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freedomtripitaly · 3 years
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Il contenuto è protetto da password. Per visualizzarlo inserisci di seguito la password: Password: https://ift.tt/3cokD56 Bellezza e cucina sublime: tutto il meglio della Croazia Il contenuto è protetto da password. Per visualizzarlo inserisci di seguito la password: Password: La Croazia è un paradiso anche per le papille gustative: cosa mangiare e bere di buono.
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freedomtripitaly · 3 years
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Buone nuove per quanto riguarda i viaggi in Spagna. Il Paese baciato da sole, infatti, ha aggiornato le sue regole d’ingresso per chiunque decida di visitarlo per turismo. Noi abbiamo cercato di fare un guida esaustiva su tutto quello che c’è da sapere. Le novità a partire dal 7 giugno A partire dal giorno 7 giugno entrano in vigore le seguenti nuove normative: l’ammissione dei test antigenici rapidi approvati dall’UE e dei certificati di vaccinazione e guarigione per i viaggiatori dell’Unione Europea e dello Spazio Economico Europeo, nonché l’apertura a viaggi turistici da Paesi extra UE con certificati di vaccinazione. Turisti vaccinati in Spagna: cosa sapere Per chi parte dall’Italia – tranne nel caso di bambini di età inferiore a 6 anni- è necessario presentare un certificato di vaccinazione rilasciato dalle autorità competenti del Paese di origine e a partire da 14 giorni dalla data di somministrazione dell’ultima dose del programma vaccinale completo (una nel caso del vaccino Jansen/Johnson & Johnson). I vaccini accettati sono quelli autorizzati dall’Agenzia europea per i medicinali o quelli che hanno completato il processo di utilizzo di emergenza dell’Organizzazione mondiale della sanità, ovvero quelli prodotti da Pfizer-Biontech, Moderna, Astra-Zeneca, Jansen/Johnson & Johnson, Sinovac e Sinopharm. Il certificato, inoltre, deve contenere le seguenti informazioni: Nome e cognome del titolare: Data della vaccinazione, con indicazione della data dell’ultima dose somministrata; Tipo di vaccino somministrato; Numero di dosi somministrate/regime completo; Paese di emissione; Identificazione dell’ente che rilascia il certificato di vaccinazione. Turisti con tampone: cosa sapere Nel caso di mancanza di vaccinazione o guarigione dal virus, per fare ingresso in Spagna per turismo bisogna presentate un certificato diagnostico: un test PCR negativo o similare (tipo NAAT), o test antigenico negativo tra quelli inclusi nell’elenco comune della Commissione Europea. In entrambi i casi il certificato deve essere rilasciato entro le 48 ore prima dell’arrivo in Spagna. Guarigione dal virus: cosa sapere È possibile, infine, fare ingresso in Spagna presentando un certificato di guarigione (prova del superamento della malattia) rilasciato dall’autorità competente o da un servizio medico almeno 11 giorni dopo il primo test diagnostico di tipo NAAT (PCR, TMA, LAMP e simili) con esito positivo. La validità del certificato termina a 180 giorni dalla data di prelievo del campione. Tale documento deve includere le seguenti informazioni: Nome e cognome del titolare; Data di prelievo del primo test diagnostico positivo per SARS-CoV-2; Tipo di test NAAT eseguito; Paese di emissione. Fondamentale, inoltre, è sapere che ognuno di questi tre certificati deve essere scritto o in spagnolo o in inglese o in francese o in tedesco. Nel caso in cui non sia possibile ottenere l’originale in nessuna di queste lingue, il documento giustificativo dovrà essere accompagnato da una traduzione in spagnolo effettuata da un organismo ufficiale. Cosa fare se si arriva da Paesi extra UE La cosa ancor più interessante è che la Spagna dal 7 giugno darà di nuovo il benvenuto a chiunque, dal mondo, viaggi con certificato di vaccinazione rilasciato dalle autorità competenti del Paese di origine e da 14 giorni dopo la data di somministrazione dell’ultima dose necessaria per completare il ciclo vaccinale. E, anche in questo caso, i vaccini accettati sono quelli autorizzati dall’Agenzia europea per i medicinali o quelli che hanno completato il processo di utilizzo di emergenza dell’Organizzazione mondiale della sanità. Attualmente questi vaccini sono quelli prodotti da Pfizer-Biontech, Moderna, Astra-Zeneca, Jansen/Johnson & Johnson, Sinovac e Sinopharm. Cosa fare una volta arrivati in Spagna È obbligatorio per tutti i passeggeri che arrivano in Spagna per via aerea o marittima, compresi quelli in transito e i minori di 6 anni, compilare un modulo di controllo sanitario prima della partenza tramite questo sito Web o utilizzare Spagna Travel Health app. La compilazione del modulo genera un codice QR personalizzato che il viaggiatore deve presentare alle compagnie di trasporto prima dell’imbarco, nonché ai controlli sanitari al punto di ingresso in Spagna. Una volta atterrati nel Paese verrà, inoltre, rilevata la temperatura mediante termometri senza contatto o mediante termocamere. Verrà effettuato un controllo documentale e un controllo visivo sullo stato del passeggero. Tuttavia, i viaggiatori con Certificato Digitale EU COVID e quelli provenienti da Paesi non considerati a rischio (sia europei che Paesi terzi) otterranno un codice QR FAST CONTROL che darà accesso a controlli sanitari più agili, poiché non dovranno esibire il certificato né all’imbarco né nel controllo sanitario all’arrivo. In caso di conferma o sospetto che un passeggero possa essere affetto da COVID-19, verranno attivati i protocolli di comunicazione stabiliti con i servizi sanitari delle Comunità Autonome per il loro rinvio e follow-up. Crociere in Spagna La Spagna, inoltre, ha dato il via libera alle crociere internazionali e sempre a partire dal 7 giugno. Tuttavia, coloro che decideranno di atterrare in questa Terra tramite navigazione non dovranno utilizzare l’applicazione Spain Travel Health poiché le loro informazioni saranno raccolte direttamente con l’ EU Digital Passenger Locator Form. Arrivi in Spagna via terra Nel caso di arrivo in Spagna via terra, invece, sarà obbligatorio avere una delle certificazioni di vaccinazione, test diagnostico o recupero specificate nella prima sezione di questo pezzo. Regole per le Canarie Differenti, invece, le regole per le Canarie che vi avevamo spiegato meglio qui. Tuttavia, in linea generale, a fare ingresso in queste splendide isole possono essere tutte le persone che presentano una delle condizioni suddette, ma anche coloro che hanno effettuato solo una dose di vaccino e che non dovranno esibire il risultato negativo del tampone a condizione che abbiano ricevuto la prima dose almeno 15 giorni prima dell’arrivo alle Canarie. Cosa fare al ritorno in Italia In attesa dell’introduzione del Green Pass europeo, prevista per il giorno 1 luglio, per rientrare in Italia dalla Spagna è obbligatorio esibire all’arrivo un tampone molecolare o antigenico con esito negativo, effettuato nelle 48 ore che precedono il viaggio. Infine, è obbligatoria la compilazione del modulo di localizzazione del passeggero (Passenger Locator Form – PLF) digitale – dPLF, prevista dall’Ordinanza del 16 aprile 2021, per tutte le persone in arrivo in Italia, attraverso qualsiasi mezzo di trasporto. Si ricorda, tuttavia, che la situazione epidemiologica è in continuo mutamento. Per questo motivo, prima di effettuare un viaggio in Spagna, vi invitiamo a controllare i siti istituzionali del Paese di destinazione e la pagina web del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale ViaggiareSicuri. https://ift.tt/3v1gFFX La Spagna aggiorna le regole d’ingresso, cosa sapere Buone nuove per quanto riguarda i viaggi in Spagna. Il Paese baciato da sole, infatti, ha aggiornato le sue regole d’ingresso per chiunque decida di visitarlo per turismo. Noi abbiamo cercato di fare un guida esaustiva su tutto quello che c’è da sapere. Le novità a partire dal 7 giugno A partire dal giorno 7 giugno entrano in vigore le seguenti nuove normative: l’ammissione dei test antigenici rapidi approvati dall’UE e dei certificati di vaccinazione e guarigione per i viaggiatori dell’Unione Europea e dello Spazio Economico Europeo, nonché l’apertura a viaggi turistici da Paesi extra UE con certificati di vaccinazione. Turisti vaccinati in Spagna: cosa sapere Per chi parte dall’Italia – tranne nel caso di bambini di età inferiore a 6 anni- è necessario presentare un certificato di vaccinazione rilasciato dalle autorità competenti del Paese di origine e a partire da 14 giorni dalla data di somministrazione dell’ultima dose del programma vaccinale completo (una nel caso del vaccino Jansen/Johnson & Johnson). I vaccini accettati sono quelli autorizzati dall’Agenzia europea per i medicinali o quelli che hanno completato il processo di utilizzo di emergenza dell’Organizzazione mondiale della sanità, ovvero quelli prodotti da Pfizer-Biontech, Moderna, Astra-Zeneca, Jansen/Johnson & Johnson, Sinovac e Sinopharm. Il certificato, inoltre, deve contenere le seguenti informazioni: Nome e cognome del titolare: Data della vaccinazione, con indicazione della data dell’ultima dose somministrata; Tipo di vaccino somministrato; Numero di dosi somministrate/regime completo; Paese di emissione; Identificazione dell’ente che rilascia il certificato di vaccinazione. Turisti con tampone: cosa sapere Nel caso di mancanza di vaccinazione o guarigione dal virus, per fare ingresso in Spagna per turismo bisogna presentate un certificato diagnostico: un test PCR negativo o similare (tipo NAAT), o test antigenico negativo tra quelli inclusi nell’elenco comune della Commissione Europea. In entrambi i casi il certificato deve essere rilasciato entro le 48 ore prima dell’arrivo in Spagna. Guarigione dal virus: cosa sapere È possibile, infine, fare ingresso in Spagna presentando un certificato di guarigione (prova del superamento della malattia) rilasciato dall’autorità competente o da un servizio medico almeno 11 giorni dopo il primo test diagnostico di tipo NAAT (PCR, TMA, LAMP e simili) con esito positivo. La validità del certificato termina a 180 giorni dalla data di prelievo del campione. Tale documento deve includere le seguenti informazioni: Nome e cognome del titolare; Data di prelievo del primo test diagnostico positivo per SARS-CoV-2; Tipo di test NAAT eseguito; Paese di emissione. Fondamentale, inoltre, è sapere che ognuno di questi tre certificati deve essere scritto o in spagnolo o in inglese o in francese o in tedesco. Nel caso in cui non sia possibile ottenere l’originale in nessuna di queste lingue, il documento giustificativo dovrà essere accompagnato da una traduzione in spagnolo effettuata da un organismo ufficiale. Cosa fare se si arriva da Paesi extra UE La cosa ancor più interessante è che la Spagna dal 7 giugno darà di nuovo il benvenuto a chiunque, dal mondo, viaggi con certificato di vaccinazione rilasciato dalle autorità competenti del Paese di origine e da 14 giorni dopo la data di somministrazione dell’ultima dose necessaria per completare il ciclo vaccinale. E, anche in questo caso, i vaccini accettati sono quelli autorizzati dall’Agenzia europea per i medicinali o quelli che hanno completato il processo di utilizzo di emergenza dell’Organizzazione mondiale della sanità. Attualmente questi vaccini sono quelli prodotti da Pfizer-Biontech, Moderna, Astra-Zeneca, Jansen/Johnson & Johnson, Sinovac e Sinopharm. Cosa fare una volta arrivati in Spagna È obbligatorio per tutti i passeggeri che arrivano in Spagna per via aerea o marittima, compresi quelli in transito e i minori di 6 anni, compilare un modulo di controllo sanitario prima della partenza tramite questo sito Web o utilizzare Spagna Travel Health app. La compilazione del modulo genera un codice QR personalizzato che il viaggiatore deve presentare alle compagnie di trasporto prima dell’imbarco, nonché ai controlli sanitari al punto di ingresso in Spagna. Una volta atterrati nel Paese verrà, inoltre, rilevata la temperatura mediante termometri senza contatto o mediante termocamere. Verrà effettuato un controllo documentale e un controllo visivo sullo stato del passeggero. Tuttavia, i viaggiatori con Certificato Digitale EU COVID e quelli provenienti da Paesi non considerati a rischio (sia europei che Paesi terzi) otterranno un codice QR FAST CONTROL che darà accesso a controlli sanitari più agili, poiché non dovranno esibire il certificato né all’imbarco né nel controllo sanitario all’arrivo. In caso di conferma o sospetto che un passeggero possa essere affetto da COVID-19, verranno attivati i protocolli di comunicazione stabiliti con i servizi sanitari delle Comunità Autonome per il loro rinvio e follow-up. Crociere in Spagna La Spagna, inoltre, ha dato il via libera alle crociere internazionali e sempre a partire dal 7 giugno. Tuttavia, coloro che decideranno di atterrare in questa Terra tramite navigazione non dovranno utilizzare l’applicazione Spain Travel Health poiché le loro informazioni saranno raccolte direttamente con l’ EU Digital Passenger Locator Form. Arrivi in Spagna via terra Nel caso di arrivo in Spagna via terra, invece, sarà obbligatorio avere una delle certificazioni di vaccinazione, test diagnostico o recupero specificate nella prima sezione di questo pezzo. Regole per le Canarie Differenti, invece, le regole per le Canarie che vi avevamo spiegato meglio qui. Tuttavia, in linea generale, a fare ingresso in queste splendide isole possono essere tutte le persone che presentano una delle condizioni suddette, ma anche coloro che hanno effettuato solo una dose di vaccino e che non dovranno esibire il risultato negativo del tampone a condizione che abbiano ricevuto la prima dose almeno 15 giorni prima dell’arrivo alle Canarie. Cosa fare al ritorno in Italia In attesa dell’introduzione del Green Pass europeo, prevista per il giorno 1 luglio, per rientrare in Italia dalla Spagna è obbligatorio esibire all’arrivo un tampone molecolare o antigenico con esito negativo, effettuato nelle 48 ore che precedono il viaggio. Infine, è obbligatoria la compilazione del modulo di localizzazione del passeggero (Passenger Locator Form – PLF) digitale – dPLF, prevista dall’Ordinanza del 16 aprile 2021, per tutte le persone in arrivo in Italia, attraverso qualsiasi mezzo di trasporto. Si ricorda, tuttavia, che la situazione epidemiologica è in continuo mutamento. Per questo motivo, prima di effettuare un viaggio in Spagna, vi invitiamo a controllare i siti istituzionali del Paese di destinazione e la pagina web del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale ViaggiareSicuri. La Spagna apre le sue frontiere ai turisti vaccinati provenienti da tutto il mondo: quali sono le regole.
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freedomtripitaly · 3 years
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Da Trieste a Giarre, una rosa di 10 templi intramontabili del gusto che hanno resistito alle mode, a guerre e pandemie: «grandi vecchi» esempio di rinascita https://ift.tt/3pt8pNE L’ora del caffè (con dolcetto): viaggio nei locali storici più belli d’Italia Da Trieste a Giarre, una rosa di 10 templi intramontabili del gusto che hanno resistito alle mode, a guerre e pandemie: «grandi vecchi» esempio di rinascita Da Trieste a Giarre, una rosa di 10 templi intramontabili del gusto che hanno resistito alle mode, a guerre e pandemie: «grandi vecchi» esempio di rinascita
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freedomtripitaly · 3 years
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Non tutti sanno che anche in Italia abbiamo una sorta di “Provenza“, una zona dell’Oltrepò Pavese che d’estate si tinge di lilla, il colore della lavanda in fiore. Molto meno nota della regione d’oltralpe, quanto a bellezza questa zona non è da meno. Qui, infatti, il terreno è incredibilmente favorevole per la crescita della lavanda, l'”oro blu”. Ogni anno, tra i mesi giugno e luglio, tra le colline dell’Oltrepò Pavese si possono ammirare distese di lavanda, sentirne il profumo inebriante e fare diverse esperienze a contatto con questa pianta. Il periodo migliore per ammirarla è metà giugno, ma ogni anno varia a seconda del clima, pertanto è possibile che sbocci prima (com’è accaduto quest’anno) o dopo e che debba quindi essere tagliata prima che si abbia la possibilità di ammirarla. È consigliato verificare lo stato della fioritura prima di mettersi in viaggio, quindi. Non si tratta di luoghi accessibili liberamente, ma sono sempre proprietà private, pertanto è necessario chiedere il permesso ai proprietari prima di entrare nei campi per scattare una fotografia. Una delle prime aziende a impiantare un lavandeto in questa zona è stata l’azienda agricola Impoggio di Borgoratto Mormorolo, in provincia di Pavia, una decina di anni fa. Il tipo di lavanda coltivata è la angustifolia, chiamata anche “Vera” o “Officinale” o “Fine”, che regala uno spettacolo mozzafiato con il suo colore viola-blu intenso. La fioritura qui è iniziata già a fine maggio e durerà fino al 22 di giugno (data stimata per l’inizio della raccolta) e si organizzano visite guidate tutti i giorni tranne il martedì (giorno di chiusura) con gruppi di circa 10 persone. Uno dei campi di lavanda più suggestivi dell’Oltrepò Pavese si trova nella Fattoria Cabanon, a Godiasco Salice Terme, un’azienda produttrice di vini biologici, per cui ha ricevuto moltissimi riconoscimenti, oltre che di prodotti a base di lavanda. E forse è proprio per merito della lavanda che il vino è così buono: infatti, una volta raccolti i fiori, le piante vengono impiegate per produrre il terriccio fertile per i terreni. A Salice Terme si trova anche la Cascina Costanza, con bellissimi campi che ospitano ben 5mila piante di lavanda: nella stagione giusta, l’intera collina si tinge di sfumature dal lilla al viola intenso. Le visite ai campi di lavanda quest’anno sono riservate agli ospiti che pranzano nell’agriturismo. Tra boschi e vigneti, Il melo rosso, nei pressi del borgo di Fortunago, uno dei “Borghi più belli d’Italia”, con le facciate delle case in pietra e le strade in mattonelle di porfido, si affaccia su un meraviglioso campo di lavanda. Color lavanda sono anche le porte del b&b dove si può alloggiare: consigliata è la Dependance Viola, per restare in tema con il periodo della fioritura. Lo spettacolo della lavanda in fiore https://ift.tt/3in4UXH L’Oltrepò Pavese come la Provenza, i campi di lavanda da sogno Non tutti sanno che anche in Italia abbiamo una sorta di “Provenza“, una zona dell’Oltrepò Pavese che d’estate si tinge di lilla, il colore della lavanda in fiore. Molto meno nota della regione d’oltralpe, quanto a bellezza questa zona non è da meno. Qui, infatti, il terreno è incredibilmente favorevole per la crescita della lavanda, l'”oro blu”. Ogni anno, tra i mesi giugno e luglio, tra le colline dell’Oltrepò Pavese si possono ammirare distese di lavanda, sentirne il profumo inebriante e fare diverse esperienze a contatto con questa pianta. Il periodo migliore per ammirarla è metà giugno, ma ogni anno varia a seconda del clima, pertanto è possibile che sbocci prima (com’è accaduto quest’anno) o dopo e che debba quindi essere tagliata prima che si abbia la possibilità di ammirarla. È consigliato verificare lo stato della fioritura prima di mettersi in viaggio, quindi. Non si tratta di luoghi accessibili liberamente, ma sono sempre proprietà private, pertanto è necessario chiedere il permesso ai proprietari prima di entrare nei campi per scattare una fotografia. Una delle prime aziende a impiantare un lavandeto in questa zona è stata l’azienda agricola Impoggio di Borgoratto Mormorolo, in provincia di Pavia, una decina di anni fa. Il tipo di lavanda coltivata è la angustifolia, chiamata anche “Vera” o “Officinale” o “Fine”, che regala uno spettacolo mozzafiato con il suo colore viola-blu intenso. La fioritura qui è iniziata già a fine maggio e durerà fino al 22 di giugno (data stimata per l’inizio della raccolta) e si organizzano visite guidate tutti i giorni tranne il martedì (giorno di chiusura) con gruppi di circa 10 persone. Uno dei campi di lavanda più suggestivi dell’Oltrepò Pavese si trova nella Fattoria Cabanon, a Godiasco Salice Terme, un’azienda produttrice di vini biologici, per cui ha ricevuto moltissimi riconoscimenti, oltre che di prodotti a base di lavanda. E forse è proprio per merito della lavanda che il vino è così buono: infatti, una volta raccolti i fiori, le piante vengono impiegate per produrre il terriccio fertile per i terreni. A Salice Terme si trova anche la Cascina Costanza, con bellissimi campi che ospitano ben 5mila piante di lavanda: nella stagione giusta, l’intera collina si tinge di sfumature dal lilla al viola intenso. Le visite ai campi di lavanda quest’anno sono riservate agli ospiti che pranzano nell’agriturismo. Tra boschi e vigneti, Il melo rosso, nei pressi del borgo di Fortunago, uno dei “Borghi più belli d’Italia”, con le facciate delle case in pietra e le strade in mattonelle di porfido, si affaccia su un meraviglioso campo di lavanda. Color lavanda sono anche le porte del b&b dove si può alloggiare: consigliata è la Dependance Viola, per restare in tema con il periodo della fioritura. Lo spettacolo della lavanda in fiore Non tutti sanno che anche in Italia abbiamo una sorta di “Provenza”, che d’estate si tinge di lilla.
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freedomtripitaly · 3 years
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Nell’anno del 700° anniversario della morte di Dante, parte un treno storico che collega Firenze e Ravenna, con un itinerario sui luoghi del Sommo Poeta. L’itinerario tocca i luoghi dell’Appennino, tra la Toscana e la Romagna, a percorsi come “Il Cammino di Dante“, considerato il miglior percorso di trekking del mondo del 2021 secondo la Lonely Planet, e “Le vie di Dante”, quei luoghi che hanno ispirato le opere di Dante Alighieri. La linea ferroviaria percorsa dal treno storico è la Faentina, la prima in Italia ad attraversare gli Appennini. L’itinerario parte da Firenze (la città dove Dante Alighieri è nato nel 1265) e arriva a Ravenna (dove trascorse gli ultimi anni della sua vita, fino alla morte nel 1321) con quattro fermate intermedie: Borgo San Lorenzo e Marradi, nel territorio toscano, Brisighella e Faenza in Emilia-Romagna. Durante le varie tappe, i viaggiatori potranno scendere dal convoglio per visitare i borghi, i castelli e le colline che fanno parte del parco letterario ‘Le terre di Dante’. Il Borgo San Lorenzo fu, in passato, un importante crocevia al centro del Mugello. È legato alla figura di Dante in quanto, nel 1290, il Comune di Firenze acquisì i diritti sul borgo, che rimase fedele al guelfismo, subendo più volte gli attacchi ghibellini nei decenni seguenti; Borgo San Lorenzo divenne, infatti, terreno di scontro già subito dopo il convegno dell’8 giugno 1302 di San Godenzo, a cui presero parte sia Dante sia gli Ubaldini. Su Marradi esiste una curiosa leggenda legata al Sommo Poeta e ai primi anni del suo esilio, secondo la quale Alighieri denunciò il furto del cavallo con il quale stava fuggendo da Firenze. Gli venne obbiettato che gli abitanti del luogo erano tutti galantuomini. Al che, Dante rispose con un arguto gioco di parole: “Sì, ma-radi!”. Secondo altri avrebbe esclamato: “Marradi, piantan fagioli e nascon ladri”. Le origini di Marradi in realtà sono molto più antiche. Qui vissero i Liguri, gli Etruschi e i Celti prima della conquista Romana, in seguito alla quale venne costruita, intorno al 59 a.C., la strada di collegamento tra Faenza e Firenze. Marradi divenne così un luogo di sosta e di ristoro per i viandanti. L’antico borgo di Brisighella, uno dei Borghi più belli d’Italia, è famoso per la rocca manfrediana del XIV secolo che ospitò Dante Alighieri all’inizio delle sue peregrinazioni per l’Italia, per il santuario del Monticino (secolo XVIII) e per la torre dell’Orologio (XIX secolo), ma anche per le sue terme. E poi c’è Faenza che è una delle città più note a Dante che, nella “Divina Commedia”, citò diversi personaggi faentini o collegati con Faenza. Dallo scorso 25 marzo (il “Dantedì”) c’è un ricchissimo calendario di eventi, incontri e attività legate al Poeta in città. La splendida piazza del Popolo è il cuore pulsante di Faenza, tra due eleganti porticati, uno sul fianco del Palazzo Comunale e l’altro su quello del Palazzo del Podestà. La città è famosa per la ceramica, che vanta una tradizione plurisecolare, espressione di un artigianato artistico di eccezionale qualità. Sarà un viaggio nel viaggio quello a bordo del Treno di Dante. Oltre a visitare i luoghi bellissimi che hanno ispirato Dante, salire a bordo del treno d’epoca sarà un’esperienza unica. Il convoglio sarà composto da tre carrozze Centoporte, da un vagone bagagliaio attrezzato per il trasporto delle biciclette e da un locomotore storico D445. Potrà trasportare il 50% dei passeggeri che, in teoria, il treno ospita (234 posti). Il Treno di Dante sarà inaugurato il 26 giugno e viaggerà i sabati e le domeniche a partire dal 3 luglio fino al 10 ottobre. La partenza del treno è prevista per le ore 9 dalla stazione di Santa Maria Novella a Firenze con arrivo alla stazione centrale di Ravenna nella tarda mattinata e rientro nel Capoluogo fiorentino alle 18 circa. https://ift.tt/2S6x7aF Parte il treno storico sui luoghi di Dante: l’itinerario Nell’anno del 700° anniversario della morte di Dante, parte un treno storico che collega Firenze e Ravenna, con un itinerario sui luoghi del Sommo Poeta. L’itinerario tocca i luoghi dell’Appennino, tra la Toscana e la Romagna, a percorsi come “Il Cammino di Dante“, considerato il miglior percorso di trekking del mondo del 2021 secondo la Lonely Planet, e “Le vie di Dante”, quei luoghi che hanno ispirato le opere di Dante Alighieri. La linea ferroviaria percorsa dal treno storico è la Faentina, la prima in Italia ad attraversare gli Appennini. L’itinerario parte da Firenze (la città dove Dante Alighieri è nato nel 1265) e arriva a Ravenna (dove trascorse gli ultimi anni della sua vita, fino alla morte nel 1321) con quattro fermate intermedie: Borgo San Lorenzo e Marradi, nel territorio toscano, Brisighella e Faenza in Emilia-Romagna. Durante le varie tappe, i viaggiatori potranno scendere dal convoglio per visitare i borghi, i castelli e le colline che fanno parte del parco letterario ‘Le terre di Dante’. Il Borgo San Lorenzo fu, in passato, un importante crocevia al centro del Mugello. È legato alla figura di Dante in quanto, nel 1290, il Comune di Firenze acquisì i diritti sul borgo, che rimase fedele al guelfismo, subendo più volte gli attacchi ghibellini nei decenni seguenti; Borgo San Lorenzo divenne, infatti, terreno di scontro già subito dopo il convegno dell’8 giugno 1302 di San Godenzo, a cui presero parte sia Dante sia gli Ubaldini. Su Marradi esiste una curiosa leggenda legata al Sommo Poeta e ai primi anni del suo esilio, secondo la quale Alighieri denunciò il furto del cavallo con il quale stava fuggendo da Firenze. Gli venne obbiettato che gli abitanti del luogo erano tutti galantuomini. Al che, Dante rispose con un arguto gioco di parole: “Sì, ma-radi!”. Secondo altri avrebbe esclamato: “Marradi, piantan fagioli e nascon ladri”. Le origini di Marradi in realtà sono molto più antiche. Qui vissero i Liguri, gli Etruschi e i Celti prima della conquista Romana, in seguito alla quale venne costruita, intorno al 59 a.C., la strada di collegamento tra Faenza e Firenze. Marradi divenne così un luogo di sosta e di ristoro per i viandanti. L’antico borgo di Brisighella, uno dei Borghi più belli d’Italia, è famoso per la rocca manfrediana del XIV secolo che ospitò Dante Alighieri all’inizio delle sue peregrinazioni per l’Italia, per il santuario del Monticino (secolo XVIII) e per la torre dell’Orologio (XIX secolo), ma anche per le sue terme. E poi c’è Faenza che è una delle città più note a Dante che, nella “Divina Commedia”, citò diversi personaggi faentini o collegati con Faenza. Dallo scorso 25 marzo (il “Dantedì”) c’è un ricchissimo calendario di eventi, incontri e attività legate al Poeta in città. La splendida piazza del Popolo è il cuore pulsante di Faenza, tra due eleganti porticati, uno sul fianco del Palazzo Comunale e l’altro su quello del Palazzo del Podestà. La città è famosa per la ceramica, che vanta una tradizione plurisecolare, espressione di un artigianato artistico di eccezionale qualità. Sarà un viaggio nel viaggio quello a bordo del Treno di Dante. Oltre a visitare i luoghi bellissimi che hanno ispirato Dante, salire a bordo del treno d’epoca sarà un’esperienza unica. Il convoglio sarà composto da tre carrozze Centoporte, da un vagone bagagliaio attrezzato per il trasporto delle biciclette e da un locomotore storico D445. Potrà trasportare il 50% dei passeggeri che, in teoria, il treno ospita (234 posti). Il Treno di Dante sarà inaugurato il 26 giugno e viaggerà i sabati e le domeniche a partire dal 3 luglio fino al 10 ottobre. La partenza del treno è prevista per le ore 9 dalla stazione di Santa Maria Novella a Firenze con arrivo alla stazione centrale di Ravenna nella tarda mattinata e rientro nel Capoluogo fiorentino alle 18 circa. Da Firenze a Ravenna lungo la linea Faentina, il Treno di Dante tocca i luoghi e i borghi che hanno ispirato il Sommo Poeta.
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freedomtripitaly · 3 years
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Ci basta ascoltare quel “Dale a tu cuerpo alegría, Macarena”, per essere trasportati direttamente nei mitici anni ’90 e cominciare a muovere il bacino a ritmo delle note di una delle canzoni che ha fatto la storia della cultura pop. Capita anche a voi? Ecco, proprio quella Macarena, la hit più famosa degli anni ’90 che ha tenuto il primo posto nelle classifiche mondiali per settimane, quest’anno compie 25 anni. Per celebrare questa occasione ecco che una nuova e inedita esperienza di viaggio è stata pensata per tutti i nostalgici. In occasione della celebrazione di questo anniversario, la villa di lusso dei Los del Rìo, diventerà Host di Airbnb che accoglierà gli ospiti per due notti per tante esperienze incredibili, prima fra tutte imparare a cantare e ballare alla perfezione la Macarena. Destinazione? Andalusia! In vacanza con i Los Del Río in Andalusia La villa di lusso si trova a Utrera, in provincia di Siviglia. Si tratta di un vero e proprio buen retiro in campagna del duo pop che da sempre la utilizza per trovare ispirazioni musicali e non solo. All’interno dell’alloggio, gli ospiti faranno una full immersion nella cultura del grande successo ballato persino da un presidente degli Stati Uniti. Insieme agli ospiti, infatti, ci saranno anche i Los del Rìo e, grazie all’accesso a una sala karaoke privata e alla presenza di chitarre spagnole, si potrà improvvisare un concerto anni ’90 davvero incredibile. In vacanza con i Los Del Río in Andalusia Ma non è tutto, gli ospiti che prenoteranno la villa, avranno anche una lezione privata virtuale tenuta da uno chef locale per imparare a cucinare alcuni piatti tipici andalusi e un’esclusiva lezione personalizzata di Sevillanas, un tipico ballo andaluso. Le prenotazioni per un soggiorno di due notti, a partire dal 3 agosto 2021, saranno aperte dal 28 giugno alle ore 16:00 a questo link. Per gli ospiti di tutto il mondo che non potranno prenotare il soggiorno, i Los del Rio offriranno un’esclusiva esperienza online in cui cucineranno, balleranno, canteranno e condivideranno le intuizioni dietro le quinte del loro successo degli anni ’90. Le prenotazioni per l’Esperienza Online che si terrà il 3 agosto 2021 e che sarà disponibile in inglese e in spagnolo, saranno aperte dal 28 giugno alle ore 16.00. In vacanza con i Los Del Río in Andalusia https://ift.tt/3vVibuu Puoi prenotare una vacanza con i Los del Rìo e diventare esperto di Macarena Ci basta ascoltare quel “Dale a tu cuerpo alegría, Macarena”, per essere trasportati direttamente nei mitici anni ’90 e cominciare a muovere il bacino a ritmo delle note di una delle canzoni che ha fatto la storia della cultura pop. Capita anche a voi? Ecco, proprio quella Macarena, la hit più famosa degli anni ’90 che ha tenuto il primo posto nelle classifiche mondiali per settimane, quest’anno compie 25 anni. Per celebrare questa occasione ecco che una nuova e inedita esperienza di viaggio è stata pensata per tutti i nostalgici. In occasione della celebrazione di questo anniversario, la villa di lusso dei Los del Rìo, diventerà Host di Airbnb che accoglierà gli ospiti per due notti per tante esperienze incredibili, prima fra tutte imparare a cantare e ballare alla perfezione la Macarena. Destinazione? Andalusia! In vacanza con i Los Del Río in Andalusia La villa di lusso si trova a Utrera, in provincia di Siviglia. Si tratta di un vero e proprio buen retiro in campagna del duo pop che da sempre la utilizza per trovare ispirazioni musicali e non solo. All’interno dell’alloggio, gli ospiti faranno una full immersion nella cultura del grande successo ballato persino da un presidente degli Stati Uniti. Insieme agli ospiti, infatti, ci saranno anche i Los del Rìo e, grazie all’accesso a una sala karaoke privata e alla presenza di chitarre spagnole, si potrà improvvisare un concerto anni ’90 davvero incredibile. In vacanza con i Los Del Río in Andalusia Ma non è tutto, gli ospiti che prenoteranno la villa, avranno anche una lezione privata virtuale tenuta da uno chef locale per imparare a cucinare alcuni piatti tipici andalusi e un’esclusiva lezione personalizzata di Sevillanas, un tipico ballo andaluso. Le prenotazioni per un soggiorno di due notti, a partire dal 3 agosto 2021, saranno aperte dal 28 giugno alle ore 16:00 a questo link. Per gli ospiti di tutto il mondo che non potranno prenotare il soggiorno, i Los del Rio offriranno un’esclusiva esperienza online in cui cucineranno, balleranno, canteranno e condivideranno le intuizioni dietro le quinte del loro successo degli anni ’90. Le prenotazioni per l’Esperienza Online che si terrà il 3 agosto 2021 e che sarà disponibile in inglese e in spagnolo, saranno aperte dal 28 giugno alle ore 16.00. In vacanza con i Los Del Río in Andalusia Vuoi scoprire tutti i segreti della Macarena? Quest’estate puoi prenotare una vacanza con i Los del Rìo in Andalusia.
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L’Europa riapre e riafferma il diritto alla libera circolazione in vista del periodo estivo e dell’arrivo del Green Pass che entrerà in vigore dal 1° luglio. Come vi abbiamo annunciato, per viaggiare questa estate è obbligatorio presentare un certificato che attesti l’avvenuta vaccinazione anti Covid o l’esito negativo del test, oppure la guarigione dalla malattia. Ciò permetterà di evitare quarantene e test aggiuntivi, ma non in tutte le destinazioni. Questo perché gli Stati dell’Ue hanno competenza esclusiva su salute e confini. Dal primo giugno dieci Paesi, tra cui l’Italia, si sono connessi al gateway Ue e, di questi, sette hanno già iniziato a rilasciare i primi certificati verdi: si tratta di Bulgaria, Repubblica Ceca, Danimarca, Germania, Grecia, Croazia e Polonia. Ad oggi, le regole di ingresso variano da nazione a nazione: vediamo allora quali sono gli obblighi da osservare se state programmando una vacanza in alcune delle principali destinazioni europee. Austria Prima di entrare in Austria bisogna registrarsi. I viaggiatori devono essere in possesso di un certificato di vaccinazione (in inglese o tedesco), valido se: sono passati 22 giorni e non più di 3 mesi dalla prima dose; è stata somministrata la seconda dose e non sono trascorsi più di 9 mesi dalla prima (o dall’unica nel caso del monodose). In alternativa, è necessario il certificato che attesti l’avvenuta guarigione dal Covid-19, fornire un test PCR pre-partenza (entro 72 ore prima dell’arrivo) o un test rapido (entro 48 ore), o effettuare un test entro 24 ore dall’ingresso (i bambini sotto i 10 anni sono esentati). Croazia La Croazia utilizza la mappa a colori del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc), aggiornato ogni 7 giorni. Chi proviene da una zona non classificata come verde (inclusa l’Italia) può entrare senza fare l’isolamento se presenta un certificato di vaccinazione che dimostri che la seconda dose di vaccino Covid19 (o dose singola per Johnson & Johnson) è stata ricevuta più di 14 giorni prima dell’arrivo. In alternativa, deve esibire il certificato di guarigione dal Covid-19 o il risultato negativo di un test molecolare entro 72 ore dall’arrivo o un test rapido entro 48 ore (sono esentati i bambini sotto i 7 anni). In mancanza di un test valido, va eseguito subito all’arrivo in Croazia un tampone a proprie spese, con l’obbligo di quarantena di 10 giorni. Francia Attualmente e fino all’8 giugno, tutti i viaggiatori diretti in Francia sono soggetti all’obbligo di tampone molecolare PCR da effettuare entro 72 ore dalla partenza (l’antigenico non è accettato). Il tampone è obbligatorio anche per i vaccinati, mentre sono esentati i bambini sotto gli 11 anni. Con la nuova normativa in vigore dal 9 giugno, annunciata dal sottosegretario al Turismo, Jean-Baptiste Lemoyne, ci sarà il via libera per tutti i turisti europei in possesso dell’attestazione della vaccinazione completa. Grecia Tutti i viaggiatori devono compilare un modulo di localizzazione passeggeri entro le 23:59 del giorno prima dell’arrivo in Grecia. Non è prevista quarantena obbligatoria di 7 giorni per chi esibisce un certificato di vaccinazione contro il Covid, purché siano trascorsi 14 giorni dalla seconda dose o dalla dose unica. In alternativa, è necessario esibire il risultato negativo di un test molecolare PCR, effettuato entro 72 ore prima dell’ingresso (i bambini sotto i 5 anni sono esentati), o un certificato di guarigione dal Covid negli ultimi 9 mesi rilasciato da un’autorità pubblica o da un laboratorio certificato. Irlanda Tutti i viaggiatori sono soggetti all’obbligo di un test PCR negativo prima della partenza. Il test deve essere effettuato entro 72 ore prima dell’arrivo. L’Italia e’ stata rimossa dall’elenco dei Paesi a rischio, pertanto i viaggiatori italiani non devono sottoporsi alla quarantena alberghiera obbligatoria. Malta Dal 1 giugno, tutti i viaggiatori (di età superiore ai 5 anni) in arrivo a Malta da qualsiasi Paese elencato nelle zone ambra, compresa l’Italia, sarà tenuto a presentare un test PCR negativo eseguito non più di 72 ore antecedenti l’ingresso, nonché un modulo di autocertificazione e un modulo di Localizzazione Passeggeri entrambi compilati. Le persone sprovviste di un test valido saranno sottoposte a tampone e/o quarantena obbligatoria a pagamento. Un certificato di vaccinazione rilasciato in Paesi diversi da Malta sarà accettato solo quando: il passaporto digitale europeo Covid sarà attivo; saranno stati firmati accordi bilaterali per accettare la certificazione di vaccinazione reciproca tra Malta e un altro Paese Svizzera Coloro che provengono dalle regioni ad alto rischio, come identificate dalle Autorità locali, devono presentare un test PCR con esito negativo effettuato non oltre 72 ore prima dell’ingresso nel Paese e sono, comunque, sottoposti ad obbligo di quarantena. Quest’ultima ha durata di 10 giorni, ma può essere terminata a partire dal settimo in caso di test rapido o PCR, effettuato dall’interessato a proprie spese, con esito negativo. Dal 17 maggio sono incluse in tale elenco Basilicata, Campania e Puglia. L’obbligo di effettuare un test PCR scatta anche per tutti coloro che arrivano in Svizzera per via aerea, indipendentemente dalla provenienza, con controllo effettuato all’imbarco sul volo. Vige, inoltre l’obbligo di registrazione dei propri dati di contatto. Spagna Dal 1°luglio, per l’ingresso in Spagna sarà necessario compilare un modulo di controllo sanitario. Tutti i viaggiatori sopra i 6 anni devono esibire un tampone negativo effettuato nelle 72 ore precedenti all’arrivo, grazie al quale non occorrerà la quarantena. Il certificato, presentato in forma digitale o cartaceo, deve essere tradotto in spagnolo, inglese, tedesco o francese o essere accompagnato da una traduzione in spagnolo effettuata da un organismo ufficiale. I visitatori che hanno completato il ciclo di vaccinazione non saranno più obbligati a fornire un test Covid negativo per viaggiare nelle Canarie. Cosa fare al rientro in Italia Il Governo italiano ha prorogato lo stato di emergenza fino al 31 luglio. Si tratta dell’ultima data disponibile per una proroga senza passaggio parlamentare. La proroga diretta da parte del Consiglio dei Ministri è, infatti, possibile fino a un anno di distanza dalla scadenza della prima dichiarazione dello stato d’emergenza. In attesa che siano emanate le linee guida relative al Green Pass, tutte le persone che rientrano in Italia da un Paese dell’Ue, (così come da Regno Unito, Irlanda del Nord, Svizzera, Andorra, Principato di Monaco e Israele) devono compilare il formulario digitale di localizzazione (Passenger Locator Form) in caso di soggiorno o transito nei 14 giorni precedenti. Hanno, inoltre, l’obbligo di presentare un documento che attesti l’esito negativo di un tampone molecolare o antigenico effettuato nelle 48 ore prima dell’arrivo in Italia. Vi ricordiamo che prima di partire è utile controllare le misure adottate dal Paese in cui andrete a soggiornare, perché sono sempre soggette a possibili e repentini cambiamenti. Per restare sempre aggiornati sulle eventuali restrizioni all’ingresso imposte dalle autorità locali, vi consigliamo di consultare il sito della Farnesina ‘Viaggiare Sicuri‘. https://ift.tt/3it6c3D Tutto quello che serve ai turisti italiani per viaggiare in Europa L’Europa riapre e riafferma il diritto alla libera circolazione in vista del periodo estivo e dell’arrivo del Green Pass che entrerà in vigore dal 1° luglio. Come vi abbiamo annunciato, per viaggiare questa estate è obbligatorio presentare un certificato che attesti l’avvenuta vaccinazione anti Covid o l’esito negativo del test, oppure la guarigione dalla malattia. Ciò permetterà di evitare quarantene e test aggiuntivi, ma non in tutte le destinazioni. Questo perché gli Stati dell’Ue hanno competenza esclusiva su salute e confini. Dal primo giugno dieci Paesi, tra cui l’Italia, si sono connessi al gateway Ue e, di questi, sette hanno già iniziato a rilasciare i primi certificati verdi: si tratta di Bulgaria, Repubblica Ceca, Danimarca, Germania, Grecia, Croazia e Polonia. Ad oggi, le regole di ingresso variano da nazione a nazione: vediamo allora quali sono gli obblighi da osservare se state programmando una vacanza in alcune delle principali destinazioni europee. Austria Prima di entrare in Austria bisogna registrarsi. I viaggiatori devono essere in possesso di un certificato di vaccinazione (in inglese o tedesco), valido se: sono passati 22 giorni e non più di 3 mesi dalla prima dose; è stata somministrata la seconda dose e non sono trascorsi più di 9 mesi dalla prima (o dall’unica nel caso del monodose). In alternativa, è necessario il certificato che attesti l’avvenuta guarigione dal Covid-19, fornire un test PCR pre-partenza (entro 72 ore prima dell’arrivo) o un test rapido (entro 48 ore), o effettuare un test entro 24 ore dall’ingresso (i bambini sotto i 10 anni sono esentati). Croazia La Croazia utilizza la mappa a colori del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc), aggiornato ogni 7 giorni. Chi proviene da una zona non classificata come verde (inclusa l’Italia) può entrare senza fare l’isolamento se presenta un certificato di vaccinazione che dimostri che la seconda dose di vaccino Covid19 (o dose singola per Johnson & Johnson) è stata ricevuta più di 14 giorni prima dell’arrivo. In alternativa, deve esibire il certificato di guarigione dal Covid-19 o il risultato negativo di un test molecolare entro 72 ore dall’arrivo o un test rapido entro 48 ore (sono esentati i bambini sotto i 7 anni). In mancanza di un test valido, va eseguito subito all’arrivo in Croazia un tampone a proprie spese, con l’obbligo di quarantena di 10 giorni. Francia Attualmente e fino all’8 giugno, tutti i viaggiatori diretti in Francia sono soggetti all’obbligo di tampone molecolare PCR da effettuare entro 72 ore dalla partenza (l’antigenico non è accettato). Il tampone è obbligatorio anche per i vaccinati, mentre sono esentati i bambini sotto gli 11 anni. Con la nuova normativa in vigore dal 9 giugno, annunciata dal sottosegretario al Turismo, Jean-Baptiste Lemoyne, ci sarà il via libera per tutti i turisti europei in possesso dell’attestazione della vaccinazione completa. Grecia Tutti i viaggiatori devono compilare un modulo di localizzazione passeggeri entro le 23:59 del giorno prima dell’arrivo in Grecia. Non è prevista quarantena obbligatoria di 7 giorni per chi esibisce un certificato di vaccinazione contro il Covid, purché siano trascorsi 14 giorni dalla seconda dose o dalla dose unica. In alternativa, è necessario esibire il risultato negativo di un test molecolare PCR, effettuato entro 72 ore prima dell’ingresso (i bambini sotto i 5 anni sono esentati), o un certificato di guarigione dal Covid negli ultimi 9 mesi rilasciato da un’autorità pubblica o da un laboratorio certificato. Irlanda Tutti i viaggiatori sono soggetti all’obbligo di un test PCR negativo prima della partenza. Il test deve essere effettuato entro 72 ore prima dell’arrivo. L’Italia e’ stata rimossa dall’elenco dei Paesi a rischio, pertanto i viaggiatori italiani non devono sottoporsi alla quarantena alberghiera obbligatoria. Malta Dal 1 giugno, tutti i viaggiatori (di età superiore ai 5 anni) in arrivo a Malta da qualsiasi Paese elencato nelle zone ambra, compresa l’Italia, sarà tenuto a presentare un test PCR negativo eseguito non più di 72 ore antecedenti l’ingresso, nonché un modulo di autocertificazione e un modulo di Localizzazione Passeggeri entrambi compilati. Le persone sprovviste di un test valido saranno sottoposte a tampone e/o quarantena obbligatoria a pagamento. Un certificato di vaccinazione rilasciato in Paesi diversi da Malta sarà accettato solo quando: il passaporto digitale europeo Covid sarà attivo; saranno stati firmati accordi bilaterali per accettare la certificazione di vaccinazione reciproca tra Malta e un altro Paese Svizzera Coloro che provengono dalle regioni ad alto rischio, come identificate dalle Autorità locali, devono presentare un test PCR con esito negativo effettuato non oltre 72 ore prima dell’ingresso nel Paese e sono, comunque, sottoposti ad obbligo di quarantena. Quest’ultima ha durata di 10 giorni, ma può essere terminata a partire dal settimo in caso di test rapido o PCR, effettuato dall’interessato a proprie spese, con esito negativo. Dal 17 maggio sono incluse in tale elenco Basilicata, Campania e Puglia. L’obbligo di effettuare un test PCR scatta anche per tutti coloro che arrivano in Svizzera per via aerea, indipendentemente dalla provenienza, con controllo effettuato all’imbarco sul volo. Vige, inoltre l’obbligo di registrazione dei propri dati di contatto. Spagna Dal 1°luglio, per l’ingresso in Spagna sarà necessario compilare un modulo di controllo sanitario. Tutti i viaggiatori sopra i 6 anni devono esibire un tampone negativo effettuato nelle 72 ore precedenti all’arrivo, grazie al quale non occorrerà la quarantena. Il certificato, presentato in forma digitale o cartaceo, deve essere tradotto in spagnolo, inglese, tedesco o francese o essere accompagnato da una traduzione in spagnolo effettuata da un organismo ufficiale. I visitatori che hanno completato il ciclo di vaccinazione non saranno più obbligati a fornire un test Covid negativo per viaggiare nelle Canarie. Cosa fare al rientro in Italia Il Governo italiano ha prorogato lo stato di emergenza fino al 31 luglio. Si tratta dell’ultima data disponibile per una proroga senza passaggio parlamentare. La proroga diretta da parte del Consiglio dei Ministri è, infatti, possibile fino a un anno di distanza dalla scadenza della prima dichiarazione dello stato d’emergenza. In attesa che siano emanate le linee guida relative al Green Pass, tutte le persone che rientrano in Italia da un Paese dell’Ue, (così come da Regno Unito, Irlanda del Nord, Svizzera, Andorra, Principato di Monaco e Israele) devono compilare il formulario digitale di localizzazione (Passenger Locator Form) in caso di soggiorno o transito nei 14 giorni precedenti. Hanno, inoltre, l’obbligo di presentare un documento che attesti l’esito negativo di un tampone molecolare o antigenico effettuato nelle 48 ore prima dell’arrivo in Italia. Vi ricordiamo che prima di partire è utile controllare le misure adottate dal Paese in cui andrete a soggiornare, perché sono sempre soggette a possibili e repentini cambiamenti. Per restare sempre aggiornati sulle eventuali restrizioni all’ingresso imposte dalle autorità locali, vi consigliamo di consultare il sito della Farnesina ‘Viaggiare Sicuri‘. Quali sono le regole da osservare se avete programmato un soggiorno in una di queste destinazioni, prima dell’entrata in vigore del Green Pass.
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Prima tappa del viaggio in Italia di Bono, voce degli U2, Porto Venere. Seconda tappa: l’isola di palmaria. Poi, Elba. La voce della band irlandese è da sempre innamorato dell’Italia ed è in vacanza nel Mediterraneo a bordo dello yacht di proprietà dell’amico David Howell Evans, in arte “The Edge”, vocalist degli U2. Bono si è presentato al porticciolo di Porto Venere con il 42 metri ‘Cyan’ dell’amico e ha cenato a Palmaria alla Locanda Lorena, un noto ristorante spesso frequentato da vip (nazionali e internazionali) insieme alla moglie e altri tre amici. Terminata la cena a base di pesce, il frontman ha firmato con un “Grazie” un tovagliolo ed è tornato sul mega yacht. Non sembra essersi fermato molto sull’isola. Peccato, eppure Palmaria merita di essere vistata. Molto selvaggia, con una costa prevalentemente alta e rocciosa, ha poche spiagge facilmente accessibili quindi è il luogo ideale dove trovare la privacy che un vip come Bono merita. Speriamo che, prima di aver lasciato l’isola, abbia fatto un giro sul lato occidentale, dove si possono ammirare splendide falesie e alcune grotte naturali, tra cui, quelle più famose, come la Grotta Azzurra e la Grotta dei Piccioni. La tappa successiva è all’Isola d’Elba, dove è arrivato proprio al termine del Ponte del 2 giugno, quando l’isola è stata letteralmente presa d’assalto dai turisti italiani. Questa destinazione è da sempre una meta di successo. Piace per il mare e le spiagge, ce ne sono all’incirca 200 e, in tempi di distanziamento, è perfetta per trovare calette poco affollate. Piace anche per il suo entroterra, attraversato da centiana di sentieri segnati, frequetnati dai camminatori esperti ma anche dalle famigliole in cerca di un po’ di aria buona. Chi decide di andare all’Elba, quest’anno avrà un motivo in più: si celebra infatti il Bicentenario di Napoleone. Nei dieci mesi di esilio trascorsi nella capitale dell’Arcipelago Toscano, l’ospite più illustre dell’Isola d’Elba lasciò un segno indelebile. Dallo scorso 5 maggio (data della morte di Napoleone), è partito un calendario di eventi dedicati al ricordo dell’Imperatore, realizzato in collaborazione con associazioni europee e territoriali. Il tour di Bono non finisce qui. Lo yacht prenderà presto il largo e si dirigerà verso il Sud Italia. Una tappa intermedia potrebbe essere prevista a Civitavecchia, proprio in occasione del calcio d’inizio degli Europei 2021 che si svolgerà l’11 giugno allo Stadio Olimpico di Roma con la partita Turchia-Italia. E questo perché proprio gli U2 insieme al DJ olandese Martin Garrix hanno registrato l’inno ufficiale, “We Are The People”. L’isola di Palmaria in Liguria https://ift.tt/3x3YpgE Bono Vox innamorato dell’Italia, le tappe della vacanza mediterranea Prima tappa del viaggio in Italia di Bono, voce degli U2, Porto Venere. Seconda tappa: l’isola di palmaria. Poi, Elba. La voce della band irlandese è da sempre innamorato dell’Italia ed è in vacanza nel Mediterraneo a bordo dello yacht di proprietà dell’amico David Howell Evans, in arte “The Edge”, vocalist degli U2. Bono si è presentato al porticciolo di Porto Venere con il 42 metri ‘Cyan’ dell’amico e ha cenato a Palmaria alla Locanda Lorena, un noto ristorante spesso frequentato da vip (nazionali e internazionali) insieme alla moglie e altri tre amici. Terminata la cena a base di pesce, il frontman ha firmato con un “Grazie” un tovagliolo ed è tornato sul mega yacht. Non sembra essersi fermato molto sull’isola. Peccato, eppure Palmaria merita di essere vistata. Molto selvaggia, con una costa prevalentemente alta e rocciosa, ha poche spiagge facilmente accessibili quindi è il luogo ideale dove trovare la privacy che un vip come Bono merita. Speriamo che, prima di aver lasciato l’isola, abbia fatto un giro sul lato occidentale, dove si possono ammirare splendide falesie e alcune grotte naturali, tra cui, quelle più famose, come la Grotta Azzurra e la Grotta dei Piccioni. La tappa successiva è all’Isola d’Elba, dove è arrivato proprio al termine del Ponte del 2 giugno, quando l’isola è stata letteralmente presa d’assalto dai turisti italiani. Questa destinazione è da sempre una meta di successo. Piace per il mare e le spiagge, ce ne sono all’incirca 200 e, in tempi di distanziamento, è perfetta per trovare calette poco affollate. Piace anche per il suo entroterra, attraversato da centiana di sentieri segnati, frequetnati dai camminatori esperti ma anche dalle famigliole in cerca di un po’ di aria buona. Chi decide di andare all’Elba, quest’anno avrà un motivo in più: si celebra infatti il Bicentenario di Napoleone. Nei dieci mesi di esilio trascorsi nella capitale dell’Arcipelago Toscano, l’ospite più illustre dell’Isola d’Elba lasciò un segno indelebile. Dallo scorso 5 maggio (data della morte di Napoleone), è partito un calendario di eventi dedicati al ricordo dell’Imperatore, realizzato in collaborazione con associazioni europee e territoriali. Il tour di Bono non finisce qui. Lo yacht prenderà presto il largo e si dirigerà verso il Sud Italia. Una tappa intermedia potrebbe essere prevista a Civitavecchia, proprio in occasione del calcio d’inizio degli Europei 2021 che si svolgerà l’11 giugno allo Stadio Olimpico di Roma con la partita Turchia-Italia. E questo perché proprio gli U2 insieme al DJ olandese Martin Garrix hanno registrato l’inno ufficiale, “We Are The People”. L’isola di Palmaria in Liguria Il frontman della band irlandese è da sempre innamorato dell’Italia ed è in vacanza nel Mediterraneo a bordo di un super yacht. Ecco le tappe.
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Come utilizzeremo in futuro la tecnologia? Il sogno di molti è quello di realizzare strumenti sempre più sofisticati in grado di annullare tutti i confini e ogni distanza tra persone, popolazioni, culture e Paesi nel mondo. Un miraggio ancora lontano, per alcuni, una realtà di fatto per altri. Sì perché Vilnius e Lublino lo hanno fatto: hanno creato un ponte virtuale in grado di mettere in connessione gli abitanti delle due città, nonostante i 600 km che separano la capitale lituana dalla città polacca. Il risultato è fantascientifico. Non è un caso che il ponte digitale sia stato ribattezzato Stargate, del resto basta guardare le immagini diffuse per vedere quel chiaro riferimento, nelle forme e nell’aspetto, all’indimenticabile film di fantascienza degli anni ’90. Il portale di Vilnius e Lublino, però, è più reale che mai, ed è avveniristico. Il portale che collega Vilnius e Lublino Anche la forma circolare non è stata creata per caso: il portale evoca infatti la ruota del tempo e rimanda, inevitabilmente, all’immaginario fantascientifico. Non si potrà attraversarlo letteralmente per recarsi fisicamente nell’altra città – forse per quello dovremmo attendere ancora un po’ – ma il design ricorda proprio un attraversamento futuristico che connette due mondi. L’idea è molto originale, sicuramente unica al mondo. L’obiettivo di questo Stargate è quello di permettere ai cittadini di Vilnius di avere una finestra sempre aperta su Lublino, la città della Polonia orientale. Un modo sicuramente inedito per viaggiare, anche senza muoversi dalla propria città, ma soprattutto per comunicare e interagire con persone che sono a chilometri di distanza. Con questo portale tutte le distanze vengono annullate. Il portale che collega Vilnius e Lublino I portali sono dotati di schermi e telecamere che trasmettono in diritta le immagini delle due città e delle attività degli abitanti. Con questo Stargate i creatori hanno voluto incoraggiare le persone a ripensare al concetto di distanza per annullare e superare i confini. A promuovere l’iniziativa sono stati Go Vilnius, l’ente per il turismo della capitale Lituana, insieme alla Fondazione Benediktas Gylys, la città di Lublino e il Crossroads Center for Intercultural Creative Initiatives. A mettere la firma sul progetto, invece, sono stati gli ingegneri del Creativity and Innovation Center presso la Vilnius Gediminas Technical University (Vilnius Tech). Il portale che collega Vilnius e Lublino https://ift.tt/34Vf7Tm Vilnius-Lublino: lo Stargate che connette le città e le persone Come utilizzeremo in futuro la tecnologia? Il sogno di molti è quello di realizzare strumenti sempre più sofisticati in grado di annullare tutti i confini e ogni distanza tra persone, popolazioni, culture e Paesi nel mondo. Un miraggio ancora lontano, per alcuni, una realtà di fatto per altri. Sì perché Vilnius e Lublino lo hanno fatto: hanno creato un ponte virtuale in grado di mettere in connessione gli abitanti delle due città, nonostante i 600 km che separano la capitale lituana dalla città polacca. Il risultato è fantascientifico. Non è un caso che il ponte digitale sia stato ribattezzato Stargate, del resto basta guardare le immagini diffuse per vedere quel chiaro riferimento, nelle forme e nell’aspetto, all’indimenticabile film di fantascienza degli anni ’90. Il portale di Vilnius e Lublino, però, è più reale che mai, ed è avveniristico. Il portale che collega Vilnius e Lublino Anche la forma circolare non è stata creata per caso: il portale evoca infatti la ruota del tempo e rimanda, inevitabilmente, all’immaginario fantascientifico. Non si potrà attraversarlo letteralmente per recarsi fisicamente nell’altra città – forse per quello dovremmo attendere ancora un po’ – ma il design ricorda proprio un attraversamento futuristico che connette due mondi. L’idea è molto originale, sicuramente unica al mondo. L’obiettivo di questo Stargate è quello di permettere ai cittadini di Vilnius di avere una finestra sempre aperta su Lublino, la città della Polonia orientale. Un modo sicuramente inedito per viaggiare, anche senza muoversi dalla propria città, ma soprattutto per comunicare e interagire con persone che sono a chilometri di distanza. Con questo portale tutte le distanze vengono annullate. Il portale che collega Vilnius e Lublino I portali sono dotati di schermi e telecamere che trasmettono in diritta le immagini delle due città e delle attività degli abitanti. Con questo Stargate i creatori hanno voluto incoraggiare le persone a ripensare al concetto di distanza per annullare e superare i confini. A promuovere l’iniziativa sono stati Go Vilnius, l’ente per il turismo della capitale Lituana, insieme alla Fondazione Benediktas Gylys, la città di Lublino e il Crossroads Center for Intercultural Creative Initiatives. A mettere la firma sul progetto, invece, sono stati gli ingegneri del Creativity and Innovation Center presso la Vilnius Gediminas Technical University (Vilnius Tech). Il portale che collega Vilnius e Lublino Vilnius e Lublino sono ora collegate da uno Stargate: un ponte digitale che mette in connessione le due città e i loro abitanti.
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Riparte il turismo in Thailandia e pioniera è l’isola di Phuket, nota come la “perla delle Andamane”, principale destinazione balneare a circa 860 chilometri a sud di Bangkok. Dal primo luglio, infatti, l’isola di sabbia bianca e acque turchesi è pronta a riaccogliere senza quarantena i turisti internazionali vaccinati e darà il via all’iniziativa “One night, one dollar“, campagna pensata dal Governo per il rilancio del turismo messo a dura prova dalla pandemia. La promozione prevede una notte a un dollaro ed è un progetto governativo che permette ai turisti stranieri di pernottare a Phuket pagando un dollaro per notte invece delle tariffe standard delle strutture ricettive che, di norma, vanno dai 32 ai 96 dollari a camera. Per coprire le spese dell’iniziativa, il Governo auspica di poter ospitare grazie alla promozione mezzo milione di turisti, facendo leva sulla quantità. La super offerta non è ancora prenotabile ma i tempi di uscita ufficiale non dovrebbero essere lunghi. Nel frattempo, si parla di ben 70mila notti a disposizione. Sono innumerevoli le attività che i visitatori possono svolgere a Phuket: sport acquatici, trekking, golf, trattamenti nei centri benessere e l’immancabile relax sulle spiagge da sogno. La principale località turistica e centro della vita notturna è Patong, con la famosa Bangla Road, via pedonale dove godersi la nightlife. Tra le incantevoli spiagge impossibile non citare Mai Khao, la spiaggia più lunga, Nai Yang, abbracciata dai pini, e Rawai, dall’atmosfera esotica circondata dalle palme. Per il momento restano ancora in vigore per l’ingresso in Thailandia le disposizioni che richiedono tampone negativo effettuato al massimo 72 ore prima della partenza, la prenotazione in una struttura alberghiera di Alternative State Quarantine (voce che sarà esclusa per i vaccinati non appena verrà attivata l’offerta per Phuket dal primo luglio), il Certificate of Entry rilasciato su richiesta dall’Ambasciata di Thailandia e, infine, un’assicurazione sanitaria a copertura delle spese per il trattamento Covid-19 con massimale non inferiore ai 100mila euro. Se la promozione “One night, one dollar” darà risultati positivi a Phuket, il governo e gli operatori del turismo potrebbero cercare di implementare la stessa strategia in altre aree turistiche popolari, come Bangkok, Pattaya e Koh Samui. https://ift.tt/2RqDS6G Thailandia: ora la notte in albergo costa solo 1 dollaro Riparte il turismo in Thailandia e pioniera è l’isola di Phuket, nota come la “perla delle Andamane”, principale destinazione balneare a circa 860 chilometri a sud di Bangkok. Dal primo luglio, infatti, l’isola di sabbia bianca e acque turchesi è pronta a riaccogliere senza quarantena i turisti internazionali vaccinati e darà il via all’iniziativa “One night, one dollar“, campagna pensata dal Governo per il rilancio del turismo messo a dura prova dalla pandemia. La promozione prevede una notte a un dollaro ed è un progetto governativo che permette ai turisti stranieri di pernottare a Phuket pagando un dollaro per notte invece delle tariffe standard delle strutture ricettive che, di norma, vanno dai 32 ai 96 dollari a camera. Per coprire le spese dell’iniziativa, il Governo auspica di poter ospitare grazie alla promozione mezzo milione di turisti, facendo leva sulla quantità. La super offerta non è ancora prenotabile ma i tempi di uscita ufficiale non dovrebbero essere lunghi. Nel frattempo, si parla di ben 70mila notti a disposizione. Sono innumerevoli le attività che i visitatori possono svolgere a Phuket: sport acquatici, trekking, golf, trattamenti nei centri benessere e l’immancabile relax sulle spiagge da sogno. La principale località turistica e centro della vita notturna è Patong, con la famosa Bangla Road, via pedonale dove godersi la nightlife. Tra le incantevoli spiagge impossibile non citare Mai Khao, la spiaggia più lunga, Nai Yang, abbracciata dai pini, e Rawai, dall’atmosfera esotica circondata dalle palme. Per il momento restano ancora in vigore per l’ingresso in Thailandia le disposizioni che richiedono tampone negativo effettuato al massimo 72 ore prima della partenza, la prenotazione in una struttura alberghiera di Alternative State Quarantine (voce che sarà esclusa per i vaccinati non appena verrà attivata l’offerta per Phuket dal primo luglio), il Certificate of Entry rilasciato su richiesta dall’Ambasciata di Thailandia e, infine, un’assicurazione sanitaria a copertura delle spese per il trattamento Covid-19 con massimale non inferiore ai 100mila euro. Se la promozione “One night, one dollar” darà risultati positivi a Phuket, il governo e gli operatori del turismo potrebbero cercare di implementare la stessa strategia in altre aree turistiche popolari, come Bangkok, Pattaya e Koh Samui. Riparte il turismo in Thailandia e pioniera è l’isola di Phuket che darà il via all’iniziativa “One night, one dollar”, una notte a un dollaro.
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freedomtripitaly · 3 years
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Chiudete gli occhi e immaginate i colori e le forme sinuose delle opere di Gaudì, aggiungete il surrealismo di Dalì e quel pizzico di magia che contraddistingue gli edifici scenografici che fanno da sfondo alle pellicole della Walt Disney. Ora mettete tutto insieme a aprite gli occhi: benvenuti alla Crazy House di Da Lat. Realizzata dall’artista e architetta visionaria Dang Viet Nga, la casa pazza è un tripudio di fantasia e creatività, un’opera che nell’insieme è unica al mondo. Questo edificio, situato a Da Lat, in Vietnam, fonde in maniera straordinaria tutti i richiami agli esseri viventi che esistono in natura, dando vita a una visione d’insieme che stordisce vorticosamente. Le superfici scultoree e ondulate proseguono anche negli interni ispirati alla fauna e alla flora locale. Tutto è pensato nei minimi dettagli, restituendo ai viaggiatori la sensazione di vivere un’esperienza ai limiti dello psichedelico. La casa pazza di Hằng Nga Quella di Da Lat è una struttura che fa sognare e che attira numerosi viaggiatori sin dal 1990. Ma come è nata l’idea di realizzare la Casa pazza di Hằng Nga? Tutto è nato da un colpo di fulmine di Dang Viet Nga nei confronti di questo luogo: è qui che l’architetta ha deciso che avrebbe messo in campo tutta la sua creatività per realizzare un luogo che omaggiasse la natura del Vietnam e del mondo intero. Il suo lavoro, però, è stato ostacolato per anni dalle autorità locali che temevano che un’aspetto così bizzarro e la mancanza di un’integrità strutturale potessero non apportare valore aggiunto alla città. E invece è successo tutt’altro: Dang Viet Ng è riuscita a convincere il governo nazionale di Hanoi ad approvare il suo lavoro e, dopo l’inaugurazione, l’edificio ha ottenuto numerosi riconoscimenti per la sua architettura unica. Oggi rientra tra i dieci edifici più bizzarri al mondo. La casa pazza di Hằng Nga, interni Il complesso monumentale è contraddistinto da una casa sopraelevata, che ne è il nucleo centrale, e che per forme e stile ricorda quella della casa Hansel e Gretel. Da questa si snodano cortili, case sugli alberi e strutture che si ispirano alle forme della natura. Le stesse ispirazioni si trovano negli interni pregni di richiami vegetali e animali con elementi favolistici che fanno sognare. Quella di Da Lat è una casa vivente, in continua evoluzione. L’obiettivo dell’architetta, infatti, è far sì che quella metamorfosi in divenire non si fermi mai attraverso la costruzione di nuovi elementi. Il prossimo obiettivo? Aggiungere due giardini e nuove strutture. https://ift.tt/3z3Q0LZ Così strana non l’avete vista mai: la casa pazza di Hằng Nga Chiudete gli occhi e immaginate i colori e le forme sinuose delle opere di Gaudì, aggiungete il surrealismo di Dalì e quel pizzico di magia che contraddistingue gli edifici scenografici che fanno da sfondo alle pellicole della Walt Disney. Ora mettete tutto insieme a aprite gli occhi: benvenuti alla Crazy House di Da Lat. Realizzata dall’artista e architetta visionaria Dang Viet Nga, la casa pazza è un tripudio di fantasia e creatività, un’opera che nell’insieme è unica al mondo. Questo edificio, situato a Da Lat, in Vietnam, fonde in maniera straordinaria tutti i richiami agli esseri viventi che esistono in natura, dando vita a una visione d’insieme che stordisce vorticosamente. Le superfici scultoree e ondulate proseguono anche negli interni ispirati alla fauna e alla flora locale. Tutto è pensato nei minimi dettagli, restituendo ai viaggiatori la sensazione di vivere un’esperienza ai limiti dello psichedelico. La casa pazza di Hằng Nga Quella di Da Lat è una struttura che fa sognare e che attira numerosi viaggiatori sin dal 1990. Ma come è nata l’idea di realizzare la Casa pazza di Hằng Nga? Tutto è nato da un colpo di fulmine di Dang Viet Nga nei confronti di questo luogo: è qui che l’architetta ha deciso che avrebbe messo in campo tutta la sua creatività per realizzare un luogo che omaggiasse la natura del Vietnam e del mondo intero. Il suo lavoro, però, è stato ostacolato per anni dalle autorità locali che temevano che un’aspetto così bizzarro e la mancanza di un’integrità strutturale potessero non apportare valore aggiunto alla città. E invece è successo tutt’altro: Dang Viet Ng è riuscita a convincere il governo nazionale di Hanoi ad approvare il suo lavoro e, dopo l’inaugurazione, l’edificio ha ottenuto numerosi riconoscimenti per la sua architettura unica. Oggi rientra tra i dieci edifici più bizzarri al mondo. La casa pazza di Hằng Nga, interni Il complesso monumentale è contraddistinto da una casa sopraelevata, che ne è il nucleo centrale, e che per forme e stile ricorda quella della casa Hansel e Gretel. Da questa si snodano cortili, case sugli alberi e strutture che si ispirano alle forme della natura. Le stesse ispirazioni si trovano negli interni pregni di richiami vegetali e animali con elementi favolistici che fanno sognare. Quella di Da Lat è una casa vivente, in continua evoluzione. L’obiettivo dell’architetta, infatti, è far sì che quella metamorfosi in divenire non si fermi mai attraverso la costruzione di nuovi elementi. Il prossimo obiettivo? Aggiungere due giardini e nuove strutture. È la struttura più folle del mondo al punto tale che una visita al suo interno è paragonabile a un’esperienza psichedelica. Benvenuti nella Casa Pazza di Hằng Nga.
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freedomtripitaly · 3 years
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C’era una volta, una popolazione di guerrieri forti e valorosi, che scelsero come casa l’Appennino molisano. La storia li descrive come degli strateghi, avversari della repubblica romana che però furono sconfitti e annientati definitivamente da Silla. Le tracce della presenza di questo fiero popolo antico in Molise, sono oggi un vero e proprio tesoro da riscoprire, legato in maniera indissolubile alle valli appenniniche e al territorio montano. I Sanniti sono stati i primi abitanti del Molise ed erano divisi in cinque tribù, rispettivamente Caraceni, Irpini, Caudini, Pentri e Frentani. La loro quotidianità era dedita alla pastorizia, per questo si stabiliranno nelle valli dell’Appenino molisano. Il territorio era stato da loro organizzato in vici, piccoli villaggi, che si estendevano soprattutto a Isernia, Trivento, Sepino, Larino, capoluogo dei Frentani, e Boiano, capoluogo dei Pentri. Pietrabbondante Il centro del culto, però, era Pietrabbondante che oggi rappresenta l’area archeologica sannita più importante della storia di questo popolo. Altri centri religiosi sono stati ritrovati a Campochiaro, in località Civitella, a San Giovanni in Galdo, a Vastogirardi e Carovilli. Le divinità ai quali i Sanniti si affidavano erano diverse, tra queste c’era sicuramente Ercole, al quale è stato dedicato un santuario a Boiano. Questa figura mitologica, inoltre, appare in diverse statuette di bronzo che risalgono proprio all’epoca sannita. Come anticipato, il borgo molisano di Pietraabbondante è sicuramente il luogo che conserva le tracce più importante dell’insediamento di questa popolazione. Nella piazza principale del grazioso paesino arroccato sulle morge, è possibile ammirare la statua dedicata al Guerriero Sannita, simbolo di tutto il Molise. Qui è possibile salire in cima del Santuario Italico dei Sanniti Pentri, la testimonianza architettonica più importante del culto di questa popolazione. L’area archeologica si trova in una posizione fortemente scenografica a circa mille metri di altitudine, con una vista mozzafiato su tutta la Valle del Trigno e sui paesi arroccati. Area archeologica di Pietrabbondante A Vastogirardi, Isernia, è possibile avventurarsi in una piccola area archeologica nella località di Sant’Angelo per osservare i resti di un tempio sannita del II secolo. Secondo fonti storiche, l’area sacra era frequentata soprattutto dai pastori. Per completare il viaggio alla scoperta dei Sanniti, il consiglio è quello di recarsi ad Agnone, anche se i resti della popolazione non sono visibili, la storia ci racconta che la città è sorta sulle rovine dell’antica Aquilonia distrutta dai romani. In questa zona sono stati recuperati diversi reperti archeologici, tra cui anche la Tabula Osca, una tavoletta di bronzo con spessore di circa 4 mm che contiene informazioni preziose sui culti e le divinità di questa popolazione e che oggi è conservata presso il British Museum di Londra. Tabula Osca https://ift.tt/3ckvNaW Il Molise dei Sanniti che nessuno conosce C’era una volta, una popolazione di guerrieri forti e valorosi, che scelsero come casa l’Appennino molisano. La storia li descrive come degli strateghi, avversari della repubblica romana che però furono sconfitti e annientati definitivamente da Silla. Le tracce della presenza di questo fiero popolo antico in Molise, sono oggi un vero e proprio tesoro da riscoprire, legato in maniera indissolubile alle valli appenniniche e al territorio montano. I Sanniti sono stati i primi abitanti del Molise ed erano divisi in cinque tribù, rispettivamente Caraceni, Irpini, Caudini, Pentri e Frentani. La loro quotidianità era dedita alla pastorizia, per questo si stabiliranno nelle valli dell’Appenino molisano. Il territorio era stato da loro organizzato in vici, piccoli villaggi, che si estendevano soprattutto a Isernia, Trivento, Sepino, Larino, capoluogo dei Frentani, e Boiano, capoluogo dei Pentri. Pietrabbondante Il centro del culto, però, era Pietrabbondante che oggi rappresenta l’area archeologica sannita più importante della storia di questo popolo. Altri centri religiosi sono stati ritrovati a Campochiaro, in località Civitella, a San Giovanni in Galdo, a Vastogirardi e Carovilli. Le divinità ai quali i Sanniti si affidavano erano diverse, tra queste c’era sicuramente Ercole, al quale è stato dedicato un santuario a Boiano. Questa figura mitologica, inoltre, appare in diverse statuette di bronzo che risalgono proprio all’epoca sannita. Come anticipato, il borgo molisano di Pietraabbondante è sicuramente il luogo che conserva le tracce più importante dell’insediamento di questa popolazione. Nella piazza principale del grazioso paesino arroccato sulle morge, è possibile ammirare la statua dedicata al Guerriero Sannita, simbolo di tutto il Molise. Qui è possibile salire in cima del Santuario Italico dei Sanniti Pentri, la testimonianza architettonica più importante del culto di questa popolazione. L’area archeologica si trova in una posizione fortemente scenografica a circa mille metri di altitudine, con una vista mozzafiato su tutta la Valle del Trigno e sui paesi arroccati. Area archeologica di Pietrabbondante A Vastogirardi, Isernia, è possibile avventurarsi in una piccola area archeologica nella località di Sant’Angelo per osservare i resti di un tempio sannita del II secolo. Secondo fonti storiche, l’area sacra era frequentata soprattutto dai pastori. Per completare il viaggio alla scoperta dei Sanniti, il consiglio è quello di recarsi ad Agnone, anche se i resti della popolazione non sono visibili, la storia ci racconta che la città è sorta sulle rovine dell’antica Aquilonia distrutta dai romani. In questa zona sono stati recuperati diversi reperti archeologici, tra cui anche la Tabula Osca, una tavoletta di bronzo con spessore di circa 4 mm che contiene informazioni preziose sui culti e le divinità di questa popolazione e che oggi è conservata presso il British Museum di Londra. Tabula Osca L’Appennino molisano conserva una storia incredibile tutta da scoprire, quella dei valoroso popolo dei Sanniti.
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freedomtripitaly · 3 years
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Dopo la Tunisia, anche le Canarie hanno annunciato di aver allentato le restrizioni per i turisti vaccinati. Stando a quanto dichiarato alla BBC da Cristina del Rio Fresen, leader del progetto Global Tourism Safety Lab che mira a garantire la sicurezza sanitaria di turisti e residenti, i visitatori che hanno completato il ciclo di vaccinazione non saranno più obbligati a fornire un test Covid negativo al loro ingresso in una delle isole di questo splendido arcipelago situato nell’Oceano Atlantico. In quel caso, sarà infatti necessario esibire esclusivamente il certificato vaccinale. I passeggeri che, invece, hanno effettuato solo una dose, non dovranno esibire il risultato negativo del tampone a condizione che abbiano ricevuto la prima dose almeno 15 giorni prima dell’arrivo alle Canarie, nei quattro mesi precedenti il viaggio. Infine, non dovranno presentare alcun test i passeggeri in grado di dimostrare mediante un certificato medico ufficiale o un documento pubblico che sono guariti dal Covid-19 meno di 6 mesi prima del viaggio. Per coloro che non rispondono a questi requisiti, vige l’obbligo di presentare un test molecolare PCR negativo effettuato nelle 72 ore antecedenti l’ingresso, per via aerea o marittima, mentre non sono ammessi i test rapidi. Prima del viaggio in una delle destinazioni delle Isole Canarie, bisogna inoltre compilare e firmare elettronicamente il modulo di controllo sanitario (FCS). Intanto, l’associazione delle compagnie aeree (ALA) ha confermato che le aziende che operano nell’arcipelago spagnolo hanno programmato 260 collegamenti per l’imminente stagione estiva, in particolare con gli aeroporti di Gran Canaria, Tenerife sud, Lanzarote e Fuerteventura. Proprio alle Canarie, ricordiamo, sono atterrati i primi voli Covid-tested. E qui, nei mesi scorsi, è stato lanciato il nuovo programma “Canarias Destino”, che punta sui servizi digitali per offrire ai visitatori esperienze di viaggio autentiche e sostenibili. A sottolineare, ancora una volta, come le ambite isole vulcaniche, ora paradiso anche dei nomadi digitali, si stiano sforzando al massimo per garantire ai visitatori un soggiorno sereno, nel rispetto delle condizioni di sicurezza, igiene e qualità. L’arcipelago spagnolo al largo delle coste africane è da sempre una rinomata località turistica per chi ama il mare e il divertimento, ma ha tanto da offrire anche a chi preferisce i viaggi tranquilli e solitari ed è alla ricerca di mete uniche dove assaporare il contatto con la natura selvaggia. https://ift.tt/3fSv17p Viaggio alle Canarie, allentate le misure di ingresso Dopo la Tunisia, anche le Canarie hanno annunciato di aver allentato le restrizioni per i turisti vaccinati. Stando a quanto dichiarato alla BBC da Cristina del Rio Fresen, leader del progetto Global Tourism Safety Lab che mira a garantire la sicurezza sanitaria di turisti e residenti, i visitatori che hanno completato il ciclo di vaccinazione non saranno più obbligati a fornire un test Covid negativo al loro ingresso in una delle isole di questo splendido arcipelago situato nell’Oceano Atlantico. In quel caso, sarà infatti necessario esibire esclusivamente il certificato vaccinale. I passeggeri che, invece, hanno effettuato solo una dose, non dovranno esibire il risultato negativo del tampone a condizione che abbiano ricevuto la prima dose almeno 15 giorni prima dell’arrivo alle Canarie, nei quattro mesi precedenti il viaggio. Infine, non dovranno presentare alcun test i passeggeri in grado di dimostrare mediante un certificato medico ufficiale o un documento pubblico che sono guariti dal Covid-19 meno di 6 mesi prima del viaggio. Per coloro che non rispondono a questi requisiti, vige l’obbligo di presentare un test molecolare PCR negativo effettuato nelle 72 ore antecedenti l’ingresso, per via aerea o marittima, mentre non sono ammessi i test rapidi. Prima del viaggio in una delle destinazioni delle Isole Canarie, bisogna inoltre compilare e firmare elettronicamente il modulo di controllo sanitario (FCS). Intanto, l’associazione delle compagnie aeree (ALA) ha confermato che le aziende che operano nell’arcipelago spagnolo hanno programmato 260 collegamenti per l’imminente stagione estiva, in particolare con gli aeroporti di Gran Canaria, Tenerife sud, Lanzarote e Fuerteventura. Proprio alle Canarie, ricordiamo, sono atterrati i primi voli Covid-tested. E qui, nei mesi scorsi, è stato lanciato il nuovo programma “Canarias Destino”, che punta sui servizi digitali per offrire ai visitatori esperienze di viaggio autentiche e sostenibili. A sottolineare, ancora una volta, come le ambite isole vulcaniche, ora paradiso anche dei nomadi digitali, si stiano sforzando al massimo per garantire ai visitatori un soggiorno sereno, nel rispetto delle condizioni di sicurezza, igiene e qualità. L’arcipelago spagnolo al largo delle coste africane è da sempre una rinomata località turistica per chi ama il mare e il divertimento, ma ha tanto da offrire anche a chi preferisce i viaggi tranquilli e solitari ed è alla ricerca di mete uniche dove assaporare il contatto con la natura selvaggia. Tutte le novità da sapere se state programmando un viaggio in una delle splendide destinazioni delle Canarie.
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freedomtripitaly · 3 years
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Una terra ricca di luoghi storici, naturalistici, di antichi borghi, di stazioni termali e di gallerie sotterranee. Questo è l’astigiano, un territorio piemontese affascinante, che sconfina sui colli liguri, dove trascorrere una vacanza rilassante deliziandosi con un’ottima enogastronomia. Un territorio proclamato, nel 2014, Patrimonio mondiale dell’umanità dell’Unesco, per i “paesaggi vitivinicoli del Piemonte: Langhe, Roero e Monferrato”. Il nostro viaggio ha inizio nel Villaggio Narrante di Fontanafredda, una riserva bionaturale di 120 ettari nel cuore del Barolo a Serralunga d’Alba. Fu Emanuele Alberto conte di Mirafiore e figlio del primo Re d’Italia, Vittorio Emanuele II, a volere un villaggio a Fontanafredda, luogo acquistato dal padre nel 1858 e donato, come pegno d’amore a Rosa Vercellana, la donna da lui amata. Qui, Emanuele Alberto fondò l’omonima azienda vitivinicola, che oggi si può visitare, all’interno di un borgo fatto di cascine, una scuola, una chiesa e di servizi essenziali, ma anche con un circolo ricreativo dove egli stesso leggeva libri ai suoi collaboratori che erano ancora analfabeti. Per sua volontà, nel villaggio si formò una vera e propria comunità che arrivò a ospitare fino a 250 persone e che si è preservata fino a oggi, dove vivono ancora 15 famiglie. Da sempre, nel villaggio, il vino occupa un ruolo centrale grazie alle storiche cantine di Fontanafredda e di Casa E. di Mirafiore, due eccellenze italiane: la prima vanta il premio come “Miglior cantina europea dell’anno” conferitole da Wine Enthusiast ed è divenuta icona del Barolo in tutto il mondo, mentre la seconda, è una cantina di origine aristocratica e anche un’azienda agricola biologica. La visita alle cantine offre la possibilità di ripercorrere i passi della famiglia reale tra storia e curiosi aneddoti, ammirando la maestosità delle grandi botti di rovere e degustando i vini. Il Villaggio Narrante di Fontanafredda Il viaggio prosegue verso il borgo di Mombaruzzo, il più orientale della provincia di Asti, che domina dall’alto le colline di infiniti vigneti. Poche case abitate a un migliaio di anime, è però la patria dell’amaretto e naturalmente è famoso per la produzione di vino. Da questo paesino tra due colline si gode di un panorama mozzafiato e di un’atmosfera d’altri tempi, dove il silenzio assoluto è interrotto solo dalle campane della chiesa (anche la mattina presto). Passeggiando per Mombaruzzo si percorrono strade strette e ripide su cui s’affacciano palazzi antichi con portoni rinascimentali, tra cui l’elegantissimo Relais Villa Prato, dove poter soggiornare, e s’incontrano luoghi ricchi di testimonianze artistiche, come la piazzetta del cimitero vecchio, antistante la chiesa di S. Maria Maddalena, un imponente edificio di origine romanica, mentre la Torre Civica di origine medievale domina il cuore più antico del borgo. Il territorio piemontese è costellato da testimonianze che si ergono da colli, memori di un tempo che non esiste più. Per chi desidera passeggiare tra i boschi e i vigneti (prevalentemente di vino Moscato) e stare a contatto con la natura, merita un’escursione molto pittoresca quella verso la Torre dei Contini, che spicca su una collina e che un tempo segnava i confini della città di Canelli. Da quassù si possono ammirare da un lato le Alpi e dall’altro l’Appennino ligure. Qui, lo scrittore Beppe Fenoglio ha ambientato un brano del romanzo “Il partigiano Johnny” a cui è ispirato il Sentiero del Partigiano Johnny. Il sentiero passa attraverso i terreni dell’Azienda Ghione Anna, dove si può fare una sosta per una degustazione di Moscato e portare a casa qualche buona bottiglia. Ma Canelli è famosa soprattutto per ciò che nasconde nel sottosuolo ovvero le Cattedrali Sotterrane. Sotto le case del paese si nasconde, infatti, un’altra città, fatta di chilometri e chilometri di tunnel e di gallerie, dove sono state ricavate lunghissime cantine storiche, scavate direttamente nel tufo calcareo delle colline a partire dal XVI secolo. Le Cattedrali Sotterranee scendono fino a una profondità di 32 metri, attraversando l’intera città per più di 20 km. Il soprannome fu dato loro per via dell’ambiente estremamente silenzioso che ricorda quello delle grandi cattedrali religiose. Le Cattedrali Sotterranee di Canelli Le cattedrali si possono visitare. Quelle dell’Azienda Contratto vengono fatte su prenotazione. Si percorrono alcune delle gallerie sotterranee, si imparano i metodi di produzione dei vini e si termina con una degustazione degli spumanti metodo classico, tutti millesimati, prodotti qui fin dal 1867. Il viaggio prosegue verso uno dei luoghi storici di questo territorio piemontese, Acqui Terme. Secondo una leggenda, Acqui sarebbe stata fondata da coloni greci, attirati dalla presenza delle sue benefiche acque termali. Ancora oggi, questa località in provincia di Alessandria è famosa per le sue acque, ma un po’ meno per gli stabilimenti termali. Nel cuore della cittadina si trova lo Stabilimento “Nuove Terme”, che è tutt’uno con il Grand Hotel, mentre nella zona Bagni c’è lo Stabilimento “Regina”. In entrambi, il trattamento più praticato è la fango balneoterapia, ma sono molto frequentate anche per le cure inalatorie, le piscine vascolari e i reparti di riabilitazione motoria e respiratoria. Il nucleo più antico di Acqui è il Borgo Pisterna che, insieme al Borgo Nuovo e al Borgo San Pietro, formano l’attuale centro cittadino. Tra i borghi storici che spuntano sulla cima delle colline verdeggianti è nato, da qualche anno, anche un nuovo itinerario artistico e paesaggistico: è quello delle Panchine Giganti o Big Bench. Posizionate in punti panoramici e ricchi di fascino, le panchine giganti permettono di tornare bambini e di vivere emozioni dimenticate. In Piemonte, tra Langhe e Monferrato, ce ne sono tantissime, con sentieri segnati puntellati da coloratissime panchine di dimensioni enormi. L’idea è venuta a Chris Bangle, designer americano che, con l’aiuto di alcuni amici, ha creato la prima panchina gigante e che poi è diventato un vero e proprio progetto chiamato “Big Bench Community Project”. Ce n’è una gialla, color Moscato, nella proprietà dell’Azienda Casa Vinicola Marenco a Strevi (AL), sulla sponda sinistra del fiume Bormida, un piccolo Comune formato da due borghi, Superiore e Inferiore o, come dicono qui, di Sopra e di Sotto. I pendii soleggiati di Strevi sono famosi per la loro produzione viticola. L’accesso alla Big Bench è libero ed il soggetto preferito di chi si avventura da queste parti a piedi o in bicicletta per un selfie o una foto ricordo. La Panchina Gigante di Strevi https://ift.tt/3uSTk9t Su e giù per l’astigiano, tra borghi, sotterranei e panchine giganti Una terra ricca di luoghi storici, naturalistici, di antichi borghi, di stazioni termali e di gallerie sotterranee. Questo è l’astigiano, un territorio piemontese affascinante, che sconfina sui colli liguri, dove trascorrere una vacanza rilassante deliziandosi con un’ottima enogastronomia. Un territorio proclamato, nel 2014, Patrimonio mondiale dell’umanità dell’Unesco, per i “paesaggi vitivinicoli del Piemonte: Langhe, Roero e Monferrato”. Il nostro viaggio ha inizio nel Villaggio Narrante di Fontanafredda, una riserva bionaturale di 120 ettari nel cuore del Barolo a Serralunga d’Alba. Fu Emanuele Alberto conte di Mirafiore e figlio del primo Re d’Italia, Vittorio Emanuele II, a volere un villaggio a Fontanafredda, luogo acquistato dal padre nel 1858 e donato, come pegno d’amore a Rosa Vercellana, la donna da lui amata. Qui, Emanuele Alberto fondò l’omonima azienda vitivinicola, che oggi si può visitare, all’interno di un borgo fatto di cascine, una scuola, una chiesa e di servizi essenziali, ma anche con un circolo ricreativo dove egli stesso leggeva libri ai suoi collaboratori che erano ancora analfabeti. Per sua volontà, nel villaggio si formò una vera e propria comunità che arrivò a ospitare fino a 250 persone e che si è preservata fino a oggi, dove vivono ancora 15 famiglie. Da sempre, nel villaggio, il vino occupa un ruolo centrale grazie alle storiche cantine di Fontanafredda e di Casa E. di Mirafiore, due eccellenze italiane: la prima vanta il premio come “Miglior cantina europea dell’anno” conferitole da Wine Enthusiast ed è divenuta icona del Barolo in tutto il mondo, mentre la seconda, è una cantina di origine aristocratica e anche un’azienda agricola biologica. La visita alle cantine offre la possibilità di ripercorrere i passi della famiglia reale tra storia e curiosi aneddoti, ammirando la maestosità delle grandi botti di rovere e degustando i vini. Il Villaggio Narrante di Fontanafredda Il viaggio prosegue verso il borgo di Mombaruzzo, il più orientale della provincia di Asti, che domina dall’alto le colline di infiniti vigneti. Poche case abitate a un migliaio di anime, è però la patria dell’amaretto e naturalmente è famoso per la produzione di vino. Da questo paesino tra due colline si gode di un panorama mozzafiato e di un’atmosfera d’altri tempi, dove il silenzio assoluto è interrotto solo dalle campane della chiesa (anche la mattina presto). Passeggiando per Mombaruzzo si percorrono strade strette e ripide su cui s’affacciano palazzi antichi con portoni rinascimentali, tra cui l’elegantissimo Relais Villa Prato, dove poter soggiornare, e s’incontrano luoghi ricchi di testimonianze artistiche, come la piazzetta del cimitero vecchio, antistante la chiesa di S. Maria Maddalena, un imponente edificio di origine romanica, mentre la Torre Civica di origine medievale domina il cuore più antico del borgo. Il territorio piemontese è costellato da testimonianze che si ergono da colli, memori di un tempo che non esiste più. Per chi desidera passeggiare tra i boschi e i vigneti (prevalentemente di vino Moscato) e stare a contatto con la natura, merita un’escursione molto pittoresca quella verso la Torre dei Contini, che spicca su una collina e che un tempo segnava i confini della città di Canelli. Da quassù si possono ammirare da un lato le Alpi e dall’altro l’Appennino ligure. Qui, lo scrittore Beppe Fenoglio ha ambientato un brano del romanzo “Il partigiano Johnny” a cui è ispirato il Sentiero del Partigiano Johnny. Il sentiero passa attraverso i terreni dell’Azienda Ghione Anna, dove si può fare una sosta per una degustazione di Moscato e portare a casa qualche buona bottiglia. Ma Canelli è famosa soprattutto per ciò che nasconde nel sottosuolo ovvero le Cattedrali Sotterrane. Sotto le case del paese si nasconde, infatti, un’altra città, fatta di chilometri e chilometri di tunnel e di gallerie, dove sono state ricavate lunghissime cantine storiche, scavate direttamente nel tufo calcareo delle colline a partire dal XVI secolo. Le Cattedrali Sotterranee scendono fino a una profondità di 32 metri, attraversando l’intera città per più di 20 km. Il soprannome fu dato loro per via dell’ambiente estremamente silenzioso che ricorda quello delle grandi cattedrali religiose. Le Cattedrali Sotterranee di Canelli Le cattedrali si possono visitare. Quelle dell’Azienda Contratto vengono fatte su prenotazione. Si percorrono alcune delle gallerie sotterranee, si imparano i metodi di produzione dei vini e si termina con una degustazione degli spumanti metodo classico, tutti millesimati, prodotti qui fin dal 1867. Il viaggio prosegue verso uno dei luoghi storici di questo territorio piemontese, Acqui Terme. Secondo una leggenda, Acqui sarebbe stata fondata da coloni greci, attirati dalla presenza delle sue benefiche acque termali. Ancora oggi, questa località in provincia di Alessandria è famosa per le sue acque, ma un po’ meno per gli stabilimenti termali. Nel cuore della cittadina si trova lo Stabilimento “Nuove Terme”, che è tutt’uno con il Grand Hotel, mentre nella zona Bagni c’è lo Stabilimento “Regina”. In entrambi, il trattamento più praticato è la fango balneoterapia, ma sono molto frequentate anche per le cure inalatorie, le piscine vascolari e i reparti di riabilitazione motoria e respiratoria. Il nucleo più antico di Acqui è il Borgo Pisterna che, insieme al Borgo Nuovo e al Borgo San Pietro, formano l’attuale centro cittadino. Tra i borghi storici che spuntano sulla cima delle colline verdeggianti è nato, da qualche anno, anche un nuovo itinerario artistico e paesaggistico: è quello delle Panchine Giganti o Big Bench. Posizionate in punti panoramici e ricchi di fascino, le panchine giganti permettono di tornare bambini e di vivere emozioni dimenticate. In Piemonte, tra Langhe e Monferrato, ce ne sono tantissime, con sentieri segnati puntellati da coloratissime panchine di dimensioni enormi. L’idea è venuta a Chris Bangle, designer americano che, con l’aiuto di alcuni amici, ha creato la prima panchina gigante e che poi è diventato un vero e proprio progetto chiamato “Big Bench Community Project”. Ce n’è una gialla, color Moscato, nella proprietà dell’Azienda Casa Vinicola Marenco a Strevi (AL), sulla sponda sinistra del fiume Bormida, un piccolo Comune formato da due borghi, Superiore e Inferiore o, come dicono qui, di Sopra e di Sotto. I pendii soleggiati di Strevi sono famosi per la loro produzione viticola. L’accesso alla Big Bench è libero ed il soggetto preferito di chi si avventura da queste parti a piedi o in bicicletta per un selfie o una foto ricordo. La Panchina Gigante di Strevi Alla scoperta di un territorio che è stato proclamato Patrimonio Unesco, ma che è ancora tutto da scoprire.
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A bordo di un treno d’epoca, trainato da una locomotiva a vapore, riparte il viaggio verso uno dei laghi lombardi. Sia esso il pittoresco Lago di Como, il meraviglioso Lago Maggiore o il piccolo ma non per questo meno affascinante Lago d’Iseo, un convoglio vi porterà verso una delle tre destinazioni a scelta. È un viaggio nel tempo e l’esperienza è unica. I tre treni sono il Lario Express, che parte da Milano verso Como e Lecco, con la possibilità di proseguire con il battello di linea da Como a Lecco via Bellagio (o viceversa). Il Laveno Express, che da Milano passa per Gallarate e Laveno, con anche qui la possibilità di fare una crociera “charter” sul Lago Maggiore. E infine il Sebino Express che, sempre partendo da Milano, fa sosta a Bergamo, Palazzolo e Paratico. A bordo del Lario Express vero il Lago di Como Il Lario Express diretto al Lago di Como attraversa l’entroterra lombardo e accompagna i viaggiatori alla scoperta dei magnifici borghi comaschi. L’esperienza di viaggio inizia già a bordo treno, tra le atmosfere senza tempo delle antiche vetture Centoporte, godendo del panorama che scorre lento dal finestrino. Tra le maggiori attrazioni culturali, la Basilica minore di Seregno risalente al 1700, l’abbazia benedettina di fine ‘800 e l’antico borgo di Cantù con le sue affascinanti architetture risalenti al medioevo. A Lecco, città cara al Manzoni per il suo lago, i viaggiatori del treno storico hanno a disposizione numerosi itinerari culturali tra cui optare, come una gita sul lago a bordo di un battello, un trekking nelle riserve naturali, ma anche la possibilità di praticare cicloturismo e sport acquatici sul lago. Laveno Express, il treno storico che porta al lago Maggiore La sbuffante locomotiva che parete da Milano Centrale, al traino delle carrozze “Centoporte” Anni ’30, offre ai passeggeri del treno un’esperienza di viaggio unica. Giunti a destinazione, le città di Laveno e di Mombello offrono un panorama mozzafiato sul Lago Maggiore, con la possibilità di trascorrere la giornata a bordo di un battello oppure di riscoprire i borghi storici a piedi o in bicicletta. Gli stranieri andrebbero pazzi per questo viaggio. Prenotate subito tramite la Fondazione FS. Viaggio sul Sebino Express verso il Lago d’Iseo Il Sebino Express, il treno che porta i passeggeri al Lago d’Iseo, parte dapprima con una locomotiva elettrica in livrea storica e, una volta giunto a Bergamo, viene sostituita da una locomotiva a vapore fino alla fine del tragitto. Si viaggia a bordo di vetture Centoporte degli Anni ’30 e Corbellini degli Anni ’50. Partendo dalla grande metropoli lombarda, il treno viaggia sbuffando verso la bergamasca e la sponda Sud‐Est del Sebino: la stazione di arrivo, sul limitare del centro di Paratico, guarda al Comune gemello di Sarnico, che si affaccia proprio sulla sponda opposta del lago, attraversabile a piedi in questo punto così assottigliato grazie a un ponte. Una volta giunti a destinazione, si può trascorrere una giornata a contatto con la natura passeggiando sulle sponde del lago o cimentandosi con diversi sport acquatici oppure immergersi nella storia di questi luoghi visitando, nell’entroterra, i resti del castello e della torre Lantieri, di epoca medievale, per poi ritornare verso il lago per scoprire gli antichi pontili di attracco delle chiatte per il trasporto merci, i cui carichi venivano trasferiti sulla stessa linea ferroviaria su cui si è appena viaggiato. I treni storici verso i laghi della Lombardia partono tutte le domeniche, da giugno fino al 17 di ottobre. Il Laveno Express con la locomotiva a vapore https://ift.tt/2S2mmpS Col treno a vapore tra i laghi della Lombardia A bordo di un treno d’epoca, trainato da una locomotiva a vapore, riparte il viaggio verso uno dei laghi lombardi. Sia esso il pittoresco Lago di Como, il meraviglioso Lago Maggiore o il piccolo ma non per questo meno affascinante Lago d’Iseo, un convoglio vi porterà verso una delle tre destinazioni a scelta. È un viaggio nel tempo e l’esperienza è unica. I tre treni sono il Lario Express, che parte da Milano verso Como e Lecco, con la possibilità di proseguire con il battello di linea da Como a Lecco via Bellagio (o viceversa). Il Laveno Express, che da Milano passa per Gallarate e Laveno, con anche qui la possibilità di fare una crociera “charter” sul Lago Maggiore. E infine il Sebino Express che, sempre partendo da Milano, fa sosta a Bergamo, Palazzolo e Paratico. A bordo del Lario Express vero il Lago di Como Il Lario Express diretto al Lago di Como attraversa l’entroterra lombardo e accompagna i viaggiatori alla scoperta dei magnifici borghi comaschi. L’esperienza di viaggio inizia già a bordo treno, tra le atmosfere senza tempo delle antiche vetture Centoporte, godendo del panorama che scorre lento dal finestrino. Tra le maggiori attrazioni culturali, la Basilica minore di Seregno risalente al 1700, l’abbazia benedettina di fine ‘800 e l’antico borgo di Cantù con le sue affascinanti architetture risalenti al medioevo. A Lecco, città cara al Manzoni per il suo lago, i viaggiatori del treno storico hanno a disposizione numerosi itinerari culturali tra cui optare, come una gita sul lago a bordo di un battello, un trekking nelle riserve naturali, ma anche la possibilità di praticare cicloturismo e sport acquatici sul lago. Laveno Express, il treno storico che porta al lago Maggiore La sbuffante locomotiva che parete da Milano Centrale, al traino delle carrozze “Centoporte” Anni ’30, offre ai passeggeri del treno un’esperienza di viaggio unica. Giunti a destinazione, le città di Laveno e di Mombello offrono un panorama mozzafiato sul Lago Maggiore, con la possibilità di trascorrere la giornata a bordo di un battello oppure di riscoprire i borghi storici a piedi o in bicicletta. Gli stranieri andrebbero pazzi per questo viaggio. Prenotate subito tramite la Fondazione FS. Viaggio sul Sebino Express verso il Lago d’Iseo Il Sebino Express, il treno che porta i passeggeri al Lago d’Iseo, parte dapprima con una locomotiva elettrica in livrea storica e, una volta giunto a Bergamo, viene sostituita da una locomotiva a vapore fino alla fine del tragitto. Si viaggia a bordo di vetture Centoporte degli Anni ’30 e Corbellini degli Anni ’50. Partendo dalla grande metropoli lombarda, il treno viaggia sbuffando verso la bergamasca e la sponda Sud‐Est del Sebino: la stazione di arrivo, sul limitare del centro di Paratico, guarda al Comune gemello di Sarnico, che si affaccia proprio sulla sponda opposta del lago, attraversabile a piedi in questo punto così assottigliato grazie a un ponte. Una volta giunti a destinazione, si può trascorrere una giornata a contatto con la natura passeggiando sulle sponde del lago o cimentandosi con diversi sport acquatici oppure immergersi nella storia di questi luoghi visitando, nell’entroterra, i resti del castello e della torre Lantieri, di epoca medievale, per poi ritornare verso il lago per scoprire gli antichi pontili di attracco delle chiatte per il trasporto merci, i cui carichi venivano trasferiti sulla stessa linea ferroviaria su cui si è appena viaggiato. I treni storici verso i laghi della Lombardia partono tutte le domeniche, da giugno fino al 17 di ottobre. Il Laveno Express con la locomotiva a vapore Ripartono i treni storici verso il Lago di Como, il Lago Maggiore e il Lago d’Iseo. Tutte le info.
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Non è solo la lingua originale dell’Africa meridionale, ma è anche uno degli esempi più sorprendenti e antichi legati all’intera storia dell’umanità. E oggi, la lingua N|uu è parlata solo da Katrina Esau e da suo fratello. Nella periferia di Upington, nella provincia del Capo Settentrionale in Sudafrica, vive una donna di 88 anni, incoronata dalla comunità come una regina. Il suo contributo in città, e in tutto il mondo, è prezioso perché è suo il compito di preservare e tramandare una delle lingue più belle e sconosciute al mondo. La sua scomparsa segnerebbe la fine di un intero regno e lei lo sa. Così, nel tentativo di salvare la sua lingua, la signora Esau ha aperto una scuola per impartite alla comunità lezioni di N|uu. Si tratta di una lingua piuttosto speciale, un tripudio di 112 suoni, di cui 45 sono click. Ascoltarla è un vero piacere uditivo. Per secoli, i San hanno vagato liberamente per questa regione, raccogliendo piante e cacciando animali per sfamare le loro famiglie. Le pratiche tradizionali di questo popolo africano sono quasi estinte e la lingua da loro parlata un tempo è una delle poche cose rimaste della loro incredibile storia. La lingua parlata oggi dai San è l’afrikaans, importata dalle potenze coloniali olandesi che arrivarono in Sudafrica nel XVIII secolo. Da quel momento, la lingua N|uu è diventata tabù: i colonialisti hanno proibito ai San di parlarla, la stessa Esau non ha potuto più farlo per molto tempo. In un video pubblicato dalla BBC, la donna ha raccontato che è stata costretta, insieme agli altri, ad abbandonare la loro lingua di origine per parlare l’afrikaans, una costrizione che ha influito inevitabilmente sulla loro identità. C’è tanto dolore dietro alla storia di una delle lingue che affonda le sue stesse radici nella storia dell’umanità intera, eppure Katrina Esau ha continuato a preservarla, per portare a termine la sua missione. Insieme a !Xun, parlata in Namibia, ad ǂAmkoe e Taa, parlate in Botswana, N|uu è uno degli ultimi legami linguistici sopravviventi con i primi esseri umani: i cacciatori dell’Africa meridionale e orientale. Tutte e quattro le lingue sono in pericolo, ma N|uu rischia, più di tutte, di essere dimenticata. Nel 2005, infatti, era parlata solo da 12 persone, nel 2013, invece, erano solo in 5 a parlarla. Oggi sono rimasti solo Esau e suo fratello Simon Sauls. Così, all’inizio degli anni 2000, la donna ha iniziato a insegnare la lingua alla sua comunità all’interno di un’aula scolastica ricavata in una piccola capanna di legno. Qui tra canti, balli e giochi, i 112 suoni tra cui 45 distinti clic di N|uu ai bambini locali, gli unici studenti di N|uu al mondo. Katrina Esau https://ift.tt/3pjyY85 La lingua più antica del mondo è in pericolo. Una donna la sta salvando Non è solo la lingua originale dell’Africa meridionale, ma è anche uno degli esempi più sorprendenti e antichi legati all’intera storia dell’umanità. E oggi, la lingua N|uu è parlata solo da Katrina Esau e da suo fratello. Nella periferia di Upington, nella provincia del Capo Settentrionale in Sudafrica, vive una donna di 88 anni, incoronata dalla comunità come una regina. Il suo contributo in città, e in tutto il mondo, è prezioso perché è suo il compito di preservare e tramandare una delle lingue più belle e sconosciute al mondo. La sua scomparsa segnerebbe la fine di un intero regno e lei lo sa. Così, nel tentativo di salvare la sua lingua, la signora Esau ha aperto una scuola per impartite alla comunità lezioni di N|uu. Si tratta di una lingua piuttosto speciale, un tripudio di 112 suoni, di cui 45 sono click. Ascoltarla è un vero piacere uditivo. Per secoli, i San hanno vagato liberamente per questa regione, raccogliendo piante e cacciando animali per sfamare le loro famiglie. Le pratiche tradizionali di questo popolo africano sono quasi estinte e la lingua da loro parlata un tempo è una delle poche cose rimaste della loro incredibile storia. La lingua parlata oggi dai San è l’afrikaans, importata dalle potenze coloniali olandesi che arrivarono in Sudafrica nel XVIII secolo. Da quel momento, la lingua N|uu è diventata tabù: i colonialisti hanno proibito ai San di parlarla, la stessa Esau non ha potuto più farlo per molto tempo. In un video pubblicato dalla BBC, la donna ha raccontato che è stata costretta, insieme agli altri, ad abbandonare la loro lingua di origine per parlare l’afrikaans, una costrizione che ha influito inevitabilmente sulla loro identità. C’è tanto dolore dietro alla storia di una delle lingue che affonda le sue stesse radici nella storia dell’umanità intera, eppure Katrina Esau ha continuato a preservarla, per portare a termine la sua missione. Insieme a !Xun, parlata in Namibia, ad ǂAmkoe e Taa, parlate in Botswana, N|uu è uno degli ultimi legami linguistici sopravviventi con i primi esseri umani: i cacciatori dell’Africa meridionale e orientale. Tutte e quattro le lingue sono in pericolo, ma N|uu rischia, più di tutte, di essere dimenticata. Nel 2005, infatti, era parlata solo da 12 persone, nel 2013, invece, erano solo in 5 a parlarla. Oggi sono rimasti solo Esau e suo fratello Simon Sauls. Così, all’inizio degli anni 2000, la donna ha iniziato a insegnare la lingua alla sua comunità all’interno di un’aula scolastica ricavata in una piccola capanna di legno. Qui tra canti, balli e giochi, i 112 suoni tra cui 45 distinti clic di N|uu ai bambini locali, gli unici studenti di N|uu al mondo. Katrina Esau Katrina Esau è la donna che sta preservando una delle lingue più antiche di tutta l’umanità: la lingua N|uu.
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Lo scorso autunno, Gabriele Muccino ha girato un cortometraggio dedicato alla Calabria. Il corto, “Calabria, terra mia”, vedeva i protagonisti, nientemeno che Raoul Bova e Rocio Muñoz Morales, a conoscere per la prima volta questa regione italiana. Ora, il regista di “L’ultimo bacio” torna in Calabria per girare un altro cortometraggio, arricchendo la prima versione con immagini aggiuntive che “presenteranno ancora meglio una Calabria che ha voglia di farsi conoscere e di farsi visitare”, ha detto il presidente della Regione, Nino Spirlì. Tra le nuove location ci sono la zona dello Scoglio dell’Ulivarella con la sua bellissima spiaggia, in quel tratto di mare chiamato Costa Viola. In dialetto è conosciuta con il nome di Luvareddhra. Questo scoglio-isoletta sorge a pochi metri dalla costa e sulla cima è nata e cresciuta una pianta di ulivo, da cui deriva il nome. C’è poi la Tonnara di Palmi, molto famosa per essere una amatissima località di villeggiatura, merito delle sue spiagge di sabbia fine. Non solo spiagge, mare e natura, la Calabria è anche storia. Ecco allora che Muccino ha scelto di mostrare la Certosa di Serra San Bruno, un antico monastero certosino situato vicino all’omonima cittadina, in provincia di Vibo Valentia. che sorge in una bellissima posizione a più di 800 metri di altitudine. Così come la Villa romana di Casignana, che risale al I secolo d.C. e che fu scoperta soltanto nel 1963, in occasione dei lavori per la costruzione di un acquedotto. La villa sorgeva probabilmente sull’antica strada di collegamento tra Locri Epizefiri e l’antica Reggio Calabria. Sono stati riportati alla luce diversi ambienti di questo antico complesso termale che comprende un calidarium, un tepidarium, un frigidarium e tante altre bellissime sale E infine c’è Mammola, un Comune sul versante ionico della Calabria, arroccato sulle falde di una catena montuosa, contrafforte del Monte Limina, nel Parco nazionale dell’Aspromonte, e del Monte Seduto, sulla Catena delle Serre. Il borgo originale di origine medievale è di fatto la porta d’accesso al Parco dell’Aspromonte. Nel primo corto Muccino aveva voluto dare evidenza a Tropea. “Non avevo mai visto un mare come quello di Tropea”, aveva raccontato “e nel corto non c’è nessun ritocco”. ma c’era anche la spiaggia di Capo Vaticano, una delle più belle al mondo, con la sua spiaggia adagiata alla base dell’altopiano del Monte Poro. Terra tra due mari, Ionio e Tirreno, la Calabria è tutta una scoperta. E non è solo mare, ma c’è tutto un entroterra da scoprire. Ci sono i monti della Sila con le splendide vallate e la Locride, ci sono i borghi arroccati con i loro castelli. Baciata dal sole e da un clima meraviglioso, questa regione regala paesaggi incredibili tra coste rocciose alternate a litorali di sabbia fine e un entroterra incontaminato, dove il verde delle maestose foreste e delle montagne si fonde con il blu di laghi e cascate. Il Comune di Mammola, in Calabria https://ift.tt/34JTm8L “Calabria, terra mia”, Muccino torna nella Regione con nuovi set Lo scorso autunno, Gabriele Muccino ha girato un cortometraggio dedicato alla Calabria. Il corto, “Calabria, terra mia”, vedeva i protagonisti, nientemeno che Raoul Bova e Rocio Muñoz Morales, a conoscere per la prima volta questa regione italiana. Ora, il regista di “L’ultimo bacio” torna in Calabria per girare un altro cortometraggio, arricchendo la prima versione con immagini aggiuntive che “presenteranno ancora meglio una Calabria che ha voglia di farsi conoscere e di farsi visitare”, ha detto il presidente della Regione, Nino Spirlì. Tra le nuove location ci sono la zona dello Scoglio dell’Ulivarella con la sua bellissima spiaggia, in quel tratto di mare chiamato Costa Viola. In dialetto è conosciuta con il nome di Luvareddhra. Questo scoglio-isoletta sorge a pochi metri dalla costa e sulla cima è nata e cresciuta una pianta di ulivo, da cui deriva il nome. C’è poi la Tonnara di Palmi, molto famosa per essere una amatissima località di villeggiatura, merito delle sue spiagge di sabbia fine. Non solo spiagge, mare e natura, la Calabria è anche storia. Ecco allora che Muccino ha scelto di mostrare la Certosa di Serra San Bruno, un antico monastero certosino situato vicino all’omonima cittadina, in provincia di Vibo Valentia. che sorge in una bellissima posizione a più di 800 metri di altitudine. Così come la Villa romana di Casignana, che risale al I secolo d.C. e che fu scoperta soltanto nel 1963, in occasione dei lavori per la costruzione di un acquedotto. La villa sorgeva probabilmente sull’antica strada di collegamento tra Locri Epizefiri e l’antica Reggio Calabria. Sono stati riportati alla luce diversi ambienti di questo antico complesso termale che comprende un calidarium, un tepidarium, un frigidarium e tante altre bellissime sale E infine c’è Mammola, un Comune sul versante ionico della Calabria, arroccato sulle falde di una catena montuosa, contrafforte del Monte Limina, nel Parco nazionale dell’Aspromonte, e del Monte Seduto, sulla Catena delle Serre. Il borgo originale di origine medievale è di fatto la porta d’accesso al Parco dell’Aspromonte. Nel primo corto Muccino aveva voluto dare evidenza a Tropea. “Non avevo mai visto un mare come quello di Tropea”, aveva raccontato “e nel corto non c’è nessun ritocco”. ma c’era anche la spiaggia di Capo Vaticano, una delle più belle al mondo, con la sua spiaggia adagiata alla base dell’altopiano del Monte Poro. Terra tra due mari, Ionio e Tirreno, la Calabria è tutta una scoperta. E non è solo mare, ma c’è tutto un entroterra da scoprire. Ci sono i monti della Sila con le splendide vallate e la Locride, ci sono i borghi arroccati con i loro castelli. Baciata dal sole e da un clima meraviglioso, questa regione regala paesaggi incredibili tra coste rocciose alternate a litorali di sabbia fine e un entroterra incontaminato, dove il verde delle maestose foreste e delle montagne si fonde con il blu di laghi e cascate. Il Comune di Mammola, in Calabria Non solo mare, spiagge e natura: la Calabria raccontata dal regista di “L’ultimo bacio” è molto di più.
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