Tumgik
#nel cielo sopra bergamo
qualbuonvento · 1 year
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ἐπιϕάνεια
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bergamorisvegliata · 6 months
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READING POEMS -di Domi-
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... E poi, le luci calano, le Rune salgono
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....i Sogni vivono... E i pensieri affiorano... A volte Blue...
a volte troppo...
*** Conati d'autore ***
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"Sei triste...?... domandarono...
stanco di spegner lampi, zittir tempeste.
Bhe', sai, vorrei esser triste...davvero
Ma....
piu' che altro e' una Non sensazione..
non e' emozione....gia', si, non sento piu' il nulla, non lo sento... Lontano lui farfuglia.... Frasi sconnesse, scommesse perse...
Ho vissuto il Tutto, ho masticato, deglutito e digerito il lutto... Pur il frutto proibito... Vomitandolo...
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distrutto
Conati d'autore
So' che... So'... So'.... Bhe', so' che non voglio morire da solo, questo si', lo so'...lo sento....addirittura
Gia' pur c'ho' vissuto
I gatti non bastano,
queste pagine aiutano....o forse no...
poco importa
Piu' continuo
o piu' cerco accettazione
piu' desidero, piu' mi sento solo apparizione....
piu' vorrei...
piu' vorrei solo condivisione...
un'Emozione...
Conati d'autore
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Tutto cio' che mi ritrovo, ho ottenuto,
scivola tra le dita, vola tra le foglie, fluttua nel vento
Piove dal cielo, si mescola alla terra...o scorre, a volte pure nell'asfalto...
e bada, non gli cammina sopra, gli nuota dentro
Non e' mai un eccezione...ne e' solo partecipazione...
Ad un dolore diffuso....comune
percepito solo da chi non ne e' immune
Chi lo riconosce ma non lo puo' curare
non si puo' accettare, capire, trasmettere....soprattutto cambiare.
Non sono cose da uomo comune
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...ma tutto cio' non e' un vanto...ne stupida presunzione
Sarebbe...dovrebbe....e' meglio non sapere
Resta che non saprei come uscirne, non v'e' soluzione
E' un'enigma, e' il tempo senza risposta, e' una lettera senza affrancatura postale
Una missiva senza francobollo
Se non paghi non ricevi
Rimani tra i dubbi.... Tra banali sbagliate scelte.....
Sempre in sospeso
Puoi cambiar musica ma lo stile quello resta...
Se son triste ?
Vorrei che lo fossi ma,
Piu' che altro non sento...
Ora...piu' niente...?... Ansie...?...non gente...?...
Sono solo mie istanze.... Mie stanze
Proteste e indecenze
In quel pessimo ristorante dove pilucco da sempre....
Conati d'autore......solo parole
e l'Amore...?...bhe', quello resta nel cuore....al sicuro, in privato, non serve mostrarlo.... Il pranzo e' servito.
Un Amore che Non Esiste.... Ma
Mi e' Necessario....
Conati d'autore "
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NB:
"Bergamo risvegliata" è lieta di annunciare che:
VENERDì 27 OTTOBRE alla sede del "Circolo ARCI - Il Bafo" di Seriate, in Piazza Bolognini, ci sarà un evento al quale parteciperà il nostro amico Domi coadiuvato alla chitarra dal Maestro Roberto Rota per una serata di "reading poems" tra musica e poesia.
Quelle che seguono sono le locandine:
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alchimilla · 4 years
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Camminando sopra i tetti • Walking over the roofs
La vita ai tempi della pandemia - Mondo, Zona Rossa / giorno 19
Cose belle e cose brutte, che s’intrecciano e si mischiano, come fili di una matassa ancora intricatissima.
Prima le cose belle:
- I contagi in Lombardia sembrano timidamente continuare a rallentare, anche se la situazione resta comunque gravissima.
- La pressione su ospedali e pronto soccorsi del nord, sembra lievemente allentata, solo un pochino, quel tanto che basta per riuscire a tirare il fiato, sotto mascherine e visiere, che fanno sudare, e lasciano solchi sulla pelle, e nell’anima, come ferite (indelebili) di guerra.
- Ieri a Brescia, si sono registrati “solo” 299 nuovi contagi, contro i 393 del giorno precedente. A Brescia città, intanto, siamo arrivati a 1000 contagi ufficiali da Covid-19, mentre ad Orzinuovi, paese della bassa bresciana, che è stato uno dei focolai principali del virus, da tre giorni non si registrano nuovi casi.
- Sono arrivati tanti aiuti, tra dispositivi, apparecchiature mediche e personale sanitario, in primis dalla Cina, poi dagli Stati Uniti, da Cuba, dalla Russia.
- E poi c’è l’ingegno, e il genio, tutto italiano (e del resto, se l’Italia ha sfornato i più grandi geni dell’umanità, da Leonardo a Dante e così via, un motivo ci sarà), di un ingegnere bresciano che ha trasformato le maschere da snorkeling full face (che si comprano da Decathlon), in respiratori d’emergenza.
- Si sperimentano sui pazienti Covid-19, alcuni farmaci già esistenti per altre patologie, che sembrano dare buoni risultati: Tocilizumab, Avigan, Plaquenil, Remdesivir.
- Finalmente si è capito che, le moltissime persone a casa, malate con Covid-19, non vanno lasciate a loro stesse senza alcuna assistenza medica o monitoraggio, abbandonate lì a cercare di curarsi da sole con tachipirina e antibiotici, fino a quando non muoiono nei loro letti. No, è inaccettabile tutto questo, anche se gli ospedali sono al collasso, non si può e non si deve più lasciar morire la gente a casa da sola. E così, a qualcuno del governo, si è accesa una lampadina, e ha dotato i medici di base di saturimetri, da dare a tutti i pazienti domiciliati, che presentano sintomi da Covid, per controllare i livelli di ossigeno nel sangue, e, forse, cercare di salvare loro la vita, facendogli chiamare il 118, quando il saturimetro segna 90 di saturazione. Perché sotto questa soglia, poi, non si respira più.
E finalmente, i medici di base, non danno più solo tachipirina e antibiotici, ma cominciano a prescrivere anche i farmaci sperimentali contro Covid, già usati in ospedale, oltre a segnalare e tenere traccia di tutti i pazienti che presentano sintomi Covid compatibili.
Ovviamente, questa cosa, bisognava farla prima, non un mese dopo lo scoppio dell’emergenza.
- E, in ultimo, gli scienziati hanno diffidato legalmente Maria Rita Gismondo, direttrice del laboratorio per le bioemergenze del Sacco di Milano, per “affermazioni pericolose sul coronavirus, volte a minimizzare la gravità della situazione e non basate su evidenze scientifiche”. Era ora. Finalmente. Ricordiamole ancora una volta le sue deliranti affermazioni sul Covid: << Il Coronavirus Covid-19, è poco più di un’influenza, tutto questo allarmismo è pura follia>>. Io mi aspetto che questo soggetto venga radiato dall’albo dei medici.
E ora le cose brutte:
- Due giorni fa, si è suicidata a Monza un’altra infermiera di terapia intensiva, che lavorava con i pazienti Covid (dopo quella di Jesolo di una settimana fa). Anche lei era risultata positiva al virus, ed era a casa in quarantena con sintomi. Purtroppo, non sarà l’ultimo caso questo. Quello che vedono ogni giorno i medici e gli infermieri, negli ospedali pieni di malati Covid, noi non possiamo nemmeno immaginarcelo. E non tutti riescono a reggere a questo orrore, soprattutto se sperimentano su loro stessi i sintomi del virus.
- Bertolaso, l’uomo dei miracoli, chiamato a salvare l’Italia da un’epidemia senza fine, ha contratto il virus a sua volta, e ora si trova ricoverato al San Raffaele, per il momento con sintomi lievi.
- Borrelli, il capo della Protezione Civile, è febbricitante e in quarantena anche lui, ma il tampone ha dato esito negativo.
- Covid-19 sta decimando famiglie, generazioni, paesi interi. Persone “normali”, personaggi famosi, principi e reali. Tutti stanno cadendo colpiti dalla falce mortale di Covid.
- Il virus ha svuotato le megalopoli di tutto il mondo. Ha costretto 3 miliardi di persone a chiudersi in casa, per sfuggire al contagio. Ha bloccato le economie di tutto il globo.
- Il numero dei contagi e dei morti, è di molto superiore alle stime ufficiali, perche queste si basano solo sui tamponi fatti a chi viene ospedalizzato. Ma ci sono migliaia di persone a casa col Covid, che muoiono nei propri letti, e non vengono censite come contagiati, anche se lo sono.
- A Bergamo ci sono 1800 trentenni malati di Covid.
- Oltre agli elicotteri, le città vengono controllate anche dai droni, ora.
E così, per passeggiare un po’ da sola e “in libertà”, io cammino al tramonto sul tetto del mio palazzo, che ha una bella e grande terrazza. Prima le mie domeniche le passavo a passeggiare nei boschi, o nei vivai di bonsai, o a fare qualche gita fuori porta.
Ora le passo sopra i tetti, da dove il sole, sembra molto più vicino, e il cielo, meno nero.
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tarditardi · 4 years
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Leon fa muovere Bolgia Bergamo
Sabato 25 gennaio 2020 il top dj producer italiano Leon è sul palco del Bolgia. Per il club bergamasco è l'ennesimo evento imperdibile di una stagione importante, che ha visto sul suo palco tanti tra i protagonisti dello scenario internazionale della musica elettronica. Tra gli altri sono stati protagonisti Apollonia, Amelie Lens, Chris Liebing, Patrick Topping, Enrico Sangiuliano e Marco Faraone.
Originario di Teramo, anche Leon è ormai una presenza costante nei top club internazionali e pure al Bolgia, un club con cui ha un rapporto particolare. Spesso fa scatenare spazi e festival importanti come Futur Festival a Torino,  Cielo NY, Space Miami, Fabric London, Rex Paris e Dc 10 ed ha pubblicato i suoi dischi su etichette di riferimento come Crosstown Rebels, Cocoon, Viva Music, Defected o Snatch! Records, tra le altre. La sua musica è vicina alle radici della house e della techno ed in pista va dritto come un treno. "Rock Me", pubblicata su Defected nel 2013, è probabilmente la produzione che meglio sintetizza il suo approccio alla musica da ballo. Tra i dischi più recenti ci sono l'ipnotica "Get Back" sulla citata Snatch! del collega italiano Riva Starr ed il sofisticato "Game Over", un EP dal sound decisamente spaziale, proprio come il suo tour. A gennaio 2020 subito prima del dj set al Bolgia il 24 gennaio è all'Hype di Belgrado (il 24). Subito dopo, il 26 è al mixer del celeberrimo Fabric di Londra (il 26). L'evento del 25 gennaio al Bolgia è in collaborazione con Momento Lab.
Evento Facebook con orari, dettagli e prezzi https://www.facebook.com/events/1435531989958335/
Prevendite Online Bolgia.it/r250120/
Bolgia info 3383624803, 3287377598 - 3355233773 www.bolgia.it    [email protected] www.facebook.com/bolgiaofficial  www.instagram.com/bolgia.official/ Via Vaccarezza 8 Osio Sopra (Bergamo) A4 Milano Venezia uscita Dalmine (venti minuti circa da Milano) In treno: Stazione Verdello - Dalmine (disponibile navetta per il Bolgia)
www.facebook.com/LeonOfficial
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Modello "Giuditta" ai tempi del Corona Virus!😇 Si scherza un po', confidando che arrivi in fretta il sereno, proprio come quello dipinto nel cielo sopra di me...🤞 #sereno #giuditta #bergamo #cielo #moda #estate #primaveraestate #malowriter #mauriziolorenzi (presso Bergamo, Italy) https://www.instagram.com/p/CAOONUeKsqJ/?igshid=1pqs15bndvrd2
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spazioliberoblog · 4 years
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di NICOLA R. PORRO ♦
Scrivo queste considerazioni la mattina del 29 maggio, due giorni dopo l’allarme suscitato da un’imprevista ripresa dei contagi e dei decessi. Due terzi dei nuovi casi e la metà dei decessi si sono verificati ancora una volta in Lombardia: al 28 maggio l’Italia denunciava dall’inizio “ufficiale” dell’epidemia 231.732 “casi totali” di contagio e 33.142 decessi. La Lombardia, dove risiede il 16.7% degli italiani, con 88.183 contagi rappresentava il 38.1% del totale nazionale e, con i 15.974 casi, addirittura il 48.2% dei decessi.
Si può abbozzare una comparazione con il Lazio, l’altra grande regione che ospita una città metropoli (Roma ha circa il doppio della popolazione di Milano) e la cui popolazione costituisce quasi un decimo di quella nazionale (9.7%). Il Lazio faceva registrare alla stessa data 7693 casi totali (3.3% del totale nazionale) e 708 decessi (il 2.1 % del totale nazionale). Considerando che la popolazione lombarda è 1.7 volte maggiore di quella laziale, i contagi in Lombardia sono stati quasi sette volte quelli del Lazio e i decessi addirittura quattordici volte tanti. 
Scomputando i dati epidemiologici lombardi dal totale nazionale, il caso italiano potrebbe essere classificato di intensità media, meno drammatico rispetto a quello britannico, spagnolo, francese e vicino ai valori registrati in Germania. Con un tasso di mortalità superiore al 18%, la Lombardia risulta tuttavia la macro-area territoriale più colpita al mondo fuori dagli Usa. Quasi sei punti percentuali sopra Parigi e l’Ile de France, cinque sopra Madrid, le altre aree d’Europa più martoriate. Ce n’è abbastanza per interrogarsi sulle ragioni di questa anomalia, che associa vastità del contagio e letalità, facendo dell’Italia alla fine di maggio il terzo Paese al mondo per numero di vittime pur essendo il sesto per numero di contagi. 
Vanno doverosamente ricordate alcune importanti specificità di un territorio collocato al crocevia delle principali direttrici di traffico europee e che, se fosse uno Stato indipendente, sarebbe per popolazione fra i primi dieci della UE e vanterebbe un PIL paragonabile a quello della Svezia. La Lombardia è uno snodo nevralgico di traffici e comunicazioni, un’area densamente popolata e con un’elevata percentuale di popolazione anziana. È anche una regione ricca, con livelli occupazionali assai più elevati del resto d’Italia. La combinazione di questi fattori aiuta in parte a capire la mattanza di anziani nelle residenze sanitarie assistite. In famiglie dove lavorano tutti è più difficile prendersi cura degli anziani e più frequente il ricorso a strutture specializzate che l’epidemia ha trasformato facilmente in focolai di infezione con le tragiche conseguenze cui si è assistito soprattutto nelle province di Bergamo e Brescia. Qui il virus ha letteralmente decimato intere classi di età: quelle che avevano ricostruito l’economia lombarda nel secondo dopoguerra e dato uno straordinario contributo al boom economico nazionale degli anni Sessanta. 
Il caso lombardo non può tuttavia essere derubricato a semplice variante della casistica nazionale, come dimostra il ben diverso andamento che l’epidemia ha conosciuto nelle regioni limitrofe, quasi tutte rette da amministrazioni dello stesso colore politico. Per non far torto al comune buon senso occorre allora risalire ai tratti specifici, e assai politicamente sensibili, del caso lombardo. In esso convergono due distinti ordini di questioni. Il primo rinvia a quel rapporto fra Stato centrale e poteri regionali che dal 2001 regola il sistema sanitario italiano e di cui l’epidemia ha rivelato tutta la vulnerabilità e la criticità. Il secondo concerne gli effetti di una strategia di ampio respiro mirante a fare specificamente della Lombardia il laboratorio di una mutazione genetica di ispirazione liberista dell’intero sistema di welfare. 
Quanto al primo punto, la crisi ha ampiamente dimostrato la necessità di disporre, nelle situazioni di emergenza, di una sola linea di comando, di una centralizzazione delle decisioni e di una rigorosa attribuzione di competenze e responsabilità. Invece abbiamo avuto la guerriglia dei tamponi, la frammentazione delle competenze, la battaglia dei galli fra Presidenti, illegittimamente ribattezzati “governatori” (l’Italia non è uno Stato federale e la Lombardia o il Veneto non sono l’Ohio o il Wisconsin).  Di qui l’esigenza di avviare presto una riflessione coraggiosa sull’ordinamento statuale e sulle relazioni centro-periferia.
Qui ci occupiamo invece di aspetti squisitamente politici, sebbene non riducibili al giudizio su qualità e capacità dei leader locali. Questa volta non si tratta infatti di malaffare o di incapacità, di cui si occuperà eventualmente la magistratura riguardando i comportamenti di singoli amministratori. Quella che si vuole ricordare è invece come la Lombardia abbia rappresentato, fra il 1995 e il 2020, il laboratorio di un’offensiva liberista che ha un solo precedente nell’Europa postbellica: quella condotta in Gran Bretagna dalla Thatcher fra il 1979 e il 1990. In un decennio fu demolito il welfare britannico, il più antico d’Europa, e liquidato un sistema sanitario pubblico giudicato oggi fra i peggiori del continente, come ha confermato in queste settimane una gestione dell’epidemia del tutto simile a quella lombarda.La regione più sviluppata d’Italia è stata il bersaglio di una precisa strategia, nutrita di umori liberisti, sostenuta da corposi interessi economici e orientata a indurre una specie di mutazione genetica del sistema di welfare. Architetti ed esecutori di questa strategia ne sono perfettamente consapevoli, come dimostra il panico suscitato dall’istituzione di una commissione d’inchiesta regionale e i disperati tentativi di affossarla. 
I più anziani ricordano come la Lombardia sia stata teatro già negli anni Ottanta di una sfida secessionista, quella della Lega di Bossi. Dietro il folclore falso-padano – quando le ampolle e i proclami indipendentisti incendiavano di passione l’adolescente Salvini, non ancora convertitosi alla sovranità della Nazione – gli osservatori più avvertiti non tardarono a subodorare operazioni meno chiassose ma ben più insidiose. Nei diciotto anni della presidenza Formigoni e poi nella stagione di Maroni (2013-2018) avrebbe infatti preso corpo quell’operazione di smantellamento del welfare di prossimità che, ispirandosi alla più angusta ortodossia liberista, porterà in Lombardia a un drastico ridimensionamento della sanità pubblica[1]. 
Il conto di quella sciagurata stagione – lo stesso Formigoni riconosce oggi la sostanza dell’accusa indirizzandola però al suo successore Maroni – è stato brutalmente presentato ai lombardi nel marzo di quest’anno: quando si è scoperto quanti posti letto e quante postazioni di terapia intensiva mancavano all’appello dell’emergenza. 
È ispirandosi al modello lombardo – privatizzazione del diritto alla salute, massicci investimenti nelle strutture di eccellenza, brutale contrazione delle risorse pubbliche – che i governi nazionali di centrodestra, da Berlusconi in poi, avvieranno fra il 2009 e il 2017 un tentativo di progressiva metamorfosi del sistema sanitario. La contrazione selettiva delle risorse statali alla sanità, ad esempio, colpiranno assai più le strutture pubbliche di quelle private operanti in regime di convenzione. Negli stessi anni sarà chiuso in Italia il 19% degli ospedali e ridotti del 14% i posti letto. Le cliniche private se la sarebbero cavata con un più sopportabile 9%. L’operazione procederà con successo nel contesto lombardo sino alla fatidica stagione del virus. 
Sono questi antefatti e questa combinazione di politiche neo-liberiste, interessi di potentati economici e ideologia dello Stato minimo a spiegare in larga misura un dramma sanitario che non è piovuto dal cielo e di cui l’epidemia ha evidenziato quasi teatralmente cause e responsabilità.
Le impressionanti immagini dei camion militari che a Bergamo trasportano le bare solitarie dei vecchi deceduti in strutture sanitarie al collasso non saranno dimenticate facilmente. Alle carenze di organici sanitari costantemente ridimensionati hanno supplito la generosità e il coraggio dei medici e degli infermieri pensionati richiamati al lavoro, la mobilitazione dei corpi militari e un robusto e capillare tessuto di volontariato. 
Se la catastrofe non si è tramutata in un’apocalisse, insomma, lo si deve principalmente a donne e uomini sopravvissuti – è il termine giusto – a venticinque anni di offensiva liberista. Anche a raggio nazionale, d’altronde, l’offensiva contro il welfare di prossimità e la sanità pubblica si è identificata sin dalla metà dei Novanta nella cosiddetta “ideologia lombarda” e in leader e forze politiche saldamente radicati in quel contesto territoriale. 
Un altro ex presidente, Bruno Tabacci, ha ricostruito con lucida amarezza un’intera parabola storica[2]. Emerge dalla sua testimonianza come per venti anni l’artiglieria mediatica berlusconiana abbia bombardato l’opinione pubblica delegittimando sistematicamente il sistema pubblico e aprendo la strada alla famelica fanteria dei nuovi liberisti.  Ne sarebbe derivato quel “privato sociale” destinato a insediarsi nei gangli nevralgici e più lucrosi del sistema sanitario mentre venivano via via demoliti i presidi territoriali. Lo mostra eloquentemente il confronto fra le due tavole che illustrano la trasformazione dal vecchio sistema delle Usl (1983) a quello delle Asl (2018). In Lombardia l’accorpamento viene attuato in maniera più draconiana che altrove: se nel 1983, ad esempio, le 88 Usl regionali servivano fra un minimo di 2208 residenti e un massimo di 83.328, le Asl nate nel 2018 copriranno da un minimo di 336.339 residenti a un massimo (stratosferico) di 3.454.413.  Quasi una pietra tombale sul sistema di prossimità.
I finanziamenti sottratti alla sanità di prossimità e all’adeguamento dei servizi sono stati dirottati ai “poli di eccellenza”, fiori all’occhiello del modello Lombardia e moltiplicatori di profitti per quel mix pubblico-privato sempre più sbilanciato a favore del secondo. Alcune fra le istituzioni sanitarie lombarde, non solo milanesi, garantiscono prestazioni di eccellenza all’avanguardia in Europa[3]. Performance di eccellenza in strutture di altissima specializzazione e collasso dell’assistenza di base sono due facce di una stessa medaglia.
Ma proprio il depotenziamento dell’assistenza pubblica ha alimentato la miscela esplosiva deflagrata proprio lì, nel territorio di sperimentazione del nuovo miracolo italiano annunciato a suo tempo dalle fanfare di Arcore[4].
Riassumendo: se compariamo i dati dell’epidemia a scala globale balza agli occhi come siano stati colpiti soprattutto Stati marcatamente federalisti (Usa, Belgio) – o caratterizzati da un ruolo preminente dei poteri locali in ambito sanitario, come Italia e Spagna – e Stati governati da élite politiche di marcata ispirazione neoliberista (gli Usa di Trump e la Gran Bretagna di Johnson). In un caso, il maggiore fattore di criticità va individuato nell’assenza di una linea di comando centralizzata. Nell’altro, negli effetti di politiche che hanno depotenziato il sistema sanitario pubblico. Il caso lombardo associa in maniera esemplare entrambi gli aspetti. Lo smantellamento dell’offerta sanitaria ha rappresentato il caposaldo di un’offensiva di lungo periodo, favorita da un’interpretazione talmente estensiva della delega conferita nel 2001 alle Regioni in materia sanitaria da provocare la reazione di un ex Presidente della Corte costituzionale, Cesare Mirabelli, intervenuto a ricordare quanto impropri siano i poteri di cui le Regioni si sono progressivamente appropriate sino a rivendicare quella sciagurata “autonomia differenziata” che dividerebbe drammaticamente il Paese[5]. 
Il dramma sociale in atto ci offre allora l’opportunità di ripensare tanto il patto istituzionale fra centro e periferia quanto la struttura del sistema sanitario, liberandoli entrambi da eredità nefaste. Serve la stessa lungimiranza che già nel lontano 1981 ispirò la profezia di un leader politico preoccupato che l’assalto della politica alla sanità pubblica generasse un pervertimento dello stesso progetto regionalistico. Non era un nostalgico del centralismo autoritario: si chiamava Enrico Berlinguer.
NICOLA R. PORRO
[1]Lo stesso Formigoni sarà alla fine travolto da una vicenda giudiziaria che interessava il prestigioso Istituto San Raffaele (caso Maugeri e Daccò).
[2]”La sanità con la Dc era pubblica, ha cambiato volto con Formigoni. La Regione ammetta gli errori”, intervista di Concetto Vecchio a B. Tabacci, Repubblicadel 20 aprile 2010.
[3]È esemplare al riguardo come alla fine di maggio, mentre serpeggiava l’allarme per un ritorno di fiamma dei contagi e autorevoli ricercatori contestavano i dati ufficiali giudicandoli significativamente sottostimati, un’équipe chirurgica realizzasse al Policlinico di Milano, per la prima volta in Europa, un trapianto di entrambi i polmoni a beneficio di un giovane colpito in maniera severissima dal virus. 
[4]Noticina biografica:ho troppo sangue lombardo nelle vene per temere l’accusa con cui la trimurti Belpietro-Feltri-Sallusti cerca di contrabbandare per meschina invidia sociale e risentimento etnico la contestazione di quel sistema regionale.
[5]Cesare Mirabelli, “La clausola di supremazia spetta allo Stato”, Il Messaggero del 12 maggio 2010. Sono riflessioni che discendono dalla natura della salute come bene comune, come l’economia o la difesa: nemmeno nei regimi più marcatamente federalisti è consentito alle autonomie locali di battere moneta o dotarsi di Forze Armate territoriali indipendenti.
Nel tempo del virus. Cosa insegna la Lombardia di NICOLA R. PORRO ♦ Scrivo queste considerazioni la mattina del 29 maggio, due giorni dopo l’allarme suscitato da un’imprevista ripresa dei contagi e dei decessi.
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LO SPIRITO DEL PIANETA
Diciassettesima edizione
L’unico festival tribale indigeno in Italia
@ Polo Fieristico – Chiuduno (BG)
Via Martiri della Libertà
 Venerdì 26 maggio
Milladoiro
 Il programma della serata
ore 19.00: - Apertura del centro
ore 20.00: - Inaugurazione: Accensione del Fuoco Sacro (parco)
- Conferenza: Naturalmente, incontrarsi, partecipare, coinvolgere, organizzare (palazzetto)
ore 20.45: - Conferenza: l’Assemblea dei Popoli Indigeni (palco principale)
ore 21.15: - Concerto del gruppo Milladoiro (Galizia, Spagna) (palco principale)
ore 21.45: - Canti e danze del gruppo Donne dell’Era Rovetta (Bergamo) (palazzetto)
ore 22.00: - Incontro con gli Apache (parco c/o spazio conoscenza)
Ingresso libero
Presente struttura al coperto che garantirà la realizzazione degli spettacoli anche in caso di maltempo
 Orari di apertura del centro
Sabato: ore 17.00
Domenica: ore 12.00
Tutti i giorni feriali: ore 19.00
 INFOLINE
ASSOCIAZIONE CHICUACE IN TONIATIUH SESTO SOLE(BG)
Via Donizetti, 112 – 24030 Brembate Sopra (BG)
Cell: 347 5763417
- www.lospiritodelpianeta.it
      MILLADOIRO
I Milladoiro sono un gruppo di musica folk galiziano, formatosi sul finire degli anni settanta dall'unione del gruppo tradizionale di Faiscas do Xiabre con i musicisti Antón Seoane e Rodrigo Romaní.
Dall’incontro tra la musica medioevale e la tradizionale musica folk celtica, i Milladoiro hanno creato un sound unico chiamato "folk da camera".
 La visione originale che ha condotto alla formazione dei Milladoiro è stata concepita dal multi-strumentalista jazz e storico della musica Xose A. Ferreiros nel novembre del 1978.
 Formato da ex-studenti dell'Università di Santiago di Compostela, il gruppo ha raccolto il suo vasto repertorio da antichi manoscritti e spartiti.
Hanno poi però continuato a basare il proprio approccio alla musica su altri gruppi musicali di tendenza celtica.
In un'intervista Rodrigo Romani ha spiegato: "Quando iniziammo volevamo fare ciò che i Chieftains o The Bothy Band stavano realizzando per la musica irlandese, o Alan Stivell per la musica bretone".
 Rodrigo Romaní e Antón Seoane nel 1978 pubblicano l'album Milladoiro cercando di combinare strumenti e sonorità venendo premiati dalla critica nello stesso anno.
 Acquisendo i componenti del gruppo Faiscas do Xiabre, nell'anno successivo nasce l'album A Galicia de Maeloc.
 Tra gli altri album ricordiamo: Solfafria, del 1984, il quale è stato registrato a Dublino con la partecipazione di Paddy Moloney dei The Chieftains; Galicia no pais das maravillas, del 1986, colonna sonora del film “La mitad del cielo”, grazie al quale il film vinse il premio Goya per la miglior musica originale;
e Iacobus Magnus, del 1994, realizzato assieme all'English Chamber Orchestra negli studi di Abbey Road.
  Il servizio di bus navetta è gratuito da e per Bergamo e attorno al festival
bus navetta gratuiti da piazza mercato (Malpensata) Bergamo, davanti alla stazione di Bergamo; e dalla zona industriale di Chiuduno (adiacente a uscita autostrada A4 Grumello del Monte/Telgate). Ulteriori dettagli sul sito del festival.
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tagomago-ita · 7 years
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LO SPIRITO DEL PIANETA
Diciassettesima edizione
L’unico festival tribale indigeno in Italia
@ Polo Fieristico – Chiuduno (BG)
Via Martiri della Libertà
 Venerdì 26 maggio
Milladoiro
 Il programma della serata
ore 19.00: - Apertura del centro
ore 20.00: - Inaugurazione: Accensione del Fuoco Sacro (parco)
- Conferenza: Naturalmente, incontrarsi, partecipare, coinvolgere, organizzare (palazzetto)
ore 20.45: - Conferenza: l’Assemblea dei Popoli Indigeni (palco principale)
ore 21.15: - Concerto del gruppo Milladoiro (Galizia, Spagna) (palco principale)
ore 21.45: - Canti e danze del gruppo Donne dell’Era Rovetta (Bergamo) (palazzetto)
ore 22.00: - Incontro con gli Apache (parco c/o spazio conoscenza)
Ingresso libero
Presente struttura al coperto che garantirà la realizzazione degli spettacoli anche in caso di maltempo
 Orari di apertura del centro
Sabato: ore 17.00
Domenica: ore 12.00
Tutti i giorni feriali: ore 19.00
 INFOLINE
ASSOCIAZIONE CHICUACE IN TONIATIUH SESTO SOLE(BG)
Via Donizetti, 112 – 24030 Brembate Sopra (BG)
Cell: 347 5763417
- www.lospiritodelpianeta.it
      MILLADOIRO
I Milladoiro sono un gruppo di musica folk galiziano, formatosi sul finire degli anni settanta dall'unione del gruppo tradizionale di Faiscas do Xiabre con i musicisti Antón Seoane e Rodrigo Romaní.
Dall’incontro tra la musica medioevale e la tradizionale musica folk celtica, i Milladoiro hanno creato un sound unico chiamato "folk da camera".
 La visione originale che ha condotto alla formazione dei Milladoiro è stata concepita dal multi-strumentalista jazz e storico della musica Xose A. Ferreiros nel novembre del 1978.
 Formato da ex-studenti dell'Università di Santiago di Compostela, il gruppo ha raccolto il suo vasto repertorio da antichi manoscritti e spartiti.
Hanno poi però continuato a basare il proprio approccio alla musica su altri gruppi musicali di tendenza celtica.
In un'intervista Rodrigo Romani ha spiegato: "Quando iniziammo volevamo fare ciò che i Chieftains o The Bothy Band stavano realizzando per la musica irlandese, o Alan Stivell per la musica bretone".
 Rodrigo Romaní e Antón Seoane nel 1978 pubblicano l'album Milladoiro cercando di combinare strumenti e sonorità venendo premiati dalla critica nello stesso anno.
 Acquisendo i componenti del gruppo Faiscas do Xiabre, nell'anno successivo nasce l'album A Galicia de Maeloc.
 Tra gli altri album ricordiamo: Solfafria, del 1984, il quale è stato registrato a Dublino con la partecipazione di Paddy Moloney dei The Chieftains; Galicia no pais das maravillas, del 1986, colonna sonora del film “La mitad del cielo”, grazie al quale il film vinse il premio Goya per la miglior musica originale;
e Iacobus Magnus, del 1994, realizzato assieme all'English Chamber Orchestra negli studi di Abbey Road.
  Il servizio di bus navetta è gratuito da e per Bergamo e attorno al festival
bus navetta gratuiti da piazza mercato (Malpensata) Bergamo, davanti alla stazione di Bergamo; e dalla zona industriale di Chiuduno (adiacente a uscita autostrada A4 Grumello del Monte/Telgate). Ulteriori dettagli sul sito del festival.
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wildbunch-ita · 7 years
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LO SPIRITO DEL PIANETA
Diciassettesima edizione
L’unico festival tribale indigeno in Italia
@ Polo Fieristico – Chiuduno (BG)
Via Martiri della Libertà
 Venerdì 26 maggio
Milladoiro
 Il programma della serata
ore 19.00: - Apertura del centro
ore 20.00: - Inaugurazione: Accensione del Fuoco Sacro (parco)
- Conferenza: Naturalmente, incontrarsi, partecipare, coinvolgere, organizzare (palazzetto)
ore 20.45: - Conferenza: l’Assemblea dei Popoli Indigeni (palco principale)
ore 21.15: - Concerto del gruppo Milladoiro (Galizia, Spagna) (palco principale)
ore 21.45: - Canti e danze del gruppo Donne dell’Era Rovetta (Bergamo) (palazzetto)
ore 22.00: - Incontro con gli Apache (parco c/o spazio conoscenza)
Ingresso libero
Presente struttura al coperto che garantirà la realizzazione degli spettacoli anche in caso di maltempo
 Orari di apertura del centro
Sabato: ore 17.00
Domenica: ore 12.00
Tutti i giorni feriali: ore 19.00
 INFOLINE
ASSOCIAZIONE CHICUACE IN TONIATIUH SESTO SOLE(BG)
Via Donizetti, 112 – 24030 Brembate Sopra (BG)
Cell: 347 5763417
- www.lospiritodelpianeta.it
      MILLADOIRO
I Milladoiro sono un gruppo di musica folk galiziano, formatosi sul finire degli anni settanta dall'unione del gruppo tradizionale di Faiscas do Xiabre con i musicisti Antón Seoane e Rodrigo Romaní.
Dall’incontro tra la musica medioevale e la tradizionale musica folk celtica, i Milladoiro hanno creato un sound unico chiamato "folk da camera".
 La visione originale che ha condotto alla formazione dei Milladoiro è stata concepita dal multi-strumentalista jazz e storico della musica Xose A. Ferreiros nel novembre del 1978.
 Formato da ex-studenti dell'Università di Santiago di Compostela, il gruppo ha raccolto il suo vasto repertorio da antichi manoscritti e spartiti.
Hanno poi però continuato a basare il proprio approccio alla musica su altri gruppi musicali di tendenza celtica.
In un'intervista Rodrigo Romani ha spiegato: "Quando iniziammo volevamo fare ciò che i Chieftains o The Bothy Band stavano realizzando per la musica irlandese, o Alan Stivell per la musica bretone".
 Rodrigo Romaní e Antón Seoane nel 1978 pubblicano l'album Milladoiro cercando di combinare strumenti e sonorità venendo premiati dalla critica nello stesso anno.
 Acquisendo i componenti del gruppo Faiscas do Xiabre, nell'anno successivo nasce l'album A Galicia de Maeloc.
 Tra gli altri album ricordiamo: Solfafria, del 1984, il quale è stato registrato a Dublino con la partecipazione di Paddy Moloney dei The Chieftains; Galicia no pais das maravillas, del 1986, colonna sonora del film “La mitad del cielo”, grazie al quale il film vinse il premio Goya per la miglior musica originale;
e Iacobus Magnus, del 1994, realizzato assieme all'English Chamber Orchestra negli studi di Abbey Road.
  Il servizio di bus navetta è gratuito da e per Bergamo e attorno al festival
bus navetta gratuiti da piazza mercato (Malpensata) Bergamo, davanti alla stazione di Bergamo; e dalla zona industriale di Chiuduno (adiacente a uscita autostrada A4 Grumello del Monte/Telgate). Ulteriori dettagli sul sito del festival.
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tarditardi · 4 years
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25/1 Leon fa ballare Bolgia - Bergamo
Sabato 25 gennaio 2020 il top dj producer italiano Leon è sul palco del Bolgia. Per il club bergamasco è l'ennesimo evento imperdibile di una stagione importante, che ha visto sul suo palco tanti tra i protagonisti dello scenario internazionale della musica elettronica. Tra gli altri sono stati protagonisti Apollonia, Amelie Lens, Chris Liebing, Patrick Topping, Enrico Sangiuliano e Marco Faraone.
Originario di Teramo, anche Leon è ormai una presenza costante nei top club internazionali e pure al Bolgia, un club con cui ha un rapporto particolare. Spesso fa scatenare spazi e festival importanti come Futur Festival a Torino,  Cielo NY, Space Miami, Fabric London, Rex Paris e Dc 10 ed ha pubblicato i suoi dischi su etichette di riferimento come Crosstown Rebels, Cocoon, Viva Music, Defected o Snatch! Records, tra le altre. La sua musica è vicina alle radici della house e della techno ed in pista va dritto come un treno. "Rock Me", pubblicata su Defected nel 2013, è probabilmente la produzione che meglio sintetizza il suo approccio alla musica da ballo. Tra i dischi più recenti ci sono l'ipnotica "Get Back" sulla citata Snatch! del collega italiano Riva Starr ed il sofisticato "Game Over", un EP dal sound decisamente spaziale, proprio come il suo tour. A gennaio 2020 subito prima del dj set al Bolgia il 24 gennaio è all'Hype di Belgrado (il 24). Subito dopo, il 26 è al mixer del celeberrimo Fabric di Londra (il 26). L'evento del 25 gennaio al Bolgia è in collaborazione con Momento Lab.
Evento Facebook con orari, dettagli e prezzi https://www.facebook.com/events/1435531989958335/
Prevendite Online Bolgia.it/r250120/
Bolgia info 3383624803, 3287377598 - 3355233773 www.bolgia.it    [email protected] www.facebook.com/bolgiaofficial  www.instagram.com/bolgia.official/ Via Vaccarezza 8 Osio Sopra (Bergamo) A4 Milano Venezia uscita Dalmine (venti minuti circa da Milano) In treno: Stazione Verdello - Dalmine (disponibile navetta per il Bolgia)
www.facebook.com/LeonOfficial
NB: Al Bolgia si balla anche sabato 18 gennaio 2020 con Chris Liebing. Tutte le info qui: http://www.lorenzotiezzi.com/2020/01/181-chris-liebing-bolgia-bergamo.html
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bergamorisvegliata · 3 years
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LA PRIMA MANIFESTAZIONE
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Nella splendida cornice del lago di Garda a Desenzano, la prima manifestazione alla quale prende parte "bergamo si smaschera/bergamorisvegliata"; manifestazione (ma più giusto è il termine di "sit in") organizzata da
"Fuoco Garda bresciano" sotto lo slogan
"Libertà di respirare, curarsi, muoversi, esprimersi"
ed è stata allestita per informare e raccogliere nuove forze e energie tra la popolazione, allo scopo di contrastare questa situazione infodemica che da un anno sta colpendo l'Europa occidentale e in particolare l'Italia, sotto scacco dalle elites mondialiste.
Sul palco (ma in realtà è una comoda panchina in Piazza Matteotti) si alternano la relatrice Eugenia Ghinda che accompagna il Dottor Roberto Santi, specialista gastroenterologo, e lo scrittore Sergio Guaraini di recente autore del libro "La dissolvenza della libertà".
Esordisce Eugenia Ghinda che accusa le manovre volte a mettere in affanno l'economia mondiale, e a sferrare un duro colpo psicologico alle vittime di questa "pandemia", ovvero i bambini sempre più privati della loro personalità attraverso mascherine deleterie per la loro età, vittime inoltre di possibili ricatti morali al fine di sradicarli dalle loeo famiglie e a tutto vantaggio delle organizzazioni lucrative legate ad associazioni pedo-pornografiche (pur se questo aspetto non è stato del tutto affrontato).
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Prende poi la parola il Dottor Santi che tiene a fornire le sue precisazioni sui tamponi, del tutto inaffidabili non essendo dei "presìdi" terapeutici ma solo per uno scopo genetico.
Inoltre si torna sul ruolo delle mascherine che almeno all'esterno sono del tutto inutili, in quanto indossandole -specie durante la camminata- si crea una "camera" di anidride carbonica che è rischiosa per l'apparato respiratorio. Inoltre creano confusione le norme sui "distanziamenti" che non sono specificati riguardo alla distanza presunta, che genera confusione soprattutto tra le stesse forze dell'ordine che ancora attualmente non forniscono risposte in merito sulla "distanza" da rispettare.
E non mancano momenti di concitazione quando una persona tenta di ribattere alle considerazioni del Dottor Santi, subito respinta dalle proteste -non del tutto giustificate- dei presenti, quando invece un confronto si sarebbe potuto apprezzare.
Ma prosegue la disamina di Santi riguardo al "Covid19" per il quale vengono negate le cure verso patologie più gravi e importanti come l'infarto, il tumore, il diabete e altri disturbi dell'apparato.
E quando Roberto Santi inizia a spiegare il "vaccino" a terapia genica c'è un'altra persona che "invade" il campo asserendo che quelle avanzate dal Dottore siano tutte "menzogne". Dopo un attimo di tensione, si torna a dare la parola al dottore che specifica il ruolo del "vaccino" e della proteina "spike" a mRNA e delle conseguenze che può portare al nostro organismo, attraverso una "cascata" citochinica che porterebbe alla morte dell'individuo.
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Ed è il turno di Sergio Guaraini che illustra i provvedimenti giurisdizionali e legali, con le controversie derivate da DPCM e da atti amministrativi dichiarati illegittimi da una sentenza del TAR del Lazio: Guaraini si inoltra anche sulle "dinamiche" del "Covid19" e dei "vaccini" con le implicazioni legate ad esso. Guaraini confronta anche la situazione creatasi un anno fa con quella attuale, specificano come la mancanza di regole certe e di scadenza altrettanto marcate siano state un ostacolo per la tranquillità di molte persone condizionate da tali provvedimenti.
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Guaraini si inoltra anche sui vari aspetti della vita civile influenzata da queste norme inique e puntualizza riguardo alle vaccinazioni e all'indossare una mascherina che è parificata ad un trattamento da TSO!.
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Prende poi la parola un ex Avvocato ora praticante di meditazione che con una grande forza di spirito ed emanando un senso di pace, incoraggia sui gesti da compiere nella vita di tutti i giorni e rassicura sulle conseguenze giudiziarie nei casi in cui si venga "colti in fragrante". In parole povere, al momento della richiesta di documenti e di identificazione, si attende la compilazione del verbale che verrà impugnato e che non deve mai essere firmato, per poi attendere l'eventuale sanzione che pure verrà contestata.
E dopo altri brevi interventi a beneficio dei ritardatari convenuti nel frattempo, si conclude una bella giornata favorita dal bel sole e da un cielo terso, oltre che dalla cornice di uno dei laghi più belli d'Italia.
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Alla fine il "curatore" del blog non può esimersi dal mettersi in posa con Sergio Ragaini (foto sopra) e dal Dottor Santi (foto sotto).
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