Tumgik
#mi dispiace per le persone che seguono una persona del genere
tanktop-lou · 2 years
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gryffsophia · 5 years
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⁖  ♡  Sophia & Ezra @ Corridoi di Hogwarts / 17 Febbraio.
Ha trascorso il week–end piuttosto giù di morale, ed oggi non è scesa neanche a pranzo: ha dormito, principalmente, e poi ha occupato il bagno del suo Dormitorio per una quantità indefinibile di ore, a causa dei suoi soliti “ rituali di bellezza ”. Priva di trucco, con indosso nient'altro che un jeans ed un pullover morbido ( inusuale! ), adesso sta vagando per i corridoi alla ricerca di qualcosa da mangiare. Quando scorge Ezra, l'affianca senza dire niente. ‹ Quindi? › domanda più che lecita, no?
( ... ) Sta vagando senza meta lungo i corridoi, il corvonero, annoiato ed alla ricerca di qualcosa con cui svagarsi, quando improvvisamente si ritrova accanto la figura della Urquhart e dunque le sue labbra si piegano in un sorriso. « Hey! » la saluta, inarcando poi un sopracciglio. « Quindi che? »
‹ Quindi che cazzo di problema hai. › si limita a rispondere lei, arrestando i passi nel bel mezzo del corridoio –– con tanto di braccia incrociate sotto al seno e sopracciglio inarcato. Nessun sorriso, per Sophia, è solo... perplessa.
« Che cazzo di problema dovrei avere? » domanda di rimando il corvonero, arrestando improvvisamente il proprio cammino e ponendosi difronte alla ragazza, osservandola con un sopracciglio inarcato. Qualcosa gli dice tanto che finiranno per discutere...
Sophia batte per un istante le palpebre, confusa, e solo dopo un po' si limita a fissarlo con in volto dipinta un'espressione a dir poco / ironica /. ‹ Me lo stai chiedendo sul serio? › incredula, quasi. Scuote persino il capo. ‹ / Vabbè /. ›
« Se te lo chiedendo forse vuol dire che sì, sono serio? » replica lui con tono seccato, spalancando appena gli occhi –– perché con Sophia deve essere sempre / così / ?! « Che cazzo di problemi hai / tu / a questo punto. »
‹ Cioè, fammi capire––– › e mette su una faccia che farebbe venire a chiunque voglia di tirarle uno schiaffo. ‹ Mi dici che ci sei rimasto male perché non sono venuta a dormire da te neanche una volta, ti faccio notare che teoricamente hai una ragazza, mi rispondi di merda... e poi sarei io quella ad avere un problema? Okay. › con tanto di scrollatina di spalle. ‹ Va bene. ›
Tirarle uno schiaffo no, questo Ezra non lo farebbe mai, ma mandarla a fanculo quello sì. Ed infatti le lancia un'occhiataccia, ma prima di aprir bocca preferisce che si sfoghi completamente. « Stai esagerando, te ne rendi conto? » le domanda lui, con un sopracciglio inarcato ed un'espressione del cazzo dipinta in viso –– non sono poi così diversi in fin dei conti. « Per prima cosa stavo scherzando. Per seconda cosa non ho nessuna ragazza, né teoricamente né praticamente. Per terza cosa non ti ho risposto di merda e se tu sei suscettibile non è un mio problema. »
Inutile dire che quella che le fuoriesce adesso dalle labbra sia un risata sarcastica, no? Sottile, per niente divertita –– quanto più / infastidita /, in realtà. Perché lei questi modi di fare proprio non li sopporta, ed Ezra più di chiunque altro dovrebbe saperlo. ‹ Sì, okay. Come preferisci. › con tanto di mani alzate, occhi assottigliati, ed eccola che si limita semplicemente a voltarsi e riprendere a camminare, senza proferire altra parola. Mah.
Sì, il Parker sa bene quanto la ragazza possa innervosirsi facilmente, soprattutto se lui ha / certi / comportamenti, ma ora come ora se ne frega. Però gli sta sul cazzo che se ne vada così, senza dire una parola no? E allora la blocca immediatamente, fermandola per un polso. « Che cazzo hai. » e adesso esige una risposta, già.
‹ Lasciami. › è la prima cosa che dice, pietrificata, lo sguardo che subito si cala sulla mano che le stringe il polso. Perché non ha mai portato a niente di buono, un gesto del genere, e Sophia ne è terrorizzata. Ma cerca di non darlo a vedere, ovviamente. ‹ Non ho un cazzo di niente. Sei tu quello con i problemi, che prima Sydney di qua e Sydney di là e poi non fai altro che ripetere di quanto tu non sia fidanzato. E poi se scherzavi che cazzo me l'hai detto a fare, che volevi dormissi con te. Prima ti prendi le distanze, e poi? ›
« No, non ti lascio. » replica senza batter ciglio il corvonero, mantenendo le dita attorno all'esile polso di Sophia, senza però esercitare una stretta eccessiva, ché non ha intenzione di farle male ma semplicemente di non farla andare via. « Non sono affari tuoi. » risponde atono, assottigliando le labbra e con sguardo glaciale. « Non mi pare di averti mai chiesto delle tue relazioni, no? E comunque non ti ho mai allontanata da me, non dire stronzate. »
E nello stesso istante in cui lui le dice che non vuole lasciarla, lei strattona il braccio per liberarsi con la forza –– massaggiandosi poi lo stesso lembo di pelle. ‹ Certo che sono affari miei. Non ho intenzione di mettermi contro una che sta nel mio stesso Dormitorio, e che è amica di mezza Hogwarts. › col naso che si arriccia, glaciale quasi quanto lui, ché alla fine è la verità. Sydney non crede la prenderebbe bene, a sapere di Sophia nel letto di Ezra; sesso o non sesso. ‹ Non me l'hai mai chiesto perché io non ho mai detto di amare nessuno. E poi certo, come no. Per questo son trascorse due settimane dall'ultima volta che ci siamo parlati. ›
« E chi cazzo ti ha detto che ti devi mettere contro di lei?! » sbotta l'americano, lasciandola finalmente andare solo per sollevare le braccia all'aria, esasperato. « Non te l'ho mai chiesto perché sono affari / tuoi / e non miei, e se mai avessi voluto parlarne lo sai che ci sarei stato, come ci sono tutt'ora. » aggiunge poi in risposta alle sue parole, mantenendo lo sguardo fisso nelle iridi chiare della grifondoro. « Ho avuto dei problemi, okay? Posso starmene per i cazzi miei qualche volta o no? E comunque mi sembra che tu sia stata piuttosto indaffarata fra lo stare con tuo fratello e quell'altro cretino. »
‹ Lascia perdere. Parlare di queste cose con te è come parlare con un muro. › si limita a dire, non appena l'altro le risponde. Solo che... a farle irrigidire la mascella sono le parole che seguono. Non tanto per la questione dell'esserci o meno, ma perché... non le piace che parli di suo fratello o di Dustin così, okay? Soprattutto non in questi termini, e non in queste circostanze. ‹ Stattene dove cazzo vuoi, ma non darne la colpa a me; non sono io quella che si è isolata. E non parlare mai più di Dustin così davanti a me. Mai. Più. ›
Gli occhi del corvonero si spalancano improvvisamente, così come le sue labbra che si schiudono in un'espressione sconvolta. Sì, è completamente senza parole, ché non accetta di sentirsi dire certe cose, soprattutto da / lei / . « Sennò cosa fai, eh? Io parlo come cazzo mi pare e piace, di lui e di chiunque altro. » risponde con tono rabbioso, stringendo con forza i pugni lungo i fianchi. « Cos'hai? Il prosciutto davanti agli occhi? Ti facevo più sveglia Sophia, cazzo. » non vorrebbe dirglielo, ma a questo punto...
Sophia diventa rossa di rabbia, perché non le piace il modo di comportarsi di Ezra –– né con lei, né nei confronti di Dustin. A cui tiene. Vorrebbe per lo meno un po' di rispetto per i suoi sentimenti, invece che vederseli sbeffeggiare da parte di una persona che credeva amica. E sta per dire qualcosa, davvero!, solo che... è quella insinuazione a bloccarla. A farle assottigliare lo sguardo, stringere le labbra in una linea sottile. ‹ Che intendi dire? › semplicemente. Il tono di voce piatto.
Ezra Parker è il primo ad odiare il proprio comportamento, ma è frustrato, arrabbiato, deluso, esasperato, stanco delle prese in giro, stanco delle menzogne, stanco di... / tutto / . E non può sopportare che Sophia lo tratti così, no. Proprio non lo accetta. E' anche vero però che non sa nulla, perciò le sue reazioni sono più che comprensibili. Ora però è il momento di svuotare il sacco, ché non è giusto che subisca quelle puttanate anche lei. Deve aprirle gli occhi. « Ti preoccupi tanto di non metterti contro la tua amichetta, quando lei muore dietro al tuo / amato / . Cazzo, Sophia, ma non ti sei / mai / accorta di nulla? Io lo so di essere un cretino, ma tu... dio sei sempre stata più sveglia di me! »
Ammutolita. Sophia è ammutolita, con lo sguardo che vaga sul volto di Ezra e che d'un tratto diventa quasi velato –– da lacrime che però non ha intenzione di far scendere. Le tiene ben salde, controllate, e deglutisce. Per ora non parla, perché sa che la voce sarebbe spezzata. Non se lo aspettava, di Sydney e Dustin. Certo, sa che lui fa sesso con altre persone –– l'ha ammesso in prima persona, ed alcuni nomi lei è riuscita anche a collegarli. E n'è gelosa marcia, perché di lui Sophia è persa. Ma Sydney? Insomma, dopo tutta la scenetta di Ezra? E okay che nessuno sa di loro due, che forse la compagna non potrebbe mai neanche immaginarlo, però... le fa male lo stesso. Perciò continua a restar zitta.
Le vede le lacrime che le si formano negli occhi. Le vede e si sente male, perché / odia / dover essere stato lui a dirle la verità di quella storia, / odia / dover far parte del cattivo, / odia / aver dovuto nascondere tutto per il suo bene –– ma la verità è che l'ha fatto perché è un cretino e sperava che tutto potesse andare bene, invece... « E' così. Mi dispiace. » pronuncia solamente, mentre sente gli occhi che cominciano a pizzicargli e la rabbia che pian piano comincia a salire dalla punta dei piedi fino alla testa. Vuole prendere a pugni qualcosa, ora.
Sapete cos'è? Che a viverci insieme un po' l'ha capita, Sydney, e non le sembra il tipo di ragazza da sesso occasionale o che. E poi Ezra ha detto / muore dietro /, e lei... delle conquiste d'una notte può farsene una ragione, okay? Ma il pensiero che ci sia un'altra persona che prova quello che prova lei... Sophia si stringe nelle spalle. Annuisce con un vago cenno del capo, si succhia il labbro inferiore in quel tic nervoso che si porta dietro da anni, e fa finta che vada tutto bene. Com'è abituata a fare. Da sempre. ‹ No, figurati. Non è niente. Io e Dustin non abbiamo una relazione esclusiva. È solo sesso. › atona.
Ma Ezra Parker sa che non è solo sesso, perché conosce bene Sophia e tutte quelle chiacchiere fatte prima dell'arrivo ad Hogwarts... lo sa che è di più, le capisce certe cose. Ed anche questo dettaglio fa male, oltre tutto il resto. Lo manda letteralmente fuori di testa, tanto ché adesso stringe un pugno e senza nemmeno rendersene conto lo sbatte con forza contro il muro al suo fianco, ché sente l'esigenza di sfogare tutta quella rabbia e quel dolore che prova. Ecco perché vuole andarsene. Vuole voltare pagina e ricominciare tutto daccapo.
Sophia le conosce, le crisi di rabbia. Ne è vittima anche lei, anche se a differenza dell'altro la maggior parte delle volte finisce semplicemente con il colpire le altre persone –– e non il muro. Certo, sobbalza un po' ché non se l'aspettava, però... non si scompone poi così tanto. Si limita a fissarlo, con la stessa espressione vuota degli ultimi cinque minuti, e poi si stringe nelle spalle. ‹ Da come parla di te non credo non ti ami, comunque. ›
Il pugno di Ezra resta fermo appoggiato contro al muro, lo strato più superficiale della pelle sulle nocche che s'è ammaccato un po', senza però far uscire una sola goccia di sangue, il dolore che pulsa attorno alle dita, così come la rabbia nelle sue vene –– rabbia che sente di non aver sfogato abbastanza ed è per questo che tira un nuovo pungo, poi un altro e poi un altro ancora. « Non voglio sentire una sola parola Sophia. Non voglio sentire / niente / . » dice con i denti digrignati, fermandosi improvvisamente.
Sophia si limita a fissarlo, con le palpebre che battono appena più veloci del normale ad ogni pugno, ma non fa niente per fermarlo –– ché sa bene che sarebbe inutile, in un caso come questo. Quello che fa, invece, non appena l'altro si ferma, è avvicinarsi. In silenzio, allunga una mano per prendergli le mani e sfila la bacchetta dalla tasca posteriore dei pantaloni, nel tentativo di asciugarne il sangue. Anche se è ancora arrabbiata. ‹ Era più semplice, vero? Quando eravamo in California. ›
Non si è ancora sfogato del tutto e vorrebbe continuare a prendere a pugni quel muro ancora e ancora, fino a distruggersi completamente le mani, ché solo a quel punto si sentirebbe un po' meglio. Il problema però è che lì c'è Sophia e non vuole che lo veda in quello stato, no, perché sa che soffre delle sue stesse crisi e così facendo non le dà sicuramente un buon esempio. « Scusa. » sussurra poi, lo sguardo fisso al pavimento, ché proprio non riesce a guardarla in faccia. E vorrebbe che gli lasciasse le mani, ma si fa curare ugualmente le ferite. « Voglio andarmene da qui. Parlo sul serio. »
Sophia continua nel suo intento finché l'altro non ha le mani pulite, seppur con le nocche scorticate, e poi si limita a rimettere la bacchetta nella tasca e posare la schiena contro il muro. Lo osserva per un po', le spalle appena curve, poi sospira. ‹ Ci stavo pensando anche io, in realtà. Solo che... › e a questo punto arriccia un po' il naso, un sospiro che le fuoriesce dalle labbra schiuse. ‹ Non so quanto senso abbia continuare a scappare ancora e ancora. Alla fine o qui, o in America, è lo stesso. ›
Lo sguardo di Ezra resta fisso al pavimento per tutto il tempo, dando un'occhiata alle proprie mani e all'operato della ragazza solo di tanto in tanto. Quando poi finisce si porta le mani nelle tasche e s'appoggia anche lui con le spalle al puro, spingendosi pian piano verso il basso fino a sedersi. « Forse hai ragione, ma almeno lì saremmo a casa. » risponde il corvonero con un sospiro, per poi estrarre il tabacco dalla tasca della felpa, ché ha bisogno di fumare.
E lei fa lo stesso, ovviamente, per una volta incurante di rovinare i vestiti. Incrocia le gambe, posa le dita intorno le caviglie, il capo reclinato d'un lato e lo sguardo fisso dinnanzi a sé. Casa. Sophia non ne ha mai avuta una, in realtà –– né in America, né in Inghilterra. La sua casa sono le persone con cui si sente a proprio agio. ‹ Ti ricordi l'estate prima che tu partissi? › con un sorriso vago che adesso le inarca le labbra, prima di voltarsi verso di lui.
Potremmo dire lo stesso per Ezra se ci pensate bene, ché anche la sua casa in America si può dire andata in pezzi nel momento in cui la sua famiglia si è distrutta e da lì tutto è andato a rotoli. Nonostante ciò però lui la vede ancora così, perché infondo qui in Inghilterra cos'è che ha? Nulla. « Sì. » risponde annuendo con un cenno del capo, senza tuttavia sorridere, ché proprio non ne ha la forza. Il suo sguardo però adesso si sposta dal pavimento sugli occhi di Sophia, che osserva profondamente. Quasi ci si perde. E' il solito tunnel! « E' difficile dimenticarsene. »
Le sue parole quasi la fanno ridere, però evita; si limita ad inarcare forse un po’ di più le labbra, senza accennare a distogliere le iridi da quelle altrui — perché insomma... non avrebbe senso farlo. ‹ Per il sesso o perché ero incredibilmente più bella abbronzata? › ironica, ovviamente, anche per cercare di smorzare un po’ la tensione... però poi torna seria, con un sospiro. ‹ È stato brutto, quando te ne sei andato. ›
« Lo sai. » e non ha bisogno di dire perché non potrebbe mai dimenticarsi di quei momenti, perché Sophia / sa / — e poi Ezra non sarebbe nemmeno in grado di esprimersi a parole, è qualcosa di complicato per lui. Inevitabilmente le sue labbra si piegano in una smorfia rattristata dinanzi alla sua ultima affermazione, un po' per i ricordi di quel brutto periodo vissuto dalla sua famiglia, un po' per le difficoltà affrontate con la partenza, un po' perché... bé, non è stato facile abbandonare lei e tutti i suoi amici. « E' stato brutto andarsene. E mi dispiace, Soph. Per tutto. » perché sa benissimo di non essere stato la persona migliore del mondo, soprattutto negli ultimi anni.
Si limita ad annuire con un vago cenno del capo, Sophia, perché è ovvio che sa. Solo che non le piace perdersi nei ricordi del passato, perché la nostalgia non è sicuramente uno dei sentimenti più piacevoli da provare. Soprattutto in momenti come questi. Infatti torna a guardare dritto dinnanzi a sé, la nuca posata contro il muro. ‹ Figurati. Non è dipeso da te, alla fine. Mi dispiace solo che si sia rivelato peggio qui che lì, in realtà. ›
« Purtroppo non si può prevedere il futuro ed è evidente che dovesse andare così. » dice il corvonero, continuando a mantenere lo sguardo fisso su Sophia anche quando lei si volta, restando poi completamente in silenzio. Non ama nemmeno lui aggrapparsi ai ricordi, eppure adesso non può fare a meno di non pensarci. A tutto quello che hanno passato insieme, quella strana amicizia-non amicizia che non si è mai capito che cazzo fosse, le cazzate fatte, il periodo della scuola... tutto insomma.
Si sente osservata. Sente su di sé lo sguardo altrui, con la pelle che piano piano sembra raggricciarsi, e non può fare a meno di tirare le gambe al petto e circondarle entrambe con le braccia esili. ‹ Che c’è? › domanda quindi, in un sussurro, e solo dopo un po’ si volta verso di lui — la fronte appena aggrottata. Forse un po’ lo immagina, quello a cui l’altro sta pensando, però... non dice niente al riguardo.
Sophia Urquhart non è Ivan Dolohov per fortuna e perciò non può leggergli nella mente, ma il corvonero sa che probabilmente un'idea se la sarà fatta sul perché la stia guardando in quel modo. « Niente. » dice quindi stringendosi nelle spalle, ché non ha molta voglia di parlare. Poi però si avvicina, porta un braccio attorno alle sue spalle e la stringe a sé in un mezzo abbraccio. Non c'è un motivo vero e proprio, voleva solo farlo.
Annuisce con un vago cenno del capo, e sta per dire qualcosa — solo che quel mezzo abbraccio la sorprende. Non se lo aspettava, non adesso soprattutto, però... non s’allontana. Perché dovrebbe? Certo, è ancora nervosa, è ancora arrabbiata, però cerca di non darci troppo peso al momento, perché forse non è l’unica ad essere ferita. No? Quindi si limita a sorridere per un attimo, prima di calare il capo e posarglielo sul petto. In silenzio.
Conosce bene i tempi di smaltimento della rabbia di Sophia e sa che probabilmente ha compiuto un azzardo abbracciandola in quel modo, all'improvviso, e perciò Ezra è preparato a tutto, ma... stranamente non si ribella ed anzi, sembra ricambiare pure. Allora non ha motivo di interrompere quel contatto no? Perciò continua a stringerla a sé, posando il mento sul suo capo e chiudendo gli occhi. Ne ha bisogno, adesso. Forse più di quanto possa immaginare.
Resta in silenzio ancora per un po’, lei, anche quando sente il mento dell’altro sul proprio capo: il silenzio risulta essere piacevole, di tanto in tanto, soprattutto per una come Sophia. Solo che... ‹ Perché non me l’hai detto, che c’erano tutte queste cose che non andavano? › in un sussurro flebile, ma tanto lo sa che l’altro può sentirla. È solo che magari avrebbe potuto aiutarlo, no?
Ed il Parker vorrebbe che quel silenzio continuasse ancora e ancora, ma sa che arriva un punto in cui bisogna aprir bocca e Sophia ha bisogno di spiegazioni, perciò... « Non lo so. Volevo proteggerti e non farti soffrire. » mormora, stringendola appena un po' più forte a sé. « O forse mi stavo solo illudendo e non volevo accettare la realtà dei fatti. »
Sophia tace di nuovo, a questo punto, perché ha bisogno di pensare. Non sa niente della relazione di Ezra e Sydney, così come non sa niente di quella tra quest’ultima e Dustin, quindi non si può permettere di fare azzardi. Però... ‹ Non so cosa lei provi per te e cosa provi per lui... › con una smorfia che non riesce a trattenere, ‹ però non c’è niente di male a provare qualcosa per due persone. L’una non esclude l’altra. A volte può solo essere difficile gestire le proprie emozioni, riconoscere i sentimenti, capire quale fa bene e quale fa male. › E lei ne sa qualcosa.
« Sinceramente non mi interessa più nulla. » risponde con tono glaciale il corvonero, ché non vuole più pensare a quella storia, vuole solo dimenticare, voltare pagina e andare avanti — se potesse cancellerebbe addirittura il passato, ma questo non può farlo. « Ho cose più importanti a cui pensare, che a queste stronzate. Non ho tempo da perdere con i giochetti. » ed è evidente che sia anche la rabbia a parlare, ma ciò che dice Ezra lo pensa realmente.
In un certo senso comprende lo stato d'animo altrui, e non se la sente di giudicarlo; anzi, se ne sta in silenzio adesso, e l'unico suono udibile da parte propria è quello di un respiro sommesso. Vorrebbe essere in grado di dire qualcosa per farlo star meglio, di aggiustare le cose... ma non può, quindi si limita a starsene ferma in quel mezzo abbraccio, annuendo vagamente col capo.
❪ CONCLUSA ❫
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manuelaruso · 6 years
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Ottimizza Google Adwords con questi trucchi. Semplici, anche per te che non capisci una mazza!
Cos’è Google Adwords?
Al giorno d’oggi i social network sono molto importanti per una strategia di marketing vincente. Scopri come usarli, su quali puntare e quali invece accantonare per non perdere tempo.
Messa semplicemente, Adwords non è altro che un megafono: amplifica il tuo messaggio rendendolo udibile da utenti interessati. E visto che ci sei, cerca di non fare questi errori con Google Adwords.
Se però nessuno ascolta, o tantomeno si gira solo per qualche secondo per poi tirar dritto, dove sta il problema?
È il megafono mezzo rotto o siamo noi?
Mi dispiace dirlo ma il più delle volte siamo noi ad usarlo in maniera sbagliata. Se infatti lo puntiamo verso un pubblico sbagliato e ci urliamo dentro cose imprecise, chi ascolta udirà solo un brusio…un rumore.
Messa da parte la mia vena poetica di oggi, volevo farti partecipe di una email arrivata da Alessandro, un lettore del blog, che ha sfruttato il bonus della guida gratis Adwords: 3 domande per migliorare il tuo business.
Partiamo dal primo problema a cui ho risposto con un video.
Campagne settore turismo – Ottimizzare Google Adwords per  la conversione
Domanda: Ho molte difficoltà con le campagne estere settore turismo: pochi click, CPC alto, buona profondità della visita ma pochissime conversioni. Hai dei consigli particolari per questi tipi di campagne?
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Ecco le risorse utilizzate nel video:
Insert PHP (WordPress Plugin)
Google Adwords
Questo è il codice per il testo dinamico: Cerchi [insert_php] if ($_GET['keyword']) {echo ucwords($_GET['keyword']);} else {echo ucwords('Hotel a Rimini');} [/insert_php]
http://www.ilmiosito.com/hotel-rimini/?keyword={keyword}
Adwords Remarketing Search vs Remarketing Display
Domanda: Come valuti il remarketing search? Lo usi o pensi che sia meglio il remarketing display? Se lo usi, utilizzi keyword generiche o specifiche per farlo?
Tra quelli che usano Google Adwords (ebook gratis), pochissimi conoscono l’RLSA (Remarketing Lists for Search Ads), quindi se anche tu hai fatto spallucce, non preoccuparti, non sei l’unico!
Il remarketing applicato al display network è una pratica molto utilizzata al contrario di quello per le ricerche; questo perché risulta difficile da comprendere a pieno e spesso complicato da applicare al proprio business.
In entrambi i casi questi sono miti da sfatare! Lo so, RLSA suona complicato ma non lo è.
Incominciamo con le differenze per chi conosce poco queste due pratiche.
Dopo aver visitato un certo sito web avrai notato che i suoi banner ti seguono su altri siti. Sei andato a vedere un paio di scarpe e, guarda un po’, le stesse scarpe ti seguono anche sul forum che frequenti giornalmente.
Stessa cosa per quell’hotel che volevi prenotare ieri.
Ecco, questo è il Display Remarketing. L’inserzionista caro amico, ti sta prendendo di mira e quindi poiché tu hai visitato certe pagine del suo sito, ti sta ricordando di lui in caso tu voglia tornare sul suo website. Non importa dove sei, può essere Youtube, un blog o un forum; se questi usano Google Adsense, tu vedrai il banner del nostro inserzionista!
Il Search Remarketing invece si basa sulle query di ricerca. Invece di farti vedere dei banner, ti permette di mostrare degli ‘ad’ testuali su Google.it solo alle persone che hanno precedentemente visitato il tuo sito e che stanno ricercando ancora il tuo prodotto o servizio.
Invece di bombardare l’utente con i banner, adesso puoi visualizzare le tue pubblicità solo quando cercano il tuo prodotto. Un modo alternativo per ottimizzare Google Adwords.
Figo è?!
C’è un ‘Ma’…
Per creare una lista da usare con il Search Remarketing, devi avere almeno 1000 visite sul tuo sito in 540 giorni. Questo è l’audience minimo di una lista per il remarketing.
Troppe le visite richieste?
È qui che arriviamo alla domanda di Alessandro: “[…] utilizzi keyword generiche o specifiche?”
Prendiamo il caso degli hotel. Normalmente useremmo keyword specifiche come ‘hotel a basso costo a Rimini’ oppure ‘Quale hotel prenotare a Rimini’. Questo perché parole come ‘Prenotare Hotel’ potrebbero risultare troppo generiche.
Ti immagini il costo di una parola chiave del genere!? Wow!
Nel caso di liste per il Remarketing Search, puoi invece usare keyword generiche come ‘vacanze’ oppure ‘hotel’ poiché i tuoi advert appariranno solo a quelle persone che hanno visitato il tuo sito precedentemente.
Se quindi 1000+ persone hanno visitato il tuo sito dedicato a ‘Hotel a Rimini’, quando vanno su Google per cercare qualcosa di generico come ‘vacanze’, ‘estate a Rimini’, ‘hotel’ possono essere utilizzate per il tuo remarketing.
Loro cercano ‘dove andare in Agosto?’ E pam!, gli fai vedere l’advert sul tuo hotel a Rimini.
Loro cercano ‘spiagge’? E tu boom! gli piazzi l’ad sul tuo hotel.
Alcuni consigli ora.
I giorni da impostare per la tua lista
Se il tuo sito non ha molto traffico, ti consiglio di creare una lista ed impostare la scadenza (per quanto tempo ricordarsi dei tuoi visitatori) sui 540 giorni e cioè il limite massimo.
Se invece stai impostando una campagna per un’offerta di Natale o qualcosa di più specifico, ovviamente metti 30/60 giorni. Non vorrai far apparire un’offerta ad un anno di distanza quando già è finita vero?
L’uso delle keyword per il remarketing
Ricorda che stai puntando persone che hanno già visitato il tuo sito – una fetta molto minore di traffico comparato ad una campagna normale – quindi devi usare keyword generiche per aumentare la possibilità di piazzare il tuo messaggio in faccia alla stessa persona ancora una volta.
Quando pensi a tali parole chiave da usare, focalizza l’attenzione sui temi: ‘hotel’, ‘Rimini’, ‘vacanze’ ecc.
Sii generico ma non troppo, in questo modo ottimizzi Google Adwords ma eviterai di abbassare il tuo CTR.
Il tuo messaggio
Anche qui tieni a mente che chi legge il tuo ‘ad’ è un potenziale cliente che torna sul tuo sito. Ti puoi permettere quindi di essere più creativo magari utilizzando foto, recensioni, video ecc.
Google Adwords e Youtube
Domanda: Pensi che le campagne YouTube siano valide? E principalmente per quale obiettivo? Più per la brand awareness o anche per arrivare a conversioni?
Per quanto riguarda Youtube, bisogna tenere a mente chi è il nostro target e in che modalità si trova.
Chi cerca su Google è solitamente in ‘problem mode’ e quindi più attento a ciò che legge.
Quando la stessa persona si trova su Youtube, si trova il più delle volte in ‘fancazzismo mode’. Quanta possibilità abbiamo di convertire questo utente in cliente?
Poche.
Possiamo però utilizzare Youtube per un po’ di brand awareness (per far conoscere agli utenti la nostra attività) o ricordargli di noi in caso abbiano visitato il nostro sito in passato.
In entrambi i casi, consiglio comunque di filtrare le categorie dei video su cui visualizzare i tuoi messaggi.
Il lato positivo è che i costi sono molto più bassi di una campagna Search, ma anche le conversioni.
Video o Banner?
Se hai a disposizione un video da usare come pubblicità, questo avrà un maggiore impatto. Il video che ho creato per il mio business ha sortito un ottimo effetto quando impostato in ‘pre roll’.
Al contrario, i banner visivi piazzati in basso potrebbero portare risultati più scadenti.
Se arrivi ad avere un CTR del 3% con uno di loro, ritieniti fortunato!
Qual è il prossimo passo?
Condividi questi consigli con chi potrebbe trovarli utili e fammi sapere se ti hanno aiutato a migliorare le tue campagne Adwords.
ottimizzare-google-adwords è stato pubblicato su Espresso Triplo.
Ottimizza Google Adwords con questi trucchi. Semplici, anche per te che non capisci una mazza! published first on https://espressotriplo.com/ Ottimizza Google Adwords con questi trucchi. Semplici, anche per te che non capisci una mazza! posted first on https://espressotriplo.com/
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dianecarter · 6 years
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Ottimizza Google Adwords con questi trucchi. Semplici, anche per te che non capisci una mazza!
Cos’è Google Adwords?
Al giorno d’oggi i social network sono molto importanti per una strategia di marketing vincente. Scopri come usarli, su quali puntare e quali invece accantonare per non perdere tempo.
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Se però nessuno ascolta, o tantomeno si gira solo per qualche secondo per poi tirar dritto, dove sta il problema?
È il megafono mezzo rotto o siamo noi?
Mi dispiace dirlo ma il più delle volte siamo noi ad usarlo in maniera sbagliata. Se infatti lo puntiamo verso un pubblico sbagliato e ci urliamo dentro cose imprecise, chi ascolta udirà solo un brusio…un rumore.
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Ecco le risorse utilizzate nel video:
Insert PHP (WordPress Plugin)
Google Adwords
Questo è il codice per il testo dinamico: Cerchi [insert_php] if ($_GET['keyword']) {echo ucwords($_GET['keyword']);} else {echo ucwords('Hotel a Rimini');} [/insert_php]
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Adwords Remarketing Search vs Remarketing Display
Domanda: Come valuti il remarketing search? Lo usi o pensi che sia meglio il remarketing display? Se lo usi, utilizzi keyword generiche o specifiche per farlo?
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Dopo aver visitato un certo sito web avrai notato che i suoi banner ti seguono su altri siti. Sei andato a vedere un paio di scarpe e, guarda un po’, le stesse scarpe ti seguono anche sul forum che frequenti giornalmente.
Stessa cosa per quell’hotel che volevi prenotare ieri.
Ecco, questo è il Display Remarketing. L’inserzionista caro amico, ti sta prendendo di mira e quindi poiché tu hai visitato certe pagine del suo sito, ti sta ricordando di lui in caso tu voglia tornare sul suo website. Non importa dove sei, può essere Youtube, un blog o un forum; se questi usano Google Adsense, tu vedrai il banner del nostro inserzionista!
Il Search Remarketing invece si basa sulle query di ricerca. Invece di farti vedere dei banner, ti permette di mostrare degli ‘ad’ testuali su Google.it solo alle persone che hanno precedentemente visitato il tuo sito e che stanno ricercando ancora il tuo prodotto o servizio.
Invece di bombardare l’utente con i banner, adesso puoi visualizzare le tue pubblicità solo quando cercano il tuo prodotto. Un modo alternativo per ottimizzare Google Adwords.
Figo è?!
C’è un ‘Ma’…
Per creare una lista da usare con il Search Remarketing, devi avere almeno 1000 visite sul tuo sito in 540 giorni. Questo è l’audience minimo di una lista per il remarketing.
Troppe le visite richieste?
È qui che arriviamo alla domanda di Alessandro: “[…] utilizzi keyword generiche o specifiche?”
Prendiamo il caso degli hotel. Normalmente useremmo keyword specifiche come ‘hotel a basso costo a Rimini’ oppure ‘Quale hotel prenotare a Rimini’. Questo perché parole come ‘Prenotare Hotel’ potrebbero risultare troppo generiche.
Ti immagini il costo di una parola chiave del genere!? Wow!
Nel caso di liste per il Remarketing Search, puoi invece usare keyword generiche come ‘vacanze’ oppure ‘hotel’ poiché i tuoi advert appariranno solo a quelle persone che hanno visitato il tuo sito precedentemente.
Se quindi 1000+ persone hanno visitato il tuo sito dedicato a ‘Hotel a Rimini’, quando vanno su Google per cercare qualcosa di generico come ‘vacanze’, ‘estate a Rimini’, ‘hotel’ possono essere utilizzate per il tuo remarketing.
Loro cercano ‘dove andare in Agosto?’ E pam!, gli fai vedere l’advert sul tuo hotel a Rimini.
Loro cercano ‘spiagge’? E tu boom! gli piazzi l’ad sul tuo hotel.
Alcuni consigli ora.
I giorni da impostare per la tua lista
Se il tuo sito non ha molto traffico, ti consiglio di creare una lista ed impostare la scadenza (per quanto tempo ricordarsi dei tuoi visitatori) sui 540 giorni e cioè il limite massimo.
Se invece stai impostando una campagna per un’offerta di Natale o qualcosa di più specifico, ovviamente metti 30/60 giorni. Non vorrai far apparire un’offerta ad un anno di distanza quando già è finita vero?
L’uso delle keyword per il remarketing
Ricorda che stai puntando persone che hanno già visitato il tuo sito – una fetta molto minore di traffico comparato ad una campagna normale – quindi devi usare keyword generiche per aumentare la possibilità di piazzare il tuo messaggio in faccia alla stessa persona ancora una volta.
Quando pensi a tali parole chiave da usare, focalizza l’attenzione sui temi: ‘hotel’, ‘Rimini’, ‘vacanze’ ecc.
Sii generico ma non troppo, in questo modo ottimizzi Google Adwords ma eviterai di abbassare il tuo CTR.
Il tuo messaggio
Anche qui tieni a mente che chi legge il tuo ‘ad’ è un potenziale cliente che torna sul tuo sito. Ti puoi permettere quindi di essere più creativo magari utilizzando foto, recensioni, video ecc.
Google Adwords e Youtube
Domanda: Pensi che le campagne YouTube siano valide? E principalmente per quale obiettivo? Più per la brand awareness o anche per arrivare a conversioni?
Per quanto riguarda Youtube, bisogna tenere a mente chi è il nostro target e in che modalità si trova.
Chi cerca su Google è solitamente in ‘problem mode’ e quindi più attento a ciò che legge.
Quando la stessa persona si trova su Youtube, si trova il più delle volte in ‘fancazzismo mode’. Quanta possibilità abbiamo di convertire questo utente in cliente?
Poche.
Possiamo però utilizzare Youtube per un po’ di brand awareness (per far conoscere agli utenti la nostra attività) o ricordargli di noi in caso abbiano visitato il nostro sito in passato.
In entrambi i casi, consiglio comunque di filtrare le categorie dei video su cui visualizzare i tuoi messaggi.
Il lato positivo è che i costi sono molto più bassi di una campagna Search, ma anche le conversioni.
Video o Banner?
Se hai a disposizione un video da usare come pubblicità, questo avrà un maggiore impatto. Il video che ho creato per il mio business ha sortito un ottimo effetto quando impostato in ‘pre roll’.
Al contrario, i banner visivi piazzati in basso potrebbero portare risultati più scadenti.
Se arrivi ad avere un CTR del 3% con uno di loro, ritieniti fortunato!
Qual è il prossimo passo?
Condividi questi consigli con chi potrebbe trovarli utili e fammi sapere se ti hanno aiutato a migliorare le tue campagne Adwords.
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