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#tyrrell-ford
frenchcurious · 1 year
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Jackie Stewart -Tyrrell-Ford. - source Moto Vitelloni - Wheels n' wings.
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Blade Runner
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gentileformula1 · 1 year
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f1pictures · 4 months
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Jonathan Palmer Tyrrell - Ford 1988
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retromania4ever · 5 months
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1977 Superswede Ronnie Peterson 🇸🇪 in his Tyrrell P34 - Ford Cosworth DFV
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graceandfamily · 1 year
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Patrick Depailler, Prince Rainier of Monaco, Princess Grace of Monaco, Tyrrell-Ford 008, Grand Prix of Monaco, Circuit de Monaco, 07 May 1978.
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f1cars · 10 months
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Tyrrell-Ford's six-wheeled P34 is inspected at the 1976 Monaco Grand Prix. Circuit de Monaco, Monaco
Bernard Cahier
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f1 · 1 year
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Jonathan Palmer: Doctor Driver Deal-maker | F1 Beyond The Grid Podcast
He didn’t come from a racing family. He followed in the footsteps of his father and qualified as a doctor. How Jonathan Palmer ended up driving in Formula 1 is an intriguing tale of passion for racing, intuition and plenty of graft. Palmer initially competed in Formula Ford but after qualifying as a doctor, he decided to focus on racing professionally. He became British Formula 3 champion in 1981 and European Formula 3 champion in 1983. That year, Williams gave him his F1 debut at the European Grand Prix. He would go on to race for RAM, Zakspeed and Tyrrell over the next six years – scoring 14 championship points along the way. Palmer takes Tom Clarkson through his unique journey from studying medicine to competing in Formula 1. He reflects on some memorable drives in Monaco and we hear wonderful insight into what it was like working with Ayrton Senna as a test driver for McLaren in 1990. Palmer, whose son Jolyon also raced in F1 for Renault in 2016 and 2017, became part of the BBC’s Formula 1 coverage after retiring. He recalls working the day Senna lost his life at Imola in May 1994. For more F1® videos, visit https://www.Formula1.com Follow F1®: https://www.instagram.com/F1 https://www.facebook.com/Formula1/ https://www.twitter.com/F1 https://www.twitch.tv/formula1 https://www.tiktok.com/@f1 #F1 #F1BeyondTheGrid via FORMULA 1 https://www.youtube.com/channel/UCB_qr75-ydFVKSF9Dmo6izg
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Six hommes pour une Six roues : Tyrrell Ford P34-2 Elf Team Tyrrell : Patrick Depailler 🇫🇷#4 : 2ème classement final Grand Prix du Canada Circuit Mosport 🇨🇦1976
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toyahsw · 7 months
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frenchcurious · 1 year
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Jody Scheckter (elf - Tyrrell P34 Cosworth) Grand Prix des Pays-Bas - Zandvoort 1976. © Bernard Cahier / Getty. - source Carros e Pilotos.
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skillstopallmedia · 1 year
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Tyrrell-Ford 006 (1973): do you know its story?
With his big teeth, his prominent nose and his small lock, Ken Tyrrell was a real treat for cartoonists. The least we can say is that the English manager was able to make very good use of his nasal appendage. Responsible from 1960 to represent Cooper in Formula Junior (Formula 3 at the time), Tyrrell had an incredible flair for unearthing new talent. At the end of 1960, he drew the attention of…
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f1pictures · 4 months
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Derek Daly Tyrrell - Ford 1980
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retromania4ever · 5 months
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Montjuic Park - 1973
Francois Cevert 🇫🇷 - Tyrrell 006 Ford
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personal-reporter · 1 year
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Gli altri sport: Tom Pryce
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Una carriera breve, ma luminosa, nella Formula Uno degli anni Settanta… Thomas Maldwyn Pryce era nato l’11 giugno 1949 a Ruthin, un paesino del Galles, da una famiglia di origini modeste. Il padre Jack era poliziotto, la madre Gwyneth infermiera e Mal, come veniva chiamato dagli amici, crebbe con il mito di Jim Clark nella testa, ma solo dopo aver assaporato a dieci anni l’ebbrezza di guidare un furgone, capì che quella era la sua strada. Dopo molti sacrifici Tom finalmente cominciò a correre nel 1970 in Formula Ford, per poi passare, nel 1971, alla Formula Super Vee e l’anno successivo arrivare in Formula tre, dove nonostante indiscutibile classe e velocità, durante una gara si fratturò una gamba contro le barriere. Tom venne poi notato da Ron Dennis che gli offrì un posto nella sua squadra di Formula 2, la Rondel Racing ed i risultati ottenuti lo portarono a firmare un contratto per la Token, una scuderia minore di Formula 1,  nel 1974. Pryce debuttò  il 12 maggio a Nivelles, in Belgio con un 20° posto in qualifica ottenuto con una monoposto non molto competitiva e, a causa di una collisione con la Tyrrell di Jody Scheckter, dovette ritrarsi. A Montecarlo gli venne  rifiutata, da parte degli organizzatori, l’iscrizione al Gran Premio, che addussero come motivazione la scarsa esperienza del pilota. Pryce non la prese bene, ma l’esclusione dalla gara monegasca gli diede l’occasione per prendersi la sua personale rivincita con il circuito di Montecarlo, e soprattutto per garantirgli un posto stabile in Formula Uno grazie all’invito del team Ippocampos Racing, che gli mise a disposizione una March 743 per la gara di Formula 3 del sabato. La prestazione di Tom  in quell’occasione fu stupefacente, infatti dominò le prove con un tempo di 1.6 secondi migliore del secondo classificato in griglia, in gara demolì ogni avversario, vincendo sia la propria manche con quindici secondi di vantaggio, che la finale, lasciando a ventuno secondi il secondo classificato Tony Brise. Dopo quella clamorosa dimostrazione Alan Ress,  alla ricerca di un sostituto dopo la morte di Peter Revson all’inizio di quell’anno in un incidente durante un test a Kyalami in Sud Africa,  riuscì facilmente a convincere Don Nicholson, ex agente CIA e patron del Team Shadow, a considerare l’ingaggio del giovane gallese per la squadra e Pryce firmò poco tempo dopo. Il debutto avviene in Olanda nel 1974, ed il legame tra Pryce e la Shadow continuò tra alti e bassi fino al Gran Premio del Sud Africa del 5 marzo 1977 a Kyalami. In quel giorno James Hunt era primo in  pole position con la sua McLaren Marlboro, seguito dalla Brabham di Carlos Pace e dalla Ferrari di Niki Lauda. Al via erano ventitré i piloti, con Hunt che andò subito in testa, ma la rossa di Lauda lo infilò al settimo giro, distaccando gli avversari e continuò così fino alla bandiera a scacchi.  andando a cogliere la sua tredicesima vittoria in Formula Uno e, per la Shadow, la squadra di Don Nichols, correvano Renzo Zorzi e Tom Pryce. Nel ventunesimo giro Renzo Zorzi parcheggiò la sua Shadow nell’erba, a lato della pista, proprio davanti ai box, dato che dal posteriore si notava un principio di incendio, così due commissari corsero verso la monoposto, attraversando la pista dietro al dosso, con gli estintori in mano. In quel momento arrivarono la March di Hans Stuck, la Shadow di Pryce e la Ligier di Jaques Laffitte. Stuck, scavalcato il dosso che impediva la vista di tutto il rettilineo si accorse all’ultimo del pericolo in pista e riuscì d evitare il primo inserviente, ma Pryce,  coperto dalla March del tedesco, centrò in pieno il secondo, lo studente olandese Frederik Jansen van Vuuren, travolgendolo. Dalla Shadow di Pryce si staccò il musetto e si ruppe il roll bar, ma la macchina continuò la sua corsa, poi sbandò sulla destra, strisciò con il guard rail mentre Laffite la stava superando. Infine in prossimità della curva Crowthorne, la Shadow rientrò in pista dopo aver urtato contro l’uscita per veicoli d’emergenza e centrò in pieno la vettura di Laffite che stava curvando, trascinandola contro le reti, dove terminò la sua corsa. Laffite scese dalla sua Ligier e capì che Pryce era ancora al volante della sua Shadow, ma era ormai senza vita. Infatti l’estintore che Frederik Jansen van Vuuren aveva in mano, nell’impatto ad oltre 270 km/h aveva  colpito la testa di Tom Pryce. Il pilota gallese venne estratto dalla vettura e, nonostante tutto, trasportato verso l’ospedale in autoambulanza mentre la corsa continuava. Anche lo stesso vincitore del Gran Premio, Niki Lauda , urtò un frammento rimasto sulla pista del roll-bar della Shadow, che  si infilò nel radiatore sinistro del raffreddamento provocando una lenta perdita di liquido e mettendo a rischio la gara dell’austriaco che terminò la gara col motore surriscaldato. Tom Pryce oggi è ricordato da molti come un pilota semplice, di umili origini, ma con una gran forza di volontà, la sua tomba si trova nella chiesa di San Bartolomeo di Otford, vicino a Sevenoaks, nel Kent. Read the full article
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