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#Crema Forte
coffeenewstom · 2 years
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Melitta Barista Classic Range in neuem Design
Melitta Barista Classic Range in neuem Design
Unkomplizierte und großartige Genussmomente, die einfach selbst zuzubereiten sind – dafür steht die Barista Range seit vielen Jahren. Jetzt wurde das Verpackungsdesign aufgefrischt. Die Rezepturen der drei Sorten, Espresso, Crema und Crema Forte bleiben unverändert. Auch die Sortenfarben bleiben beim neuen Design erhalten – so finden Konsumenten ihre Lieblingssorte im Regal auch mit dem neuen…
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sofiaemily92 · 8 months
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Hondrostrong forte opiniones, precio y dónde comprar crema para el dolor articular 2019
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soggetto-smarrito · 3 months
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Il ristorante era elegante e "dolorosamente" affollato, di sicuro qualcuno la conosceva o conosceva i suoi... 
La serata procedeva senza grossi intoppi, nonostante la sensazione indecente di avere un oggetto estraneo piantato nella figa. 
Non aveva mai indossato niente di simile.
Il coso ( così lo chiamava ) la stimolava, e naturalmente lei si bagnava. 
Un misterioso e grosso dito di gomma, roteava e pressava, da dentro..il suo clitoride.
Era come se un cazzo, duro e palpitante, la stesse scopando.
Il cameriere, con una strana espressione sul volto, le servì la sua creme caramel al pistacchio e, per fortuna, si allontanò subito con discrezione.
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- Ti piace? – Disse Fabio in tono leggermente canzonatorio, ma gli occhi gli brillavano, certamente quella perversione lo eccitava.
Mosse solo il capo in un cenno di assenso, se avesse aperto bocca, sicuramente..avrebbe perso dei rivoli di saliva dalle labbra per quanto era bagnata sotto.
- Mangia! – gli Intimò Fabio, indicando il dessert. Poi riprese ad armeggiare col suo dispositivo. Lei obbedì, affondando nella crema il primo cucchiaino. Intanto il dildo, dentro lei, riprendeva la sua attività, stavolta in maniera più dolce e abbastanza sopportabile.
Strinse di nuovo le gambe; ora era come se due grosse dita si alternassero dentro la vagina, a un passo dal clitoride. Una vera, profonda e piacevole masturbazione. Il fatto che lei non avesse alcun controllo sul moto dell'apparecchiatura divenne lo stimolo più potente, cominciò a eccitarsi, provando un intenso piacere fino alla punta dei piedi.
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Sbocconcellava, con una voluttà che non aveva mai osato ostentare, il suo dolce... Molle e cremoso.
Leccava il cucchiaino; Fabio la fissava negli occhi e lo stesso faceva lei.
C'era complicità e piacere nei loro occhi; misteriosamente si sentì amata e desiderata. Si senti partecipe di questa perversa e intensa complicità. 
Gli altri, intorno scomparivano e lei provò una sensazione sconosciuta... si sentiva forte, si sentiva superiore. Non le interessava più niente del giudizio degli altri né della sua età e neppure dell'azione nefanda che stava compiendo, sotto gli occhi del mondo.
Si lasciò andare al piacere, gli occhi pieni di voluttà e di desiderio; la figa di fuoco e la potente certezza che, se Fabio avesse voluto, lei si sarebbe distesa volentieri su quel tavolo, nuda dalla cintola in giù, e avrebbe pagato pur di essere infilzata dal suo cazzo, nonostante tutti gli ospiti che stavano cenando intorno a loro.
- Vieni in silenzio. –gli ordinò.. 
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accelerando il ritmo del dildo meccanico.  Le iniziò a mancare il respiro, socchiuse le labbra, fissò gli occhi in quelli di lui.
Poi venne, copiosamente, gocciolando dalle grandi labbra, bagnando le mutande, bagnando la gonna e, infine la sedia.
Fabio non fermò l'attrezzo, la fece soffrire e godere per oltre dieci minuti, mentre il mondo intorno a lei perdeva ogni significato e ogni etica.
soggetto smarrito
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nicecarito · 1 year
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What are the nationalities of all the known characters?
De Olla Family - Mexicans 🇲🇽 They born in Villa Calavera (a fictional town located in Sinaloa (state of Mexico). When Café took the custody of his siblings, they moved to Rooibos City (A fictional City in California). Café is the one who has a very thick mexican accent. Lungo, Doppio and Vanilla doesn't have a notable accent. They speak spanish to each other when they are at home.
Willy Cream (and his Family)- British 🇬🇧
They come from Port Sugar, a fictional town located in England. They moved to Rooibos City because "Father's business" but mainly for Willy's sake (homophobia abuse and violence)
Pinzell- Argentine/italian 🇦🇷🇮🇹
Pinzell born in Città Da Vinci , located in Italy. Their Father is Argentinian and Their Mother was Italian. After their Mother passed away, Pinzell's Father took them to live to Rooibos City when they were 9 years old. Pinzell only speak spanish when they are to mad, with an Argentinian accent.
Macchiato Forte and Crema Vanigliata - 🇮🇹 Italians.
Macchiato's Parents are italians but he born somewhere in New Jersey. After a big fight with his Father, Macchiato escaped to Rooibos City when he was a young adult.
Crema born in Milan, Italy. When she was a toddler , she moved to Villa Calavera and she was abandoned in an Orphanage. She was Café's childhood friend, later his Lover. After some time later she moved to Rooibos City looking for a better life (looking for Café)
De Lait Family (Latte and her family, including Madame Vienna)- French 🇫🇷
Latte along with her Siblings born in Tea Springs (a small village 3 hours far from Rooibos City) Her Family come from France. They do speak French but Latte is used more to speak english.
(And I'm Mexican and I live in Guadalajara 🇲🇽✨)
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autolesionistra · 4 months
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Faremo quindi l'ennesimo elenco puntato di vaccate spacciandola per scelta stilistica e non per incapacità acquisita del sottoscritto di sviluppare un qualsiasi discorso scritto per più di tre righe
Oggi mi son dovuto mettere della crema per le mani perché stavo facendo un bonifico e serviva una conferma dal mio cellulare che non mi riconosceva l'impronta di sblocco dell'app della banca perché avevo i diti screpolati da freddo misto lavaggi di piatti casalinghi e non avevo voglia di recuperare il codice buffo alternativo all'impronta. Tenendo conto di quanto io odi le crememani, il freddo, i lavori casalinghi e la tecnologia quando al posto che aiutare sta in mezzo ai maroni, il candidato calcoli il numero di bestemmie tirate mentre mi impaciugavo le mani.
Non vorrei che la Bologna degli ultimi mesi restasse agli onori delle cronache solo per le risse sui trentallora: è anche la città in cui chiudono un pub per 30 giorni perché si percepisce “un forte e inconfondibile odore di sostanza stupefacente vaporizzata” salvo poi non trovare la sostanza in questione. Spero che i NAS nelle ispezioni dei locali non ragionino così o se un cliente fa una puzzetta è un macello.
Pur avendo visto, e per caso, un'unica esposizione legata ad ArteFiera (che a pensarci è un record perché ti ci inciampi quasi, a Bologna) continuo a pensare che la parte più interessante di questi giorni sia la fauna che la popola. La sovrapposizione col carnevale permette anche di praticare il giuoco educativo con i passanti più pittoreschi "va a vedere i carri o ad ArteFiera?" e dovrebbe essere previsto un premio per chi riesce a stare un po' a metà
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g-l-o-r-i-a-a-a · 6 months
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Caro Babbo, ci ho pensato.
Non voglio essere una di quelle donne da borsa Louis Vuitton.
Scarpe Hogan.
Cintura Gucci.
E nemmeno da bracciale Pandora.
Ma non sono neanche una da pentola a vapore o stirella.
O da crema antirughe.
Nemmeno da foglioline. Che quelle mi sembrano un nuovo inganno.
E non me ne vogliano le donne. Le altre quelle che si farebbero in quattro per una di queste cose.
Ma io desidero uguaglianza di pensiero.
E che tu riesca a scacciare i miei sensi di colpa una volta per tutte.
Vorrei del tempo per me. E che quel tempo non mi sembri rubato.
Desidero riconoscenza. Sì, riconoscenza. Non essere scontata insomma.
E non mi frega più la storia dell’anello. Che quello brilla e basta. E solo le cretine ormai fanno Oh! con la bocca spalancata.
A me incanta un uomo su cui contare e per cui conto. Senza riti. Salamelecchi e contorno.
A me piace il dolce. Quello che assaggio dal mio compagno perché sono a dieta sempre.
Desidero una parola regalata una sera in cui sono ubriaca d’amore.
Desidero calzini puliti nel cassetto giusto.
Chi arriva prima prepara la cena. Neanche a dirlo.
Desidero un posto in cui nascondermi quando non ne posso più. Che sia solo mio. In cui nessuno possa entrare. Proprio nessuno. In cui posso perdermi e ritrovarmi e poi perdermi ancora, sai Babbo Natale, noi donne siamo impossibili, spesso facciamo tutto da sole.
Voglio silenzio, e ballare a piedi nudi. Che i tacchi li hanno solo le fighe.
Portare le rughe al meglio che posso.
Desidero che non mi porti un vestito taglia 38, ma uno taglia 50 così mi posso sentire magra, magrissima.
Vorrei coraggio da vendere per sentirmi forte quando sono fragile.
Vorrei svegliarmi con un po’ di trucco che non sbavi dopo cinque secondi.
Uno specchio magico che inventi gli addominali anche su di me.
Una borsa piccola ma che sia grande che contenga tutto. Emozioni. Pianti. Paure. Salviette. Fazzoletti. Buon umore.
Caro Babbo Natale, avrei un’ultima richiesta da farti.
Forse la più importante.
Vorrei per ogni donna sulla terra uomini capaci di essere tali.
Che non picchino.
Che non demandino.
Che non opprimano.
Che non violentino.
Che non ci rubino la vita.
Lo so, hai molto lavoro da fare, ma noi abbiamo un’esistenza e una sola.
Non possiamo tanto girarci in giro.
Le donne muoiono davvero. A volte dentro e restano vive.
Nessun regalo stantio per noi.
Buttali nel cesso.
Regalali alla matrigna di Cenerentola.
Alla strega cattiva.
Al mago di Oz.
Ma non a noi.
Noi meritiamo di più di un bracciale o un anello che luccica.
Meritiamo di più. Le stesse opportunità dei nostri uomini.
Una vita che sappia d’amore e di rispetto. E che sia per sempre.
Quella sì che luccica, e sa di meraviglia.
Cit.
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laurathegreatest · 1 month
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Day 3/26
Wednesday 8th of May
Weigh in: 64.4kg (-0.5kg) i am very pleased. I want to get down to 60kg so bad!
Calories: black coffee, a toast, fruit, a turkey breast, and a slice of bread, yogurt, lunch with my grandma, an icecream with friends, and pizza with my friend's friends. (3700cals)
To do:
Sleep.
Queda en Andrea i Laura.
Ves a casa.
Entrena fort en Andrea i crema calories.
Fes-li la sorpresa de cumple a Laura.
Ves a francés.
Fes el cementeri en Morgana.
Dutxa't i posa't crema de mans.
Today I walked a lot, and even went byking. I hope I burned enough to not gain much weight. Outinfs are difficult!
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petalididonna · 1 year
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Caro Babbo, ci ho pensato.
Non voglio essere una di quelle donne da borsa Louis Vuitton.
Scarpe Hogan.
Cintura Gucci.
E nemmeno da bracciale Pandora.
Ma non sono neanche una da pentola a vapore o stirella.
O da crema antirughe.
Nemmeno da foglioline. Che quelle mi sembrano un nuovo inganno.
E non me ne vogliano le donne. Le altre quelle che si farebbero in quattro per una di queste cose.
Ma io desidero uguaglianza di pensiero.
E che tu riesca a scacciare i miei sensi di colpa una volta per tutte.
Vorrei del tempo per me. E che quel tempo non mi sembri rubato.
Desidero riconoscenza. Sì, riconoscenza. Non essere scontata insomma.
E non mi frega più la storia dell’anello. Che quello brilla e basta. E solo le cretine ormai fanno Oh! con la bocca spalancata.
A me incanta un uomo su cui contare e per cui conto. Senza riti. Salamelecchi e contorno.
A me piace il dolce. Quello che assaggio dal mio compagno perché sono a dieta sempre.
Desidero una parola regalata una sera in cui sono ubriaca d’amore.
Desidero calzini puliti nel cassetto giusto.
Chi arriva prima prepara la cena. Neanche a dirlo.
Desidero un posto in cui nascondermi quando non ne posso più. Che sia solo mio. In cui nessuno possa entrare. Proprio nessuno. In cui posso perdermi e ritrovarmi e poi perdermi ancora, sai Babbo Natale, noi donne siamo impossibili, spesso facciamo tutto da sole.
Desidero potermi dissolvere ogni tanto senza che qualcuno mi dica: ma tu sei la madre! Cazzo, lo so!
Voglio silenzio, e ballare a piedi nudi. Che i tacchi li hanno solo le fighe.
Portare le rughe al meglio che posso.
Desidero che non mi porti un vestito taglia 38, ma uno taglia 50 così mi posso sentire magra, magrissima.
Vorrei coraggio da vendere per sentirmi forte quando sono fragile.
Vorrei svegliarmi con un po’ di trucco che non sbavi dopo cinque secondi.
Uno specchio magico che inventi gli addominali anche su di me.
Una borsa piccola ma che sia grande che contenga tutto. Emozioni. Pianti. Paure. Salviette. Fazzoletti. Buon umore.
Caro Babbo Natale, avrei un’ultima richiesta da farti.
Forse la più importante.
Vorrei per ogni donna sulla terra uomini capaci di essere tali.
Che non picchino.
Che non demandino.
Che non opprimano.
Che non violentino.
Che non ci rubino la vita.
Lo so, hai molto lavoro da fare, ma noi abbiamo un’esistenza e una sola.
Non possiamo tanto girarci in giro.
Le donne muoiono davvero. A volte dentro e restano vive.
Nessun regalo stantio per noi.
Buttali nel cesso.
Regalali alla matrigna di Cenerentola.
Alla strega cattiva.
Al mago di Oz.
Ma non a noi.
Noi meritiamo di più di un bracciale o un anello che luccica.
Meritiamo di più. Le stesse opportunità dei nostri uomini.
Una vita che sappia d’amore e di rispetto. E che sia per sempre.
Quella sì che luccica, e sa di meraviglia.
__Cinzia Pennati©
#daleggere
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tananangel · 1 year
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.        ♡  ᴛʜɪꜱ ɪꜱ ʙʀᴀɴᴅᴏɴ'ꜱ ᴘᴇɴꜱɪᴇᴠᴇ           ㅤ18.06.2026       ⌵ ⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀ ⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀   Il porzionatore affonda per l’ennesima volta nel gelato, realizza una pallina perfetta che va a completare la pila di tre gusti di un cono specialissimo – felix felicis, pistacchio e cioccolato, richiesto da Liam, bambino sdentatino di cinque anni. Lo ha riconosciuto subito, non appena ha messo piede in gelateria: è da quando era un frugoletto di pochi mesi che i suoi genitori lo portano al Fortescue's Ice Cream Parlour (spesso, ma soprattutto) ogni terza domenica di giugno. Ogni 𝙛𝙚𝙨𝙩𝙖 𝙙𝙚𝙡 𝙥𝙖𝙥𝙖̀. Buffo come la mente abbia tentato per tutto il giorno di allontanare il pensiero di tale ricorrenza e sia bastata una singola famigliola a demolire, con la sola loro presenza, la fortezza di carte che s’era creata. È che lo sa, Brandon, che quel gelato lo divideranno tutti e tre, che è la loro tradizione speciale, che rideranno della crema che li sporca, che saranno felici insieme. Che 𝘴𝘰𝘯𝘰 felici insieme sempre. Ogni giorno, non soltanto oggi. Che anche lui è felice, molto, grato della vita che ha la possibilità di condurre, di quanto sia fortunato ad avere sua madre, i suoi fratelli, la sua ragazza, i suoi amici, eppure… Eppure, mentre li osserva accomodarsi al tavolo interno in prossimità della vetrina, un pensiero lo agghiaccia: 𝑝𝑒𝑟𝑐ℎ𝑒́ 𝑙𝑢𝑖 𝑝𝑢𝑜̀ 𝑎𝑣𝑒𝑟𝑒 𝑑𝑢𝑒 𝑝𝑎𝑝𝑎̀ 𝑒 𝑖𝑜 𝑛𝑒𝑚𝑚𝑒𝑛𝑜 𝑢𝑛𝑜? La vergogna lo assale nell'immediato, si manifesta sotto forma di nausea, sudori freddi che lo costringono a slacciarsi il grembiule, lasciarlo senza cura sul bancone.   « Mi prendo cinque minuti di pausa » annuncia a chissà chi, le mani che tastano le tasche della giacca di jeans appesa nell’armadietto alla ricerca del pacchetto di sigarette. 𝐶ℎ𝑒 𝑚𝑒𝑟𝑑𝑎, è già la seconda della giornata: quante settimane di progressi sta mandando all’aria per una momentanea debolezza? La consapevolezza non riesce comunque a fermarlo, ché il bisogno è fin troppo forte e potrebbe impazzire, se non lo asseconda. Spazzare via il negozio col vento è impensabile, sua madre non lo perdonerebbe mai. 𝘌 𝘯𝘰𝘯 𝘭𝘰 𝘧𝘢𝘳𝘦𝘣𝘣𝘦 𝘯𝘦𝘱𝘱𝘶𝘳𝘦 𝘠𝘷𝘦𝘴 𝘍𝘰𝘳𝘵𝘦𝘴𝘤𝘶𝘦, se lo guardasse da qualsiasi posto si trovi. 𝑴𝒊 𝒈𝒖𝒂𝒓𝒅𝒊, 𝒑𝒂𝒑𝒂̀? Gli occhi scrutano il cielo alla ricerca di un segno, ma ci sono soltanto nuvole troppo comuni per essere considerate messaggi in incognito. Forse non ha nulla da dirgli. Forse è troppo impegnato per pensare a lui, 𝘮𝘢𝘨𝘢𝘳𝘪 𝘴𝘪 𝘦̀ 𝘳𝘪𝘧𝘢𝘵𝘵𝘰 𝘶𝘯𝘢 𝘯𝘰𝘯-𝘷𝘪𝘵𝘢 – non lo biasimerebbe: sono passati dieci anni, del resto. Non lo sa, Brandon, e forse il dramma sta tutto qui: 𝘯𝘰𝘯 𝘤𝘰𝘯𝘰𝘴𝘤𝘦 𝘱𝘪𝘶̀ 𝘴𝘶𝘰 𝘱𝘢𝘥𝘳𝘦. Non sa immaginare come reagirebbe di fronte a determinate situazioni, che cosa direbbe, quali espressioni gli colorerebbero il volto. A furia di non pensare al proprio dolore, ha cancellato quella breve porzione di cammino che hanno condiviso fianco a fianco. Rivoli caldi gli bagnano le guance, s’affretta a cancellarli col pollice. 𝐶𝑜𝑚𝑒 𝑝𝑢𝑜̀ 𝑚𝑎𝑛𝑐𝑎𝑟𝑚𝑖 𝑐𝑜𝑠ı̀ 𝑡𝑎𝑛𝑡𝑜 𝑞𝑢𝑎𝑙𝑐𝑢𝑛𝑜 𝑐ℎ𝑒 ℎ𝑜 𝑑𝑖𝑚𝑒𝑛𝑡𝑖𝑐𝑎𝑡𝑜?
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danilacobain · 1 year
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Ossigeno - 7
7. Logan
Sveva rientrò a casa dopo essere stata a cena da Ignazio. Non aveva detto al fratello che Logan fosse venuto in Italia e che le avesse chiesto di perdonarlo. Per tutto il giorno non aveva fatto altro che pensare a quelle parole. Aveva cercato in tutti i modi di tenere la mente occupata ma non c'era stato nulla da fare. Non poteva ignorare quello che era successo. Ora sentiva il bisogno di una doccia rinfrescante e di una bella dormita. Magari con un po' di fortuna si sarebbe addormentata subito e il giorno dopo sarebbe stata più lucida. Invece... Uscendo dall'ascensore si ritrovò Logan sul pianerottolo di casa con un enorme mazzo di rose rosse in mano. Lo fissò a lungo e scosse la testa. Il cuore le batteva fortissimo.
‹‹Sei ancora qui?›› ‹‹Sveva... voglio solo parlarti. Tieni, questi sono per te›› le porse i fiori accennando un sorriso. ‹‹Non li voglio.›› ‹‹Ti prego, concedimi cinque minuti. Solo cinque.›› ‹‹No.›› ‹‹Resterò qui tutta la notte se necessario.›› ‹‹Buona fortuna allora.›› ‹‹Cazzo. Sveva, lo so che sono stato uno stronzo e tu hai perfettamente ragione, ma ho capito che ti amo veramente.›› Sveva gli lanciò un'occhiataccia. ‹‹Troppo tardi›› prese le chiavi dalla borsa ed aprì la porta del suo appartamento. ‹‹No, non è troppo tardi. Lo so che anche tu provi ancora qualcosa per me.›› ‹‹Sparisci, Logan›› entrò e gli chiuse la porta in faccia. Lo sentì implorarla, ma si diresse subito in bagno, sotto la doccia. Mentre l'acqua le scorreva addosso cominciò a farsi dello domande: e se Logan l'amava ancora? Dopotutto era venuto dall'America solo per chiederle perdono. Le sarebbe bastato questo? Avrebbe trovato la forza di perdonarlo e di superare tutto?
Dopo aver fatto una lunga doccia, Sveva si prese del tempo per coccolarsi. Si spalmò la crema idratante su tutto il corpo, mise lo smalto e fece un impacco rivitalizzante ai capelli. Mentre li pettinava si chiese se Logan fosse ancora lì fuori. Di sicuro non lo sentiva più. Probabilmente era andato via. Probabilmente. Quasi sicuramente. E se invece fosse rimasto lì tutto quel tempo? Doveva controllare. Con il cuore che batteva forte si avvicinò alla porta, scalza, cercando di fare meno rumore possibile. Appoggiò l'orecchio alla porta e cercò di captare qualche segnale della sua presenza. Non udiva nulla. Decise di aprire la porta. Se lo avesse trovato fuori lo avrebbe fatto entrate, non poteva lasciarlo lì... Fece scattare la serratura ed aprì. Logan si alzò e le sorrise. Raccolse il mazzo di rose e glielo porse. ‹‹Almeno queste le accetti?›› Quindi... era rimasto. Sveva aveva un'espressione dura sul volto. Incrociò le braccia. ‹‹Ti avevo detto di andartene.›› ‹‹Sveva, questa è l'unica possibilità che ho di parlarti. Domani pomeriggio torno a New York.›› ‹‹Ci siamo già detti tutto un po' di tempo fa, ricordi? Hai detto che ti eri innamorato di un'altra e che non provavi più nulla per me. Non c'è nient'altro da aggiungere, mi sembra.›› Logan fece un passo verso di lei e la guardò dritto negli occhi. ‹‹Non è vero che non provo più nulla per te. Sono stato uno stupido, Sveva. Ho creduto che tu non fossi la persona giusta per me perché ho avuto paura. Sai, noi stavamo per sposarci... mi sono fatto prendere dal panico.›› ‹‹Logan, ti prego. Non offendere la mia intelligenza rifilandomi queste stronzate.›› ‹‹Non sono stronzate. Ho fatto una cazzata, un'enorme cazzata, ma sono qui adesso e ti sto chiedendo di perdonarmi perché ho capito che sei la donna della mia vita.›› ‹‹E' troppo tardi adesso, te l'ho già detto prima. Cosa credi, che stia qui ad aspettare i tuoi comodi? Prima mi butti via come uno straccio vecchio, vai a divertirti con la tua bambolina, poi quando ti sei stancato di lei pensi che venire qui, portarmi un mazzo di rose e fare l'accampato davanti casa mia possa risolvere le cose? Non è così che funziona.›› Logan rimase per un po' in silenzio poi disse: ‹‹Guardami negli occhi, dimmi che non mi ami più e che oggi non hai provato assolutamente nulla quando ci siamo baciati e io me ne vado.›› Sveva esitò e distolse lo sguardo da lui, facendolo vagare per il pianerottolo. Logan insistette. ‹‹Fallo Sveva. Dimmelo e io me ne andrò.›› Lei incontrò il suo sguardo. ‹‹Non ti amo più.›› ‹‹Stai mentendo.›› ‹‹No.›› ‹‹Ho sentito come mi stringevi oggi, come mi baciavi... tu mi vuoi ancora›› si avvicinò fino a rubarle l'ossigeno. ‹‹Smettila Logan›› il suo era poco più che un sussurro. Si sentiva la gola secca e le gambe molli. Logan le accarezzò la guancia e si chinò per baciarla. Lei si ritrasse un poco. ‹‹Ti prego Logan, vai via.›› Lui le afferrò la nuca e la baciò. ‹‹Dimmi che non mi vuoi›› le passò l'altro braccio intorno alla vita e l'attirò a sé, divorandole la bocca, facendole perdere il fiato. ‹‹Non ti voglio›› disse Sveva, ma non si ritrasse e infilò le mani tra i capelli per baciarlo con più foga. Ardeva di desiderio, voleva fare l'amore con lui e sentirlo di nuovo suo. Voleva che la desiderasse ancora, che l'amasse con tutto sé stesso. ‹‹Ripetilo›› le mordicchiò il labbro inferiore. ‹‹Non... ti... voglio.›› Logan la spinse dentro casa e richiuse la porta alle spalle, poi la prese in braccio e la portò in camera da letto. Gettò il mazzo di rose sul comò e si distese sul letto con lei. Le sfilò la magliettina che aveva indossato per la notte e prese a baciarla dappertutto. ‹‹Ti amo Sveva. E ti voglio. Adesso. Voglio fare l'amore con te...›› Lei gemette e chiuse gli occhi. Le labbra di Logan scivolavano sul suo corpo facendola rabbrividire di piacere. ‹‹Logan...›› Lui alzò lo sguardo dal suo ombelico e la fissò. Nei suoi occhi lesse un desiderio forte come il suo. Gli accarezzò i capelli. ‹‹Che c'è, amore?›› chiese Logan, alzandosi fino a raggiungerle le labbra. La baciò dolcemente, le prese le mani e intrecciò le dita alle sue. ‹‹Non posso.›› Sveva voleva fare l'amore con lui ma non riusciva a liberarsi del pensiero che lui era stato con un'altra donna. Che l'aveva tradita. ‹‹Non posso farlo, non ce la faccio.›› Si mise a sedere sul letto e si passò le mani tra i capelli ancora umidi. Logan si sedette accanto a lei. ‹‹Sveva...›› ‹‹Perché?›› chiese lei ‹‹perché mi hai tradita? Perché hai dovuto rovinare tutto? Eravamo felici, Logan. Ci amavamo. Io ti amavo... perché lo hai fatto?›› la voce le si incrinò e prese un bel respiro. Logan le prese una mano e gliela strinse. ‹‹Cosa vuoi che ti dica, Sveva... Non lo so. Non lo so perché l'ho fatto. So solo che me ne pento amaramente perché hai ragione, noi eravamo felici e io ti amo ancora. Vorrei solo che tu mi perdonassi, che tornassi a vivere con me›› fece una pausa. ‹‹Mi manchi. Mi mancano i nostri piccoli rituali di tutti i giorni... mi manca prepararti la colazione la mattina, mi mancano i nostri discorsi, le nostre sciocche litigate, le tue carezze, i tuoi sorrisi... e mi manca fare l'amore con te. La sera, prima di addormentarci, la mattina appena svegli... mi manca il tuo odore su di me...›› Sveva deglutì più volte prima di parlare, le lacrime le pizzicavano gli occhi e non voleva piangere. Il momento che stava vivendo lo aveva sognato più volte nel corso di quei lunghi mesi. Aveva sempre sperato che lui tornasse da lei, che le chiedesse perdono. E nel profondo sapeva che lo avrebbe perdonato. Però era difficile dimenticare. Nulla sarebbe stato più come prima. ‹‹Hai idea di come mi sono sentita quando te ne sei andato?›› Logan le accarezzò la guancia e infilò le mani tra i suoi capelli. La guardò a lungo negli occhi. ‹‹Non mi perdonerai mai, vero?›› scosse la testa ‹‹Sono un coglione, me lo merito›› si alzò dal letto e cominciò a camminare avanti e indietro per la stanza. ‹‹Logan ascolta, anche se ci riprovassimo sai meglio di me che non sarebbe più come prima.›› Lui si inginocchiò ai suoi piedi e le prese le mani. ‹‹Quindi potresti perdonarmi?›› Sveva non rispose. Si guardavano. Logan fece scivolare le mani sui suoi fianchi e accennò un sorriso triste. Sveva gli infilò le mani tra i capelli e lo baciò. Dolcemente, lentamente. Logan la tirò giù dal letto, mettendosela a cavalcioni. Le accarezzò la schiena esplorando la sua bocca con avidità sempre più crescente fino a quando lei non si ritrovò con la schiena sul soffice tappeto, schiacciata dal peso di lui. Gli sfilò la maglietta e gli sbottonò i pantaloni mentre Logan le toglieva le mutandine. Sentì la sua erezione premerle tra le gambe e lentamente entrare dentro di lei e riempirla completamente. Si inarcò sotto di lui, assecondando le sue spinte lente. Fecero l'amore lì, sul tappeto bianco e poi nel letto. Si addormentò con la testa poggiata sul suo petto, mentre Logan le accarezzava i capelli e le sussurrava dolci parole.
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bikersbrasil2017 · 1 year
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Matando saudades de Mogi e Guararema
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Matando saudades de Mogi e Guararema - Desta vez resolvemos ir matar saudades de Mogi das Cruzes e Guararema, pois fazia um bom tempo que não íamos. A previsão não era muito animadora, mas fomos assim mesmo.Nos encontramos na Estação da Luz (SP) para irmos até a Estação Luiz Carlos em Mogi das Cruzes. E como sempre a alegria imperava durante a viagem, o que torna mais agradável e a gente nem vê o tempo passar.
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Muitas resenhas e risadas durante a viagem até Mogi das Cruzes Assim que chegamos na Estação Estudantes, nos encontramos com o Marcelo e a Gislaine que já estavam nos aguardando. O Pedal Sem Compromisso sempre se destaca pela inovação trazida por seus membros, e desta vez não foi diferente. Em parceria com o Ciclorio, conseguimos uma squeeze exclusiva para ser sorteada entre os participantes do pedal de Mogi até Guararema.Logo depois do sorteio e o Paulo feliz por ter ganhado partimos para o pedal. Fomos rumo a Sabaúna, para tomar o café da manhã. Mas no caminho avistamos muitas goiabeiras, e não teve como não parar para comer algumas. E estavam uma delicia, docinhas, tirada do pé e comer em seguida. Alguém até mencionou dos bichos da goiaba, mas naquela hora era mastigar e comer tudo hahahaha. Nessa parada o Takao fez amizade com um cachorrinho muito simpatico e carinhoso, foi uma alegria!
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Parada para o café da manhã em Sabaúna. O cachorrinho apareceu do nada. Muito carente e carinhoso. Agora todos alimentados, seguimos para o Distrito de Luiz Carlos. Nesse dia estava tendo um encontro de carros antigos, então estava mais tumultuado que o normal, mas mesmo assim deu para aproveitar meia hora.
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Distrito de Luiz Carlos - Encontro de Carros Antigos Aqui nos despedimos do Marcelo e a Gislaine que precisavam voltar para Mogi das Cruzes. E o restante do grupo seguiu para o Torresmo da Tia Cida. Foi tudo tranquilo, fomos direto sem paradas. Chegando lá sentamos para o tradicional torresmo, mas desta vez com tubaína ao invés de cerveja. Aqui o Toninho Mete Marcha pegou um para comer durante sua viagem para Sorocaba, o que fez com que fosse chamado carinhosamente de "Marmiteiro".
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Torresmo da Tia Cida em Guararema Depois de ter matado saudades do torresmo, seguimos para o Alambique do Décio para degustarmos umas cachaças. Coisa que normalmente fazemos ao contrario, tomar uma cachaca para abrir o apetite e depois o torresmo. Mas acredito que o Crema estava morrendo de fome que passou direto pela entrada do alambique. Mas sem problemas, degustamos algumas mesmo assim. hahahaha
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Depois disso so faltava o famoso pão com ovo lá na Estação de Guararema. Mas antes demos uma parada no Parque da Pedra Montada.
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Parque da Pedra Montada Agora sim partimos atrás do pão com ovo. Novamente seguimos direto bem animados, pois a gente já sai do Parque descendo.Mas chegando lá infelizmente ficamos sem o pão com ovo. Justamente neste dia, a chapa tinha queimado e não tinha como fazer o lanche.Foi então que o Toninho Mete Marcha lembrou de uma padaria que tínhamos parado quando fomos no Natal Iluminado de Guararema. Então fomos até lá.Foi aí que a previsão do tempo acertou, exatamente às 14:00 horas desabou um temporal. Foi então que decidimos voltar pela estrada. E como ninguém havia feito esse trajeto, fomos perguntar para os frequentadores da padaria. Eles nos indicaram o caminho e alertaram sobre a serra, com aquele riso na cara. Aí acendeu aquela luz de alerta de cilada.Como a previsão para a chuva parar era so para as 16:00 horas, nos preparamos para enfrentar a chuva. Depois de prontos começamos a aventura. Aqui não temos fotos pois todos tinham enrolado os celulares em sacos de plástico e enfiado no fundo da mochila. Mas nesse primeiro momento andamos no máximo dois quilômetros a chuva estava muito forte que os pingos doía e nossos corpos.Assim que deu uma acalmada saímos novamente. Agora sim foi direto ate a Estação Estudantes. Foi bem tranquilo, até chegarmos na temida serra. Foram três quilômetros de subida forte que parecia que nunca ia acabar.Mas finalmente chegamos em Mogi das Cruzes. Foi quando o Akio teve câimbras e tivemos que parar por uns quinze minutos, e foi só isso porque o Rodrigo tinha um gel milagroso que acabou com elas em cinco minutos. E quem se interessar em comprar dele, clique no banner abaixo.
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Assim finalmente chegamos na Estação Estudantes para pegarmos o trem de volta. Mas desta vez demorou muito, ficamos na plataforma aguardando todos encharcados.Mas finalmente ele chegou. Aí começou outro problema, como todos estavam encharcados da cabeça aos pés quando entramos e o trem fechou as portas para iniciar a viagem, aquele ar condicionado parecia uma geladeira.  Viemos a viagem toda tremendo de frio.Mesmo assim chegamos todos em segurança em casa, e passamos um domingo maravilhoso. E mesmo com tudo isso, já planejando outro pedal.Parabéns a todos pela participação e alegria: Tita, Gislaine,  Takao, Crema, Marcelo, Akio, Marcio, Paulo, Rodrigo e Toninho Mete Marcha.E por fim, queremos agradecer ao Ciclorio pelo apoio fundamental que tem dado aos nossos pedais. Sua parceria tem sido essencial para que possamos continuar promovendo eventos de qualidade e incentivar o ciclismo como uma opção de lazer e transporte. Obrigado, Ciclorio! Read the full article
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gcorvetti · 1 year
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I problemi no.
Vedo che c'è una tendenza a evitare i problemi, non solo in casa mia, tipo spostare i problemi perché non si vuole affrontarli, perché siamo inondati di merda e quindi la nostra è altra merda buttata sopra alla merda che ci sorbiamo ogni giorno al lavoro, nei rapporti sociali che spesso sono tutti rose e cioccolatini ma che realmente sono spine e merda, appunto. Facendo così però si accumulano montagne che difficilmente si possono smaltire, se vado a cagare poi tiro l'acqua non aspetto che qualcuno lo faccia al posto mio anche perché potrebbero passare ore e l'odore si potrebbe espandere per la casa. Vedo che c'è il rifiuto di risolvere i problemi, questo perché si pensa che il tempo sistemi tutto ma proprio tutto, non è sempre così, le responsabilità delle nostre azioni sono un nostro dovere, se ho un problema cerco di risolverlo il prima possibile ed al meglio in modo da non doverlo più vedere anche perché crea tensione nella mia vita. Questo perché, sempre per quello che vedo io, c'è la tendenza a vivere in un mondo dove tutto deve essere stile film hollywoodiano tutto perfetto e tutto allegro e felice, ma la vita non è così, la vita è dionisiaca è un casino, un gomitolo ingarbugliato a più livelli, sbrogli la matassa e invece ti giri seguendo un filo e ne trovi un'altra più grande e così via.
Oggi mi sono alzato tardi, avevo forse bisogno di dormire, mi è venuto in mente un pensiero che può essere buono o no, il fatto che non riesco ad uscire sia artisticamente che nel campo lavorativo è perché sono troppo sofisticato, non nel senso 'sofistopuzzasottoilnaso', ma troppo cervellotico per un posto mediocre come questo, si lo so già questa cosa sembra da puzza sotto il naso, per esempio, quando vedo i menù dei ristoranti pseudo italiani e ci sono piatti tipo "pasta con pollo e crema" che non ho mai visto in un ristorante italiano e che è spesso una portata per bambini in questo paese, quindi basta la pasta per dire ho un ristorante italiano. Quando poi mando il CV e non rispondono neanche mi intristisco, nella lettera di presentazione scrivo sempre il punto che ho un ricettario di piatti tradizionali italiani che propongo sempre nei posti dove vado, la caponata era diventato il contorno forte, clienti che mi dicevano che è la cosa più buona che avessero mai mangiato, oppure gnocchi gorgonzola e speck semplici e rapidi si leccavano il piatto, e tanto altro ancora. Ma mi sembra che c'è la tendenza a sminuire la nostra cucina prendendola come specchietto per le allodole, una macchina del caffè italica quattro foto di italiani famosi alle pareti e hai fatto il ristorante italiano, che però propone piatti locali, che è anche facile per le persone che sono abituate a quello, la cosa difficile è fare della vera cucina italiana e fare capire cosa è. Spero che mi sono spiegato in qualche modo, quindi la mediocrità loro è prendere tutto con leggerezza, ovvio siamo noi che abbiamo centinaia di anni di tradizione culinaria. Ma questo l'ho notato in tutto quello che fanno, nell'arte, nella musica soprattutto, il minimo sindacale, tanto è perfetto per un popolo mediocre, il problema è quando si trovano davanti una persona che fa più del minimo sindacale, spesso sono spaesati, avvolte spaventati, per lo più non capiscono perché non ci arrivano culturalmente; con questo non voglio dire che sono il più eccelso cuoco del mondo o il musicista più bravo dai tempi di Mozart, ma in quello che faccio ci metto sempre il mio occhio critico e cerco di uscire dagli schemi canonici dei conformisti, vado oltre.
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sofiaemily92 · 8 months
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givemeanorigami · 1 year
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L'odore di arnica è così forte che quasi mi pento di essermi data la crema nella speranza di far sparire il dolore. Forse era meglio tenerselo e non sentire questo odore.
Chissà perché, certe volte, la soluzione a un problema deve essere a sua volta problematica.
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Le ho scelte rosa, a te piacevano un mucchio le rose, a me un po' meno.
Ma rosa, lo ammetto, sono meno banali.
Ce n'erano a centinaia, come di persone.
No, non le ho abbracciare tutte, lo sai che detesto gli abbracci delle persone che non considero, e poi mi avrebbero tolto il tuo profumo di dosso.
Forse sono stata scortese, ma ho preferito tenermi il dolore per me e condividerlo con le poche persone che considero dei veri e propri salvagenti.
Mi sono tremate le gambe in quella sala fredda che ho dovuto appoggiarmi al muro per non cadere a terra, e so che lo sai.
Tu hai sempre capito quando era il momento del panico, mi guardavi le mani o mi guardavi negli occhi per rassicurarmi.
E ora chi lo capirà al posto tuo?
Sono giorni che non riesco a dormire, sono giorni che ripenso a tutte le volte che mi hai capita, abbracciata, rassicurata e ora che non ho nessuno che prende il tuo posto, la tua mancanza la sento incredibilmente tanto.
Vorrei scendere le scale e sapere di trovarti, arrivare a casa con la voglia di darti un abbraccio, di chiederti se vuoi un bacio, o due o ne preferisci tre.
Ieri ho preso le rose le ho messe sulla mia scrivania ed é come se tu fossi ancora con me. C'è il tuo profumo forte in camera mia. Lo sai che mamma é andata a comprarmi la crema che mettevi sul viso così ogni volta che mi mancherai, io chiuderò gli occhi e sarà come averti davanti a me?
Non é tanto, ma é tutto quello che posso fare per tenerti ancora un po' con me.
Devo abituarmi a questa nuova dimensione di vita in cui tu non sei fisicamente con me, e non so bene quanto tempo ci vorrà, so che sarà un tempo doloroso, a tratti dolorosissimo, ma che mi servirà.
Tu vienimi sempre a trovare, fatti trovare nelle piccole cose, fammi capire che ci sei.
Io sarò brava a riconoscerti.
Oltre spazio e tempo, io e te, esistiamo ancora.
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Ti va?
Di avere sempre il bicchiere mezzo pieno, se quando avrai crisi di panico e non riuscirai a chiudere gli occhi mentre il tuo corpo trema, ti porterò a dormire al mare.
E mentre gli altri usciranno ubriachi da qualche festa, noi sentiremo l’aria prima dell’alba, mangiando un cornetto alla crema.
Che sei bella con le labbra sporche, per le cicatrici che custodisci dentro e non per i sorrisi che mostri fuori, con quel filo di trucco che ti rende come quei fiori che si raccolgono di fretta e profumano tutta casa di miele e primavera.
Ti va?
Se divento il tuo maglione preferito, quello che ti fa sentire al sicuro, che non dovrà essere una bilancia a darti le attenzioni che non hai mai ricevuto, perché là fuori pensano che l’amore sia ritrovarsi in un film porno e non dentro ad un sogno.
Che per te sconfiggo i mostri, prendo treni per un solo bacio, metto l’uomo nero nel cestello della lavatrice con l’acchiappacolore, rimango in macchina finché non entri nel portone di casa e non vedo l’ora che ritorni a fare buio presto, così da stringerti forte dentro al letto.
Ti va?
Di capire che non esiste arcobaleno senza un po’ di pioggia, di essere felici da far schifo, di comprare un paio sneakers per fare passi avanti, di buttare dolcificante nei nodi in gola, di toglierci i brutti pensieri come facevamo con le pellicine del vinavil nelle mani.
Che non importa quanti soldi hai in banca, se passi la vita nel traffico, al lavoro o sdraiata in una spiaggia caraibica. Alla fine l’unica domanda che ti farai, sarà “sei stata felice? Con le persone che ami veramente? Facendo quello che hai sempre amato fare?”
Perché, è facile farti vivere come le farfalle, tre giorni splendidi d’estate.
Difficile superare gli inverni, guardarti e pensare di far famiglia, di insegnare a nostra figlia cosa significa la follia.
Tre mutande, una maglietta e via.
Che il tempo non si recupera comprando al supermercato insalata tagliata e già lavata in bustine salva freschezza.
Ma guardando le stelle in mare aperto, mentre gli altri annegano tra i potevo, i dovevo e i se fossi stato.
Quindi
se ti va
quando tu sarai voce io sarò silenzi,
quando tu sarai parole io avrò mille gesti.
Tuttodunfiato
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