Tumgik
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Forse per te non sarà cambiato nulla,
ma per me è stato veramente un nuovo inizio.
Sono stati mesi difficili, lo so, e non riuscirò mai a esprimere quanto mi fa male pensare al passato e so che ha fatto male anche a te.
Ma allo stesso tempo so che per me, per la mia persona è stata una crisi che mi ha portata a una crescita, perché sfortunatamente spesso ci si rende conto di molte cose e si cambia in momenti di crisi e non in momenti di pace e tranquillità.
Anche quando pensavo di non aver più niente, di non volere più niente e di essere sola, quando avevo solo pensieri negativi e non riuscivo più a vedere la luce e a provare emozioni, tu eri lì.
Sei sempre stato vicino a me e io non me ne sono accorta, hai sempre voluto aiutarmi e io ti ho sempre respinto, hai cercato di parlarmi ma non ho voluto sentire ragioni.
Scusami. Scusa mille volte e non basta neanche.
Non so se riuscirò mai a gestire del tutto questi periodi in cui voglio allontanare tutti, soprattutto le persone a cui tengo, per non ferirle, ma so che non voglio più combattere da sola, voglio te in tutti gli aspetti della mia vita, in quelli belli e in quelli brutti, in quelli strani e tacaniti e in qualsiasi fottuto momento.
C'eri solo tu vicino a me, nessun'altro
e io ero così accecata dai miei pensieri e dal mio malessere che non ho visto nulla.
Nei momenti più difficili si vede l'amore vero e tu mi hai dato una dimostrazione di amore che va oltre il reale.
Mi sento una persona nuova accanto a te e soprattutto vedo la nostra relazione come fiorita.
Dopo tutto il tempo già passato per me siamo solo all'inizio, un nuovo inizio per noi e per questo rapporto che desidero con tutto il cuore rimanga il più bello e profondo che io abbia mai avuto e mai avrò.
E scusa se a volte ti rompo perchè non leggiamo gli stessi libri o non facciamo conversazioni filosofiche, se mi sveglio con la luna storta o ti faccio scherzi fuori luogo, se faccio la stupida per strada e tu ti vergogni, se ho sempre fame, se inizio a piangere dal nulla o se a volte non ho più voglia di vivere, però lo sai che sono un po' strana.
Ma in fondo un po' strano lo sei anche tu, e non è vero che siamo poi così diversi, forse i gusti, le preferenze e la mentalità ma in fondo siamo due anime che non hanno mai perso la loro spontaneità, sincerità e genuità e forse proprio per questo stiamo bene insieme.
Ormai io ti capisco con uno sguardo o dal tuo tono di voce: so se stai male e se qualcosa non va, se qualcosa ti piace o meno, so se sei turbato o se pensi attentamente a qualcosa.
Mi piace tanto di te questo dettaglio:
a volte mentre parliamo fissi un punto e pensi, non mi presti più totale attenzione e inizi a pensare a quel che ti gira per la testa e io devo sempre chiederti a cosa pensi.
Sei strano anche tu, ammettilo, ma mi piaci tanto, da impazzire.
Mi piace la tua risata colorata, il tuo umorismo così ambiguo e il tuo modo di comportarti con le persone.
Una delle prima cose che mi ha colpito di te è stato il tuo approccio alle persone, sai essere gentile, pacato, non dici cose di troppo e non cerchi mai di sminuire nessuno, anzi.
Mi piaci quando fai tante domande, anche se non lo ammetto, ma chi ha tante domande è una persona curiosa e la curiosità è spesso sinonimo di intelligenza.
Chi non ha domande e non ha curiosità è una persona annoiata e che non avrà mai risposte che gli permetteranno di crescere.
E poi tu sei la mia ispirazione.
Quante volte ho ascoltato d'impulso quel che provo per te per scrivere poesie e testi.
Quante notti sono stata sveglia a comporre frasi che magari non avevano senso, cose ridicole e stupide che volevo dedicarti in modo da poterti regalare parole stupende che poi ti porti in giro, così da sorprenderti, così da riempirti d’amore.
Quante volte ho cancellato e scarabocchiato righe pensando fossero troppo esagerate e che mi stessi esponendo troppo.
Ma ora sto scrivendo con il cuore in mano e senza schemi o limiti: Tu sei tutto quel che voglio e farò di tutto per dimostrartelo e per donarti tutto l'amore che meriti.
Voglio essere una persona migliore, per me, per te, ma anche per noi, perché per la prospettiva che ho adesso il "noi" viene prima di tutte le cazzate e le cose superflue, l'importante è stare insieme.
Sei un piccolo cuoricino e forse a volte invidio la leggerezza e la semplicità con cui riesci a vivere e a vedere il mondo.
Ti amo come mai prima e sempre di più.
Auguri amore.
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Sono donna anche oggi,
anche se non è l'8 marzo e nessuno mi porta una mimosa.
Sono donna anche oggi,
che non ho nessuna serata in discoteca con uomini nudi che dovrebbero farmi divertire ballando e invece, poveretti, mi fanno solo pena. Loro e chi ci va quel maledetto 8 marzo.
Sono donna ogni giorno,
quando mi alzo e ho la forza di dire "tocca a me", senza nessuno che mi impone qualcosa o senza obblighi legati ad ormai morte tradizioni ed usanze.
Mi piace essere donna,
non sono una femminista sfegatata che difende ad ogni costo e ad oltranza il mio genere, perché le stronzate le facciamo anche noi e non siamo sante, almeno io aureole in testa non ne vedo proprio a nessuno, ma mi piace la mattina pettinarmi i capelli, mettere il mascara e perdere quegli intramontabili venti minuti davanti ad un armadio, sempre pieno di cose che a me in quel preciso istante non piaceranno.
Mi piace essere donna,
perché in quel lontano 1907 e poi 1909 e infine in quel 1910 qualcuno finalmente capì che anche io ho un pensiero, e posso renderlo libero come ogni altro maschietto del tempo stava facendo.
Mi piace essere donna
perché mi piace esser come tutti gli altri, in fondo cosa cambia? Al posto di averle in basso due palle, le ho appiccicate sul petto.
Non voglio dire frasi e luoghi comuni come "grazie a noi avete i vostri figli, uomini", perché a riguardo nessuno ha un merito superiore, perché se qualcuno ci ha creati entrambi siamo complementari e non subordinati.
Se qualcuno ha lottato per una parità di diritti, se esiste questa benedettissima uguaglianza voglio lottare e conquistarla ogni giorno.
Voglio esser donna
anche quando le cose si mettono male e c'è da rimboccarsi le maniche,
voglio esser donna
quando c'è da lavorare anche se non si tratta di gonna sexy ma di una tuta grigia e sporca di nero a fine giornata,
voglio essere donna
e voglio combattere tenacemente in una società "evoluta" e dinamica, in una società dal libero pensiero e dalla mentalità aperta che ancora boicotta l'espressione di ogni genere e di tutti i generi.
"Dichiarazione universale dei diritti umani" e "Dichiarazione dei diritti umani di Vienna", 1945 prima e 1993 poi... vi dice nulla? A me sì, e dice che se io voglio studiare, laurearmi e lavorare in un'azienda e starne a capo, posso farlo perché ho la stessa brama, grinta e forza che avrebbe il mio collega dalle palle attaccate in basso che il colloquio non lo ha superato. Mi dice anche che la mia mansione non è esclusivamente accudire i figli e sfornare lasagne e torte al cioccolato per il mio amato maritino che, povero, al rientro dal suo faticoso lavoro deve trovare qualcosa in tavola e il figlio che già dorme, pulito e profumato. No. Non sono una serva, una schiava, un'allevatrice e macchina di procreazione. Gli antichi romani si sono estinti e siamo nel ventunesimo secolo.
Io sono donna e ho diritto di vivere, io sono donna e ho diritto, io sono donna, io sono. Io.
Quell' "io" promotore di soggettività, indipendenza ed esistenza.
Non esiste moralmente, eticamente, metaforicamente (chi più ne ha, più ne metta) UOMO e DONNA, esiste io. E quest'ultimo devo ogni giorno, ora, minuto confermarlo senza che altri io prendano il sopravvento.
Io sono donna anche oggi,
che non è l'8 marzo, ma in ogni attimo della mia esistenza pretendo reciproco rispetto e fedeltà, detengo la mia dignità e manipolo senza vincoli i fili di un burattino chiamato Vita.
- @Silvana Bascià, 08.03.2017
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Dipendenza affettiva e narcisismo.
Chi sperimenta da adulta una dipendenza affettiva, spesso, è stata una bambina (ma anche un bambino, vale anche al maschile) la cui infanzia è trascorsa nel tentativo di guadagnarsi la stima e l’affetto di due genitori troppo distratti o carichi di problemi per occuparsi delle sue esigenze. La piccola impara così che “se farà la brava”, ovvero se non disturberà i suoi familiari così tanto impegnati a fronteggiare i problemi che la vita ha riservato loro, se metterà da parte richieste, desideri e ambizioni, allora potrà meritarsi il loro amore. Divenuta adulta, sentirà un grande vuoto interiore come conseguenza dell’essersi negata di entrare in contatto con le sue emozioni più autentiche e profonde, avendole dovute accantonare per compiacere le persone che ama di più al mondo e da cui dipende la sua sopravvivenza (i genitori). Contemporaneamente però si convincerà di avere l’enorme potere di convertire all’amore per lei chiunque, persino chi non ha nessuna voglia di amarla, o peggio, persino chi ne è totalmente incapace per via di un disturbo, serio e pervasivo, della personalità. Il concetto di amore, per la dipendente affettiva, sfuma rapidamente in quello di sfida. L’onnipotenza con cui certe donne affermano di poter “guarire l’altro col loro infinito amore” o di “amarlo incondizionatamente come nessuna donna sarà mai in grado di fare”, ha a che vedere con una quota di narcisismo (detto appunto “nevrotico” o “nascosto”) che è, allo stesso tempo, “poco sano” nella misura in cui reca una notevole sofferenza relazionale e “nascosto”, nella misura in cui è celato dietro l’ostentato “buonismo” di essere una persona disposta a tutto per amore, perfino ad annullarsi.
Silvia Pittera
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Credo di essere dipendente dalla sofferenza. Fa schifo, certo, ma mi fa sentire viva come poche altre cose al mondo
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Alla fine siamo tutti dipendenti da qualcosa che ci rovina.
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Odio chi si prende confidenze che nessuno gli ha dato.
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Vuoi che ti dica che cosa ci insegna la sociologia a proposito della razza umana? Te lo dico in poche parole. Mostrami un uomo o una donna soli e io ti mostrerò un santo o una santa. Dammene due e quelli si innamoreranno. Dammene tre e quelli inventeranno quella cosa affascinante che chiamiamo «società». Quattro ed edificheranno una piramide. Cinque e uno lo metteranno fuori legge. Dammene sei e reinventeranno il pregiudizio. Dammene sette e in sette anni reinventeranno la guerra. L'uomo può essere stato fatto a immagine di Dio, ma la società umana è stata fatta a immagine del Suo opposto. E cerca sempre di ritornare.
Stephen King, "L'ombra dello scorpione", 1978
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I just called to say
'A bucchin' 'e mamm't!
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Il cellulare registra tutto quello che dici durante la giornata e ti butta davanti annunci di cose che tu nomini invece quando uso siri non capisce mai un cazzo, perché?
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Alla fine vado avanti. Si va avanti, lo fanno tutti. E mi accorgo un po’ dei pezzi qua e là, delle maschere che ho deciso di accartocciare, delle lacrime che ho perso, che mi hanno rigato la faccia nelle notti in cui non riuscivo a dormire. Immagino sia normale. Perdere pezzi, intendo. Non penso si arrivi esattamente come si è partiti. Qualcosa si perde. O si acquisisce. Non lo so, dipende. Io ho sopratutto perso, comunque. Ed è palese per me, per gli altri. Non sono chi ero, non lo potrò più essere. Tutta questa razionalizzazione per sminuire e farmi uscire dal dolore mi ha indurita, inutile dire il contrario. A volte mi piaccio, adesso. Altre volte proprio no, devo dire. Penso di essermi abituata alla corazza e a volte credo che non sia una buona scelta averlo fatto. Che poi non è volontario, succede e basta. Stai tanto sul chi va là per evitare affondi nell’anima e alla fine ti dimentichi come si fa ad aprirsi. Io forse un po’ me lo sono dimenticata. E questo significa che faccio fatica a creare legami, relazioni. Le persone si aspettano che tu metta qualcosa sul piatto, che tu abbia qualcosa da offrire, da condividere ma io non so farlo. Mi ritrovo ad essere quella che ascolta, come al solito, quella che fa le domande giuste, quella che ottiene le risposte giuste permettendo agli altri di autoanalizzarsi, sentirsi capiti, compresi, almeno un pochino. Resto ancora a chiedermi quando sarà il mio turno.
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A volte vorrei poter tornare indietro, ho bisogno di cambiare le cose, non è vero che rifarei tutto
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Se vi va, seguitemi
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Ma come cazzo fate a dare due esami ad ogni appello?
Che io è già tanto se vado fuori corso soltanto di 30 anni
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Non ricordavo di aver firmato una clausola, quando mi sono iscritta all'università, che comprendesse pianti, disperazione e vomito per ogni esame.
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C’è una parte di te di cui con gli altri non parli mai.
L’ansia,gli attacchi di panico.
La paura che ti si legge negli occhi quando stanno arrivando.
Le crisi.
Quando tutto diventa nero.
Che poi ormai li riconosci,lo sai che stanno arrivando.
La notte prima sei euforica: balli,ridi,scherzi..ma hai una strana sensazione di iperattività indice del fatto che stanno arrivando,sono lì,sono loro.
La notte fai un incubo,hai una paralisi,la mattina dopo ti svegli angosciata.
Ed eccolo che arriva.
Senza pietà.
Senza risparmiarti.
Comincia piano ad insediarsi dentro di te,ti saluta timidamente e pian piano si impossessa di te.
Ti viene da piangere e non sai perché,sei tesa.
E poi eccolo che arriva,ti tira uno schiaffo senza pietà alcuna,crolli.
Inizi a vedere offuscato,a tremare,a non percepire più la realtà.
Cominci ad avere paura di tutto,a sentirti sola.
In viso diventi bianca,pallida,fai quasi impressione.
Ti senti soffocare,respiri a malapena.
Inizi a guardarti intorno: 5 cose che puoi vedere,4 da percepire,3 da ascoltare...
Perchè ti hanno insegnato che così lo riesci a tenere sotto controllo.
Come se fosse possibile,come se potessi farlo davvero.
Passa mezz’ora se va male e va via lasciandoti per tutto il giorno,una sensazione costante di vuoto e paura.
E ti chiedi se mai tutto questo avrà una fine.
L’ansia è debilitante,cattiva.
È il mostro che vive dentro di te che ti inizia a far pensare di non essere abbastanza,di non valere niente.
Ma tu hai un mostro dentro e chi ha un mostro dentro non può sempre scappare,vorrebbe dire scappare da sè stessi.
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vorrei tanto chiederti
come stai? come te la passi? stai realizzando i tuoi sogni? sei felice? ti manco? ti fa ridere come ti facevo ridere io? avete arredato casa come avevi scelto con me? spero ti tratti meglio di come ti ho tratta io, spero ti apprezzi e che non ti faccia arrivare all esasperazione, spero che la notte ti stringa forte a lei come avrei voluto fare tante volte io.
tu forse non lo sai, ma per me sei un rimpianto ed un punto di forza, ora ti spiego, non mi pento di nulla, nemmeno delle cose più sbagliate, ma mi pento di aver avuto paura con te, mi pento di non essermi sentita libera di amare, quando poi tu la facevi sembrare una cosa così semplice è normale, amarmi intendo.
avrei voluto fare di più,avrei voluto non fermarmi alle parole ma andare oltre,dimostrarti quello che avevo dentro, ma non c’è l’ho fatta e perdonami, ero piccola molte cose non le sapevo, molte cose le ignoravo, avrei voluto avere la mente più libera, godermi di più i momenti e non perdermi tra i miei pensieri e paranoie.
però ad oggi sei il mio punto di forza, perché a parte te non mi permetti di avere rimpianti, ogni tanto mi blocco si, ma è per non farmi male.
mi hai aiutato perché faccio qualsiasi cosa, perché non mi tiro indietro, perché le affronto le situazioni, perché se devo dimostrare lo faccio mettendoci tutto il mio cuore, sapessi quante volte è rimasto ferito, e sapessi quante volte ho pensato che tu non l’avresti mai fatto, che se solo ti avessi dato il mio cuore, ora non avrebbe nemmeno un graffio, perché sapevi prendertene cura, ma ora è tardi.
ti porto sulla pelle e nel cuore e mi ricordi che non devo avere paura e soprattutto rimpianti.
io ti auguro di essere felice, sempre.
ed io mi auguro di trovare qualcuno che mi ami tanto quanto mi amassi tu.
questa sera ho fatto un giro tra i ricordi, ho voluto scriverti questa cosa che non leggerai mai, ma meglio così dovevo alleggerirmi il cuore e non lo facevo da tempo.
la tua bipolare
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