Tumgik
#27 dicembre morti
perfettamentechic · 5 months
Text
27 dicembre … ricordiamo …
27 dicembre … ricordiamo … #semprevivineiricordi #nomidaricordare #personaggiimportanti #perfettamentechic
2019: José Varela, regista, attore e scrittore francese. Sospese l’attività cinematografica in seguito agli eventi del maggio 1968 prima di dedicarsi alla televisione. Ha lavorato come reporter senior per quindici anni, realizzando documentari e serie di fiction. Ha anche scritto sceneggiature e romanzi polizieschi. (n.1933) 2017: Thomas Hunter, attore statunitense. Dopo un fortunato esordio…
Tumblr media
View On WordPress
0 notes
Text
Gaza, Cnn: "In video detenuti spogliati dagli israeliani, anche donne e bambini" | Raid sul campo profughi di Nuseirat, diversi morti
29 dicembre 2023 00:24 TEMPO REALE L’Unrwa: “Israele ha sparato su un nostro convoglio a Gaza”. Hezbollah: “L’Italia fa parte della coalizione del male” 29 dic 10:27 Unrwa: “Israele ha sparato contro un nostro convoglio umanitario a Gaza” 29 dic 06:51 Gaza, fonti mediche: “Raid sul campo profughi di Nuseirat, 20 morti” 29 dic 05:56 Gli Usa abbattono un drone e un missile nel Mar…
View On WordPress
0 notes
kritere · 1 year
Text
I morti dell’incidente a Ginosa: la mamma 25enne, il compagno e Alessandro che si era sposato a dicembre
DIRETTA TV 28 Aprile 2023 Chi sono le vittime dell’incidente di ieri sera sulla ex provinciale 580 tra Ginosa e Ginosa marina: una mamma di 25 anni insieme al compagno 30enne sono morti sul colpo, mentre è deceduto durante la corsa in ospedale Alessandro Calabrese, 27 anni, fresco di nozze. 2 CONDIVISIONI Alessandro Calabrese (facebook). È di tre vittime il bilancio del terribile incidente…
Tumblr media
View On WordPress
0 notes
lamilanomagazine · 2 years
Text
Lecce, trasmesso il film "Memories - I ragazzi delle scorte"
Tumblr media
Lecce, trasmesso il film "Memories - I ragazzi delle scorte". A trent’anni di distanza il film della serie “Memories” racconta la storia degli otto agenti di polizia che morirono insieme a Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e Francesca Morvillo negli attentati mafiosi del 1992 ed è stato presentato ieri 5 dicembre in anteprima alle 18.00 presso la sala cinema ANICA di Roma. Prima della proiezione il Presidente della Repubblica ha ricevuto al Quirinale il Capo della Polizia – Direttore Generale della Pubblica Sicurezza Prefetto Lamberto Giannini e i familiari delle vittime delle stragi. «Io sono rimasta intrappolata, io non ne esco più da questa storia» inizia così il film Memories “I RAGAZZI DELLE SCORTE”, coprodotto dal Ministero dell’Interno - Dipartimento Pubblica Sicurezza e dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri - Struttura di Missione per gli Anniversari Nazionali con 42° Parallelo. La voce è quella di Rosaria Costa, vedova dell’agente della Polizia di Stato Vito Schifani morto a Capaci, e sintetizza in maniera profonda e intima il sentimento di un intero Paese. Il senso di colpa che prepotentemente ci riporta a quei giorni, a Capaci, a via D’Amelio. Il film “I ragazzi delle scorte”, che nei  prossimi giorni sarà pubblicato su RaiPlay ed andrà in onda su RaiUno il 30 dicembre in seconda serata, mette al centro del racconto le vite spezzate di Antonio Montinaro, Vito Schifani, Rocco Dicillo, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Claudio Traina, Eddie Walter Cosina ed Emanuela Loi, gli otto poliziotti che facevano parte della scorta di Giovanni Falcone e di Paolo Borsellino. Insieme a Rosaria Costa nel film la testimonianza del vice sovrintendete della Polizia di Stato Salvatore Lopresti, membro del reparto scorte della Questura di Palermo, che racconta come la ferita personale per la perdita di otto colleghi sia di fatto anche una ferita più grande, che tocca tutti gli italiani. «Per 27 anni non sono riuscito a ritornare in via D’Amelio - racconta Lopresti nel film - perché mi ritornava sempre addosso quella puzza di polvere mista a tritolo e carne bruciata. Ogni tanto quell’odore ancora riaffiora, ora sono passati 30 anni, io credo nelle istituzioni e spero che prima o poi si possa affermare tutta la verità e che quella verità riesca a far finalmente scomparire quella puzza di tritolo e carne bruciata».  «Gli orrori - continua Rosaria Costa nel film - non servono per spaventarci, ma devono servire per creare memoria, per capire che otto poliziotti, otto giovani ragazzi sono morti per noi, per tutta l’Italia. All’epoca dell’attentato avevo solo 22 anni, dopo trent’anni non vedo più Vito come un marito ma come un figlio, mi sento la madre di un figlio che non ha avuto giustizia e questo fa ancora più male». “I ragazzi delle scorte” è un prodotto realizzato per celebrare la conclusione del trentennale delle stragi di Capaci e via D’Amelio, un film che punta il faro della memoria anche su chi, proprio in virtù della sua funzione di agente di scorta e protezione, spesso rimaneva lontano dai riflettori.  Il film è stato scritto da Giorgia Furlan, Alessia Arcolaci e Josella Porto, regia di Gabriele Ciances, fotografia di Claudio Cascavilla con la supervisione di Daniele Ciprì.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
0 notes
Text
Allarme malnutrizione nel Corno d'Africa
Tumblr media
 «Tutto intorno a me mi ricorda della carestia e della fame. È per colpa loro che io non ho più né un marito né dei figli. Sogno il momento in cui avrò anche solo un pasto certo al giorno». È la drammatica testimonianza di Nawoi raccolta da Fondazione CESVI nel villaggio di Nasuroi, in Kenya nel Corno d'Africa, dove l’organizzazione, per supportare la popolazione, ha attivato progetti di sviluppo agricolo e pastorale e per la salute materna e infantile. CORNO D'AFRICA, LA SITUAZIONE L'insicurezza alimentare ha raggiunto livelli drammatici in tutto il Corno d’Africa (Etiopia, Kenya e Somalia): 20 milioni di persone potrebbero trovarsi ad affrontare alti livelli di insicurezza alimentare acuta entro settembre a causa di una siccità eccezionalmente persistente. La siccità ha avuto un impatto sui mezzi di sussistenza di agricoltori e pastori, che ha portato a una riduzione della produzione alimentare e alla morte di milioni di capi di bestiame. Oltre a Somalia ed Etiopia, allarmante anche la situazione in Kenya dove si stima siano 4,1 milioni le persone in condizione di grave insicurezza alimentare: il 27% della popolazione soffre fame e sete e oltre 1,5 milioni di capi di bestiame sono morti. In una situazione già molto critica – determinata da conflitti armati tra clan, conseguenze sanitarie ed economiche della pandemia ed effetti del cambiamento climatico – si inserisce anche l’impatto della guerra in Ucraina che aggrava le previsioni stimate. PROBLEMI ED ANCORA PROBLEMI Il Paese, infatti, come il resto del Corno d’Africa, sta sperimentando una delle peggiori siccità degli ultimi decenni dopo quattro stagioni consecutive di piogge mancate, che potrebbero non verificarsi neanche a ottobre-dicembre. La siccità ha decimato i raccolti e provocato una forte moria di capi di bestiame, principale fonte di sostentamento delle famiglie, inasprendo anche conflitti tra villaggi. «Dallo scorso anno, abbiamo avuto pochissime piogge. Gli uomini e il bestiame non sono ancora tornati, non c’è niente per noi in questo momento» racconta Josephine Muli accolta al centro nutrizionale di Ngaremara, gestito da CESVI, dove il suo ultimo figlio, gravemente malnutrito, riceve le cure dei medici. Josephine, mamma di 9 bambini, è riuscita ad accorgersi subito che suo figlio era «troppo piccolo per la sua età» e a rivolgersi a personale esperto che potesse prendersi cura di lui. PANDEMIA E CORNO D'AFRICA A peggiorare la situazione, già aggravata anche dalla perdita di mezzi di sussistenza delle famiglie a causa della pandemia di COVID-19, si aggiunge la guerra in Ucraina: l’interruzione delle importazioni causata dal conflitto sta creando carenze di cibo per i prezzi elevati delle materie prime essenziali, tra cui grano (terzo prodotto alimentare più consumato e importato per l’86% del consumo totale), mais, utile per l’alimentazione animale (importato al 100%), oli alimentari e carburante. Il conflitto sta producendo un aumento dei prezzi in tutto il Corno d’Africa: il costo del paniere alimentare è già aumentato del 66% in Etiopia e del 36% in Somalia, lasciando le famiglie impossibilitate a soddisfare i bisogni primari e costringendole a vendere le loro proprietà ed averi duramente guadagnati in cambio di cibo e altri beni salvavita.  In Etiopia 4,4 milioni di persone vivono in situazioni di insicurezza alimentare e 4,7 bambini sotto ai 5 anni sono a rischio di malnutrizione grave. Molto critica la situazione anche in Somalia, dove si stanno venendo a creare i presupposti per una vera e propria carestia: 7,1 milionidi persone sono in condizione di grave insicurezza alimentare e oltre 805mila sono sfollate dall'ottobre 2021 a causa della siccità. LE PAROLE DI CESVI «L’unica soluzione possibile per far fronte all’emergenza in Corno d’Africa è quella di tornare a un’agricoltura locale, riappropriarsi di metodi autoctoni che si adattano meglio ai cambiamenti climatici.» – commenta Valeria Emmi, Advocacy and Networking Senior Specialist di CESVI. E aggiunge – «La dipendenza verso uno/due Paesi produttori di cibo, così fondamentale per la catena alimentare, deve essere interrotta, e i Paesi in difficoltà aiutati a mettere in atto sistemi di coltivazione. Anche se la guerra in Ucraina finisse, non potrà risolvere la drammatica escalation iniziata nel 2020.» L’INTERVENTO DI CESVI CONTRO GLI EFFETTI DEL CAMBIAMENTO CLIMATICO CESVI è attiva nel Corno d’Africa dal 2006, con numerosi progetti che mirano a promuovere la sicurezza alimentare, soprattutto di donne e gruppi vulnerabili traverso programmi di sviluppo rurale, l’igiene e l’accesso all’acqua potabile e ai programmi per la salute materna e infantile.  «Siamo di fronte ad una crisi umanitaria enorme: un vero e proprio disastro. Qui si muore di fame e di sete», spiega Isabella Garino, Head of Mission Cesvi in Corno d’Africa. «Stiamo distribuendo acqua e beni di prima necessità, offrendo cure mediche e programmi di nutrizione, lavorando con le comunità di allevatori e pastori più duramente colpite da questa emergenza climatica e accogliendo gli sfollati interni», aggiunge. In particolare, in Somalia, CESVI ha attivato un intervento multisettoriale in risposta alla crisi umanitaria e alle emergenze ambientali per contribuire al miglioramento delle condizioni di vita delle popolazioni nelle regioni di Lower Shabelle, Mudug, Galgadug e Hiraan e migliorare l’accesso ai servizi sanitari e nutrizionali essenziali, favorire la conoscenza di pratiche igieniche per diminuire la mortalità e morbilità e favorire la sicurezza alimentare delle popolazioni colpite dalla crisi. In Etiopia sta distribuendo foraggio e medicine veterinarie per 300 pastori delle comunita' di Sodda e Madacho, nella zona di Borena; inoltre, sta sostenendo la comunità pastorizie anche nella produzione di foraggio resistente ai cambiamenti climatici ed in particolare ha acquistato semi di foraggio che richiedono meno acqua. CESVI IN KENYA In Kenya CESVI collabora anche con le comunità agropastorali e le autorità governative promuovendo progetti legati allo sviluppo agricolo e fornendo strumenti e modelli per la gestione delle risorse naturali. In particolare, sostiene le piccole allevatrici di bestiame e pollame, come Nawoi, in modo che possano avere uova e carne per sfamarsi. All’interno del villaggio di Nasuroi è stato, inoltre, costruito un pozzo che permette alla popolazione di avere acqua pulita per dissetarsi, utile anche per la sopravvivenza degli animali, «Il pozzo tiene in vita molti e molte di noi» dice la donna. Read the full article
0 notes
abr · 3 years
Quote
Mal di testa, dolori muscolari, febbriciattola, brividi. I più comuni effetti lievi dei quattro vaccini anti Covid utilizzati in Italia. Il 12,8% delle segnalazioni raccolte dal sistema di farmacovigilanza di Aifa (Agenzia italiana del farmaco) riguarda invece reazioni gravi, 16 su 100 mila dosi. Per gravi si intendono un insieme di sintomi paragonabili a quelli dell'influenza stagionale, anche intensi, più frequenti dopo la seconda dose dei vaccini a mRna (Rna messaggero) e dopo la prima dose di quello targato AstraZeneca. Il bilancio è contenuto nel settimo rapporto pubblicato ieri nel sito dell'agenzia. Rientra in un lavoro di sorveglianza effettuato a livello europeo (...). Finora i dati comunitari sono in linea fra loro. Compreso quel 12,8% dell'Italia (...) «un tasso assolutamente non preoccupante» (...).Tra il 27 dicembre e il 26 luglio Aifa ha raccolto 84.322 segnalazioni su un totale di quasi 66 milioni di dosi, con una tasso pari a 128 ogni 100 mila dosi. (...) Per la prima volta emergono indicazioni sui giovani: «Nella fascia 12-19 anni la distribuzione per tipologia di eventi avversi non è sostanzialmente diversa da quella osservata negli adulti». Sono una novità anche le prime rilevazioni sulle vaccinazioni eterologhe (due dosi di aziende diverse) negli ultra sessantenni: 114 invii su quasi 400 mila somministrazioni. (...).
tal Margherita de Bac (parente della contessa De Blanck?) sul Cds, via https://www.dagospia.com/rubrica-39/salute/dite-scettici-che-vaccino-anti-covid-39-farmaco-piu-39-278770.htm
Felicissimo , da pro vax, che questi NON VACCINI (*) non stiano apparentemente causando catastrofi. 
Trovo però sinistramente anti scientifico affermare come fanno nel titolo, che si tratti dei farmaci più testati di tutti i tempi : confonde QUANTI ne stian in(o)culando tra gli Occidentali - altrove ‘un so -coi sinora incompleti TEST VERI DOVUTI, eseguiti in modo codificato non ‘ndo cojo cojo (la Scienza è Metodo, non democratica quantità). Confermando by the way senza volerlo che questa è una SPERIMENTAZIONE DI MASSA.
Infatti, usando parafrasi Boskoviana (*): vaccino è quando Autorità fischia, approvando i risultati di tutti i livelli di test codificati e obbligatori. Se va bene finiranno il livello tre dei trial dovuti per poter sottoporre un farmaco ad approvazione a Dicembre 2023 (Pfizer). Quindi per adesso sono NON VACCINI, a maggior ragione per la tecnologia mai provata prima sull’uomo su cui sono basati. “Le parole sono importanti” (cit.) e in Italì vantar titoli non conseguiti è reato. 
Ciò fissato, passiamo al merito dei dati presentati nell’articolo: 128 “segnalazioni” su ogni 100.000 dosi, fa più di 1 per mille: non è poco. Inoltre, se per il virus contano le terapie intensive e i morti (in modo “largo”, come sappiamo non da gomblottisti ma dall’Avvocatura di Stato), non ce lo specificano per i (non) vaccini: parlano solo di “reazioni gravi” mettendo assieme  lesioni permanenti o morti con “banali” sintomi influenzali. Presentar dati così, ammesso sian veri,  per chi i dati li mastica da sempre suona lievemente sospetto. 
Continuiamo a mantenere sospeso il giudizio nonostante la propaganda rassicurante. Fa un po’ ridere, in tempi in cui laggente pretende di avere il tracciamento completo di quel che mangia, altrimenti non lo mangia, mentre per la roba che si sbatte in vena, Fìdati Esselunga ... vabbé. 
Tumblr media
7 notes · View notes
paoloxl · 3 years
Text
Milano 12 dicembre 1969 - Piazza Fontana, Strage di Stato - Osservatorio Repressione
Tumblr media
A Milano il 12 dicembre 1969 una bomba esplode nella Banca Nazionale dell’Agricoltura, in piazza Fontana, provocando 17 morti e 88 feriti. La Strage è fascista e di Stato e, nel pieno dei movimenti di massa di studenti e operai del biennio 68-69 che mettevano seriamente in discussione – in tutto il Paese – lo stato di cose presenti, inaugura la “Strategia della tensione”. Nello stesso orario a Roma scoppiarono altre bombe. Infine, nella banca Commerciale di Milano venne trovata una borsa contenente una bomba che venne fatta esplodere in tutta fretta, eliminando una prova preziosa per le indagini.
Immediatamente – a dimostrazione di un disegno preordinato – le indagini, pur senza alcun indizio, seguirono la pista anarchica che allo stesso tempo venne subito gettata in pasto alla stampa e all’opinione pubblica. Il commissario Luigi Calabresi, alle 19,30 (3 ore dopo la strage) fermò alcuni anarchici davanti al circolo di via Scaldasole. Nella notte vennero illegalmente fermate circa 84 persone, tra cui Giuseppe Pinelli. La sera del 15, dopo 3 giorni di continui interrogatori, il militante anarchico Giuseppe Pinelli morì volando dal 4° piano della Questura (i verbali della Polizia parleranno di “malore attivo”).
Le inchieste dal basso dei movimenti studenteschi e operai di quel periodo, e solo successivamente il processo giudiziario (che comunque non porterà mai alla condanna dei reali responsabili), stabilirono quello che era chiaro a tutti da subito: dietro la strage c’era la mano dei militanti neofascisti di Ordine Nuovo.
Abbiamo parlato della Strage fascista e di Stato di piazza Fontana con Elia Rosati, docente a contratto di Storia Contemporanea all’Università Statale di Milano e autore, insieme ad Aldo Giannuli, del libro “Storia di Ordine Nuovo” (ed. Mimesis). Ascolta o scarica.
https://www.radiondadurto.org/wp-content/uploads/2018/12/elia-rosati-piazza-fontana.mp3
A Milano movimenti e realtà in piazza per ricordare la strage fascista e di stato di 49 anni fa, quella di Piazza Fontana e della bomba scoppiata alla Banca Nazionale dell’agricoltura il 12 dicembre 1969. Ci parla dell’iniziativa Walter Boscarello di Memoria Antifascista  Ascolta o scarica
https://www.radiondadurto.org/wp-content/uploads/2018/12/Walter-Boscarello-piazza-fontana.mp3
da Radio Onda d’Urto
la cronologia
12 dicembre 1969 Alle 16 e 37 esplode una bomba nella Banca dell’Agricoltura di piazza Fontana, a Milano: alla fine si conteranno17 morti e 88 feriti;
15 dicembre 1969 Fermato subito dopo la strage, l’anarchico Giuseppe Pinelli precipita dal quarto piano della questura di Milano, della quale il commissario Calabresi è vice capo dell’Ufficio politico;
16 dicembre 1969 Vengono arrestati gli anarchici Pietro Valpreda e Mario Merlino (che poi si scoprirà essere un neofascista infiltrato);
23 febbraio 1972 A Roma si apre il processo sulla Strage. Successivamente verrà trasferito a Milano e poi, per motivi di ordine pubblico, a Catanzaro;
3 marzo 1972 Vengono arrestati i neofascisti Franco Freda, Giovanni Ventura e Pino Rauti. Le indagini evidenziano legami tra l’estrema destra eversiva e i servizi segreti italiani;
7 maggio 1972 Elezioni anticipate. Il neofascista Rauti viene eletto in parlamento con l’Msi. Il manifesto candida Valpreda, che non viene eletto;
17 maggio 1972 Il commissario Luigi Calabresi viene ucciso a Milano;
29 dicembre 1972 Valpreda viene scarcerato; 27 ottobre 1975 Il giudice D’Ambrosio chiude le indagini sulla morte di Pinelli. Tutti prosciolti gli agenti della polizia. La caduta dalla finestra della questura sarebbe avvenuta per un «malore attivo»;
18 gennaio 1977 Si apre a Catanzaro il processo per la Strage. Andreotti depone sul coinvolgimento dei servizi segreti e, davanti ai giudici, dice per trentatré volte «non ricordo»;
4 ottobre 1978 La polizia accerta la scomparsa di Freda; 16 gennaio 1979 Ventura fugge all’estero;
23 febbraio 1979 Sentenza di Catanzaro: ergastolo per Freda, Ventura e per l’altro neofascista Giannettini; 4 anni e 6 mesi per Valpreda e Merlino, condannati per associazione a delinquere. Pene minori per alcuni membri dei servizi segreti;
12 agosto 1979 A Buenos Aires viene arrestato Ventura; 23 agosto 1979 Freda viene arrestato in Costa Rica; 22 maggio 1980 A Catanzaro comincia il processo d’Appello;
20 marzo 1981 Sentenza del processo d’appello: tutti assolti per la strage di Piazza Fontana. Freda e Ventura condannati a 15 anni per le bombe di Padova e Milano del 1969. Confermate le condanne per Valpreda e Merlino;
19 giugno 1982 La Cassazione annulla la sentenza d’Appello di Catanzaro; 23 dicembre 1982 Nell’ambito di una nuova indagine sulla strage, la procura di Catanzaro ordina l’arresto del neofascista Stefano Delle Chiaie; 13 dicembre 1984 a Bari comincia il nuovo processo d’Appello;
1 agosto 1985 Tutti assolti nel processo di Bari. Condanne per reati minori per esponenti dei servizi segreti; 27 marzo 1987 A Caracas viene arrestato Delle Chiaie; 26 ottobre 1987 A Catanzaro comincia un nuovo processo. Imputati i neofascisti Massimiliano Fachini e Delle Chiaie; 20 febbraio 1989 Tutti assolti a Catanzaro. La procura aveva chiesto l’ergastolo per gli imputati; il 5 luglio 1991 La Cassazione conferma la sentenza di Catanzaro;
Primavera/estate 1995 Il giudice Guido Salvini indaga sul mondo della destra neofascistia A luglio Delfo Zorzi e Carlo Maria Maggi vengono indagati per la strage; 14 giugno 1997 Ordine di carcerazione per Zorzi e Maggi;
8 giugno 1999 Viene disposto il processo per Zorzi, Maggi e altri neofascisti; 30 giugno 2001 Zorzi e Maggi vengono condannati all’ergastolo;
6 luglio 2002 A 69 anni muore Pietro Valpreda;
12 marzo 2004 La Corte d’Appello di Milano assolve Zorzi, Maggi e gli altri neofascisti; 3 maggio 2005 La Cassazione conferma la sentenza. I familiari delle vittime della strage dovranno pagare le spese processuali.
(Mario Di Vito da il manifesto)
10 notes · View notes
italian-malmostoso · 4 years
Photo
Tumblr media
Nel DPCM del 3 dicembre 2020 (http://www.governo.it/sites/new.governo.it/files/dpcm_20201203.pdf) c’è il divieto di spostamento tra regioni tra il 21 dicembre e il 6 gennaio 2021 e, nelle giornate del 25 e 26 dicembre 2020 e dell’1 gennaio 2021, anche gli spostamenti tra comuni limitrofi.
Allora, facciamo un paio di esempi pratici:
i Rossi risiedono in regioni diverse e sono composti da:
genitori residenti nel comune di Vattelapesca, regione A
figlio coniugato ed un bambino, residenti a Roncofritto, regione B; il marito è impiegato comunale, la moglie è insegnante. Questa famiglia, libera da impegni lavorativi, si trasferisce dai genitori di lui il giorno 20 dicembre 2020
figlia convivente con altra donna (visto che bravo, rispetto anche il politicamente corretto), residenti a Castelbello, regione C, che ha un figlio; la prima è maestra di sci, quindi adesso non occupata, e l’altra donna gestisce una palestra, attualmente chiusa; anche loro vanno dai genitori della prima il giorno 20
tutti e otto si riuniscono per il Natale, Capodanno e Befana, convivendo per 16 giorni, dal 21 dicembre 2020 al 6 gennaio 2021
i Bianchi sono un nucleo familiare composto da:
una vedova (il coniuge è, purtroppo, venuto a mancare recentemente cadendo dalle scale ma, ovviamente, il suo decesso è stato conteggiato tra quelli per il coronavirus), risiedente nel comune di Ponterotto, regione A
figlio non coniugato, risiedente nell’adiacente comune di Valleverde
figlia coniugata ed un figlio, risiedente nel comune di Vigata, sempre nella regione A e  nella stessa provincia
figlio coniugato ed una figlia, risiedente nel comune di Buggiano, anche loro nella regione A e nella stessa provincia
i tre figli, con le rispettive famiglie, si trasferiscono dalla mamma, nonna e suocera il giorno 24 e ripartono il 27 gennaio 2020, per rivedersi poi a Capodanno e ripartire il giorno 2 gennaio 2021
E adesso ditemi, ci sono più possibilità di contagio nei casi suddetti o se i Rossi festeggiassero insieme solo il giorno di Natale e Santo Stefano, magari rivedendosi a Capodanno nel primo caso e i Bianchi solo il giorno di Natale e per il cenone di Capodanno nel secondo?
Se avete scelto la prima opzione:
non avete la minima idea di come si trasmette una malattia contagiosa, nel qual caso siete scusati, però informatevi, eh
ritenete che questo ennesimo DPCM del governo Conte  sia il migliore possibile in questi frangenti e che, con l’attuale  opposizione in sella, ci sarebbero i morti nelle strade (cit. Nicola  Zingaretti https://coronavirus.jhu.edu/data/mortality); nel qual caso avete diritto ad un’iscrizione ad honorem ai giovani pioneri dell’ex DDR (https://it.wikipedia.org/wiki/Organizzazione_dei_Pionieri_Ernst_Th%C3%A4lmann)
siete in malafede e, per far rimanere in sella il suddetto governo, sareste disposti a qualsiasi cosa
6 notes · View notes
beppebort · 4 years
Text
SANTA TERESA BENEDETTA DELLA CROCE
(EDITH STEIN)
Tumblr media
1891 - 1942
Martire
Patrona d'Europa
Patrona delle Giornate Mondiali della Gioventù
Festa, 9 agosto
Edith, affamata di verità ma non credente
A Breslavia, allora città tedesca, Edith Stein nacque il 12 ottobre 1891 (quell'anno ricorreva la festa ebraica del "Kippur", cioè della Riconciliazione-Espiazione) da Sigfrido e da Augusta Courant, ultima di undici figli di cui quattro morti in tenera età. La famiglia, d'origine e di osservanza ebraica, per la precoce morte del capo famiglia fu presto tutta a carico della signora Augusta, che, da vera donna forte, seppe condurla per la via dell'onestà e dell'agiatezza.
Edith, cosciente del proprio ingegno precoce, della memoria eccezionale e della brama di sapere che prestava nell'ascolto e la lettura, diede da piccola qualche segno d'orgoglio, di vanità, di ostinazione: ordinarie nubi, tempestivamente dissipate. Nel sano ambiente familiare trascorse l'infanzia e l'adolescenza abbastanza serenamente, con un progressivo affinamento del carattere. Alle scuole elementari e medie si classificò sempre fra le migliori alunne; perciò, con il consenso della mamma, decise di andare avanti negli studi.
Superato in modo brillante l'esame di licenza liceale, si iscrisse all'Università. Frequentò corsi di storia, di filologia e di psicologia sperimentale; ma, attratta dalla speculazione filosofica, dopo due anni di intensa applicazione a Breslavia, volle andare a Gottinga, dove fioriva l'indirizzo filosofico di Edmund Husserl. Intendeva trascorrervi solo un semestre, tuttavia l'ambiente particolarmente propizio agli studi prediletti, la presenza di professori illustri, quali Adolf Reinach, Max Scheler, Max Lehmann, Leonard Nelson, Eduard Schröder, Giorgio Ellia Müller, e soprattutto, la benevola accoglienza dello stesso Husserl, la indussero a proseguire i corsi a Gottinga.
Allo scoppio della guerra 1914 - 1918 la Stein si offrì volontaria e si prodigò quale infermiera della Croce Rossa in un ospedale militare della Moravia.
Nel 1916 Husserl lasciò Gottinga per passare alla cattedra di filosofia a Friburgo in Brisgovia: Edith Stein lo seguì e si laureò con lui "summa cum laude" facendo una tesi sull'Einfühlung (empatia), ed egli la scelse per sua assistente. La giovane professoressa si applicò nel raccogliere e riordinare gli scritti del "maestro", tenne corsi di propedeutica allo studio della fenomenologia, diede avvio all'opera "Contributi per una base filosofica della filosofia e delle scienze dello spirito". Tutta tesa nell'impegno scientifico, rinunciò anche alle vacanze estive in famiglia, nel 1917 e nel 1918. Studentessa e insieme docente universitaria, Edith era di condotta ineccepibile. Semplice, serena, pronta al sacrificio per compiacere professori e studenti, era assetata di verità, di oggettività. Era affettuosa verso i suoi cari, specie verso la madre, sebbene non ne condividesse la fede religiosa. Era infatti divenuta agnostica circa il problema religioso, che riteneva insolubile.
Conversione a Dio e impegno di testimonianza nel mondo
Dio si fa incontro per mille vie a chi cerca la verità con cuore puro e sincero. La Stein, superando poco alla volta la sua preconcetta negazione di Dio, aprì gli occhi alla luce che promanava da chi viveva con coraggio la fede, come Max Scheler, o da chi accettava con una rassegnazione umanamente inspiegabile la perdita del marito in guerra, come accadde alla sua amica Anna Remach. Alludendo a questo, la Stein avrebbe scritto più tardi: "Fu quello il momento in cui la mia incredulità crollò, impallidì l'ebraismo e Cristo si levò raggiante davanti al mio sguardo: Cristo nel mistero della sua Croce!".
L'ultima incertezza svanì nell'estate 1921 alla lettura, del tutto occasionale e protratta di seguito per un'intera notte, dell'autobiografia di Santa Teresa d'Avila. Al mattino, si procurò subito un catechismo e un messalino. Di lì a non molto venne ammessa al Santa Battesimo, che le fu amministrato nella chiesa di Bergzabern il Capodanno 1922, con l'imposizione anche del nome di Edvige. La gioia di quel giorno fu coronata dal primo incontro con Gesù Eucarestia. Circa un anno dopo, il 2 febbraio 1923, a Spira ricevette il sacramento della Cresima.
Ormai per Edith Stein la filosofia, da fine supremo era diventata un mezzo per meglio conoscere e amare la Verità vivente, Cristo Redentore e la sua Chiesa. La sua conversione fu radicale, convinta: nulla potè farla retrocedere, né le vaste conoscenze del mondo universitario, né lo smarrimento dei suoi parenti, in particolare della sua amata mamma, che difendeva la tradizione ebraica della famiglia. Per essere tutta di Dio Edith avrebbe anzi voluto lasciare il mondo e ritirarsi fra le mura di un chiostro carmelitano teresiano. La trattenne l'umile sottomissione al confessore, il canonico J. Schwind, che le consigliò di lasciare Friburgo per un luogo più tranquillo e meglio adatto al suo orientamento spirituale.
Si trasferì così a Spira, dove insegnò lingua e letteratura tedesca presso l'Istituto Magistrale delle Domenicane. Vi trascorse otto anni, appartata, tutta dedita alla preghiera, alla scuola, allo studio di San Tommaso d'Aquino. Divenne apostola di verità. Seppe infatti rompere le maglie di una filosofia chiusa, nelle quali si era impigliato lo stesso Husserl, per approdare "all'ontologismo trascendentale", alla verità di tutto che viene dal Tutto Dio.
In occasione del 60° compleanno di Husserl (1929), gli dedicò uno studio: "La fenomenologia di Husserl e la filosofia di San Tommaso d'Aquino". Tenne frequenti conferenze su argomenti di pedagogia, filosofia e religione a Heidelberg, Friburgo, Monaco, Colonia, Zurigo, Vienna, Praga, Salisburgo, ecc.
Dopo la morte del suo primo direttore spirituale, mons. Schwind (17 settembre 1927), di cui scrisse un ricordo per la rivista del clero edita a Innsbruck, conobbe l'abbazia di Beuron. Qui nel 1928 trascorse la Settimana Santa e la Solennità Pasquale, favorita da grazie spirituali ineffabili. Il padre abate Raffaele Walzer divenne il suo nuovo direttore di spirito: egli pure la esortò a proseguire la sua opera feconda di apostolato del sapere nel mondo. Edith, per dedicarsi maggiormente all'attuazione di poderosi progetti filosofici, senza sottrarsi a continui inviti per conferenze di alto interesse, il 27 marzo 1931 lasciò Spira. Portò a termine la traduzione tedesca delle "Questioni discusse sulla verità" di S. Tommaso, edita in due volumi (1931-1932). Dopo alcuni tentativi per una libera docenza alle Università di Friburgo e Breslavia, ebbe la nomina a insegnante presso l'Istituto Superiore tedesco di pedagogia scientifica a Mlinster (primavera del 1932). Abitava in un collegio diretto dalle Suore di Nostra Signora ed edificava tutti per santità di vita e semplicità e delicatezza di modi. Sulla cattedra emergeva per profondità e chiarezza di insegnamento, per vigorosa difesa del pensiero cattolico.
Contribuì al ritorno a Dio di non poche persone specialmente giovani. Non mancava di stare accanto alla mamma, a Breslavia, e a sostenere e incoraggiare la sorella Rosa nel cammino verso la Chiesa. Studiò un piano di riforma dell'insegnamento universitario da sottoporre al competente Ministero.
Si occupò molto spesso del problema della donna: ne difese la dignità e il ruolo specifico nella società e nella Chiesa. Nel settembre 1932 prese parte a Juvisy, vicino a Parigi, ad un convegno di studiosi di fama internazionale sul tema "Fenomenologia e Tomismo" e tra gli altri conobbe anche J. Maritain. In ottobre andò ad Aquisgrana per un incontro su "L'atteggiamento spirituale della giovane generazione".
Ma ormai in Germania, con l'ascesa al potere di Adolf Hitler, non c'era più posto per chi era di stirpe ebraica. E così anche Edith Stein dovette lasciare l'insegnamento: il 25 febbraio 1933 tenne infatti l'ultima sua lezione universitaria. Presagendo quello che avrebbe significato per il suo popolo e la Chiesa, per la Germania e il mondo intero l'affermazione del nazional-socialismo, Edith si mostrò pronta ad accogliere la Croce di Cristo quale "unica speranza di salvezza".
Il sogno s'avvera: Carmelitana!
Libera finalmente di rispondere a quella vocazione claustrale che l'aveva attratta fin dal momento della conversione nel lontano 1921, si rivolse al Carmelo. Trascorsi a Breslavia due mesi accanto alla mamma diletta, che era addoloratissima per il passaggio della figlia al cattolicesimo, la vigilia della festa di Santa Teresa d'Avila del 1933, con eroica fortezza "varcò la soglia" del monastero di Colonia. I suoi quarantadue anni d età, la sua eccezionale cultura e la fama internazionale non le impedirono di divenire la religiosa più semplice, più mite, più pronta agli inconsueti mestieri di cucina e guardaroba. Fu una carmelitana povera e lieta. Immersa in Dio, visse di preghiera e di immolazione. Con la vestizione religiosa (che avvenne la domenica 15 aprile 1934), chiese di essere chiamata Teresa Benedetta della Croce. Fu una grande festa dello Spirito, appuntamento per gran numero di persone illustri. Lo stesso Husserl le inviò gli auguri.
II noviziato lo trascorse "nascosta con Cristo in Dio", attenta ai più minuti doveri. Era fedele alle amicizie, trepidante per la mamma veneranda, a cui inviava settimanalmente uno scritto filiale. Emise la professione temporanea (voti semplici) la domenica 21 aprile, giorno di Pasqua, del 1935. Quel giorno apparve trasfigurata dall'intima gioia, pronta a seguire dovunque l'Agnello senza macchia, quale sua "sposa". Fu di guida e sostegno alle consorelle più giovani.
edith-stein2
Suor Teresa Benedetta della Croce
Il 14 settembre 1936 perdette la mamma, di ottantasette anni: l'integrità di vita e la perfetta buona fede di lei le mitigarono il grande dolore. Il 14 dicembre successivo cadde e si fratturò un piede e una mano: portata in ospedale, potè intrattenersi più a lungo con la sorella Rosa, giunta da Breslavia a completare la sua preparazione al Battesimo per la vigilia di Natale del 1936.
Già da tempo il Padre Provinciale, conscio dei servizi inestimabili che Suor Teresa Benedetta poteva rendere alla scienza e alla religione, le aveva ordinato di rivedere e portare a termine la sua opera fondamentale: "Essere finito ed essere eterno''. Altri studi, altri scritti su argomenti diversi le vennero chiesti quasi senza interruzione; e lei vi si applicò in perfetta sottomissione, con notevole fatica per il tempo tanto limitato e frazionato, poiché non voleva mancare in nulla alla piena osservanza regolare, da degna figlia di Santa Teresa di Gesù.
Martire!
Il 21 aprile 1938 sigillò per l'eternità la sua consacrazione a Dio con la professione solenne (voti perpetui) seguita, dieci giorni dopo, dalla sacra velazione. Ma quell'anno il clima di feroce persecuzione hitleriana contro gli ebrei e contro la Chiesa costituiva un grave pericolo per Suor Teresa Benedetta, tanto più che, in occasione delle elezioni ella non nascose la più aperta condanna al mostruoso regime. La stessa esistenza del Carmelo di Colonia poteva essere compromessa dalla sua presenza. Perciò l'ultimo giorno dell'anno 1938 dovette separarsi dalle amate consorelle e riparare nascostamente in Olanda, presso le Carmelitane di Echt.
A Echt riprese serena la sua vita di silenzio adorante e di immolazione, quasi nulla fosse mutato. Imparò la lingua olandese e proseguì, per obbedienza, la sua attività scientifico-letteraria. In vista del centenario della nascita di San Giovanni della Croce (1942), intraprese nel 1941 uno studio sull'idea ispiratrice della vita e dell'opera del mistico Dottore, a cui diede per titolo "Scientia Crucis", che risultò una preparazione al suo martirio.
Iniziate le ostilità della guerra mondiale nell'autunno 1939, l'esercito nazista invase Belgio e Olanda nel 1940. L'odio contro gli ebrei giunse a tal punto che le Carmelitane di Colonia ritennero prudente distruggere lettere e scritti confidenziali della Stein, e le consorelle di Echt si adoperarono per trovarle un asilo in un Carmelo svizzero. Il nobile tentativo aggravò la situazione di suor Teresa Benedetta perché, costretta a presentarsi alla polizia nazista per i necessari documenti di emigrazione, venne notata per la sua origine e la sua impavida professione di fede cristiana. Cosicché, quando il 26 luglio 1942 nelle chiese cattoliche d'Olanda venne letta una famosa lettera collettiva dell'Episcopato contro la barbara persecuzione antiebraica in terra olandese, le sorelle Stein furono subito incluse nel numero delle vittime della ritorsione nazista. Alle cinque pomeridiane del 2 agosto, vennero improvvisamente prelevate, caricate su un carro d'assalto e brutalmente sospinte, con numerosi altri infelici, verso il loro ultimo destino.
Il dramma finale della Via Crucis, a cui Edith andò in contro consapevole e tranquilla, rispondeva a una sua lucida previsione. Già la Domenica di Passione del 1939 aveva chiesto alla sua M. Priora il permesso di offrirsi "vittima espiatrice" al Cuore di Gesù per la pace nel mondo, e su un immaginetta aveva scritto l'atto di offerta della propria vita per la conversione degli ebrei.
Le due sorelle Stein, condotte prima a Maastricht e poi ad Amersfoort, nella notte tra il 3 e il 4 di agosto arrivarono al campo di concentramento di Westerbok (Olanda). A persone di fiducia che poterono avvicinarle, Edith dichiarò: "Sono pronta a tutto". E alla Priora di Echt fece sapere: "Finora ho potuto pregare benissimo, e ho detto di tutto cuore: Ave Crux, spes unica!". Nel lager si prodigò a consolare e assistere mamme e piccoli in preda alla disperazione.
Nella notte tra il 6 e il 7 di agosto 1942, lei, Rosa e altri religiosi e molti cattolici vennero fatti partire verso il campo di sterminio di Auschwitz (Slesia). Edith il 9 agosto successivo, assieme alla sorella Rosa, entrò nella camera a gas e andò incontro a Cristo glorioso.
A guerra finita, la fama di questa eroica figlia della Chiesa, esponente esimia del popolo ebraico, si diffuse rapidamente per il mondo. Molti la presero presto come modello e la ritennero una martire data da Dio per indicare al mondo, e soprattutto al popolo ebraico, la via della Verità, che in Cristo purifica, illumina e svela "l'Essere eterno". Presso la Curia Arcivescovile di Colonia, dall'anno 1962 al 1972, furono preparati i processi canonici ordinari per la raccolta degli scritti e si raccolsero le testimonianze sulla sua fama di santità eroica. Il 1° maggio 1987 il Papa Giovanni Paolo II la beatificò a Colonia; il giorno 11 ottobre 1998 si celebrò la sua canonizzazione in Piazza San Pietro a Roma. Nel 1999 è stata dichiarata co-patrona d'Europa insieme a Santa Caterina di Siena e a Santa Brigida di Svezia.
di P. Rodolfo Girardello ocd
da Pregare, Anno 6, nn. 6-7, settembre-ottobre 1998.
https://www.carmeloveneto.it/joomla/s-teresa-benedetta-della-croce
3 notes · View notes
pangeanews · 4 years
Text
“Non so se questa è arte dissi a me stessa. Questa è vita”. Quando Marina Abramović attraversò la Grande Muraglia cinese per sposare Ulay (e scoprì il suo tradimento)
Nell’estate del 1988, la Grande Muraglia in Cina era un cumulo di macerie. Un mucchio di sassi pericolanti. Tra le performance che srotola in modo particolareggiato e intenso (senza tacere davvero nulla) la leggendaria Marina Abramović, dentro quel sorprendente romanzo fiume che è Attraversare i muri – un’autobiografia (edito da Bompiani), The Lovers senz’altro è la mia preferita. Dopo dodici anni d’amore e d’arte (e tradimenti), dopo aver intrecciato i loro corpi in molteplici performance in giro per il mondo e avere mescolato sapientemente quanto pericolosamente vita e opera, Marina e Ulay (pseudonimo di Frank Uwe Laysiepen, l’artista scomparso a marzo scorso) concepiscono un progetto clamoroso nel cuore del deserto australiano, in mezzo agli aborigeni: percorrere a piedi tutta la Grande Muraglia. Vedono una luna piena gigantesca mentre parlano del fatto che, secondo gli astronauti, le uniche costruzioni visibili dalla Luna sono le piramidi e la Grande Muraglia cinese. “Fu allora che concepimmo un nuovo, ambizioso progetto: percorrere a piedi la Grande Muraglia, partendo dalle estremità e incontrandoci in mezzo. Nessuno l’aveva mai fatto prima, ne eravamo più che sicuri. E non solo ci saremmo incontrati a metà, ma lì ci saremmo sposati. Un’idea incredibilmente romantica”.
*
1988, “The Lovers”: Marina sulla Grande Muraglia cinese
Sotto la struttura della Muraglia vive un drago leggendario, di colore verde, che incarna l’unione di terra e aria, due elementi naturali. Ma l’opera non sarebbe così significativa se non celebrasse il fallimento, più che il coronamento, della storia d’amore dei due artisti. La realizzazione dell’opera è piena di ostacoli, nessuno effettivamente aveva mai percorso a piedi l’intera Muraglia. Poi, nel 1984, un cinese, Liu Yutian percorse da solo a piedi tutta la Muraglia. Quindi, i due artisti arriverebbero secondi. Per una ragazza vissuta sotto Tito, figlia di comunisti eroi di guerra, la Cina che attraversa è zeppa di qualcosa che ha già visto: “le locande più grandi erano deprimenti: nudi blocchi di cemento armato, con i gabinetti fuori. L’illuminazione era terribile; se le pareti erano dipinte, era in quel verde-ospedale che ricordavo fin troppo bene. I paesi, poi, erano un incubo. In tutti c’erano i tipici dormitori comunisti, che consistevano di tre locali: in mezzo c’era la cucina, da una parte lo stanzone per le donne e dall’altra quello per gli uomini”.
*
Alla vigilia della partenza lo scopo della performance Abramović è già a pezzi, proprio come la Muraglia. “Non ero certo in uno stato d’animo ottimale. Mi sentivo a pezzi. Ulay aveva continuato a tradirmi, sia alle mie spalle sia davanti ai miei occhi. Quando arrivai a Bangkok, ero disperata. Ero pazza di gelosia, avrei fatto di tutto per sapere con chi avesse una relazione in quel momento, ma ero decisa a recitare la parte della donna felice cui non importa niente. Gli dissi che avevo una storia pazzesca con uno scrittore francese che faceva l’amore divinamente. Non era vero nulla”. Il progetto era di partire dalle due estremità della Muraglia, la testa a oriente – la coda a occidente, e accamparcisi sopra. Ma camminare da soli non era permesso. “Invece di camminare da soli, ciascuno sarebbe stato accompagnato da un drappello di guardie e da una guida-interprete. In teoria le guardie ci dovevano proteggere, ma i cinesi avevano la paranoia che andassimo nei posti sbagliati e vedessimo ciò che non dovevamo vedere. Alcune porzioni della Grande Muraglia erano all’interno di aree militari inaccessibili: in questi casi, anziché continuare il cammino, saremmo saliti su una jeep con un autista e avremmo fatto una deviazione. E accamparsi sulla Muraglia era fuori questione: in Cina, dopo la rivoluzione culturale, nessuno voleva patire scomodità, soprattutto i soldati che ci accompagnavano”. Insomma, avrebbero alloggiato nelle locande vicine alla Muraglia, che, in alcuni punti, era stata divorata dalle sabbie del deserto. In molti punti era “un mucchio di sassi pericolanti”.
*
Per certi versi era una Cina ancora sconosciuta agli occidentali. “Erano gli anni di piazza Tienanmen e attraversavo una Cina che ben pochi occidentali conoscevano. Misi piede in dodici province che erano proibite agli stranieri. C’erano siti contaminati dalla radioattività. Vidi persone legate ad alberi e lasciate morire lì, come forma di punizione. Vidi lupi mangiare cadaveri. Era una Cina che nessuno voleva vedere”. Ulay le fa recapitare un biglietto, dalla Cina occidentale: “Camminare sulla Muraglia è la cosa più facile del mondo”. Le dissimmetrie erano parte dell’opera, del territorio e del principio maschile, il deserto, contro quello femminile, l’acqua. Ulay era partito dal deserto, Marina dal mare. Nonostante tutto, lei pensava di portare la loro storia d’amore in salvo. Si incontrarono il 27 giugno 1988, tre mesi dopo la partenza, a Erlang Shen, Shennu, nella provincia di Shaanxi. Ulay era lì ad aspettare Marina da tre giorni, tra un tempio confuciano e uno taoista. E aveva già messo incinta la sua interprete, Ding Xiao Song, che avrebbe sposato a Pechino, nel dicembre di quell’anno.
*
2010: “The Artist is Present”, al MoMA di New York Marina ritrova Ulay
Attraversare i muri è dopo tutto un inno alla vita, agli incontri e agli amori, alla sua imprevedibilità, alle morti e al dolore che la percorre dall’inizio alla fine. Dolore che è parte integrante di tutte le opere della Abramović, comunque la si pensi su di lei e sulla sua arte (che per alcuni critici non è se non puro esercizio fisico, una sfida sensoriale e disinibita). Che è inscindibile dalla vita dell’artista. Ma che cosa è l’arte? “Se vediamo l’arte come qualcosa di isolato, di sacro e di separato da tutto, significa che non è vita. Mentre l’arte deve essere parte della vita, deve essere di tutti”.
*
L’artista c’è, è presente. The Artist Is Present, forse la sua performance più celebre, durata tre mesi al Museum of Modern Art di New York la porta nuovamente a interrogarsi. E a interrogare il pubblico e la critica. “Non so se questa è arte dissi a me stessa. Non so cos’è quello che sto provando né so cosa sia l’arte. Avevo sempre pensato all’arte come a qualcosa espresso mediante determinati media: pittura, scultura, fotografia, scrittura, cinema, musica, architettura. E sì, anche performance. Ma questa performance andava oltre la performance. Questa era vita. Può essere l’arte isolata dalla vita? Deve esserlo? Cominciai a essere sempre più convinta che l’arte deve essere vita – deve appartenere a tutti. Sentivo, con un’intensità mai provata prima, che ciò che avevo creato aveva uno scopo”. L’artista, comunque, soffre sempre. Per antonomasia. Alla fine della prima giornata della performance, si siede, inaspettatamente, davanti a Marina, il suo vecchio amore, Ulay. “Fu uno shock. In un attimo mi passarono davanti dodici anni della mia vita. Per me non era certo un visitatore come gli altri. Così, solo per quella volta, infransi le regole. Misi le mie mani nelle sue, ci guardammo negli occhi e, prima di rendermi conto di quello che stava accadendo, ci ritrovammo in lacrime”. Poco tempo dopo, Ulay scoprì di avere un cancro. Lei gli è sopravvissuta, così come è sopravvissuta, dolorosamente e coraggiosamente, alla fine del suo successivo e tormentato amore, Paolo Canevari. Con una forza femminile che è davvero la sua arte migliore e certamente la sua arma più vincente.
N.B.: Dal suo decalogo, quasi alla fine del romanzo, La condotta di vita di un artista, mi annoto questa massima: “Un artista dovrebbe evitare di innamorarsi di un altro artista”.
Linda Terziroli
*In copertina: Marina e Ulay in “Rest Energy”, 1980
L'articolo “Non so se questa è arte dissi a me stessa. Questa è vita”. Quando Marina Abramović attraversò la Grande Muraglia cinese per sposare Ulay (e scoprì il suo tradimento) proviene da Pangea.
from pangea.news https://ift.tt/31tYT1b
2 notes · View notes
perfettamentechic · 3 years
Text
27 dicembre … ricordiamo …
27 dicembre … ricordiamo … #semprevivineiricordi #nomidaricordare #personaggiimportanti #perfettamentechic #felicementechic #lynda
2016: Barbara Tarbuck, è stata un’attrice cinematografica, televisiva e teatrale americana. (n. 1942) 2016: Claude Gensac, nata Claude Jeanne Malca Gensac, è stata un’attrice cinematografica e teatrale francese. (n. 1927) 2016: Carrie Fisher, Carrie Frances Fisher, attrice, sceneggiatrice e scrittrice statunitense.  (n. 1956) 2012: Harry Carey Jr., nome d’arte di Henry G. Carey, è stato un attore…
Tumblr media
View On WordPress
2 notes · View notes
Text
Iran all'Onu: "Abbiamo il diritto di rispondere a Israele" | Tel Aviv: "La guerra andrà avanti per molti mesi" 
27 dicembre 2023 00:07 TEMPO REALE Iran all’Onu: “Abbiamo il diritto di rispondere a Israele”. Tel Aviv: “La guerra andrà avanti per molti mesi”. Netanyahu: “Eliminare Hamas, emissario dell’Iran” 27 dic 12:58 Hamas smentisce l’Iran: “Il 7/10 è risposta a occupazione” 27 dic 12:56 Hamas: “Bilancio vittime a Gaza sale a 21.110 morti” 27 dic 12:41 Iran: l’attacco del 7 ottobre una…
View On WordPress
0 notes
corallorosso · 5 years
Photo
Tumblr media
I crimini (anche razzisti) dei soldati italiani nei Balcani e in Africa di Giovanni Giovannetti C'è una pagina della nostra storia nazionale che da quasi ottant'anni si fatica a leggere. Quella dei crimini, anche a sfondo razziale, compiuti dall'Esercito italiano in Africa e nei Balcani. Maggio 1941. Germania, Italia e Ungheria occupano la Slovenia, e la provincia di Lubiana viene annessa al Regno d'Italia. Ma temendo la resistenza sociale ben più di quella armata, il comandante supremo della Seconda armata d'occupazione generale Mario Roatta il 1° marzo 1942 emana la famigerata “circolare 3c” contro la popolazione civile slovena. Roatta dispone rappresaglie, incendi di case e villaggi, razzie, torture, esecuzioni sommarie, la cattura e l'uccisione di ostaggi, internamenti di civili e militari nel campo di concentramento nell'isola di Arbe (Rab) in Croazia e in quelli di Gonars in Friuli, Monigo presso Treviso, Chiesanuova di Padova o Renicci d'Anghiari in Toscana. Se possibile, queste misure saranno rese ancora più draconiane dalle circolari integrative del comandante dell'undicesimo Corpo d'Armata generale Mario Robotti, altro delinquente («si ammazza troppo poco», dirà), e dell'alto commissario per la provincia di Lubiana Emilio Grazioli (come Roatta è nell'elenco dei criminali di guerra italiani). 
I non umani 
E si badi, a usare la mano pesante con i civili non sono le Camicie nere di Mussolini ma uomini dell'Esercito fedele al re e alla corona, che vedono gli sloveni come dei selvaggi piantagrane, alieni e inanimati: uno sguardo deumanizzante, l'alibi per ogni sorta di arbitrio, come quello che oggi provoca una tutto sommato modesta indignazione per la morte di 200 esseri umani che annegano nel Mediterraneo. Stando all'ex partigiano e studioso del movimento di liberazione sloveno Tone Ferenc, nella sola provincia di Lubiana verranno «fucilati o come ostaggi o durante operazioni di rastrellamento circa 5.000 civili, ai quali vanno aggiunti i circa 200 bruciati e massacrati in modi diversi. 900 invece i partigiani catturati e fucilati. A loro si devono aggiungere oltre 7.000 persone in gran parte anziani, donne e bambini morti nei campi di concentramento in Italia. Complessivamente moriranno più di 13.000 persone su 340.000 abitanti, il 2,6 per cento della popolazione». A questo triste bilancio aggiungeremo l'incendio di 3.000 case, l'internamento di 33.000 persone, la distruzione di 800 villaggi. La Commissione di Stato jugoslava per l'accertamento dei crimini di guerra ha inoltre accusato Roatta e sodali di aver ampiamente disatteso la seconda Convenzione internazionale dell'Aja relativa ai prigionieri, ai feriti e agli ospedali; di aver disposto la fucilazione di partigiani fatti prigionieri e di ostaggi; di aver ordinato l'internamento dei componenti di intere famiglie e villaggi e di aver consegnato i civili incolpevoli ai tribunali militari; di aver ordinato che i civili fossero ritenuti responsabili di tutti gli atti di sabotaggio commessi nelle vicinanze della loro abitazione e che, per rappresaglia, si potesse sequestrare il loro patrimonio, distruggere le loro case e procedere al loro internamento. Sul fronte economico si registra la depredazione delle risorse slovene pianificato dall'Iri, l'Istituto italiano per la ricostruzione industriale sorto nel 1933. 
Criminali in divisa Che dire di più? In applicazione delle severe disposizioni di Roatta, la notte tra il 22 e il 23 febbraio 1942 Lubiana è posta in stato d'assedio e i Granatieri di Sardegna capitanati da Taddeo Orlando, affiancati da collaborazionisti slavi, rastrellano per settimane con «metodo deciso» migliaia di civili (un quarto degli uomini validi «prescindendo dalla loro colpevolezza» dirà Orlando) e 878 di loro vengono internati nei campi di concentramento. Altri rastrellamenti avverranno tra il 27 giugno e il 1° luglio – con il fermo di 17mila civili – e dal 21 al 28 dicembre, con l'arresto di oltre 500 persone; tra loro donne, vecchi e bambini. Pochi, i più fortunati, li deporteranno in alcune città del nord Italia. Ma in questa “strategia della snazionalizzazione” – come l'ha chiamata Davide Conti – sono 33mila gli sloveni internati in duecento lager in Italia e sul posto, a morire di freddo, stenti, tifo e dissenteria (per Robotti erano «inconvenienti igienici»). Come si legge in una relazione del 9 settembre 1942 di Roatta a Robotti, «si tratterebbe di trasferire, al completo, masse ragguardevoli di popolazione e di sostituirle in posto con popolazioni italiane». Altri rastrellamenti seguiranno nei centri più importanti del Paese. «Dicono che donne e bambini e vecchi, a frotte, o rinvenuti nei boschi o presentatisi spontaneamente alle nostre linee costretti dalla fame e dal maltempo, sono stati intruppati, e avviati (tra pianti e pianti e pianti) ai campi di concentramento». Lo si legge al giorno 25 settembre 1942 del Diario di don Pietro Brignoli, cappellano militare del secondo Reggimento Granatieri di Sardegna. ...l'ispettore e i loro tirapiedi interrogano i prigionieri e li torturano flagellandoli, bastonandoli, colpendoli al basso ventre, infliggendo bruciature o esponendo i testicoli alla corrente elettrica (non mancano i casi di stupro su alcune detenute). Quando i detenuti vengono consegnati al Tribunale speciale di guerra, a reggere la pubblica accusa trovano il tenente colonnello Enrico Macis, altro “criminale di guerra”, altro vessatore impunito (dal novembre 1941 al settembre 1943 questo Tribunale sentenzierà la morte di 83 civili e partigiani). Macis non manca poi di manifestare il suo compiacimento per le deportazioni: come scrive il 26 aprile 1943, «nello scorso anno le autorità militari con apprezzato senso di opportunità avevano rastrellato la città ordinando l’internamento di tutti gli uomini dai 18 ai 35 anni».... Passata la guerra, a Macis verrà conferita la qualifica di “Partigiano combattente”. Non bastasse, nel 1946 l'ufficio informazioni dello Stato maggiore dell'Esercito gli commissionerà uno studio sui problemi di carattere giuridico in ordine ai crimini di guerra. Come affidare ad Al Capone uno studio sul consumo illegale di alcolici... dopo la liberazione, ritroveremo i torturatori Messana e Verdiani non in galera, non silenziosamente pensionati, ma l'uno dopo l'altro a occuparsi di antimafia alla guida dell'ispettorato di pubblica sicurezza per la Sicilia, ovvero a depistare indagini e a coltivare relazioni con latifondisti, mafiosi, monarchici e banditi come Salvatore Giuliano. In totale, 109.437 jugoslavi verranno deportati nei campi di concentramento fascisti in Italia. Ad Arbe, Carlo Alberto Lang, capitano medico incaricato di un sopralluogo, segnala che tra il settembre e l'ottobre 1942 in trenta giorni muoiono 209 persone, di cui 62 bambini sotto gli 11 anni. E al medico provinciale che segnala i numerosissimi casi di «dimagrimento patologico ... il generale Gastone Gambara (altro “criminale di guerra”) il 17 dicembre 1942 cinicamente replica quanto fosse «logico e opportuno che campo di concentramento non significhi campo di ingrassamento, in quanto “individuo malato = individuo tranquillo”». Non fosse arrivato l'8 settembre, tutto questo avrebbe assunto le dimensioni del genocidio. 
L'Italia si auto assolve 
Nel dopoguerra, in quell'Europa divisa in due, in Italia si enfatizzeranno, decontestualizzandole, la diaspora dalmata-istriana e le foibe, mentre si minimizzeranno, sino alla rimozione, le violenze compiute dall'esercito italiano nei confronti della popolazione civile slovena, dalmata, montenegrina, croata, greca, russa e albanese, in aggiunta alle violenze già a referto in Libia (100mila vittime su 800mila abitanti: un genocidio) e in Etiopia (nel Corno d'Africa tra il 1935 e il 1943 si contano 300mila vittime). Calerà il silenzio anche sui bombardamenti di natura terroristica compiuti dalla Regia aeronautica italiana sulla città basca di Durango il 31 marzo 1937 (morti 289 civili) e su Barcellona in Catalogna tra il 16 e il 18 marzo 1938 (670 morti) durante la Guerra civile spagnola. Sono atti criminali non inferiori a quello tedesco e italiano del 26 aprile 1937 su Guernica (quattro settimane dopo la strage di Durango), a torto ritenuto il primo atto di terrore dal cielo deliberatamente compiuto contro la popolazione civile. Insomma, brandendo il paradigma dell'“italiano buono”, benevolmente assunto dall'opinione pubblica, sui nostri crimini cala l'oblio e l'Italia si auto assolve, cancellando dal senso comune (e dai testi scolastici) la memoria dei nostri omicidi e ogni traccia dei nostri campi di morte.
40 notes · View notes
piusppxii · 6 years
Text
«Satana colpirà al cuore la società...». Del tutto sconosciute, le straordinarie profezie di Papa Pio XII
Tumblr media
L'avverarsi di alcune rivelazioni di papa Pacelli (1876-1958), come il crollo dell'Unione Sovietica e l'elezione di un pontefice polacco, rende credibili e talora allarmanti le "ispirazioni profetiche" che riguardano il nostro futuro.
La liberazione del popolo cinese, il crollo del capitalismo, l'ingovernabilità dell'Italia, l'invasione dei popoli provenienti dall'est e dai Paesi africani diverranno realtà?
ALCUNE DELLE PIÙ RILEVANTI PROFEZIE DEL "PASTOR ANGELICUS"
1. IL GRANDE PROBLEMA SARÀ LA CINA
«La Cina è una bomba demografica e quando finirà per esplodere, metterà in crisi il mondo intero».
«Quando cadranno gli idoli di Mosca, inizieranno a scricchiolare anche gli idoli di Pechino… All'esaltazione subentrerà l'anarchia e milioni di cinesi cercheranno rifugio in tutto il mondo, aggravando spesso la situazione già precaria di altri Paesi…».
«Il primo, grave pericolo del terzo Millennio sarà la Cina… E sarà coinvolta anche l'Europa, anche l'Italia…».
«Quando si presenterà il problema cinese, non ci sarà più al mondo una potenza in grado di fronteggiarlo; e non ci sarà un Paese in grado di costituire una catena di solidarietà… Sarà un quadro estremamente preoccupante».
«Un numero sempre maggiore di asiatici, soprattutto di cinesi, premerà alle frontiere dei Paesi industrializzati, soprattutto europei, mettendo in crisi economie che un tempo erano fiorenti».
«Le grandi emigrazioni della fine del Millennio turberanno il mondo. La maggior parte dei Paesi non sarà preparata ad ospitare un numero sempre maggiore di persone… La civiltà orientale conviverà con la civiltà occidentale».
«Sarà la fine di un tempo, sarà la fine degli isolamenti tradizionali della civiltà occidentale…».
Sono frasi che Pio XII ha pronunciato tra il 1946 e il 1952. Sono visioni profetiche, sulla Cina e sull'emigrazione dei popoli poveri verso i Paesi industrializzati. Questa preveggenza si sta già avverando, seppur in modo lento. Quando crollerà anche il regime cinese – come profetizzato dal Pontefice – emergerà il problema, in tutta la sua drammaticità.
2. LE DIFFICOLTÀ DELLA NUOVA GENERAZIONE SARANNO MOLTE
«Il pericolo che corre la prossima generazione sarà quello di crescere senza i due supporti fondamentali: la fede e l'umiltà… Se mancano questi due cardini, la vita sarà difficile; e alle prime difficoltà, l'uomo si fletterà su se stesso, rinunciando a lottare…».
Sono parole pronunciate da Pio XII nel 1950. Si tratta di una visione profetica. E la conferma la troviamo nelle recenti dichiarazioni di un noto educatore che, analizzando «il problema droga», arriva a questa preoccupante conclusione: «… abbiamo una generazione fragile; una generazione con poche speranze, perché priva di fede… Una generazione con mille problemi, coinvolta in una competizione frenetica, devastante, nella quale non ha alcun posto l'umiltà…».
Parlando a un gruppo di madri cattoliche, nel 1950, il Pontefice ricordava anche: «… che i giovani vanno educati a vivere una vita interiore; vanno educati alla preghiera e alla meditazione, perché l'uomo che nei momenti difficili non riesce a rifugiarsi nella preghiera, vive male e non riesce a donare la pace alle persone che gli sono vicine…».
Anche qui Pio XII aveva «visto» giusto. La conferma ci viene data anche da Giovanni Paolo II, che rivolgendosi soprattutto ai giovani, ha ripetutamente dichiarato che: «… oggi si vive male, perché non si è più capaci di vivere una vita interiore». Tutto è all'insegna dell'esteriorità. Nel mondo serpeggia una specie di culto blasfemo per le cose materiali, per i piaceri della carne. Manca la fede, manca la spiritualità, manca l'umiltà: ecco la tragedia della nuova generazione. Una tragedia che Pio XII aveva profetizzato. Una tragedia che coinvolgerà, purtroppo, un numero sempre maggiore di giovani, spingendoli spesso sulla strada disperata della droga.
3. LA SCIENZA NON PUÒ SOSTITUIRSI A DIO
«Ci sono dei limiti che la scienza non può valicare… Alcune premesse lasciano scorgere inquietanti ricerche scientifiche… Si cercherà di sostituire Dio con le equazioni matematiche».
Pio XII sapeva vedere lontano, difatti in queste parole profetiche, pronunciate all’inizio degli anni Cinquanta, si riflettono le ricerche scientifiche, soprattutto nel campo della biologia e della fisica, dei nostri giorni.
Oggi, con la Theory of Everything, «la teoria del tutto», si ha la presunzione di svelare il mistero dell’universo, per arrivare a sostituire Dio con una formula matematica.
In altre parole, non più «Dio Redentore», ma «Massimo Matematico». Questa ricerca scientifica, priva di etica, la troviamo anche in altri vaticini. Un messaggio della fine Ottocento, attribuito a una suora di clausura, dice che:
«Alla fine del Millennio, l’uomo si sentirà potente, al punto tale da violare i grandi misteri dell’Eterno… Ma l’uomo che si sentirà potente sarà più fragile di sempre perché questo sarà il tempo in cui le forze della natura si scateneranno per riportare il Creato alla sua bellezza originale… Perché alla fine del Millennio… la terra sarà avvelenata e l’uomo si dibatterà in una ragnatela di difficoltà e di dolori. Alla fine, risorgerà l’umiltà. E l’uomo, nella disperazione dei cieli fumosi, ritornerà a rivolgersi a Dio… Perché i disastri provocati dall’uomo potranno essere sanati solamente con un intervento divino…».
4. A PROPOSITO DI COSTITUZIONE ITALIANA: "DI CRISTIANO HA SOLO L'INVOLUCRO"
«È una Costituzione che non diventerà longeva. Di cristiano ha solamente l'involucro… ».
Nel 1943 un gruppo di laureati cattolici elaborava a Camaldoli un codice di etica sociale ispirato al messaggio evangelico che, in un secondo tempo, verrà considerato dai «padri della Costituzione».
I primi appunti di questo codice etico d'ispirazione evangelica vennero sottoposti al Pontefice, il quale fece un commento molto significativo: «L'amore per il prossimo e la giustizia devono essere i cardini di una Costituzione degna di essere ispirata ai principi cristiani…».
E quando, quattro anni dopo, la Costituzione venne approvata, alcuni giornali attribuirono a Pio XII un giudizio che provocò alcune polemiche: «Di cristiano ha solamente l'involucro…».
Sull'onda di questo giudizio, scaturì un vaticinio, sempre attribuito a Pio XII: «È una Carta Costituzionale che non diventerà longeva… cinquant'anni, un po' meno o un po' più».
Quarantanove anni dopo — la Costituzione è stata approvata il 27 dicembre 1947 — s'inizia a parlare di un nuova Costituente, perché la Costituzione «non corrisponde più alle esigenze politiche del nostro tempo».
Sono parole che farebbero rabbrividire l'onorevole Terracini, già presidente dell'Assemblea Costituente, il quale, in una intervista del 1947 dichiarava che: «La nuova Costituzione è quanto di meglio possa essere dato a un popolo civile, moderno e democratico… È una Costituzione che coinvolgerà certamente più generazioni». Pio XII non era dello stesso parere, perché sentiva che, nella migliore delle ipotesi, la Costituzione del 1947 avrebbe coinvolto una generazione.
5. LA MINACCIA DELLE ACQUE
«La catastrofe del Polesine dovrebbe rappresentare un campanello d’allarme… invece la minaccia delle acque diventerà sempre più preoccupante».
Nel novembre 1951 il Po ruppe gli argini allagando oltre centomila ettari di terreno. Molte furono le vittime, mentre i danni vennero valutati intorno a ventisette miliardi, che per quel tempo era una cifra da capogiro.
Pio XII volle che la Chiesa si applicasse in ogni modo per aiutare le persone che erano rimaste senza casa, senza mezzi. E soprattutto per la ricostruzione.
In quelle giornate di dolore, Pio XII invitò più volte a pregare, «… affinchè il flagello delle acque non ritorni a minacciare l’uomo».
Sempre in quel periodo, Pio XII dichiarò che: «La catastrofe del Polesine dovrebbe essere un insegnamento… dovrebbe rappresentare un campanello d’allarme… invece la minaccia delle acque diventerà sempre più preoccupante».
Sono parole dal contenuto profetico, che vennero ricordate dodici anni dopo, quando nel 1963, si registrò la tragedia del Vajont. Un paese intero – Longarone – venne cancellato dalle acque. Duemilacinquecento furono i morti. E anche questa volta la Chiesa si mise al servizio delle persone maggiormente colpite dalla tragedia.
La minaccia delle acque, in seguito anche all’irresponsabile abbandono delle campagne e al disboscamento, continuò negli anni futuri. Alcuni ecologisti sostengono, a questo proposito, che il vero «flagello delle acque» deve ancora venire. E, forse, si tratta di quel «flagello» per il quale Pio XII aveva invitato a pregare già nel 1951.
6. QUANDO IL PONTEFICE SARÀ ITINERANTE
«Arriverà un giorno in cui il Pontefice sarà itinerante… raggiungerà le terre più lontane e più abbandonate…».
La tradizione esigeva che il Segretario di Stato rimanesse costantemente a fianco del Pontefice. Ma quando il cardinale Pacelli divenne Segretario di Stato, questa tradizione radicata nel tempo cambiò completamente.
Il cardinale Pacelli, dopo le sue esperienze di Nunzio Apostolico in Germania, era fermamente convinto dell’efficacia del «contatto diretto» con le persone che affrontavano i grandi problemi della politica e con il popolo, con la gente, con i fedeli sparsi nel mondo, che mai avrebbero avuto la possibilità d’incontrare il Pontefice.
Così, il cardinale Pacelli, avviò quella che negli ambienti vaticani veniva chiamata «la rivoluzione itinerante».
Quale Delegato Pontificio, rappresentò il Pontefice in Francia, in Brasile, negli Stati Uniti d’America. E in tante altre parti del mondo. Pio XI aveva ben accolto «questo nuovo modo di gestire i rapporti con l’estero», anche alla luce degli ottimi risultati che si raccoglievano ovunque.
Rientrando dal Congresso Eucaristico Internazionale di Buenos Aires il cardinale Pacelli, che Pio XI chiamava bonariamente «l’oratore di Pentecoste», nell’entusiasmo del momento, disse che: «… arriverà un giorno nel quale il Pontefice sarà itinerante, raggiungerà le terre più lontane e più abbandonate, incontrerà i fedeli e i capi di Stato… e questa semina finirà per dare frutti abbondanti e preziosi».
E così è avvenuto, soprattutto per il pontificato di Giovanni Paolo II, durante il quale il Pontefice ha visitato, come aveva profetizzato Pio XII, «le terre più lontane e più abbandonate».
7. LA DISOCCUPAZIONE ESPLODERÀ ALLA FINE DEL MILLENNIO
«II grave problema della disoccupazione ricomparirà in tutta la sua drammaticità, alla fine del Millennio…».
In tutti i discorsi elettorali del dopoguerra, il complicato, grave problema della disoccupazione veniva posto al primo piano. I sindacati parlavano di «mina vagante», i politici parlavano di «problema centrale». Ma gli indici della disoccupazione, soprattutto giovanile, continuavano a crescere, soprattutto al sud, dove si considerava che almeno la metà dei giovani si trovasse senza un lavoro.
Le cose migliorarono sensibilmente al nord, con l'opera di ricostruzione. E si iniziò a parlare di benessere. Alcuni politici, con una visione limitata della realtà italiana, iniziarono allora a parlare della disoccupazione come di «un problema che ci si sta lasciando alle spalle… un problema superato».
Ma Pio XII non era dello stesso parere. Il Pontefice «era capace di vedere molto lontano», e dichiarava: «La disoccupazione è un problema tutt'altro che risolto… anzi riemergerà drammaticamente alla fine del Millennio, quando le macchine sempre più sofisticate sostituiranno l'uomo e il benessere sarà all'ultima frontiera…».
Questa preveggenza si sta avverando ai nostri giorni. I dati statistici presentano difatti percentuali di disoccupati in continuo aumento. Un terzo dei giovani è senza lavoro. Mentre il lavoro nero è una piaga che sta dilagando. In alcune località del Meridione, si supera abbondantemente la percentuale del 50 per cento dei disoccupati. II benessere, come aveva profetizzato il Santo Padre, non ha sconfitto la disoccupazione, che riemerge «in tutta la sua drammaticità».
8. IL TEMPO DEI FALSI PROFETI
«II tempo dei falsi profeti è vicino… Saranno vestiti da politici o da scienziati… e lasceranno alle spalle la desolazione».
Anche nel Vangelo di Matteo si profetizza l'evento dei «falsi profeti». «Guardatevi… perché verranno a voi in veste di pecore, ma dentro son lupi rapaci». C'è quindi l'inganno, perché gli uomini «saranno presi con false parole di amore e di giustizia, per poi essere condannati a vivere nell'odio e nell'ingiustizia».
Pio XII, analizzando i tempi in cui sta vivendo l'umanità, «vede» i falsi profeti nei politici corrotti o negli scienziati che stravolgono le leggi naturali. C'è in proposito una frase significativa, pronunciata da Pio XII nel 1952: «Si sta avvicinando il tempo dei falsi profeti… inganneranno facilmente i puri di cuore, perché si presenteranno nella veste di uomini di grandi capacità e di grande cuore, invece saranno politici corrotti e scienziati senza scrupoli…».
Nel giorno dei falsi profeti siamo già entrati. Arriverà un momento in cui tutti coloro che si avvicinano alla politica saranno dei ««falsi profeti», in quanto il loro scopo non sarà quello di servire la società, ma di utilizzare la società, per scopi più o meno leciti. Ai politici corrotti e corruttori si aggiungono gli scienziati che mirano unicamente a strabiliare il mondo con le loro ricerche. E qui troviamo al primo posto i ricercatori nel campo della genetica, con gli uteri in affitto e le inseminazioni ibride. E le ricerche sono appena iniziate.
9. L'ISLAM SARÀ SEMPRE PIÙ PRESENTE IN EUROPA
«Sarà costruito un grande tempio islamico nella culla del cattolicesimo…».
C’è una profezia del XVII secolo che prevede «La grande moschea, nel cuore del cattolicesimo». «… L’ombra dell’Islam», dice il messaggio «segnerà le gradinate di San Pietro… nel tempo in cui sarà prossimo un grande evento».
Anche Pio XII aveva previsto la costruzione del «grande tempio islamico, nella culla del cattolicesimo». E, se analizziamo alcune sue parole, riportate dai biografi del Pontefice, dobbiamo dire che si può scorgere un vaticinio «sul rinnovarsi delle guerre di religione». Perché sarà soprattutto «l’islamismo che cercherà d’invadere l’Europa, per genuflettere la civiltà cristiana».
La prima parte di questi vaticini si è già avverata. Mercoledì 21 giugno 1995 è stata difatti inaugurata la grande moschea di Roma. E, com’era profetizzato, si tratta di «un grande tempio». Vennero impiegati difatti quasi vent’anni per costruirla. E oggi, con la sua possibilità di contenere oltre duemila persone, è considerata la più grande moschea d’Europa. Va messo poi in risalto il fatto che non si tratta della prima moschea in Italia, perché ne esistono già una cinquantina, con oltre duecento posti di aggregazione.
È il primo passo verso la conquista islamica dell’Europa? I messaggi profetici sembrano rispondere positivamente. Anche se una parte del mondo cattolico è convinta della pacifica convivenza tra cristianesimo e islamismo. L’infiltrazione islamica sarà, forse, facilitata da questa spaccatura tra coloro che considerano possibile la convivenza tra cristiani e islamici e coloro che la rigettano completamente.
10. L'UOMO SARÀ RIDOTTO A PURO OGGETTO DELLA SOCIETÀ
«I pericoli della spersonalizzazione dell'uomo moderno cresceranno inevitabilmente nel tempo…».
Nel radiomessaggio natalizio del 1952, Pio XII esternava le sue preoccupazioni per la spersonalizzazione dell'uomo moderno «che la società riduce a puro oggetto; vittima di una meccanizzazione delle coscienze». Su questa strada, proseguiva il messaggio, «… non troveranno posto che l'ingiustizia e il disagio, con tutte le immaginabili sciagure provocate dalla fame e dalla disoccupazione».
Questo grave problema era motivo di costante preoccupazione, da parte del Pontefice. Un giorno, parlando con un gruppo di collaboratori dichiarò: «… i pericoli della spersonalizzazione dell'uomo moderno sono ancora allo stato embrionale… ma cresceranno inevitabilmente nel tempo. E, quando l'uomo sarà spersonalizzato, sarà considerato come un oggetto… E sarà acquistato e usato, come si usa un oggetto».
E ancora: «La società dei consumi non accetta l'uomo con una sua idea… l'uomo capace di difendere le sue convinzioni; perché l'uomo dev'essere solamente uno strumento di lavoro, di produzione, di profitto…».
In alcuni discorsi, pronunciati dal Pontefice nel 1954 e 1955, emerge ancora questa sua preoccupazione per «l'uomo spersonalizzato», per «l'uomo oggetto»: «Il costo che l'uomo dovrà pagare per un illusorio benessere materiale è troppo alto, perché dovrà spesso sacrificare la sua personalità e la sua dignità… Il consumismo farà dell'uomo un oggetto. Ma le conseguenze non si vedranno a breve distanza di tempo… Sarà necessario almeno mezzo secolo prima che l'uomo si renda conto dell'inganno… O meglio, che alcuni uomini si rendano conto dell'inganno, perché la massa, formata dall'uomo-oggetto, non si renderà conto di questa tragica realtà».
E c'è una frase ancora più significativa, pronunciata dal pontefice in occasione del radiomessaggio natalizio del 1955: «La politica consumistica è un mezzo per ridurre in schiavitù l'uomo».
11. LA FAMIGLIA IN CRISI
«Satana colpirà nel cuore la società, distruggendo la famiglia… E quando si distrugge la famiglia, si distrugge l'uomo…».
Queste parole vennero pronunciate dal Pontefice nel 1951. Pio XII aveva esternato in più occasioni le sue preoccupazioni «per i pericoli ai quali andava incontro la famiglia».
Un giorno, parlando a un gruppo di genitori disse: «Diffidate di coloro che parlano molto della famiglia e del tempo in cui s'inventeranno nuovi sostegni per la famiglia, perché sarà questo il tempo in cui la cellula della società entrerà in crisi… in agonia».
E qui è significativo ricordare un recente «Studio sulla famiglia italiana», condotto dal CSS (Centro Studi Sociali): «La parola famiglia entra con sempre maggiore frequenza nelle pagine dei giornali. I progetti di legge a sostegno della famiglia sono stati triplicati nel giro di cinque anni, mentre il numero delle famiglie che si sciolgono continua ad aumentare…».
Pio XII «vedeva» pertanto bene. E «vedeva» bene anche quando dichiarava che: «… Le nostre maggiori preoccupazioni riguardano la famiglia fondata su leggi naturali, cristiane… Perché si cercherà un surrogato della famiglia tradizionale, tanto da trasformare il focolare domestico in una comunità d'interessi, priva d'amore…».
Ed è proprio la famiglia tradizionale che si sta disgregando. Al suo posto si cercano di legittimare «fantasiose unioni di persone», che possono anche avere interessi comuni, ma non sono vincolate dall'amore. Tutto questo Pio XII lo aveva profetizzato. E le amare conseguenze si vedranno nei prossimi anni.
12. E NON AVRETE PIÙ LA DEMOCRAZIA MA LA CORRUZIONE
«Quando il Millennio sarà alla fine, l'uomo onesto diventerà sempre più raro, perché la corruzione finirà per abbracciare il mondo intero…».
Nei messaggi di Pio XII, come in questo caso, si scorge la preoccupazione maggiore per i tempi che riguardano «la prossima generazione», cioè per un tempo che va collocato appunto tra la fine e l'inizio del Millennio. «Anche l'Italia», disse un giorno il Pontefice «sarà presa nel vortice della corruzione… La democrazia finirà per diventare un paravento… per nascondere malefatte di ogni genere. Uomini disonesti, guidati da Satana, saliranno nei posti più alti della politica. Inganneranno il popolo e rovineranno l'economia…».
E ancora: «Arriverà un tempo in cui non esisterà Paese senza scandali; senza una storia vergognosa… Il decadimento politico porterà inevitabilmente al decadimento morale… Arriverà un tempo in cui la corruzione sarà legge di vita».
Questa preoccupante, tragica premonizione, la troviamo anche in altri messaggi profetici. Si potrebbe parlare di un mosaico che si sta componendo. E ormai mancano poche tesserine per avere il quadro completo. Nei vaticini del Monaco Olivetano si dice a questo proposito che: «… Il Millennio finirà nella corruzione e nell'odio, ladri e impostori occuperanno i posti di comando… E gli ordini saranno impartiti da Satana; perché questo sarà il tempo di Satana».
In altri vaticini del XVII secolo si dice ancora che: «Quando morirà il Millennio, moriranno l'onestà e la giustizia… E sarà necessaria almeno una generazione prima che le piante velenose possano essere completamente sradicate».
13. IN ITALIA ASSISTERETE AL DISFACIMENTO DI UNA CLASSE POLITICA
«La classe politica di domani farà una fine ingloriosa, lasciando ampi margini al ritorno di una dittatura. .. ».
Alla fine degli anni Quaranta, iniziarono a delinearsi delle «incomprensioni» tra la Democrazia Cristiana e la Chiesa. Mentre De Gasperi, nei suoi discorsi, continuava a ribadire che la Democrazia Cristiana non costituiva una emanazione dell'autorità ecclesiastica, Pio XII sosteneva che la Chiesa aveva il diritto-dovere d'intervenire «per garantire il giusto equilibrio tra dovere e obbligo, da una parte, tra diritto e libertà dall'altra».
Con la morte di De Gasperi, avvenuta nel 1954, le preoccupazioni di Pio XII aumentarono. «Finisce un tempo…», esclamò un giorno Pio XII «e non vediamo un futuro roseo… soprattutto la classe politica di domani avrà molti problemi. Porterà il Paese alla rovina… E farà una fine ingloriosa, lasciando ampi margini per il ritorno di una dittatura…».
Sono parole profetiche che si riferiscono al nostro tempo. La Democrazia Cristiana, a quarant'anni dalla morte di De Gasperi, si è «sciolta come neve al sole». Il Partito Socialista è finito proprio miseramente. E parecchi parlamentari sono passati dal banco di Montecitorio al banco degli accusati. L'Italia, con i suoi debiti che superano il milione di miliardi, è sull'orlo della bancarotta.
Questo quadro estremamente preoccupante, così profeticamente descritto da Pio XII, lascia ampi margini per il ritorno di una dittatura. E sarà la dittatura «di chi sciupa il pane… che finirà per razionare il pane a chi ne ha sempre avuto poco».
Ma anche questo è necessario che avvenga, per preparare le coscienze al grande rinnovamento.
14. DALLA CIVILTÀ DEL MATERIALISMO ALLA CIVILTA’ DELLO SPIRITO
«Un giorno l’uomo conoscerà la civiltà dello spirito. E imparerà a vivere in una dimensione di pace…».
«La politica del grande consumismo finirà per disorientare l’uomo, che si aggrapperà ancora di più ai beni materiali e ai piaceri della vita, trascurando i contenuti profondi della vita stessa… Assistiamo all’attuazione di un progetto inquietante, perché si tende a condizionare l’uomo a un tipo di vita superficiale, rivolta esclusivamente all’esterno».
Sono parole pronunciate dal Pontefice nel 1952. Parole che meritano una riflessione. E la stessa cosa si può dire per altre «considerazioni», questa volta dal contenuto profetico, che risalgono allo stesso periodo: «Si vuole orientare l’uomo a vivere un’esistenza materialistica… dove contano solamente i beni materiali. Su questa strada, la vita finirà per diventare un’angoscia senza fine».
Nelle «visioni» del Santo Padre c’è però, probabilmente, «qualcosa» che invita alla speranza. E questo traspare in alcune «considerazioni»: «Un giorno l’uomo conoscerà la civiltà dello spirito. E imparerà a vivere in una dimensione diversa… Sarà in quel tempo che nuovi valori saranno considerati… Sarà in quel tempo che s’impareranno ad apprezzare le cose che non si vedono, perché sono eterne».
Ma prima di approdare «alla spiaggia dello spirito» dovranno certamente passare alcune generazioni. Questo si può capire, leggendo altri messaggi profetici. Nelle lettere profetiche della Monaca di Dresda si dice, a questo proposito, che: «…Giungerà un tempo in cui lo spirito guiderà il mondo… E grandi saranno gli uomini, se sapranno vivere di umiltà e di fede». Per arrivare alla civiltà dello spirito sarà necessario però distruggere la civiltà della materia: la civiltà che ha prodotto l’angoscia collettiva.
15. GLI UOMINI PARLERANNO CON GLI ANGELI
«Arriverà un giorno in cui l’uomo parlerà con gli angeli… E in quel giorno proverà una gioia tale che nessuna parola al mondo può descriverla».
Nel 1956, dopo il soggiorno estivo a Castelgandolfo, Pio XII parlò a un gruppo di seminaristi francesi: «I tempi», disse il Pontefice «tendono ad allontanare l’uomo dalla spiritualità, per renderlo schiavo delle cose terrene… Il vostro compito sarà pertanto quello di riavvicinare l’uomo alle cose eterne, alle cose che non si vedono, ma che esistono, ed esisteranno in eterno… Bisogna allargare gli orizzonti dell’uomo… Bisogna far capire all’uomo che non è solo, perché legioni di angeli sono sulla terra. E verrà giorno in cui gli uomini parleranno con gli angeli…».
Era il tempo in cui il Pontefice aveva avuto «visioni celesti». E, probabilmente, si sentiva avvolto in un’atmosfera soprannaturale: «Gli angeli», disse un giorno «sono così vicini a noi che, nei momenti di pace profonda, riusciamo a sentire la loro presenza…».
Il Pontefice viveva in una dimensione mistica, che solamente i grandi spiriti riescono a «sentire». Molti vaticini parlano delle «presenze angeliche sulla terra», soprattutto nel tempo in cui «la terra sarà aperta per essere lavata e purificata». In un vaticinio del XVI secolo, ritrovato in una chiesa della Lorena dopo la rivoluzione francese, si dice che «alla fine del Millennio, legioni di angeli scenderanno sulla terra, per contrastare la strada ai demoni…».
E gli uomini «sentiranno» la battaglia tra le forze del bene e le forze del male. «Sentiranno», ma non «vedranno» la battaglia finale. Saranno gli angeli a vincere. E, da quel momento in poi, l’uomo imparerà a parlare con gli angeli. Perché le distanze tra il cielo e la terra saranno accorciate.
PS_Consulta questo indirizzo web escatologia.biz dove potrai trovare il libro integrale di Renzo Baschera dal titolo: Le profezie di Pio XII. Le rivelazioni di Gesù al Pontefice sul futuro dell'umanità.
8 notes · View notes
paoloxl · 4 years
Text
A Milano il 12 dicembre 1969 una bomba esplode nella Banca Nazionale dell’Agricoltura, in piazza Fontana, provocando 17 morti e 88 feriti. La Strage è fascista e di Stato e, nel pieno dei movimenti di massa di studenti e operai del biennio 68-69 che mettevano seriamente in discussione – in tutto il Paese – lo stato di cose presenti, inaugura la “Strategia della tensione”. Nello stesso orario a Roma scoppiarono altre bombe. Infine, nella banca Commerciale di Milano venne trovata una borsa contenente una bomba che venne fatta esplodere in tutta fretta, eliminando una prova preziosa per le indagini.
Immediatamente – a dimostrazione di un disegno preordinato – le indagini, pur senza alcun indizio, seguirono la pista anarchica che allo stesso tempo venne subito gettata in pasto alla stampa e all’opinione pubblica. Il commissario Luigi Calabresi, alle 19,30 (3 ore dopo la strage) fermò alcuni anarchici davanti al circolo di via Scaldasole. Nella notte vennero illegalmente fermate circa 84 persone, tra cui Giuseppe Pinelli. La sera del 15, dopo 3 giorni di continui interrogatori, il militante anarchico Giuseppe Pinelli morì volando dal 4° piano della Questura (i verbali della Polizia parleranno di “malore attivo”).
Le inchieste dal basso dei movimenti studenteschi e operai di quel periodo, e solo successivamente il processo giudiziario (che comunque non porterà mai alla condanna dei reali responsabili), stabilirono quello che era chiaro a tutti da subito: dietro la strage c’era la mano dei militanti neofascisti di Ordine Nuovo.
la cronologia
12 dicembre 1969 Alle 16 e 37 esplode una bomba nella Banca dell’Agricoltura di piazza Fontana, a Milano: alla fine si conteranno17 morti e 88 feriti;
15 dicembre 1969 Fermato subito dopo la strage, l’anarchico Giuseppe Pinelli precipita dal quarto piano della questura di Milano, della quale il commissario Calabresi è vice capo dell’Ufficio politico;
16 dicembre 1969 Vengono arrestati gli anarchici Pietro Valpreda e Mario Merlino (che poi si scoprirà essere un neofascista infiltrato);
23 febbraio 1972 A Roma si apre il processo sulla Strage. Successivamente verrà trasferito a Milano e poi, per motivi di ordine pubblico, a Catanzaro;
3 marzo 1972 Vengono arrestati i neofascisti Franco Freda, Giovanni Ventura e Pino Rauti. Le indagini evidenziano legami tra l’estrema destra eversiva e i servizi segreti italiani;
7 maggio 1972 Elezioni anticipate. Il neofascista Rauti viene eletto in parlamento con l’Msi. Il manifesto candida Valpreda, che non viene eletto;
17 maggio 1972 Il commissario Luigi Calabresi viene ucciso a Milano;
29 dicembre 1972 Valpreda viene scarcerato; 27 ottobre 1975 Il giudice D’Ambrosio chiude le indagini sulla morte di Pinelli. Tutti prosciolti gli agenti della polizia. La caduta dalla finestra della questura sarebbe avvenuta per un «malore attivo»;
18 gennaio 1977 Si apre a Catanzaro il processo per la Strage. Andreotti depone sul coinvolgimento dei servizi segreti e, davanti ai giudici, dice per trentatré volte «non ricordo»;
4 ottobre 1978 La polizia accerta la scomparsa di Freda; 16 gennaio 1979 Ventura fugge all’estero;
23 febbraio 1979 Sentenza di Catanzaro: ergastolo per Freda, Ventura e per l’altro neofascista Giannettini; 4 anni e 6 mesi per Valpreda e Merlino, condannati per associazione a delinquere. Pene minori per alcuni membri dei servizi segreti;
12 agosto 1979 A Buenos Aires viene arrestato Ventura; 23 agosto 1979 Freda viene arrestato in Costa Rica; 22 maggio 1980 A Catanzaro comincia il processo d’Appello;
20 marzo 1981 Sentenza del processo d’appello: tutti assolti per la strage di Piazza Fontana. Freda e Ventura condannati a 15 anni per le bombe di Padova e Milano del 1969. Confermate le condanne per Valpreda e Merlino;
19 giugno 1982 La Cassazione annulla la sentenza d’Appello di Catanzaro; 23 dicembre 1982 Nell’ambito di una nuova indagine sulla strage, la procura di Catanzaro ordina l’arresto del neofascista Stefano Delle Chiaie; 13 dicembre 1984 a Bari comincia il nuovo processo d’Appello;
1 agosto 1985 Tutti assolti nel processo di Bari. Condanne per reati minori per esponenti dei servizi segreti; 27 marzo 1987 A Caracas viene arrestato Delle Chiaie; 26 ottobre 1987 A Catanzaro comincia un nuovo processo. Imputati i neofascisti Massimiliano Fachini e Delle Chiaie; 20 febbraio 1989 Tutti assolti a Catanzaro. La procura aveva chiesto l’ergastolo per gli imputati; il 5 luglio 1991 La Cassazione conferma la sentenza di Catanzaro;
Primavera/estate 1995 Il giudice Guido Salvini indaga sul mondo della destra neofascistia A luglio Delfo Zorzi e Carlo Maria Maggi vengono indagati per la strage; 14 giugno 1997 Ordine di carcerazione per Zorzi e Maggi;
8 giugno 1999 Viene disposto il processo per Zorzi, Maggi e altri neofascisti; 30 giugno 2001 Zorzi e Maggi vengono condannati all’ergastolo;
6 luglio 2002 A 69 anni muore Pietro Valpreda;
12 marzo 2004 La Corte d’Appello di Milano assolve Zorzi, Maggi e gli altri neofascisti; 3 maggio 2005 La Cassazione conferma la sentenza. I familiari delle vittime della strage dovranno pagare le spese processuali.
(Mario Di Vito da il manifesto)
Tumblr media
1 note · View note
siciliatv · 3 years
Text
Covid in Sicilia, bollettino 1 dicembre: 729 nuovi casi e 9 morti
Tumblr media
Covid in Sicilia, bollettino 1 dicembre: 729 nuovi casi e 9 morti Sono 729 i nuovi casi di Covid-19 registrati in Sicilia, nelle ultime 24 ore, su un totale di 27.... #SiciliaTV #SiciliaTvNotiziario Read the full article
0 notes