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Merlot dei Colli Orientali Friuli
Merlot dei Colli Orientali Friuli
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Il Merlot dei Colli Orientali Friuli è un vino rosso DOC prodotto nella regione Friuli-Venezia Giulia, in Italia. Questa zona di produzione si trova nella parte orientale della regione, ai piedi delle Alpi Carniche.
Il Merlot dei Colli Orientali Friuli è prodotto principalmente con uve Merlot, anche se possono essere utilizzate piccole quantità di altre varietà di uva a seconda del disciplinare di produzione. Le viti sono coltivate su terreni argillosi e calcarei, con esposizione a sud-est, sud e sud-ovest.
Il vino Merlot dei Colli Orientali Friuli si presenta di colore rosso rubino intenso, con un profumo intenso e fruttato di frutti rossi come ciliegie e prugne, accompagnati da note di spezie e vaniglia. Al gusto è pieno, corposo e morbido, con tannini ben equilibrati e un’acidità delicata. Grazie alle sue proprietà, il vino Merlot dei Colli Orientali Friuli è particolarmente adatto per accompagnare piatti di carne rossa, arrosti, formaggi stagionati e piatti di pasta con sughi di carne.
La zona di produzione del vino Merlot dei Colli Orientali Friuli è caratterizzata da un clima fresco e ventilato, che contribuisce a mantenere l’acidità e l’equilibrio del vino. Inoltre, la presenza delle Alpi Carniche protegge le viti dai venti freddi e dalle gelate primaverili, favorendo una maturazione uniforme delle uve.
In sintesi, il Merlot dei Colli Orientali Friuli è un vino rosso DOC prodotto nella regione Friuli-Venezia Giulia, in Italia, principalmente con 4 Grazie alle sue proprietà gustative e aromatiche, è particolarmente adatto per accompagnare piatti di carne rossa, arrosti, formaggi stagionati e piatti di pasta con sughi di carne.
E’ riconosciuto con denominazione di origine controllata (DOC) come Colli Orientali del Friuli.
Uve di produzione
E’ prodotto, generalmente, mediante taglio di uva del vitigno Merlot (90%) con altre miste per un concorso complessivo del 10%. Non è perè escluso che qualche produttore vinifichi con sola uva Merlot.
Il colore
è un bel rosso rubino lucente, da giovane; invecchiando assume riflessi aranciati.
L’odore
prevalentemente vinoso, è assai gradevole e ricorda un poco quello dell’erba appena tagliata.
Il sapore
è asciutto, pieno di buon corpo.
La gradazione alcolica
varia a seconda delle annate: in quelle normali può arrivare ai 12°; in quelle buone (il 1974, ad esempio) tocca abbastanza agevolmente anche i 13°.
Invecchiamento
Il Merlot Colli Orientali del Friuli non si adatta a lunghissimo invecchiamento; sopporta invece assai bene, dopo la sosta di un anno in botte, 3 o 4 anni di bottiglia (molto usata la bordolese scura da tenersi orizzontalmente in cantina a media umiditĂ , buia, tranquilla e a temperatura di 12-15 C).
E’ tra il terzo e il quarto anno di imbottigliamento dopo aver rafforzato tutte le sue doti di origine.
Degustazione
Per una lieta degustazione, consiglio di tenere la bottiglia, tappata, a temperatura ambiente (18-20 C) per circa due ore; quindi di stapparla, lasciandola aperta per un’ora.
Abbinamento cibo vino
Il Merlot Colli Orientali del Friuli è un vino che si sposa bene con piatti di carne e formaggi stagionati. È inoltre un’ottima scelta per accompagnare piatti a base di funghi, come ad esempio risotti o pollo al funghi. Questo vino è anche un ottimo abbinamento per piatti di pesce, in particolare il salmone.
Per quanto riguarda i dolci, il Merlot Colli Orientali del Friuli è un ottimo abbinamento per le torte di frutta, in particolare con le torte alla frutta secca o con le torte ai frutti di bosco. Questo vino si sposa anche bene con una buona selezione di formaggi, soprattutto con i formaggi di pecora.
Per quanto riguarda i contorni, il Merlot Colli Orientali del Friuli si abbina bene con verdure stufate, come zucchine e carote, ma anche con le patate al forno, per un abbinamento classico e gustoso. Inoltre, questo vino è un’ottima scelta per accompagnare piatti a base di pasta, come le lasagne o i ravioli al ragù.
Per quanto riguarda gli antipasti, il Merlot Colli Orientali del Friuli è un’ottima scelta per accompagnare i salumi, come il prosciutto crudo o i salami, ma anche i formaggi stagionati, come il pecorino. Questo vino è anche un’ottima scelta per accompagnare piatti di pesce, come ad esempio il carpaccio di salmone o il filetto di branzino. In conclusione, il Merlot Colli Orientali del Friuli è un vino che si abbina bene con una grande varietà di piatti, dalla carne ai formaggi, dal pesce alle verdure.
Si tratta di un vino ricco di tannini che si accompagna ad un gradevole profumo di frutta e spezie. La sua corposità si sposa bene con i piatti più saporiti, rendendo il Merlot Colli Orientali del Friuli un’ottima scelta per accompagnare un pasto speciale.Questo vino si accompagna egregiamente a carni rosse alla griglia e alla brace, ad arrosti, a selvaggina di pelo (lepre, capriolo, camoscio), a formaggi piccanti.
Centri di produzione
I centri di maggior produzione sono situati nei territori dei comuni di Faèdis, Prepotto, Tarcento, Cividale del Friuli, Manzano.
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Cabernet Friuli
Cabernet Friuli
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Il Cabernet Friuli è un vino rosso prodotto nella regione del Friuli-Venezia Giulia, nel nord-est dell’Italia. La sua storia risale agli anni ’70, quando la viticoltura in Friuli si stava sviluppando rapidamente e i produttori stavano cercando di sperimentare con nuove varietà di uve.
Il Cabernet Friuli viene prodotto utilizzando l’uva Cabernet Sauvignon, una varietà di uva a bacca nera originaria della regione di Bordeaux, in Francia. In Friuli, l’uva Cabernet Sauvignon è stata adattata alle condizioni locali e alla tradizione vitivinicola della regione, dando vita ad un vino con un carattere unico.
Il Cabernet Friuli si presenta di colore rosso rubino intenso, con note di frutta matura, spezie e vaniglia. Ha un sapore deciso, con tannini morbidi e un’ottima struttura. Viene spesso invecchiato in botti di legno per alcuni mesi o anni, per conferirgli maggiore complessità e profondità.
Oggi il Cabernet Friuli è uno dei vini rossi piÚ apprezzati del Friuli-Venezia Giulia, con una produzione concentrata principalmente nella zona delle Colline del Friuli. Si abbina perfettamente con carni rosse, selvaggina e formaggi stagionati, ma può essere anche gustato da solo, per apprezzarne appieno la complessità aromatica e gustativa.
E’ riconosciuto con denominazione di origine controllata (DOC) come Grave del Friuli.
Uve di produzione
E’ prodotto mediante taglio di uva del vitigno Cabernet frane (85%) con altre locali per un concorso complessivo del 15%. Qualche produttore che tiene all’originalità di questo vino, impiega esclusivamente uva del vitigno Cabernet frane, o Cabernet Sauvignon.
Il colore
è un rosso rubino scintillante.
L’odore
molto gradevole, ricorda quello dell’erba fresca e appena falciata.
Il sapore
è caratteristico, fine, morbido e con percettibile accento erbaceo.
La gradazione alcolica
raggiunge normalmente i 12°.
Invecchiamento
Questo il trattamento di cantina: a vinificazione conclusa il Cabernet Grave del Friuli entra in botti di rovere della Croazia (Slavonia) per rimanervi circa un anno; trascorsa la sosta d’obbligo, viene imbottigliato in bordolesi molto scure che trovano idonea sistemazione in posizione orizzontale, in cantina buia, lontana dai rumori e a media umidità (12-14 C).
Il limite massimo di riposo in bottiglia per questo vino che nobilita la produzione friulana, è solitamente di 4 anni. Tempi superiori sono a totale rischio del produttore che, anzichè constatare un miglioramento, potrebbe correre il pericolo di un danno irreparabile.
Come degustare
Per una buona degustazione, suggerisco di portare la bottiglia a temperatura ambiente  (18-20 C) e di tenervela, tappata, per circa 2 ore; quindi, di stapparla e di lasciarla aperta per altre 2 Ore. E’ bene versare molto delicatamente per evitare che, insieme al vino, entrino nel bicchiere depositi di fondo.
Abbinamento cibo vino
L’ottimo Cabernet Grave del Friuli si accompagna deliziosamente a carni rosse alla griglia e alla brace, a selvaggina di pelo (lepre, capriolo, camoscio) in salmis con contorno di polenta, a pollame nobile allo spiedo e arrosto.
Come abbinamento, il Cabernet Grave del Friuli è perfetto per accompagnare piatti a base di carne, come ad esempio un buon arrosto di vitello, con patate al forno, funghi misti e una salsa di funghi. Si può anche abbinare ad una ricca pasta all‘amatriciana, con salsiccia e peperoncino. In entrambi i casi, questo vino si abbina perfettamente, in quanto è in grado di esaltare i sapori e le fragranze dei piatti, senza però coprirne il gusto.
Di seguito ti propongo alcuni abbinamenti cibo-vino che potrebbero valorizzarlo al meglio:
Carni rosse: il Cabernet Grave del Friuli si sposa perfettamente con le carni rosse, come la grigliata di carne o il filetto al pepe verde.
Formaggi stagionati: il sapore intenso dei formaggi stagionati come il Parmigiano Reggiano o il Pecorino romano si bilancia bene con le note speziate del Cabernet Grave del Friuli.
Piatti con funghi: i funghi porcini, in particolare, si abbinano bene con il sapore fruttato del Cabernet Grave del Friuli. Puoi provare ad abbinarlo con un risotto ai funghi porcini o una pasta con sugo di funghi.
Piatti di selvaggina: il sapore forte e intenso della selvaggina si sposa bene con il sapore deciso del Cabernet Grave del Friuli. Puoi provare a gustarlo con un piatto di cinghiale in umido o con una cottura in crosta di pasta sfoglia.
Centri di produzione
I piĂš interessanti centri di produzione sono situati nei territori dei comuni di Pasian di Prato, Campoformido, Basiliano, Pozzo, Codroipo, Casarsa della Delizia (provincie di Udine e Pordenone).
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Astici alla Newbourg allo sherry
Astici alla Newbourg allo sherry
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Gli astici alla Newburgh sono un piatto pregiato a base di crostacei, salsa e brandy o sherry, che richiede un vino bianco strutturato o un vino rosso leggero con un buon equilibrio tra aciditĂ  e corpo.
Ingredienti per quattro persone
due astici di un chilo e mezzo circa complessivamente,
un etto di burro,
due tuorli,
tre decilitri e mezzo di panna liquida,
mezzo litro scarso di Sherry,
tre cucchiai di olio,
un pizzico di paprica,
sale,
pepe
Per la preparazione del fumetto di pesce
quattro etti di spine e ritagli di pesce,
un pezzetto di cipolla,
una manciatina di prezzemolo,
vino bianco secco,
sale,
pepe in grani.
Tempo necessario
circa due ore e mezzo.
DifficoltĂ : alta
Preparazione
Preparare prima il fumetto di pesce: mettere in una casseruola le spine pestate o tritate e i ritagli di pesce, unire la cipolla affettata e il prezzemolo, versare due decilitri circa di vino e tre decilitri d’acqua, salare, pepare e far prendere l’ebollizione. Cuocere per una mezz’ora, quindi filtrare il fumetto al passino fine (ne occorreranno circa tre decilitri e mezzo).
Intanto spazzolare gli astici per togliere ogni traccia di terra, sabbia o alghe e lavarli a lungo in acqua corrente.
Staccare con le mani la coda dal torace e tagliare, raso al corpo, le zampette e le chele; tagliare le code in tronchetti eliminando le estremitĂ , spaccare le teste in due ed eliminare il sacchetto della sabbia. Conservare gli intestini (sostanza cremosa grigio verde).
Scaldare venti grammi di burro e l’olio in un tegame, mettervi i tronchetti di astice, condirli con sale, pepe e paprica e cuocerli per dodici minuti a calore vivo, rivoltandoli.
Eliminare buona parte del grasso di cottura, bagnare con lo Sherry, far ridurre di due terzi a fuoco vivo, aggiungere il fumetto di pesce e continuare la cottura, a calore dolce, per una ventina di minuti.
Sgocciolare i tronchetti di astice su un piatto, far ridurre il fondo di cottura a due decilitri circa, incorporarvi i tuorli battuti a parte con la panna e far bollire dolcemente, mescolando con un cucchiaio di legno.
Appena la salsa tende ad aderire al cucchiaio unire gli intestini degli astici impastati con il rimanente burro morbido, passare la salsa al setaccio di crine, mescolare rapidamente sul fuoco, versarla sui pezzi di crostaceo e portare subito in tavola, con un contorno di riso.
Abbinamento Vini
Ecco alcuni suggerimenti per l’abbinamento vino con gli astici alla Newburgh:
Chardonnay: questo vino bianco strutturato ha un sapore morbido e burroso che si abbina bene con la cremositĂ  della salsa e la delicatezza degli astici.
Riesling: questo vino bianco aromatico ha un sapore fruttato e fresco che si abbina bene con la sapiditĂ  degli astici e la complessitĂ  della salsa.
Sauvignon Blanc: questo vino bianco fresco e leggero ha una buona aciditĂ  che si abbina bene con la salsa e la delicatezza degli astici.
Pinot Noir: questo vino rosso leggero ha una buona aciditĂ  e un sapore delicato che si abbina bene con la complessitĂ  della salsa e la delicata dolcezza degli astici.
Champagne: questo vino spumante ha un sapore secco e fresco che si abbina bene con la cremositĂ  della salsa e la delicatezza degli astici.
Si possono accompagnare anche con un Bianco o Tocai del Collio o Vernaccia di San Gimignano o Corvo Bianco di Casteldaccia.
In generale, l’abbinamento vino e astici alla Newburgh si basa sull’equilibrio tra la delicatezza dei crostacei e la complessità della salsa. Scegliere un vino con un buon equilibrio tra acidità e corpo può aiutare a bilanciare i sapori e creare un abbinamento armonioso.
Le Cozze alla marinara con quale vino possiamo gustarle?
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Traminer Collio Goriziano
Traminer Collio Goriziano
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Traminer Collio Goriziano
Il Traminer Collio Goriziano è un vino bianco prodotto nella regione del Friuli-Venezia Giulia, in Italia. Questo vino ha una storia antica che risale almeno al XVIII secolo, quando la zona era sotto il dominio dell’Impero austriaco.
Il Traminer Collio Goriziano viene prodotto principalmente con l’uva Traminer Aromatico, che è coltivata sulle colline di terra calcarea della zona del Collio Goriziano. L’uva Traminer Aromatico è una varietà autoctona dell’area che produce vini bianchi aromatici e intensi, con note di frutta esotica, fiori e spezie.
Durante il periodo austriaco, il Traminer Collio Goriziano era molto apprezzato dagli aristocratici che lo consideravano un vino di alta qualitĂ . Nel corso dei secoli successivi, la produzione di vino nella regione subĂŹ diverse crisi, tra cui quella causata dalla fillossera nel XIX secolo.
Negli anni ’70, il Traminer Collio Goriziano iniziò a diventare sempre più popolare grazie al lavoro di importanti produttori della zona, che svilupparono nuove tecniche di vinificazione e contribuirono a far conoscere questo vino in tutto il mondo.
Oggi il Traminer Collio Goriziano è uno dei vini bianchi piÚ apprezzati della regione e continua a essere prodotto con tecniche artigianali e tradizionali. Si tratta di un vino aromatico, con un sapore intenso e una buona acidità, che si abbina perfettamente con i piatti a base di pesce, i primi piatti e le verdure.
E’ riconosciuto con denominazione di origine controllata (DOC) come Collio Goriziano.
Uve di produzione
è prodotto esclusivamente con uva del vitigno Traminer.
Il colore
è un giallo paglierino assai lucente.
L’odore
spiccatamente vinoso, speciale e caratteristico, richiama vagamente quello dei petali di rose molto profumate.
Il sapore
è aromatico, caratteristico, intenso e di buon corpo.
La gradazione alcolica
arriva normalmente ai 12-12,5°. In annate eccezionali, raggiunge anche i 13°.
Invecchiamento
Il Traminer del Collio Goriziano, non accetta l’invecchiamento: dopo alcuni mesi di sosta in botti di castagno ben stagionato, passa in bottiglie renane verdi è da tenersi in posizione orizzontale è dove è prudente non rimanga più di 2 anni, pena la decadenza, se non addirittura la perdita dei pregi naturali.
Degustazione
Si serve dopo un rapido passaggio della bottiglia in frigorifero (30 minuti circa).
Abbinamento cibo vino
Il Traminer Collio Goriziano è un vino di grande qualità, che riesce a soddisfare sia i palati piÚ esigenti che quelli piÚ tradizionali. Si abbina alla perfezione con piatti a base di pesce, carni bianche, formaggi freschi e piatti a base di verdure. In particolare, il Traminer Collio Goriziano si sposa alla perfezione con piatti a base di pesce.
Si abbina bene con piatti a base di salmone, come ad esempio il salmone alla griglia con erbe aromatiche e limone. Anche piatti a base di gamberi e vongole sono particolarmente adatti abbinati a questo vino. La carne bianca è un altro alimento che si abbina molto bene con il Traminer Collio Goriziano. Questo vino si sposa alla perfezione con piatti di pollo, tacchino o coniglio, come ad esempio il pollo arrosto con erbe aromatiche o il coniglio in umido con verdure. I formaggi freschi sono un altro alimento che ben si sposa con il Traminer Collio Goriziano.
Questo vino si abbina infatti bene con piatti a base di formaggi erborinati o formaggi di capra, come ad esempio la caprese o la mozzarella di bufala con pomodoro e basilico. Infine, il Traminer Collio Goriziano si sposa bene con piatti a base di verdure.
Si abbina ad esempio alla perfezione con piatti a base di asparagi, funghi, carciofi o zucchine, come ad esempio gli asparagi in padella con pancetta o i funghi trifolati. In definitiva, il Traminer Collio Goriziano è un vino di grande qualità che si abbina alla perfezione con piatti a base di pesce, carne bianca, formaggi freschi e verdure.
È un vino che saprà deliziare i vostri ospiti e accompagnare al meglio i vostri piatti con frutti di mare, foie gras su crostini caldi e imburrati; con crostacei e molluschi, coniglio e pollame pregiato alla panna.
Centri di produzione
I piĂš importanti centri di produzione sono situati nei territori dei comuni di Lucinico, Mossa, San Lorenzo di Mossa, Morato, Captiva del Friuli, Cormons (provincia di Gorizia).
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Anguille del birraio
Anguille del birraio
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L’anguilla del birraio è un piatto tradizionale della cucina tedesca, che si basa sull’anguilla affumicata servita con una salsa a base di birra. Per l’abbinamento vino con questo piatto, è importante scegliere un vino che sia in grado di bilanciare l’intensità del sapore dell’anguilla affumicata e che possa sposarsi bene con la salsa a base di birra.
Ingredienti per quattro persone
otto etti di anguille affumicate,
trenta grammi di uvetta sultanina,
un cucchiaino raso di farina,
mezzo litro circa di latte,
qualche cucchiaio d’olio,
un bicchiere di birra tedesca scura.
Tempo necessario
circa un’ora e un quarto, più il tempo per far macerare le anguille.
DifficoltĂ : 0D
Nota: il grado di difficoltà delle ricette è espresso con i simboli D (facile esecuzione), OD (media difficoltà), ODO (ricetta che richiede una certa abilità).
Preparazione
Tagliare le anguille a pezzetti di circa cinque centimetri di lunghezza, metterle in una terrina, ricoprirle di latte e lasciarle macerare per una notte intera.
Ammollare l’uvetta in poca acqua tiepida.
Mettere al fuoco una casseruola con qualche cucchiaio di olio, farvi rosolare i pezzi di anguilla scolati dal latte, unire la birra e far sobbollire per qualche minuto; aggiungere l’uvetta sgocciolata dall’acqua, quindi incorporare, dopo qualche minuto, la farina.
Mescolare bene e tenere in leggera ebollizione, mescolando di tanto in tanto, per circa venti minuti, fino a quando l’intingolo si sarà un poco addensato. Lasciar raffreddare bene la preparazione prima di servire.
Abbinamento Vini
Ecco alcuni suggerimenti per l’abbinamento vino con le anguille del birraio:
Riesling: questo vino bianco aromatico e fresco ha un sapore fruttato e leggermente dolce che si abbina bene con l’anguilla affumicata e può bilanciare il sapore della salsa a base di birra.
Gewürztraminer: questo vino bianco aromatico e speziato ha un sapore fruttato e floreale che si abbina bene con l’anguilla affumicata e può contrastare la dolcezza della salsa a base di birra.
Pinot Nero: questo vino rosso leggero e fruttato ha un sapore delicato che si abbina bene con l’anguilla affumicata e può bilanciare il sapore della salsa a base di birra.
Spätburgunder: questo vino rosso tedesco, conosciuto anche come Pinot Nero, ha un sapore morbido e fruttato che si abbina bene con l’anguilla affumicata e può contrastare la dolcezza della salsa a base di birra.
Blaufränkisch: questo vino rosso austriaco ha un sapore fruttato e speziato che si abbina bene con l’anguilla affumicata e può contrastare la dolcezza della salsa a base di birra.
In generale, l’abbinamento vino e anguille del birraio si basa sull’equilibrio tra il sapore affumicato dell’anguilla e la dolcezza della salsa a base di birra. Scegliere un vino leggero e fresco, o un vino dal sapore morbido e fruttato, può aiutare a bilanciare i sapori e creare un abbinamento armonioso.
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Pinot Bianco
Pinot Bianco
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Il Pinot Bianco è un vino bianco prodotto in diverse regioni vitivinicole del mondo, tra cui l’Italia, la Francia, la Germania e gli Stati Uniti. La sua storia risale almeno al XIII secolo, quando veniva prodotto in Borgogna, in Francia.
Il Pinot bianco è un vino a bacca bianca che deriva da una varietà di vitigno a bacca bianca conosciuta come Pinot Grigio. È anche noto come Pinot grigio secco, a seconda della regione in cui è coltivato. La coltivazione del Pinot bianco richiede terreni ricchi di sostanze nutritive, come fosforo e calcio, che conferiscono al vino un sapore ricco e complesso. Il clima mite ed i terreni ben drenati favoriscono un‘ottima maturazione delle uve. Inoltre, i vignaioli sono soliti scegliere una tecnica di vinificazione che esalta l‘aroma fruttato del vino. La fermentazione in botti di rovere conferisce al Pinot bianco un sapore di legno, mentre la fermentazione in acciaio mantiene intatti gli aromi fruttati dell‘uva.
Il Pinot Bianco deriva dall’uva Pinot, una varietà di uva a bacca nera che può essere utilizzata anche per la produzione di vini rossi. L’uva Pinot Bianco, tuttavia, ha una buccia bianca e produce vini bianchi secchi e freschi, con note di frutta e una buona acidità.
Il Pinot Bianco è stato introdotto in Italia nel XIX secolo, dove ha trovato terreno fertile nella regione del Trentino-Alto Adige, in particolare nell’area di Egna e Montagna. Nel corso del XX secolo, il Pinot Bianco è diventato sempre più popolare anche in altre regioni del nord Italia, come il Friuli-Venezia Giulia e la Lombardia.
Oggi il Pinot Bianco è uno dei vini bianchi più apprezzati in tutto il mondo, grazie alla sua eleganza e alla sua versatilità. Si abbina perfettamente con una vasta gamma di piatti, tra cui pesce, crostacei, risotti e formaggi delicati. Inoltre, grazie alla sua buona acidità, è anche un’ottima scelta per accompagnare piatti speziati e piccanti.
E’ riconosciuto con denominazione di origine controllata (DOC).
Uve di produzione
Prodotto esclusivamente con uva del vitigno Pinot bianco.
Il colore
è paglierino tenue con riflessi verdognoli; dopo un anno di maturazione, tende decisamente al dorato.
L’odore
è netto, delicato e caratteristico.
Il sapore
armonico e asciutto, esprime, All’assaggio, una leggera vena di amarognolo.
La gradazione alcolica
supera assai raramente i 12°.
Invecchiamento
Il Pinot dell’Alto Adige non sopporta il lungo invecchiamento. Ecco, in breve, il trattamento di cantina: dopo un anno in botte, viene imbottigliato in renane verdi da tenersi orizzontalmente in cantina fresca e asciutta per non oltre un anno.
Degustazione
Si beve a temperatura di cantina stappando la bottiglia al momento della mescita. Quando si parla di degustare un Pinot bianco, è importante prestare attenzione ai vari aromi e sapori che lo caratterizzano. Si può notare un profumo fruttato, con sentori di pesca, mela, limone e ribes. Il sapore è intenso ma morbido, con note di mela e frutta esotica. Inoltre, il Pinot bianco presenta una nota di vaniglia ed una sfumatura di miele.
Abbinamento cibo vino
Il Pinot bianco si abbina bene con piatti a base di pesce, come salmone, sgombro e branzino, ma anche con pollo, formaggi e piatti di pasta leggera. Questo vino può essere servito anche come aperitivo o come accompagnamento per una cena informale.è indicatissimo con antipasti a base di uova, frutti di mare, insalate di pesce, minestre in brodo (in particolare, creme morbide e vellutate), pastasciutte e risotti con sugo di pesce, pesce al forno e al cartoccio, crostacei e molluschi, fritti di pesce.
Il Pinot Bianco è un ottimo abbinamento con i piatti di pesce. Si abbina perfettamente con il salmone cotto in crosta di mandorle, con il pesce in crosta di noci e con il pesce al forno con patate. Abbinato ai piatti di pesce, il Pinot Bianco offre una nota di frutta dolce che crea un contrasto con il sapore salato del pesce. Il Pinot Bianco si abbina anche bene con la carne, in particolare con le carni bianche come il pollo.
Il Pinot Bianco offre un sapore delicato e leggero, che si abbina perfettamente con le carni bianche, come un pollo arrosto con patate, o un pollo al forno con verdure, offre anche una nota di frutta dolce che può essere abbinata alla carne. Inoltre, il Pinot Bianco è un ottimo abbinamento anche con le insalate, in particolare con quelle a base di frutta.
Un‘insalata di frutta fresca con uvetta, noci e scaglie di mandorle è perfetta con un bicchiere di Pinot Bianco. Oppure, un‘insalata di spinaci con noci, pere e scaglie di formaggio può essere abbinata al Pinot Bianco per creare un contrasto tra il sapore dolce della frutta e il sapore salato del formaggio. Infine, il Pinot Bianco può essere abbinato anche ai pasti vegetariani.
Un piatto di pasta con pomodoro, melanzane, olive e formaggio o una pizza con funghi e olive sono perfetti con un bicchiere di Pinot Bianco. Il Pinot Bianco offre una nota di frutta dolce, che è in grado di bilanciare il sapore salato dei formaggi e delle olive.
Centri di produzione
Il maggior centro di produzione è situato nel territorio del comune di Appiano (provincia di Bolzano).
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Est Est Est
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Est! Est!! Est!!! è il nome di un vino bianco prodotto nella regione dell’Umbria, in Italia, nella zona del comune di Montefiascone.
La leggenda narra che nel Medioevo un vescovo tedesco di nome Johannes Fugger abbia inviato un servitore in Italia per cercare i migliori vini. Il servitore avrebbe dovuto segnare le cantine che contenevano i vini migliori con la parola “Est” (che in latino significa “è”) scritta tre volte.
Quando il servitore giunse a Montefiascone, assaggiò un vino bianco così delizioso che decise di scrivere “Est” tre volte sulle porte della cantina. Il vescovo, leggendo il segnale, giunse a Montefiascone e scoprì il vino bianco che sarebbe diventato noto come Est! Est!! Est!!!.
Il vino Est! Est!! Est!!! viene prodotto principalmente con il vitigno Trebbiano e viene spesso descritto come un vino leggero, fresco e fruttato, con note di agrumi e una buona aciditĂ .
Oggi, Est! Est!! Est!!! è diventato un’etichetta riconosciuta a livello internazionale e continua ad essere prodotto nella zona di Montefiascone e in altre parti dell’Umbria.
Uve di produzione
È prodotto mediante taglio di uve dei vitigni Trebbiano toscano, Malvasia bianca toscana, Trebbiano giallo. Quanto alle percentuali di taglio, vale lo stesso discorso fatto fin qui relativo ai vini che prevedono il concorso di uve di diversi vitigni.
Il colore
è un giallo paglierino brillante.
L’odore
gradevolmente vinoso, è delicato e aromatico.
Il sapore
è secco, asciutto e di buon corpo.
La gradazione alcolica
varia tra gli 11 e i 12°.
Invecchiamento
Come la maggior parte dei vini bianchi, anche l’Est Est Est non tollera il lungo invecchiamento; infatti, dopo una breve sosta in botte (alcuni produttori dicono 5-6 mesi, altri poco di più), viene imbottigliato nelle bordolesi (da tenersi in posizione orizzontale e in cantina fresca e ben asciutta) dove può riposare 1-2 anni. Trascorsi i quali è opportuno passarlo al consumo, pena la decadenza delle caratteristiche d’origine o, peggio, di inacidimento.
Degustazione
Per quanto concerne la degustazione, il modo migliore per berlo sarebbe dalla caraffa e appena spinato dalla botte. Quando è invecchiato, si gusta alla temperatura di 8-10 UC stappando la bottiglia al momento della mescita.
Abbinamento cibo vino
Si accompagna deliziosamente ad antipasti, a piatti a base di pesce (arrosto, al forno e al cartoccio) e a uova (in frittata, strapazzate e in omelette).
I centri di produzione
sono situati in provincia di Viterbo e precisamente nei territori dei comuni di Montefiascone, Bolsena, Gradoli, Capodimonte, Marta.
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Friulano dei Colli Orientali Friuli
Friulano dei Colli Orientali Friuli
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Friulano dei Colli Orientali Friuli
Il Friulano dei Colli Orientali del Friuli è un vino bianco prodotto nella regione del Friuli-Venezia Giulia, nel nord-est dell’Italia. La sua storia risale almeno al XIII secolo, quando era conosciuto con il nome di “Tocai Friulano”.
Il Friulano è prodotto utilizzando l’uva Tocai Friulano, che è stata coltivata nella regione del Friuli-Venezia Giulia per secoli. Nel corso del tempo, l’uva è stata utilizzata per produrre vini bianchi secchi e aromatici, con note di frutta e fiori.
Nel 2007, tuttavia, l’Unione Europea ha deciso di vietare l’utilizzo del termine “Tocai” per i vini italiani, a causa della sua somiglianza con il vino ungherese Tokaji. Di conseguenza, il vino è stato ribattezzato “Friulano”, il nome della regione in cui viene prodotto.
Oggi il Friulano dei Colli Orientali del Friuli è uno dei vini bianchi più conosciuti e apprezzati d’Italia. Viene prodotto in diverse zone della regione, ma i Colli Orientali del Friuli sono considerati la zona di produzione più prestigiosa. Il vino si presenta di colore giallo paglierino, con note di mandorla e frutta, e si abbina perfettamente con piatti a base di pesce e crostacei, risotti e formaggi stagionati.
E’ riconosciuto con denominazione di origine controllata (DOC) come Colli Orientali del Friuli.
Uve di produzione
è prodotto mediante taglio di uva del vitigno Tocai friulano (85-90%) con altre bianche del luogo (10-15%).
Il colore
da giovane, è un giallo paglia che tende all’oro lucente dopo alcuni mesi di bottiglia.
L’odore
prevalentemente vinoso, è schietto e gradevole; all’olfatto dell’esperto, propone il sentore della noce matura.
Il sapore
asciutto, morbido e un poco aromatico, ricorda talvolta quello della frutta matura.
La gradazione alcolica
si aggira intorno ai 12°.
Invecchiamento
Non sopporta il lungo invecchiamento; infatti, dopo un rapido passaggio in botte (sempre ed esclusivamente di rovere), viene imbottigliato in renane di color verde chiaro dove rimane in posizione orizzontale per non oltre un anno.
Degustazione
Si degusta, deliziosamente, a temperatura di cantina stappando la bottiglia al momento di mescerlo.
Abbinamento cibo vino
con antipasti magri, frutti di mare, minestre gratinate, piatti a base di uova.
I centri di produzione
I piĂš interessanti centri di produzione sono situati nei territori dei comuni di Pasian di Prato, Campoformido, Basiliano, Pozzo, Codroipo, Casarsa della Delizia (provincie di Udine e Pordenone).
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Con che vini si abbina il Taleggio?
Con che vini si abbina il Taleggio?
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Il Taleggio è un formaggio italiano a pasta molle e crosta lavata, prodotto con latte vaccino intero. È un formaggio dal gusto intenso e aromatico, con una consistenza morbida ma compatta.
Il Taleggio è un formaggio a pasta molle prodotto nelle regioni Lombardia e Veneto in Italia. È caratterizzato da una crosta naturale rosa-rossastra e da una pasta morbida, cremosa e di colore paglierino.
La qualità del Taleggio dipende da diversi fattori, tra cui la qualità del latte utilizzato, il processo di produzione e l’affinamento. Il latte deve provenire da mucche che si alimentano principalmente con erba fresca e fieno, e deve essere lavorato con cura per garantire la massima igiene e qualità.
Il processo di produzione richiede anche attenzione e cura, e richiede che il formaggio sia girato e salato piĂš volte. Dopo la produzione, il formaggio viene lasciato a stagionare in una stanza fresca e umida, dove sviluppa il suo caratteristico sapore intenso e aromatico.
In generale, la qualità del Taleggio dipende dal suo sapore, aroma, texture e aspetto. Il formaggio dovrebbe avere un sapore dolce e piccante, con una texture cremosa e morbida. La crosta dovrebbe essere uniformemente rosa-rossastra e priva di muffe indesiderate. Inoltre, il formaggio dovrebbe essere ben stagionato, ma non eccessivamente, in modo che il sapore e l’aroma non siano troppo forti o sgradevoli.
Il Taleggio è prodotto utilizzando latte intero di mucca crudo o pastorizzato. La pasta, di colore giallo paglierino, è morbida e cremosa con dei buchi irregolari. La crosta del formaggio è di colore rosa-arancione, grazie alla cura della crosta con una soluzione di acqua e sale.
Il sapore del Taleggio è intenso e aromatico, con note dolci e piccanti. La maturazione del formaggio varia da 4 a 10 settimane, a seconda del produttore e del tipo di Taleggio. Il Taleggio viene spesso consumato da solo come formaggio da tavola, ma è anche utilizzato in molte preparazioni culinarie, come risotti, gnocchi e focacce.
Il Taleggio è un formaggio con un sapore intenso e caratteristico, che si abbina bene a diversi tipi di vino.
In generale, si consiglia di abbinare il Taleggio con vini rossi di media intensitĂ , come il Barbera, il Chianti, il Valpolicella o il Merlot. Questi vini hanno il giusto equilibrio di tannini e acidi per bilanciare il sapore del formaggio e migliorare la sua cremositĂ .
Tuttavia, il Taleggio può anche essere abbinato con alcuni vini bianchi leggeri e freschi, come il Pinot Grigio o il Sauvignon Blanc. Questi vini aiutano a pulire il palato tra un boccone di formaggio e l’altro, mantenendo la freschezza del sapore.
In ogni caso, l’abbinamento tra il Taleggio e il vino dipende anche dalle preferenze personali e dalle altre pietanze servite durante il pasto. Si consiglia di fare delle prove per trovare l’abbinamento perfetto per il proprio palato.
Per abbinare il Taleggio al vino, si possono prendere in considerazione le sue caratteristiche gustative e aromatiche. In generale, il Taleggio ha un sapore intenso, complesso e persistente, con note di frutta secca e un retrogusto leggermente piccante. Per questo motivo, l’abbinamento ideale potrebbe essere con un vino rosso di media intensità, con una buona struttura e tannini morbidi.
Un buon abbinamento potrebbe essere con un vino rosso della regione Lombardia, come un Valtellina Superiore o un Franciacorta rosso. Questi vini hanno un gusto secco e fruttato, con note di frutti di bosco e spezie che si armonizzano bene con il sapore intenso del Taleggio.
In alternativa, si potrebbe optare per un vino rosso della regione Piemonte, come un Nebbiolo d’Alba o un Dolcetto di Dogliani. Questi vini hanno una buona acidità e tannini morbidi, che si sposano bene con il sapore deciso del Taleggio.
Se invece si preferisce abbinare il Taleggio con un vino bianco, si potrebbe optare per un vino bianco morbido e leggermente aromatico, come un Soave o un Pinot Grigio della regione Veneto, che hanno un gusto fresco e una buona aciditĂ .
In generale, l’abbinamento ideale dipende anche dalle preferenze personali e dal contesto in cui si serve il Taleggio. Ad esempio, se il formaggio viene servito come antipasto, si potrebbe optare per un vino bianco fresco e leggero, mentre se viene servito come piatto principale, un vino rosso di media intensità potrebbe essere più adatto.
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Sangiovese dei colli Pesaresi
Sangiovese dei colli Pesaresi
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Il Sangiovese dei Colli Pesaresi è un vino rosso prodotto nella regione Marche, nella zona delle colline intorno alla città di Pesaro.
Il vino è ottenuto dal vitigno Sangiovese, che rappresenta una delle uve piÚ importanti della viticoltura italiana. Il Sangiovese dei Colli Pesaresi si distingue per il suo colore rubino intenso, con riflessi granati, e per i suoi profumi intensi e complessi, con note di frutta rossa, spezie e legno.
Al palato, il Sangiovese dei Colli Pesaresi si presenta equilibrato e piacevolmente tannico, con un finale persistente e piacevole.
Il Sangiovese dei Colli Pesaresi si abbina bene con carni rosse, arrosti, brasati, formaggi stagionati e piatti tipici della cucina marchigiana come la cacciagione e il coniglio in porchetta.
Il vino è apprezzato per la sua complessità aromatica e la sua eleganza, e rappresenta un ottimo esempio della tradizione vitivinicola delle colline marchigiane. Il Sangiovese dei Colli Pesaresi ha ottenuto la denominazione DOC (Denominazione di Origine Controllata), il che significa che la sua qualità è garantita e certificata.
Uve di produzione
È prodotto mediante taglio di uva del vitigno Sangiovese (95%) con Ciliegiolo e Montepulciano per il rimanente        complessivo 5%.
Il colore
è uno splendido e brillante rosso rubino granata che tende leggermente al violaceo dopo il primo anno di vita.
L’odore
prevalentemente vinoso, gradevole e caratteristico, propone all’olfatto dell’esperto un vago profumo di lampone.
Il sapore
asciutto, secco, armonico, rotondo e di ottimo corpo, ha un accento lievemente e gradevolmente amaro.
La gradazione alcolica
varia tra gli 11,5-12° delle annate normali, e i 12,5-13° di quelle migliori.
Invecchiamento
Accetta un certo invecchiamento. Dopo un anno in botti di rovere, in cantina non umida e a temperatura costante (13-15 °C), viene passato in bottiglia: indicata la bordolese scura — da tenersi in posizione orizzontale.
Dopo un sereno riposo di 4-5 anni, questo vino esprime con estrema e genuina eleganza tutti i suoi pregi.
Abbinamento cibo vino
Il Sangiovese dei colli pesaresi è indicatissimo con pastasciutte e risotti conditi con sughi di carne, ravioli, tortellini e cannelloni; con pollame arrosto; con coniglio e pollame alla panna e con bolliti misti.
Centri di produzione
I piĂš rinomati centri di produzione sono situati in provincia di Pesaro e di Ancona e precisamente nei territori dei comuni di Senigallia, Fano, Pergola, Urbino.
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Giovan Battista Croce
Giovan Battista Croce
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Giovan Battista Croce è stato uno dei personaggi chiave dell’enologia italiana dell’Ottocento, grazie al suo contributo fondamentale nella diffusione delle conoscenze scientifiche sulla produzione del vino. Nato a Torino nel 1828, Croce era un uomo di grande cultura e interesse per la scienza, che si appassionò all’enologia fin dall’età di 16 anni.
Dopo aver studiato chimica e agronomia, Croce si dedicò completamente allo studio dell’enologia, pubblicando nel 1873 il suo celebre libro “Il vino, trattato teorico e pratico di enologia”. Questo libro rappresentò un vero e proprio punto di svolta nella storia dell’enologia italiana, poiché fu uno dei primi a fornire informazioni precise e scientifiche sulla produzione del vino.
In particolare, il libro di Croce forniva dettagliate descrizioni delle tecniche di coltivazione delle viti, della vinificazione e dell’affinamento del vino, utilizzando un linguaggio accessibile anche per i non addetti ai lavori. Grazie a questo libro, molte persone poterono accedere alle conoscenze dell’enologia e migliorare la qualità del proprio vino.
Ma non solo: Giovan Battista Croce fondò anche la Scuola di Viticoltura ed Enologia di Alba, che rappresentò un importante centro di formazione per i giovani produttori di vino dell’epoca. Croce inoltre partecipò a numerose esposizioni internazionali, dove le sue conoscenze sulla produzione del vino furono molto apprezzate.
Grazie al lavoro di Croce e di altri pionieri dell’enologia italiana dell’Ottocento, la produzione del vino in Italia subì una vera e propria rivoluzione, con l’introduzione di nuove tecniche di coltivazione e produzione che permisero all’Italia di diventare uno dei principali paesi produttori di vino al mondo.
Inoltre, il lavoro di Croce rappresentò un importante passo avanti anche per la diffusione dell’enologia come disciplina scientifica, riconosciuta e studiata in tutto il mondo. Oggi, la Scuola di Viticoltura ed Enologia di Alba porta ancora il suo nome e rappresenta un importante punto di riferimento per la formazione dei giovani produttori di vino italiani e internazionali.
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Carema
Carema
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Carema è un vino rosso prodotto nella regione del Piemonte, nella zona nord-occidentale dell’Italia, nei comuni di Carema, Fontainemore, e Donnas.
Il vino è ottenuto dal vitigno Nebbiolo, conosciuto localmente come Picotener, che viene coltivato in un territorio impervio, situato alle pendici delle Alpi. La posizione geografica del vigneto, con terreni argillosi e ricchi di minerali, conferisce al vino le sue caratteristiche uniche.
Carema si presenta di colore rosso granato, con riflessi arancioni. Al naso si distinguono note di frutta rossa, violetta e spezie, come pepe e cannella. Al palato è elegante, con tannini vellutati, acidità equilibrata e un retrogusto di liquirizia.
Il Carema è un vino di grande personalità, apprezzato dagli intenditori per la sua complessità aromatica e la sua capacità di invecchiare nel tempo. Si abbina perfettamente con piatti della cucina piemontese come la carne cruda all’albese, il brasato al Barolo, la polenta e i formaggi stagionati.
Il Carema ha ottenuto la denominazione DOC (Denominazione di Origine Controllata) e la DOCG (Denominazione di Origine Controllata e Garantita), che garantiscono la sua qualitĂ  e autenticitĂ .
Uve di produzione 
È prodotto esclusivamente con uva del vitigno Nebbiolo dalle seguenti cultivazioni: Picutener, Nebbiolo-Spanna e Pugnet.
Il colore
fin da giovane, è intonato al granata lucente; man mano che invecchia, mantiene il colore originale ma tende ad acquistare intensi riflessi aranciati.
L’odore
molto fine e poco vinoso, richiama, a detta di qualificatissimi enologi, quello della rosa messa a macero.
Il sapore
è morbido e con una leggera ma ben percettibile vena di amarognolo.
La gradazione alcolica
non supera, nelle annate normali, gli 11,5-12°; in quelle eccezionali può raggiungere i 12,5-13°.
Invecchiamento
Questo vino da “tutto pasto”, può essere consumato dopo due anni di maturazione in botti di rovere; generalmente, però, viene passato in borgognone color tonaca di frate e lasciato invecchiare (le bottiglie debbono essere tenute in posizione orizzontale) per 4-5 anni in cantina molto buia e lontana da rumori (temperatura costante: 14-15 °C). Con queste cure, il Carema dà risultati eccezionali in fase di degustazione.
Degustazione
il giorno precedente a quello della degustazione, si preleva la bottiglia dalla cantina e la si lascia a temperatura ambiente (18-20 °C) sempre in posizione orizzontale (vi sono in commercio appositi porta-bottiglie in vimini); 5-6 ore prima di servire, si stappa la bottiglia e la si lascia stappata e lontana da sorgenti dirette di calore (stufe, caminetti, termosifoni).
Abbinamento cibo vino
A quali cibi si accompagna lo squisito Carema? Ad arrosti di agnello, capretto e montone, carni rosse alla griglia, brasati e stufati, selvaggina da penna e da pelo (fagiani, starne, quaglie arrosto e allo spiedo, lepre, capriolo, camoscio in salmis, formaggi piccanti.
Centri di produzione
L’unico centro di produzione è situato nel territorio del comune di Carema, in provincia di Torino (imboccatura della Valle d’Aosta).
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Moscato naturale d’Asti
Moscato naturale d’Asti
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Il Moscato naturale d’Asti è un vino bianco dolce prodotto nella regione del Piemonte, nella zona nord-occidentale dell’Italia, intorno alla città di Asti.
Il vino è ottenuto dal vitigno Moscato Bianco, che viene coltivato in un terreno caratterizzato da una grande varietà di minerali e un clima tipicamente temperato, che favorisce la maturazione dell’uva. Il processo di vinificazione prevede una sola fermentazione, che avviene naturalmente grazie alla presenza di lieviti indigeni presenti sull’uva stessa.
Il Moscato naturale d’Asti si presenta di colore giallo paglierino, con riflessi dorati. Al naso si avvertono note fruttate e floreali, con profumi di pesca, albicocca, fiori di sambuco e acacia. Al palato, il vino è dolce e aromatico, con una leggera effervescenza che ne esalta la freschezza.
Il Moscato naturale d’Asti è un vino dal carattere allegro e spensierato, che si presta a molteplici abbinamenti. È perfetto da gustare come aperitivo, con dolci e dessert, ma si abbina anche bene con formaggi erborinati, crostacei e frutti di mare.
Il Moscato naturale d’Asti ha ottenuto la denominazione DOCG (Denominazione di Origine Controllata e Garantita), che garantisce la sua qualità e autenticità.
Uve di produzione
È prodotto esclusivamente con uva del vitigno Moscato bianco.
Il colore
è un giallo paglierino dorato assai limpido e brillante.
L’odore
se si tratta di prodotto genuino, è quello caratteristico e fragrante dell’uva d’origine.
Il sapore
è dolce e delicato.
La gradazione alcolica
ben raramente supera i 10”Moscato naturale d’Asti; soltanto in annate eccezionali può raggiungere i 10,5.
Invecchiamento
Per il consumo è già pronto quello dell’annata o, al massimo, quello dell’anno precedente. Qualche produttore, dopo una rapida sosta in botte (7-8 mesi), lo imbottiglia nelle caratteristiche champagnotte verdi che tiene, disposte orizzontalmente, in cantina molto fresca e asciutta per passarlo al commercio verso la metà dell’annata successiva, Qualche altro, lo lascia addirittura in botte per imbottigliarlo man mano che lo immette sul mercato.
Degustazione
Per degustare l’ottimo Moscato naturale d’Asti, non sono necessari particolari accorgimenti: si mette la bottiglia in frigorifero, ve la si lascia per un’ora o poco più e la si stappa al momento di mescere.
Abbinamento cibo vino
Tipico vino da dessert, si accompagna deliziosamente a biscotti, piccola pasticceria secca e ad ogni genere di frutta, esclusa quella molto dolce.
Centri di produzione
I maggiori centri di produzione sono situati in provincia di Asti e precisamente nei territori dei comuni di Costigliele d’Asti, Nizza Monferrato, Rocchetta Tanaro.
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Cernia al Biancolella
Cernia al Biancolella
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La cernia al Biancolella è un piatto tipico della cucina campana, che prevede l’utilizzo di filetti di cernia e del vino bianco Biancolella per la preparazione.
Ingredienti per quattro persone
quattro trance di cernia,
una noce di burro,
un mazzetto di prezzemolo,
due limoni,
mezza bottiglia di Biancolella (o Ischia Bianco),
sale,
pepe bianco.
Tempo necessario
circa un’ora.
DifficoltĂ : D
Nota: il grado di difficoltà delle ricette è espresso con i simboli D (facile esecuzione), OD (media difficoltà), ODO (ricetta che richiede una certa abilità).
Preparazione
Adagiare le trance di pesce in una pirofila imburrata, condirle con sale e pepe, ricoprirle con il vino, mettere al fuoco e far cuocere per pochi minuti rivoltando il pesce una sola volta.
Spruzzare sul pesce il succo di un limone, coperchiare la pirofila, appoggiarvi sopra un peso e portare a termine la cottura del pesce in forno (ci vorranno circa venti minuti).
Prima di servire, spolverizzare con il prezzemolo tritato. Passare a parte il rimanente limone tagliato a spicchi.
Abbinamento Vini
Per l’abbinamento vini per la cernia al Biancolella, è necessario scegliere un vino che sia in grado di valorizzare il sapore delicato della cernia, ma anche di bilanciare la sua sapidità. Il Biancolella è un vino bianco prodotto sull’isola di Ischia, in Campania, che si caratterizza per il suo colore giallo paglierino e il suo aroma delicato.
Ecco alcune opzioni di vini bianchi da abbinare alla cernia al Biancolella:
Biancolella dell’Isola d’Ischia DOC: questo vino è il compagno ideale per la cernia al Biancolella, grazie alla sua freschezza e alla nota fruttata che ben si sposa con il sapore delicato della cernia.
Falanghina del Sannio DOC: un vino bianco prodotto nella regione campana, dal sapore fresco e leggermente acidulo, che si adatta bene alla cernia grazie alla sua aciditĂ  e alla nota fruttata.
Greco di Tufo DOCG: un altro vino bianco prodotto nella regione campana, dal sapore morbido e aromatico, con note di agrumi e fiori.
In generale, è possibile optare per un vino bianco fresco e leggero, in grado di valorizzare il sapore delicato della cernia e creare un abbinamento equilibrato e armonioso.
Accompagnare con Ischia Bianco o Corvo Bianco di Casteldaccia o Sauvignon del Collio.
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Freisa d’Asti
Freisa d’Asti
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La Freisa d’Asti è un vino rosso prodotto nella regione del Piemonte, nella zona nord-occidentale dell’Italia, intorno alla città di Asti.
Il vino è ottenuto dal vitigno Freisa, che viene coltivato in un terreno caratterizzato da un’alta presenza di argilla e calcare. Il processo di vinificazione prevede una fermentazione a temperatura controllata, seguita da un periodo di affinamento in bottiglia.
La Freisa d’Asti si presenta di colore rosso rubino intenso, con riflessi violacei. Al naso si avvertono note di frutti di bosco, ciliegie, prugne e un leggero sentore di spezie. Al palato, il vino è fresco e sapido, con una buona acidità e tannini morbidi.
La Freisa d’Asti è un vino dal carattere frizzante e giovane, che si presta a molteplici abbinamenti. Si abbina perfettamente con piatti della cucina piemontese, come la bagna cauda, la carne cruda all’albese e i formaggi stagionati.
La Freisa d’Asti ha ottenuto la denominazione DOC (Denominazione di Origine Controllata), che garantisce la sua qualità e autenticità.
Uve di produzione
E prodotto esclusivamente con uva del vitigno Freisa.
Il colore
da giovane, è un rosso rubino brillante; invecchiando assume riflessi violacei. Alla mescita, produce una leggera schiuma color porpora.
L’odore
abbastanza intenso, ricorda quello della viola mammola e del lampone.
Il sapore
nel primo anno di vita, presenta una vena di asprigno che si elimina successivamente per far posto a una gradevole rotondità e a spunti vellutati e morbidi pur conservando la solita schiuma naturale che, in fondo, è la caratteristica di questo vino.
La gradazione alcolica
non supera generalmente i 10,5-11°. In annate eccezionali può raggiungere i 12° e fregiarsi così della qualifica di “superiore”.
Invecchiamento
Dopo un anno trascorso in botti di rovere (meglio se della Sla-vonia), il Freisa viene imbottigliato in borgognone di colore verde molto scuro, disposte orizzontalmente in cantina fresca, non eccessivamente buia. Non reggendo al lungo invecchiamento, trascorsi 2-3 anni dall’imbottigliamento, deve essere consumato.
La degustazione
non presenta problemi nĂŠ richiede particolari accorgimenti: questo vino va bevuto fresco di cantina stappando la bottiglia al momento di servirlo.
Abbinamento cibo vino
Si sposa assai bene con antipasti a base di salumi cotti, cannelloni con sugo di carne, risotti ben conditi, fritti misti alla piemontese, carni di vitello e di maiale arrosto, agnello e capretto arrosto, bolliti misti.
I centri di produzione
sono tutti in provincia di Asti. Essendo troppo complicato elencarli, suggerisco come centro-base la cittĂ  di Asti; da Asti, tutti i terreni viticoli limitrofi producono il Freisa.
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Cuori di filetto di bue al Beaujolais
Cuori di filetto di bue al Beaujolais
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Cuori di filetto di bue al Beaujolais è un piatto della cucina francese che prevede l’utilizzo di cuori di filetto di manzo cotti in una salsa al vino Beaujolais.
Per preparare questo piatto, è necessario pulire e tagliare i cuori di filetto di manzo a fette sottili. In una padella, si fa rosolare la carne con burro e cipolla tritata. Una volta che la carne è dorata, si aggiunge il vino Beaujolais, del brodo di carne e delle spezie (come timo, alloro e aglio). Si lascia cuocere la carne a fuoco lento finchÊ non diventa morbida e la salsa si è ridotta e addensata.
Il piatto può essere servito con contorni a piacere, come purè di patate o verdure.
Ingredienti per quattro persone
quattro fette di filetto di bue tagliate nella parte centrale,
due melanzane di media grossezza,
mezz’etto di burro,
un etto di olive nere,
quattro cucchiai di sugo di carne di vitello (oppure sugo d’arrosto),
un ciuffo di prezzemolo,
un quarto di Beaujolais (oppure un vino italiano tipo Bonarda giovane o Merlot del Trentino),
due cucchiai di olio d’oliva,
olio per friggere,
sale,
pepe.
Tempo necessario
circa un’ora e un quarto.
DifficoltĂ : OD
Nota: il grado di difficoltà delle ricette è espresso con i simboli D (facile esecuzione), OD (media difficoltà), ODO (ricetta che richiede una certa abilità).
Preparazione
Tagliare a rondelle le melanzane, salarle, metterle su un piatto, appoggiarvi sopra un peso e lasciarle riposare per una mezz’ora.
Asciugarle in un canovaccio, friggerle quindi in abbondante olio ben caldo, sgocciolarle su una carta assorbente e tenerle in caldo.
Far scaldare in un tegame, a fuoco basso, l’olio d’oliva con il burro, farvi rosolare i filetti, cuocendoli più o meno al sangue secondo i gusti, salarli, peparli e sgocciolarli su un piatto da portata caldo; disporre su ciascuno due rondelle di melanzana e tenere il tutto al caldo.
Mettere al fuoco in una casseruola il sugo di carne e unirvi a poco a poco, lasciandolo man mano evaporare, il vino.
Far restringere bene il sughetto, completarlo con il prezzemolo tritato grossolanamente e versarlo sulla carne.
Guarnire con le olive snocciolate e servire.
Abbinamento Vini
Essendo un piatto a base di vino Beaujolais, l’abbinamento ideale sarebbe con un vino rosso della stessa regione, come un Beaujolais Cru come il Morgon, il Brouilly o il Fleurie. Questi vini hanno un sapore fruttato e speziato che si sposa bene con il sapore della carne e della salsa.
In alternativa, si possono scegliere vini rossi a base di uva Pinot Noir o Syrah, che hanno un gusto simile al Beaujolais, ma sono prodotti in altre regioni. Ad esempio, si potrebbe optare per un Pinot Noir della regione della Borgogna in Francia, o per un Syrah della valle del Rodano in Francia.
In generale, si consiglia di scegliere un vino rosso che abbia una struttura abbastanza leggera e un sapore fruttato per non coprire il sapore delicato della carne e della salsa.
Si può accompagnare con Bonarda o Merlot del Trentino o Nipozzano o Aglianico del Vulture o Corvo Rosso di Casteldaccia.
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Moscato di Sorso Sennori
Moscato di Sorso Sennori
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Il Moscato di Sorso-Sennori è un vino bianco dolce prodotto nell’Isola della Sardegna.
Il vino è ottenuto dal vitigno Moscato bianco, che viene coltivato nella zona di Sorso e Sennori, in provincia di Sassari. Il processo di vinificazione prevede una fermentazione a temperatura controllata, seguita da un breve periodo di affinamento in bottiglia.
Il Moscato di Sorso-Sennori si presenta di colore giallo dorato, con riflessi dorati. Al naso si avvertono note intense di frutta tropicale, come mango e papaya, e frutta matura, come pesca e albicocca, con sentori di miele e fiori di campo. Al palato è dolce, morbido e rotondo, con una buona acidità che ne equilibra la dolcezza.
Il Moscato di Sorso-Sennori è un vino da dessert, che si abbina perfettamente con i dolci della cucina sarda, come i dolci a base di mandorle e il seadas, un tipico dolce sardo a base di formaggio pecorino e miele. Inoltre, il Moscato di Sorso-Sennori si presta ad accompagnare anche formaggi stagionati e salumi.
Il Moscato di Sorso-Sennori ha ottenuto la denominazione DOC (Denominazione di Origine Controllata), che garantisce la sua qualitĂ  e autenticitĂ .
Uve di produzione
È prodotto esclusivamente con uva del vitigno Moscato bianco.
Il colore
è un giallo oro molto scintillante, con riflessi ramati.
L’odore
caratteristico e intenso, propone, in prevalenza, quello dell’uva con la quale questo vino è prodotto.
Il saporeMoscato di Sorso Sennori
è dolce, caratteristico, delicato e di ottimo corpo.
La gradazione alcolica
oscilla tra i 15 e i 15,5°.
Invecchiamento
Trattamento di cantina; dopo un anno di sosta in botti di rovere della Slavonia alloggiate in cantina fresca, poco luminosa e a temperatura costante (11-13 °C), viene passato all’imbottigliamento nelle renane scure da mantenersi in posizione orizzontale.
Ed è proprio in bottiglia, dove riposa proficuamente e serenamente per 3-4 anni, che questo vino si affina e migliora al punto da risultare splendido al momento del consumo.
Abbinamento cibo vino
Classico vino da dessert, adatto con pasticceria secca e frutta poco dolce, il Moscato di Sorso-Sennori deve essere servito a temperatura di 8-10 °C in bicchieri da vermouth.
Centri di produzione
I centri di produzione sono situati in provincia di Sassari e precisamente nei territori dei comuni di Sorso e di Sennori.
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