Tumgik
#va bene va bene va bene in verità
octopuscato · 2 years
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soloneldisastro · 6 months
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nottipienediricordi · 2 years
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Pochi capiranno
il significato di queste parole,
quei pochi che ci sono passati
almeno una volta,
solitamente anime sensibili
profondamente empatiche,
escluse per essere diverse
da tutto ciò che è uguale,
pochi capiranno
il peso di sentirsi esclusi,
le parole che rimbombano,
le paure, le inadeguatezze,
che ti porti dietro a vita.
Pochi capiranno
il non vedersi mai abbastanza,
il sentirsi sempre di troppo,
l’aver paura del gruppo
invece di fare squadra.
Pochi capiranno
la paura dei posti affollati,
di stare sotto gli occhi di tutti,
di avere qualcosa fuori posto,
di essere tu fuori posto.
E sono quei pochi
che combattono tutt’ora
con le parole di ieri.
("cara te…amati")
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ross-nekochan · 2 years
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Dato che non mi caga, sto davvero pensando di far leggere a qualcuno la mia tesi che non sia la mia relatrice? SÌ.
Il problema è: dove minchia lo trovo qualcuno che sappia come funziona la scrittura accademica e che abbia la pazienza di perdere tempo a leggere 60 pag su San Sebastiano, Nietzsche, Wilde, D'Annunzio, Mishima, masochismo, nichilismo, suicidio e martirio (scritte pure male, tra l'altro)?
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2stelle · 1 year
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Comunque per quanto scontato l’esito era meglio non dirlo, forse, perché se continuerà ad avere quella fascia verrà martoriato quindi mi auguro torni ufficialmente Brozovic da lunedì così almeno questa cosa c’è la togliamo dalle palle
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Momenti di razionalità:
Solo ora che so la vera risposta a quelli che erano i miei dubbi mi rendo conto di quanto fossi attaccata e dipendente da te, sono cambiata con te e per te sotto alcuni aspetti.
Ad esempio prima di conoscerti ero una ragazza mattiniera, andavo a dormire come le "galline" prestissimo tipo per le 20:30 massimo alle 21:00 e mi svegliavo alle 6:00 o 6:30, con te invece ho conosciuto com'è essere notturni andare a dormire per mezzanotte, a volte l'una e anche più tardi e svegliarsi per forza di cose per le 8:30 o 9:00.
È stata un'esperienza nuova, anche per via dell'adrenalina di conversare con te di notte, però ha avuto suoi grandi svantaggi come l'essere perennemente stanca e sentirmi sgridare perché mi svegliavo tardi, non essere abbastanza produttiva di mattina e quindi penso che pian piano tornerò alle mie vecchie abitudini di orario.
Perché il punto è questo solo ora mi rendo conto di come ti ho messo al centro della mia vita e come cantava la Pausini in una sua vecchia canzone "Lettera":
"Di come quando non ci sei
Io mi perdo sempre un po'
E poi mi accorgo che non so
Più divertirmi senza te
Invece quando stai con me
Anche il grigio intorno a noi
Si colora della vita che gli dai"
Questo era il riassunto di come mi sentivo: bene solo nei momenti in cui stavamo insieme, uno schifo per tutto il resto del tempo, ero diventata dipendente da una tua foto, un tuo audio e i tuoi messaggi e la conchiglia che era il nostro simbolo e questo dipendere da te non ha fatto altro che alimentare il carattere insopportabile che ho di essere una piagnucolona, non trovavo più il senso della mia vita perché la stavo azzerando attaccata come una cozza a te.
Mi hai conosciuta in un momento in cui stavo allontanandomi da persone che per anni erano state importanti per me e mi hai compresa subito, mi hai tirato su di morale e detto "supportare non sopportare" ogni volta che mi scusavo di essere un peso da sopportare. Questo con il passare dei giorni è diventato un mantra nella mia testa che appena qualcosa non andava potevo rivolgermi a te senza sentirmi di sbagliare, ho esagerato e me ne rendo conto solo ora. Questo non significa che avrei dovuto tenermi dentro tutto ma non avrei dovuto rendere tragica ogni cazzata che mi succedeva e questo proprio perché da sola mi sentivo di non essere in grado di affrontare nulla, cercavo in te la forza che mi mancava per reagire e a volte tipo a seguito dei due lutti che ho subito in questi ultimi anni era davvero indispensabile per reagire, ma altre volte non serviva infatti neanche il tempo di leggere tu il mio messaggio triste che già mi ero ripresa da sola, rialzandomi da sola, facendomi forza da sola, la cosa che ho davvero sbagliato è immaginare che fossi tu a dirmi quelle frasi che mi dicevo quando ero sola per farmi forza ma in realtà sono sempre stata io a dirmele, sono sempre stata io a reagire, perché un messaggio "ti abbraccio", "ci sono io qui" ... non era mai stato il vero input di ripresa, avevo già reagito alzandomi da terra, guardandomi negli occhi davanti ad uno specchio e imponendomi di farcela ancora una volta a risollevarmi. Tu in quei momenti bui poche volte c'eri realmente in quel preciso istante ed è ovvio stando in una chat, quindi hai ragione a dire che il mio carattere ti ha fatto desistere ma quel carattere non è davvero il mio, non sono sempre stata così è stato un errore mio mettermi da parte e legarmi così tanto a te.
Tu:
- "È proprio questo il punto del tuo carattere che mi ha fatto desistere dal pensare di poter avere una relazione con te. Nemmeno tu riesci a gestire questi momenti: ti cala il buio davanti e non riesci a riconoscere più nulla. E stando a distanza come posso sapere di poterti aiutare a farti sentire meglio se non con dei messaggi? Però non posso preoccuparmi di raddrizzarti sempre se posso essere offline in quei momenti che studio o in quei momenti in cui tu ti senti giù e non riesco a esserci in tempo."
- "Dopotutto ci stiamo sentendo ogni giorno, non dimenticarti che sei una persona che ha la forza per scalare le rocche calascio e lanciarsi nella mischia perciò so che la vera te esiste e deve lottare con le sue forze per reagire a ciò che in cuor suo già sapeva, ti ho detto che hai bisogno di un supporto ma la tua mente ha bisogno di mettere al primo posto se stessi".
Purtroppo però questo è il mio modo di affezionarmi alle persone mi ci lego troppo, l'ho sempre fatto e ci ho sempre rimesso pezzi di me.
Ora il nuovo mantra sarà sempre preso da una canzone della Pausini perché per me la musica è davvero vita, nelle sue canzoni posso rileggere tutta la mia vita e a differenza di quella che divenne la colonna sonora per reagire a fine superiori cioè il testo di "Ascolta il tuo cuore", stavolta è tratto da "La geografia del mio cammino":
"E di chi sarà il coraggio allora se non sarà il mio
Se si spegne quella luce resto io"
"Oggi riconosco il suono della voce di chi sono
E mi fido di un passato carico d'ingenuità"
Ma soprattutto:
"Da me, torno da me, perché ho imparato
A farmi compagnia
Dentro di me, rinasco e frego la malinconia
Bella come non mi sono vista mai io mai
Fianco al fianco al mio destino
Scritto nelle linee della mano
L'uragano che mi gira intorno sono solo io
Vedo la speranza infondo a quell'oblio
Il difetto è l'esperienza che non ho ancora
Ma non me ne prendo cura, non ho più paura
Da me torno da me, perché ho imparato a farmi compagnia
Dentro di me, ripeto una bestemmia, una poesia
Bella come io non l'ho sentita mai, io mai
Occhi dritti all'orizzonte
sull'asfalto lascio le mie impronte
Cos'è la solitudine, cos'è
Ho voglia di deciderlo da me, da me
Torno da me, da me per non andarmene più via, torno da me"
Poi sempre accecata dall'innamoramento ho chiuso gli occhi su quei particolari che ci differenziano, e anche se so che non possiamo essere uguali su tutti i fronti, che poi sai che noia due persone identiche, ma fanno la differenza perché se fossimo stati insieme alcune cose che tu non sopporti avrebbero costretto me a snaturarmi.
Mi riferisco al fatto che tu ci stai bene nel silenzio che lo preferisci ai karaoke, alle canzoni e al chiasso di una festa o sagra, io invece adoro sentirmi avvolgere dalla musica e anche se sono timida di natura mi sento davvero a mio agio in una festa in mezzo alla gente magari in pista a tentare qualche ballo di gruppo, che tu non avresti mai fatto insieme a me neanche costringendoti, mentre io a differenza tua nel silenzio mi sento soffocare perché è nel silenzio che i pensieri diventano vortici e si accumulano e mi fanno crollare urlando nella testa.
Anche tu hai dei difetti perché la perfezione non esiste e ho sbagliato a pensare e dire "tu sei il ragazzo perfetto per me" perché non penso che mi sarei vista tutte le partite che ti vedi, mi piace vedere solo quelle della nostra squadra del cuore, le altre le trovo noiose o come quelle di freccette dopo un po' mi sarei stufata, per non parlare del fatto che io mai e poi mai rivedrei una puntata della Signora in giallo dopo i traumi che mi hanno segnato da piccola vedendola dalla nonna, sembrano sciocchezze ma questo avrebbe potuto snaturare te che per farmi felice avresti potuto saltare una puntata che in realtà volevi vedere.
Fisicamente non ho nulla da dire perché in te ci sono entrambi gli unici requisiti che mi sono imposta sotto l'aspetto fisico di trovare nel mio possibile fidanzato: occhi e capelli castani, per il resto a me dell'aspetto fisico non importa, a me importa solo di quello che un ragazzo ha in testa, della sua dolcezza e premura, della sua creatività che va a braccetto con la mia.
Tu invece hai anche standard diversi nella tua ragazza ideale che non coincidono con quello che sono e che sono legati all'aspetto fisico.
Anche per questo non sarebbe potuto funzionare tra noi e in caso contrario non sarebbe durata tanto.
Ma anche se non sono quel che cerchi, come amico o fidanzato nei nostri momenti di fantasia reciproca mi hai fatto capire quanto valgo, che devo amarmi e amare il mio corpo, accettarlo e non odiarmi guardandomi davanti ad uno specchio, non nasconderlo in tutti i modi, che posso indossare quel che voglio e fregarmene di quel che possano pensare gli altri. Questo è stato l'obiettivo che abbiamo raggiunto insieme durante il primo anno di conoscenza, ricordo che a capodanno mi avevi detto dopo che ti avevo raccontato la giornata, come la stavo passando e come mi ero vestita "sentirti dire che ti piacci è un grande traguardo di quest'anno"
Eppure questo è stato un comportamento da amici niente di più, due persone che vogliono il bene dell'altro, che insieme hanno superato i problemi del passato e che hanno rimediato alle convinzioni dovute alle parole degli altri che in passato avevano criticato.
Non è un comportamento da fidanzati, tra noi non poteva funzionare c'è stato solo un bacio e allora dov'è il problema in quel momento ero felice? Si questo è l'importante comunque tu mi vuoi bene, sempre meglio di ricevere il primo bacio da uno che invece mi sfruttava soltanto.
Anche nella fantasia e in quell'istante di realtà dov'è il problema se abbiamo fatto loving? Ero felice in quei momenti? Si, ho scoperto aspetti di me che non conoscevo e un lato di me passionale che mai avrei immaginato di avere... sono stati 3 anni di quella "lezione d'amore" da cui tutto ebbe inizio, semplicemente questo. Solo ora comprendo che questo era il vero significato di quella parola "amore di carità".
Ci saremmo ritrovati d'accordo solo durante una passeggiata in mezzo alla natura, in casa a giocare insieme o a inventare robe creative, a scherzare, vedere un film o un cartone animato insieme, ci saremmo sostenuti a vicenda e saremmo stati dei complici in tutto, ma alla fine questi sono gli ingredienti della nostra amicizia anche attuale, una storia d'amore non poteva funzionare avremmo finito per discutere ad esempio perché io sarei voluta uscire a sentire una commedia dialettale e tu non ci avresti capito nulla e di certo passare un'ora a tradurre ogni parola avrebbe reso tutto un peso.
E poi la distanza c'è anche se poca ma c'è e limitarci a vivere una storia in chat non sarebbe stato lo stesso di una vera relazione, incontraci solo per poche ore una volta all'anno non sarebbe potuto bastare per tenere viva la voglia di essere più che amici. Quante volte ti ho detto questa distanza che ci divide mi fa davvero male ed era quello che temevi anche tu fin dall'inizio.
Se l'avessimo voluta eliminare uno dei due si sarebbe dovuto sacrificare abbandonando la propria città e allontanandosi dalla propria famiglia.
Ora è diverso in amicizia possiamo essere distanti senza soffrire. Certo un abbraccio dal vivo è sempre meglio che virtuale ma niente ci impedirà di vederci in futuro come amici se lo vorremo.
È giusto così, che torno a rimettere me al primo posto e che noi continuiamo ad essere semplici amici veri che si vogliono bene.
Sto meglio così anzi stiamo meglio così.
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effettoofarfallaa · 4 months
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Sento un vuoto in petto che nessuno comprende…
Delle volte ho paura davvero che solo chi mi ha lacerato dentro possa capire eppure
Odio così tanto quella parte di me che ha permesso ció
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theophagie-remade · 1 year
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Fine del momento petty. Baci
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C'è sempre un po' di verità in ogni "Stavo scherzando",
un po' di conoscenza dietro ogni "Non lo so",
un po' di dolore dietro ogni "Va bene".♠️
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3nding · 1 month
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Doveroso oggi condividere un capitolo così doloroso della mia vita. Che questa sia una testimonianza, senza pretesa di verità. Se deciderà di prendere il mare agitato dei social va più che bene l’anonimato. Mia sorella è morta per il covid a 53 anni, si controllava regolarmente e l’ospedale per una banalità lo aveva visto una volta sola nella vita. E’ entrata in ospedale il 15 gennaio, ne è uscita dentro una bara chiara il 16 febbraio. Io e lei non abbiamo mai pensato fosse un’influenza più forte del normale, del resto, se lo fosse stata, non si sarebbe trovata con un tubo in gola, in coma farmacologico, con questo “serpente” che ritmicamente si gonfia e si sgonfia per tenerti attaccato alla vita. Non si sarebbe sfiancata in cicli di pronazione a testa in giù sperando di tornare alla vita e ai sorrisi. Noi parlavamo e cercavamo di agire con responsabilità, lei che mi ha detto “Non ci vediamo nemmeno a Natale, scusami, dobbiamo tutelare noi e gli altri”. Lei che l’ultima volta che  ha potuto dirmi qualcosa mi ha detto “Grazie, ringrazia tutti”. Le ho lasciato il vestito che preferiva, le scarpe del ballo che tanto amava, gli orecchini, la collana prediletta e lo scialle rosso per lei essenziale per questo corredo funebre, e ci scherzava nei primi giorni di ricovero, dandomi indicazioni, in un esorcismo laico mai riuscito. E allora penso ai quasi 94.000 che ad oggi hanno dovuto pensare a uno scialle, a riprendere i sacchi sigillati dall’ospedale con i vestiti dentro, con il nome scritto sopra con un pennarello, come dei caduti di una guerra che trova sempre nuovi motivi di divisione. E’ per questo che non è importante che questa sia la mia storia, è la storia di tantissimi. Tantissimi che chiedono solo l’uso della delicatezza, del rispetto, della gentilezza. Non vorrebbero leggere le opinioni non richieste, i complotti, l’iperbole definitiva di un autore sconosciuto. Nel momento più doloroso, quello dell’astio per la troppa superficialità di  chi usa questo mezzo che ci sta avvelenando l’anima ben oltre il percepito, riesco comunque a dare un segnale diverso. A non accodarmi. Non ho niente da dire nemmeno sul covid. Chiedo solo gentilezza, per mia sorella che era la mia roccia e il mio pilastro, da sempre. Chiedo gentilezza per tutti gli altri, lei  e’ un numero, insieme agli altri quasi 94.000. Ma se ci si impegna, si può avere rispetto anche dei numeri. Solo questo chiedo. - Paolo Di Sabatino, fb
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smokingago · 9 months
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🍀
I giorni difficili.
Quelli che iniziano con un pensiero e finiscono con lo stesso identico pensiero. Irrisolto.
I giorni in cui, quando ti svegli, non ti ricordi bene dove sei. Forse nemmeno chi sei.
I giorni in cui percorri chilometri con lo sguardo fisso verso il finestrino e ti passano davanti le strade, la campagna, la vita di prima, quella di adesso.
I giorni in cui torni a casa ma non sai più qual è la destinazione. I giorni in cui hai l'impressione che la testa non possa contenere tutte le domande che ti sgorgano dal cuore, in cui vorresti fare ordine ma il caos avvolge tutto.
I giorni in cui guardi un luogo, un tempo, una sedia. E ti rendi conto che non sei al tuo posto, dove dovresti essere, sei nel posto sbagliato, un posto che non è fatto per te.
I giorni in cui alcune distanze ti rivelano troppo. Di te, degli altri. I giorni in cui ti rendi conto che hai riposto male la fiducia, che le persone racconteranno sempre e solo quello che credono di sapere, non la verità. Ma non ti va più nemmeno di spiegare, di precisare, di fare proclami. Che ognuno creda ciò che gli fa comodo, quello che mette in maniera fittizia in pace la coscienza. Del resto, ai più non interessa conoscere, ai più non interessa nulla.
I giorni in cui le lacrime scelgono di scendere, anche se non vuoi. Scendono e portano via alcune cose, le affidano a chi si trova lì a raccoglierle senza nemmeno pensarci. A chi vuole esserci.
I giorni in cui sei allo specchio. E lo specchio sono gli occhi della persona che hai di fronte.
I giorni in cui sai di avere degli sguardi addosso e, senza nemmeno ricambiarli, conosci ad uno ad uno, esattamente, i sentimenti di chi ti sta osservando.
Le sere in cui raccogli. Anche se non hai abbastanza forze per sistemare le esperienze, le parole, gli attimi.
Le sere in cui l'unica cosa che sai è che andrai avanti, sempre e comunque, nonostante gli sbagli, nonostante le delusioni atroci, nonostante le mancanze strazianti, nonostante tutto.
Le sere in cui devi rimettere i pezzi insieme.
Le sere come questa.
Laura Messina
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soloneldisastro · 1 month
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Perché anche se ho scelto di capire e accettare tutto...continuo a sentire dolore...
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“Lloyd, passami la penna che devo mettere i puntini sulle i con una persona”
“Non sarebbe meglio mettere un punto finale, sir?”
“Dici che sia meglio, Lloyd?”
“Con certi soggetti meglio chiudere periodi che provare a perfezionare frasi, sir”
“Per evitare di buttare via inchiostro...”
“E non sprecare tempo, sir”
Simone Tempia, Vita con Lloyd
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prisonerinthedark · 8 months
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Sono appena uscito dall'hotel per fumare una sigaretta.
Una ragazza mi ha guardato da lontano, ha abbassato lo sguardo, e ha attraversato la strada, allungando il passo.
Avrei voluto gridarle: "Sta' tranquilla, va tutto bene, non ti farei mai del male!", ma in cuor mio so che ha ragione lei.
So che incrociare la strada di un uomo, quando sei sola, nella semi oscurità di una piazza deserta, in tacchi alti e abiti eleganti, alle due del mattino di un sabato qualunque, deve essere la cosa peggiore che possa accadere.
E questa cosa mi dispiace da morire.
E avrei voluto gridarle quanto mi dispiacesse.
Invece sono stato sollevato che l'abbia fatto.
Perché la verità è che spero mantenga quest'abitudine.
E mi dispiace anche di più per aver pensato che sia giusto così.
Questo mondo comincia a starmi stretto.
Il ruolo di maschio comincia a diventare un fardello insopportabile davanti a una donna che si volta dalla parte opposta, pregando di non essere notata guardandoti di soppiatto, come fosse gazzella davanti al suo leone.
Mi dispiace.
Mi dispiace davvero più di quanto potrò mai dire.
Siete voi le leonesse.
Perché nessun altro saprebbe sopravvivere come voi in questa folle savana.”
- Anonimo
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tiaspettoaltrove · 2 months
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È un luogo per poche.
Sarò, sempre, un po’ distante. Negli anni ho imparato a sviluppare una corazza, che sono arrivato a reputare impenetrabile. Qualcuna ha cercato di scalfirla, spesso per il sol gusto di farlo, ma nel lungo periodo è rimasta sconfitta. Ha fatto dei danni? Certo, ho anche un cuore, quindi sarebbe stato impossibile il contrario. Eppure eccomi qui, ancora qui, per l’ennesima volta. Era tempo di tornare: sempre più vero, sempre più sincero, trasparente, diretto. Intellettualmente onesto, lucido prima ancor che passionale. Ché spesso la passionalità e l’erotismo rappresentano solo un ostacolo, una fantasia, in ultima istanza un’illusione rispetto a tutta la sostanza che c’è sotto. Qui non voglio essere protagonista, infatti. O meglio: voglio che la persona fisica che redige questi testi rimanga solo sullo sfondo, che emerga dalle parole, sì, ma non rubi la scena. Qui voglio che regni la verità. Voglio respirarla, cavolo. Voglio cibarmene. Voglio farci all’amore. Perché la verità, quando è davvero tale, può eccitare come e più di una brillante intuizione. Prendetemi come un libro, più che come una persona. Non permettetemi e permettetevi di superare barriere che mi consentirebbero di annebbiarvi i sensi. Rimanete concentrate sul pezzo, sui concetti, sui ragionamenti. Volate, ma non vi allontanate mai troppo dal punto di partenza. Chi sono? Sono un uomo, che ha deciso in questo spazio di dedicarsi esclusivamente alle donne. Alle ragazze, nello specifico. Alle più giovani. Perché è difficile recuperare molte donne troppo adulte, ma con le ventenni invece si può lavorare meglio. Qui faremo un bel lavoro di gruppo, tutti insieme, cercando di limitare al massimo l’ipocrisia, il perbenismo, il “politicamente corretto”. Non farò sempre giri di parole, non sarò sempre impeccabilmente gentile, ma il mio intento è quello di arrivare insieme alla verità. Di farvi ragionare assieme a me, di portarvi ad analizzarvi nel profondo, riflettendo, valorizzandovi quando possibile. Una ragazza va guidata, ascoltata, e portata ad ascoltarsi. Lo fanno in poche. E spesso, perfino quelle poche, negano. Negano il loro sentire, lo camuffano, lo lasciano da parte. Qui voglio che emerga quello che siete davvero, senza paure, senza limiti. Una giovane ragazza che osa può realizzare tanti dei suoi obiettivi, può cambiare il (suo) mondo. Io non vendo niente, scrivo per passione e per sfogo. Questo blog è dedicato a voi, ma l’ho fatto per me. Perché mi fa bene, poter donare qualcosa al prossimo, e farlo nel mio piccolo, in modo disinteressato. Potete intervenire anche in anonimato, quindi sentitevi stimolate, ad essere totalmente sincere. Nessuno saprà chi siete, se non lo vorrete. Nemmeno io. Sfogatevi, lasciate fluire il succo della verità. Assaporatela. Non sarò in grado di aiutare chiunque, ovviamente, ma almeno aiuterò me stesso. Auspicabilmente, aiutando voi. Quindi sedetevi, iniziate a seguirmi, e a fare tutte quelle cose che si fanno da queste parti. Sarà un luogo per poche, ok?
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