Tumgik
invernomuto94 · 2 years
Text
“Scristianizzare il mondo”.
Il mio rapporto con la religione è strano, ambiguo, quanto il mio rapporto con ragazzi e ragazze che mi attirano, solleticano istinti primitivi, ma non riescono a darmi altro che pura contemplazione anorgasmica.
Nulla di estetico, nel mio legame con la religione. Talvolta rimpiango di non aver abbastanza profondità, altre volte bestemmio gli Dèi, quali che siano, e gli ordini schifosi che esprimono in questo povero mondo decaduto.
A scanso di equivoci, mi considero ateo.
Simpatizzo per coloro che bruciano le Chiese, distruggono statue, simboli religiosi, retaggi di un mondo barbaro.
Simpatizzo per una totale scristianizzazione della vita sociale.
Ma la religione, in particolare la nostra, ha un merito: ha al suo interno le radici per la propria distruzione.
Esempio…
Un uomo che si fa Dio, che santifica la vita, fa pendere la bilancia dal cielo verso la triste tragedia umana, e salva il corpo: questo è un cristianesimo eretico, pericoloso, represso in tutto il Medioevo.
Il cristianesimo, dentro il proprio cuore, cela un’ombra: la propria morte, violenta, senza appello.
Un Dio che muore in croce, e sposa così in profondità la condizione umana da morire, è una esaltazione dell’umano, di questo impasto di materia e spirito che è la vita.
Valorizzare la vita contro la mortifera presenza della Chiesa e delle istituzioni ecclesiastiche è necessario, imperativo.
Valorizzare il lato rivoluzionario e autodistruttivo del cristianesimo, è cosa fatta da pochi.
La Morte di Dio è un esito dello stesso pensiero religioso, un pensiero suicida, nel suo tendere alla terra e farsi uomo, dolorante, sofferente, proletario, emarginato.
La pietra scartata sarà pietra angolare.
Noi lo vogliamo davvero.
Questo ci rende superiori a chi vagheggia e sogna paradisi e metafisiche inutili.
Voglio che il Cielo cada sulla Terra.
Tumblr media
1 note · View note
invernomuto94 · 2 years
Text
Prima edizione de “La dimensione anarchica”, del 1972, edito da La Fiaccola, di Alfredo Maria Bonanno.
C’è poco da dire: Bonanno polarizza, con la sua analisi e il suo approccio all’anarchismo.
Polarizza tra chi è disposto a tutto, e chi invece si ritrae, anche nel pensiero, al perbenismo borghese.
Polarizza tra chi agisce, totalmente votato alla praxis, e chi permane chiuso nella teoria, asettica e autoreferenziale.
Bonanno massacra ogni metafisica: non solo quella religiosa (come è giusto), ma anche le “metafisiche” marxiste, anarco-comuniste, anarchiche. I pensieri circolari, chiusi, pieni di assunti nascosti…
Bonanno è un liquefattore, è un estremista, ma lucido: non nasconde a se stesso i propri errori, e smaschera quegli degli altri. La coerenza e la Verità, o meglio, la ricerca dell’autenticità (diversa dalla Verità, che è inesistente), sono ció che più mi tocca della sua opera…
Questo libro è un ottimo assaggio.
Pacato, chiaro, deciso a non far sconti.
Bonanno docet.
Tumblr media
1 note · View note
invernomuto94 · 3 years
Text
I CAVALIERI DELL’APOCALISSE
Tumblr media
Nel periodo pre-pandemico, gli antagonismi mortali intrinseci al sistema erano esorcizzati da una formula magica, potente e dogmatica: “il capitalismo è il nostro destino, è la fine della Storia”. Fukuyama descriveva così il trionfo del modello liberista e poi neo-liberale negli anni ‘90, dopo la sconfitta dell’esperimento sovietico.
“Tutto finito. Non c’è più niente da fare, la Fine delle contraddizioni, motrici della Storia, è infine giunta”.
Il capitalismo democratico liberale sembrava essere accettato come la miglior società possibile. Beata ingenuità! Oggi, nel caos post-pandemico, si aprono spiragli reali di cambiamento e margini di azione.
I quattro Cavalieri dell’Apocalisse agiscono, ognuno a suo modo, per avvicinarci alla fine del sistema attuale. La Tromba che annuncia la fine di un universo mentale e culturale intero, è stata la pandemia: ma non la considero in sè un elemento di crisi intrinseco. È solo il segnale di inizio partita. I Cavalieri si aggiravano giá nel mondo pre-pandemico come spettri.
Tumblr media
Il più evidente, è il Cavaliere della crisi ecologica. A dispetto della adattabilità tendenzialmente infinita del capitalismo a qualsiasi catastrofe o crisi sociale, la crisi ecologica precludeva una soluzione all’interno del sistema-mercato. La fiducia che nutre nel capitalismo il sistema del libero mercato, cede davanti ad un evento nuovo: un intervento umano mai ha modificato talmente il proprio ambiente da porre le premesse per il proprio annientamento. Non vale più la giustificazione: “il mondo andrà avanti anche se sfruttiamo, opprimiamo, uccidiamo”. La vita della specie è la posta in gioco. Il prezzo della fiducia nel nostro sistema è troppo alto, dal momento che potremmo morire insieme al nostro ottimismo.
Il secondo Cavaliere sono i rischi, altissimi e solo abbozzati, al momento, legati ai nuovi sviluppi tecnico-scientifici. In particolare la biogenetica, con le sue modificazioni del genoma umano, animale o vegetale. La manipolazione e modificazione di agenti virali e batterici. La mercificazione di attributi fisiologici. Tutto questo scompone e riduce l’uomo ad un sistema particolarmente evoluto di cellule. La Mente, è l’ultimo orizzonte di intervento, del potere tecnico-scientifico.
Il terzo Cavaliere è l’aumento esplosivo di nuove forme di esclusione sociale, di intolleranza e odio, che generano fratture insanabili. La crisi dei migranti in Europa, con i corollari di morte e dolore, i campi di concentramento in Libia, le gabbie per i giovanissimi migranti sudamericani dell’America di Trump, e il risorgere di movimenti nativisti e sovranisti, accellerano il crollo del sistema globalizzato, e minano la democrazia dall’interno. La globalizzazione non resiste alla sua più reale attuazione: il libero movimento degli uomini. Questo costringe il capitalismo a ripensare se stesso in profondità, per sopravvivere.
L’ultimo Cavaliere, è l’obsolescenza del concetto di proprietà privata anche per lo stesso capitalismo. Il dibattito sul brevetto dei vaccini anti-covid, tra pro e contro, mostra questa crisi. Ancora nascosta, sotto tono, la diatriba è centrale in tutti i discorsi sulla proprietá intellettuale: il diritto esclusivo di “usus et abusus” su una cosa immateriale come un’idea, un software, un marchio, un brevetto, nasconde gravi criticitá, quando si creino ostacoli allo sviluppo scientifico o si presenti il rischio reale di monopoli “della conoscenza e delle idee”. A mio parere, il concetto di proprietá privata verrà colpito nelle fondamenta, fino a giungere ad un capitalismo in cui essa è ridotta a pura sopravvivenza. La proprietà statale e pubblica sarà invece la norma, con un ritorno ad un fortissimo autoritarismo statale che si sta affermando mentre scrivo.
C’è da preoccuparsi. E bisogna organizzarsi ora che il ventre molle è esposto, sfiancato.
I Cavalieri dell’Apocalisse forse non torneranno più, in maniera così manifesta.
Ci strizzano l’occhio e ci sorridono.
Tumblr media
2 notes · View notes
invernomuto94 · 3 years
Text
Apro questa pagina per convidere liberamente scritti miei, citazioni e analisi di matrice anarchica.
Nessun copyright.
Antifascismo, anti-stato, individualismo, nichilismo.
Scriveró di questo.
0 notes