Tumgik
lamargi · 3 days
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Si, dovrei fare attenzione quando la mattina esco dal bagno. Quasi sempre seminuda. Di solito in intimo. La casa è piccola. Dal bagno alla camera da letto, dove finisco di vestirmi, Andrea ha così modo di guardare la sua mamma.
È un adolescente. È normale che mi guardi. Che arrossisca. Diventa rosso già quando passo davanti a lui veloce. Non parliamo di quando mi fermo, magari perché ho indosso qualche cosina nuova appena comprata, e gli chiedo se gli piace…. Allora diventa viola, cerca quasi di distogliere gli occhi. È quasi sempre la sua mano corre al pacco, per non farmi vedere cosa gli succede….che effetto gli faccio.
Potrei girare in vestaglia, ben chiusa. Vestirmi in camera mia, con la porta chiusa. Potrei essere una madre seria e riservata. Ma è così tenero e dolce il mio piccino quando diventa rosso davanti la mamma……!
Esci con un uomo, mamma?
Me lo ha chiesto, balbettando. Deve averlo capito dalla mia mise, più sofisticata, più sexy del solito.
È geloso! Il mio tesoro.
Si, è vero, un uomo mi aspetta, una cena, una serata che sarà conclusa con una scopata. Non so nemmeno quanto ne abbia davvero voglia.
Ma qui adesso davanti a me c’è il mio piccino ingelosito. Gli sorrido senza rispondere. Gli chiedo di allacciarmi dietro il reggiseno. Lo sento tremare e trattenere il respiro.
Mi giro di scatto, ora siamo occhi negli occhi. Lo abbraccio, lo stringo. Gli sussurro in un orecchio: “si, è vero, avevo un appuntamento, preferisci che resti con te stasera?” Gli bacio l’orecchio, glielo mordicchio, glielo lecco. Lo sento tremare tra le mie braccia. Spingo la coscia, sento il suo pene. Duro. Accidenti quanto è duro. Quanto glielo ho fatto io diventare duro.
Quale mamma potrebbe lasciare suo figlio solo e sofferente. E quale donna potrebbe lasciarsi scappare una occasione del genere, sedurre un ragazzo ancora vergine.
Abbasso là zip dei pantaloni mentre lo bacio sulle labbra.
“Resto con te, stasera, contento?”
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lamargi · 2 months
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Li per li sono rimasta sorpresa, molto sorpresa. Ma con il senno di poi, perché mai sorpresa?
Sono ospite della mia più cara amica, dopo aver lasciato quel terribile e noioso uomo che è stato mio marito. Qualche giorno, in attesa di trovare un nuovo appartamento dove cominciare anche una nuova vita. La mia amica, e non ne dubitavo, è stata subito dalla mia parte e mi ha subito messo a disposizione la camera degli ospiti. E così mi trovo ad essere ospitata dalla bella famigliola della mia mica, A differenza di me, sposata senza più entusiasmi, un figlio adolescente, uno di quei ragazzi molto chiusi che passano ore al computer e pare non pensino ad altro che a far giochi di guerra allo schermo.
E, quindi, ripeto: perché avrei dovuto sorprendermi quel giorno….giorno che sono rientrata a casa, ho aperto la porta della mia stanza e ho visto Davide……. in piedi, i calzoni slacciati, questi e gli slip abbassati a metà coscia, il pene duro, in una mano con cui se lo smanettava e nell’altra…un paio di mie calze….
Mi ha fissato per un istante con gli occhi sbarrati, poi ha lasciato cadere le calze che teneva in mano, cercando di tirarsi su con l’altra mano pantaloni e mutande mentre scappava.
Ho avuto la prontezza di riflessi di afferrarlo per un braccio, farlo ruotare su se stesso e bloccarlo.
- fermo li, dove scappi?
Mi seggo sul letto e lo guardo. Sta ancora cercando di sistemarsi i pantaloni. - Fermo lì! Lo gelo con lo sguardo.
Accavallo lentamente le gambe. Visto che gli piacciono tanto le mie calze lascio che il nylon nel silenzio faccia quel leggero fruscio che, vedo, lo emoziona.
Sta con il capo chino. Ha rinunciato a cercare di tirarsi su i pantaloni e si copre con le mani. Ma il suo amico non è ancora tornato nello stato di quiete.
Sussurra, a voce talmente bassa che appena la sento: - La prego, non dica niente a mamma….
- Vai a chiudere a chiave la porta! Gli ordino.
Lui mi guarda, non credo capisca, ma non osa neanche discutere. Va a chiudere la porta poi si avvicina di qualche passo.
Sufficiente perché lo afferri per un braccio e lo attiri verso di me, facendolo finire disteso sul letto.
- non dirò niente alla tua mamma, ma tu farai quel che ti dico!
La mia mano si impadronisce del suo cazzo.
- Resterà un segreto fra noi….tutto questo, aggiungo mentre mi appresto a cavalcarlo.
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lamargi · 2 months
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Avevo un appuntamento quel giorno con il mio amante. Un collega di lavoro di mio marito, con cui avevo imbastito una storia appena qualche settimana prima. Ci eravamo dati appuntamento in un bar fuori mano. Per lui, mi ero vestita più provocante di quanto di solito non faccio, stivali, collant velati, un vestito corto.
Ma l’imbecille era in grande ritardo e non rispondeva più ai miei messaggi. Mi ero rassegnata a rinunciare alla scopata che avevo voglia di fare, quando….
- Buongiorno, signora…
Accidenti, proprio Andrea, il compagno di scuola di mio figlio! E mi ha riconosciuto subito! Nonostante gli occhialoni.
Devo fingere per non insospettirlo: chissà cosa potrebbe farsi scappare di bocca.
Così, anziché cacciarlo, invento una scusa per giustificare il fatto che aspettassi in quel bar…e lo invito a prendere qualcosa.
Lui non abita lì, ma è andato a trovare i nonni. Che sfiga, proprio quel giorno è proprio in quel quartiere incontrare qualcuno che mi conosce.
Andrea ha fatto tutte le scuole con mio figlio. Lo conosco da bambino. È un ragazzetto educato e a modo, sempre rispettoso, un po’ timido. Per niente malizioso, sono sicura che con poche parole di circostanza riuscirò a sviarlo senza che sospetti e a mandarlo via.
Ma, invece, sembra che non se ne voglia più andare! Si è seduto, ha preso una coca cola e resta là dicendo qualche parola di circostanza, e sorseggiando, lentissimamente, quella maledetta coca.
Intuisco perché: mi sta guardando le cosce, e senza nemmeno troppo preoccuparsi di non farsi notare.
Bè, la cosa in fondo mi lusinga anche un poco. Accavallo più volte e lo lascio guardare.
Il mio appuntamento ormai è saltato, ma non mi interessa quasi più. Il ragazzo non mi aveva mai guardato così, come una donna. Ci credo, di solito non sto in casa con stivali a tacco alto e gambe scoperte e inguainate dalle calze. E quanto a lui, bè a guardarlo bene è carino, tutto sommato. Giovane, forse….vergine? Mmmm
Ero eccitata all’idea di vedermi con il mio mante, e l’eccitazione non è scomparsa, anzi….
- Andrea, ma cosa devi fare dopo? Niente. Cioè mamma non ti aspetta a casa ? Bene….cioè volevo dire posso darti un passaggio ?
Pago, ci alziamo.
In macchina, gli prendo una mano e me la poggio sulla coscia. Si lascia fare, deliziosamente.
- Voglio portarti in un posto ….sussurro…..se sei capace di mantenere un segreto.
Arrossisce e e fa segno di si con la testa.
In quel momento suona il cellulare. Il collega di mio marito. Non rispondo. Ho di meglio, adesso.
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lamargi · 3 months
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Avvocato!
Finalmente, dopo tanti studi, realizzo il mio obiettivo. Non in uno studio legale tutto mio. Non ancora per lo meno.
Nello studio di un amico di mio padre. Mi ha accolto volentieri, con molto affetto. Lo credo: mi conosce da sempre, da bambina praticamente, è un vecchio micio di famiglia.
Vecchio per la durata della amicizia. Lui è un 55 enne niente male. Bel fisico, ancora senza pancia per fortuna. Bel sedere. Ha una bella moglie, e pare che le sia fedele.
Non mi preoccupa. So come far girare la testa a un maschio.
Con lui non è difficile. All’inizio i suoi sguardi le mie gambe duravano un battito di ciglia e più rari. Poi forse si è sentito più sicuro, o gli è diventato più difficile resistere alle mie pose provocanti, e allora gli sguardi sono diventati più frequenti. Ma sempre timidi.
Chissà quanto lo imbarazzo venendo in studio con vestiti aderenti, gonne corte, calze velate, tacchi a spillo. Ha anche provato, un giorno, a dirmi d8 essere più castigata. Tutto un giro di parole, ho fatto finta con tutto il finto candore di cui sono capace di non capire. H cambiato discorso.
Il mio gioco si è fatto più audace ogni giorno di più. Entrare nella sua stanza, con una scusa qualsiasi. Sedermi accavallando le gambe. Sfiorarlo quando siamo vicini. Sono arrivata a sfiorargli la gamba con il piede durante una riunione, facendogli perdere il filo del discorso, con mio grande divertimento.
Ma non mi dice nulla.
Quando ho capito di averlo cotto a puntino ho messo in atto il mio piano.
Quel giorno, nella sala riunioni, eravamo rimasti soli io e lui. Mi seggo sul tavolo. Accavallo le gambe. Vedo il suo pomo d’Adamo agitarsi. Una goccia di sudore scivolargli sulla guancia. Un tonfo sulla moquette, prima una scarpa, poi l’altra.
Oh, fingo che tutto sia involontario. Con un sorriso gli chiedo se me le raccoglie e mi aiuta.
Trema, ma obbedisce. Ha un piedino tra le sue mani, e sembra ipnotizzato.
Quando gli metto la mano tra i capelli, poi dietro la nuca, e spingo, si fa docilmente guidare tra le mie cosce.
Non devo dirgli nulla. Chissà quanto aveva sognato quel momento. Le sue labbra premono sul nylon dei collant, indossati per questa occasione senza mutandine.
Non devo dirgli niente, comincia a leccare, come il cucciolotto docile che è. Le mie cosce si serrano intorno al suo viso.
- Da oggi metti il mio nome prima del tuo nella targa dello studio legale, vero?
Il suo viso fa su e giù. Forse è solo per leccarmi meglio, ma penso che abbia voluto dire di sì.
Bene. Farà comunque quello che gli dirò di fare.
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lamargi · 3 months
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Sono andata via da casa anni fa, altra città, una vita mia. Poi, mesi fa, la morte di mia madre.
Sono tornata, oggi, per passare il Natale con lui, sapendolo solo. E triste.
Papà è stato sempre molto innamorato di mamma e non la ha mai tradita. Pur essendo un gran bell’uomo.
D ragazze, le mie amiche lo avevano eletto “il papà più scopabile.” So che diverse amiche di mia madre avrebbero voluto andarci a letto. Ma lui, fedele.
È ancora un gran bell’uomo anche adesso, che ha superato da un po’ i 60. E mi piace ancora come mi piaceva da ragazza.
A Natale siamo soli.
Ho scelto con cura cosa indossare, come truccarmi, la scollatura, le scarpe a tacco alto, le calze.
Vedo che il suo sguardo ogni tanto si ferma su di me, sulle cosce o sul seno, un momento, poi lo distoglie e sicuramente scaccia subito qualche embrione di pensiero appena licenzioso. Ma, si sa, più i pensieri si scacciano più tornano…..
Ma non voglio mica spettare che sia lui a fare qualcosa….
Al momento dei regali, scarto il mio, un accappatoio.
Ringrazia e fa per indossarlo su camicia e pantaloni. Prendendolo in giro lo convinco a provarlo davanti a me, spogliandosi.
Non vuole, cerca scuse, lo incalzo, gli dico che non ci trovo niente di male, che sono sua figlia, lo convinco facendo leva sul fatto che non vuole sentirsi vecchio e bigotto.
Così, eccolo davanti a me, in accappatoio sul petto nudo.
Lo guardo sdraiata a terra vicino all’albero di Natale. È imbarazzato perché il vestito è risalito molto, ora. Dice che va a togliersi l’accappatoio, ma lo blocco.
Le mie mani lo accarezzano. Sotto l’accappatoio solo gli slip mi separano dal momento in cui prenderò il posto di mia madre.
Sfioro quella stoffa leggera che il suo cazzo diventato eretto tende sotto le mie dita. Balbetta e cerca di fermarmi, ma con troppa poca energia.
Mentre lo spingo con le spalle a terra monto su di lui cercando la sua bocca. “Papà sei mio, adesso” sussurro mentre gli metto la lingua in bocca e guido il suo cazzo nella mia figa caldissima.
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lamargi · 3 months
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Non sopporto essere sciatta. Amo essere perfettamente a posto, sia quando esco, e perfino se sto in casa. Non tollero un trucco non ben fatto, i capelli in disordine, un abbinamento sbagliato nell’abbigliamento.
Le calze per esempio. Trovo molto femminili quelle con qualche piccola decorazione che attiri lo sguardo sulle gambe, per esempio quelle con la riga dietro.
Ma deve essere ben diritta, ed essere allineata perfettamente al tacco della scarpa.
Fare da sola, anche allo specchio, può essere difficile. Per fortuna, in casa non sono sola e posso contare su mio figlio perché controlli che le calze siano a posto come voglio io.
È molto servizievole e attento quando gli chiedo aiuto. Controlla con cura che la riga sia dritta come deve essere, che le cuciture non siano disallineate, che le calze siano ben tese e senza grinze. Ha mani delicatissime nel sfiorare il nylon delle calze e sistemarle, se necessario, con piccoli colpetti delle dita per allinearle. Si inginocchia e avvicina il viso fino a che posso sentire il suo fiato caldo sulla pelle attraverso la calza.
È un amore.
A volte mi dice che per sistemarle al meglio le calze devono essere tirate un po’ di più e aggiustati i gancetti del reggicalze che le tengono.
Acconsento che le sue mani risalgano lungo le cosce, felice che anche lui tenga al fatto che la sua mamma sia in perfetto ordine. Non di rado, per premio, poi lascio ricadere la gonna sulla sua testa.
E faccio qualche passo in avanti permettendo al suo viso di sfiorare le mutandine.
Certo, qualche volta poi finisce con il diventare un po’ irruente. Se non sono io rapida a togliermi l’intimo, finisce con lo stropicciarmelo. E allora bisogna ricominciare tutto daccapo.
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lamargi · 3 months
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La sera che avevo deciso di sedurre mio nipote ho scelto una mise provocante, con appena un velo di chiffon a coprirmi il seno.
Come dite? Una nonna non seduce suo nipote, non così deliberatamente almeno?
Una brava nonnina per il nipote prepara buone cose da mangiare e gli dà di nascosto qualche soldo per i suoi capricci….
Ma io non sono una brava nonnina. Sono una donna libera, sono titolare di una azienda di consulenza importante, viaggio, e quando mi sento sola la sera trovo spesso un maschio da portarmi a letto. E nonostante l’eta non ho mai dovuto pagare nessun giovanotto…..
Mio nipote non lo vedevo da tempo.
“Gli farebbe tanto piacere lavorare con te, ha sempre ammirato il tuo lavoro, ha studiato tanto, lui si vergognava a chiederti di fargli fare uno stage da te, sono stata io a insistere….” Così mia figlia mi ha convinta. Loro vivono in un’altra città e io, tra lavoro e distanza, da tanto non lo vedevo. Quando si è presentato ho visto subito che non era più un adolescente brufoloso, ma si era fatto un bel ragazzo, anche se così diverso sia da me che da sua madre: incerto, insicuro, timido.
Ha cominciato a spiegarmi i suoi studi, le sue motivazioni, ma l’ho fermato e gli ho detto che lo avrei portato a cena fuori. Ho capito che non aveva previsto di fermarsi a dormire e che non aveva bagaglio con sé. Gli ho sorriso dicendogli che naturalmente sarebbe venuto a dormire …da me.
Eccoci qui, al ristorante, lui parla tanto, io lo ascolto poco. Credo che parli anche per nascondere un certo turbamento. Il suo sguardo cerca di vagare, ma torna sempre a fissarsi sul mio seno. È così teso, che sobbalza sempre quando sotto il tavolo lo tocco con le ginocchia o con il piede.
La cameriera che ci serve, che mi conosce e mi ha visto in questo locale con altre prede, alza il sopracciglio quando lo sente chiamarmi “nonna”. Ma ci scambiamo lo stesso uno sguardo d’intesa. Forse pensa a un gioco erotico, forse non crede davvero che il ragazzo a cui prendo la mano sopra il tavolo e a cui sensualmente dico che è ora di andare a letto, sia veramente mio nipote.
È a casa che l’imbarazzo di mio nipote raggiunge il culmine. Lo faccio sedere sul divano, lo faccio bere, cosa a cui si vede non è abituato. Mi seggo vicino a lui, lo accarezzo, non come farebbe una nonna amorevole, ma come fa una donna che vuole sedurre. Gli sussurro di non preoccuparsi, quando si scusa di non avere un pigiama con se.
E mentre guido la sua mano sulle mie gambe, per fargli sentire quanto ancora siano toniche le cosce di sua nonna, gli spiego che gli stagisti della mia azienda tra le loro prestazioni hanno quella di dormire con la padrona. E farsi scopare.
Il suo “nonna che dici” è interrotto dalla mia lingua che entra a forza nella sua bocca.
“Ho deciso, ti prendo”, gli sussurro all’orecchio, mentre lo prendo per mano e lo tiro su in piedi. “Ma …ma…” balbetta mentre me lo tiro dietro verso la camera da letto.
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lamargi · 5 months
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Un gioco….cominciato per caso….diventato quasi come una droga…..
La prima volta mi ero addormentata davvero sulla chaise longue del salone. Uno di quei sonni leggeri che ti prendono a volte al pomeriggio.
Da quando mi sono fatta sposare dal mio ricco ex principale le mie giornate sono diventate quelle, noiose, delle signore bene dell’alta borghesia. Non ne ero dispiaciuta, ma un po’ annoiata, si, e soprattutto sessualmente: la ricchezza raramente si associa alla giovinezza e alla virilità che servirebbe a una donna com e me…
Fui svegliata, quella volta, da un rumore leggero. Feci in tempo a scorgere una sagoma che si allontanava. Impossibile, in casa, in quel momento, eravamo solo io e il mio figliastro. Davide, un adolescente foruncoloso e complessato, del quale non capivo che sentimenti provasse per me, visto che a malapena da quando avevo sposato suo padre mi rivolgeva la parola e ancor meno lo sguardo, nemmeno parlarne poi di chiamarmi mamma come suo padre gli aveva chiesto.
Il pomeriggio successivo, di dormire feci solo finta. E anziché nella sua stanza a studiare, vidi entrare Davide nel salone dove fingevo di essere di nuovo assopita, lo vidi avvicinarsi e..osservarmi….fino a quando non diedi segni di svegliarmi.
Fu così che cominciò quel gioco….io che fingevo di assoprimi al pomeriggio, e lui che furtivamente veniva a guardarmi, dapprima lontano, poi più vicino, poi….
Poi il gioco lo trasformai in qualcosa di più morboso: mi muovevo, lasciavo che la gonna salisse sulle gambe, lasciavo i bottoni della camicetta slacciati….e lui mi fissava e…a un certo punto cominciò ad accarezzarsi la patta dei pantaloni. Lo osservavo tra le palpebre socchiuse….stava qualche secondo a toccarsi attraverso i pantaloni….poi andava via….a finire di masturbarsi in camera sua….
L’idea mi piaceva …e cominciava a piacermi lui….e pensavo sempre più spesso a quanto grosso fosse ciò che Davide nascondeva nei pantaloni e che diventava duro quando mi osservava.
Divenni sempre più provocante …fino a quel pomeriggio. La scelta dell’abito, le calze, il reggicalze, il languido distendermi sulla chaise longue: tutto era voluto per farlo impazzire.
Non fallii: a un certo punto non si trattenne, lo vidi, tra le palpebre socchiuse, abbassare la zip, slacciare i pantaloni, scoprirlo e …cominciare a toccarselo…proprio lì, a pochi centimetri dal corpo della sua matrigna.
Stavolta non finsi di risvegliarmi lentamente. Aprii gli occhi di colpo e fui lesta ad afferrarlo per un braccio prima che riuscisse a scappare.
Lo stesi sulla chaise longue e gli montai di sopra….
I suoi occhi mi guardavano terrorizzati… non aveva ancora capito…
- ti prego …non dire niente a papà, mormorò con un filo di voce.
Gli sorrisi perfida, mentre gli afferravo il cazzo duro e scostavo le mutandine. - non dire tu niente di quel che ora ti faccio, se vuoi che ti scopi ancora……, gli dissi decisa, mentre lo guidavo dentro di me.
- e da oggi in poi mi chiamerai mamma…., aggiunsi bloccando ogni suo tentativo di rispondere infilandogli la mia lingua in bocca…..
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lamargi · 5 months
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(seconda parte)
È così che sono diventata la moglie del figlio del padrone e sono entrata a far parte della loro famiglia.
Niente più lavoro come segretaria, vita comoda, denaro per ogni capriccio.
È un marito deliziosamente sottomesso a me, che mi riverisce e che mi è devoto.
Mi basta mostrargli il piedino inguainato nel nylon, o nudo e impreziosito di smalto rosso fuoco, per averlo scodinzolante in ginocchio davanti a me.
Il rovescio della medaglia? Ce n’è sempre uno….
Come scoprii quello stesso giorno in ufficio, quando dopo essermi fatta leccare, lo sollevai di peso e lo spinsi sulla scrivania, abbassandogli i pantaloni, pronta a scoparmelo, il mio maritino è impotente e il suo pene resta troppo piccolo per dare piacere a una donna come me.
In compenso, si dà un gran da fare con bocca e lingua e ha imparato a leccarmi molto bene e a lungo.
Non è la stessa cosa direte. Certo, e infatti ho trovato rimedio, senza dover cercare troppo lontano, e senza rischiare di perdere tutto per un banale adulterio.
A me provvede il fratello minore di mio marito, molto ben dotato e molto sensibile al fascino di sua cognata….come scoprii la notte stessa del matrimonio….
(2/fine)
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lamargi · 5 months
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Quando si è saputo che il figlio del padrone della ditta sarebbe entrato in azienda, ovviamente con un incarico da capoufficio, ci siamo guardate negli occhi scettiche e preoccupate: un ragazzo viziato, stupido, arrogante, certamente pronto ad allungare le mani.
Quando il capo del personale mi ha detto che sarei stata io la sua segretaria ho tirato un sospiro e mi sono detta che erano arrivati i guai. Ma ero determinata a mollargli un ceffone la prima volta che mi avesse messo una mano addosso.
Mi sono ricreduta presto. Altro che arrogante e volgare. Un giovanotto timido, educatissimo, perfino esagerato nel chiedere qualsiasi cosa per favore e con un filo di voce. Sguardo sempre basso, buone maniere, il “lei” usato sempre, ben vestito, curato….
Ho capito tutto un giorno, quando, mentre in piedi davanti la mia scrivania mi stava dando delle istruzioni, ho cominciato a far dondolare una scarpa, che poi è finita per terra. Si è ammutolito e mi ha guardato il piede. Poi, con voce tremante, mi ha chiesto se poteva aiutarmi. Con un sorriso malizioso gli ho fatto cenno di si, indicandogli la scarpa.
La ha presa tra le mani come fosse una reliquia sacra. La ha poi avvicinata al mio piede, senza decidersi a calzarmela, ma anzi indugiando a tenere il mio piede tra le sue mani.
Ho capito cosa stava accadendo nei suoi pantaloni e con chi avevo a che fare…
Sempre sorridendogli con malizia gli ho chiesto se gli piacevano i miei piedi. Ha chiuso gli occhi e abbassato la testa, incapace di parlare.
Gli ho toccato il viso con il piede. Poi ho forzato le sue labbra e messo le dita nella sua bocca.
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Ha cominciato a succhiare, molto delicatamente, molto timidamente. Sicuramente si aspettava da un momento all’altro uno schiaffo per il suo osare.
Ma perché mai?
Era così chiaramente sottomesso…perché non approfittarne?
È così presolo per i capelli l’ho attirato fra le mie cosce dove ha preso a leccare con grande gusto, e senza che fossero necessari altri incoraggiamenti, la mia figa attraverso i collant.
(1/continua)
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lamargi · 5 months
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Non avrei mai pensato….come sarebbero potuto andare le cose …quando ho chiesto a mio nipote di aiutarmi a svuotare armadi pieni di vecchie cose.
Tra queste, quel costume.
“Nonna, un costume …di quando eri ballerina?” mi chiede. Si, di quando ballavo e facevo, come si diceva allora, la soubrette. Una vita fa. Prima di diventare una rispettabile signora borghese, mettere al mondo una figlia, diventare nonna….
Non ho tenuto molte foto di quella vita, solo ricordi. Ora, all’improvviso, viene fuori questo costume. Per scherzo decido di provarlo.
“Però …mi sta perfettamente….” - commento compiaciuta tornando nella stanza in cui l’ho lasciato. “Che ne pensi?” dico a mio nipote Davide. Lui non ha idea di come fosse …sua nonna …da giovane. Ma il suo sguardo ammirato è come una carezza per me. “Ti sta benissimo nonna”
“Davvero?” Mi sono avvicinata a lui e gli ho messo le braccia sulle spalle. “Sì, davvero…sei….b-b-bellissima”
Arrossisce impacciato. Quanti ragazzi come lui, quanti giovani ballerini, sono passati dal mio camerino dopo gli spettacoli, sul divanetto, o anche in piedi, belli, duri, eccitati….
Starà mica eccitandosi anche Davide? Questo qualcosa di duro che sento contro la coscia…..è perché mi sono avvicinata troppo a lui? Perché lo sto abbracciando? Perché sto schiacciando il mio seno sul suo petto? Perché sfioro con le labbra il suo orecchio e gli dico se gli piaccio?
Starai mica tu, Margi, eccitando il ragazzo? Forse….sei tu che gli prendi le mani, le porti a stringerti la vita e poi torni a incrociare le tue dietro la sua nuca. “Ti piace il vestito, tesoro?” gli sussurro provocante.
“N-n-nonna …sei ….molto sexy….oh,…cioè….scusa….non volevo dire…..”
Tesoro, che si scusa, come se non fosse la sua patta a dire la verità.
Così confuso che quando premo con la coscia contro la sua erezione cerca di divincolarsi ma come unico risultato finisce con il cadere all’indietro sul divano. Con me sopra….
“Nonna ….” sussurra…..”Che fai….” Faccio quel che facevo ai miei boys dopo lo spettacolo…..sbottono piano i pantaloni…..tiro giù là zip….infilo la mano…..scopro e afferro quel bel pene lungo e duro….
“Nonna …no…che fai….” Ma le ultime parole sono smorzate dalla mia bocca sulla sua ..dal bacio appassionato che gli do….mentre già allargo le gambe…..mi sistemo sopra di lui….per abbandonarmi al più perverso degli incesti…..
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lamargi · 5 months
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A che età una donna non dovrebbe avere più voglie o non ha più diritto ad avere un giovane maschio nel suo letto la notte?
Io mi sento ancora calda e capace di sedurre. Voglio sedurre.
Specialmente se mi trovo, di notte, nel bar di un grande albergo di lusso e a servirmi, il ragazzo del bar, poco più che ventenne, belloccio, scopabilissimo, anche se forse pensa che potrei essere sua nonna. E come diventa rosso quando gli chiedo un altro drink e quando gli sorrido incrociando il suo sguardo che mi ha appena sbirciato il seno. È un ragazzo educato, bello ma forse un po’ timido con le ragazze. Un ragazzo che guarda per un istante, ma poi distoglie gli occhi impacciato, quando tiro su la gonna per fargli vedere il bordo della calza autoreggente.
Un ragazzo troppo per bene, per riuscire a capire quanta malizia nascondo quando fingo di aver bevuto troppo e gli chiedo se può accompagnarmi fino alla mi camera.
Il bar ha chiuso. Sale con me in ascensore cercando di non farsi notare che mi osserva. Davanti la porta della mia camera sta per dirmi “Buonanotte signora”.
Non fa in tempo a finire la frase. Gli afferro la cravatta e lo tiro dentro in camera con me. La porta si è appena chiusa dietro di noi che già lo spingo spalle al muro e gli metto la lingua in bocca. Mi diverte sempre la sorpresa di un ragazzo che subisce un assalto sessuale. Gli stringo il pacco con una mano, è già duro.
“Signora”, balbetta, ma gli sto già togliendo la camicia, dopo la giacca da barman, e resta a petto nudo. Glielo graffio con le unghie, poi le dita proseguono fino alla cintura, la sfilo e poi i pantaloni…
“Devo toglierti io anche gli slip?” Gli sussurro provocante continuando a carezzargli con la mano il pene sempre più duro…
“Signora” dice per la terza volta, ultimo tentativo di arginare la mia prepotenza. Ma è tardi, è già nudo, ho già tirato sul il vestito e l’ho guidato tra le mie cosce. Lo stringo tra le gambe, incrociandole sulla schiena e bloccandolo dentro di me.
“Se ti comporti bene questa notte ti darò una gran mancia…..- gli sussurro stringendolo ancora più forte - ma sappi che soffro di insonnia …..”
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lamargi · 5 months
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Innamorarsi del proprio figlio, desiderarlo, non è una cosa lecita, no…
Eppure mi è successo, ci è successo.
Un matrimonio infelice. Una incompatibilità che era esplosa subito, quando lui mi aveva detto di non volere figli. Io invece si. Alla fine, era arrivato, quando già ormai avevo capito che il matrimonio era fallito. Ma non mi importava nulla, perché c’era Alex, finalmente. Mio marito non lo ha mai amato. E Alex da subito si è rivelato diverso da suo padre ed è stato solo della sua mamma.
Lo sentivo già da adolescente quando mi abbracciava che tra noi c’era una corrente speciale. E più ero sola e triste è più avrei voluto vivere una vita diversa….più era Alex che trovavo vicino a me.
Quel che doveva succedere è successo. È diventato il mio amante. Io, la sua donna.
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lamargi · 5 months
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- Che fai? Che guardi? Mi stai guardando il seno, amore?
Quella domanda diretta, finalmente, dopo settimane in cui i suoi occhi hanno accarezzato silenziosi e ingenui ogni centimetro che gli mostravo della mia pelle, del mio viso, del mio seno, delle mie cosce, lo imbarazza, lo sconcerta.
Arrossisce delicatamente, apre la bocca come per rispondere, ma non gli vengono parole…
- Pensi che sia ancora bello il seno di mamma amore?
Mi risponde con un lieve cenno del capo.
- Vuoi vederlo allora?
Ma non aspetto la risposta. Lo scopro. - Ti pace? Puoi toccarle se vuoi….non ki dispiace…
Sono io che gli prendo le mani e le porto sul mio seno. Me li faccio accarezzare. Il calore delle mani del mio ragazzo eccitano i capezzoli, facendoli diventare duri.
- Da bambino come ti ci attaccavi….
Lo prendo per mano, mi seggo sul bordo del letto e faccio sedere lui sul mio grembo, proprio come quando era piccolo.
Gli offro il seno da baciare. Spingo la sua testa finché le sue labbra non incontrano il capezzolo che spingo contro la sua bocca.
Comincia a baciarmi, piccoli baci, incerti prima, poi più intensi, più sensuali.
- Puoi succhiarmeli….
La,sua lingua lecca il capezzolo, l’areola, la pelle del seno. Lo invito a mordicchiarmelo, piano.
La mia mano scopre il suo,petto. Ricambio anche io, dedicandomi ai suoi, di capezzoli. Sono già eccitati. Li stuzzico, con le unghie, li accarezzo, li stringo, li graffio piano, lui freme e si inarca sotto le mie mani senza staccare la bocca dal mio seno.
Sotto la tuta ha una erezione enorme. Sono la sua mamma, non devo lasciarlo soffrire, devo occuparmi di lui…..gli abbasso la tuta, gli prendo il pene eretto in mano. Scopro delicatamente il glande, così rosso. Gli carezzo la punta con un dito, passo l’unghia sulla parte più sensibile del suo corpo. Lui aumenta l’intensità del bacio, ora succhia e morde e lecca..
Bastano solo un paio di carezze ancora per vederlo eiaculare. Potentemente. Si inarca e trema tra le mie braccia.
Ci guardiamo negli occhi. Come ho detto, non c’è bisogno di parlare per capirsi.
- Voglio fare l’amore con te, mamma, è il muto messaggio…
- È da quel giorno al parco che io lo voglio, vorrei dirgli, ma le parole non sono importanti
Lo spingo dolcemente a sdraiarsi sul letto, glielo prendo in bocca e torna già durissimo….ma voglio che sia mio….completamente…amore mio….penso…mentre salgo su di lui a cavalcioni, guidandolo dentro la mia figa bagnata…..
(3/fine)
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lamargi · 5 months
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È speciale il rapporto che c’è tra una madre e suo figlio. Diventa più speciale giorno dopo giorno, tra una madre separata e suo figlio che vivono insieme.
Mai avuto dubbi che lui sarebbe rimasto con me. Ancora meno vedendo la sua reazione dolce quando quel giorno al parco gli ho comunicato la mia decisione di separarmi da suo padre.
Dedicarmi a lui è per me una gioia. E finalmente accanto a me c’è un uomo capace di apprezzare le attenzioni che ho per lui. Capace di notare quando mamma si cura e si fa bella, capace di guardarmi, di starmi vicino, di non correre a guardare la tv e a rinchiudersi nel mutismo quando ho voglia di parlare.
Possiamo guardarci negli occhi, senza parlare, e sentire quanto forte è il rapporto tra di noi, ora che siamo soli, tra mamma e figlio. Tra una donna e un giovane uomo.
Tra una femmina….che comincia a sentirsi calda…..quando scorge suo figlio guardarle le gambe, il seno, che glieli mette sotto gli occhi, accorciando le gonne, indossando camicette e maglie sempre più attillate…
Una mamma che la sera, sul divano, a guardare la tv, abbraccia suo figlio…..lo accarezza, gli dà piccoli baci sul collo, deliziata nel sentirne i brividi, orgogliosa nel vederne l’erezione….ops…volevo dire la reazione….
(2/continua)
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lamargi · 6 months
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“Accidenti, che figo!”
Due sorelle gemelle, due gocce d’acqua come noi, pensano le stesse cose nello stesso momento e basta loro scambiarsi un’occhiata per sapere cosa stiamo pensando.
Il pensiero è per nostro nipote, che è venuto a prenderci all’aeroporto. Lo avevamo lasciato un bambino, lo ritroviamo un bel ragazzo. Siamo tornate per qualche giorno nella città dove vivono ancora nostra sorella e lui. E lui è venuto a prenderci per accompagnarci nella vecchia casa di famiglia dove staremo.
Ci saluta impacciato, dobbiamo incoraggiarlo noi perché ci dia un bacino sulle guance, si vede che è un po’ timido.
Quando ci precede con i nostri bagagli, un altro rapido sguardo tra noi che vuole dire: “ma che bel sedere!”
Ma anche lui deve essere contento di ritrovare come zie due belle donne, a giudicare dalle occhiatine che ci lancia quando saliamo in macchina.
Quando siamo a casa, sistemati i bagagli, gentile e servizievole ci prepara un caffè. Lo facciamo sedere sul divano del vecchio salone di famiglia, tra di noi.
È così delizioso nel suo sforzo di non dare a vedere che i suoi occhi non sanno dove posarsi, sui nostri seni o sulle gambe. Il poverino non capisce che le sue zie lo stanno provocando, ora scoprendo le cosce e tirando su la gonna ora gonfiando il seno sotto la giacca del tailleur.
Balbetta chiedendoci dove vorremmo andare a cena stasera, dato che nostra sorella gli ha detto di mettersi a nostra disposizione e di farci da autista.
Nello sguardo che ci scambiamo c’è la domanda: “gli mettiamo le mani addosso ora che è nostro o lo seduciamo dopo cena facendolo salire in casa con 7na scusa?” Nel sorriso reciproco c’è la risposta: “Perché rimandare a dopo il piacere, che possiamo prenderci ora …e anche dopo?”
Ma lui non può interpretare gli sguardi e i sorrisi delle zie.
Resta così sorpreso quando, alzatosi in piedi, sente che una di noi due lo abbraccia stretto da dietro…..
Ed è ancora più sconcertato nel vedere l’altra zia che comincia a sbottonare e toglierli i pantaloni….
“Zie, ma cosa…che fate?” sono le parole che debolmente pronuncia mentre viene portato a forza sul letto….
Nelle ore successive la sua bocca sarà troppo occupata per poter dire altro (per non parlare del suo pene….)
La città, in fondo, la conosciamo, l’unico turismo che ci interessa adesso….è quello sessuale.
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lamargi · 7 months
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C’è un momento chiave nella vita di ogni ragazzo: quando la mamma gli comunica che si separerà dal padre. Qualunque cosa dica la mamma, comunque spieghi o giustifichi questa decisione, molti ragazzi reagiranno provando dispiacere o vero e proprio dolore davanti alla prospettiva della propria famiglia che si rompe. Altri ragazzi saranno tristi, ma anche, contemporaneamente, proveranno un po’ di contentezza nel pensare che, adesso, potranno avere solo per sè stessi la compagnia e le attenzioni di mamma, potranno dedicarsi essi alla mamma, potranno farle compagnia, proteggerla, ….prendere il posto del papà…
Il giorno che lo dissi a mio figlio lo portai a fare una passeggiata nel parco. Seduti su una panchina gli spiegai le mie ragioni.
- Cosa succederà adesso?, chiese.
Lo guardai. I nostri occhi si fissarono gli uni in quelli dell’altra. Sentivamo, tutti e due, che cominciava una nuova vita, in cui saremmo stati uno per l’altra, ci saremmo sostenuti e fatti compagnia a vicenda, dividendo i momenti della giornata….la vita …insieme….
Il suo sguardo scivolò per un attimo sulla scollatura …poi sulle gambe.
- Niente, gli risposi accarezzandogli i capelli e il viso.
Non saprei dire se in quel momento lo pensavo davvero……
(1-continua)
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