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#effetto serra
ideeperscrittori · 2 years
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Una bella stagione che dura praticamente da metà maggio. Temperature assurde. Cappotti che prendono polvere. Eppure già so che alla prima giornata con un clima vagamente autunnale ci sarà chi dirà: «Ma quale surriscaldamento globale? Oggi fa freddo! Scacco matto, gretini!».
[L'Ideota]
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aaquilas-blog · 25 days
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Cambiamento climatico tra scienza ed opinioni
Chi mi conosce e mi segue da anni sa che sono insofferente alle fake news e alle notizie riportate stralciando frasi a casaccio, slogan lanciati per fare presa su chi non perde tempo ad approfondire su siti certificati (in questo caso quelli specifici alla branca specifica). Questa frase che fa gli interessi degli industriali che non vogliono adottare misure antinquinamento e rispettare il solo…
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pettirosso1959 · 4 months
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ultimaedizione · 9 months
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Allarme per il collasso della Corrente del Golfo
Dall’Università di Copenagen giunge uno studio inquietante secondo il quale tra il 2025 e il 2095  la Corrente del Golfo, che costituisce uno dei grandi sistemi oceanici che regolano l’andamento climatico e le temperature per gran parte dell’Atlantico, potrebbe collassare e provocare gravissime ulteriori alterazioni al cambiamento climatico. Questa corrente oceanica, che tra gli altri effetti ha…
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fitnessitaliano · 5 months
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Industria Finanziaria - L'importanza della Riduzione delle Emissioni
L’evoluzione del panorama finanziario mondiale ha portato ad una crescente consapevolezza dell’importanza della sostenibilità. In questo contesto, la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra nell’industria finanziaria emerge come una tematica fondamentale, richiedendo una riflessione approfondita sulle pratiche e le iniziative che possono contribuire a un futuro più…
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sauolasa · 11 months
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Gas a effetto serra, cosa fa il settore aereo?
Le Ong propongono misure draconiane per punire chi vola troppo
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abr · 1 year
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Que mira, bolo? (che guardi, scemo? cit. Messi).
Noio , aggiungono, avevam intuito la buca in cui stavam per infilarci: infatti da "globbaluarmi' l'avevam già fatto diventare claimatceing', capisc'ammé mica siam fiess'...
Uno momento: dice che quindi ci sarebbe bisogno di PIU' CO2 non meno, come da 750 milioni di anni fa a questa parte, fine dell'era "Terra palla di neve", per alzare un filo di effetto serra ? Al che i cervellini dei post boomer esplodono uno dopo l'altro, come quando si fa il popcorn.
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idettaglihere · 10 months
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attualmente sul letto con le gambe alzate sulla testiera perché la mia circolazione è andata a farsi fottere dopo quasi 9 ore seduta con 30° gradi perché abbiamo i capi stronzi che mettono l'aria condizionata al minimo quando una parte del supermercato (quella che da sulle casse) è fatta completamente di vetrate che fa effetto serra porcod
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noneun · 2 years
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Lo squarcio nel gasdotto Nord Stream non è solo un enorme danno all'Europa, ma al mondo intero. Il metano, che si sta disperdendo in atmosfera da questo buco, ha un effetto serra 25 volte più intenso dell'anidride carbonica in un tempo di 100 anni, e 72 volte nei primi 20 anni, che poi sono quelli che decideranno il destino del pianeta.
Era decisamente meglio quando i russi lo bruciavano il metano.
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megachirottera · 2 years
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Buon giorno.
Approfitto della traduzione di Attività Solare di questo articolo pubblicato su joannenova, nel quale ancora una volta viene ribadito il fatto che è la temperatura a "muovere" l'anidride carbonica, non il contrario.
«La conclusione è che l’aumento delle temperature fa aumentare i livelli di carbonio. Il carbonio può ancora influenzare le temperature, ma queste carote di ghiaccio sono neutre su questo. Se entrambi i fattori si provocassero un aumento significativo dell’altro, il feedback positivo diventerebbe esponenziale. Vedremmo un effetto serra incontrollabile. Non è accaduto. Qualche altro fattore è più importante dell’anidride carbonica, oppure il ruolo del carbonio è minore.»
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chez-mimich · 11 months
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YURI ANCARANI: "LASCIA STARE I SOGNI"
In una intervista, per altro non molto recente, Yuri Ancarani, videomaker italiano, afferma che tutte le immagini filmiche (o quasi tutte) e tutte le immagini televisive (in questo caso proprio tutte), portano con sé una visione del mondo, accompagnano cioè lo spettatore, in una “narrazione”, come si dice oggi. Ancarani adotta un punto di vista molto diverso: la macchina da presa è spesso fissa e lascia parlare le immagini. La sua mostra al Pac di Milano aperta fino al prossimo 11 giugno, fa il punto su oltre vent’anni di lavoro dell’artista ravennate. “Lascia stare i sogni”, è il significativo titolo di questa interessante rassegna di video che toccano temi molto diversi tra loro, ma che sono legati da questo sguardo, algido ma attento, neutro ma rivelatore, degli stridenti contrasti del nostro vivere. “Il Capo” proiettato su uno schermo gigantesco, accoglie il visitatore con la sua solenne imponenza. Si tratta di un video del 2010 girato in una cava di marmo delle Alpi Apuane, dove un uomo con una mimica più simile a quella di un direttore d’orchestra che di un cavatore di pietre, dirige con sapiente maestria il movimento di escavatori che tagliano e spostano giganteschi e candidi blocchi di marmo. Il sonoro del video è dato solo dai lontani rumori delle macchine che contribuiscono a determinare un doppio e contrapposto effetto di straniamento e nudo realismo proponendoli ad uno spettatore troppo abituato ad immagini commentate come accade nei documentari o nei servizi televisivi. “Piattaforma luna” è ambientato in una camera iperbolica, ambiente claustrofobico in questo caso accentuato da una colonna sonora di Ben Frost.
Toni freddi e scostanti caratterizzano due video paralleli (nella sala 4 del Pac), si tratta di "San Siro" e "San Vittore" com un accostamenti che non è certo frutto del caso. Nel primo, il tempio del calcio, è rivelato attraverso le strutture architettoniche e le infrastrutture tecnologiche come cavi, tombini, porte di sicurezza, sotterranei, ripresi negli attimni che precedono l'inzio di una partita. Di contro, "San Vittore", propone una apparentemente asettica descrizione visiva di tutti i controlli a cui sono sottoposti i minori per poter visitare i propri genitori detenuti nella strutture carcerarie. Un video che nella sua scarna oggettività presenta, senza ombra di retorica o di didattico paternalismo, una realtà crudele e disumana. Il nome della psicanalista Marina Valcarenghi è abbastanza noto da non necessitare di ulteriori parole. Su di lei Yuri Ancarani propone il video di un magnifico monologo tenuto nel “Cortile della legnaia” dell’Università Statale di Milano dal titolo “Il popolo delle donne”. Letture di testimonianze di tribunali, discorsi astrattamente teorici e ferite legate alla sua esperienza sul campo con al centro la violenza uomo vs donna, ma anche sull’istinto della violenza tout court. Anche qui si tratta di una osservazione imparziale su tema di scottante attualità. Tra i notevolissimi video in proiezione, "The Challenge" è certamente il più intimamente misterioso e in un certo senso il più surreale. Ma Ancarani non lavora sulla suerraltà, bensi su realtà che tendono ad apparire come delle iperrealtà. Le immagini sono quelle del deserto del Qatar durante i preparativi di una competizione di falconeria (con citazione per la Land Art attraverso la celeberrima stele di Richard Serra). Le immagini della competizione sono inframezzate da sequenze che sembrano ruotare attorno al culto del motore e della velocità, nonché una stridente fascinazione nel rapporto natura/tecnologia. In particolare un raduno di motociclisti in un deserto texano, e una Lamborghini che trasporto un ghepardo. In entrambi i video è la rigorosa e simmetrica geomteria della stara a rendere iconicamente assai pregevoli le immagini e a dettarne il ritmo narrativo. Con "Wipping Zombie", titolo tratto dal nome di una danza tradizionale haitiana. Una espressività corporea di una lotta e che rimanda alla violenza coloniale subita dai nativi e che vorrebbe tendere a esorcizzare la violenza subita. Ma in "Wipping Zombie" c'è dell'altro, come la reiterizzazione di gesti quotidiani come battere una lamiera, per trasformare un barile in un materiale utile alla vita quotidiana, che denuncia silenziosamente la povertà e la vita pedestre delle popolazioni e locali. C'è un filone e una tradizione piuttosto consolidata su queste tematiche che coinvolge opere di celebrati videomakers come Ben Rivers o Neil Beloufa. Molte altri i video proiettati nelle sale in una delle mostre più interessanti presentate al Pac che negli ultimi sembra aver spostato, cime molte altre istituzioni museali ed espositive, il suo baricentro verso esperienze artistiche a carattere etnico e fortemente politiche nonché verso quelle che un tempo risultavano essere le periferie del mondo (e non solo in senso geografico).
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mezzopieno-news · 2 years
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LA PIÙ GRANDE LEGGE PER IL CLIMA DI SEMPRE: IL GRANDE PASSO USA
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Gli Stati Uniti, la principale economia mondiale e tra i più grandi produttori di emissioni inquinanti al mondo, hanno approvato la prima e più grande legge climatica federale di sempre.
Dopo la non-ratifica del protocollo Kyoto e l’uscita dagli accordi di Parigi, voluta dal presidente Trump, l’amministrazione Biden ha stabilito una svolta, prima scegliendo di rientrare nel grande patto sottoscritto da oltre 200 Paesi del mondo per la lotta al cambiamento climatico ed approvando il 16 agosto 2022 l’Inflation Reduction Act, la legge che contiene fondi per 369 miliardi di dollari e provvedimenti per la lotta alle emissioni e per la sicurezza energetica. Si tratta del primo impegno concreto su scala nazionale verso la decarbonizzazione del Paese, finora rimasto indietro rispetto al resto del mondo e dell’atto legislativo più grande mai affrontato in materia di cambiamento climatico.
Il programma definito dai media “imponente” stabilisce crediti d’imposta sugli investimenti e sulla produzione, prestiti e programmi di sostegno ai settori energetici rinnovabili, per i veicoli elettrici e gli elettrodomestici a basso consumo ed ecologici e pone massicci incentivi per lo sviluppo e la diffusione delle nuove tecnologie come l’idrogeno e la cattura, stoccaggio e riutilizzo della CO2.
Le nuove disposizioni stimano una riduzione delle emissioni ad effetto serra di 1 gigatonnellata entro il 2030, l’installazione di 950 milioni di pannelli solari, 120.000 turbine eoliche e 2.300 impianti di batterie su scala di rete. L’atto rappresenta per gli Stati Uniti l’impegno per ridurre le emissioni del 50% rispetto ai livelli del 2005, entro la fine del decennio.
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Fonte: 117° Congresso degli Stati Uniti; CNBC
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duca-66 · 2 years
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Per la Giornata Mondiale degli Oceani che si celebra ogni anno l’8 giugno il tema scelto è “Rivitalizzazione: azione collettiva per l’oceano” per proporre idee e soluzioni per salvaguardare gli ecosistemi marini affinché non esaurisca la loro generosità ma si ripristini invece la vitalità dei servizi che ci offrono.
Gli oceani svolgono un ruolo essenziale per la salute della Terra. Si stima che tra il 50 e l’80% di tutta la vita sulla terra si trovi sotto la superficie dell’oceano e che gli oceani contengano il 99% dello spazio vitale della Terra e che sia meno del 10% quello esplorato dall’uomo.
Le piccole piante marine che costituiscono il fitoplancton rilasciano la metà di tutto l’ossigeno dell’atmosfera attraverso la fotosintesi.
Gli oceani rappresentano il 96% di tutta l’acqua sulla superficie terrestre, il resto è acqua dolce di fiumi, laghi e ghiacciai.
Gli oceani assorbono circa il 25% delle emissioni di CO2 che le attività umane emettono in atmosfera ogni anno, riducendo notevolmente l’impatto di questo gas ad effetto serra sul clima.
I serbatoi di carbonio dei sistemi costieri, come mangrovie, paludi e praterie di posidonia possono contenere fino a cinque volte il carbonio immagazzinato nelle foreste tropicali.
Oltre 3 miliardi di individui dipendono dalla biodiversità marina e costiera per il loro sostentamento.
A livello globale, il valore di mercato delle risorse e delle industrie marine e costiere è stimato di 3.000 miliardi di dollari l’anno o circa il 5% del PIL mondiale.
Con il 90% delle grandi popolazioni di pesci esaurite e il 50% delle barriere coralline distrutte, stiamo prelevando dall’oceano più di quanto possa essere reintegrato. Dobbiamo lavorare insieme per creare un nuovo equilibrio con gli oceani che non esaurisca più la loro generosità ma invece ripristini la loro vitalità e dia loro nuova vita.
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Decarbonizzazione in azienda: c'è un nuovo mantra
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La quota dei combustibili fossili globale sta diminuendo, anche se lentamente. Tuttavia, le emissioni globali di gas a effetto serra (Ghg) si aggirano sui massimi storici (59,8 miliardi di tonnellate). «Gli impegni concordati alla COP28 sono ora al centro della transizione climatica e per raggiungerli sarà necessario un rapido aumento a livello globale sia della capacità di energia rinnovabile sia di efficienza energetica. Una transizione ordinata verso un’economia a energia pulita richiederà investimenti pubblici e privati più che raddoppiati rispetto ai livelli record attuali, nonché politiche volte a migliorare la prevedibilità e a eliminare gli ostacoli alla decarbonizzazione». Le aziende, nel frattempo, stanno accelerando l’adozione di obiettivi climatici. Secondo il report, migliora l’impegno climatico delle aziende quotate. I risultati di quest’anno infatti evidenziano un maggior numero di aziende che ha fatto disclosure degli impegni assunti. Il 20% delle società quotate in Borsa ha progetti science-based target per raggiungere il net-zero entro il 2050 (in aumento di 8 punti percentuali rispetto all’anno precedente). Inoltre, quasi il 38% delle società quotate ha fissato obiettivi di decarbonizzazione che mirano a raggiungere il net-zero, questi ultimi non necessariamente il linea con gli standard Sbti (in aumento dell’1%), e poco più della metà (52%) delle società quotate ha reso noto target climatici (percentuale simile allo scorso anno). In termini di disclosure, le informazioni sulle emissioni sono cresciute. Quasi il 60% delle società quotate in Borsa a livello globale ha reso note le proprie emissioni Scope 1 e/o Scope 2 al 31 gennaio 2024, con un aumento di 16 punti percentuali in due anni. Non solo, quasi il 42% delle società quotate in Borsa ha comunicato almeno una parte delle proprie emissioni Scope 3, con un aumento di quasi il 17% in due anni. Tuttavia, i dati mostrano che il mondo non è sulla buona strada per affrontare il problema del clima. Infatti, secondo quando indicato nel report, per allinearsi agli obiettivi climatici globali, le aziende dovrebbero decarbonizzarsi più rapidamente. Le traiettorie di decarbonizzazione delle società quotate in borsa a livello mondiale le collocano su un percorso di riscaldamento del pianeta di 3°C, circa il doppio della soglia di 1,5°C che, secondo la scienza, eviterebbe gli effetti peggiori del riscaldamento globale. Analizzando l’indicatore Msci Implied Temperature Rise collettivo, che mostra il potenziale di riscaldamento di un asset finanziario in base alle sue attuali emissioni di gas serra e alla traiettoria di decarbonizzazione futura prevista per tutti gli ambiti di emissione, emerge che le società quotate in borsa a livello mondiale sono sulla strada di un riscaldamento del pianeta di 3°C entro la fine del secolo. Il 38% delle aziende è sulla buona strada per mantenere il riscaldamento a 2°C o inferiore, mentre l’11% è in linea con un aumento della temperatura di 1,5°C. Read the full article
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ultimaedizione · 1 year
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Non c'è più tempo. La politica ha tradito sul clima
La politica ha tradito gli impegni sull’emergenza climatica. E adesso non c’è più tempo. Tutto al più si può fare solamente in modo di salvare il salvabile e provare a limitare la crescita delle temperature globali che incidono sui cambiamenti del clima e sui relativi danni che ne vengono alla Terra e ai suoi abitanti. La denuncia, ancora una volta, arriva dal Gruppo intergovernativo di esperti…
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Azioni per contrastare il cambiamento climatico: il caso Svizzera
Cosa accade quando un Paese non mette in campo azioni per contrastare il cambiamento climatico? Viene condannato. E' accaduto, per la prima volta, due giorni fa alla Svizzera. La Corte europea per i diritti dell'uomo ha condannato il governo elvetico per "inazione climatica". Espressione che abbiamo ragione di credere sentiremo spesso poiché la sentenza, di portata storica, è destinata a diventare un precedente importante nella lotta al cambiamento climatico. "Anziane per il clima" Tutto era iniziato nel 2016 con la presentazione, da parte di "Anziane per il clima di Svizzera", l'associazione che riunisce donne elvetiche dai 64 anni in su, di un'istanza alle autorità elvetiche perché venissero inaspriti gli obiettivi climatici tra cui la riduzione delle emissioni di gas serra. Il diniego delle autorità non aveva scoraggiato le signore che avevano proseguito la loro battaglia bussando, anno dopo anno, di tribunale in tribunale fino ad approdare alla Corte europea per i diritti dell'uomo. La querela presentata, affermavano, era di importanza unica poiché avrebbe costretto la CEDU a esprimersi per la prima volta in materia di salute pubblica contestualmente al cambiamento climatico. Ed è quanto accaduto. Le azioni per contrastare il cambiamento climatico: la sentenza della CEDU Con 16 voti contro 1, la Cedu ha stabilito che la Svizzera ha violato l'articolo 8 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo che prevede "un’effettiva protezione da parte delle autorità statali contro i gravi effetti negativi del cambiamento climatico sulla vita, la salute, il benessere e la qualità della vita". La sentenza punta il dito, inoltre, sulle lacune considerate critiche del quadro normativo svizzero in materia. In primis l'incapacità di quantificare i limiti delle emissioni nazionali di gas effetto serra. In secundis, il mancato raggiungimento degli obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra in passato. Secondo la Cedu, la Svizzera si è resa colpevole anche della violazione dell'articolo 6 della Convenzione, che riguarda l'accesso alla giustizia. I tribunali svizzeri, secondo la Corte, avevano addotto motivazioni poco convincenti per non prendere in esame il reclamo presentato; non avevano "preso in considerazione le convincenti prove scientifiche relative al cambiamento climatico e non avevano preso sul serio i reclami" Il diritto alla vita e alla salute Le "Anziane per il clima della Svizzera", infatti, avevano richiamato le autorità governative alle loro responsabilità. Avevano chiesto la riduzione delle emissioni di gas del 50% entro il 2030 così come stabilito dagli Accordi di Parigi proponendo azioni concrete. Avevano chiesto alle autorità elvetiche di assumersi l'obbligo di proteggere la vita e la salute dei cittadini attraverso azioni concrete per contrastare il cambiamento climatico. La vita e la salute anche delle persone anziane che, si sa, sono quelle più esposte ai rischi del cambiamento climatico. In copertina foto di Erich Westendarp da Pixabay Read the full article
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