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Merlot dei Colli Orientali Friuli
Merlot dei Colli Orientali Friuli
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Il Merlot dei Colli Orientali Friuli è un vino rosso DOC prodotto nella regione Friuli-Venezia Giulia, in Italia. Questa zona di produzione si trova nella parte orientale della regione, ai piedi delle Alpi Carniche. Il Merlot dei Colli Orientali Friuli è prodotto principalmente con uve Merlot, anche se possono essere utilizzate piccole quantità di altre varietà di uva a seconda del disciplinare di produzione. Le viti sono coltivate su terreni argillosi e calcarei, con esposizione a sud-est, sud e sud-ovest. Il vino Merlot dei Colli Orientali Friuli si presenta di colore rosso rubino intenso, con un profumo intenso e fruttato di frutti rossi come ciliegie e prugne, accompagnati da note di spezie e vaniglia. Al gusto è pieno, corposo e morbido, con tannini ben equilibrati e un’acidità delicata. Grazie alle sue proprietà, il vino Merlot dei Colli Orientali Friuli è particolarmente adatto per accompagnare piatti di carne rossa, arrosti, formaggi stagionati e piatti di pasta con sughi di carne. La zona di produzione del vino Merlot dei Colli Orientali Friuli è caratterizzata da un clima fresco e ventilato, che contribuisce a mantenere l’acidità e l’equilibrio del vino. Inoltre, la presenza delle Alpi Carniche protegge le viti dai venti freddi e dalle gelate primaverili, favorendo una maturazione uniforme delle uve. In sintesi, il Merlot dei Colli Orientali Friuli è un vino rosso DOC prodotto nella regione Friuli-Venezia Giulia, in Italia, principalmente con 4 Grazie alle sue proprietà gustative e aromatiche, è particolarmente adatto per accompagnare piatti di carne rossa, arrosti, formaggi stagionati e piatti di pasta con sughi di carne. E’ riconosciuto con denominazione di origine controllata (DOC) come Colli Orientali del Friuli. Uve di produzione E’ prodotto, generalmente, mediante taglio di uva del vitigno Merlot (90%) con altre miste per un concorso complessivo del 10%. Non è perè escluso che qualche produttore vinifichi con sola uva Merlot. Il colore è un bel rosso rubino lucente, da giovane; invecchiando assume riflessi aranciati. L’odore prevalentemente vinoso, è assai gradevole e ricorda un poco quello dell’erba appena tagliata. Il sapore è asciutto, pieno di buon corpo. La gradazione alcolica varia a seconda delle annate: in quelle normali può arrivare ai 12°; in quelle buone (il 1974, ad esempio) tocca abbastanza agevolmente anche i 13°. Invecchiamento Il Merlot Colli Orientali del Friuli non si adatta a lunghissimo invecchiamento; sopporta invece assai bene, dopo la sosta di un anno in botte, 3 o 4 anni di bottiglia (molto usata la bordolese scura da tenersi orizzontalmente in cantina a media umidità, buia, tranquilla e a temperatura di 12-15 C). E’ tra il terzo e il quarto anno di imbottigliamento dopo aver rafforzato tutte le sue doti di origine. Degustazione Per una lieta degustazione, consiglio di tenere la bottiglia, tappata, a temperatura ambiente (18-20 C) per circa due ore; quindi di stapparla, lasciandola aperta per un’ora. Abbinamento cibo vino Il Merlot Colli Orientali del Friuli è un vino che si sposa bene con piatti di carne e formaggi stagionati. È inoltre un’ottima scelta per accompagnare piatti a … Leggi tutto
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Cabernet Friuli
Cabernet Friuli
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Il Cabernet Friuli è un vino rosso prodotto nella regione del Friuli-Venezia Giulia, nel nord-est dell’Italia. La sua storia risale agli anni ’70, quando la viticoltura in Friuli si stava sviluppando rapidamente e i produttori stavano cercando di sperimentare con nuove varietà di uve. Il Cabernet Friuli viene prodotto utilizzando l’uva Cabernet Sauvignon, una varietà di uva a bacca nera originaria della regione di Bordeaux, in Francia. In Friuli, l’uva Cabernet Sauvignon è stata adattata alle condizioni locali e alla tradizione vitivinicola della regione, dando vita ad un vino con un carattere unico. Il Cabernet Friuli si presenta di colore rosso rubino intenso, con note di frutta matura, spezie e vaniglia. Ha un sapore deciso, con tannini morbidi e un’ottima struttura. Viene spesso invecchiato in botti di legno per alcuni mesi o anni, per conferirgli maggiore complessità e profondità. Oggi il Cabernet Friuli è uno dei vini rossi più apprezzati del Friuli-Venezia Giulia, con una produzione concentrata principalmente nella zona delle Colline del Friuli. Si abbina perfettamente con carni rosse, selvaggina e formaggi stagionati, ma può essere anche gustato da solo, per apprezzarne appieno la complessità aromatica e gustativa. E’ riconosciuto con denominazione di origine controllata (DOC) come Grave del Friuli. Uve di produzione E’ prodotto mediante taglio di uva del vitigno Cabernet frane (85%) con altre locali per un concorso complessivo del 15%. Qualche produttore che tiene all’originalità di questo vino, impiega esclusivamente uva del vitigno Cabernet frane, o Cabernet Sauvignon. Il colore è un rosso rubino scintillante. L’odore molto gradevole, ricorda quello dell’erba fresca e appena falciata. Il sapore è caratteristico, fine, morbido e con percettibile accento erbaceo. La gradazione alcolica raggiunge normalmente i 12°. Invecchiamento Questo il trattamento di cantina: a vinificazione conclusa il Cabernet Grave del Friuli entra in botti di rovere della Croazia (Slavonia) per rimanervi circa un anno; trascorsa la sosta d’obbligo, viene imbottigliato in bordolesi molto scure che trovano idonea sistemazione in posizione orizzontale, in cantina buia, lontana dai rumori e a media umidità (12-14 C). Il limite massimo di riposo in bottiglia per questo vino che nobilita la produzione friulana, è solitamente di 4 anni. Tempi superiori sono a totale rischio del produttore che, anzichè constatare un miglioramento, potrebbe correre il pericolo di un danno irreparabile. Come degustare Per una buona degustazione, suggerisco di portare la bottiglia a temperatura ambiente  (18-20 C) e di tenervela, tappata, per circa 2 ore; quindi, di stapparla e di lasciarla aperta per altre 2 Ore. E’ bene versare molto delicatamente per evitare che, insieme al vino, entrino nel bicchiere depositi di fondo. Abbinamento cibo vino L’ottimo Cabernet Grave del Friuli si accompagna deliziosamente a carni rosse alla griglia e alla brace, a selvaggina di pelo (lepre, capriolo, camoscio) in salmis con contorno di polenta, a pollame nobile allo spiedo e arrosto. Come abbinamento, il Cabernet Grave del Friuli è perfetto per accompagnare piatti a base di carne, come ad esempio un buon arrosto di vitello, con patate al forno, funghi misti e una salsa di funghi. … Leggi tutto
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Astici alla Newbourg allo sherry
Astici alla Newbourg allo sherry
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Gli astici alla Newburgh sono un piatto pregiato a base di crostacei, salsa e brandy o sherry, che richiede un vino bianco strutturato o un vino rosso leggero con un buon equilibrio tra acidità e corpo. Ingredienti per quattro persone due astici di un chilo e mezzo circa complessivamente, un etto di burro, due tuorli, tre decilitri e mezzo di panna liquida, mezzo litro scarso di Sherry, tre cucchiai di olio, un pizzico di paprica, sale, pepe Per la preparazione del fumetto di pesce quattro etti di spine e ritagli di pesce, un pezzetto di cipolla, una manciatina di prezzemolo, vino bianco secco, sale, pepe in grani. Tempo necessario circa due ore e mezzo. Difficoltà: alta Preparazione Preparare prima il fumetto di pesce: mettere in una casseruola le spine pestate o tritate e i ritagli di pesce, unire la cipolla affettata e il prezzemolo, versare due decilitri circa di vino e tre decilitri d’acqua, salare, pepare e far prendere l’ebollizione. Cuocere per una mezz’ora, quindi filtrare il fumetto al passino fine (ne occorreranno circa tre decilitri e mezzo). Intanto spazzolare gli astici per togliere ogni traccia di terra, sabbia o alghe e lavarli a lungo in acqua corrente. Staccare con le mani la coda dal torace e tagliare, raso al corpo, le zampette e le chele; tagliare le code in tronchetti eliminando le estremità, spaccare le teste in due ed eliminare il sacchetto della sabbia. Conservare gli intestini (sostanza cremosa grigio verde). Scaldare venti grammi di burro e l’olio in un tegame, mettervi i tronchetti di astice, condirli con sale, pepe e paprica e cuocerli per dodici minuti a calore vivo, rivoltandoli. Eliminare buona parte del grasso di cottura, bagnare con lo Sherry, far ridurre di due terzi a fuoco vivo, aggiungere il fumetto di pesce e continuare la cottura, a calore dolce, per una ventina di minuti. Sgocciolare i tronchetti di astice su un piatto, far ridurre il fondo di cottura a due decilitri circa, incorporarvi i tuorli battuti a parte con la panna e far bollire dolcemente, mescolando con un cucchiaio di legno. Appena la salsa tende ad aderire al cucchiaio unire gli intestini degli astici impastati con il rimanente burro morbido, passare la salsa al setaccio di crine, mescolare rapidamente sul fuoco, versarla sui pezzi di crostaceo e portare subito in tavola, con un contorno di riso. Abbinamento Vini Ecco alcuni suggerimenti per l’abbinamento vino con gli astici alla Newburgh: Chardonnay: questo vino bianco strutturato ha un sapore morbido e burroso che si abbina bene con la cremosità della salsa e la delicatezza degli astici. Riesling: questo vino bianco aromatico ha un sapore fruttato e fresco che si abbina bene con la sapidità degli astici e la complessità della salsa. Sauvignon Blanc: questo vino bianco fresco e leggero ha una buona acidità che si abbina bene con la salsa e la delicatezza degli astici. Pinot Noir: questo vino rosso leggero ha una buona acidità e un sapore delicato che si abbina bene con la complessità della salsa … Leggi tutto
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Traminer Collio Goriziano
Traminer Collio Goriziano
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Traminer Collio Goriziano Il Traminer Collio Goriziano è un vino bianco prodotto nella regione del Friuli-Venezia Giulia, in Italia. Questo vino ha una storia antica che risale almeno al XVIII secolo, quando la zona era sotto il dominio dell’Impero austriaco. Il Traminer Collio Goriziano viene prodotto principalmente con l’uva Traminer Aromatico, che è coltivata sulle colline di terra calcarea della zona del Collio Goriziano. L’uva Traminer Aromatico è una varietà autoctona dell’area che produce vini bianchi aromatici e intensi, con note di frutta esotica, fiori e spezie. Durante il periodo austriaco, il Traminer Collio Goriziano era molto apprezzato dagli aristocratici che lo consideravano un vino di alta qualità. Nel corso dei secoli successivi, la produzione di vino nella regione subì diverse crisi, tra cui quella causata dalla fillossera nel XIX secolo. Negli anni ’70, il Traminer Collio Goriziano iniziò a diventare sempre più popolare grazie al lavoro di importanti produttori della zona, che svilupparono nuove tecniche di vinificazione e contribuirono a far conoscere questo vino in tutto il mondo. Oggi il Traminer Collio Goriziano è uno dei vini bianchi più apprezzati della regione e continua a essere prodotto con tecniche artigianali e tradizionali. Si tratta di un vino aromatico, con un sapore intenso e una buona acidità, che si abbina perfettamente con i piatti a base di pesce, i primi piatti e le verdure. E’ riconosciuto con denominazione di origine controllata (DOC) come Collio Goriziano. Uve di produzione è prodotto esclusivamente con uva del vitigno Traminer. Il colore è un giallo paglierino assai lucente. L’odore spiccatamente vinoso, speciale e caratteristico, richiama vagamente quello dei petali di rose molto profumate. Il sapore è aromatico, caratteristico, intenso e di buon corpo. La gradazione alcolica arriva normalmente ai 12-12,5°. In annate eccezionali, raggiunge anche i 13°. Invecchiamento Il Traminer del Collio Goriziano, non accetta l’invecchiamento: dopo alcuni mesi di sosta in botti di castagno ben stagionato, passa in bottiglie renane verdi è da tenersi in posizione orizzontale è dove è prudente non rimanga più di 2 anni, pena la decadenza, se non addirittura la perdita dei pregi naturali. Degustazione Si serve dopo un rapido passaggio della bottiglia in frigorifero (30 minuti circa). Abbinamento cibo vino Il Traminer Collio Goriziano è un vino di grande qualità, che riesce a soddisfare sia i palati più esigenti che quelli più tradizionali. Si abbina alla perfezione con piatti a base di pesce, carni bianche, formaggi freschi e piatti a base di verdure. In particolare, il Traminer Collio Goriziano si sposa alla perfezione con piatti a base di pesce. Si abbina bene con piatti a base di salmone, come ad esempio il salmone alla griglia con erbe aromatiche e limone. Anche piatti a base di gamberi e vongole sono particolarmente adatti abbinati a questo vino. La carne bianca è un altro alimento che si abbina molto bene con il Traminer Collio Goriziano. Questo vino si sposa alla perfezione con piatti di pollo, tacchino o coniglio, come ad esempio il pollo arrosto con erbe aromatiche o il coniglio in … Leggi tutto
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Anguille del birraio
Anguille del birraio
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L’anguilla del birraio è un piatto tradizionale della cucina tedesca, che si basa sull’anguilla affumicata servita con una salsa a base di birra. Per l’abbinamento vino con questo piatto, è importante scegliere un vino che sia in grado di bilanciare l’intensità del sapore dell’anguilla affumicata e che possa sposarsi bene con la salsa a base di birra. Ingredienti per quattro persone otto etti di anguille affumicate, trenta grammi di uvetta sultanina, un cucchiaino raso di farina, mezzo litro circa di latte, qualche cucchiaio d’olio, un bicchiere di birra tedesca scura. Tempo necessario circa un’ora e un quarto, più il tempo per far macerare le anguille. Difficoltà: 0D Nota: il grado di difficoltà delle ricette è espresso con i simboli D (facile esecuzione), OD (media difficoltà), ODO (ricetta che richiede una certa abilità). Preparazione Tagliare le anguille a pezzetti di circa cinque centimetri di lunghezza, metterle in una terrina, ricoprirle di latte e lasciarle macerare per una notte intera. Ammollare l’uvetta in poca acqua tiepida. Mettere al fuoco una casseruola con qualche cucchiaio di olio, farvi rosolare i pezzi di anguilla scolati dal latte, unire la birra e far sobbollire per qualche minuto; aggiungere l’uvetta sgocciolata dall’acqua, quindi incorporare, dopo qualche minuto, la farina. Mescolare bene e tenere in leggera ebollizione, mescolando di tanto in tanto, per circa venti minuti, fino a quando l’intingolo si sarà un poco addensato. Lasciar raffreddare bene la preparazione prima di servire. Abbinamento Vini Ecco alcuni suggerimenti per l’abbinamento vino con le anguille del birraio: Riesling: questo vino bianco aromatico e fresco ha un sapore fruttato e leggermente dolce che si abbina bene con l’anguilla affumicata e può bilanciare il sapore della salsa a base di birra. Gewürztraminer: questo vino bianco aromatico e speziato ha un sapore fruttato e floreale che si abbina bene con l’anguilla affumicata e può contrastare la dolcezza della salsa a base di birra. Pinot Nero: questo vino rosso leggero e fruttato ha un sapore delicato che si abbina bene con l’anguilla affumicata e può bilanciare il sapore della salsa a base di birra. Spätburgunder: questo vino rosso tedesco, conosciuto anche come Pinot Nero, ha un sapore morbido e fruttato che si abbina bene con l’anguilla affumicata e può contrastare la dolcezza della salsa a base di birra. Blaufränkisch: questo vino rosso austriaco ha un sapore fruttato e speziato che si abbina bene con l’anguilla affumicata e può contrastare la dolcezza della salsa a base di birra. In generale, l’abbinamento vino e anguille del birraio si basa sull’equilibrio tra il sapore affumicato dell’anguilla e la dolcezza della salsa a base di birra. Scegliere un vino leggero e fresco, o un vino dal sapore morbido e fruttato, può aiutare a bilanciare i sapori e creare un abbinamento armonioso.
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Pinot Bianco
Pinot Bianco
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Il Pinot Bianco è un vino bianco prodotto in diverse regioni vitivinicole del mondo, tra cui l’Italia, la Francia, la Germania e gli Stati Uniti. La sua storia risale almeno al XIII secolo, quando veniva prodotto in Borgogna, in Francia. Il Pinot Bianco deriva dall’uva Pinot, una varietà di uva a bacca nera che può essere utilizzata anche per la produzione di vini rossi. L’uva Pinot Bianco, tuttavia, ha una buccia bianca e produce vini bianchi secchi e freschi, con note di frutta e una buona acidità. Il Pinot Bianco è stato introdotto in Italia nel XIX secolo, dove ha trovato terreno fertile nella regione del Trentino-Alto Adige, in particolare nell’area di Egna e Montagna. Nel corso del XX secolo, il Pinot Bianco è diventato sempre più popolare anche in altre regioni del nord Italia, come il Friuli-Venezia Giulia e la Lombardia. Oggi il Pinot Bianco è uno dei vini bianchi più apprezzati in tutto il mondo, grazie alla sua eleganza e alla sua versatilità. Si abbina perfettamente con una vasta gamma di piatti, tra cui pesce, crostacei, risotti e formaggi delicati. Inoltre, grazie alla sua buona acidità, è anche un’ottima scelta per accompagnare piatti speziati e piccanti. E’ riconosciuto con denominazione di origine controllata (DOC). Uve di produzione Prodotto esclusivamente con uva del vitigno Pinot bianco. Il colore è paglierino tenue con riflessi verdognoli; dopo un anno di maturazione, tende decisamente al dorato. L’odore è netto, delicato e caratteristico. Il sapore armonico e asciutto, esprime, All’assaggio, una leggera vena di amarognolo. La gradazione alcolica supera assai raramente i 12°. Invecchiamento Il Pinot dell’Alto Adige non sopporta il lungo invecchiamento. Ecco, in breve, il trattamento di cantina: dopo un anno in botte, viene imbottigliato in renane verdi da tenersi orizzontalmente in cantina fresca e asciutta per non oltre un anno. Degustazione Si beve a temperatura di cantina stappando la bottiglia al momento della mescita. Abbinamento cibo vino è indicatissimo con antipasti a base di uova, frutti di mare, insalate di pesce, minestre in brodo (in particolare, creme morbide e vellutate), pastasciutte e risotti con sugo di pesce, pesce al forno e al cartoccio, crostacei e molluschi, fritti di pesce. Centri di produzione Il maggior centro di produzione è situato nel territorio del comune di Appiano (provincia di Bolzano).
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Est Est Est
Est Est Est
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Est! Est!! Est!!! è il nome di un vino bianco prodotto nella regione dell’Umbria, in Italia, nella zona del comune di Montefiascone. La leggenda narra che nel Medioevo un vescovo tedesco di nome Johannes Fugger abbia inviato un servitore in Italia per cercare i migliori vini. Il servitore avrebbe dovuto segnare le cantine che contenevano i vini migliori con la parola “Est” (che in latino significa “è”) scritta tre volte. Quando il servitore giunse a Montefiascone, assaggiò un vino bianco così delizioso che decise di scrivere “Est” tre volte sulle porte della cantina. Il vescovo, leggendo il segnale, giunse a Montefiascone e scoprì il vino bianco che sarebbe diventato noto come Est! Est!! Est!!!. Il vino Est! Est!! Est!!! viene prodotto principalmente con il vitigno Trebbiano e viene spesso descritto come un vino leggero, fresco e fruttato, con note di agrumi e una buona acidità. Oggi, Est! Est!! Est!!! è diventato un’etichetta riconosciuta a livello internazionale e continua ad essere prodotto nella zona di Montefiascone e in altre parti dell’Umbria. Uve di produzione È prodotto mediante taglio di uve dei vitigni Trebbiano toscano, Malvasia bianca toscana, Trebbiano giallo. Quanto alle percentuali di taglio, vale lo stesso discorso fatto fin qui relativo ai vini che prevedono il concorso di uve di diversi vitigni. Il colore è un giallo paglierino brillante. L’odore gradevolmente vinoso, è delicato e aromatico. Il sapore è secco, asciutto e di buon corpo. La gradazione alcolica varia tra gli 11 e i 12°. Invecchiamento Come la maggior parte dei vini bianchi, anche l’Est Est Est non tollera il lungo invecchiamento; infatti, dopo una breve sosta in botte (alcuni produttori dicono 5-6 mesi, altri poco di più), viene imbottigliato nelle bordolesi (da tenersi in posizione orizzontale e in cantina fresca e ben asciutta) dove può riposare 1-2 anni. Trascorsi i quali è opportuno passarlo al consumo, pena la decadenza delle caratteristiche d’origine o, peggio, di inacidimento. Degustazione Per quanto concerne la degustazione, il modo migliore per berlo sarebbe dalla caraffa e appena spinato dalla botte. Quando è invecchiato, si gusta alla temperatura di 8-10 UC stappando la bottiglia al momento della mescita. Abbinamento cibo vino Si accompagna deliziosamente ad antipasti, a piatti a base di pesce (arrosto, al forno e al cartoccio) e a uova (in frittata, strapazzate e in omelette). I centri di produzione sono situati in provincia di Viterbo e precisamente nei territori dei comuni di Montefiascone, Bolsena, Gradoli, Capodimonte, Marta.
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Friulano dei Colli Orientali Friuli
Friulano dei Colli Orientali Friuli
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Friulano dei Colli Orientali Friuli Il Friulano dei Colli Orientali del Friuli è un vino bianco prodotto nella regione del Friuli-Venezia Giulia, nel nord-est dell’Italia. La sua storia risale almeno al XIII secolo, quando era conosciuto con il nome di “Tocai Friulano”. Il Friulano è prodotto utilizzando l’uva Tocai Friulano, che è stata coltivata nella regione del Friuli-Venezia Giulia per secoli. Nel corso del tempo, l’uva è stata utilizzata per produrre vini bianchi secchi e aromatici, con note di frutta e fiori. Nel 2007, tuttavia, l’Unione Europea ha deciso di vietare l’utilizzo del termine “Tocai” per i vini italiani, a causa della sua somiglianza con il vino ungherese Tokaji. Di conseguenza, il vino è stato ribattezzato “Friulano”, il nome della regione in cui viene prodotto. Oggi il Friulano dei Colli Orientali del Friuli è uno dei vini bianchi più conosciuti e apprezzati d’Italia. Viene prodotto in diverse zone della regione, ma i Colli Orientali del Friuli sono considerati la zona di produzione più prestigiosa. Il vino si presenta di colore giallo paglierino, con note di mandorla e frutta, e si abbina perfettamente con piatti a base di pesce e crostacei, risotti e formaggi stagionati. E’ riconosciuto con denominazione di origine controllata (DOC) come Colli Orientali del Friuli. Uve di produzione è prodotto mediante taglio di uva del vitigno Tocai friulano (85-90%) con altre bianche del luogo (10-15%). Il colore da giovane, è un giallo paglia che tende all’oro lucente dopo alcuni mesi di bottiglia. L’odore prevalentemente vinoso, è schietto e gradevole; all’olfatto dell’esperto, propone il sentore della noce matura. Il sapore asciutto, morbido e un poco aromatico, ricorda talvolta quello della frutta matura. La gradazione alcolica si aggira intorno ai 12°. Invecchiamento Non sopporta il lungo invecchiamento; infatti, dopo un rapido passaggio in botte (sempre ed esclusivamente di rovere), viene imbottigliato in renane di color verde chiaro dove rimane in posizione orizzontale per non oltre un anno. Degustazione Si degusta, deliziosamente, a temperatura di cantina stappando la bottiglia al momento di mescerlo. Abbinamento cibo vino con antipasti magri, frutti di mare, minestre gratinate, piatti a base di uova. I centri di produzione I più interessanti centri di produzione sono situati nei territori dei comuni di Pasian di Prato, Campoformido, Basiliano, Pozzo, Codroipo, Casarsa della Delizia (provincie di Udine e Pordenone).
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Con che vini si abbina il Taleggio?
Con che vini si abbina il Taleggio?
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Il Taleggio è un formaggio italiano a pasta molle e crosta lavata, prodotto con latte vaccino intero. È un formaggio dal gusto intenso e aromatico, con una consistenza morbida ma compatta. Il Taleggio è un formaggio a pasta molle prodotto nelle regioni Lombardia e Veneto in Italia. È caratterizzato da una crosta naturale rosa-rossastra e da una pasta morbida, cremosa e di colore paglierino. La qualità del Taleggio dipende da diversi fattori, tra cui la qualità del latte utilizzato, il processo di produzione e l’affinamento. Il latte deve provenire da mucche che si alimentano principalmente con erba fresca e fieno, e deve essere lavorato con cura per garantire la massima igiene e qualità. Il processo di produzione richiede anche attenzione e cura, e richiede che il formaggio sia girato e salato più volte. Dopo la produzione, il formaggio viene lasciato a stagionare in una stanza fresca e umida, dove sviluppa il suo caratteristico sapore intenso e aromatico. In generale, la qualità del Taleggio dipende dal suo sapore, aroma, texture e aspetto. Il formaggio dovrebbe avere un sapore dolce e piccante, con una texture cremosa e morbida. La crosta dovrebbe essere uniformemente rosa-rossastra e priva di muffe indesiderate. Inoltre, il formaggio dovrebbe essere ben stagionato, ma non eccessivamente, in modo che il sapore e l’aroma non siano troppo forti o sgradevoli. Il Taleggio è prodotto utilizzando latte intero di mucca crudo o pastorizzato. La pasta, di colore giallo paglierino, è morbida e cremosa con dei buchi irregolari. La crosta del formaggio è di colore rosa-arancione, grazie alla cura della crosta con una soluzione di acqua e sale. Il sapore del Taleggio è intenso e aromatico, con note dolci e piccanti. La maturazione del formaggio varia da 4 a 10 settimane, a seconda del produttore e del tipo di Taleggio. Il Taleggio viene spesso consumato da solo come formaggio da tavola, ma è anche utilizzato in molte preparazioni culinarie, come risotti, gnocchi e focacce. Il Taleggio è un formaggio con un sapore intenso e caratteristico, che si abbina bene a diversi tipi di vino. In generale, si consiglia di abbinare il Taleggio con vini rossi di media intensità, come il Barbera, il Chianti, il Valpolicella o il Merlot. Questi vini hanno il giusto equilibrio di tannini e acidi per bilanciare il sapore del formaggio e migliorare la sua cremosità. Tuttavia, il Taleggio può anche essere abbinato con alcuni vini bianchi leggeri e freschi, come il Pinot Grigio o il Sauvignon Blanc. Questi vini aiutano a pulire il palato tra un boccone di formaggio e l’altro, mantenendo la freschezza del sapore. In ogni caso, l’abbinamento tra il Taleggio e il vino dipende anche dalle preferenze personali e dalle altre pietanze servite durante il pasto. Si consiglia di fare delle prove per trovare l’abbinamento perfetto per il proprio palato. Per abbinare il Taleggio al vino, si possono prendere in considerazione le sue caratteristiche gustative e aromatiche. In generale, il Taleggio ha un sapore intenso, complesso e persistente, con note di frutta secca e un … Leggi tutto
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Sangiovese dei colli Pesaresi
Sangiovese dei colli Pesaresi
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Il Sangiovese dei Colli Pesaresi è un vino rosso prodotto nella regione Marche, nella zona delle colline intorno alla città di Pesaro. Il vino è ottenuto dal vitigno Sangiovese, che rappresenta una delle uve più importanti della viticoltura italiana. Il Sangiovese dei Colli Pesaresi si distingue per il suo colore rubino intenso, con riflessi granati, e per i suoi profumi intensi e complessi, con note di frutta rossa, spezie e legno. Al palato, il Sangiovese dei Colli Pesaresi si presenta equilibrato e piacevolmente tannico, con un finale persistente e piacevole. Il Sangiovese dei Colli Pesaresi si abbina bene con carni rosse, arrosti, brasati, formaggi stagionati e piatti tipici della cucina marchigiana come la cacciagione e il coniglio in porchetta. Il vino è apprezzato per la sua complessità aromatica e la sua eleganza, e rappresenta un ottimo esempio della tradizione vitivinicola delle colline marchigiane. Il Sangiovese dei Colli Pesaresi ha ottenuto la denominazione DOC (Denominazione di Origine Controllata), il che significa che la sua qualità è garantita e certificata. Uve di produzione È prodotto mediante taglio di uva del vitigno Sangiovese (95%) con Ciliegiolo e Montepulciano per il rimanente        complessivo 5%. Il colore è uno splendido e brillante rosso rubino granata che tende leggermente al violaceo dopo il primo anno di vita. L’odore prevalentemente vinoso, gradevole e caratteristico, propone all’olfatto dell’esperto un vago profumo di lampone. Il sapore asciutto, secco, armonico, rotondo e di ottimo corpo, ha un accento lievemente e gradevolmente amaro. La gradazione alcolica varia tra gli 11,5-12° delle annate normali, e i 12,5-13° di quelle migliori. Invecchiamento Accetta un certo invecchiamento. Dopo un anno in botti di rovere, in cantina non umida e a temperatura costante (13-15 °C), viene passato in bottiglia: indicata la bordolese scura — da tenersi in posizione orizzontale. Dopo un sereno riposo di 4-5 anni, questo vino esprime con estrema e genuina eleganza tutti i suoi pregi. Abbinamento cibo vino Il Sangiovese dei colli pesaresi è indicatissimo con pastasciutte e risotti conditi con sughi di carne, ravioli, tortellini e cannelloni; con pollame arrosto; con coniglio e pollame alla panna e con bolliti misti. Centri di produzione I più rinomati centri di produzione sono situati in provincia di Pesaro e di Ancona e precisamente nei territori dei comuni di Senigallia, Fano, Pergola, Urbino.
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Giovan Battista Croce
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Giovan Battista Croce è stato uno dei personaggi chiave dell’enologia italiana dell’Ottocento, grazie al suo contributo fondamentale nella diffusione delle conoscenze scientifiche sulla produzione del vino. Nato a Torino nel 1828, Croce era un uomo di grande cultura e interesse per la scienza, che si appassionò all’enologia fin dall’età di 16 anni. Dopo aver studiato chimica e agronomia, Croce si dedicò completamente allo studio dell’enologia, pubblicando nel 1873 il suo celebre libro “Il vino, trattato teorico e pratico di enologia”. Questo libro rappresentò un vero e proprio punto di svolta nella storia dell’enologia italiana, poiché fu uno dei primi a fornire informazioni precise e scientifiche sulla produzione del vino. In particolare, il libro di Croce forniva dettagliate descrizioni delle tecniche di coltivazione delle viti, della vinificazione e dell’affinamento del vino, utilizzando un linguaggio accessibile anche per i non addetti ai lavori. Grazie a questo libro, molte persone poterono accedere alle conoscenze dell’enologia e migliorare la qualità del proprio vino. Ma non solo: Giovan Battista Croce fondò anche la Scuola di Viticoltura ed Enologia di Alba, che rappresentò un importante centro di formazione per i giovani produttori di vino dell’epoca. Croce inoltre partecipò a numerose esposizioni internazionali, dove le sue conoscenze sulla produzione del vino furono molto apprezzate. Grazie al lavoro di Croce e di altri pionieri dell’enologia italiana dell’Ottocento, la produzione del vino in Italia subì una vera e propria rivoluzione, con l’introduzione di nuove tecniche di coltivazione e produzione che permisero all’Italia di diventare uno dei principali paesi produttori di vino al mondo. Inoltre, il lavoro di Croce rappresentò un importante passo avanti anche per la diffusione dell’enologia come disciplina scientifica, riconosciuta e studiata in tutto il mondo. Oggi, la Scuola di Viticoltura ed Enologia di Alba porta ancora il suo nome e rappresenta un importante punto di riferimento per la formazione dei giovani produttori di vino italiani e internazionali.
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Carema
Carema
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Carema è un vino rosso prodotto nella regione del Piemonte, nella zona nord-occidentale dell’Italia, nei comuni di Carema, Fontainemore, e Donnas. Il vino è ottenuto dal vitigno Nebbiolo, conosciuto localmente come Picotener, che viene coltivato in un territorio impervio, situato alle pendici delle Alpi. La posizione geografica del vigneto, con terreni argillosi e ricchi di minerali, conferisce al vino le sue caratteristiche uniche. Carema si presenta di colore rosso granato, con riflessi arancioni. Al naso si distinguono note di frutta rossa, violetta e spezie, come pepe e cannella. Al palato è elegante, con tannini vellutati, acidità equilibrata e un retrogusto di liquirizia. Il Carema è un vino di grande personalità, apprezzato dagli intenditori per la sua complessità aromatica e la sua capacità di invecchiare nel tempo. Si abbina perfettamente con piatti della cucina piemontese come la carne cruda all’albese, il brasato al Barolo, la polenta e i formaggi stagionati. Il Carema ha ottenuto la denominazione DOC (Denominazione di Origine Controllata) e la DOCG (Denominazione di Origine Controllata e Garantita), che garantiscono la sua qualità e autenticità. Uve di produzione  È prodotto esclusivamente con uva del vitigno Nebbiolo dalle seguenti cultivazioni: Picutener, Nebbiolo-Spanna e Pugnet. Il colore fin da giovane, è intonato al granata lucente; man mano che invecchia, mantiene il colore originale ma tende ad acquistare intensi riflessi aranciati. L’odore molto fine e poco vinoso, richiama, a detta di qualificatissimi enologi, quello della rosa messa a macero. Il sapore è morbido e con una leggera ma ben percettibile vena di amarognolo. La gradazione alcolica non supera, nelle annate normali, gli 11,5-12°; in quelle eccezionali può raggiungere i 12,5-13°. Invecchiamento Questo vino da “tutto pasto”, può essere consumato dopo due anni di maturazione in botti di rovere; generalmente, però, viene passato in borgognone color tonaca di frate e lasciato invecchiare (le bottiglie debbono essere tenute in posizione orizzontale) per 4-5 anni in cantina molto buia e lontana da rumori (temperatura costante: 14-15 °C). Con queste cure, il Carema dà risultati eccezionali in fase di degustazione. Degustazione il giorno precedente a quello della degustazione, si preleva la bottiglia dalla cantina e la si lascia a temperatura ambiente (18-20 °C) sempre in posizione orizzontale (vi sono in commercio appositi porta-bottiglie in vimini); 5-6 ore prima di servire, si stappa la bottiglia e la si lascia stappata e lontana da sorgenti dirette di calore (stufe, caminetti, termosifoni). Abbinamento cibo vino A quali cibi si accompagna lo squisito Carema? Ad arrosti di agnello, capretto e montone, carni rosse alla griglia, brasati e stufati, selvaggina da penna e da pelo (fagiani, starne, quaglie arrosto e allo spiedo, lepre, capriolo, camoscio in salmis, formaggi piccanti. Centri di produzione L’unico centro di produzione è situato nel territorio del comune di Carema, in provincia di Torino (imboccatura della Valle d’Aosta).
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Moscato naturale d’Asti
Moscato naturale d’Asti
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Il Moscato naturale d’Asti è un vino bianco dolce prodotto nella regione del Piemonte, nella zona nord-occidentale dell’Italia, intorno alla città di Asti. Il vino è ottenuto dal vitigno Moscato Bianco, che viene coltivato in un terreno caratterizzato da una grande varietà di minerali e un clima tipicamente temperato, che favorisce la maturazione dell’uva. Il processo di vinificazione prevede una sola fermentazione, che avviene naturalmente grazie alla presenza di lieviti indigeni presenti sull’uva stessa. Il Moscato naturale d’Asti si presenta di colore giallo paglierino, con riflessi dorati. Al naso si avvertono note fruttate e floreali, con profumi di pesca, albicocca, fiori di sambuco e acacia. Al palato, il vino è dolce e aromatico, con una leggera effervescenza che ne esalta la freschezza. Il Moscato naturale d’Asti è un vino dal carattere allegro e spensierato, che si presta a molteplici abbinamenti. È perfetto da gustare come aperitivo, con dolci e dessert, ma si abbina anche bene con formaggi erborinati, crostacei e frutti di mare. Il Moscato naturale d’Asti ha ottenuto la denominazione DOCG (Denominazione di Origine Controllata e Garantita), che garantisce la sua qualità e autenticità. Uve di produzione È prodotto esclusivamente con uva del vitigno Moscato bianco. Il colore è un giallo paglierino dorato assai limpido e brillante. L’odore se si tratta di prodotto genuino, è quello caratteristico e fragrante dell’uva d’origine. Il sapore è dolce e delicato. La gradazione alcolica ben raramente supera i 10”Moscato naturale d’Asti; soltanto in annate eccezionali può raggiungere i 10,5. Invecchiamento Per il consumo è già pronto quello dell’annata o, al massimo, quello dell’anno precedente. Qualche produttore, dopo una rapida sosta in botte (7-8 mesi), lo imbottiglia nelle caratteristiche champagnotte verdi che tiene, disposte orizzontalmente, in cantina molto fresca e asciutta per passarlo al commercio verso la metà dell’annata successiva, Qualche altro, lo lascia addirittura in botte per imbottigliarlo man mano che lo immette sul mercato. Degustazione Per degustare l’ottimo Moscato naturale d’Asti, non sono necessari particolari accorgimenti: si mette la bottiglia in frigorifero, ve la si lascia per un’ora o poco più e la si stappa al momento di mescere. Abbinamento cibo vino Tipico vino da dessert, si accompagna deliziosamente a biscotti, piccola pasticceria secca e ad ogni genere di frutta, esclusa quella molto dolce. Centri di produzione I maggiori centri di produzione sono situati in provincia di Asti e precisamente nei territori dei comuni di Costigliele d’Asti, Nizza Monferrato, Rocchetta Tanaro.
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Cernia al Biancolella
Cernia al Biancolella
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La cernia al Biancolella è un piatto tipico della cucina campana, che prevede l’utilizzo di filetti di cernia e del vino bianco Biancolella per la preparazione. Ingredienti per quattro persone quattro trance di cernia, una noce di burro, un mazzetto di prezzemolo, due limoni, mezza bottiglia di Biancolella (o Ischia Bianco), sale, pepe bianco. Tempo necessario circa un’ora. Difficoltà: D Nota: il grado di difficoltà delle ricette è espresso con i simboli D (facile esecuzione), OD (media difficoltà), ODO (ricetta che richiede una certa abilità). Preparazione Adagiare le trance di pesce in una pirofila imburrata, condirle con sale e pepe, ricoprirle con il vino, mettere al fuoco e far cuocere per pochi minuti rivoltando il pesce una sola volta. Spruzzare sul pesce il succo di un limone, coperchiare la pirofila, appoggiarvi sopra un peso e portare a termine la cottura del pesce in forno (ci vorranno circa venti minuti). Prima di servire, spolverizzare con il prezzemolo tritato. Passare a parte il rimanente limone tagliato a spicchi. Abbinamento Vini Per l’abbinamento vini per la cernia al Biancolella, è necessario scegliere un vino che sia in grado di valorizzare il sapore delicato della cernia, ma anche di bilanciare la sua sapidità. Il Biancolella è un vino bianco prodotto sull’isola di Ischia, in Campania, che si caratterizza per il suo colore giallo paglierino e il suo aroma delicato. Ecco alcune opzioni di vini bianchi da abbinare alla cernia al Biancolella: Biancolella dell’Isola d’Ischia DOC: questo vino è il compagno ideale per la cernia al Biancolella, grazie alla sua freschezza e alla nota fruttata che ben si sposa con il sapore delicato della cernia. Falanghina del Sannio DOC: un vino bianco prodotto nella regione campana, dal sapore fresco e leggermente acidulo, che si adatta bene alla cernia grazie alla sua acidità e alla nota fruttata. Greco di Tufo DOCG: un altro vino bianco prodotto nella regione campana, dal sapore morbido e aromatico, con note di agrumi e fiori. In generale, è possibile optare per un vino bianco fresco e leggero, in grado di valorizzare il sapore delicato della cernia e creare un abbinamento equilibrato e armonioso. Accompagnare con Ischia Bianco o Corvo Bianco di Casteldaccia o Sauvignon del Collio.
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Freisa d’Asti
Freisa d’Asti
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La Freisa d’Asti è un vino rosso prodotto nella regione del Piemonte, nella zona nord-occidentale dell’Italia, intorno alla città di Asti. Il vino è ottenuto dal vitigno Freisa, che viene coltivato in un terreno caratterizzato da un’alta presenza di argilla e calcare. Il processo di vinificazione prevede una fermentazione a temperatura controllata, seguita da un periodo di affinamento in bottiglia. La Freisa d’Asti si presenta di colore rosso rubino intenso, con riflessi violacei. Al naso si avvertono note di frutti di bosco, ciliegie, prugne e un leggero sentore di spezie. Al palato, il vino è fresco e sapido, con una buona acidità e tannini morbidi. La Freisa d’Asti è un vino dal carattere frizzante e giovane, che si presta a molteplici abbinamenti. Si abbina perfettamente con piatti della cucina piemontese, come la bagna cauda, la carne cruda all’albese e i formaggi stagionati. La Freisa d’Asti ha ottenuto la denominazione DOC (Denominazione di Origine Controllata), che garantisce la sua qualità e autenticità. Uve di produzione E prodotto esclusivamente con uva del vitigno Freisa. Il colore da giovane, è un rosso rubino brillante; invecchiando assume riflessi violacei. Alla mescita, produce una leggera schiuma color porpora. L’odore abbastanza intenso, ricorda quello della viola mammola e del lampone. Il sapore nel primo anno di vita, presenta una vena di asprigno che si elimina successivamente per far posto a una gradevole rotondità e a spunti vellutati e morbidi pur conservando la solita schiuma naturale che, in fondo, è la caratteristica di questo vino. La gradazione alcolica non supera generalmente i 10,5-11°. In annate eccezionali può raggiungere i 12° e fregiarsi così della qualifica di “superiore”. Invecchiamento Dopo un anno trascorso in botti di rovere (meglio se della Sla-vonia), il Freisa viene imbottigliato in borgognone di colore verde molto scuro, disposte orizzontalmente in cantina fresca, non eccessivamente buia. Non reggendo al lungo invecchiamento, trascorsi 2-3 anni dall’imbottigliamento, deve essere consumato. La degustazione non presenta problemi né richiede particolari accorgimenti: questo vino va bevuto fresco di cantina stappando la bottiglia al momento di servirlo. Abbinamento cibo vino Si sposa assai bene con antipasti a base di salumi cotti, cannelloni con sugo di carne, risotti ben conditi, fritti misti alla piemontese, carni di vitello e di maiale arrosto, agnello e capretto arrosto, bolliti misti. I centri di produzione sono tutti in provincia di Asti. Essendo troppo complicato elencarli, suggerisco come centro-base la città di Asti; da Asti, tutti i terreni viticoli limitrofi producono il Freisa.  
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Cuori di filetto di bue al Beaujolais
Cuori di filetto di bue al Beaujolais
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Cuori di filetto di bue al Beaujolais è un piatto della cucina francese che prevede l’utilizzo di cuori di filetto di manzo cotti in una salsa al vino Beaujolais. Per preparare questo piatto, è necessario pulire e tagliare i cuori di filetto di manzo a fette sottili. In una padella, si fa rosolare la carne con burro e cipolla tritata. Una volta che la carne è dorata, si aggiunge il vino Beaujolais, del brodo di carne e delle spezie (come timo, alloro e aglio). Si lascia cuocere la carne a fuoco lento finché non diventa morbida e la salsa si è ridotta e addensata. Il piatto può essere servito con contorni a piacere, come purè di patate o verdure. Ingredienti per quattro persone quattro fette di filetto di bue tagliate nella parte centrale, due melanzane di media grossezza, mezz’etto di burro, un etto di olive nere, quattro cucchiai di sugo di carne di vitello (oppure sugo d’arrosto), un ciuffo di prezzemolo, un quarto di Beaujolais (oppure un vino italiano tipo Bonarda giovane o Merlot del Trentino), due cucchiai di olio d’oliva, olio per friggere, sale, pepe. Tempo necessario circa un’ora e un quarto. Difficoltà: OD Nota: il grado di difficoltà delle ricette è espresso con i simboli D (facile esecuzione), OD (media difficoltà), ODO (ricetta che richiede una certa abilità). Preparazione Tagliare a rondelle le melanzane, salarle, metterle su un piatto, appoggiarvi sopra un peso e lasciarle riposare per una mezz’ora. Asciugarle in un canovaccio, friggerle quindi in abbondante olio ben caldo, sgocciolarle su una carta assorbente e tenerle in caldo. Far scaldare in un tegame, a fuoco basso, l’olio d’oliva con il burro, farvi rosolare i filetti, cuocendoli più o meno al sangue secondo i gusti, salarli, peparli e sgocciolarli su un piatto da portata caldo; disporre su ciascuno due rondelle di melanzana e tenere il tutto al caldo. Mettere al fuoco in una casseruola il sugo di carne e unirvi a poco a poco, lasciandolo man mano evaporare, il vino. Far restringere bene il sughetto, completarlo con il prezzemolo tritato grossolanamente e versarlo sulla carne. Guarnire con le olive snocciolate e servire. Abbinamento Vini Essendo un piatto a base di vino Beaujolais, l’abbinamento ideale sarebbe con un vino rosso della stessa regione, come un Beaujolais Cru come il Morgon, il Brouilly o il Fleurie. Questi vini hanno un sapore fruttato e speziato che si sposa bene con il sapore della carne e della salsa. In alternativa, si possono scegliere vini rossi a base di uva Pinot Noir o Syrah, che hanno un gusto simile al Beaujolais, ma sono prodotti in altre regioni. Ad esempio, si potrebbe optare per un Pinot Noir della regione della Borgogna in Francia, o per un Syrah della valle del Rodano in Francia. In generale, si consiglia di scegliere un vino rosso che abbia una struttura abbastanza leggera e un sapore fruttato per non coprire il sapore delicato della carne e della salsa. Si può accompagnare con Bonarda o Merlot del Trentino o Nipozzano … Leggi tutto
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Moscato di Sorso Sennori
Moscato di Sorso Sennori
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Il Moscato di Sorso-Sennori è un vino bianco dolce prodotto nell’Isola della Sardegna. Il vino è ottenuto dal vitigno Moscato bianco, che viene coltivato nella zona di Sorso e Sennori, in provincia di Sassari. Il processo di vinificazione prevede una fermentazione a temperatura controllata, seguita da un breve periodo di affinamento in bottiglia. Il Moscato di Sorso-Sennori si presenta di colore giallo dorato, con riflessi dorati. Al naso si avvertono note intense di frutta tropicale, come mango e papaya, e frutta matura, come pesca e albicocca, con sentori di miele e fiori di campo. Al palato è dolce, morbido e rotondo, con una buona acidità che ne equilibra la dolcezza. Il Moscato di Sorso-Sennori è un vino da dessert, che si abbina perfettamente con i dolci della cucina sarda, come i dolci a base di mandorle e il seadas, un tipico dolce sardo a base di formaggio pecorino e miele. Inoltre, il Moscato di Sorso-Sennori si presta ad accompagnare anche formaggi stagionati e salumi. Il Moscato di Sorso-Sennori ha ottenuto la denominazione DOC (Denominazione di Origine Controllata), che garantisce la sua qualità e autenticità. Uve di produzione È prodotto esclusivamente con uva del vitigno Moscato bianco. Il colore è un giallo oro molto scintillante, con riflessi ramati. L’odore caratteristico e intenso, propone, in prevalenza, quello dell’uva con la quale questo vino è prodotto. Il saporeMoscato di Sorso Sennori è dolce, caratteristico, delicato e di ottimo corpo. La gradazione alcolica oscilla tra i 15 e i 15,5°. Invecchiamento Trattamento di cantina; dopo un anno di sosta in botti di rovere della Slavonia alloggiate in cantina fresca, poco luminosa e a temperatura costante (11-13 °C), viene passato all’imbottigliamento nelle renane scure da mantenersi in posizione orizzontale. Ed è proprio in bottiglia, dove riposa proficuamente e serenamente per 3-4 anni, che questo vino si affina e migliora al punto da risultare splendido al momento del consumo. Abbinamento cibo vino Classico vino da dessert, adatto con pasticceria secca e frutta poco dolce, il Moscato di Sorso-Sennori deve essere servito a temperatura di 8-10 °C in bicchieri da vermouth. Centri di produzione I centri di produzione sono situati in provincia di Sassari e precisamente nei territori dei comuni di Sorso e di Sennori.
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