Tumgik
erinkey · 1 year
Text
Tumblr media
Ho sempre avuto un amore per i cimiteri.
Emanano una strana magia, un misto di tristezza e solennità che mi fa sentire al sicuro.
I cimiteri monumentali, sono carichi di storie, pieni di attimi di vissuto che sfortunatamente sono stati in parte dimenticati.
Ho girovagato.
Ho cercato di immaginarmi l’amore che stava dietro ad ogni lapide.
La cura con cui, nel secolo scorso, venivano creare delle opere d’arte, che sarebbero state viste dai pochi, ma che celebravano la vita di queste persone, forse amate, forse usate come vetrina per ostentare una ricchezza terrena, che con l’amore non ha niente a che fare.
Tumblr media
Imponenti statue, una forte presenza, una cura dei dettagli ormai dimenticata.
Tetri sotterranei che racchiudono opere d’arte celate agli occhi di tutti.
Com’è che abbiamo perso anche questo culto?
Come abbiamo potuto far perdere importanza anche a questa forma d’arte?
Si.
Non che ad un morto possa interessare di avere la lapide più bella del cimitero…
Ma.
Io ci vedo racchiuso un messaggio per il futuro, per chi ci passerà davanti nei secoli avvenire…
Una dichiarazione di vita. Un urlo di dolore che risuonando nell’anima ti sta dicendo: “Ciao, io ci sono stato, questa è il mio ricordo, il lascito dei miei anni su questo pianeta, per te.”
Così tu, passandoci davanti, osservando la cura e i particolari con cui sono stati scolpiti questi metalli e marmi, vedrai il passato, sospeso nel tempo per l’eternità.
11 notes · View notes
erinkey · 5 years
Text
Vivo con un disagio.
Vivo con un disagio.
Un disagio,una guerra con me stessa.
Una guerra tra quello che sento e quello che sono.
Sono stata cresciuta da una famiglia “tradizionale” che fingeva, neanche troppo bene, un equilibrio che in realtà non è mai esistito.
Forse un po’ per scappare da una brutta realtà e un po’ perché ogni bambino è attirato dal romanticismo e la magia, mi sono aggrappata a dei concetti di vita molto diffusi, il cui l’uomo è il salvatore, il principe azzurro che risolve ogni difficoltà.
Tumblr media
Da brava figlia, è così che vedevo mio padre.
Probabilmente sarebbe ancora così se non fosse morto.
O forse è ancora così proprio perché se ne è andato, senza permettermi di relazionarmi con lui come Uomo e non esclusivamente come mio padre.
Ora mi trovo sola, carica di responsabilità , una casa, un figlio, un lavoro e tante persone di cui “ho scelto” di prendermi cura.
Ma di me, chi si prende cura?
Sono abbastanza adulta da non credere più nelle favole, disillusa dalle tante convinzioni che mi erano state trasmesse, come una malattia, dai miei avi.
Guardando indietro, sono capace a prendermi cura di tutto e tutti, certo con le mie difficoltà e i miei errori, ma un modo l’ho sempre trovato.
Eppure, mi capita, all’improvviso, un attimo di sconforto, quella mezz’ora in cui mi chiedo:
– Io non merito qualcuno che si occupi di me? Non merito che qualcuno di preoccupi per me? Che risolva le mie preoccupazioni?
È un dolore lancinante, che mi fa scendere le lacrime, inconscio, incontrollabile, completamente irrazionale.
Portato da quella bambina, che abita dentro di me, che mille volte si è sentita indifesa e nel buio ha chiamato Papà.. vedendolo arrivare a salvarmi.
Poi mi riprendo, rinsavisco… mi rendo conto che non ho bisogno di essere salvata, che ho delle gambe fortissime che mi permettono di camminare da sola.
Quella bimba è in buone mani, rinchiusa in un adulta che la protegge e le da la forza di reagire ad ogni colpo.
Rimango avvolta dalla malinconia, quella sensazione di protezione e sicurezza non la proverò mai più tra le braccia di un padre.
Sto coltivando la consapevolezza che non la devo cercare tra le braccia di un Uomo, come volevano farmi credere quelle belle favole, ma è ancora un germoglio.
Cerco disperatamente la forza di rialzarmi ogni volta sforzandomi di avere la sensibilità di sentire che quelle braccia confortevoli e sicure ci sono ancora, pronte a difendermi, nessuno potrà più portarmele via… perché sono le mie!
0 notes
erinkey · 5 years
Text
L’inizio è difficile....
Tumblr media
Si sa, l’inizio è sempre il più difficile.
Quando, il cervello è affollato di parole che hanno fretta di uscire, la smania di riuscire ad esprimere tutto ciò che hai dentro, senza perdere il filo e senza tralasciare una virgola.
Ho deciso di cominciare questo “diario di viaggio” per condividere con voi, spunti di riflessione, utili e meno, per tentare di rendere più facile la sopravvivenza in questo pianeta.
Il vostro pianeta, che non ho mai sentito mio…
Ma già che ci vivo, vale cercare di trasformarlo nel più piacevole possibile!
Il primissimo punto è: imparare ad apprezzare la piccole cose.
Buon viaggio !!
1 note · View note