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#squadra corse città di pisa
rallytimeofficial · 2 months
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Squadra Corse Città di Pisa presente con quattro associati al Tuscany Rally 
🔴🔴Squadra Corse Città di Pisa presente con quattro associati al Tuscany Rally 
​La Squadra Corse Città di Pisa asd presente alla prima gara stagionale toscana, oltretutto rally inedito essendo alla prima edizione, il Tuscany Rally sia in versione con vetture moderne che storiche.  Una gara che si affaccia per la prima volta nel variegato panorama rallystyco non solo toscano e che presenta un percorso dinamico e impegnativo oltre che compatto. Tre prove speciali in…
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camjlla2punto0 · 7 years
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TRISTOTTA
lui Tristano, giovane promessa del calcio; lei isotta, fashion blogger affermata.
lui, nato ad Amatrice il 20 agosto 2016, figlio di brave persone amorevoli e benestanti. ma Madre Natura (miei cari signori) non guarda in faccia a nessuno, non le importa se hai fatto carità nella vita, se hai rubato o se sei stato indifferente a tutto ciò. così ,disgraziatamente, il 24 agosto (del medesimo anno) un terremoto rase al suolo l’intera città. fu uno dei più grandi terremoti mai registrati. pochissime persone si salvarono e fra questi il povero neonato, inutile dire che tutta la sua famiglia morì e nessuno su questa terra riuscì mai a dare una spiegazione sulla salvezza del piccolo.
fu messo in orfanotrofio e seguito fin da subito dall’assistente sociale Leale Rohalt, che date le tristi circostanze gli mise nome Tristano, solo una cosa si ritrovò del piccolo: una collanina con un ciondolo a forma di spada medevale.
fortunatamente Tristano venne adottato all’età di 7 anni da un ricchissimo borghese di nome Marco. studiò privatamente seguito dall’insegnante dell’università (nome di università) di Pisa ormai in pesione da parecchi anni, ma che ancora come all’epoca amava insegnare. si videro subito gli interessi del giovane: non era appassionato allo studio (anche se i suoi massimi voti dicevano tutto il contrario) ma amava ogni tipo di sport, stare all’aria aperta e fare attività fisica; gli piacevano tutti gli sport: dal nuoto al tennis, dalla pesca al pattinaggio su rotelle. ma lo sport che meglio gli riusciva era il calcio. aveva imparato da solo: guardando partite dell’Europa Ligue e provando e riprovando da solo in giardino.
lei, giovane donna trasferitasi da qualche mese a Pisa, abitava qualche casa più in la di Tristano. avevano la stessa età, era una ragazza molto bella e intelligente, ma sentendo la mancanza di bologna (città in cui era nata e cresciuta) era anche immensamente triste. si era trasferita a Pisa perchè al padre, affermato restauratore, erano state assegnate numerose opere dal valore inestimabile da restaurare, e siccome la faccenda l’avrebbe tenuto occupato per svariati anni, lo seguì tutta la famiglia.
ma ora torniamo a Tristano. data la passione del giovane verso il calcio, Marco decise presto di iscrverlo alla squarda locale, subito si rivelò uno dei giocatori migliori e poche settimane dopo arrivò la sua prima partita. la squadra avversaria era la prima in classifica, “capolista” era cosi che la chiamavano, era una squadra mediamente forte, ma loro avevano una cosa che tutte le altre squadre potevano solo invidiare, la loro punta del dimante: uno dei portieri più forti mai visti prima, grazie a lui la squadra mai subì goal nel campionato. si chiamava Giovanni Morholt (era svizzero) e gli si prevedeva una prosperosa cariera da calciatore, anche se come avrete gia intuito, era già una gran cariera. figlio di un allenatore di calcio, aveva iniziato a giocare da molto piccolo senza smettere mai. i goal subiti in tutta la sua vita di potevano contare sulle dita di una mano, insomma una vera e propria leggenda.
la partita sarebbe iniziata di li a un’ora, e tutta la squarda, compreso l’allenatore era in ansia, la tensione era palpabile, nessuno voleva scendere in campo. tutti avevano paura di quel piccolo ragazzino. Tristano prese coraggio e parlò, inziando un discorso di incoraggiamento in cui diceva che quel piccoletto (data la sua altezza) non sarebbe riuscito a rovinargli la sua prima partita, e dilungandosi per svariati minuti motivandoli, in cui tutti lo ascoltavano completamente interessati e persi nelle sue parole. dopo aver motivato tutti i presenti, allenatore compreso, tristano tornò a sedersi e in silenzio ascoltò l’allenatore dare qualche dritta e dire la formazione, mettendo fra i titolari lo stesso Trisano.
fischio d’inizio: Tristano, con il cuore in gola comincia a correre e a dare il moglio di se sempre accompagnato dalla sua collanina con la spada, ormai diventata il suo fedele portafortuna. la partita procedeva,fu molto combuttuta e nessuno riuscì a segnare, fino quando, a 3 minuti dalla fine, Simone (compagno di squadra di Tristano) ripose tutta la sua fiducia nel nuovo arrivato. questo non si lasciò scappare l’ccasione e facendo una finta al portiere avversario riuscì a segnare.
la folla (composta da per lo più genitori e copagni di scuola) non credeva ai proprio occhi, l’allenatore addirittura non capì cosa fosse successo fino quando dopo svariati secondi di silenzio (che sembrarono anni) il Morholt si buttò in ginocchio con le mani tra i capelli e i compagni di Tristano si buttarono su di lui, alzandolo ed esultando.
fu proprio qui, cari lettori, che isotta vide per la prima volta Tristano.
dopo tutti i festeggiamenti, il ragazzo disse a Marco che avrebbe fatto una passeggiata e poi sarebbe tornato a casa e di aspettarlo la. ancora non ci credeva, lui Tristano, nella sua prima partita era riuscito a segnare contro una leggenda.
era talmente contento che nel tornare a casa non si accorse che qualcuno lo stava seguendo. arrivò dunque nel vialetto di casa, quando questo gli saltò sulla schiena, cominciando a tirargli pugni e calci in tutto il corpo. all’inizio il povero ragazzo cercò in tutti i modi di difendersi, ma era una battaglia sleale: gli avversari erano 3. i tre MALPENSANTI continuarono per svariati minuti, poi scapparono, lasciando tristano sanguinante a terra.
tornando dalla partita, isotta aveva già deciso cos’avrebbe disegnato appena arrivata a casa, ma qualcosa attirò la sua attenzione facendole girare la testa verso la casa di Tristano, e li, lo vide. Tristano era per terra immobile e ricoperto di sangue dalla testa ai piedi. rimase senza fiato. ma si diede subito da fare: lo trascinò nel suo cortile e lo accasciò a terra. poi corse subito dentro casa a prendere la cassetta del pronto soccorso, una spugna, una bacinella d’acqua e il telefono di casa, per chiamare l’ambulanza se ce ne sarebbe stato bisogno. tornò fuori e con la spugna imbevuta d’acqua ripulì il ragazzo da tutto il sangue e lo esaminò come fcevano i dottori della serie tv che tanto le piaceva guardare su real time. capì che erano tutte ferite lievi, sarebbero passate nel giro di un paio di settimane, e che non c’era bisogno di chiamare l’ambulanza. poi si accorse di una cosa che prima in mezzo a tutto il sangue non aveva notato: un bruttissimo occhio nero. quindi tornò dentro a cercare il ghiaccio. ma prorpio non lo trovava. quindi decise di fare come nei film: avrebbe usato un sacchetto di piselli surgelati. fece per tornare fuori, ma sbattè contro qualcosa che prima non c’era e cadde a terra. subitò alzò la testa, e si ritrovò ai piedi di tristano. lui l’aiutò a rialzarsi mentre lei studiava la sua faccia. era molto più alto di lei, aveva capelli colore della pece, occhi verde scuro e lineamenti marcati. era un bel ragazzo e sembrava anche molto furbo, uno di quelli con la faccia di uno che sapeva sempre come passarla liscia. mentre lei lo scrutava lui si chiedeva dove l’avesse gia vista: una ragazza di una bellezza come la sua era impossibile dimenticarla: aveva capilli linghi e di un biondo luminescente, occhi colore della cenere e una pelle d’orata e priva di imperfezioni.
rimasero a parlare tutto il pomeriggio: lei dimenticandosi del suo disegno e lui con la busta di piselli surgelati sull’occhio. scoprirono di avere mote cose in comune e nel giro di pochi giorni diventarono molto amici. isotta spesso si fermava a cena da tristano, e tristano passava a trovare isotta a casa sua.
gli anni passarono e i due finirono per divetare migliori amici. lui diventando la promessa del calcio che tutti si aspettavano rendendo Marco la pesona più orgogliosa del mondo, e isotta finì per creare una sua linea di vestiti. le loro vite erano così divise e allo stesso tempo così unite che all’età di 21 anni decisero di partire e visitare tutti i paesi nordici europei. questo viaggi li tenne lontani da casa per circa 2 anni. in questi due anni confessarono l’amore nascosto l’una all’altro davanti ad un falò cuocendo marshmallow con un bastoncino. fu un viaggio pieno di avventure in cui videro posti che non credevano nemmeno potessero esistere. tornati a Pisa continuarono a vedersi come amanti, ma senza perdere la fiducia, complicità e confidenza di prima.
ma come ogni vera storia d’amore che si rispetti c’erano incomprensioni e alti e bassi... e ora vi racconterò di un momento molto baso e che cambiò le carte in tavola: un giorno avvenne una furiosissima litigata fra i due amanti per una banalità. Praticamente, tristano, tornato a casa dopo una trasferta all’estero che gli aveva consumato tutte le energie che aveva in corpo e in cui aveva perso la sua collanina che sempre gli aveva portato fortuna e l’aveva protetto, voleva passare una semplice giornata a casa a dormire, siccome il giorno dopo sarebbe dovuto ripartire per una trasferta in compagnia del suo migliore amico: Kaherdin. era di un paio di anni più piccolo di tristano, anche lui, grande promessa del calcio. si erano conosciuti dopo una partita, quando Kaherdin, dopo averlo riempito di complimenti lo invitò a prender un caffè. e da allora diventarono grandi amici, contando sempre l’uno sull’appoggio dell’altr.
ora, date le loro vite piene di impegni (che spesso li obbligavano ad andare fuori città) i due si vedevano raramente, ma questo non aveva mai cambiato nulla nel rapporto, perchè con tutte le tecnologie riuscivano a stare a stretto contatto anche se si trovavano in due continenti diversi.
ma torniamo alla fatidica giornata... la notte, anche isotta era rincasata dopo una permanenza a milano, e sapendo che sarebbe stato a casa anche tristano gli chiese se il giorno seguente si sarebbero potuti vedere, ma il ragazzo, ormai uomo, le rispose che peferiva riposarsi. ed è da qui si diramò la furiosa discussione che mi ho citato in precedenza.
la sera la bella isotta chiamò Brangein, una delle sue amiche più care. erano amiche d’infanzia, perchè anche lei di bologna, trasferitasi a Pisa da un paio di anni per un apprendistato per diventare infermiera, decidendo proprio Pisa per poter vede la sua amica. ma quella sera aveva già accettato un invito a cena con i colleghi per festeggiare uno di loro. così isotta chiamò Kaherdin, perchè lui era l’unico che conosceva tristano bene quanto lei. solo che Kaherdin le dissè che era meglio sfogarsi e non pensarci, quindi insieme decisero di andare in discoteca, abolendo l’alcool perchè avrebbe solo indebolito il divertimento. ma verso le 3 del mattino nessuno dei due aveva un briciolo di lucidità mentale, e finirono per fare la cosa più sbagliata che potesser fare: tradirono Tristano.
eh si, parlo al plurale perchè lei lo tradì come amante, ma l’amico lo tradì come tale.
nei giorni a seguire decisero che non avrebbero detto nulla, e così Kaherdin fece, mentre isotta non riusciva a fare finta che niente fosse successo, quindi per una settimana si finse malata dicendo che non avrebbe voluto ricevere nessuno.
ma ovviamente isotta non potè darsi per malata per tutta a vita, quindi dopo esattamente 7 giorni dal misfatto chiamò tristano dicendogli che si sentiva meglio e che aveva bisogno di parlargli il prima possibile. ma il poveretto non era in città, però sarebbe tornato nel giro di un paio di giorni. lui era tutto felice di quella telefonata, perchè finalmente la sua amata si era rimessa, ma ancora non sapeva cosa lo aspettava. mentre isotta escogitava un piano per sputare tutta la verità.
due giorni dopo tristano si presentò di prima mattina a casa di isotta con un sorriso che partiva da un orecchio finiva nell’altro. quando entrò vide isotta seduta sul suo letto che guardava fuori dalla finestra con lo sguardo impassibile. si sedette accanto a lei, la strinse forte fra le sue braccia e le diede un bacio appassionato, dove si seniva tutta la mancanza che aveva provato nel periodo di lontananza, isotta all’inizio resituì il bacio, ma poi scoppiò in un pianto disperato e tristano tutto preoccupato le chiese il motivo di tutta questa disperazione, lei raccontò la verià tutta d’un fiato senza incrociare mai lo sguardo di tristano. finito di confessare ciò che aveva combinato inconsapevolmente sussurò un “mi dispiace” che credette di non averlo sentito nemmeno lei, ma tristano l’aveva sentito eccome, si alzò di scatto. sentiva il sangue ribollirgli nel corpo e la stanza diventare improvvisamente troppo piccola e priva di aria. si dileguò senza dire una parola e corse fino a casa di Kaherdin, che vedendolo arrivare di corsa e tutto arrabbiato dalla finestra, corse giù a chiedere cosa fosse successo, ma come isotta non ricevette risposta, solo un fortissimo pugno in faccia.
fu l’ultima volta che tristano vide Kaheridn e isotta prima di trasferirsi in un’altra città.
cari lettori, vi state chiedendo come andò a finire? beh ve lo sintetizzo subito!!
isotta si trasferì a milano e dopo molti anni sposò un uomo che nemmeno amava e si cosruì una famiglia
tristano, continuò la sua carriera da calciatore senza più storie d’amore, fino ad andare a convivere con l’attuale migliore amica, senza mai nemmeno pensare di andare oltre. adottando un bambino dall’orfanotrofio dove era cresciuto
kaherdin si rivelò un investimento fallito nel calcio e finì a lavorare nella ceramica di piastrelle del padre, sposando e creandosi una famiglia con Brangein, diventata ciò che desiderava, infermiera nell’ospedale della piccola città dove viveva con il marito.
marco morì molto vecchio, felice e orgoglioso del figlio, pensando che alla fine era anche un po’ merito suo per com’era diventato siccome l’aveva allevato lui, passando gli ulimi mesi a Lugano (a casa di tristano e la nuova amica)
gorvenal morì alla veneranda età di 89 anni dopo la separazione di tristano e isotta
rohalt andò a trovare il ragazzo che aveva salvato dalle macerie della prorpia casa e diventarno molto amici
mentre per ultimo, e fore anche un po’ per importanza, il morholt finì la sua cariera un paio di anni dopo la partita giocata contro tristano, dopo la frattura di tibia e perone cadendo in un tombino scoperto.
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rallytimeofficial · 7 months
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Ammirazione per le Lancia Stratos HF dei fratelli Avandero al Rallylegend
🔴 🔴 Ammirazione per le Lancia Stratos HF dei fratelli Avandero al Rallylegend
La 21 edizione del Rallylegend ha visto tra i tanti protagonisti presenti due equipaggi della Squadra Corse Città di Pisa uno composto da Stefano Avandero e Giuseppe Tricoli  a cui era stato assegnato il numero LS38 e l’altro composto da Filippo Avandero e Massimo Salvucci entrambi su due favolose Lancia Stratos Hf  dal passato sportivo prestigioso. Infatti quella condotta da Stefano…
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