Tumgik
#ho capito che c'è mimmo ma
nanukla · 4 months
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Io vorrei dire una cosa però
Premettendo che a me la serie nel suo complesso è piaciuta, nonostante ci fossero delle cose assurde (come l'operazione di urgenza di Dante che casualmente crepa male davanti al padiglione di neurologia, per non parlare della sua ripresa prodigiosa da stuntman sotto steroidi, ma su questo sorvoleremo), però mi è dispiaciuto da morire come hanno deciso di rendere uno dei miei personaggi preferiti, Manuel, che, se possibile, è addirittura regredito rispetto alla S1.
Faccio un'ulteriore premessa: ho capito dove stanno andando a parare i produttori, e mi dispiace per chi ci sperava, ma probabilmente non vedremo mai la simuel canon, perché, cito testuali parole dei produttori "Manuel è etero". E va bene, vi dirò. Io sono arrivata qui per simuel, ma mi rendo conto che preferisco Simone con Mimmo, mi hanno fatto proprio sciogliere quei due. È una bellissima, romanticissima, tragica storia d'amore, con la separazione, il ricongiungimento, da manuale proprio. Una meraviglia. Poi mimmo è davvero innamorato di Simo, lo adora, si vede. E Simone si merita di essere amato in quel modo.
Però
C'è un però. Manuel resta comunque il suo migliore amico. Ora chiedetevi, in questa S2, cosa sapeva Manuel di Simone. Sapeva di Mimmo? Sapeva che Simone ci stava uscendo in senso romantico? Ovviamente no. Sapeva del malessere di Dante, e che Simone era preoccupato marcio? No, ovvio che no. Simone ha anche provato a dirglielo, ma il Manuel della S2 è talmente egoista che manco lo ascolta, ma lo sommerge dei suoi problemi con Nina. Manuel sapeva che Simone si stava innamorando di Mimmo, e che Mimmo rischiava la vita ogni volta che metteva piede in carcere? Ha saputo del programma protezione testimoni, e che si sono dovuti separare? Mmmmm no.
Manuel non sa nulla di Simone. E questo secondo me è un plot hole, una dimostrazione di superficialità gravissima, perché sembrano due stagioni separate l'una dall'altra.
Speriamo bene nella terza. Ma sinceramente non ho idea di che cosa possano fare al personaggio di Manuel, che ormai sembra essere schiavo delle sue stesse storie d'amore scombinate e assurde. Senza rispetto per sé, senza capacità di ragionare, senza empatia per amici, genitori. Fa il coglione, e basta. Eh vabbè.
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jaja-dingdong · 5 months
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Cosa credo di aver capito dell'ultima puntata de Un Professore in base ai commenti della dash:
Dante non è stato picchiato (purtroppo)
C'è finalmente stato un incontro biblico ✨️g h e i✨️, incontro passato nelle mani dell'Inquisizione e ben censurato, però, perché mai sia Giorgia veda tale scandalo
L'incontro ✨️g h e i✨️ è stato tra Simone Catapulta e il fake-Mimmo-Berardi e non Manuel (ma non ho capito se fosse quello che il popolo voleva)
Non so se Dante abbia comunque scopato pure in questa puntata, ma in ogni caso, avendo l'età che ha, io inizierei a preoccuparmi di una sua eventuale dipendenza da pillolina blu
Manuel ha contratto una variante televisiva della terribile malattia chiamata Piolismo
Una tipa ha riniziato a camminare a caso(?), in una via di mezzo tra il Lazzaro di biblica memoria e Antonella ne Il Mondo di Patty
È successo qualcosa di scandaloso, in cui c'entrava una tipa (Nina?) e/o Dante(?)
In Rai non sanno fare un cazzo 4.0
Se Gesù Cristo fosse stato pure milanista e ferrarista avrebbe comunque sofferto meno di Simone Catapulta
Bonus: tra un vostro post e l'altro continuavano a comparirmi in dash foto di Gianni Sinner, tanto che per un attimo ho iniziato a pensare che avessero ingaggiato anche lui a recitare (tanto ormai è ovunque, in qualsiasi pubblicità e in qualsiasi luogo, tra poco me lo ritrovo nel bagno di casa a pubblicizzare gli scopettoni)
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omarfor-orchestra · 9 months
Note
scrivici una scena su m e m che si menano per simobale pls 🙏🙏
Eccomi qua anon ci ho messo quanto? Un mese? Non so cos'ho scritto onestamente.
Comunque il disclaimer d'obbligo è non insultate Mimmo per piacere che io ad oggi non trovo motivi giustificabili per odiarlo. Se dovete insultarlo fatelo da un'altra parte, grazie 🫶🏻
Si riscopre cattivo Manuel, lui che ha sempre fatto in modo di fermarsi a un passo dalla crudeltà a favore della reputazione di stronzo che si è guadagnato con fatica e una punta d'orgoglio - che nella vita serve, questo lo ha imparato presto.
Da qualche parte - soffocato dal rancore a dal dolore che da qualche settimana non smettono di pulsare sotto la sua pelle a ritmo del battito del suo cuore - il barlume del raziocinio illumina quel petto fattosi caverna e gli mostra sulle pareti il disegno di un dito puntato contro se stesso.
Eppure non riesce ad assumersi tutte le colpe del caso. L'unica cosa che può fare, l'unica cosa che gli dà un briciolo di sollievo al bruciore costante è ritorcere quell'indice verso il ragazzo appoggiato all'uscio della biblioteca.
Sta aspettando che Simone gli porti un caffè dalle macchinette in fondo al corridoio. Guarda verso di lui come se non ci fosse nessun altro attorno, un sorriso timido sul volto ad illuminarne gli occhi attenti, scaltri, di chi è abituato a non fidarsi mai di nessuno.
E Manuel lo sa - lo sa, perché guardare lui è come vedersi allo specchio, come vedere la sua vita passata e futura in un filmino - che sta abbassando la guardia solo ora, perché Simone ce la sta mettendo tutta per abbattere le sue difese e farlo aprire con lui e con gli altri, a renderlo più sereno, più simile ad un ragazzo della sua età e non si arrenderà finché non tirerà fuori ciò che di bello vede in lui.
Lo rende anche più vulnerabile, però.
Manuel sa esattamente dove colpire per farlo scattare.
"È l'ora d'aria pure pe' lui, regà?"
Si affida alla poca intelligenza emotiva dei compagni e al volume alto della sua voce. Non lo guarda in faccia, quasi gli dà le spalle per crogiolarsi nella finta superiorità con cui si maschera e si arma. Con la coda dell'occhio lo vede sciogliere la posa rilassata e contrarre la mascella, ma non basta. Gli serve una spinta in più.
"Magari se lo chiudono nella biblioteca se sente più a suo agio".
"Mi stai sfottendo?"
Se la sente addosso, la crudeltà. Penetra nel sangue e si mischia con l'adrenalina che sfreccia nelle sue vene, gli fanno vibrare i muscoli d'aspettativa per uno scontro che è sempre più vicino.
All'arsenale aggiunge il sorriso più beffardo che possiede e una voce così derisoria da risultare fastidiosa alle sue stesse orecchie.
"Che hai detto? N'ho capito".
Pare pronto per un attimo, i pugni chiusi e le gambe appena flesse per darsi lo slancio. Poi guarda verso il fondo del corridoio, dove Simone ancora litiga con la macchinetta e con i soldi nel portamonete.
Scarica la tensione con un sospiro, prima di dare le spalle a Manuel e tornare a poggiarsi allo stipite della porta.
"Stu piezz 'e mmerd".
Manuel non ci sta.
Serra i denti e si ascolta quasi ringhiare tanto è montata la rabbia dentro di sé e cerca nel suo stesso cervello i punti più delicati da colpire, i più dolorosi da toccare.
Tanto lui e Mimmo sono la stessa persona. È per questo che Simone se l'è scelto, no?
"Manco l'italiano sa parla'. Che c'��, mammá non te l'ha imparato?"
Come affondano le sue parole nella testa di Mimmo, così le nocche affilate del ragazzo sprofondano nello stomaco di Manuel e i frammenti della vetrinetta contro cui si ritrova sbattuto senza troppe cerimonie si conficcano nella sua schiena. Resta senza fiato per un istante, sinceramente preso alla sprovvista dalla forza che non si aspettava avessero quelle braccia esili.
Ma Mimmo è cresciuto in strada, come lui. Manuel conosce bene le regole di questo gioco.
Sorride, prima di accovacciarsi e colpirlo sulle gambe facendolo cadere a terra. Parlano la stessa lingua ora, senza barriere e stupidi principi, in cui le parole sono scandite dai versi che escono doloranti da chi viene colpito, arrabbiati da chi colpisce, e che con le botte compongono frasi comprensibili soltanto da loro due.
Me l'hai portato via.
Gli hai fatto del male.
Ti sei preso tutto ciò che era mio.
Hai avuto una vita migliore di me, voglio anch'io una possibilità.
Dante è stato tuo padre prima che diventasse il mio.
Ho bisogno di lui più di te.
Non ti meriti Simone.
Non ti meriti Simone.
È Manuel che sta avendo la peggio. Cerca di non fermare mai i calci e i pugni dati alla cieca, senza la precisione utile a non fargli male davvero come faceva con Simone, ma Mimmo è terribilmente lucido nella furia che gli attraversa lo sguardo e colpisce come non avesse fatto altro per tutta la vita.
Dura un paio di minuti, forse una giornata intera, Manuel non sa dirlo con certezza. Però è sicuro, purtroppo, che il sangue che macchia i vestiti di entrambi sia interamente suo.
"Ma che cazzo state a fa'. Oh!"
Il rumore del setto nasale spaccato da un pugno non è stato orribile quanto quello del suo cuore che si sgretola quando vede Simone correre a controllare che Mimmo stia bene, prima di voltarsi verso di lui.
È colpa sua, è colpa delle sue paure, della sua cazzo di lingua tagliente, delle sue scenate inutili e dell'innata abilità nel ferire le persone che ama se a Simone non frega più un cazzo di lui, se si è stancato di perdonarlo, se non l'ha aspettato come un cane ubbidiente attende il suo padrone, se si è accorto che poteva avere di meglio e il meglio l'ha trovato e ce l'ha accanto ora.
È colpa sua se l'ha perso, ma fa troppo male ammetterlo.
"Ma non lo vedi che m'ha fatto? Non lo vedi che razza d'animale c'hai affianco? Come cazzo fai a stare co 'n mostro del genere, Simó?!"
Gli mostra le mani piene di sangue, si stringe lo stomaco con un braccio accartocciato sul pavimento della biblioteca.
Simone allunga le braccia verso di lui per un istante. Negli occhi ha la stessa preoccupazione che gli ha sempre rivolto, avvolta in un manto d'amore così caldo che Manuel se n'era sentito soffocato.
Però ora sente freddo. E Simone sposta gli occhi sul ragazzo accanto a lui.
Mimmo esce dalla biblioteca ancora saturo d'ira ed eccitazione, seguito poco dopo da Simone - è titubante, dondola sul posto, non sa bene che fare. Manuel si chiede se le sue parole intrise di veleno abbiano fatto centro, in qualche modo. Se si farà qualche domanda, se si fiderà meno di chi gli dorme abbracciato tutte le notti.
Manuel si sente lo stesso mostro che ha accusato l'altro di essere. D'altronde, colpire Mimmo è stato come colpire uno specchio.
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ideeperscrittori · 2 years
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MARCO TRAVAGLIO
Tempo fa parlavo del circo mediatico con un amico. Si discuteva di giornalisti. E lui al primo posto mise Marco Travaglio. Disse «è l'unico che si salva» o qualcosa del genere.
Questa affermazione mi fece sobbalzare.
Per carità, ognuno ha i suoi gusti. So che Marco Travaglio piace a tante persone.
Ma non poteva piacere a quel mio amico, una persona con una storia ben precisa, una persona impegnata a favore delle ONG e di Mimmo Lucano, uno che lotta contro i CPR, che denuncia la repressione nei confronti dell'attivismo.
Ho cercato di fargli notare questi aspetti: «Ma hai dimenticato le posizioni di Travaglio su tutte le questioni che ti stanno a cuore? Hai dimenticato il suo sostegno alla brutale campagna di criminalizzazione delle ONG? Hai dimenticato le oscene arrampicate sugli specchi per difendere l'azione persecutoria del procuratore Zuccaro, peraltro culminata con un enorme buco nell'acqua? Hai dimenticato la ferocia riversata su Mimmo Lucano, per difendere le accuse contro di lui?».
Non aveva dimenticato, ma questi ricordi erano annebbiati, si stavano dissolvendo ed erano pronti a finire in un remoto ripostiglio chiuso a chiave del suo cervello.
Ma perché? Una motivazione la conosco. Perché Travaglio è un avversario di Renzi. Perché era l'arcinemico di Berlusconi. Perché critica Draghi.
Se sei di sinistra, una gigantesca insofferenza per questi personaggi è il minimo.
Scatta un riflesso condizionato quasi ancestrale, che potrei descrivere così: «Il nemico del mio nemico è mio amico».
Per motivi molto simili, quando ho esecrato la sentenza contro Mimmo Lucano, qualcuno mi ha risposto: «Critichi i giudici, sei come Berlusconi». Un'altra persona mi ha scritto: «Critichi una sentenza, sei come i No Vax».
Un altro esempio di ragionamento che trovo aberrante? Questo: alcuni magistrati hanno indagato su Berlusconi, tutti i magistrati sono contro Berlusconi, i magistrati non si criticano. Quando ho detto qualcosa contro le inchieste di Zuccaro sulle ONG c'era gente che mi rispondeva con la foto di Falcone e Borsellino.
Già, Zuccaro era considerato nella stessa situazione di Falcone e Borsellino (che tra l'altro furono avversati da una parte della magistratura).
C'è una sinistra che immagina i magistrati a giudici sempre alle prese con mafiosi e potenti, quando in realtà, nella stragrande maggioranza dei casi, la macchina repressiva si mette in moto per annientare emarginati, poveri, esclusi, non integrati, militanti politici e ribelli. Pensiamo a quello che hanno subito attiviste e attivisti del movimento No Tav. Pensiamo alla gente che finisce nei lager legalizzati che prendono il nome di CPR.
C'è una sinistra sempre dalla parte della repressione che dice: «Bisogna sempre rispettare la magistratura». C'è una sinistra dalla parte di giudici e polizia che canta le canzoni di De André nelle grigliate senza averci capito nulla.
È uno dei motivi che mi hanno portato alle idee anarchiche, dopo anni e anni di speranze mal riposte nella sinistra dei partiti.
Il nemico del mio nemico non è mio amico.
Sono multitasking: riesco a considerare avversari, contemporaneamente, Travaglio e Renzi.
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blowinyourmind · 3 years
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Stamattina volevo scrivere e descrivere dopo tanto le mie sensazioni, emozioni e pensieri.
Ma tanto non ha senso,
È partito dalla piastra sbagliata che ho avuto in regalo, seguita dalla lettera di mia madre. È da oggi che piango o reprimo questa sensazione di diga che si rompe
Mi sento come un gigante che non ha abbastanza spazio per muoversi, a tratti talmente piccola che tutto è troppo grande per me da affrontare.
È tornata di nuovo, o meglio, è sparita di nuovo e all'improvviso la voglia di restare in vita. Provo di nuovo quelle sensazioni di "vorrei restare a letto tutto il giorno per sempre", il voler piangere a dirotto fino a graffiarmi la gola, il "mo riprendo la lametta e mi apro uno spiraglio per respirare" che però in realtà è più un "sai che bella morte dolorosa se mi aprissi il braccio e morissi dissanguata nella vasca"
Pensieri però catatonici, cioè accompagnati da una profonda tristezza e senso di "inutilità" ma non ansie, paure o eccessivo distacco. Oggi non ero proprio in uno stato dissociativo ma mi son sentita distaccata ma cosciente.
Ora preso 2 xanax e penso ne prenderò ancora, non voglio star male e non voglio pensarci. È come se fosse tutto inutile a sguazzare in quel dolore, non sento che servirebbe a capirci molto e sono stanca, stanca di sguazzare immersa in quello schifo sperando di capire come farlo sparire.
Forse dovevo farle quelle schede emotive, soprattutto oggi. Pazienza. Mi sento tra il tutto e il nulla, oggi mi sento come se volessi solo diventare un granello di sabbia che sparisce nell'etere. Oggi vorrei solo reprimere queste sensazioni perché mi sembrano l'avviata per la fase più brutta ancora che è quella in cui mi fisso sulla vita che non ha senso, sui difetti della vita e sul fascino che l'idea di ammazzarmi ha su di me e io non voglio tornare a combattere faccia a faccia con questi pensieri, non ho le forze per NON ascoltare le voci che mi dicono quanto la morte sia la soluzione migliore perché ora mi sento come se tutta la positività guadagnata altro non è che una spruzzata di vernice scrausa su un cancello arrugginito. La merda è sempre là e qualsiasi cosa io faccia per coprirla e costruirci sopra qualcosa di bello sti giorni mi ricordano che sotto sempre merda c'è.. E tutto perde di senso. Nulla ha senso di avere importanza, nulla cambierà il fatto che la vita di chi mi sta accanto è penosamente triste
Più vedo i miei genitori a 50 anni più ho paura di finire come loro, più ci penso e meno voglia ho di scoprire se sarà così o meno.
Prima pensavo spesso che se avessi avuto qualche "batosta" avrei capito il valore della vita: se avessi perso un amico, se avessi scoperto di avere una malattia terminale, quando è morto Mimmo. Speravo che questi eventi mi dessero una mossa e fatto capire il valore della vita, che non va sprecata. Adesso penso che se perdessi qualcuno che amo, se scoprissi di essere malata grave, mi darebbero solo l'ultima spinta che mi manca per fare quel passo. Quel passo che a volte sento lontano e poi, un giorno come oggi, all'improvviso lo sento col suo alito marcio sul collo a ricordarmi che sta sempre lì che mi aspetta. A volte ne ho paura, altre come oggi che sto in uno stato di apatia e tristezza quella voce sembra una consolazione a cui vorrei dar retta. Quasi fosse un amico il cui abbraccio possa aiutarmi.
Però ho preso troppi xanax e il tutto si sta ovattando, avrei dovuto scrivere oggi che ero piu lucida e presa dalle emozioni per analizzale meglio. Io non demordo, per ora, anche se ogni giornata come questa nonostante abbia 7 farmaci a tenere a bada il mio cervello, mi toglie un sassolino dalla "montagna della vita". E già molti, troppi, per la mia età sono stati tolti. Ormai è già una collinetta scarna e ogni giornata così mi farà arrivare all'inesorabile punto in cui guarderò quel mucchietto di briciole e penserò che sarà stato tutto uno spreco. E quel giorno, sarà l'ultimo.
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corallorosso · 5 years
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Crisi di governo, vi spiego perché io non credo più a questi politici di Saverio Tommasi Ciao, mi chiamo Saverio e sono un rompico**ioni, se così si può definire chi non crede a nessuno dei protagonisti oggi in politica. CONTE ha fatto un bel discorso, peccato solo per quel leggero ritardo di 14 mesi. E peccato pure che in questi 14 mesi Conte non fosse un tizio capitato lì per caso, ma fosse il capo di Matteo Salvini. Non sembrava, concordo con voi, ma tecnicamente era proprio così, e pur da capo si è genuflesso felice a tutte le porcate volute dal suo nominato, le ha avallate, votate, fatte votare e trasformate così in legge. Poi Salvini ha scaricato Conte e allora per Conte, Salvini è diventato cattivo. Intanto, noi che l'avevamo capito 14 mesi fa, e che non abbiamo votato nessuna delle porcate volute da Salvini, oggi dobbiamo sottostare a quelle leggi votate invece da Conte. Capite che ho qualche difficoltà a dire “viva Conte”. ZINGARETTI è un brav'uomo, mio nonno direbbe "e fallo essere pure cattivo". In un momento in cui cade un governo, il leader dell'opposizione dovrebbe essere ovunque e uscire vincitore per il conclamato fallimento degli avversari. Invece Zingaretti non c'è, dice poche cose, quelle che dice non si sentono, non sa usare i social, la comunicazione, ed è riuscito a farsi mangiare da Renzi, di cui Zingaretti – so che non si direbbe, anche qui – ma in questo momento è tecnicamente il capo. RENZI vorrebbe fare un partito suo, ma sa che prenderebbe meno del 5%, e allora aspetta, sperando che le persone si scordino il Jobs Act e la Cattiva Scuola. Intanto, tranquilli, non piange. E' senatore, con uno stipendio da senatore e una visibilità da leader del principale partito di opposizione, in attesa di lasciare quello stesso partito e fondarne uno suo. Nel frattempo è sempre quello che ha ammazzato l'Unità, le Feste dell'Unità e l'articolo 18. "Ma è uno di sinistra", dicono quelli di destra. E lui, poverino, non sa più cosa provare a fare per convincerli che non è così e farsi accettare. Pure la cena da Berlusconi, fece, ma niente. Mannaggia la miseria e D'Alema, che quando Renzi non sa cosa dire lo tira sempre fuori. DI MAIO, sant'Iddio, Di Maio. Ha trascinato il proprio movimento in un governo finito dopo 14 mesi, dopo aver giurato che sarebbe durato 5 anni, con scelte che hanno dimezzato i consensi del M5S in poco più di un anno, credo sia un record assoluto. Neanche fossero uscite le sue foto mentre fornicava con Mario Adinolfi in viva voce con un’olgettina a caso, avrebbe perso così tanto. In fondo, l'unico che potrebbe parlare bene di Di Maio è Salvini, che gli ha mangiato il 20% del consenso alle elezioni e un po' simpatico probabilmente gli deve stare anche se la pantomima prevede un altro atteggiamento. Di Maio, a cui auguro l'immortalità umana, è politicamente morto e sulla sua lapide ha scritto "Due mandati diviso due uguale quattro mandati". SALVINI ha inquinato il Paese. Gode quando gli immigrati non sbarcano, gode quando Mimmo Lucano non può riabbracciare il padre che sta morendo, godeva già quando mettevano una bambola gonfiabile sul palco e la chiamavano Boldrini, gode quando si mangia un panino, quando il suo partito che si è mangiato 49 milioni di euro, godeva quando stava con la Isoardi e gode ora con la figlia di Verdini. Gode sempre, Salvini, che si voti a ottobre o nella prossima Primavera, che tanto la manovra finanziaria lacrime e sangue non sarà lui a doverla fare. Gode, Salvini, l'Italia no. LA SINISTRA. Qui li metto insieme, che sono rimasti così pochi che comunque anche tutti insieme contano meno di un altro qualsiasi preso singolarmente. Dispiace, eh, ma non rappresentano più nessuno. Non ci sono, spariti, puf. Il leader della sinistra in Parlamento è Pietro Grasso, ma vi sfido a trovare qualcuno che mi dica "io mi sento rappresentato da Pietro Grasso". Se uno dicesse “io sono un grassiano” abolirebbero la legge Basaglia per lui. Io non dico che questi della sinistra che non ci sono dovrebbero rappresentare gli operai, la classe produttiva, i precari, le partite iva, gli ambientalisti, i disgraziati e i sognatori, potrebbero rappresentare anche uno o due di questi, ma la verità è che non rappresentano più nessuno. Alcuni di loro sono finiti, altri non sono neanche iniziati. BERLUSCONI è sempre lì, il conflitto d'interessi fatto uomo rimane uguale a se stesso, ma ogni anno con un centimetro di cerone in più. Non ha mai fatto gli interessi di qualcuno che non fosse lui, e in questo è rimasto coerente. Più che raccontare barzellette ne è diventato il protagonista. Non se ne cruccia, però. Anche se non dà le carte rimane il proprietario di quasi tutti i bar in cui si può giocare a carte. Cerca ogni volta di somigliare a se stesso e ci riesce quasi sempre, ma questo non è un complimento.
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