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CIONDOLI E SONAGLI CON OSSA UMANE REALIZZATI NELLA PREISTORIA EUROPEA
CIONDOLI E SONAGLI CON OSSA UMANE REALIZZATI NELLA PREISTORIA EUROPEA
Nella Preistoria, ciondoli con potente simbolismo erano realizzati con denti e ossa umane e di animali, adornando abiti e fungendo da sonagli. Le ossa umane sono state utilizzate anche come materia prima di ciondoli, come è stato dimostrato da uno studio in cui i reperti del corredo funerario, risalenti a oltre 8.200 anni fa, sono stati riesaminati dopo 80 anni. Il ritrovamento è piuttosto…
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Chieti
Due Musei Archeologici meravigliosi, posti sull’acropoli di Teate, una città annoverata tra le più del tempo antico, tramite i quali raccontare la storia dell’Abruzzo italico e romano.
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MUSEO ARCHEOLOGICO NAZIONALE DI VILLA FRIGERJ
Villa Frigerj é sede del Museo Archeologico Nazionale, è una villa neoclassica costruita dal Barone Ferrante Frigerj che al suo interno conserva alcuni reperti di grandissima importanza storica.
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IL GUERRIERO DI CAPESTRANO
Un giorno il contadino Michele Castagna mentre era intento a preparare lo scassato per la vigna trova questa statua e senza capire di cosa si tratta la definsice lu mammocc, per fortuna non la distrugge come invece hanno fatto altri contadini con statue simili per salvare i propri terreni.
La statua raffigura il principe guerriero Nevio Pompulenio appartenente alla tribù dei Vestini ed è una stele funebre trovata prima delle antiche necropoli. Il principe "rachi" era un presidente del consiglio comunale non essendoci in Abruzzo una vera e propria monarchia.
È una statua che si può osservare a tutto tondo, risalente all'età del bronzo e formata da un unico blocco di calcare bianco eccetto il largo cappello.
Il rachi in questione indossa dei calzari e un vestito cerimoniale da guerriero, la cinta è composta da 5 anelli concentrici in bronzo, sul petto porta una spada corta per facilitare la corsa, infatti i combattimenti erano molto ravvicinati perché i Vestini erano bassi di statura. Ha un falcetto simile a quello dei druidi celtici quindi era anche un sacerdote e indossa un disco (cerimoniale) che gli protegge il cuore, ma il disco non presenta decorazioni. Il volto è coperto da una maschera per rispetto funebre e il cappello è così largo forse per coprirsi dal sole, inoltre in alto si nota una cresta simbolo dell'importanza di quella famiglia.
L'uomo deve mostrare la sua forza pertanto la vita è molto molto stretta infatti nelle necropoli sono stati trovati risalenti a quest'epoca cinturoni in bronzo molto pesanti utilizzati proprio per far risaltare il busto e le spalle, per le stesse ragioni indossa una gorgiera ovvero una collana che risalta il suo collo molto stretto e sui bicipiti dei bracciali con anche pendagli.
Di lato si può notare un'iscrizione in lingua osca grazie alla quale si è riusciti a risalire al nome del principe rappresentato.
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FANCIULLA SEPOLTA INSIEME AL PRINCIPE DI CAPESTRANO
La statua fa intuire una figura piccolina, pertanto si potrebbe ipotizzare essere la figlia del rachi, indossa una veste sopra un'altra veste ed è ritratta in una posa dolce e delicata con la manina che poggia sul viso.
IL CORREDO DEL GUERRIERO DI CAPESTRANO
Tra i vari reperti rinvenuti nel corredo possiamo notare: una collana, le armille indossate sui bicipiti, i calzari, un disco messo a protezione del cuore, un falcetto, due lance in ferro, una spada, un coltello, spiedi per arrostire la carne e un "rasoio" perché i guerrieri dell'antichità (eccetto i vichinghi) non portavano la barba lunga considerandola pericolosa nelle battaglie poiché i nemici la potevano afferrare rendendo difficile combattere.
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STELE IN LINGUA BUSTROFEDICA
Importanti perché hanno consentito di non perdere tracce della lingua italica nonostante le conquiste romaniche che in effetti resero tutti romani, in particolare la lingua bustrofedica chiamata così perché segue l'ordine dell'arare del bue. Grazie a queste stele si è scoperto il vero nome di queste popolazioni: Safin, storpiato dai romani in Sabini, Sabelli e Sanniti.
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LETTI D'OSSO
Più che per dormire servivano a banchettare e conversare ma soprattutto per esporre il defunto durante la cerimonia funebre, sono realizzati in legno ed osso e testimoniamo l'incredibile abilità degli artigiani italici.
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STATUA DI ERCOLE
Ercole è un semidio poiché metà mortale e metà divino, in quanto suo padre è Giove, a cui gli abruzzesi erano molto legati, tant'è che sono stati ritrovati molti bronzetti votivi raffiguranti Ercole.
Il cammino delle 12 fatiche di Ercole è un'allegoria del cammino attraverso le difficoltà della vita che vengono superate il che avvicina il semidio all'uomo.
SANTUARIO DEDICATO A ERCOLE
Ritrovato a Sulmoma inizialmente si pensava erroneamente fosse dedicato al poeta Ovidio.
Grazie ad una frana sono rimasti intatti tanti reperti come un altare sacrificale.
Nel Naos si trovava il simulacro della divinità ovvero un bronzetto raffigurante Ercole a riposo poggiato alla grande clava con la pelle di Leone di Nemea. Molto probabilmente questo bronzetto, ora conservato nella sala del museo, era il bronzetto che si trovava nella bottega del supremo maestro greco Lisippo e utilizzato come modello di ispirazione per la realizzazione di tutti gli altri bronzetti di Ercole a riposo.
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abr · 1 year
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Fantastica.
Dato che nessuno è perfetto, men che meno noi e un minimo di soddisfaziò da pendagli penzolanti anche il nostro lato oscuro se lo merita, ogni tanto; visto inoltre che lo Stato purtroppo c'è, che almeno qualcosa di gustoso ogni tanto faccia, puttanavaccatroia.
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turuin · 2 years
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Me l'ero scordata la: GIF du jour 25/07/2022
... E voi pendagli da forca che non mi dite niente!
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fatalquiiete · 27 days
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Novahbeh, ma chi è il genio che produce pendagli da collana fatti a forma di test per il covid ???
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culturaoltre · 2 months
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“21 marzo: è Poesia” – “Si fa notte presto” di Tonino Guerra
Adesso sto sempre in casa e sposto carte o guardo oltre i vetri della finestra le mandorle secche attaccate ai rami che arrivano fino quassù e sembrano pendagli alle orecchie di gente che non c’è più. O sto seduto su una sedia vicino al camino e si fa notte presto con la luce che cade dietro le montagne e io vado a letto con la voglia di sognare i giorni che nevicava a Mosca, e io ero…
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Il seme del male ha germogliato.
Frutto violento, rancido e offeso caduto a terra. Il succo ha lasciato sangue sul terreno terso.
Cosa può nascere da una discendenza malata? Da radici incolte e avide che hanno strozzato le margherite e le ortiche come sorellastre nemiche?
Cosa può nascere dal male nutrito dal male generato dal male?
La culla in legno maligno, ha scosso la creatura in attesa del primo grido
Riconosco i segni della violenza, dell'anima rossa rigata rotta, spezzata.
Ho osservato stessa violenza stessa forma diversa nei miei avi
Hanno bevuto dalla fonte dell'odio, i cuori si sono attorcigliati, pendagli da vene lanuginose.
Cosa sono se non specchio dei miei genitori? Specchio e reazione?
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stillucestore · 2 years
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"Non rinuncio mai all’ironia, l'ironia è una cosa seria. Se una buona idea è anche divertente, non posso fare a meno di realizzarla“. Marcantonio. Peacock è una lampada da terra originale e divertente proprio come il suo creatore, il designer Marcantonio, conosciuto per l'estro e il suo grande lavoro nello studiare la relazione tra natura e uomo. Realizzato con estremi dettagli in resina bianca, in modo del tutto irriverente tiene nel becco un pezzo di un antico lampadario a goccia adornato di pendagli e dorature, come se lo avesse appena strappato 🤩 Con Seletti Peacock e tutta la collezione Seletti puoi aggiungere al tuo carrello HAPPYSTORE e avere subito uno sconto extra per festeggiare il nostro dodicesimo compleanno 🎈 E se cerchi le lampade con i palloncini avrai un ulteriore Extra Sconto in aggiunta al coupon. La Casa comincia dalla Luce. #StilluceStore #Marcantonio for #Seletti (presso Stilluce Store) https://www.instagram.com/p/ChFA5xHoAJ-/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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ilgoblinverde · 2 years
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LA STORIA FINO AD ORA - 4 [B1 - ICDDS]
Esplorate le prigioni gli avventurieri trovano i prigionieri, vecchi donne e bambini rapiti dalle loro case nelle campagne di Nurzia. Fra questi Tudnor, conosciuto come il saggio, uno dei più rispettati abitanti di Nuriza e che prende la parola con gli avventurieri confermando i loro sospetti: dietro al culto del Dio Serpente, e artefici materiali dei rapimenti ci sarebbero stati Rerum, il fabbro, assieme a Cyrel e Gabriell due prominenti proprietari terrieri ed altri insospettabili abitanti di Nurzia. Secondo il racconto di Tudnor, Cyrel e Gabriell avevano assoldato un loro piccolo esercito di uomini comandati da Drughen l’infame, nel tentativo di diventare i signori di Nurzia. E fu Rerum stesso a cacciare dal paese la guarnigione di Nani Randagi che lo presidiava per avere terreno libero. Ma di certo nessuno immaginava che facessero parte di un culto malevolo, adoratore degli Uomini Serpente. Liberati i prigionieri, un ulro di Iris attira l’attenzione. Philippus uscito dalla sua cella l’ha gettata a terra e corre per le scale. I prigionieri urlano nella sua direzione riconoscendo nel fugitivo travestito da prigioniero Rerum stesso! Allanon di rincorsa gli pianta un giavellotto nella schiena. Ma Rerum è schiumante di follia assassina e, sguainata una particolare lama dai bordi verdastri, si lancia all’attacco noncurante del giavellotto che gli trapassa il corpo. Vidunder da lontano tenta di finire l’uomo con il suo arco, ma la freccia si pianta nella spalla di Allanon trapassando le carni a un dito dal cuore. Iris e Thoradin si lanciano contro Rerum per finirlo. Vidunder raccoglie la Spada di Rerum.
Allanon viene portato nella cucine per passare la notte vicino al camino e sotto l’influsso delle preghiere curative di Iris. I prigionieri possono ristorarsi e riposare nella sala con i letti a castello. Il mattino seguente Allanon riprende i sensi. Simenon è però scomparso e gli avventurieri si mettono alla sua ricerca. Aveva mostrato già la sera prima un comportamento misterioso ed era rimasto a lungo ad osservare l’altare blasfemo del Tempio. Gli avventurieri entrano nell’unico passaggio ancora inesplorato, dietro una delle due statue di Uomo Serpente. Trovano un corridoio con un piccolo scrigno svuotato da poco e gettato di lato. Un portale di bronzo conduce a una sala circolare. Un fascio di luce arancione pulsa dal pozzo fino al soffitto irradiando ondate di calore intermittente. Il soffitto e completamente innervato da arbusti sanguinei che convergono pulsanti a raggiera verso il centro della stanza per perdersi nel fascio di luce arancione. Al centro del fascio di luce, fermo a mezz’aria una figura embrionale raggomitolata su se stessa. L’essere appare come una piccola lucertola dalle piccole membra e una grande testa larga. Perfettamente immobile come immersa in un sonno profondo se non fosse per un piccolo occhio rosso come la brace che sembra fissare incessantemente gli avventurieri con un’energia maligna che chiude la bocca dello stomaco.
Di lato c’è Simenon. Lo sguardo annebbiato, le braccia calate in avanti lungo il corpo, le mani semi aperte tengono in pugno alcuni gioielli, sacchette con gemme preziose, catenine d’oro con misteriosi pendagli luccicanti. Sembra accorgersi dei suoi compagni in ritardo. Alza le mani e getta contro di loro i preziosi urlando che tanto quella è l’unica cosa che cercano.. non certo la conoscenza. Odio e disprezzo per i suoi saettano dagli occhi di Simenon! Ma non è il solo… Allanon si rende finalmente conto della vera natura di Vidunder… ha per certo visto le mani del ladro frugare nel suo sacco. Quante altre volte ha rubato a lui… e agli altri? E poi si comporta sempre in modo erratico… quali sono i suo veri obiettivi? Quali padroni segue? Non è forse stato lui a colpirlo alle spalle durante lo scontro con Rerum? Allanon sguaina la lama deciso a porre fine agli intrighi del ladro!
Thoradin si rende finalmente conto della vera natura di Allanon… si oppone a ogni tentativo di negoziare. Si comporta come una bestia assetata di sangue… poi si prende tutto quello che trovano: l’anello magico dell’uomo ratto? I pugnali dei Cultisti? E se fosse più interessato al potere e alle ricchezze che alla missione?
Cosa gli impedirebbe di uccidere i suoi stessi compagni?
Vidunder si rende finalmente conto della vera natura di Simenon… com’è possibile che abbia compreso la lingua degli uomini Serpente pronunciata da Righroll il portale? Diceva che era una lingua a lui sconosciuta ma ne ha compreso il significato… Si è anche subito affrettato a prendere le pergamene con le storie degli Uomini Serpente, che invece Irs invece voleva distruggere perché malevole… Cosa impedisce a Simenon di sacrificare tutti quanti qui, in questa stanza e diventare lui il nuovo Sommo Sacerdote del Culto del Dio Serpente?
La creatura sta mettendo gli uni contro gli altri, ma è impossibile per una mente mortale resistere al suo controllo… o forse no! In un ultimo disperato sforzo di volontà Vidunder imbraccia l’arco e scocca un'unica freccia nell’occhio dell’essere.
Improvvisamente gli avventurieri si ritrovano come risvegliati da un lungo sonno. Ma non c’è tempo per le domande.
La luce pulsante si fa sempre più brillante, mentre un urlo che sembra provenire da un’altra dimensione li assorda. Le mura e il soffitto della stanza cedono e cominciano a venire giù rovinosamente.
Fuggendo via incontrano i prigionieri guidati da Tudnor allarmati.
Fuggono tutti verso l’uscita mentre l’intero labirinto collassa tutto intorno. Prima di uscire all’aperto Simenon, Allanon, Vidunder e Thoradin si ricordano del giuramento fatto a Righroll che li chiese di "tornare prima della fine di tutto”. Righroll gli chiede di porre le loro mani su di lui.
Usciti all’aria aperta il portale collassa mentre le colline sono spazzate da un temporale violentissimo che spazza le desolate dorsali delle Colline Nebbione.
Resistendo alla tentazione di correre via, avventurieri e prigionieri non possono far altro che cercare rifugio proprio tra le rovine del portale del Dio Serpente.
Fine de “Il Culto del Dio Serpente” modulo di avventura D&D OSE per giocatori di livello 1-2
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popolodipekino · 3 years
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negoziante, che hai fatto parte dei via verdi
In via Verdi tre piccole vetrine con pupazzi fiori finti una ballerina andalusa pendagli statuine lumini, strana bottega entriamo e dentro c'è una vecchia con un gatto e non sembra una bottega ma un salottino. "No, non è un negozio questo... Ho messo quelle cose nelle vetrine perché non fossero vuote... così brutto sarebbe..." Con quegli oggetti nel suo interno, abbelliva l'esterno. E poi chi entra credendosi compratore d'inutile ne animerà utilmente la vita solitaria. La vecchia non dice altro. Chiama il gatto che era uscito, perché si prepara un temporale (Torino, 27 luglio). da G. Ceronetti, La pazienza dell'arrostito
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i-am-a-polpetta · 4 years
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Raga, stamattina sono andata con mia mamma nel mio negozio di natale prefe per poi scoprire che era chiuso perché hanno violato il dpcm.
Adesso sono un misto di sconforto e tristezza perché c'era l'albero mussolini e gli gnometti e le ghirlande e i pendagli e le luci e piango ok perché aspettavo questo momento da una settimana.
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intotheclash · 4 years
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Un bambino nasce e lo si arruola presto nella religione che prevale nello stato. Fu sempre così nel passato, e questo si pratica ancora nella maggioranza dei paesi. Laddove questa prima costrizione non è in uso, ve ne sono di altre. Appena il bambino cresce, l’obbligazione è per lui di frequentare la scuola di stato. Alla scuola gli s’insegna che il governo, l’autorità in generale, è la condizione assoluta della sua vita, e che lo stato dove egli è nato è il più perfetto del mondo, che esso sia governato dallo zar, dal sultano, da Chamberlain con la sua politica coloniale, o da un governo repubblicano protettore del trust e dell’imperialismo. Tale è la scuola primaria e obbligatoria, e tali sono tutte le scuole superiori frequentate dagli adulti dello stato russo, turco, inglese, francese o americano. Non è solo la scuola che forma la gioventù. La letteratura, le riunioni pubbliche o private, i giornali, al soldo del governo o a quello dei ricchi che s’appoggiano sull’autorità o semplicemente cercano i favori dello stato, ovunque e in qualsiasi paese esso sia, il cittadino è sottomesso alla suggestione corruttiva del potere pubblico. Gli è inculcato che l’autorità in generale, e quella del suo paese in particolare, con tutti i suoi attributi �� catene, prigioni, pendagli da forca, eserciti – è la condizione assoluta della sua esistenza. Egli è convinto che l’attività governativa sia rispettabile e degna di tutta la stima e l’onore, alla quale ciascuno deve considerarsi felice di partecipare e deve rendere ai suoi rappresentanti tutti gli omaggi.
Lev Tolstoj - Guerra e rivoluzione
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dinonfissatoaffetto · 4 years
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Adesso sto sempre in casa
e sposto carte o guardo
oltre i vetri della finestra
le mandorle secche attaccate ai rami
che arrivano fino quassù
e sembrano pendagli alle orecchie
di gente che non c’è più.
O sto seduto su una sedia
vicino al camino
e si fa notte presto
con la luce che cade dietro le montagne,
e io vado a letto con la voglia di sognare
i giorni che nevicava a Mosca,
e io ero innamorato.
- Tonino Guerra
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solosepensi · 4 years
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Nel paradiso degli animali l'anima del somarello chiese all'anima del bue:
- Ti ricordi per caso quella notte, tanti anni fa, quando ci siamo trovati in una specie di capanna e là, nella mangiatoia...?
- Lasciami pensare... Ma sì - rispose il bue. - Nella mangiatoia, se ben ricordo, c'era un bambino appena nato.
- Bravo. E da allora sapresti immaginare quanti anni sono passati?
- Eh no, figurati. Con la memoria da bue che mi ritrovo.
- Millenovecentosettanta, esattamente.
- Accidenti!
- E a proposito, lo sai chi era quel bambino?
- Come faccio a saperlo? Era gente di passaggio, se non sbaglio. Certo, era un bellissimo bambino.
L'asinello sussurrò qualche cosa in un orecchio al bue.
- Ma no! - fece costui - Sul serio? Vorrai scherzare spero.
- La verità. Lo giuro. Del resto io l'avevo capito subito...
- Io no - confessò il bue - Si vede che tu sei più intelligente. A me non aveva neppure sfiorato il sospetto. Benché, certo, a vedersi, era un fantolino straordinario.
- Bene, da allora gli uomini ogni anno fanno grande festa per l'anniversario della nascita. Per loro è la giornata più bella. Tu li vedessi. È il tempo della serenità, della dolcezza, del riposo dell'animo, della pace, delle gioie famigliari, del volersi bene. Perfino i manigoldi diventano buoni come agnelli. Lo chiamano Natale. Anzi, mi viene un'idea. Già che siamo in argomento, perché non andiamo a dare un'occhiata?
- Dove?
- Giù sulla terra, no!
- Ci sei già stato?
- Ogni anno, o quasi, faccio una scappata. Ho un lasciapassare speciale. Te lo puoi fare dare anche tu. Dopotutto, qualche piccola benemerenza possiamo vantarla, noi due.
- Per via di aver scaldato il bimbo col fiato?
- Su, vieni, se non vuoi perdere il meglio. Oggi è la Vigilia.
- E il lasciapassare per me?
- Ho un cugino all'ufficio passaporti.
Il lasciapassare fu concesso. Partirono. Lievi lievi, come mammiferi disincarnati. Planarono sulla terra, adocchiarono un lume; vi puntarono sopra. Il lume era una grandissima città. Ed ecco il somarello e il bue aggirarsi per le vie del centro. Trattandosi di spirito, automobili e tram gli passavano attraverso senza danno, e alla loro volta le due bestie passavano attraverso i muri come se fossero fatti d'aria. Così potevano vedere bene tutto quanto.
Era uno spettacolo impressionante, mille lumi, le vetrine, le ghirlande, gli abeti e lo sterminato ingorgo di automobili, e il vertiginoso formicolio della gente che andava e veniva, entrava e usciva, tutti carichi di pacchi e pacchetti, con un'espressione ansiosa e frenetica, come se fossero inseguiti. Il somarello sembrava divertito. Il bue si guardava intorno con spavento.
- Senti, amico: mi avevi detto che mi portavi a vedere il Natale. Ma devi esserti sbagliato. Qui stanno facendo la guerra.
- Ma non vedi come sono tutti contenti?
- Contenti? A me sembrano dei pazzi.
- Perché tu sei un provinciale, caro il mio bue. Tu non sei pratico degli uomini moderni, tutto qui. Per sentirsi felici, hanno bisogno di rovinarsi i nervi.
Per togliersi da quella confusione, il bue, valendosi della sua natura di spirito, fece una svolazzatine e si fermò a curiosare a una finestra del decimo piano. E l'asinello, gentilmente, dietro.
Videro una stanza riccamente ammobiliata e nella stanza, seduta ad un tavolo, una signora molto preoccupata.
Alla sua sinistra, sul tavolo, un cumulo alto mezzo metro di carte e cartoncini colorati, alla sua destra una pila di cartoncini bianchi. Con l'evidente assillo di non perdere un minuto, la signora, sveltissima, prendeva uno dei cartoncini colorati lo esaminava un istante poi consultava grossi volumi, subito scriveva su uno dei cartoncini bianchi, lo infilava in una busta, scriveva qualcosa sulla busta, chiudeva la busta quindi prendeva dal mucchio di destra un altro cartoncino e ricominciava la manovra. Quanto tempo ci vorrà a smaltirlo? La sciagurata ansimava.
- La pagheranno, bene, immagino, - fece il bue - per un lavoro simile.
- Sei ingenuo, amico mio. Questa è una signora ricchissima e della migliore società.
- E allora perché si sta massacrando così?
- Non si massacra. Sta rispondendo ai biglietti di auguri.
- Auguri? E a che cosa servono?
- Niente. Zero. Ma chissà come, gli uomini ne hanno una mania.
Si affacciarono, più in là, a un'altra finestra. Anche qui, gente che, trafelava, scriveva biglietti su biglietti, la fronte imperlata di sudore.
Dovunque le bestie guardassero, ecco uomini e donne fare pacchi, preparare buste, correre al telefono, spostarsi fulmineamente da una stanza all'altra portando spaghi, nastri, carte, pendagli e intanto entravano giovani inservienti con la faccia devastata portando altri pacchi, altri scatole altri fiori altri mucchi di auguri. E tutto era precipitazione ansia fastidio confusione e una terribile fatica. Dappertutto lo stesso spettacolo. Andare e venire, comprare e impaccare spedire e ricevere imballare e sballare chiamare e rispondere e tutti correvano tutti ansimavano con il terrore di non fare in tempo e qualcuno crollava boccheggiando.
- Mi avevi detto - osservò il bue - che era la festa della serenità, della pace.
- Già - rispose l'asinello. - Una volta infatti era così. Ma, cosa vuoi, da qualche anno, sarà questione della società dei consumi... Li ha morsi una misteriosa tarantola. Ascoltali, ascoltali.
Il bue tese le orecchie.
Per le strade nei negozi negli uffici nelle fabbriche uomini e donne parlavano fitto fitto scambiandosi come automi delle monotone formule buon Natale auguri auguri a lei grazie altrettanto auguri buon Natale. Un brusio che riempiva la città.
- Ma ci credono? - chiese il bue - Lo dicono sul serio? Vogliono davvero tanto bene al prossimo?
L'asinello tacque.
- E se ci ritirassimo un poco in disparte? - suggerì il bovino. - Ho ormai la testa che è un pallone... Sei proprio sicuro che non sono usciti tutti matti?
- No, no. È semplicemente Natale.
- Ce n'è troppo, allora. Ti ricordi quella notte a Betlemme, la capanna, i pastori, quel bel bambino. Era freddo anche lì, eppure c'era una pace, una soddisfazione. Come era diverso.
- E quelle zampogne lontane che si sentivano appena appena.
- E sul tetto, ti ricordi, come un lieve svolazzamento. Chissà che uccelli erano.
- Uccelli? Testone che non sei altro. Angeli erano.
- E la stella? Non ti ricordi che razza di stella, proprio sopra la capanna? Chissà che non ci sia ancora. Le stelle hanno una vita lunga.
- Ho idea di no - disse l'asino - c'è poca aria di stelle, qui. Alzarono il muso a guardare, e infatti non si vedeva niente, sulla città c'era un soffitto di caligine e di smog.
Dino Buzzati
#buzzati
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marlborr · 4 years
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161,217
161) se avessi la possibilità di tornare indietro nel tempo cosa cambieresti?
Praticamente tutta la mia vita
217) dici 10 fatti sulla tua camera:
-non è una vera e propria camera, abito in una mansarda praticamente open space;
-un tempo avevo un letto matrimoniale rotondo bellissimo;
-da qualche giorno ho appeso tutti i miei ricordi materiali sulla parete dell'abbaino sopra il letto, tipo foto, biglietti aerei/dei concerti, disegni ecc;
-ho uno stereo enorme che non sono ancora riuscito a collegare;
-ho troppo poco spazio negli armadi;
-abito nell'appartamento sopra quello in cui sono cresciuto e la mia "camera" attuale è esattamente sopra a quella di quando ero piccolo;
-vorrei cambiare colore alle pareti;
-sopra al letto ho appeso due pendagli, un sole e una luna, che erano appesi alla mia culla;
-ho un letto troppo grande per dormire da solo;
-la mia gatta cerca sempre di entrare negli armadi e dormire sulle mie felpe.
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