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lanostraterra · 6 years
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La RNO “Fiume Ciane e Saline di Siracusa” si estende per circa 316 ha, all’interno del territorio comunale di Siracusa. E’ stata istituita con decreto dell’assessorato territorio ed ambiente della regione siciliana nr 86 del 14 marzo 1984. All’art. 2 del decreto istitutivo l’area è: “tipologicamente individuata come riserva naturale orientata al fine di salvaguardare e rivitalizzare il papiro lungo l’intero corso del fiume Ciane e conservare i valori ambientali della zona umida delle Saline di Siracusa”. Nello stesso provvedimento la gestione è affidata alla provincia regionale di Siracusa. La Riserva è anche un Sito d’importanza comunitaria (SIC) della rete Natura 2000, individuato dal codice ITA090006 “Saline di Siracusa e Fiume Ciane”. (clicca qui per visualizzare la mappa)
Il fiume Ciane, il cui nome viene dal greco cyanòs, che significa azzurro, nasce a Cozzo Pantano, nella pianura alluvionale di Siracusa, dalle sorgenti Testa di Pismota e Testa di Pisma, quest’ultima, la principale, appare come un laghetto d’acqua di colore azzurro, sulle cui rive cresce il papiro.
I fiumi Ciane e Anapo sono legati da una leggenda, che si ricollega al mito di Persefone e del suo rapimento ad opera di Ade. La ninfa Ciane reagì al rapimento aggrappandosi al cocchio di Ade nel tentativo di trattenerlo, il dio incollerito, la percosse col suo scettro trasformandola in una doppia sorgente dalle acque color turchino. Il giovane Anapo, innamorato della ninfa Ciane vistosi liquefare la fidanzata, si fece mutare anch’egli nel fiume che ancor oggi, al termine del suo percorso si unisce nelle acque al Ciane, per versasi nel Porto Grande.
Accanto ad alcuni luoghi sono indicati i relativi “plus code”. Utilizzali come un indirizzo copiandoli sulla barra ricerche di Google Maps.
La fonte Pisma (26RM+RR Carrozziere, Siracusa SR) è il punto d’ingresso principale della RNO, un casotto in legno realizzato dall’ente gestore dovrebbe garantire la presenza del personale destinato all’accoglienza ed alla vigilanza ma generalmente è chiuso.
Altra realizzazione dell’ente gestore alla fonte del Ciane è una passerella in legno per facilitare la veduta di parte del corso d’acqua che in realtà risulta quasi invisibile per la folta vegetazione. Sempre dalla fonte parte anche un sentiero di 2,7 km  che costeggia il corso del fiume fino alla vecchia presa del consorzio di bonifica.
  Percorso il sentiero, una piacevole camminata su terreno pianeggiante, di non più di un’ora, si giunge alla vecchia centrale di sollevamento delle acque, utilizzate dal consorzio di bonifica delle paludi Lisimelie per scopi irrigui. Anche qui è presente un casotto, abbastanza fatiscente e anch’esso sprovvisto di personale, ed una piccola area attrezzata completamente vandalizzata e con numerosi rifiuti dispersi nell’area.
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Raggiunta la vecchia centrale di sollevamento delle acque non è possibile proseguire su sentieri per raggiungere la foce del fiume o le saline, occorre percorre la strada Mammaiabica per arrivare dopo circa 1,5 km al punto di accesso da cui è possibile effettuare (a pagamento) escursioni in barca (3738+G5 Siracusa, Provincia di Siracusa).
L’ente gestore ha disposto, ormai dal 2015, la non navigabilità del Ciane cosicché l’escursione in barca, affidata ad una società cooperativa locale, parte dal canale Mammaiabica e viene svolta alla foce, sul porto grande e sul vicino Anapo.
Dalla foce del Ciane per raggiungere le Saline non c’è alternativa al percorrere la SS 115 e la Via Lido Sacramento, strade asfaltate e con grosso traffico veicolare, sprovviste di piste riservate o marciapiedi.
L’ingresso alle saline (27VG+V6 Carrozziere, Siracusa SR) non è dotato di parcheggio, e l’unica possibilità di visita consiste nel percorrere la traversa Caderini una lingua di asfalto lunga circa 400 mt che sovrasta da un lato le saline e dall’altro domina una bellissima veduta della città di Siracusa. Esiste un solo fatiscente capanno di osservazione, posto proprio a ridosso della strada che conduce al faro.
A ridosso del faro Caderini (27XF+49 Carrozziere, Siracusa SR) la più grande occasione perduta per la riserva: il centro visite ! Realizzato attraverso un progetto europeo PIT (Piani Integrati Territoriali) del 2002, dell’importo di 1.050.000 Euro, prevedeva “per l’istituzione di un iter turistico – culturale denominato “Via del Sale”, l’acquisizione delle aree delle Saline e dei fabbricati rurali in esse insistenti, lavori di ristrutturazione dei fabbricati, la realizzazione di percorsi naturalistici, di punti di osservazione, per favorire la visita e l’escursione nelle aree interessate. In particolare i fabbricati sono destinati ad ospitare: – il centro direzionale della Riserva, comprendente un salone per le attività formative, informative, didattiche ed espositive delle tematiche della Riserva e del territorio provinciale; – locale per uffici e servizio operativo per il personale interno; – un magazzino; – servizi igienici destinati per sesso e per disabili. I due fabbricati minori sono destinati a magazzini e punti di osservazione. L’esproprio delle saline e dei fabbricati, incide per un importo di € 641.000”.
Fonte:  http://www.provincia.siracusa.it/zoom_comunicati.asp?id=49
Queste le condizioni dell’opera, mai utilizzata, attaccata strutturalmente dai marosi e parzialmente crollata:
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Soffermarsi sulle specificità faunistiche della RNO o sull’importanza della conservazione del papiro appare quasi superfluo considerando lo stato generale di questa riserva. L’abbandono e l’incuria sono i soli elementi ricorrenti in gran parte dell’area protetta, un imperdonabile occasione perduta non solo dal punto di vista protezionistico ma anche, per una riserva posta a pochi km dal centro storico di Siracusa, per le sue potenzialità nel campo del turismo sostenibile.
RNO “Fiume Ciane e Saline di Siracusa” La RNO "Fiume Ciane e Saline di Siracusa" si estende per circa 316 ha, all'interno del territorio comunale di Siracusa.
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lanostraterra · 6 years
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La RNO “Fiume Ciane e Saline di Siracusa” si estende per circa 316 ha, all’interno del territorio comunale di Siracusa. E’ stata istituita con decreto dell’assessorato territorio ed ambiente della regione siciliana nr 86 del 14 marzo 1984. All’art. 2 del decreto istitutivo l’area è: “tipologicamente individuata come riserva naturale orientata al fine di salvaguardare e rivitalizzare il papiro lungo l’intero corso del fiume Ciane e conservare i valori ambientali della zona umida delle Saline di Siracusa”. Nello stesso provvedimento la gestione è affidata alla provincia regionale di Siracusa. La Riserva è anche un Sito d’importanza comunitaria (SIC) della rete Natura 2000, individuato dal codice ITA090006 “Saline di Siracusa e Fiume Ciane”. (clicca qui per visualizzare la mappa)
Il fiume Ciane, il cui nome viene dal greco cyanòs, che significa azzurro, nasce a Cozzo Pantano, nella pianura alluvionale di Siracusa, dalle sorgenti Testa di Pismota e Testa di Pisma, quest’ultima, la principale, appare come un laghetto d’acqua di colore azzurro, sulle cui rive cresce il papiro.
I fiumi Ciane e Anapo sono legati da una leggenda, che si ricollega al mito di Persefone e del suo rapimento ad opera di Ade. La ninfa Ciane reagì al rapimento aggrappandosi al cocchio di Ade nel tentativo di trattenerlo, il dio incollerito, la percosse col suo scettro trasformandola in una doppia sorgente dalle acque color turchino. Il giovane Anapo, innamorato della ninfa Ciane vistosi liquefare la fidanzata, si fece mutare anch’egli nel fiume che ancor oggi, al termine del suo percorso si unisce nelle acque al Ciane, per versasi nel Porto Grande.
Accanto ad alcuni luoghi sono indicati i relativi “plus code”. Utilizzali come un indirizzo copiandoli sulla barra ricerche di Google Maps.
La fonte Pisma (26RM+RR Carrozziere, Siracusa SR) è il punto d’ingresso principale della RNO, un casotto in legno realizzato dall’ente gestore dovrebbe garantire la presenza del personale destinato all’accoglienza ed alla vigilanza ma generalmente è chiuso.
Altra realizzazione dell’ente gestore alla fonte del Ciane è una passerella in legno per facilitare la veduta di parte del corso d’acqua che in realtà risulta quasi invisibile per la folta vegetazione. Sempre dalla fonte parte anche un sentiero di 2,7 km  che costeggia il corso del fiume fino alla vecchia presa del consorzio di bonifica.
  Percorso il sentiero, una piacevole camminata su terreno pianeggiante, di non più di un’ora, si giunge alla vecchia centrale di sollevamento delle acque, utilizzate dal consorzio di bonifica delle paludi Lisimelie per scopi irrigui. Anche qui è presente un casotto, abbastanza fatiscente e anch’esso sprovvisto di personale, ed una piccola area attrezzata completamente vandalizzata e con numerosi rifiuti dispersi nell’area.
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Raggiunta la vecchia centrale di sollevamento delle acque non è possibile proseguire su sentieri per raggiungere la foce del fiume o le saline, occorre percorre la strada Mammaiabica per arrivare dopo circa 1,5 km al punto di accesso da cui è possibile effettuare (a pagamento) escursioni in barca (3738+G5 Siracusa, Provincia di Siracusa).
L’ente gestore ha disposto, ormai dal 2015, la non navigabilità del Ciane cosicché l’escursione in barca, affidata ad una società cooperativa locale, parte dal canale Mammaiabica e viene svolta alla foce, sul porto grande e sul vicino Anapo.
Dalla foce del Ciane per raggiungere le Saline non c’è alternativa al percorrere la SS 115 e la Via Lido Sacramento, strade asfaltate e con grosso traffico veicolare, sprovviste di piste riservate o marciapiedi.
L’ingresso alle saline (27VG+V6 Carrozziere, Siracusa SR) non è dotato di parcheggio, e l’unica possibilità di visita consiste nel percorrere la traversa Caderini una lingua di asfalto lunga circa 400 mt che sovrasta da un lato le saline e dall’altro domina una bellissima veduta della città di Siracusa. Esiste un solo fatiscente capanno di osservazione, posto proprio a ridosso della strada che conduce al faro.
A ridosso del faro Caderini (27XF+49 Carrozziere, Siracusa SR) la più grande occasione perduta per la riserva: il centro visite ! Realizzato attraverso un progetto europeo PIT (Piani Integrati Territoriali) del 2002, dell’importo di 1.050.000 Euro, prevedeva “per l’istituzione di un iter turistico – culturale denominato “Via del Sale”, l’acquisizione delle aree delle Saline e dei fabbricati rurali in esse insistenti, lavori di ristrutturazione dei fabbricati, la realizzazione di percorsi naturalistici, di punti di osservazione, per favorire la visita e l’escursione nelle aree interessate. In particolare i fabbricati sono destinati ad ospitare: – il centro direzionale della Riserva, comprendente un salone per le attività formative, informative, didattiche ed espositive delle tematiche della Riserva e del territorio provinciale; – locale per uffici e servizio operativo per il personale interno; – un magazzino; – servizi igienici destinati per sesso e per disabili. I due fabbricati minori sono destinati a magazzini e punti di osservazione. L’esproprio delle saline e dei fabbricati, incide per un importo di € 641.000”.
Fonte:  http://www.provincia.siracusa.it/zoom_comunicati.asp?id=49
Queste le condizioni dell’opera, mai utilizzata, attaccata strutturalmente dai marosi e parzialmente crollata:
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Soffermarsi sulle specificità faunistiche della RNO o sull’importanza della conservazione del papiro appare quasi superfluo considerando lo stato generale di questa riserva. L’abbandono e l’incuria sono i soli elementi ricorrenti in gran parte dell’area protetta, un imperdonabile occasione perduta non solo dal punto di vista protezionistico ma anche, per una riserva posta a pochi km dal centro storico di Siracusa, per le sue potenzialità nel campo del turismo sostenibile.
RNO "Fiume Ciane e Saline di Siracusa" La RNO "Fiume Ciane e Saline di Siracusa" si estende per circa 316 ha, all'interno del territorio comunale di Siracusa.
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lanostraterra · 6 years
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Concessione del faro di "Murro di porco"
Concessione del faro di “Murro di porco”
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Risale al 23 giugno 2016 la notizia dell’affidamento del faro di Murro di Porco a Siracusa, dopo regolare gara indetta dall’agenzia del demanio, proprietaria dell’immobile, per la realizzazione di un resort di lusso con annesso ristorante.
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E’ invece di questi giorni la notizia che, a seguito di quell’affidamento, l’ex ministro dell’ambiente On. Stefania Prestigiacomo, presenterà un’interrogazione…
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lanostraterra · 6 years
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Finalmente il finanziamento per la riapertura di Cava Grande
Finalmente il finanziamento per la riapertura di Cava Grande
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Il 25 giugno del 2014, un vasto incendio distrusse migliaia di ettari di flora all’interno della riserva naturale Cavagrande del Cassibile. A seguito di quell’incendio venne emanata un’ordinanza da parte dell’ente gestore che vietava, e ancor oggi vieta, l’accesso al canyon attraverso l’ingresso principale, il sentiero “Scala Cruci”, per presunti pericoli di frane. In realtà, in questi quattro…
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lanostraterra · 6 years
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Palazzolo: Agrimontana 2018
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La tradizionale manifestazione autunnale “Agrimontana – I Sapori degli Iblei” di Palazzolo Acreide si svolgerà quest’anno il 19/20/21 ottobre 2018.
L’Agrimontana è la festa autunnale del mangiar bene di Palazzolo, un appuntamento che unisce tradizione e cucina con la bellezza dei luoghi, in uno dei borghi più belli d’Italia e patrimonio dell’umanità dell’UNESCO.
Un programma ricco di motivi…
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lanostraterra · 6 years
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La Riserva Naturale Orientata “Pantalica, Valle dell’Anapo e Torrente Cava Grande” è stata istituita con decreto dell’assessorato territorio e dell’ambiente della regione siciliana 482 del 25 luglio 1997. Ha una superficie complessiva di ha 3.712,07, ripartita in zona A (ha 1.743,95, pari al 46,98%) e zona B (ha 1.968,12, pari al 53,02%). Dal layer vettoriale delle riserve siciliane, recentemente digitalizzato, la superficie totale ammonta ad ha 3.988,60 cosi suddivisi:
* Sortino ha. 2.278,954 (64,97%) * Cassaro ha. 1.057,50 (22,58%) * Ferla ha. 246,875 (6,97%) * Buscemi ha. 88,125 (3,64%) * Palazzolo Acreide ha. 40,625 (1,64%)
L’art. 3 del decreto individua le ragioni dell’istituzione “al fine di tutelare: – le interessanti associazioni vegetali della platanetalia orientalis e le biocenosi igrofile; – una trota di incerta attribuzione tassonomica presente nelle acque del torrente Cava Grande e il cui areale di distribuzione sembra limitato a tale zona della Sicilia” Traducendo: per la tutela del platano orientale, dell’ecosistema presente lungo il corso d’acqua e la trota macrostigma.
Nel decreto istitutivo non si fa menzione dell’area archeologica di Pantalica che rientra tuttavia, almeno in parte, all’interno del perimetro della riserva. Area archeologica che nel 2005, assieme a Siracusa è stata dichiarata dall’UNESCO “Patrimonio dell’umanità”. Di fatto la RNO tutela sia gli aspetti naturalistici della valle dell’Anapo e del torrente Cava Grande, sia l’area archeologica su cui insistono importanti manufatti di età sicula, centro della cultura di Pantalica, e le successive presenze bizantine. Inoltre in base alla direttiva europea “Habitat” l’area dell’Anapo è stata dichiarata SIC (sito d’interesse comunitario) denominata ITA090009 “Valle del fiume Anapo, Cava grande del Calcinara, Cugni di Sortino” che, pur ricalcando in massima parte i confini della riserva, presenta nel complesso un estensione maggiore (4698 ha)
La Valle dell’Anapo presenta due ingressi: * Sortino “Fusco”, attraverso le SSPP 28 e 54, (42VW+3F Sortino, SR) * Cassaro-Ferla, attraverso la SS 124 e la SP 45, (4X34+2Q Cassaro, SR)
Accanto ad alcuni luoghi sono indicati i relativi “plus code”. Utilizzali come un indirizzo copiandolo sulla barra ricerche di Google Maps.
Lungo la valle scorre un gradevole percorso trekking di 13,8 km, sul tracciato della ferrovia dismessa Siracusa Vizzini. Lungo il percorso si incontrano le aree attrezzate : grotta, Cascitta, stazione Pantalica, Isola Coco, Isola Ardita. Rappresentano punti d’interesse:
* L’ex stazione di Pantalica * La confluenza tra il Calcinara e l’Anapo * Gli ambienti rupestri Specchi * La grotta della Stella * La “Villa delle rose“ * La diga sul fiume Anapo
Stazione di Pantalica
Torrente Calcinara
Case Specchi
Anche all’area archeologica è possibile accedere da due ingressi: da Ferla “Sella di Filiporto”, attraverso SR 11, (42M8+6W Sortino, SR) da Sortino “Pantalica Serramenzana”, attraverso SR 11, (42RP+GJ Sortino, SR)
     Punti d’interesse archeologici
Provenendo da Ferla:
Necropoli di San Martino (4WFW+32 Ferla, SR)
  Nell’area demaniale regionale “Bosco di Giarranauti”:
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* Concerie bizantine * Abitato bizantino (4XPR+48 Sortino, SR) * Antico frantoio * Antico ovile * Case Giarranauti (42Q4+99 Sortino, SR) Prenotabile al sito: http://www.regione.sicilia.it/agricolturaeforeste/azforeste/rifugi.asp?id=36
Dal parcheggio Sella di Filiporto  (42M8+6W Sortino, SR)
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* La necropoli di Filiporto * Il fossato difensivo * L’oratorio e la necropoli di San Micidario (42J9+FF Sortino, SR ) * Il villaggio di San Nicolicchio (42JG+XG Sortino, SR) * Il palazzo del principe (Anaktoron) (42MG+M7 Sortino, SR) * La chiesa del Crocifisso (42RJ+8Q Sortino) * La grotta Trovata (42QM+J5 Sortino, SR) * La grotta dei pipistrelli (42RJ+53 Sortino, SR)
San Micidiario
Grotta dei pipistrelli
Anaktaron
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Platano orientale
Dal punto di vista ambientale appare significativa la presenza di formazioni forestali di notevole interesse e valore naturalistico, rappresentate soprattutto dalla presenza di boschi ripariali a platano orientale e salici, da leccete, da boschi misti di leccio e carpino nero e da querceti della specie virgiliana.
La valle dell’Anapo e le cave limitrofe rappresentano per molti vertebrati un vero e proprio sito di rifugio e nidificazione, consentendo la sopravvivenza e la riproduzione di specie come l’istrice, la martora, numerosi rapaci sia diurni che notturni, la coturnice siciliana, la testuggine terrestre, il colubro leopardino e la raganella.
La grotta dei pipistrelli ospita il Rinolofo maggiore, specie gravemente minacciata di estinzione, il Rinolofo minore, specie vulnerabile, e il Rinolofo di Mehely, specie molto rara in tutto il territorio nazionale. Infine degna di nota la presenza della trota macrostigma che ha sui torrenti di Pantalica uno dei suoi pochi habitat superstiti.
Trota Macrostigma
Rinolofo di Mehely
La RNO è gestita, sin dalla sua istituzione, dal dipartimento regionale azienda foreste demaniali (DRAFD) divenuto dal 2013, dipartimento regionale dello sviluppo rurale e territoriale. Nella sua ormai ventennale gestione, l’ente ha avviato numerosi progetti di tutela e valorizzazione: dalla iniziale tabellazione perimetrale della riserva e la recinzione di tutte le aree demaniali ricadenti nella riserva, all’acquisto di appezzamenti di terreno in zona A lungo il tracciato della ex ferrovia. La bonifica delle pareti di ingresso della grotta dei pipistrelli e il ripristino delle opere di protezione. L’avvio di azioni di tutela del platano orientale contro il cancro colorato provocato dalla ceratocystis fimbriata. Presso la masseria “Case specchi” è stato attivato un centro visita, completo di sala convegni e servizi igienici, un museo etno-antropologico è stato approntato presso la ex stazione ferroviaria. Sono stati realizzati e sottoposti a manutenzione oltre venti chilometri di sentieri naturalistici a fruizione libera, muniti di apposita segnaletica.
Nel 2017 dai tre ingressi vigilati (1 Valle dell’Anapo “Fusco”, 2 Cassaro-Ferla “Ponte diga”,  3 Sortino ”Serramenzana”), mancando cioè tutti quei visitatori che hanno raggiunto Pantalica da Ferla, sono state registrate 42.704 presenze. 11.024 stranieri e 31.680 italiani. Fonte: Dipartimento regionale dello sviluppo rurale e territoriale, Servzio 15, UO 3.
Gli elementi di criticità dell’area di maggior impatto sono rappresentati dagli incendi ricorrenti e dal pascolo abusivo, meno importanti, ma presenti, sono l’esercizio del bracconaggio e della pesca di frodo, il taglio non autorizzato di piante, i movimenti terra, e i prelievi di acque superficiali. Andrebbe sicuramente implementato il servizio di controllo delle attività dei visitatori, specie nei mesi estivi e lungo tutto il percorso della Valle dell’Anapo, mediante la presenza di personale del corpo forestale e/o volontari con compiti di vigilanza. Rappresentano infatti elementi di criticità derivanti dalla fruizione: il campeggio non autorizzato, l’abbandono di rifiuti e il danneggiamento dei manufatti. La riserva appare ben gestita e abbastanza curata, è indubbio che è stato posto un notevole impegno nel rendere la riserva fruibile, con un giusto bilanciamento tra le necessità protezionistiche e quelle di accessibilità, proprie di una riserva orientata.
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RNO Pantalica, Valle dell’Anapo e Torrente Cava Grande La Riserva Naturale Orientata “Pantalica, Valle dell’Anapo e Torrente Cava Grande” è stata istituita con decreto dell’assessorato territorio e dell’ambiente della regione siciliana 482 del 25 luglio 1997.
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lanostraterra · 6 years
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Aree protette siciliane. I dati numerici
Aree protette siciliane. I dati numerici
Iniziamo con questo articolo un dossier sulle aree protette in Sicilia, parlando di numeri, per inquadrarne inizialmente, estensioni, localizzazioni ed enti gestori. Nei prossimi articoli scenderemo nel dettaglio delle singole riserve analizzandone punti di forza e deficit, sia in chiave di tutela che di fruizione.
PARCHI NAZIONALI
L’unico parco nazionale dell’Isola è quello di Pantelleria ist…
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lanostraterra · 6 years
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La fondazione Federico II, istituita nel 1996 è un ente di diritto pubblico, della Regione Siciliana e “Organo culturale e informativo dell’Assemblea Regionale Siciliana”. All’interno del progetto interregionale “Itinerari federiciani”, cofinanziato dal ministeri dei beni culturali, ha promosso la valorizzazione dei siti siciliani con l’iniziativa “Sulle orme di Federico II. Un viaggio culturale attraverso la Sicilia”. Nella sua breve permanenza in Sicilia, Federico II, nonostante la sua visione illuminata e la sua vocazione multiculturale, si è particolarmente distinto per le sue campagne militari, per la definitiva conquista dell’Isola e la cacciata e la deportazione degli ultimi Musulmani. Per conseguire questi obiettivi si è impegnato nella costruzione di castelli e fortezze tesi alla difesa e al controllo del territorio. In Sicilia oltre ai manieri fatti costruire di sana pianta su precise indicazioni dell’Imperatore svevo e a quelli sui quali i suoi architetti sono intervenuti, trasformando o rafforzando strutture preesistenti, si sono aggiunti castelli e fortezze ampliati o edificati di sana pianta nel periodo successivo alla presenza di Federico II, quando però era ancora dominante la sua lezione di architettura castrale. L’obiettivo dell’itinerario resta quello di far conoscere un patrimonio storico-architettonico straordinario e di attraversare paesi, borghi e luoghi, a volte sconosciuti, tutti da scoprire.
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Le tappe di questo itinerario comprendono 20 siti siciliani: Palermo, Monte Jato, Salemi, Castelvetrano, Menfi, Giuliana, Cefalù, Patti, Milazzo, Messina, Monteforte San Giorgio, Scaletta Zanclea, Montalbano Elicona, Agira, Enna, Gela, Catania, Lentini, Augusta e Siracusa.
In Sicilia orientale consigliamo una visita a: 
SIRACUSA Castello Maniace
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Tra le architetture militari dei tempi di Federico II, il Castello Maniace a Siracusa è senza dubbio il più noto. Si trova nella propaggine estrema di Ortigia come elemento di controllo del porto. Il sito fu costruito, per volere dello stesso sovrano svevo, nel luogo dove il comandante bizantino Giorgio Maniace, nel 1038, aveva fatto edificare una fortificazione quando liberò, seppur per breve tempo, la città dal dominio arabo. La struttura federiciana, di foggia quadrata con quattro torri angolari cilindriche, prese spunto da costruzioni ed elementi architettonici derivanti dalla cultura araba. Al sito si accede tramite un portale strombato e ogivale in marmo dove campeggia l’aquila spagnola giustapposta nel 1614. In questo Castello, posizionati sulle mensole, ai lati del portale, erano i due famosi arieti bronzei ellenistici dei quali l’unico esemplare superstite è oggi al museo archeologico regionale di Palermo “A. Salinas”. Accedendo al sito si percepisce la complessa storia, fatta di aggiunte posteriori al periodo svevo, di cui rimangono le due navate voltate a crociera in prossimità dell’area meridionale. ll Castello Maniace fu costruito tra il 1232 e il 1239 e Federico Il ne affidò il progetto e la responsabilità dei lavori all’architetto Riccardo da Lentini, nello stesso periodo in cui vennero costruiti ex novo o emancipati gli altri castelli federiciani di Sicilia e d’ltalia. L’edificio ebbe il compito di fungere da baluardo di difesa per la zona meridionale dell’impero, mantenendo la funzione di residenza per la corte itinerante di Federico II.
Per informazioni: 0931/464420 www.ortigia.it/contenuti/tour/22-castellomaniace.html Visite: Lunedì dalle 14,00 alle 19,00 (chiusura biglietteria 18,00) Da martedi a sabato dalle 8,30 alle 13,45 (chiusura biglietteria alle 13,00) Costo biglietti: intero Euro 4,00; ridotto Euro 2,00
CATANIA Castello Ursino
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Nel 1239 l’architetto Riccardo da Lentini, praepositus aedificiorum, supervisore delle fabbriche di Federico ll e grande esperto di architettura poliorcetica, diede inizio ai lavori del Castello. Chiamato dal 1255 castrum Ursinum, fu impiegato come sede regia dai sovrani aragonesi Federico I, Federico IV, Ludovico e Pietro lI. Il sito possiede le caratteristiche tipiche dell’architettura dei castelli federiciani, con struttura rigorosa mente geometrica e regolare, rifacendosi in alcuni elementi, quali la pianta, alla tradizione costruttiva omayyade, L’impianto è quadrato con quattro corpi di fabbrica di forma regolare edificati ai lati del cortile centrale, con quattro torri cilindriche poste agli angoli e con due semitorri mediane che un tempo dovettero essere quattro. Nonostante i vari restauri apportati nel corso dei secoli, rimane evidente che il lato settentrionale, quello maggiormente esposto agli assalti del nemico, venne costruito in origine privo di finestre; probabilmente le aperture sugli altri lati del Castello dovettero essere strombate, secondo regole costruttive militari che avrebbero reso più difficoltosi gli assalti dall’esterno- Sopra la porta d’accesso è presente un’aquila che ghermisce una lepre, simbolo che spesso Federico Il utilizzerà come manifesto del proprio potere.
Per informazioni: 095/345830  www.comune.catania.it Visite: lunedì/venerdì dalle ore 9,00 alle ore 19,00 sabato e domenica dalle ore 9,00 alle ore 13,00 Costo biglietti: intero Euro 8,00; ridotto scolaresche Euro 3,00
SCALETTA ZANCLEA (ME) Castello Rufo Ruffo
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L’edificio, dalle prerogative originariamente militari, sorge su una collina circondata da valli che rendono il sito praticamente inespugnabile; solo una mulattiera dal lato orientale concede tuttora la possibilità di accedere al Castello. La realizzazione della struttura, nel 1220 circa, si deve a Federico II che la affidò a Matteo Selvaggio. Proprietario del Castello nel 1397 sarà Salimbene de Marchisio, che pronunciò la sentenza di morte di Andrea Chiaramonte, vicario del Regno. Il sito acquisì ulteriore notorietà nel 1535, anno in cui l’imperatore Carlo V d’Asburgo vi soggiornò durante la sua visita nel Regno di Sicilia. Dal 1672 e fino al 1812 (anno di soppressione del feudalesimo) Scaletta divenne territorio del principe Ruffo.
Per informazioni: 090/9596721 www.comunescalettazanclea.it Orari di visita: lunedì/sabato mattina dalle ore 9,00 alle ore 12,00; venerdì e sabato pomeriggio dalle ore 17,00 alle 20,00 domenica mattina dalle ore 9,00 alle ore 12,00 Costo biglietto: intero Euro 2,00 ; ridotto Euro 1,00 (bambini dai 7 ai 14 anni, scolaresche non inferiori ai 15 paganti, visitatori oltre i 65 anni)
“Sulle orme di Federico II. Un viaggio culturale attraverso la Sicilia” La fondazione Federico II, istituita nel 1996 è un ente di diritto pubblico, della Regione Siciliana e…
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lanostraterra · 6 years
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Le vie dei tesori 2018
Le vie dei tesori 2018
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Le VIE DEI TESORI è il più grande festival italiano dedicato alla valorizzazione del patrimonio culturale, monumentale e artistico delle città. Giunto alla dodicesima edizione, il festival è nato e si è sviluppato nella città di Palermo e quest’anno si svolgerà in tutta la Sicilia, aprendo al pubblico oltre 400 luoghi di interesse artistico, storico e monumentale in gran parte inediti.
L’edizione…
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lanostraterra · 6 years
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Fiera agricola mediterranea di Ragusa Si terrà a Ragusa presso il Foro Boardi C.da Nunziata, dal 28 al 30 settembre 2018 la 44^ edizione della Fiera Agroalimentare Mediterranea.
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lanostraterra · 6 years
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I cammini francigeni di Sicilia
I cammini francigeni di Sicilia
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Lo studio delle antiche vie di comunicazione è uno strumento utile alla ricostruzione della storia economica e sociale di un intero territorio. Dunque tracciare, recuperare e ripercorrere le antiche strade, oltre ad avere un alto valore storico e culturale, può rappresentare un’incredibile occasione per incentivare il turismo anche in zone meno frequentate. È quello che sta accadendo in questi…
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lanostraterra · 6 years
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I sentieri di Vendicari
I sentieri di Vendicari
La Riserva naturale orientata “Oasi Faunistica di Vendicari” è sita in provincia di Siracusa all’interno del comune di Noto. Prevista da una legge della Regione Sicilia del maggio 1981, è stata ufficialmente istituita nel 1984, dopo numerose lotte di associazioni ambientaliste e tortuosi passaggi burocratici.
            All’interno della riserva sono attivi tre sentieri naturalistici che vi…
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lanostraterra · 6 years
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"Omaggio a Cava Grande" 2018
“Omaggio a Cava Grande” 2018
Anche quest’anno dal 18 agosto al 9 settembre su iniziativa delle associazioni Acquanuvena, Archeoclub, Club alpino italiano, Legambiente, LIPU, NotoAmbiente e Sciami si terranno escursioni laboratori e concerti per “rendere omaggio” alla Cava Grande del Cassibile.
ESCURSIONI 
Sabato 18 agosto ore 8,30 – P. Marconi – Noto Uruvu u tunnu (Carubella) Facile (Escursione per ragazzi) Archeoclub-Noto (L…
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lanostraterra · 6 years
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Il metodo naturale di educazione fisica, meglio conosciuto come metodo Hèbert, è un’azione metodica e progressiva che vuole assicurare lo sviluppo fisico integrale, accrescere le resistenze organiche, valorizzare le attitudini, sviluppare le qualità di azione, finalizzando tutto il lavoro all’altruismo.
Fondato da Georges Hébert, ufficiale della marina francese, che nel corso dei suoi viaggi in terre lontane osservò che i popoli indigeni, malgrado conducessero un’esistenza piena di disagi, ma fisicamente molto attiva, possedevano qualità fisiche e morali eccezionali. Si convinse del valore che la vita a contatto con la natura e l’esecuzione di un’attività fisica giornaliera hanno per la formazione globale dell’uomo. Ideò così un metodo naturale di educazione fisica.
  Hébert nel 1903, entrato nell’Ecole de Gymnastique de la Marine a Lorient, gradualmente mette in pratica le sue idee personali. Dal 1907 al 1909 c’è un periodo di sperimentazione ed applicazione seguito da un biennio (1910-13) di perfezionamento tecnico-teorico. L’ultima tappa fu costituita dall’estensione e dall’applicazione del metodo naturale nelle scuole e nelle attività sportive includendo anche le donne e le ragazze. (1913).
In Italia il metodo venne introdotto nel 1949 dal belga Jean Hendrickx con un corso di tenutosi a Milano ad un gruppo di capi scouts che comprese le enormi potenzialità dell’Hebertismo lo diffusero rapidamente tra i loro ragazzi.
L’Hébertismo si svolge all’aria aperta, in ambiente naturale, su terreno libero o accidentato, superando gli ostacoli esistenti o costruiti col materiale più semplice, in piena libertà di movimento e senza l’ingombro di indumenti superflui. Il lavoro si effettua in continuo spostamento, con uno sforzo progressivo e regolato sulle capacità di ciascuno, nel rispetto del giusto rapporto fra carico di lavoro e periodo di recupero (alternanza degli sforzi) compiendo esercizi “naturali e utilitari”.
Il metodo naturale si propone non solo lo sviluppo delle capacità motorie ma anche delle qualità morali: coraggio, fiducia in se stessi, volontà, carattere. Inoltre esso, non mira ad uno sviluppo fisico fine a se stesso, ma alla preparazione delle persone affinché possano mettersi al servizio degli altri ed essere utili perché forti e preparate.
Il motto del Hèbertismo, infatti, è“essere forti per essere utili”
Clicca sulle immagini sotto per approfondire !
        Hebertismo: essere forti per essere utili Il metodo naturale di educazione fisica, meglio conosciuto come metodo Hèbert, è un’azione metodica e progressiva che vuole assicurare lo sviluppo fisico integrale, accrescere le resistenze organiche, valorizzare le attitudini, sviluppare le qualità di azione, finalizzando tutto il lavoro all’altruismo.
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lanostraterra · 6 years
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Siracusa: La "casa del libro Mascali" dichiarata libreria storica
Siracusa: La “casa del libro Mascali” dichiarata libreria storica
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Tutelare le librerie di lunga tradizione e interesse storico esistenti sul territorio italiano, questo l’obiettivo della direttiva ministeriale firmata dal ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini nel 2014. La Direttiva considera ‘librerie storiche’ quelle che rivestono un interesse particolarmente importante a causa del loro riferimento con la storia…
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lanostraterra · 6 years
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Siracusa: visite notturne alle catacombe
Siracusa: visite notturne alle catacombe
Dal 3 agosto al 2 settembre 2018, ripartiranno le visite notturne teatralizzate alle catacombe di San Giovanni a Siracusa. 1° visita alle 21,00 – 2° visita alle 22,30.
L’iniziativa ideata da Kairós è un percorso che aiuta a comprendere quanto complessa, storicamente significativa e ricca di esperienze fu la realtà di Siracusa e della sua comunità cristiana in epoca romana.
Tutto non sarà…
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