Tumgik
#faccio audio lunghi lo so
damon-ridenow · 6 months
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Ispido
E così, due giorni prima di Helloween, Cozza ci ha lasciati. Pazzesco, non ho scritto un post sulla morte di mio padre, e ne scrivo uno sulla morte di Cozza.
Maurizio P. era il fratello di un mio compagno delle medie, Flavio P. Lo conobbi la prima volta al compleanno di Flavio, poteva essere il 1989 o 1990. La festa era a casa sua, una tipica casa condominiale genovese, con un lungo corridoio che collegava fra loro tutte le stanze, poste su un unico lato, fino alla camera da letto in fondo al corridoio. La prima stanza era la sala, dove si svolgeva la festa. Ricordo un tavolone in fondo alla sala, vicino alla finestra, e un grosso comò sulla parete destra, che terminava con uno scaffale con apparecchi audio, dischi in vinile, cassette e altro materiale interessante. Appena entrato mi diressi verso lo scaffale, non curandomi di cosa ci fosse sulla parete sinistra; faccio per prendere una cassetta per osservarla da vicino, ed ecco che da dietro la mia schiena parte un urlo grottesco, quasi come se Chewbacca mi stesse dicendo "ooooh!" (che fai?). Mi giro spaventatissimo, e quasi dietro la porta della sala, sprofondato su una poltrona, vedo un ragazzo sui vent'anni (ma l'età allora mi risultò indecifrabile) con i capelli lunghi lisci, la faccia un po deformata, qualche dente mancante in bocca (e quelli che c'erano non erano proprio nella posizione corretta), in carne, che mi urla qualcosa, ma che appunto, suona come Chewbacca. Flavio interviene, mi dice di posare la cassetta, dice qualcosa al ragazzo per calmarlo e me lo presenta come suo fratello. Devo dire la verità, nei successivi anni di frequentazione con Flavio, il fratello Maurizio mi ha sempre un po spaventato, però piano piano, imparando anche a decifrare il suo linguaggio, abbiamo iniziato a diventare in qualche modo amici : condividevamo una forte passione per la musica metal, e per gli iron maiden in particolare. Lui era più grande di me e aveva visto qualche concerto, e io me li facevo raccontare volentieri.
L'amicizia con Flavio non è sopravvissuta alle scuole superiori, e so che lui ce l'ha ancora a morte con me perchè a suo avviso io avrei "abbandonato" la compagnia di amici delle medie per altri amici più fighi. La verità è che loro erano chiusi e bigotti, io avevo scoperto le canne, trovato un gruppo con cui suonare e persino una fidanzata, e io semplicemente non convidevo più con loro alcuni modi di vivere e divertirsi. Con Maurizio invece ci si incontrava per strada e si facevano sempre quattro chiacchiere : scoprii che nei bar di via Napoli era conosciuto come "Cozza", immagino per il suo bizzarro aspetto che ricorda vagamente Sloth dei Goonies. Divenne poi amico anche di mio papà, perchè il box/falegnameria dove passava gran parte delle sue mattinate era nello stesso palazzo dove Maurizio continuava ad abitare con la madre e il padre. Si fermava spesso a salutare papà e a chiacchierare, a modo suo. Negli anni poi ero venuto a conoscenza della morte del padre, e ultimamente di una malattia della madre per cui hanno dovuto amputarle una gamba. Eppure lei e Maurizio resistevano.
Cozza era un tipo "rock and roll", in tutti i sensi. Fumava 2 pacchetti di Marlboro rosse al giorno, era sempre con una birra in mano e si muoveva solo con il suo piccolo scooter : negli anni questo stile di vita l'ha portato ad ingrassare molto, ed era buffo vederlo girare per via Napoli, così grosso in sella ad uno scooter così piccolo. Ovviamente il fumo e la sedentarietà, uniti a qualche sindrome, malattia, o malformazione di cui non ho mai chiesto notizie che lo rendeva lievemente deforme e incapace di articolare il linguaggio correttamente, lo hanno portato alla fine. L'anno scorso gli avevano asportato la faringe e fatto un buco nel collo per respirare, e pare che comunque avesse delle metastasi sparse nei polmoni. Questo non gli ha impedito di venire al funerale di papà, e addirittura di passare in studio (l'ex box/falegnameria di papà) per dirmi "se hai bisogno, mi chiami". In realtà, me l'ha scritto su un foglietto, perchè a gesti non riuscivo a capirlo.
L'altro ieri ero in studio, bussano alla porta, ed è Flavio, che, gentilissimo, mi fa le condoglianze per la morte di papà. So bene che non gli fa piacere vedermi, ma è venuto comunque. Lo ringrazio, facciamo due chiacchiere, e all'improvviso mi dice che Maurizio è morto. Mi viene da piangere, istintivamente lo abbraccio come avrei fatto con chiunque altro, senza pensare in quel momento che il mio abbraccio potrebbe persino dargli fastidio. Lo ringrazio ancora, non gli ho nemmeno chiesto quando e se ci sarebbe stato un funerale.
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