corri solo
quando vedi tutta la città correre
i tuoi vicini che corrono più veloci di te
il fiato insanguinato nelle loro gole
il tuo ex-compagno di classe
che ti ha baciato fino a farti girare la testa dietro alla fabbrica di lattine
ora tiene nella mano una pistola più grande del suo corpo
lasci casa tua
quando è proprio lei a non permetterti più di starci.
nessuno lascia casa sua a meno che non sia proprio lei a scacciarlo
fuoco sotto ai piedi
sangue che ti bolle nella pancia
non avresti mai pensato di farlo
fin quando la lama non ti marchia di minacce incandescenti
il collo
e nonostante tutto continui a portare l’inno nazionale
sotto il respiro
soltanto dopo aver strappato il passaporto nei bagni di un aeroporto
singhiozzando ad ogni boccone di carta
ti è risultato chiaro il fatto che non ci saresti più tornata.
dovete capire
che nessuno mette i suoi figli su una barca
a meno che l’acqua non sia più sicura della terra
nessuno va a bruciarsi i palmi
sotto ai treni
sotto i vagoni
nessuno passa giorni e notti nel ventre di un camion
nutrendosi di giornali a meno che le miglia percorse
non significhino più di un qualsiasi viaggio.
nessuno striscia sotto ai recinti
nessuno vuole essere picchiato
commiserato
nessuno se li sceglie i campi profughi
o le perquisizioni a nudo che ti lasciano
il corpo pieno di dolori
o il carcere,
perché il carcere è più sicuro
di una città che arde
e un secondino
nella notte
è meglio di un carico
di uomini che assomigliano a tuo padre
nessuno ce la può fare
nessuno lo può sopportare
nessuna pelle può resistere a tanto
Il
Andatevene a casa neri
rifugiati
sporchi immigrati
richiedenti asilo
che prosciugano il nostro paese
negri con le mani aperte
hanno un odore strano
selvaggio
hanno distrutto il loro paese e ora vogliono
distruggere il nostro
le parole
gli sguardi storti
come fai a scrollarteli di dosso?
forse perché il colpo è meno duro
che un arto divelto
o le parole sono più tenere
che quattordici uomini tra
le cosce
o gli insulti sono più facili
da mandare giù
che le macerie
che le ossa
che il corpo di tuo figlio
fatto a pezzi.
a casa ci voglio tornare,
ma casa mia sono le mandibole di uno squalo
casa mia è la canna di un fucile
e a nessuno verrebbe di lasciare la propria casa
a meno che non sia stata lei a inseguirti fino all’ultima sponda
a meno che casa tua non ti abbia detto
affretta il passo
lasciati i panni dietro
striscia nel deserto
sguazza negli oceani
annega
salvati
fatti fame
chiedi l’elemosina
dimentica la tua dignità
la tua sopravvivenza è più importante
Nessuno lascia casa sua se non quando essa diventa una voce sudaticcia
Che ti mormora nell’orecchio
Vattene,
scappatene da me adesso
non so cosa io sia diventata
ma so che qualsiasi altro posto
è più sicuro che qui.
Warsan Shire
Bambini n. 69 e 70 - Mauro Biani
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ilgiornoprima · 2 years
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Quando per anni ti sei addossata la responsabilità, e la conseguente colpa se non stava funzionando, se l'opportunità non veniva MAI colta. NON. È. COLPA. TUA. Levare un'opportunità che non verrebbe comunque mai colta non è abbandonare una persona. Non si sentirà abbandonato. Non può, non ha mai accolto quello che ora stai smettendo di dargli. Sapere di avere un'occasione non ci sta cambiando davvero la vita se non la prendiamo. Gli stai levando qualcosa che non ha mai davvero avuto con sé, accolto, accettato, preso... Non può sentirsi privato di una cosa mai davvero avuta con sé. Non può. Se rimaneva nonostante tutto, se faceva così, se tornava sempre... Era perché sentiva che avresti potuto aiutarlo, tu, dargli quell'affetto di cui aveva bisogno. Ma di fatto non lo ha mai preso, non ha mai preso aiuto, affetto, nulla... Non lo stavi aiutando. Non stai, dunque, levandogli NIENTE. Sai perché dipendevi da lui? Perché lui doveva sentire che tu NON POTEVI andartene. Mai. A prescindere da tutto. Non bastava sentisse che non volevi andartene... Non sarebbe bastato a farlo fidare, a fargli sentire la vicinanza davvero. Solo che poi non bastava comunque... Mai.
Non era colpa sua, non ha fatto niente di proposito. Sono io ad essermi presa quella enorme responsabilità per lui. Non me lo ha chiesto. Però ogni giorno lo sentivo il suo dolore, ed era tremendo: come potevo non volerlo aiutare...? Era l'unica persona al mondo che soffriva così tanto, ma così tanto, da tutta la vita, fin dall'infanzia, che non aveva MAI neppure una volta probabilmente in vita sua chiesto aiuto, affetto. Quanto dolore deve celarsi dietro a una cosa così...? Come si rimane indifferenti?
(Questo succede dopo cinque anni ad addossarsi la responsabilità di una vita. Questa sono io che cerco di spiegarmi perché non ho motivo di sentirmi in colpa... Che cerco di spiegarmi perché non sto abbandonando la persona cui più ho tenuto in vita mia solo perché potrò d'ora in poi essere "solo" un'amica. E non la persona che doveva salvarlo.)
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parole di una lettera. - ..ma quale lettera? non serve più a niente ma quante volte lo vorrei sai cosa succede a una persona che guarda troppo avanti? che poi non sa come tornare a guardare indietro perché sa bene che non esiste la strada opposta avendo capito di aver trovato quella giusta, senza troppi dissesti tu ora stai solo studiando ma ne sei proprio sicuro? secondo me ci provi ancora a fare quello che vuole giocare con le altre senza saper giocare perché poi il telefono nasconde storie o viene dato all’amico che risolve i casini che combini ma non è così ogni cosa che tocchi credi che tutto ciò che fai si diffonde a macchia d’olio forse perché non trovi le persone giuste per te che aprono le porte una sola volta trovi gente stupida nel senso che ti apre le porte per un ‘per sempre’ vorrei chiederti tante cose, vorrei chiederti se una come me ti manca ma non come fidanzata vorrei chiederti cosa pensi di tutti quei tuoi compagni che hanno una persona con cui poter essere se stessi ma ho paura talmente paura da reprimere ogni cosa che scrivo ogni mio pensiero che non ti porta a riflettere ma ad avere paura ma tu non ci pensi mai alle coincidenze? una volta mi hai detto son felice se conosci qualcuno che ti rende felice con quella paura negli occhi di chi scappa ed è vero alla fine mica è una colpa la colpa è mia perché potrei davvero credere di farmi bastare qualcuno con cui galleggiare ma la verità è che vorrei davvero nuotare e le persone con cui nuotare sono così poche e allora uno pensa alla sua vita così piena però non tutte le persone che incontri richiedono tempo alcune si accontentano di alzare la cornetta soltanto per sentirti respirare e non per forza di sapere la tua giornata semplicemente esserci e avere voglia di non parlare così tanto quante spiegazioni devo dare alla gente? che noia ma la verità è che stare da soli ti permette di non giustificarti e serve davvero? gli unici legami che vedo durare sono proprio quelli in cui ci si accetta e basta e sono i più veri comunque da quando ti conosco abbiamo un’altra cosa in comune il fatto che quando ho voglia di scrivere robe e dirtele le mie amiche prendono il telefono mi dicono di smetterla perché tu sicuramente sei scocciato e hanno ragione perché certi rapporti sono mossi dai pregiudizi
pregiudizi e basta come quando io ti scrivo cose perché so che sai leggerle ma sai di cosa? boh, ti disturbo? pensi che sia innamorata di te? pregiudizi del cazzo e allora non voglio dare un’idea diversa dalle tante che non riesco a smentire così spesso quindi tengo tutto per me ma faccio fatica perché per quanto fragile ed insicura sono un vulcano assurdo ma le mie energie si sono spente ed è meglio così voglio essere un vulcano per chi lo vuole però faccio molta più fatica di quanto non si veda a trattenere quello che ho da dare soltanto perché verrebbe sgualcito e se un briciolo di te ho capito ti starai chiedendo perché vado sempre a capo delle frasi ma i grandi scrittori non si fanno troppi problemi lo fanno e basta e tu ora stai ridendo perché ho ragione e se non stai ridendo allora ho capito meno di quanto credessi su di te credi davvero a tutte le mie puttanate? perché se è così ho una retorica che fa paura ma quanta realtà c’è in quella retorica? scherzo, è retorica vera ma che serve più a te che a me perché continuo ad essere buona e a credere che qualcosa che ti smuova ci sia persino se parte dalla scopata più bella della tua vita che io non avrei mai potuto darti ma che forse può servire tu ci credi? secondo te le persone possono davvero scopare e arrivare alla parte più intima di sé stesse per poi scoprirsi dopo? ed io che ho sempre fatto tutto al contrario ci vuole proprio fegato a starmi dietro pensando che il sesso serve ma amore e amicizia fanno sempre metà dell’opera è davvero un difetto pensare il contrario di tutto? mettersi in discussione? ma se ci pensi è questo che mi porta alle persone tutte le volte ho preso un telefono nuovo sai? molto deludente un po’ come ogni mia aspettativa così insaziabile quindi mi accontento e cerco di adeguarlo a quel sogno di telefono top che avevo nel cassetto per farti stare tranquillo e sereno sappi che ho conosciuto un tipo quando sono scesa a casa quindi non avere paura delle mie parole non nascondono nessun tipo di intenzione velata niente di niente sono semplici e arrivano insomma questo tipo sai quelle persone che non ti dicono niente? però le mie amiche mi hanno spinta tutta la sera ed io ho provato a buttarmi senza pentirmene perché non avevo nessun tipo di stimolo che noia poi però mi dicono vuoi credere ancora di trovarlo nel tuo mondo uno normale? ed in effetti hanno proprio ragione chi cucina i tuoi bastoncini findus stasera?
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mooddarkside · 4 months
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GIORNO 8
sono qui da ormai una settimana, devo dire che il freddo e la neve non mi stanno dispiacendo (tranne quando devo uscire a fumare e ho dimenticato il giubotto in camera). i colleghi non li ho inquadrati tutti, e di alcuni non ricordo ancora i nomi. per quanto riguarda gli altri animatori il mio responsabile mi sembra il classico figlio di papà stupido come pochi, milanese, che pensa solo a far festa, ubriacarsi dalla mattina alla sera e non fare un cazzo, tanto in qualche modo dei soldi entrano e li può buttare via a cazzo. quel tipo che scarica tutto agli altri perché non ha voglia di respirare, morto di figa che appena vede mezzo culo è lì a parlarci dietro..... ma ha anche dei difetti.
già in una settimana diciamo che diverse volte mi ha fatto venire quella voglia irrefrenabile di tiragli due cartoni in faccia a fargli cadere la poca dentatura rimasta, per quella sua arroganza e per quel suo modo di far vedere che è il capo solo quando gli conviene e deve apparire, ma poi continua a non fare un cazzo.
ora..... non so se è una cosa normale, ma il punto è che essendo in 3 e l'altra è una ragazza abbastanza addormentata e sensibile, tale da entrare nel panico e mettersi a piangere ogni volta che le viene ripresa un errore, anche la più piccola cazzata.
parlo di lei? beh si ci ha provato con me.... la sera del primo giorno che ero qui. ma a me non piace proprio, né fisicamente, né caratterialmente.... diciamo che l'avevo iniziata ad odiare già da quando ho scoperto, un mesetto fa, che avrei dovuto lavorare con lei.
una persona che cerca di tenere tutto sotto controllo, ma che puntualmente non ci riesce e tende a risultare assillante e invasiva. soprattutto molte volte mi verrebbe da dirle.... ma mi spieghi chi cazzo ti ha chiesto tutto ciò? in una settimana so quasi tutta la sua vita, con morte e miracoli annessi.
il problema che pretende che io le racconti tutto di me (cosa che sinceramente ho deciso di non fare più, visto tutti i cazzi in culo che mi sono preso quando l'ho fatto) e il modo come ha iniziato a chiedermi informazioni, al telefono, via messaggio,5 minuti dopo essere stati inseriti nel gruppo dell'agenzia me l'hanno messa, suo malgrado, dalla parte sbagliata del cazzo.
quindi cara mia.... mi dispiace ma a costo di farmi l'intera stagione in bianco, non succederà mai di fichi ficcare.
parliamo del posto? le dolomiti spettacolari.... panorami mai visti che mi hanno fatto rimanere a bocca aperta, ma per il resto il mio hotel sta in mezzo al nulla. prima di arrivare al paesino ci vuole mezz'ora di strada in macchina, che indovina indovina... io non ho. quindi non mi posso muovere manco per il cazzo.
non sono ancora riuscito a mettermi 2 minuti in tranquillità a suonare, perché finora ho avuto 0 momenti liberi e sono stato a correre a destra e a manca (ovviamente a fare anche lavoro che non mi spetta), e la sera sono stato abbastanza felice di organizzare le serate di animazione, e fare il dj quando serve. ma ovviamente il qui presente Samuele Sfiga poteva avere una vita tranquilla? ovvio che no....
il padre del capo ha la camera da letto sopra la sala che usiamo per fare le serate, quindi ogni sera metto un po di musica e vengo richiamato per il volume, anche più volte, fino a quando non vengo costretto a staccare.... dopo appena un'ora di serata...... porcoddio. e l'indomani si continua con la cazziata direttamente faccia a faccia.
in appena 6 giorni di lavoro sono stato richiamato 5 volte...
ora mi chiedo.... cosa dovrei fare? da una parte la gente mi chiede di aumentare perché vuole cantare, ballare, si vuole divertire cazzo.... e io ovvio che voglio farle divertire e divertirmi pure io.... e dall'altra ci sta il direttore senior che mi rompe le palle ogni 20 minuti.
per oggi penso sia tutto. al prossimo episodio del diario di un animatore
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Perchè questo articolo.
Chi mi segue da un po’ di tempo sa quanto mi piace calcare la mano senza pietà su questo argomento, ma ho delle ottime ragioni.
Non potete immaginare la disinformazione che c’è in giro sul mio settore (e questo potrei anche giustificarlo, dato che è un lavoro nato negli ultimi anni con la rivoluzione digitale) ma non mi piace affatto la spocchia con cui spesso mi imbatto quando trovo le persone della categoria che, senza sapere assolutamente niente del mio lavoro, lo sottovalutano al punto da dirmi: ‘’Posso farlo anche da solo’’ .
Oppure ''Ai social dell'attività ci pensa già mia figlia quindicenne''. Capisco. Quindi mi verrebbe da chiederti perchè esiste la mia figura professionale se, secondo te, le stesse cose può fartele chiunque. E magari, aggratis.
Senz’altro. Sono d'accordo con te. Per sbattere quattro cose sui social, intese come foto, cose senza senso, senza strategia e soprattutto a tuo rischio e pericolo, puoi fare anche da solo, sono la prima a dirtelo. Ma per fare il Social Media Marketing…. Ti serve un Social Media Manager.
Le allettanti figure nemiche dei SMM: i cuggggini.
Definizione
Ebbene, nel campo di chi lavora nel digital si definisce ''cugggino'' (con almeno 3 G!) chi, senza nessuna competenza si mette a fare come viene il lavoro che un professionista farebbe come si deve oppure si autoproclama qualcosa (Social Media Manager, in questo caso) senza avere nessun titolo arrivando, nemmeno di rado, a soffiare il lavoro a un professionista vero. Come è semplice intuirlo: chiedendo cifre ridicole, indegne di un lavoratore qualsiasi o addirittura gratis. Oltretutto senza un background professionale.
I cuggggini sono tutti intorno a te! La sciagura dei cugggini è sempre dietro l’angolo: sono gli amici, i nipoti, i fratelli, il conoscente di tuo cognato o chiunque altro che, senza basi di digital e social media marketing, pretendono di prendere il posto del Social Media Manager pensando di poterlo sostituire. Si fanno pagare pochissimo o lo fanno gratis nel tempo libero, ''quando hanno tempo'' ti dicono.
I cuggggini servono a una cosa sola: a fare disastri, facendo un danno inimmaginabile a tutta la mia categoria. E anche a te!
Vediamo, per l’ennesima volta, le differenze. Perchè repetita iuvant (speriamo).
Social Media Manager: definizione
E’ il professionista del digital e del social media marketing
per definirsi tale ha studiato duemila materie
possiede uno o più attestati che certificano la sua preparazione
sa sfruttare i social per il business, portando vantaggi concreti all’azienda per cui lavora, in termini di immagine, notorietà e visibilità
Conoscenze e competenze:
personalizza ogni servizio adattandolo al cliente
analizza la Brand Identity, i Core Values e la Value Proposition della tua azienda
sa fare un'analisi SWOT e un Business Model Canvas
studia i tuoi competitors, il target di riferimento e le Buyers Personas
stabilisce degli obiettivi e prepara piani di marketing
sa immergersi completamente nella tua azienda, vivendola a 360° per saperla promuovere nel migliore dei modi
realizza un piano editoriale strategico diverso ogni mese
si occupa del marketing online, della comunicazione e dell'engagement
cura e coltiva i rapporti con la community
si occupa di attività di pubbliche relazioni
monitora costantemente l'andamento delle sue attività
è in grado di fare grafiche professionali e mirate (soprattutto se Content Creator come me o comunque ha skills in più)
è un esperto di comunicazione efficace e persuasiva
è abile nella scrittura
conosce le regole del copywriting per la scrittura
è in grado di fare video e montaggio video (facoltativo, ma sa farlo se è anche Content Creator come me)
è in grado di fare fotografie (facoltativo. E comunque fare foto, se il servizio è incluso è aggiuntivo e non è più del 10% del suo lavoro!)
Cuggggino: definizione
è il mitico qualunque che tira letteralmente a indovinare
pubblica solo foto e per lui è un ottimo lavoro
mescola cose personali a cose professionali creando danni alla tua immagine
non sa niente di comunicazione
non sa niente di digital marketing
fa finta di ''lavorare'' per cifre ridicole o ancora peggio gratis, perchè è amico o parente del titolare
fa danni allucinanti alla tua azienda e non lo sapete entrambi
usa i social nel tempo libero e non ne conosce altro utilizzo
Cosa fa il cuggggino: posta roba a caso. Fine.
Non penso che occorra dilungarsi oltre... Quando è il momento di scegliere, usate la testa.
Alla prossima!
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Con chi di tumblr vorresti andare a cena? Senza giri inutili: nome e perché!
Ahahahahaha, cara faccina grigia, mi ha fatto molto ridere il tuo ''senza giri di parole''! Vuol dire che mi leggi da tempo ed hai capito che sono bravo a nascondermi dentro le acrobazie lessicali...
...ed allora ti premio e ti rispondo, ma lo faccio indicandoti ben più di un solo nome (nessuna sorpresa, credo) e chi sa se sarebbero cene vis-a-vis o un enorme e fantastico convivio.
@gattadegliappennini perché mai ho annusato così tanta forza celata dietro una apparente fragilità.
@guidogaeta perché sono certo che il suo acume, la sua intelligenza, la sua ironia e la sua esperienza, unite a qualche bicchiere (di troppo) di vino come si deve, scatenerebbero una tempesta teatrale, a cavallo tra il monologo e la lezione di vita che perdersela sarebbe un peccato.
@molecoledigiorni perché il tessuto poetico di cui spontaneamente si veste non ha rivali.
@myorizuru perché è una bambina di 400 anni: unisce la spontaneità della fanciullezza ad una sensibilità antica, coniuga la voglia di giocare con una analisi feroce delle cose e delle persone.
@ilguardianodelfaro perché è una enorme anima.
@cloverviola che immagino se ne starebbe in disparte tutta la sera, sorridendo sorniona, ma avrebbe poi l'ultima parola, dicendo qualcosa di assoluto, evocativo e stupefacente, così d'improvviso.
@blackmammaaa che, accompagnata da maritesu e figlio e cane porterebbe una ventata di vita vera (anzi verissima) e di sogni irrinunciabili, con la cordialità con cui si porta il vino ad una cena.
@matermorbi e fidanzato, anche solo per vedere come lei tratta lui, anche solo per sentire il suono della sua risata, anche solo perché ci vorrebbe un poco di ironia cazzara ed incazzata. E forse porterebbero il gatto Tost. O il cagnètto Putzi.
@malefica67, affidandole il compito di trovare il tema della serata, e la musica giusta con cui accompagnarla.
@giuliopaolocesare perché di sincerità non ce ne è mai abbastanza, e di intelligenza nemmeno, e neppure di amici e di affini.
@clouddep perché ci vorrebbe qualcuno che ci fotografa e poi ci racconta chi siamo, con garbo, gentilezza e spietato realismo.
@neltempodiuncaffe perché con lei verrebbe il Mondo, a cena, e con il Mondo dovremmo confrontarci, se ne abbiamo la voglia ed il coraggio.
@lanymphedaphne e le sue macchine fotografiche, reali e mentali, ad immortalare i momenti meno notati eppure più essenziali.
@michelecogni, convincendolo magari a cucinarci qualcosa ed a raccontarcelo, nella sua concettualità e nella sua sensualità.
@thymos-00 perché così sarebbero contente tutte le ragazze che a cena verrebbero.
@curiositasmundi perché non so come e non so con cosa, ma sono certo ci sorprenderebbe.
@martinastalla perché porterebbe del vino strepitoso. E perché tifa Sampdoria. E perché non se ne potrebbe fare senza.
@spettriedemoni perché è bello circondarsi di persone che la pensano sostanzialmente come me.
@l-incantatrice perché saprebbe dire, ad ognuno di noi, chi davvero siamo.
@x-yanara-x perché dell’intelligente realismo e del sano pragmatismo non è bene farseli mancare.
E dai, anche se non so chi tu sia, vieni anche tu.
E tutti quelli che per ragioni che sanno loro e con cui io concordo a priori vorrebbero venire.
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corallorosso · 3 years
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C’è una cosa delle tante bestialità dette oggi in aula che fa più ribrezzo. E l’ha proferita il leghista Claudio Borghi. No no, non mi riferisco a quando ha parlato di “defecare”. Insomma: è Borghi, è un leghista. Che ti aspetti? Ma è quando ha buttato sul tavolo il numero di morti per milione di abitanti: è lì che ha fatto veramente schifo. “Noi - ha detto Borghi per attaccare Conte - abbiamo avuto a oggi 1.360 decessi ogni milione di abitanti. Il Regno Unito 1.311. Gli Stati Uniti 1.276. La Svezia 1.019. Il Brasile di Bolsonaro 984. Siamo i peggiori al mondo”. Ed è vero, le cifre sono esatte. Ma c’è un ma. La competenza della sanità non è governativa, ma regionale. E tre delle quattro regioni che hanno registrato il maggior numero di decessi per milione di abitanti, facendo schizzare a quei livelli il dato italiano, sono amministrate dalla Lega: Lombardia e Veneto con i presidenti Fontana e Zaia; Piemonte con il forzista Cirio (ex Lega) e l’assessore alla sanità Genesio (della Lega). Nel dettaglio la Lombardia ha a oggi registrato 2.623 decessi per milione di abitanti. Esattamente il doppio (il doppio!) del resto d’Italia. Il Piemonte 1.935 e il Veneto 1.628. Risultato? Il resto d’Italia, quello non amministrato dalla Lega, ha registrato un numero di decessi per milione di abitanti pari a 970: ovvero meno del Regno Unito, degli Usa, del Brasile, della sua adorata Svezia e di tante, tante altre nazioni che ci starebbero davanti in un questo tragico e irrispettoso conteggio, anziché dietro. Quindi caro Borghi, se davvero vuoi trovare un legame tra decessi e gestione politica non è in casa del governo centrale che dovresti cercare. Ma in casa tua. E il punto sai qual è? Che a differenza tua, pur avendo più elementi e ragioni per farlo (tipo i contagiati buttati nelle RSA in Lombardia), a noi non verrebbe mai in mente di cercare una responsabilità diretta fra decessi e gestione politica. Perché tutti hanno fatto quel che potevano, da Zaia a Cirio, da Bonaccini a Emiliano, da De Luca a Toti, per evitare l'aumento dei morti. Semplicemente, come nel resto del pianeta, non era, non è e non sarà facile. Ma fortunatamente noi non siamo te. Quindi muto Borghi. Per decenza. Muto. E limitati a parlare di defecazioni. Che almeno in quello sei bravo. Emilio Mola
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gloriabourne · 3 years
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The one with a million things to tell you
È notte fonda quando Ermal sente il cellulare vibrare sul comodino.
Chiara, accanto a lui, sta dormendo. Ermal, invece, non riesce a chiudere occhio.
La serata è stata elettrizzante, di certo non si aspettava di essere primo in classifica. Quindi, anche se ormai i festeggiamenti si sono conclusi da un po' e lui è tornato in camera da più di un'ora, non riesce a dormire. È colpa di tutte quelle emozioni, lo sa.
Essere di nuovo sul palco dell'Ariston, anche se senza pubblico, è un'emozione enorme. E poi la canzone...
Lo sa che la maggior parte delle emozioni di quella sera sono dovute a quella canzone.
Allunga la mano verso il comodino e sblocca lo schermo, strizzando leggermente gli occhi per la luce improvvisa.
Il messaggio che ha ricevuto è di Fabrizio, ma questo Ermal già lo sapeva. A nessun altro dei suoi amici o conoscenti verrebbe in mente di mandargli un messaggio alle 4 del mattino.
Apre la conversazione di WhatsApp e legge le poche righe sullo schermo, in cui Fabrizio si congratula per il primo posto nella classifica provvisoria. Dice di essere orgoglioso di lui ed Ermal non può fare a meno di sorridere.
Si volta leggermente e osserva Chiara. Sta dormendo profondamente, quindi cercando di non svegliarla si alza, si infila una felpa sopra alla maglia del pigiama, ed esce sul piccolo balcone della sua camera.
Socchiude la porta alle sue spalle, cercando di non svegliare la sua ragazza, e afferra sigarette e accendino dalla tasca della felpa.
Ne accende una aspirando con calma, riempiendosi i polmoni di nicotina. Sta fumando di meno rispetto al solito, ma deve ammettere che gli piace concedersi una sigaretta ogni tanto.
Quando ormai l'ha fumata quasi fino al filtro, prende il cellulare e cerca il numero di Fabrizio in rubrica. Poi fa partire la chiamata, consapevole di trovarlo sveglio.
"Non dirmi che ti ho svegliato" dice Fabrizio preoccupato, rispondendo dopo il secondo squillo e senza nemmeno preoccuparsi di salutare il collega.
Ermal sorride gettando il mozzicone nel posacenere. "No, figurati. Non penso dormirò questa notte."
"Male. Poi vedi che occhiaie ti ritrovi domani!"
"E quando mai sono senza occhiaie?"
Fabrizio dall'altra parte del telefono ride, ed Ermal chiude gli occhi beandosi di quella risata che gli manca così tanto sentire dal vivo.
"Davvero, Ermal, perché non dormi?" chiede Fabrizio serio, qualche attimo dopo.
"Non lo so, Bizio. Credo di essere un po' troppo su di giri per come è andata. Non mi aspettavo tutto questo successo."
"Io invece me lo aspettavo."
"Davvero?" chiede Ermal sorpreso.
"Certo. Non avevo dubbi che la tua canzone sarebbe stata un capolavoro."
Ed Ermal, non sa nemmeno spiegarsi perché, crede più alle parole di Fabrizio che a chiunque altro prima di quel momento gli abbia detto che la sua canzone era effettivamente bella.
È come se le cose dette da Fabrizio fosse più vere.
"Ricordi quella sera a Lisbona? Prima della finale, quando stavamo sul divano del camerino ed eravamo agitati per come sarebbe andata?" dice Ermal a un certo punto.
"Tu eri agitato, parla per te" scherza Fabrizio.  
"Non solo io. Ricordi cosa mi hai detto?"
"Ho detto un sacco di cose quella sera."
"Hai detto che avevi paura di fare la fine della cantate di Israele e cadere dalle scale mentre scendevamo dal palco."
Fabrizio sembra ricordarsi improvvisamente di quel momento e si mette a ridere, mentre dice: "E tu mi hai detto che allora avresti fatto finta di cadere anche tu per solidarietà."
"E se non riesci ad alzarti starò con te per terra" mormora Ermal.
Fabrizio rimane in silenzio.
Ha ascoltato solo una volta la canzone del suo compare, eppure sa benissimo che Ermal ha appena citato il suo stesso testo.
Ermal, non sentendolo replicare, capisce immediatamente cosa sta pensando Fabrizio, a che conclusione sta arrivando. E sa che è la conclusione giusta.
Ma lui sta con Chiara, lui è innamorato di Chiara, e tutto ciò che poteva esserci e che c'è stato con Fabrizio non è che un ricordo racchiuso in una canzone. E sarebbe troppo doloroso ammetterlo ad alta voce.
Quindi si limita a dire: "Quella sera, quando eravamo seduti uno accanto all'altro, avrei voluto dirti un sacco di cose."
"Ma non hai detto niente" conclude Fabrizio, citando anche lui in parte la canzone del collega.
"Mi sembrava che le parole fossero superflue tra noi."
"Infatti" concorda il romano.
Non avevano mai avuto bisogno di parole. Riuscivano a leggersi a vicenda senza alcun problema ed entrambi sapevano che c'era stato un periodo in cui le cose tra loro erano cambiate. C'era stato un periodo in cui definirsi amici sarebbe stato troppo poco.
Lo avevano capito entrambi, senza bisogno di parole. Ma nessuno dei due aveva mai fatto un passo verso l'altro.
Forse, a pensarci bene, se avessero impiegato meno tempo a guardarsi e un po' di più a parlare, se avessero usato quelle parole di cui credevano di non aver bisogno, le cose sarebbero andate diversamente. Forse avrebbero avuto il coraggio di dire ciò che provavano invece di aspettare inutilmente che fosse l'altro a esporsi.
"Ti penti di come sono andate le cose?" chiede Ermal a bassa voce, timoroso di sapere la risposta.
"A volte. Tu?"
"A volte."
"Pensa un po', avremmo potuto essere i nuovi Albano e Romina. Pensa che figurone a Sanremo" ironizza Fabrizio.
Ermal non riesce a evitare di scoppiare a ridere, coinvolgendo anche Fabrizio.
Ridono per un po', fin troppo divertiti da quella che non era poi chissà che battuta. Per un attimo ad entrambi sembra di essere tornati indietro di tre anni, ai tempi del festival che hanno fatto insieme, ai tempi dell'Eurovision.
Poi però le risate si spengono ed entrambi tornano con i piedi per terra. Non sono più le stesse persone di tre anni prima, anche se vorrebbero.
"La canzone però l'hai dedicata a una donna" dice Fabrizio dopo qualche attimo, ed Ermal non capisce se sia una semplice constatazione o se sia risentito dalla cosa.
"Sarebbe stato un po' troppo palese farla al maschile, no?" replica con ovvietà.
"Sui social mettono gli asterischi quando non vogliono specificare il genere" dice Fabrizio, ricordandosi qualche post letto negli ultimi mesi.
"E come la canto una canzone con gli asterischi, Bizio?"
Scoppiano a ridere di nuovo, questa volta un po' più forte, e a quel punto Ermal la sente davvero la mancanza di Fabrizio.
È come avere fame, come sentire lo stomaco che si stringe e il nodo alla gola. E improvvisamente le lacrime che si sono formate agli angoli degli occhi a forza di ridere, gli scendono lungo le guance e si accorge che non sono più lacrime dovute alle risate.
Sono lacrime di tristezza. Perché Fabrizio gli manca più di quanto è disposto ad ammettere, e sa che la cosa è reciproca.
Ma sa anche che il loro treno ormai è passato. Sono cambiate tante cose, troppe.
E ci sono certe occasioni che capitano una sola volta nella vita. Se si perde quel treno è finita, non passa più.
Per loro è stato così e alla fine i loro sentimenti - o almeno quelli di Ermal - sono finiti dentro a una canzone.
"Grazie, Ermal" dice Fabrizio dopo aver smesso di ridere.
"Per cosa?"
"Per avermi pensato."
Ad un ascoltatore poco attento potrebbe suonare come un semplice ringraziamento per averlo pensato in quel momento, per averlo pensato al punto da chiamarlo.
In realtà, è molto di più.
È per averlo pensato mentre scriveva la canzone, per averlo pensato mentre decideva di portare quel brano al festival, per averlo pensato mentre cantava. È dietro a tutto quello c'è un grazie per averlo amato, anche se in silenzio.
"Grazie a te per avermi ispirato" risponde Ermal. E tra le righe anche Ermal ringrazia Fabrizio per averlo amato, forse come nessuno aveva mai fatto e come nessuno sarà mai in grado di fare.
Fabrizio chiude la chiamata senza salutare, senza dire altro. E va bene così.
In fondo, tra loro ci sono sempre state milioni di cose da dire, ma nessuno dei due ha mai detto niente.
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der-papero · 4 years
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Durante tutti questi mesi ho cercato di trasmettere a parole le differenti e lacunose variabili che rendono possibile o meno il passaggio del Sars-Cov2 da un individuo all'altro e le probabilità sommarie che nel soggetto ricevente si sviluppi sola positività o Covid-19 più o meno serio.
Renderlo a parole, però, ha la pecca di lasciare molto all'interpretazione di chi legge, il quale - spesso - non ha la freddezza e l'autocontrollo di comprendere appieno il rischio oggettivo dell'evento personale.
Allora - mi sono detto - ci vorrebbe un qualcosa di visuale e intuitivo che all'inserire di alcune varibili spazio-temporali qualitative e quantitative restituisca un indicatore semaforico della percentuale del rischio corso e di una sommaria probabilità di sviluppare positività o Covid-19.
Naturalmente sarebbe un qualcosa di ESTREMAMENTE fallace, di TERRIBILMENTE poco scientifico e dal NULLO valore predittivo perché le variabili intrinseche ed estrinseche sono davvero troppo e dall'impossibile computazionalità completa, però con tutti i disclaimer del caso, sarebbe un ottimo ESEMPIO DIDATTICO su quelli che sono i meccanismi di diffusione del Sars-Cov2 e i relativi rischi.
Ti ho quindi buttato giù una bozza con Paint (se chiedo aiuto a te è perché pure in matematica e in informatica sono a livello Paint) e poi vediamo di discuterne assieme ad altri l'impatto (non) predittivo.
P.S.
Naturalmente potrebbero essermi sfuggiti alcuni fattori di rischio (suggerite pure) e non so se sia più indicata un'app da scaricare oppure una sort di form da ‘compilare’ in un sito specifico. Quando e se vorrai imbarcarti in ciò, chiedimi che ti farò sapere quanto le singole variabili citate impattino sul risultato finale e tutte le legende del caso da inserire.
Diagramma stupendo 🧡
Ti dico che ho perso un’ora di lavoro a ridere su alcuni valori di inizio/fondo scala, cosa che SAP ti addebiterà con relativa fattura. So’ tedeschi, porta pazienza.
Sia per la app che per il sito (sto studiando JS per realizzare un plugin per Visual Studio Code, chi l’avrebbe mai detto!!) non ci sono problemi, anzi, questo è uno di quei pochi casi dove la UI è banale ma il calcolo che c’è dietro è bello rognoso.
So che ne abbiamo già parlato in privato, ma proviamo a riassumere in questo post, così apriamo un dibattito (che poi è il motivo vero per il quale lo stiamo facendo, diciamoci la verità, ovvero quello di prenderci a schiaffi tipo film di Bud Spencer fino a quando non esce qualcosa di funzionante o una cena).
Come ti anticipavo nella nostra chat, un approccio additivo per me porta a risultati sbagliati, e inoltre dare dei valori assoluti a tutte le scale e combinarli tra loro linearmente ci porterebbe fuori strada in moltissimi casi.
Ci sono tre aspetti da affrontare, sul primo abbiamo già concordato. Ovviamente io sto buttando idee basate sull’intuito, ditemi se sto dicendo cazzate.
andrebbero separate le variabili che tengono conto dello stato dell’untore/vittima (aveva febbre/mascherina, tipo mascherina, età, stato di salute e patologie, febbre dopo quanti giorni) rispetto a quelle di interazione tra i due attori (durata contatto, tipo contatto, luogo contatto).
i valori andrebbero moltiplicati, non addizionati
andrebbe individuato un caso di riferimento, ovvero un caso dove, per multipli (messi peggio) e/o sottomultipli (messi meglio), possiamo derivare gli altri
I punti (1) e (2) li ho derivati facendoti prima l’esempio di come una Soyuz cambia di parecchio se i due attori ci entrano dentro con un Hazmat Suit o con una sciarpa, lasciando fissi la durata e il tipo di contatto. Ma mentre portavo la macchina a lavaggio, mi è venuto in mente anche un altro esempio.
Come stato di salute del martire, hai inserito il valore “Wolverine”. Ora, lo so che lo hai fatto a mo’ di goliardia, ma fammelo passare un attimo come valore possibile dal punto di vista sanitario. Un martire che si dichiara Wolverine, indipendentemente dal restante stato e dalla sua interazione con l’untore, porta tutti i fattori e le scale a zero, perché come ben sappiamo il Covid a Wolverine gli sciacqua gli attributi, quindi il suo fattore di rischio sarà sempre nullo, qualsiasi sia lo scenario. Già solo questo aspetto mi porta a pensare che lo stato di salute del martire sarà un peso (pesato ulteriormente dalle patologie) che andrò a moltiplicare sul valore finale, e che nel caso di Wolverine è banalmente pari a zero.
Date queste considerazioni e il punto (3), mi verrebbe da dire che possiamo individuare un set di variabili di stato che definiscono un fattore X il quale, anche in condizioni di durata, tipo e luogo di contatto favorevoli, mi farebbe avere un valore alto di rischio, e poi, a mano a mano che lo stato “migliora” (es. metto la mascherina, ne metto una buona, etc.), X si rimpicciolisce (a.k.a. lo dividi per fattori sempre più grandi), in modo da far pesare meno le 3 variabili di interazione, che andranno moltiplicate tra loro e per il valore X.
Questo tipo di approccio si avvicina moltissimo a quello delle tracing apps, nelle quali lo stato non esiste (avrebbe complicato e reso senza senso il calcolo), ovvero lo puoi porre pari a “1″, e poi hanno moltiplicato tra loro le variabili di interazione, le uniche che potessero avere un senso per il tracing.
Domani e anche nel weekend provo a tirare giù una bozza di coefficienti e poi la discutiamo insieme. Ma non lasciateci soli, car* tumbler*, in questa avventura. Per dirla alla Captain America ...
AVENGERS ... CALCULATE!
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tuttoditea · 3 years
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Hei paperina mia..
Si ti chiamo ancora cosi.
Per me sarai sempre la donna piu importante della mia vita..
Mi piacerebbe vederti sorridere mentre leggi questa lettera,sorridere e non piangere come invece farai..si lo so,sono lacrime di dolore..
Non riesco proprio ad accettare come la nostra storia sia finita in questo modo,ma lo so è stata tutta colpa mia.
Me lo dicono tutti:
“Devi ancora crescere”
“Devi imparare a rispettate a chi hai al fianco”
Sopratutto te..
Quanto fa male..per me ..per te sopratutto..
Rimanere a guardare le nostre foto per ore,a rivivere i nostri momenti con la mente..i piu felici..al mare,all’edelandia,parco giochi,a letto...
Infondo eravamo due bimbi..stupidi ma ci piaceva cosi.
Il nostro primo bacio,cosi innocente..cosi dolce e la nostra prima stretta di mano..
Sto facendo un tuffo nel passato..bhe neanche di tanto infondo..di qualche anno fa..
Il primo bacio,primi sguardi,prime strette di mano,primi abbracci,incomprensioni,indecisioni,dubbi e incertezze..bhe le abbiamo passate tante..sopratutto all’inizio.
Quella volta sulla panchina giu al larso,mi dicesti che non sapevi cosa provavi per me..forse non riuscivi a fidarti e infondo per te facevi bene..
Ricordo che ti accompagnai a casa e me ne andai subito..piangendo..una notte terribile per me..ma nonostante era passato un solo mese io sentivo gia di essermi innamorato di te..
Un solo mese ma bellissimo..
Andai a casa e concinto che mi avresti lasciato io ti scrissi wualcosa..come questa ..che ti fece oensare...ma ti ringrazai per tutto quello che in un mese mi riuscisti a far provare..
Ricordo che qualche giorno dopo ci rivedemmo..me lo chiedesti tu..mi viddi e ricordo che mi saltasti in braccio..a baciarmi e piangevi..e mi chiedesti di leggere una piccola lettera che scrivesti a scuola..invece di studiare..
Piansi si..perche tutti cio che mi scrivesti lo pensavo amche io..
Ricordo la prima volta che andammo sui cavalli,prima almeno per me..infatti avevo paura..ma salii perche stavi tu..dietro di me..quello mi fece andare dietro di lui ij modo tale che se avessi paura stava lui...eppure sono uomo..e che uomo..lo feci ler te...salii su quel caballo per te...ed era tutto bellissimi perche a fare cio ceri snche tu li con me..
Ricordo la prima volta che incontrai la tua famiglia,in quel ristorantino..e stavano tutti..avevo na vergogna,pero me la cabai..riuscii a prenderr la fiducia di tuo fratello e di tua mamma e da li iniziarono a volermi davvero bene...infondo non credi che non ho potuto mentire per due anni..? Non credi che fossi stato sempre e solo io..?...
Ricordo brutti momenti anche ..notti passate a svrivere messaggi..ricordo che al nostro primo mese mi regalasyi un bracciale.
Un bravciale con l’infinito ..vhe si oensavo che dato non eri andata alla festa del tuo amico,lavessi rimpiazzato a me..ma subito cambiai idea..
Ricordo la sopresa del mio 18 esimo..
Tutto straordinario e riuscisti anche li a farmi oiangere e non capivo nulla tanto che non capivo che questo sulla wuale sto scrivendo ora era l’iphone 11..
E non ti germasti solo a regalarmi questo ma tanto altro..che ricordo perfettamente..
Ricordo tante altre cose ma non sto qui a scriverle perche senno verrebbe una lettera di 400999 parole e chiunque la leggesse si scoccioerebbe..
Ricordo anche le cose che ho fatto io eh..pero sai forse meglio non ricordarle ..tanto le ho buttate tutto nel vestino..con la cazzata che ho fatto..
Sai,dopo tutto cio non avrei mai oensato di scriverti queste parole..,eppure mi trovo qui a scrivertele non sapendo se un giorno le leggerai..ma vabene cosi..
Vorrei tanto ringraziarti..si ringraziarti per tutto cio che hai fatto per me..che per te non era mai abbadtanza ma per me era anche troppo..
Grazie oer essermi stata sempre vicina..grazie per la tua costante presenza,grazie per le belle parole grazie per le risate nei momenti piu belli di questa storia e grazie sopratutto per le lavrime che hai condiviso con me..
Bhe si grazie di tutto proprio..
Eravamo felici..ci bastava lamore..forse ci avanza anche..mi basta guardarti ed ero il ragazzo piu fortunato al mondo..
Ma quel ragazzo fortunato è diventato un miserabile perche ha tradito la tua fiducia,ho ferito il tuo cuore e ti chiedo perdono..
Dal vivo non riesco a dirti tutto questo..non riesco a insultarmi come sto facendo adesso..non riesco a dirti che sei la persona piu importante della mia vita, la persona alla quale dare la mano sulla terra..e chissà dove..
So che è difficile perdonarmi,che ho sbagliato alla grande ,che continuo a restare bambino,ma io ti chiedo nel nome del nostro amore di darmi l’ultima possibilità..
Dimmi che stai andando avanti..che pensi ancora a studiare,pensi ancora a realizzarti perche è cio che conta..non io..non noi..
Dimmi che se lo smalto va via tu provvedi ancora a rimetterlo e andare dall’estetista,
Dimmi che non ti sei dimenticata delle tue amiche perche sono loro a farti stare bene ora o almeno cercano di rimediare a tutti i costi tutto cio che ti ho casuato..
Dimmi che quando tua mamma ti abbraccia non la mandi via..non è colpa sua.
Ti prego dimmi che credi ancora nell’amore magari non nel nostro..magari non in quello che ho cercato in due anni di dimostrarti io e che in un paio di secondi ho distrutto..
Dimmi ti prego che riesci ancora a guardare coloro che si tengono per mano e non odiarli..non è colpa loro.
Lo sai vero? Tu non hai colpe e che quelle le ho solo io,colpe di cui non mi perdoneró mai..dimmi che riesci ancora a guardare film ed emozionarti..dimmi che ancora ami i cani e che guardarli ti rende piccola..dimmi ancora che ne vorresti ancora uno per amarlo con tutta te stessa..
Dimmi ti prego che non credi che amare sia sbagliato...dimmi che non ti ho cambiata perchè quella ragazza che ho conosciuto era lunica a far state bene me..e magari riuscirai a far dtate bene un’altro che non sia io..
Dimmi ti prego che riuscirai ad andare avanti a dimenticarmi..dimmi che anche se io non ci sono tu esisti a prescindere da me..e che non ero io a farti vivere la storia che hai semlre sognato...ma sarà wualcunaltro e che la mia sarà solo una piccola inutile pagina della tua vita..
Dimmi che lo sai da sola..Che vali tanto anche se io non ci sono..
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(Sono la ragazza che ti ha chiesto di into the wild) l'ho guardato e non mi assolutamente entusiasmata, a chi verrebbe in mente di mollare tutto e andare a vivere nel nulla a vent'anni?
A qualcuno che non è attratto dal sogno folle del capitalismo imperante come obiettivo nella vita.
A qualcuno che appartiene ai boschi ai ruscelli, alla neve e non al cemento.
A qualcuno che vuole guardare il mondo camminando a piedi e non stando sul sedile del passeggero dietro a un vetro sporco.
Qualcuno diverso da te, bisogna accettarlo e rispettarlo.
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A dirla tutta è da un po' che non posto qui un mio sfogo, a dirla tutta è un periodo difficile da troppo tempo, e la verità è che mi sto aggrappando a quel poco che c'è di certo oggi nella mia vita, mentre tutto crolla sotto ogni punto di vista.
La mia famiglia è andata in pezzi. In realtà, pensandoci non ho mai potuto definirla così. Avevo una madre che mi ha fatto anche da padre, e che ha fatto delle scelte giuste, troppo tardi.
L'amore? Dopo quattro anni e mezzo di una relazione perfetta mi sono resa conto che di perfetto c'era solo la capacità di fingere di una persona apparentemente meravigliosa.
La mia persona, in grado di prevedere prima ogni mio desiderio, necessità, voglia. Tutto quello che volevo era lì per me ancora prima di dirlo, Sempre, ma mancava la fiducia, che a suo tempo aveva distrutto, e le mie sensazioni si concretizzarono, capendo che tutti i vuoti che cercava di riempire con regali impeccabili, mazzi di rose meravigliosi, bottiglie di vino bianco (rigorosamente il mio preferito), gioielli, e lettere infinite, si sono solo ampliati di più con la verità che è venuta una volta per tutte a galla, trascinando con sé ogni cosa, come un fiume in piena. Ed è così che ho deciso di lasciarlo, perché di tutta quella finzione ne avevo abbastanza, e diciamocela tutta: I miei demoni, i più brutti, i più cattivi, non li ha accettati. Mai. C'era solo la sensazione di essere il suo caso umano da salvare. Mai abbastanza e sempre troppo.
Oggi, più di ieri, so che è stata tutta una finzione, oggi che ha scelto, per dispetto forse, una persona che a tempo debito mi è stata molto vicina, per simulare la relazione che aveva con me.
Ogni canzone, gesto, lettera, regalo, la colazione nella tazza che preparava per me, ogni cosa. Tutto un copia-incolla così vomitevole che mi verrebbe voglia di scriverle per dirle che questo trattamento da regina è stato riservato anche a me. Mentre mi tradiva con la ex.
Oggi la sua incapacità di chiudere con il passato si ripresenta.
Dopo avermi delusa, sotto ogni punto di vista, e tirato giù la maschera da uomo perfetto, quello della porta accanto, così dolce e premuroso, tanto da "sembrare uscito dalla mia testa" eccolo lì, che mi scrive. Oggi sono io l'altra a cui dice che la felicità con me era migliore, che non ha smesso di aspettarmi, mentre sotto i miei occhi, il letto in cui ho dormito e fatto l'amore con lui, il divano su cui abbiamo riso e passato le sere d'inverno più fredde, viene tutto amabilmente riciclato da lei e per lei.
La cosa più triste poi, non è quella che per un periodo, se pur breve è stata la mia amica più cara, e neanche che lei sia in grado di fare cafonate altrettanto discutibili, ma che lei si senta speciale, che ostenti questo sentimento come l'otp della vita, e io non so se mente a sé stessa, se vuole crederlo o ci crede veramente, ma è stata spettatrice del nostro amore per così tanto che stento davvero a credere che non si renda conto che ancora una volta lui sta cercando il suo passato nel presente.
Sicuramente stare con lui, è allettante. Le attenzioni, i soldi. Tutto accecante. Tutta finzione, se poi dietro tutte le parole che è bravo a dire, I messaggi chilometrici che solo lui, come me, sa elaborare, c'è solo una recita. Quanto vale questo sentimento, se così si può definire, se è tutto una menzogna? quanto sei veramente preziosa per lui, se mentre ti tocca pensa a me? Sei preziosa per lui, sì. Come lo ero io.
Oggi, piu che mai, so che il denaro non ha mai reso nessuno davvero felice e non credo lo farà mai. Probabilmente un regalo ben azzeccato potrà dare la sensazione di colmare i vuoti più grandi, ma in realtà ne crea di più profondi. È possibile trovare la gioia ma non la felicità, è possibile trovarci le attenzioni che hai sempre desiderato, ma non la fedeltà. Ed è quello che ho avuto io.
Oggi, che mi trovo ad essere l'altra, quella a cui scrive di nascosto, a cui dice ancora ti amo, alternati da "ti odio per quello che ci hai fatto, perché ti sei innamorata di lui", vorrei essere diversa dalla sua ex prima di me, vorrei parlare, distruggerlo, come lui ha fatto con me.
Potrei esserlo, sì. Potrei salvarla dalla stessa recita, durata forse troppo, ma poi penso che quando ero io quella ed essere tradita, quando ero io a star a casa la domenica pensando che andava dal fratello mentre andava dalla ex, per "parlare", quando ero io a scoprire i messaggi che si erano scambiati... Nessuno è venuto a dirmelo, sono passati anni prima di sapere la verità, una verità che mi ha lacerata... e una come lei, che non sa neanche cosa vuol dire l'amicizia penso che un po' se lo meriti, penso che per una come lei, così egoista, così falsa, sempre pronta a ferire le amiche, e probabilmente chiunque la circondi, pur di colmare il vuoto della propria mediocrità e insicurezza, questa sia la punizione migliore:
Ricevere i doni migliori, le parole migliori, la perfezione fatta uomo, mentre lui continua a scrivere alla sua ex. A me.
E per quanto mi faccia schifo, per quanto mi ferisca, è la soddisfazione più grande di tutte.
Il karma sta facendo il suo corso, e in questo anno in cui tutto intorno a me è stato messo in discussione, ed è crollato svuotandomi, un piccolo regalo me l'ha fatto: liberarmi da una persona tossica, che mi stava uccidendo, che mi stava cambiando.
Oggi scelgo di sfogarmi qui, di tacere, di non fare più frecciatine sui social. Vi meritate a vicenda, e vi auguro una vita, o anche due, così: ricca di soldi, selfie artefatti, serate perfette, parole, apparenze, bugie e tradimenti.
E da oggi mi prometto che ogni sfogo sarà solo qui, perché alla fine per uno spettacolo a regola d'arte, in pubblico, d'ora in poi, farò solo un grande e grosso applauso.
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Ti racconto come sarà la vita con me, se deciderai di farne parte, intendo... Mi sveglierò la mattina e l’unica cosa che potrai fare sarà sorridermi e porgermi una tazza di caffè fumante, perché la mattina avrò sempre bisogno di quei minuti di silenzio che mi servono per iniziare un altro giorno. Dovrai baciarmi spesso i capelli e abbracciarmi ogni volta che mi vedrai sul viso quell’espressione un po’ imbronciata, succederà spesso perché la vita mi causa questo. Non ti chiederò di chiamarmi in continuazione perché io sono una persona estremamente libera e in quel modo mi sentirei soffocare, però ti chiedo di chiamarmi quando sei imbottigliato nel traffico e ti verrebbe quasi voglia di prendere a calci qualcosa, chiamami quando a lavoro vedrai un sacco di ingiustizie che faranno un po’ male al tuo animo buono, ti chiedo di chiamarmi tutte le volte che la vita ti sta stretta, perché mi piacerebbe che servisse solo la mia voce per placare tutte le cose brutte. Andremo spesso in vacanza, anche solo per qualche giorno, e se questo non dovesse essere possibile, ti chiedo di inventarti qualsiasi cosa pur di farmi staccare dalla routine che mi porta via tutte le energie. Ti prometto che ti accarezzerò i capelli tutte le volte che sentirai crescere dentro di te quelle brutte emozioni negative che ti fanno pensare di essere sbagliato. Non ti prometto che dirò sempre la cosa giusta o che non ti farò mai arrabbiare, perché tu lo sai che sono estremamente testarda e qualche volta mi impunterò su cose sciocche ma ti prometto che mi accorgerò sempre quando la luce nei tuoi occhi si affievolirà un po’ o quando il tono della tua voce cambierà e verrò lì a chiederti scusa un po’ come fanno i gatti, ti appoggerò la testa sul petto o ti abbraccerò da dietro e quello sarà il mio modo di fare la pace. Sull’argomento cucina, dico davvero, mi impegnerò di più, farò attenzione a non mettere troppo sale e non ti farò mangiare sempre e solo insalate come faccio io adesso, tu dovrai solo lavare i piatti o metterli in lavastoviglie ma questo dipende da dove decideremo di far crescere il nostro amore. Ti ricorderò almeno una volta al giorno che non sei come tuo padre ed io non sono come chi in passato ti ha fatto tanto male, io non me ne andrò! Litigheremo spesso per i film da vedere o per la musica che si dovrà ascoltare in macchina, tu mi prenderai in giro per i miei gusti ed io fingerò di offendermi ma poi finirà che anche se un po’ sbufferai quel film che voglio tanto vedere lo vedremo sdraiati sul letto mentre tu mi accarezzi un fianco ed io avrò la testa poggiata sul tuo petto. Non ti prometto un amore da film, uno di quegli amori strabilianti o magnifici, ti prometto un amore normale, di quelli come se ne trovano tanti in giro per il mondo però ti prometto che sarà grande e sarà vero, ti prometto che sarò il posto in cui vorrai tornare e ti prometto che sarà il tuo il profumo che per me diventerà casa.
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corneliaharris · 3 years
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Mi abbracci?
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Con la mano destra va a toccarsi la tasca del pantalone, e a muovere quell’oggetto che ha in tasca, il viso si abbassa a guardare la tasca per poi risollevarsi verso la compagna «comunque… ho una cosa anche io da darti…» si ferma un attimo prima di continuare «mi stavo quasi per dimenticare di dartela…» anche se in realtà non si è mai dimenticato di quella cosa, ma non vuole che qualcuno possa mai pensare che Christian si prendi troppo sul serio «sai.. non ho ancora avuto modo di darti il tuo regalo di compleanno» le dice sempre muovendo con la mano destra la cosa che tiene nella tasca.
Lo osserva attenta «Per me?» ed è indubbiamente una domanda sciocca ma le sfugge ugualmente dalle labbra «Chris lo sai che non dovevi, vero?» chiede, retorica e pare sincera mentre lo dice, con tanto di sorriso diretto verso il coetaneo. Gli occhi poi si posano sulla mano del ragazzo che sembra giocare con qualcosa nella tasca, probabilmente il suo regalo. Non chiede niente ma i suoi occhi chiari sembrano dire “Allora?”
Porta quindi la mano destra nella tasca «Come non dovevo ma sei impazzita? Se non faccio il regalo a e a chi dovrei farlo» le dice mentre afferra l’oggetto e lo estrae dalla tasca, si potrà vedere quindi una pallina di carta di una qualsiasi pagina della gazzetta del profeta tutta accartocciata «emm.. perdonami ma non sono buono con i pacchetti» dice portandosi la mano sinistra a grattarsi la nuca, allunga quindi poi la mano destra verso Cornelia per porgergliela «spero ti piaccia …» sorride. Se Cornelia prendesse e aprisse la pallina di carta al suo interno troverebbe una collanina in bronzo, e ci sono delle lettere che pendono dalla catenina un po’ distanziate fra loro ma mettendole insieme verrebbe fuori proprio il nome di Christian, le lettere sono alternate una in bronzo e una con dei topazi blu oceano. Sì, il suo non il tuo Cornelia, e a quel punto direbbe «so che può sembrare strano ma ho pensato che con il tuo nome ne avessi a migliaia, invece così è un po’ come se fossimo sempre …» piccola pausa … «insieme… » farebbe un’altra piccola pausa e deglutirebbe rumorosamente prima di riprendere a parlare «…anche se siamo lontani» 
Sorride alle giustificazioni sul pacchetto ma non sembra importargli molto visto come sorride «Non importa, va bene così, è perfetto» e lo dice già prima di averlo scartato. Lo prende quindi tra le mani il pacchettino che il coetaneo le porge ed è con calma e lentezza che la bronzo-blu maneggia il pacchetto, prendendosi del tempo prima di aprirlo nonostante l’evidente curiosità. I polpastrelli vagano lungo il perimetro dell’improvvisata carta regalo e infine, in un moto di coraggio (?) si decide a scartarlo ma sempre con tutta la calma del mondo.  Perde, evidentemente, un battito e deglutisce piano mentre alza gli occhi verso il ragazzo alla ricerca di spiegazioni che arrivano poco dopo. Lo ascolta sorridendo ma ancora non sembra voler dir niente, le labbra leggermente schiuse in un’espressione di sorpresa e il sorriso che non ha mai lasciato il suo volto e che sta lì a rassicurare il Serpeverde che il regalo è stato più che apprezzato. Lo lascia spiegare e poi abbassa gli occhi nuovamente sulla collana che nel frattempo è stata riappoggiata nella scatolina ed è evidentemente entusiasta anche se non ha ancora pronunciato una parola. Scusaci Christian. 
Poi finalmente sembra intenzionata a far qualcosa che non sia osservare cose e persone senza proferire parola, poggia la scatolina e l’involucro alla sua sinistra e poi si sposta sul sedile, portandosi in avanti, sul bordo, quasi in bilico per essere più vicina al ragazzo. Si sporgerebbe quindi per colmare la distanza che la separa del Serpeverde nel tentativo di prendergli il viso tra le mani con fare dolce e di lasciargli un innocentissimo bacino a stampo sulle labbra. Questione di secondi proprio prima di indietreggiare verso lo schienale, lo sguardo che viene abbassato di colpo e finalmente parla, guardandolo appena dal basso «Grazie, Christian» sincera, con la voce ferma nonostante il cuore le stia impazzendo nel petto. 
Guarda Cornelia che appoggia la catenella e le si avvicina mettendosi in punta al sedile e gli dà un bacio, a stampo, sulle labbra. Christian per quei pochi secondi si irrigidisce, spalanca gli occhi mentre le sue labbra e quelle di Cornelia si sfiorano, diventa tutto rosso tipo un pomodoro, quando la ragazza si scosta e torna seduta bene e lo ringrazia lui rimane immobile, tipo statua di pietra lì davanti a lei, la sua temperatura corporea si aggira intorno ai quaranta gradi, e il cervello è in tilt totale. Certo che dopo due anni alla fine è dovuta essere Cornelia a fare la prima mossa perché se aspettiamo Christian facevano in tempo a finire i sette anni, forse. Un silenzio tombale avvolge per qualche minuto lo scompartimento prima che Christian torni sulla terra ferma e riesca ad emettere qualche verso simile a delle parole «i…i..io» balbetta.
Poi, si zittisce nuovamente, ma è in quel momento che chissà quale antenato gli sta dando tutto quel coraggio si alza in piedi, le si avvicina, china il viso verso la giovane corvetta appoggiando le mani sullo schienale dietro di lei e la bacia a sua volta, questa volta qualche secondo in più, una volta staccate le labbra da quella della corvetta si lascia cadere affianco a lei in un silenzio imbarazzante «co..cosa pensi voglia dire tutto questo?» dice spostando la chioma chiaria indietro che risalta ancora di più ora che il suo viso è totalmente rosso. 
È davvero questione di un attimo e poi sono già di nuovo lontani, Cornelia con le spalle appoggiate allo schienale, tirata come una corda di violino, le mani a stringersi nervosamente mentre sbircia il volto dell’altro per captare qualsiasi informazione utile perché adesso è lui che sembra non essere intenzionato a parlare. Ma lei sembra non volergli mettere fretta nonostante il cuore minacci di uscirle dal petto e lo stato d’ansia e agitazione le abbia posato un grande peso sul petto che quasi le impedisce di respirare. Quel silenzio è secondo dopo secondo più insostenibile e la Harris deglutisce un paio di volte a vuoto mentre gli occhi chiari vengono nuovamente abbassati ad osservare il pavimento dello scompartimento almeno finché Christian non si alza. A quel punto la Corvonero non può far altro che puntare lo sguardo sul coetaneo, l’espressione è quasi spaventata perché teme davvero che possa scappare fuori senza aver detto nemmeno una parola e invece quello che fa la sconvolge ancora di più. Lascia che quel contatto di labbra avvenga, gli occhi si chiudono quasi d’istinto non appena il contatto avviene e la mancina altrettanto immediatamente prova ad appoggiarsi sulla guancia del Serpeverde in un tocco che vorrebbe portarlo leggermente più vicino a sé. È sicuramente più lungo del precedente ma è comunque tutto troppo veloce e la Harris si ritrova a riaprire gli occhi con fare disorientato, sbatte le palpebre confusa e osserva Christian lasciarsi cadere vicino a lei, scuote appena la testa alla sua domanda perché non ne ha idea di cosa sia tutto quello e mormora solamente «Mi abbracci?» in una richiesta dolce. Solo dopo proverebbe a dire piano in un sussurro vicino all’orecchio di Lock «N-non lo so» e non sembra convinta «Volevo solo farlo» dice semplicemente.
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