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mario-fresa73 · 10 months
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mario-fresa73 · 2 years
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Nel mare del metro
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mario-fresa73 · 2 years
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Su «L’Indice dei Libri del Mese» (n. 5, a. XXXIX, maggio 2022), Luigi Beneduci dedica un’intensa recensione al 𝘋𝘪𝘻𝘪𝘰𝘯𝘢𝘳𝘪𝘰 𝘤𝘳𝘪𝘵𝘪𝘤𝘰 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘱𝘰𝘦𝘴𝘪𝘢 𝘪𝘵𝘢𝘭𝘪𝘢𝘯𝘢 1945-2020 (Società Editrice Fiorentina, 2021): «Il Dizionario si presenta come una sfida nell’attuale panorama editoriale. Il titolo ne descrive adeguatamente le caratteristiche strutturali, che si corredano di numeri di tutta evidenza: una raccolta in ordine alfabetico di oltre duecentocinquanta schede, biografiche e letterarie, dedicate ad autrici ed autori che hanno esordito a partire dall’immediato dopoguerra, affidate alle cure critiche, non meramente compilative, di 53 collaboratori, tra docenti e accademici (come Giancarlo Alfano, Alberto Bertoni, Cecilia Bello Minciacchi, Luigi Fontanella, Giuseppe Marchetti, Gianni Turchetta), critici, saggisti e giornalisti, collaboratori di riviste cartacee e on-line, poeti e poetesse (da Maurizio Cucchi e Plinio Perilli a Ugo Piscopo, da Maria Borio e Davide Rondoni a Gabriela Fantato, da Domenico Cipriano a Monia Gaita, da Enzo Rega a Tiziano Rossi), sotto la direzione del critico e poeta Mario Fresa. Il Dizionario si candida a diventare un compagno di viaggio, una mappa, una guida alla scoperta della poesia dei nostri tempi, per chi la conosce e vorrebbe conoscerla meglio, ma anche per chi la ama ma non ha a disposizione strumenti orientativi di immediata ed essenziale consultazione, per entrare in un territorio che, per gli anni più recenti, è in gran parte un paese sconosciuto.[…]Il metodo di approccio, nonostante le diverse matrici e le differenti impostazioni critiche dei redattori, garantisce una certa omogeneità, anche grazie ad una struttura ricorrente imposta dal coordinamento editoriale sulle varie schede. Queste sono accurate sul piano critico-letterario ma conservano un carattere di facile leggibilità ed accessibilità anche per il non specialista, a cui si unisce il pregio della sinteticità e della cura nel delineare l’evoluzione dei temi degli autori e dei relativi strumenti espressivi. Corredano le schede brevi ma esaustivi profili biografici, un’interpretazione complessiva del lavoro autoriale o una sua rivisitazione con la formulazione di aggiornati giudizi, una completa bibliografia delle opere, la presenza di citazioni d’autore e versi esemplari, con stralci di brani critici significativi.[…]La scelta della forma-dizionario, seguendo l’oggettività dell’ordine alfabetico, salvaguarda da una prematura sistematizzazione storicistica e ne ribadisce la funzione di strumento orientativo. Insomma, sembra essere stato pensato non per esaurire un discorso, ma per avviare il lettore lungo le strade di un itinerario pieno di sorprese e tutto da scoprire».
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mario-fresa73 · 2 years
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La poesia cerca da sempre di esprimere se stessa con l’attraversamento di nuovi significati e nuove prospettive esistenziali, nuovi territori del segno e della conferma semantica di esso. Se prendiamo come esempio le avanguardie storiche del Novecento europeo, ciò che più colpisce è che quello che leggiamo è talvolta totalmente inedito, shoccante, autenticamente nuovo. La poesia scrive e riscrive la sua storia, come avrebbe scritto decenni dopo Rodolfo Di Biasio, ma una cosa resta fissa: la poesia vera passa attraverso il perturbamento, l’apertura all’altro da sé, a ciò che non è poesia, cercando di inglobare quel po’ di significato e di scala valoriale che ancora è possibile trasportare nella letteratura. Ma avviene, sovente, anche il contrario. Si prenda la produzione matura di Celan: in essa si vedrà che l’espressione concresce su stessa, che la lingua è diventata essa stessa un valore, che le parole emergono da un vuoto originario e a questo vuoto fanno capo, sempre. In queste poesie di Mario Fresa, con molta sorpresa, si assiste a qualche cosa di analogo. La lingua, le ibridazioni dei suoi registri, la spinta verso l’informale, la potente lezione surrealista, fanno vorticare le parole attorno a un vuoto terrificante, intrappolando brandelli di vite allo stato brado con una tensione verso il quotidiano che le annichilisce alla ricerca disperata di un senso che non c’è. Da qui il dato dell’evento, un qualcosa di cieco e sconosciuto che le colpisce a priori, come se esse non fossero mai nate per davvero, queste vite alle quali manca un io, che decide di deflagrare anch’esso, e che nell’essere insieme anonime eppure bisognose di realia celebrano la propria presenza nel mondo della dissoluzione. Perché non ci può essere che dissoluzione in un universo sottoposto al tempo e alla caducità. Non si tratta di una operazione nichilistica: Fresa sa comporre questo processo ricco di artifici in modo ormai magistrale, avendo messo da parte i propri strumenti tecnici da molti anni. Né si tratta di un tentativo di romanzo in versi, perché mancano sia il soggetto sia l’oggetto di una plausibile narrazione. Anche in questa breve silloge poetica, l’unica patria ancora possibile è il linguaggio, che ha un suo modo d’essere, e quando rimane da solo, deve assumersi sulle spalle il compito di restare raso terra se non vuole dirigersi verso derive sperimentali. In queste nuove poesie di Fresa, l’esperienza di questo atto di linguaggio è spinta a livelli virtuosistici, tanto che in alcuni titoli, si prende il gusto di ironizzare persino sulla tragedia, aggiungendo una inedita carica manieristica del tutto consapevolmente utilizzata. Per questo motivo, questo assaggio di un futuro libro del poeta salernitano rappresenta un unicum nel suo percorso autoriale, pronto a destare l’interesse critico dei più resilienti (come si dice oggi) amanti della poesia italiana contemporanea. (Stelvio Di Spigno)
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mario-fresa73 · 2 years
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mario-fresa73 · 2 years
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Il Dizionario critico della poesia italiana (Società Editrice Fiorentina, 2021) è un lavoro che cerca di dare un quadro complessivo della poesia italiana degli ultimi anni, nella formula appunto di sintetiche voci critiche dedicate agli autori, dandosi come confini temporali il 1945 come data di prima pubblicazione e il 1979 come anno di nascita degli autori selezionati. Questo porta a considerare autori che abbiano già una produzione di rilievo alle spalle, un contributo riconoscibile sulla scena poetica contemporanea, senza però retrocedere lo sguardo fino alla produzione primo-novecentesca. Ovviamente, come dichiara lo stesso curatore, ogni selezione rischia di essere di per sé stessa imperfetta, ma ciò che conta è la scelta da parte del curatore di coinvolgere nel processo di selezione e di segnalazione numerosi altri autori, critici, esperti di letteratura, in modo da rendere la scelta il più possibile obiettiva e condivisa, volta all’inclusione, oltre che dei nomi più noti e accreditati, anche di autori che possono vantare una minore visibilità o che sono stati rimasti nell’ombra ingiustamente nel corso degli ultimi anni, o ancora dimenticati. Tra i redattori delle voci del dizionario, oltre al curatore Mario Fresa, leggiamo i nomi di Maurizio Cucchi, Maria Borio, Plinio Perilli, Luigi Fontanella, Tiziano Rossi, Sebastiano Aglieco, Rita Pacilio, Matteo Bianchi, Davide Rondoni, Marco Corsi, Monia Gaita, Enzo Rega, Matteo Zattoni, Mary Barbara Tolusso, Eugenio Lucrezi, e numerosi altri a garanzia della qualità complessiva del lavoro.Un’opera che, certamente, fa discutere e che è destinata a far discutere in merito alle scelte effettuate, il tutto a dimostrazione del fatto che l’attenzione che raccoglie è significativa, la sua presenza nel dibattito culturale pregnante: l’obiettivo è fornire uno strumento di riferimento e di consultazione per tutti, in modo da offrire un orientamento alla lettura a chiunque voglia approfondire la poesia contemporanea, che sappiamo tutti essere troppo trascurata, ai margini del mercato editoriale e, di conseguenza, della curiosità dei lettori. Un dizionario che è da intendersi come corpo vivo, opera in fieri e non consolidata una volta per tutte: dà un’istantanea sulla situazione corrente, ma – crediamo e speriamo – non mancheranno nel tempo revisioni, aggiornamenti, integrazioni che potranno rendere il lavoro sempre più completo e ricco di voci.Il dizionario critico si contraddistingue per la cura riservata alla compilazione delle singole voci, per la ricchezza bibliografica di riferimento, per l’estrema capacità di sintesi con cui i redattori riescono a condensare i motivi, i temi e le scelte stilistiche dei diversi autori (in sostanza la loro poetica). Ne emerge un quadro notevolmente composito e multiforme in cui si ha davvero come risultato finale uno spaccato obiettivo e plurale delle diverse voci poetiche della contemporaneità, senza la presunzione di voler essere onnicomprensivi o, peggio ancora, ecumenici: ogni lavoro critico impone scelte di merito e di campo da parte del curatore e dei redattori coinvolti nel progetto, le cui competenze e onestà intellettuali, nel nostro caso, sono chiare e evidenti, in accordo ai criteri espressi nella nota introduttiva al lavoro.Questo lavoro di Mario Fresa è un’importante testimonianza che si contraddistingue per la coerenza e per l’accessibilità, ponendosi credibilmente come base di partenza per i successivi approfondimenti sugli autori e le opere, che i lettori, invogliati dalle note critiche del dizionario, vorranno intraprendere: non quindi punto di arrivo, ma strumento e tramite per una fruizione consapevole e libera della poesia, questa splendida sconosciuta per il lettore medio.
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mario-fresa73 · 2 years
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Mario Fresa è uno dei poeti e critici italiani che si sono affermati, nonostante l'ancor giovane età (è nato nel 1973 a Salerno), nel panorama poetico del nostro Paese: tra i suoi successi riscontrati, oltre al riconoscimento di numerosi premi di poesia, spiccano la pubblicazione di testi poetici sulle principali riviste culturali degli ultimi decenni come “Nuovi Argomenti”, “Paragone”, "Il Verri" e “L’almanacco dello Specchio” mondadoriano.
La poesia dal secondo dopoguerra in poi in Italia, come nel resto del mondo, continua ad essere vivissimo strumento di conoscenza per l’essere umano: uno straordinario strumento di indagine dello spirito, capace di condurre a una fusione catartica tra conscio e inconscio, fisico e psichico e che permette, inoltre, un riavvicinamento salutare (e salvifico) alla stessa natura, recuperando qualcosa che nella vita della nostra società, sempre più cibernetica e "tecnica", si è infine perso.
Prima di entrare nel merito di un commento all’importante opera critica curata da Mario Fresa e redatta dai maggiori poeti e critici dell’attuale panorama italiano brevemente accennerò a due fenomeni che alcuni intellettuali avevano pronosticato e che non si sono avverati.
In primo luogo non si è verificata, dopo la seconda guerra mondiale e l’Olocausto, l’afasia, la fine della poesia come credevano il filosofo Adorno e il poeta Paul Celan. Il desiderio di interrogare il mondo e il destino umano attraverso la scrittura poetica non è tramontato (e crediamo che mai tramonterà).
In secondo luogo, aggiungiamo per fortuna, non è avvenuta né la fine né il decadimento del libro cartaceo nell’epoca degli e-book, come molti pensavano che sarebbe successo agli albori del fenomeno internet.
Il Dizionario dei poeti in questione è un volume che risulta utilissimo e stimolante per due categorie di lettori: i cultori della poesia (che sono essi stessi quasi sempre poeti) e i critici che troveranno nelle 250 schede su poeti e poetesse e sul loro fare poesia dal 1945 al 2020.
Chi scrive ritiene inoltre che anche nei licei classici e nelle università questo volume dovrebbe essere accolto dai docenti anche se esiste ovviamente una barriera tra critica accademica e critica militante.
L’opera può essere considerata anche come un mezzo per il critico di poesia di qualsiasi tendenza sia per agguerrirsi attraverso il suo studio sul piano metodologico, sia per affinare i suoi strumenti di indagine e di studio.
Come scrive Fresa nella premessa, il testo è frutto della collaborazione di oltre cinquanta redattori. Nell’assegnazione delle schede, scrive il critico, "si è cercato d’individuare le specifiche affinità e i particolari approfondimenti che i singoli collaboratori hanno sviluppato in riferimento alle voci analizzate: ciascun poeta è stato, dunque, accompagnato e presentato da un suo lettore ideale".
Un volume poderoso e nello stesso tempo raffinatissimo nelle valutazioni e nelle critiche ad ogni singolo autore o autrice, quando l’acribia diviene il comune denominatore del lavoro nella sua totalità.
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mario-fresa73 · 2 years
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Gianluca D’Andrea. Essere o riessere.
Una voce aspra, cupa, soffocata - proprio come quella che Verdi immaginava per la sua Lady Macbeth - che parla, o meglio ansima e sussurra, torbidamente, nello spazio di un ombroso teatro fantasimale, attraversato da lugubri sembianze, da echi tremendi, da tormentose premonizioni. Un teatro nel quale la stessa musica delle frequenti rime assume un’aria ipnotica, maligna, streghesca, le cui aspre risonanze fanno intendere la presenza di una dimensione altra e minacciosa, misteriosa e tremendamente inarginabile. Poemetto-canto di fosca e inquietante bellezza, questo lavoro di Gianluca D’Andrea (Messina, 1976), poeta intensissimo e tra i più originali della sua generazione, è ben capace di mescolare, con sagace tensione, la turbinosa violenza del grande dramma scespiriano, la scura e serrata energia dell’omonimo capolavoro verdiano e le estrose invenzioni linguistiche del Macbetto di Giovanni Testori...
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mario-fresa73 · 3 years
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