Tumgik
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Affezionatevi a cuori gentili e a chi si prende cura delle cose
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Open When Letters
So my boyfriend and I are long distance and I thought it would be fun if I made him some open when letters so here’s my ideas.
Open when you get this. So it explains the rules and the entire point of all the other letters.
Open when you miss me. I’m gonna put a photo of me in here and a cute message to remind him I love him and I’ll see him eventually.
Open when you’re upset or scared and you need me. I’m just gonna put words of reassurance and some photos of my face in here. Because that makes him feel better.
Open when you feel comfy and snug. I’m gonna write about how much I love him and give him more baby vibes.
Open when I’m having an episode. Just a reminder that he helps me so much and I don’t know what I’d do without him.
Open when you’re desperately horny. Lmao I was gonna slip cheeky polaroids in here.
Open when you  need some appreciation. I’m gonna put some of my poetry and art in here. And explain why I wrote it and how it relates to him.
Open when you listen to our playlist. I made him a playlist and I wanna explain each song because I chose them very carefully.
Open when we have a serious argument. Reminders that I love him no matter what and we fix things by talking them out!
Open when you need me with you.  A photo of me to put in his wallet.
Open on your birthday. Birthday wishes and cute stuff, also glitter…
Open when you feel like you’re not connected to me. I’m getting us matching bracelets and I’m gonna put his in here.
Open when you feel sad. Words of reassurance and encouragement, maybe some bad jokes ..?
Open when you’re lonely at night. I’m gonna put my perfume in here so he can have something that smells like me.
Open when you have bad dreams. Reassurance and reminders that I love him and he is safe.
Open when you’ve been cockblocked and think it’s outrageous. I’m gonna put teasing photos in here because I’m horrible lmao.
Open when you need to be reminded how much I love and appreciate you. Because my baby needs to feel loved.
Open when you do something really cool on a game. Reminder that he’s adorable when he geeks out and i’m proud of him.
Open when you wanna hold my hand. I’m gonna draw a picture of my hand so he can remember the size difference.
Open when we do movie night. I’m gonna buy him a few of my favourite movies he hasnt seen and slip em in there.
Open when you think you triggered me or forgot one of my triggers. A trigger list because communication and transparency is key. This way I don’t have to repeat myself and he doesn’t have to ask every time or overstress.
Open when you need to laugh. I’m gonna put a wishbone in here and make a shitty joke about leftovers from the sacrificial lamb (the wishbone), don’t question it, its an inside joke.
Open when you’re feeling nostalgic or wanna hear the story of the universe. It’s a lie, it’s actually the story of how I fell in love with him. Get it.. cause he’s my universe…
Open when I don’t get the time to give you a good morning or good night message. Backup messages!
Open when you finish the letters.
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Dici di amare la pioggia, tuttavia quando piove apri l’ombrello. Dici di amare il sole, ma quando splende ti rifugi nell’ombra. Dici di amare il vento, ma appena inizia a soffiare chiudi la porta. Perciò ho paura quando dici di amarmi.
(William Shakespeare)
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Ora so cosa vuol dire avere il cuore spezzato.
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La verità è che mi manca più di ogni altra cosa e che senza di lui fa male tutto, anche respirare.
Sono due anni ormai che ti ho messo in una scatolina, ti ho fatto diventare piccolo, minuscolo. Questo perché così piccolo è facile non vederti, nasconderti infondo alla testa, infondo al cuore. Diventa quasi facile dimenticarsi di te.
Ci sono però delle volte in cui quella scatolina si apre e torna tutto, torni tu e mi investi, potente come un uragano. E non c’è volta in cui io non mi accorga che sei tu, sei sempre stato tu e sempre lo sarai.
Non mi va, però sì sei tu.
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siamo due versi di una poesia dimenticata chissà dove che parla di due ragazzi, una, due, tre notti in riva al mare, sulla sabbia gelida ma con il fuoco nel cuore, sotto un manto infinito di stelle ma con i giorni contati.
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ed è passato un altro anno.
con le cose cambiano piano piano,
tutto che diventa più difficile
e noi che diventiamo più grandi.
eppure non sembra cambiato niente.
con noi a chilometri di distanza,
che non ci rivolgiamo la parola,
e continuiamo a mancarci,
ad appartenerci,
lontani, ed in silenzio.
— sorrisi-di-cenere
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Alla fine
l'amore
è sempre
una buona ragione
per mandare
tutto a puttane.
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Ho voltato pagina ed eri anche lì
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“Non promettermi che non te ne andrai. Tutti quelli che l'hanno fatto alla fine se ne sono andati. Piuttosto promettimi che ti ricorderai di me, che qualcosa ti ho lasciato, che ci ritornerai ogni tanto col pensiero a quest'estate. Anche se dovessi semplicemente ripeterti che hai sprecato il tuo tempo, anche se dovessi essertene pentito. Giurami che ti ricorderai di me e allora non mi importerà che qualsiasi altra persona se ne dimentichi. So che mi pentirò di essere stata così attenta a respirare il tuo profumo per non scordarlo. E la tua risata mi squillerà nelle orecchie anche a dicembre. E i tuoi occhi mi sembrerà di vederli in quelli di qualcun altro. Sulla fronte sempre la leggera pressione delle tue labbra. Tra le dita sempre il calore delle tue mani. Sui banchi di scuola sempre il tuo nome. Ovunque il tuo nome. Il tuo nome persino gridato silenziosamente a quelle stelle che non si vedono in città, quelle luminose che ci piacciono tanto perché viste da qui, dalla spiaggia, puoi immaginare che formino tutte le figure geometriche che vuoi, soprattutto quelle che non esistono. -Cerchiamo i triangoli?- i nostri indici puntati al cielo. E poi torno a fissarti perché infondo preferisco te alle stelle. E preferisco viverti fino in fondo prima che tutto questo finisca. Finirà e allora sarò persa, ma lo negherò fino alla fine. Lo sai che lo farò. E tu? Mi penserai quando fuori ci saranno i lampi? Penserai alla mia paura folle e a quella volta che tremavo contro la tua maglietta? E a quando me l'hai data quella maglietta perché avevo freddo? Lo so che stavi congelando. E so che avresti voluto fare l'amore. Anche io avrei voluto fare l'amore, ma non ammetterò mai neanche questo. Non dirmi che ti mancherò o che mi scriverai. Non succederà. Dimmi che una cosa come questa non si dimentica. Dimmi che ti ricorderai di me e ti giuro che, per quello che conta, starò bene.”
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“Da bambino sulla bici andavo senza mani da grande nella vita vado senza piani.”
— Sfera Ebbasta - Panette (via eravamo-re)
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Forse la vita è anche questo, forse la vita è accettare il fatto che alcune persone non siano fatte per stare al tuo fianco, che a volte, anche se fa male ammetterlo, stiamo meglio senza qualcuno che abbiamo voluto ad a ogni costo ci restasse accanto. Forse a volte la vita ci insegna anche ad arrenderci, a smettere di lottare per qualcosa che ci ha fatto stare male più di quanto ci abbia fatto stare bene, a capire quando arriva il momento di mettere noi stessi e la nostra felicità al primo posto una volta tanto. Forse la vita è anche questo, forse è imparare che non bisogna cercare a tutti i costi qualcuno che ci completi, perché la metà mancante, che ci sforziamo tanto di trovare, non è altro che quella parte nascosta nel profondo di noi stessi. Bisogna solo trovare il coraggio di farla venir fuori e allora, solo allora, saremo davvero felici.
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Se non arde come fuoco, non fa per me.
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· Godeteveli questi giorni tra i banchi di scuola, che sia il vostro ultimo anno, che sia il vostro primo anno, perché una cosa è certa: sono anni che non torneranno. Godetevi quei banchi quei corridoi le paure le ansie le bestemmie i professori stronzi quelli finti buoni e poi i compagni amati, ma anche quelli odiati e godetevi i compiti le interrogazioni, ma, soprattutto, le risate. Godetevi tutto: i cambi, le ricreazioni, i progetti, i corridoi, i due e i quattro i sei strappati per miracolo i minuti contanti per vedere il vostro lui o la vostra lei nel corridoio, le liti, i vaffanculo, perché non tornerà niente. Non abbiate paura di nulla, perché anche quando tremerete di paura perché anche quando penserete ‘Sto morendo’, non sarà vero niente, anzi starete vivendo un sacco, starete vivendo forte. Godeteveli quei banchi e questi giorni in quella scuola che tanto odiate - la vostra. Godetevi i respiri profondi, le risate, essere ragazzi - perché quando uscirete da quel liceo dopo la maturità dopo la notte delle notti dopo la notte prima degli esami che è una notte speciale inizierete ad essere grandi - le volte in cui urlerete ‘Questa volta non ce la faccio’ e ricordatevi che ce la fate sempre, se solo volete, perché l'unico blocco che avete sono quelle quattro parole che vi ripetete 'Non ce la faccio’ e non fatevi convincere di niente: che non siete in grado di superare le vostre paure e i vostri limiti, perché non ne avete. Godetevi questi anni, perché questi anni sono pieni di vita, di paura, di speranza, di voglia, pure se passerete cento giorni con la testa abbassata sulla scrivania, ma ne varrà la pena - credetemi - e se posso darvi un consiglio: studiate sì, ma, soprattutto, divertitevi. Godetevi questi anni e non pensate al voto, perché non siete un voto e certo fa schifo pensare che qualcuno possa classificarvi come un numero, ma voi non vi arrendete: mostrate che siete molto di più - di un voto scritto su un pezzo di carta, perché quello che tu sei vale tanto e tanto di più, vale di più. Non valete quello che un professore giudica: pure se si mostra vostro amico. E ai ragazzi di quinto, che devono affrontare la maturità, voglio dire di non temerla né di odiarla né di convincersi di essere quel voto in centesimi scritto nero su bianco a metà luglio, dato da metà professori sconosciuti, arrivati per dimostrarvi che non valete niente e da un'altra metà che finge di stare dalla vostra parte, ma sa già “quanto valete” e combatte per voi solo per dimostrare che valete tutto e non perché lo pensano davvero ma soltanto per riscattare loro stessi con i membri esterni. Godetevi questi anni e fate tutto quello che dovete fare: in fondo, com'è che si dice? Meglio un rimorso che un rimpianto. Dimostrate chi siete e non abbiate paura e non fatevi ingannare dalle parole. Godetevi questi anni e la vostra scuola, perché in questi anni e in quella scuola resterà una parte della vostra vita, della vostra adolescenza, del vostro insegnamento e del vostro cuore. Godetevi tutto quello che c'è tra quelle mura, tanto odiate quanto amate Date un senso a tutto: a questa vita a questi giorni, a quei banchi a quei libri. Studiate per voi crescete per voi stessi, perché in questa vita tutto quello che facciamo lo dobbiamo fare per noi. Buona fortuna che non so se si dice o se invece porta sfiga, ma tanto quello che conta è essere felice e godersi ogni attimo di ogni momento di ogni anno ed allora buona fortuna e buon anno scolastico. Ad maiora! ·
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Caro te,
lo sai che cos’è il Cianometro? Il Cianometro è il primo strumento nato per stabilire tutte le possibili sfumature del cielo. Nel 1789 dei pezzi di carta vennero assemblati in una sorta di anello suddiviso in 53 settori circolari, colorati d’acquarello, sfumati e numerati. Questo strumento di misurazione così poetico si è rivelato molti utile negli anni per capire che l’aria in realtà è senza colore e che la tonalità di azzurro che vediamo dipende dalla quantità di particelle sospese e vapore acqueo nell’atmosfera. Caro te, questa è la spiegazione scientifica. Che poi io utilizzi il Cianometro per misurarci la tua assenza, quella sì, è un’altra storia. È che per me la tua lontananza somiglia, ogni giorno, ad un cielo diverso. Ci sono mattine che sei il cielo n° 3. Sai, è difficile stare sotto un cielo n° 3. Sembra stia per nevicare ma poi, alla fine, non nevica mai. Quando mi capita di ridere a crepapelle, la nostra distanza diventa il cielo n° 22; quando cerco in te la forza, ti trovo nel cielo n° 50. E non importa quale numero abbia la volta celeste; non ci sono nuvole e non ci sono stelle. Ci sei solo tu. Che sei un blu che fa male agli occhi mentre li riempie.
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mezzosangue,
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Preoccupati per me quando rido tanto, non quando piango. Quando piango mi sto ascoltando, mi sto consolando,mi sto abbracciando, anche se abbracciarsi da soli forse non si può. Preoccupati per me quando non scrivo più, non quando scrivo troppo, ché forse ci sarà davvero chi scrive quando è triste, ma io quando sono triste perdo le parole e ogni pensiero mi sembra irrilevante, inutile, di troppo, così va a finire che lo tengo per me e lo lascio morire. Preoccupati per me quando pulisco, metto in ordine, sistemo ogni angolo della casa in maniera compulsiva, apro i cassetti e dico “qui c’è da buttare via un po’ di roba”: lo faccio quando non ho voglia di occuparmi del mio cuore e posticipo tutto quello che richiederebbe un po’ d’amore. Prima ero il contrario di adesso, prima quando c’era da metterci il cuore ero la prima della fila, imbellettata e profumata, senza pensieri. Adesso mi capita per caso, di metterci il cuore, per sbaglio, a tradimento quasi, e quando me ne rendo conto mi stupisco, mi ricordo com’ero e mi rammarico, mi s’insinua dentro la nostalgia e allora ritorno, mi ritornano gli occhi belli, ma dura sempre troppo poco. Dura sempre meno.
Preoccupati per me quando ti dico che non mi manca niente, che ho tutto quello che mi serve, perché di sicuro sto mentendo. Non biasimarmi, lo faccio per sopravvivere. Lo faccio perché ammettere che mi manca qualcosa, o più probabilmente qualcuno, mi metterebbe di fronte ai miei vuoti e io i vuoti non li so affrontare. Li coloro, li arredo, li addobbo, ma non li affronto. Ma i vuoti sono come le carie ai denti, all’inizio non si fanno nemmeno sentire, poi arrivano i primi dolorini e in men che non si dica ti ritrovi a maledirti in tutte le lingue del mondo per non aver chiamato prima il dentista. Io con i denti ho imparato, con i sentimenti ho ancora qualche problema. Rimando.
Sono la procastrinatrice per eccellenza, se c’è una cosa che potrei fare oggi va sempre a finire che la faccio tra tre mesi.
Preoccupati per me quando c’è il sole, perché il sole mi fa sentire nuda; preoccupati per me quando c’è una festa, quando sono in mezzo alla gente, quando sto parlando con qualcuno, perché di sicuro avrò la tachicardia.
Preoccupati per me a prescindere, se puoi, perché non mi commuovo più da tempo e vorrei ricominciare a farlo, ma non so come si fa.
-Susanna Casciani
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