diocristo ho appena visto un post di Collega Intollerabile il più ipocrita il più viscidamente arrivista il più insopportabile il più boomer il più disgustosamente servile che veramente guarda adesso brucio una banconota da 5€ per calmarmi un secondo
Io: orfana a 15 anni, vado avanti a campare con due spicci della pensione che mi danno e presentando ogni anno un quantitativo di fogli indecifrabili per varie agevolazioni et simili
Mio zio: oh ma quando prendi la patente? Ma la patente? Ma tu ancora senza patente? Niente, proprio non ti interessa essere indipendente (che poi, anche se avessi preso la patente, come potevo essere indipendente senza macchina?)
Mio cugino quest'anno vuole fare la patente del motorino, mio zio: no ragazzi ma è una cifra folle voi non vi immaginate quanto costa tenere un figliolo, io gliela faccio fare subito eh ma madonna davvero quasi inarrivabile
c’è una ragazza che mi incuriosisce (alleluja) ma penso che sia tipo inarrivabile perché
1. non so come ci si prova con le ragazze
2. amica di amica stretta del mio conqui che spoiler smetterà di essere mio conqui tra qualche giorno
3. potrei vederla per l’eurovision ma dovrei tornare in questa casa e onestamente non vorrei flirtare con la ragazza che mi incuriosisce dentro la casa in cui ho convissuto per 4 anni con l’amore della mia vita
quindi niente, resterà per sempre un’idea e ogni volta che la vedrò sarò 🥰 ma non accadrà mai niente
(ah obv l’ho vista una volta, ma ha le fossette e gli occhi chiari e sembra dolcissima quindi boh apposto così)
Considerato che un posto occupato l'intero giorno rende gli stessi euro se occupato da una sola o da più auto a turno, il fine dovrebbe essere chiaro
Comunque è evidente che "viaggiamo" spediti verso le città da 15 minuti, ovvero le città per soli ricchi. Queste agende che "non esistono", di cui parlano i complottisti, sono di una efficienza inarrivabile.
IL BESTIARIO DI FRATELLI D’ITALIA: CLASSE DIRIGENTE O INDECENTE?
Il bestiario di Fratelli d’Italia sta riempendo le istituzioni di strani, vivaci e bizzarri animaletti.
Il deputato Emanuele Pozzolo, mosso da un entusiasmo giovanile, alla festa dell’ultimo dell’anno, gaio ed energico sfodera la sua arma. Spara ad un trentunenne e di fronte alla richiesta delle forze dell’ordine di consegnare i vestiti per la perizia il virile Pozzolo esibisce l’immunità parlamentare. E’ la destra della legge e ordine, solo però quando riguarda gli altri. Ribelle.
Il deputato Calogero Pisano sui social definiva Hitler “un grande statista”. Estroso.
Elena Donazzan, assessora veneta al Lavoro e alle Dispari opportunità ha definito una persona transessuale “un demonio”. Ha ricordato dei nazisti il 25 Aprile. Ha cantato Faccetta nera alla Radio. Del 25 Aprile dice: “L’antifascismo ha prodotto il terrorismo rosso. Non è un valore”. Inclusiva. Costituzionalista.
Il deputato Fabio Rampelli propone di telefonare in Africa per chiedere agli africani di non partire. Realista. Memore della battaglia mussoliniana contro gli anglicismi, della traduzione di Louis Armostrong in Luigi Braccioforte e di Benny Goodman in Beniamino Buonuomo propone di multare con decine di migliaia di euro chi usa termini inglesi. Moderno. Cosmopolita.
Francesco Lollobrigida, ministro e cognato. E’ convinto che i poveri mangino meglio dei ricchi. Ferma i treni quando ha fretta, come fossero di sua proprietà. L'Italia c'est moi. Sociologo e trenologo.
Gianbruno, ex compagno del Capo. Così fedele a “sono Giorgia, sono una donna, sono cristiana” che propone ad una collega di farlo a tre in cambio di una possibilità di carriera. In fatto di famiglia tradizionale a destra non si capisce più niente, visto che Gianbruno è l’ex compagno di quella che Libero ha definito “L’uomo dell’anno”. Fluido.
Poi c’è il consigliere regionale veneto Joe Formaggio. Inarrivabile. Si fa ritrarre con una mitraglia in mano, deve essere amico di Pozzolo. Cow boys. “La maggioranza dei veneti deve avere la pelle bianca”. Multiculturale. “ A casa mia meglio i topi che i rom”. Antirazzista. In consiglio regionale ogni tanto abbraccia eccessivamente le colleghe basite. Femminista.
Classe dirigente o indecente? Ai posteri l’ardua sentenza.
Il 5 marzo del 1987 la meravigliosa Merini uscì finalmente dall'ultimo manicomio (i manicomi non vennero chiusi nel 1981 con Basaglia; è giusto saperlo). Era una giornata di sole a Taranto e lei aveva 56 anni. Dopo sedici giorni, il 21 marzo, nel primo giorno di primavera, compi gli anni: 57. Da donna libera. La grande poeta del 900 poté tornare a vivere, o come disse lei: "A camminare".
E io con lei.
Fabrizio De André alla notizia disse semplicemente: "La creatura delle creature torna a casa"
"Ama e ridi se amor risponde
piangi forte se non ti sente
dai diamanti non nasce niente
dal letame nascono i fior.."
Sei mesi dopo, nel settembre del 1987, vince il premio nazionale di poesia di Bergamo. Una piccola soddisfazione che lei ricorderà sempre con piacere. Dopo quel premio tutti la scoprirono; e l'amarono. Io avevo 18 anni e come "figlio di un matto" corsi subito a salutarla a Milano. Nel suo baretto sul Naviglio. Fu proprio quel giorno che decisi di continuare "A camminare" con la poesia.
Molti e molte di noi hanno un ricordo di questa inarrivabile poeta; io la ricordo sorridente e malinconica con la sua immancabile sigaretta MS. Un sorriso che ammaliava le colombe e le tortore, che quel giorno andarono a salutarla anche loro..
a prescindere dalle polemiche, pensavo che fino ad un paio di anni fa si guardava alle performance live dei cantanti americani e inglesi come qualcosa di inarrivabile per il resto del panorama musicale, specialmente italiano, invece oggi la nuova wave di giovani artisti italiani (da elodie a mengoni a mahmood a ghali e tantissimi altri) sta mostrando un salto di qualitá incredibile sia a livello di visuals che di produzione, marketing e arrangiamenti live. per esempio ieri sera la performance di big mama gaia sissi e la niña ha mangiato il riso in testa a tantissime performance pietose che ho visto negli ultimi anni ai grammys o ai VMAs da parte di artisti americani col triplo dei soldi e della fama e tutto questo mi rende molto orgogliosa spero si vada solo a migliorare
L'arte si fa storia.
Nel XIX e poi nel XX secolo, ha raccontato la guerra e lasciato tracce di sdegno, incisive: oltre la lotta, nell'orrore della repressione, nell'infamia dell'esecuzione, nell'atto ripugnante della soppressione.
Per lo scopo cinico che scorre spietato nel sangue di ogni conflitto.
Goya lo coglie nell'urlo tragico del martire gettato sull'impeto vile che sta per abbatterlo.
La morte è violenta.
Manet, invece, raccoglie la scena nell'usualità dei gesti, nell'immobilità, nell'assenza di dramma.
Due paradigmi, connotati da una profonda distanza.
Quello di Manet appare un dipinto di maniera.
Eppure, tra i due, è il più crudo e il più profondo: la morte nasconde la violenza nell'indifferenza, la tramuta in "banalità del male", come ben comprese Hannah Arendt nel lontano 1963.
Così, Manet anticipa la distanza che protegge il delitto dei più forti: modello delle società organizzate novecentesche che coprono di mostruosa burocrazia la caduta dell'umanesimo.
In questa scia, a poca distanza dalla Seconda Guerra, Picasso seppe concedere un ulteriore segno al già inarrivabile "Guernica": la distruzione della vita nel suo germogliare, nuda, minacciata da corpi metallici privi di fattezze.
Maschere di morte.
Avanzano, mossi da un desiderio di stupro dell'esistenza.
- Francisco Goya (1746 - 1828): "Il 3 maggio 1808", 1814, Museo del Prado, Madrid
- Édouard Manet(1832 - 1883): "L’esecuzione dell’imperatore Massimiliano del Messico", 1868, Kunsthall, Mannheim
- Pablo Picasso (1881 – 1973): "Massacro in Corea", 1951, Musée National Picasso, Parigi