Malgrado quello che la New Age ti dice, bisogna avere un Giudizio per sapere discernere. Non puoi applicare il non-giudizio a priori come fosse un collutorio.
È il farsi i cazzi propri credendo che le faccende esterne non ci riguardano, che ha edificato la fogna attuale chiamata società. Lasciando gli stronzi liberi di galleggiare.
Il punto è lavorare su di sé per non far scaturire il giudizio dall'ego, non per annientare il discernimento, perché così si vive di bontà e senza saper distinguere il Bene dal Male.
Quello che tanti "illuminati" chiamano non-giudizio è una brodaglia di convinzioni che ti rende solo più felice e anestetizzato. Perché non compi il tuo dovere e credi anche di essere Giusto.
La chiamano accoglienza e unità, ma è un liquame di catene al pari di qualsiasi altra manipolazione.
Ti mette solo un velo più colorato davanti agli occhi.
“Incredibile come gli automatismi della mente prendano il sopravvento sulla volontà, altro che «Al cuor non si comanda ». E’ il cervello che va per conto suo.”
La depressione è una malattia infame, perchè si insinua silenziosa, ti striscia dentro svuotandoti piano piano, mentre il mondo ti appare progressivamente più buio e la gente attorno a te non se ne accorge.
Non se ne accorgono - spesso non per non curanza o indifferenza, ma per autodifesa si preferisce non vedere il male altrui, sperando che passi presto. E "va bene" (si fa per dire, ovviamente, ma ci si può fare poco)
La cosa che però non sopporto è il teatro post suicidio: i "non ne sapevamo niente", "è iimpossibile, è stato plagiato dal web", "non l'avrebbe mai fatto, era sempre felice". Con conseguente battaglia contro un mostro minaccioso sul web, un capro espiatorio, un qualcuno responsabile della morte.
Invece bisognerebbe tacere. Davanti ad un suicidio, l'unica cosa giusta è tacere. E pensare che, almeno, ha smesso di soffrire.
Perchè il suicidio è una cosa seria - non è una cosa che fai appena ti viene in mente. È un pensiero ossessivo, una lunga ed estenuante lotta contro la propria mente.
Per questo bisognerebbe tacere. Tacere e portare rispetto per la battaglia combattuta in silenzio e in solitudine.
E se un giorno mai la depressione dovesse prendere il sopravvento su di me, se dovessi decidere di porre fine alla mia vita, vi prego di non commentare. Fate conoscere questo blog alle persone che mi stanno a cuore e dite loro che ho combattuto.
E se ho perso, non è stata colpa di nessuno. Loro non potevano fare niente per salvarmi - quindi li e vi prego di non auto-accusarvi, non andate a ripescare cose nel passato che sarebbero potute essere diverse. Perchè non ha senso, perchè ormai è andata così.
Se dovesse mai succedere, vi prego, ricordate i momenti in cui siamo stati bene insieme. Non colpevolizzatevi, capitemi e pensate che, forse, è stato meglio così. 'Che in certi casi smettere di soffrire è la scelta migliore.
Non sostengo i cosiddetti motivatori perché solitamente l’unica cosa che “motivano” è un ego spropositato. Tuttavia sono incappata su questo video dove il coach fa un bella similitudine tra il diamante e la volontà, senza tralasciare i muri e la necessaria resa della personalità e del controllo.
Ciò si sposa perfettamente con la “compressione” che l’evoluzione richiede.
Ovvero l’accettazione di sovrabbondanza di un determinato stato di coscienza tramite l’osservazione di sé.
Nessuno emerge dal fango senza VEDERE di che cosa è fatto (ciò non ha nulla a che vedere con la psicanalisi, per praticare l’autoconsapevolezza basta avere la volontà e l’intenzione di guardarsi per ciò che si agisce e che si pensa).
Occorre invece violentemente attirare l'attenzione nel presente così com'è, se si vuole trasformarlo. Pessimismo dell'intelligenza, ottimismo della volontà.
Sono cresciuta in un perenne stato di ansia, perché sostanzialmente il terreno ha finito spesso per mancarmi drasticamente da sotto ai piedi.
È curioso, perché quella traballante sensazione, quello sfiancante sforzo per tenersi in equilibrio, finiscono per accompagnarti in ogni momento, anche quello più apparentemente calmo, sicuro.
È come vivere un'attesa infinita. Aspettare quell'unico intervallo di tempo in cui il Mondo smetta di girare, per poter ritagliare quella tanto anelata finestra di stabilità.
Ho bisogno di fermarmi... Perché ho bisogno di prendermi cura di me, di iniziare un percorso di cambiamento.
Ho bisogno di instaurare una routine, di essere indipendente, perché tutti questi spostamenti, queste scosse di assestamento mi rendono sempre tutto più difficile.
Spero tanto di poter lavorare in quel posto, voglio davvero farmi valere ed imparare ancora tante cose.
Voglio rimanere accanto a te, perché sei speciale da morire e neanche lo sai...