Io non so odiare. Io so solamente amare e anche chi mi fa soffrire resta comunque nel ❤, anzi, di solito ha un posto speciale. Sì certo mi arrabbio, a volte maledico, ma poi, in fondo dopo un po', passato il dolore, loro sono ancora lì, in quell'angolo di cuore che seleziona i ricordi: cancella i brutti e rinforza quelli belli.
E ringrazio sempre, io, anche quando a ringraziarmi dovrebbero essere gli altri. Non so portar rancore, perché conosco il perdono e chiedo scusa se riconosco il mio sbaglio.
Sembrerebbero virtù, ma non lo sono. Sono pesi da portare, sulle spalle e sul cuore, sono macigni che mi schiacciano. Vorrei essere più leggera, vorrei viaggiare a mezz'aria, invece resto mongolfiera che, ancorata a terra, non sa tagliare la zavorra ma coltiva il sogno di volare.
- Il principio spiega l'importanza delle scelte individuali.
- Una parte mostra gli effetti delle azioni giuste.
- Un'altra suggerisce che se non si vedono gli effetti difficilmente si creano azioni giuste progressive e continuative, (e magari invece di chiedersi come correggersi, si smette anche di tentare).
- La quarta indica che chi compie azioni giuste solo per ottenere qualcosa in cambio, sta ragionando in termini di premialità, e chi vive dentro queste dinamiche non ragiona affatto.
C'è tuttavia un bonus di causa-effetto per il quale chi non ragiona imita la maggioranza, dunque se la maggioranza ragiona si attiva un circolo virtuoso.
La fregatura è che la maggioranza non lo fa mai. Da qui si capisce che a fare la differenza sono le scelte individuali, svolte nel discernimento quotidiano delle giuste azioni e per l'espansione del benessere soggettivo e collettivo.
Solo da qui si genera un'altra massa capace di depotenziare la preesistente.
“ La commedia all'italiana, nella confusione dei generi, ha il grande merito di non aver allontanato del tutto il pubblico. Qui non si parla di capolavori, sappiamo bene che i capolavori sono mosche molto rare, e sappiamo anche chi li fa. Ma uno strano comportamento degli altri "capolavori" italiani è che si tratta quasi sempre di tragedie che col tempo si avviano a diventare comiche. Le eccezioni sono rare, e sappiamo tutti quali sono gli autori che resistono all'usura del tempo: Rossellini, Fellini, Antonioni, Rosi, un altro paio li lascio scegliere a voi. Gli altri preferirei tacerli, pensano già troppo loro stessi a farsi pubblicità, a spargere il terrorismo ideologico e artistico, e alla fine viene voglia di difendere "la commedia all'italiana", soprattutto se si pensa a quei "capolavori" che hanno i minuti contati e rendono pensoso il ceto medio, sempre sull'onda della moda. La commedia italiana ha rivelato una certa Italia che esiste, e che gli italiani avevano sotto gli occhi e non vedevano.
L'Italia dei soliti ignoti (bisognerà rifarsi a questo lontano film di Monicelli), quella dei "mostri", della legislazione arretrata, del boom e delle congiunture, l'Italia della televisione, della provincia ormai tentacolare, dei moralisti e degli imbroglioni. L'Italia, insomma, che esce dalla commedia dialettale e sentimentale per guardarsi com'è fatta. Si è scoperto un tipo di italiano eterno, che viene da Machiavelli, e che affronta la vita con tranquilla amoralità, comicamente e talvolta con una certa disperazione. I nostri comici bene o male rappresentano l'Italia. Sordi e Tognazzi, Gassman e Manfredi sono l'Italia. Ne siamo circondati. Oltre che parlare di registi (Risi, Scola, Salce e altri) qui bisogna parlare anche degli scrittori, e cito i quattro più rispettabili, Rodolfo Sonego, Age e Scarpelli, Ruggero Maccari. Bene, si ha l'impressione, leggendo le critiche dei giornali, che costoro debbono passare il tempo a difendersi dall'accusa di facilismo. Io ammiro in loro invece la grande fecondità inventiva, lo spirito di osservazione sempre aggiornato, l'agilità costruttiva delle loro storie, e l'umorismo oltre che la comicità. È un cinema che è una variazione attuale della commedia cinquecentesca, fatto con lo stesso spirito di spregiudicatezza dei tempi d'oro. Faccio qualche esempio: chi ha visto "Riusciranno i nostri eroi etc.", si è reso conto che finalmente l'italiano esiste, appunto perché trasportato fuori del suo habitat. Chi ha visto l'episodio delle due checche nel film "Vedo nudo" non ha potuto non ammirare la semplice grazia dello svolgimento e della recitazione. E chi ha visto Sordi nell'ultimo episodio della "Contestazione generale", sa che siamo davanti ad un piccolo capolavoro, piccolo ma resistente. Infine mi sembra che la commedia all'italiana, anche nei casi più clamorosi (Il medico della mutua) pur con tutte le sue facili risate indica problemi che sollevati dalla saggistica, dal giornalismo, dalla narrativa, chissà perché annoiano. “
Ennio Flaiano, Frasario Essenziale - per passare inosservati in società, introduzione di Giorgio Manganelli, Bompiani (collana Nuovo Portico, n° 41), 1986¹; pp. 78-79.
Nota: Il volume è una raccolta postuma di scritti inediti e varî (taccuini, appunti, fogli sparsi di diario o di viaggio).
Troppo spesso constato che ciò che per qualcuno è una virtù, per un altro va considerato un vizio, e ciò che per qualcuno è un bene, per un altro è un veleno.
“(Francesco G. Gandellini:) Il forte sentire, credilo a me, egli è una liquida sottile infiammabile qualità, che per ogni nostra vena e fibra trascorre, ed a tutti i sensi si affaccia. Or, che saran questi grandi, che in altro non sono, che nella potenza degli occhi? Non sono in quella neppure; s’infingono, s’ingannano, per ingannare.
[...] che l’osservare e il gustare le forti e magnanime imprese era in questi nostri tempi cagione di più infelicità e dolore”
Le persone più scontente e frustrate che conosco sono quelle proiettate sull'aiuto degli altri prima di pensare a sé stesse.
Ciò prima di tutto perché hanno un concetto distorto di egoismo.
Vorrei solo dirvi che nel vostro programma di filantropia sociale qualcosa evidentemente non va.
Qualcosa non funziona, perché altrimenti non provereste l'astio che provate nel non essere ricambiati o non vi darebbe fastidio la vostra condizione generale.
Se ti trovi in una situazione in cui ti sembra di ricevere solo irriconoscenza, scarsità e ciò che fai per gli altri non è quasi mai considerato o corrisposto, prova a rivedere il tuo schema di valori e cerca di capire quale ferita non hai risolto, perché il desiderio di stare bene attraverso l'aiuto del prossimo in questi termini non è quasi mai una virtù.
Quindi, qualunque cosa accada, non danneggerò mai la mia allegra felicità mentale. La depressione non mi porta mai quello che voglio. La mia virtù sarà deformata e rovinata da essa.”