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fasforward · 9 years
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Fate un esercizio con la memoria. Siamo tra gli anni ’80 e ’90. Provate a ricordare quali file vi sia capitato di salvare in un floppy disk. Di fronte a voi si aprono schermate che sembrano proiettarvi direttamente nel futuro. Tornate nel 2015. È il futuro. Pensate a quanti megabyte di foto, documenti importanti, email, lettere d’amore, video dei vostri figli avete salvato sugli hard disk dei pc che avete di fronte. Quei dischetti floppy, probabilmente, si trovano ora in una scatola impolverata sulla libreria, o in garage a fare compagnia a macchine andate in pensione per obsolescenza. Credete che ciò che avete di fronte possa durare per sempre? Oppure c’è la possibilità che tanti pezzi del vostro passato finiscano risucchiati da un buco nero? Il rischio c’è, a sentire Vint Cerf, vicepresidente di Google (qui l’articolo del Guardian http://www.theguardian.com/technology/2015/feb/13/google-boss-warns-forgotten-century-email-photos-vint-cerf). Cerf fa un ragionamento molto semplice e, allo stesso tempo, allarmante. «Rischiamo di perdere gran parte della nostra storia». L’avvertimento ha fatto il giro del mondo, spinge a riflettere sulla questione e chiama in causa la grande quantità di materiale digitale che produciamo ogni giorno, senza pensare che in futuro questo possa diventare illeggibile o inutilizzabile a causa dello sviluppo della tecnologia. Ciò è già avvenuto, per esempio, con la scomparsa dei floppy disk. Ma le dimensioni di ciò che produciamo attualmente e immettiamo sul web sono di gran lunga superiori. Ecco quello che ha detto Cerf. «Quando si pensa alla quantità di documenti che produciamo nella nostra quotidianità e che viene catturata in forma digitale, come le nostre interazioni per email, i tweet della gente, e tutto ciò che finisce sul web, è chiaro che stiamo rischiando di perdere un pezzo importante della nostra storia». «Noi non vogliamo - ha continuato Cerf - che le nostre vite digitali si dissolvano. Se vogliamo preservarle, abbiamo bisogno di essere sicuri che gli oggetti digitali che creiamo ogni giorno possano rimanere accessibili anche nel futuro. Senza rendercene conto, stiamo gettando con nonchalance tutti i nostri documenti all’interno di quello che potrebbe diventare un buco nero delle informazioni. Digitalizziamo cose perché in questo modo pensiamo di preservarle, ma la cosa che non abbiamo ancora capito è che ci sfugge un passaggio fondamentale: le versioni digitali non possono essere meglio o peggio degli artefatti che noi digitalizziamo». C’è un modo per proteggersi, ed è anche piuttosto scontato. Ma è un gesto che negli ultimi anni non compiamo più in maniera tanto istintiva. Secondo Cerf, uno degli stratagemmi per non buttare via anni di storia, è: «Se ci sono foto a cui tenete molto, stampatele».
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fasforward · 9 years
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fasforward · 9 years
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Che odore ha lo spazio? “Bruciato, con un pizzico di stantio. L’odore tipico dei materiali che sono stati esposti al vuoto”. Lo racconta simpaticamente Samantha Cristoforetti
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fasforward · 9 years
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Il “Facebook del calcetto” conquista mezzo mondo: dietro c’ un’anima salentina. All’orizzonte nuovi accordi commerciali a sei zeri e un piano di espansione che ora…
Immaginate di dover giocare una partita di calcio tra dilettanti. E che l’attaccante della squadra avversaria indossi il numero 10. «Il solito megalomane» penserete voi. Invece si gira e vi saluta: sguardo profondo, sorriso rassicurante, accento inconfondibilmente veneto. È Alessandro Del Piero. Potete immaginare l’emozione del momento? Se ci riuscite, sarà come indossare i panni dei ragazzi coinvolti in una delle sorprese più eccitanti di Fubles, il social network che fa impazzire appassionati di sport di tutto il mondo: 450mila utenti, più di 100mila persone coinvolte in una partita, 4mila match giocati ogni mese.
L’amministratore delegato (ceo) è Giuseppe De Giorgi, 29 anni, salentino, originario di Vernole. Guida un’impresa dalle prospettive globali, su cui hanno investito giganti come Stefano Rosso (del marchio Diesel) e che vanta collaborazioni con brand come Adidas e Chronotech. Come funziona Fubles? La piattaforma Fubles.com permette di organizzare e gestire partite di calcetto (e non solo) risparmiando tempo e denaro (in pratica non serviranno più messaggini “disperati” agli amici o telefonate a tutta la rubrica per trovare l’undicesimo in campo). Fubles mette insieme giocatori, partite e centri sportivi di una zona (a Londra le singole quote vengono già pagate direttamente online, un servizio attivo in tutto il mondo). Permette a chiunque di iscriversi gratuitamente e organizzare partite con i propri amici o partecipare a partite già pianificate.  Il social network, in Italia, copre già le principali province, da Milano a Roma, da Bologna a Catania, da Torino a Bari. In Spagna è molto attivo in varie città come Madrid, Barcellona, Siviglia e Almeria. A Londra si sta espandendo a ritmi vertiginosi: è una delle app che tra gli inglesi, negli ultimi tempi, ha riscosso maggior gradimento. La nascita di un gruppo sempre più corposo di utenti attivi a Salonicco ha spinto il team a farne una versione in lingua greca. Le app gratuite per smartphone hanno scalato tutte le classifiche. Non pensate che tutto questo sia nato come un sogno ben confezionato. Per credere in un progetto lungimirante - che trasforma in lavoro la passione di una vita - De Giorgi, ingegnere con laurea specialistica al Politecnico di Milano, ha deciso di abbandonare il classico posto fisso. La storia comincia nelle stanze da fuori sede, tra cataste di libri, computer e lezioni. La prima versione di Fubles nasce nel 2007 ed è proprio intorno ad essa che si crea il primo team di ragazzi che nel 2009 dà vita alla società Fubles srl.  A fine 2010 emerge la necessità di dedicarsi full time al progetto e sono in tre quelli che decidono di lanciarsi lasciando le proprie attività (Mirko Trasciatti, Stefano Rodriguez e Giuseppe De Giorgi). Quando l’ingegnere salentino lascia il precedente lavoro, Fubles conta 15mila utenti. Negli ultimi anni l’applicazione è cresciuta fino a 450mila. I tre hanno investito molto sul marketing e personaggi famosi hanno creduto nel progetto. Come la famiglia Rosso a capo del marchio Diesel. «È una storia molto simpatica. È successo ad ottobre 2013 - racconta De Giorgi - ci siamo accorti che molte partite erano organizzate dai dipendenti di Diesel nel campetto di calcio dell’azienda. Tra i giocatori anche Stefano Rosso. Lo abbiamo contattato, lui ci ha risposto, ci ha chiesto cosa c’era dietro Fubles, lasciando intravedere una possibile collaborazione. Colpito dal nostro entusiasmo, ha deciso di investire».  E qui arriviamo alle novità delle ultime settimane. I tre soci hanno “festeggiato” la chiusura di un aumento di capitale di 600mila euro e una grossa fetta, appunto, è della Red Circle Investment, fondo d’investimento della famiglia Rosso. A ciò si aggiungono le collaborazioni con Adidas, Milan, Juventus e Jeep, Chronotech, Redbull, Kellogg’s e Betfair: tutti marchi di altissima fascia nel panorama dello sport. Un altro investitore di Fubles è Marco Amelia, campione del mondo con l’Italia in Germania 2006 ed ex giocatore di Milan e Lecce. La passione di tre ragazzi è diventata una cosa seria. Quale consiglio darebbe De Giorgi ad un coetaneo con lo stesso entusiasmo? «Consiglierei di lanciarsi. Non voglio dire che uno debba abbandonare il suo lavoro perché a volte una passione può non avere riscontro sul mercato, ma bisogna lanciarsi - conclude lo stesso De Giorgi - per scoprire se questa idea può trasformarsi nel lavoro di una vita».alcetto
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fasforward · 9 years
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Italiani pizza, spaghetti e polpette? Riduttivo. Eppure è il tris di piatti in cui viene costretto l’immaginario culinario del Bel Paese. Luoghi comuni che passano per le tavole di tutto il mondo e in cui si incappa molto facilmente. Cina? Riso cantonese. Giappone? Sushi. Spagna? Paella. Ungheria? Goulash. «Invece i sapori e le ricette sono fatti di storie e di ricordi personali, dalla torta della nonna all’invenzione del piatto da “fuori sede”», un po’ come il sapore ritrovato delle madeleine di Proust...
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fasforward · 10 years
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Indagine della Procura sui terreni del tracciato Tap
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La Guardia di Finanza ha avviato accertamenti sui terreni del tracciato del gasdotto Tap. Un percorso "onshore" di circa 8 chilometri che si snoda dall'approdo sulla spiaggia di San Foca fino alla centrale di depressurizzazione nelle campagne dell'entroterra, e che nella prima versione del tracciato avrebbe dovuto raggiungere un'area compresa tra Melendugno e il territorio di Acquarica di Lecce (frazione di Vernole). Sarebbe questa prima versione ad essere finita al centro degli approfondimenti della Procura, in particolare la zona dove sarebbe dovuta sorgere la centrale grande tra 12 e 16 ettari. Nei mesi scorsi è stata inviata una lettera con richiesta di acquisizione di documenti presso gli uffici tecnici dei Comuni di Melendugno e Vernole, i due centri maggiormente interessati dal progetto della multinazionale Tap, a firma del sostituto procuratore di Lecce Antonio Negro. I finanzieri hanno effettuato accertamenti sulle singole particelle e sulle relative proprietà, già comunicate dagli uffici comunali, con l'obiettivo di verificare eventuali tentativi di speculazione.
Clicca qui per leggere la notizia riportata dall'Ansa questa mattina
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La notizia dell'indagine della Procura è un nuovo elemento che rende ancora più aggrovigliato il quadro di accuse e ipotesi su cui si fonda la battaglia contro l'infrastruttura. Nei giorni scorsi il Comune di Melendugno e il Comitato No Tap hanno depositato al Tar del Lazio i ricorsi contro la procedura seguita dal Ministero dell'Ambiente per il rilascio della Via, Valutazione d'Impatto Ambientale. Un risultato che porterà ben presto all'avvio della Conferenza dei Servizi per il rilascio dell'Autorizzazione Unica, ultimo delicato passaggio prima dell'avvio dei cantieri. Secondo i No Tap, il decreto di compatibilità e l'intera procedura presenterebbero "evidenti problemi di illegittimità" e la centrale di depressurizzazione progettata da Tap (un terminale di ricezione grande diversi ettari) avrebbe dovuto essere sottoposto alla normativa sulla Direttiva Seveso, come confermato più volte dalla Regione Puglia. La Seveso riguarda il controllo di pericoli da incidenti rilevanti connessi, ad esempio, alla fuoriuscita di sostanze pericolose. Una denuncia-querela sulle tematiche della sicurezza e dell'applicabilità della Seveso è stata presentata nei giorni scorsi dal presidente del comitato "No Tap Salento Acquarica Vernole", Alfredo Fasiello, tramite il legale Savino Vantaggiato. «Attraverso l'elusione della normativa vigente - spiega - in tema di sicurezza ambientale e personale Tap sta tentando di ottenere vantaggi nelle procedure dell'iter autorizzativo del gasdotto, non avendo ancora risposto in modo esaustivo alle richieste del Ministero, dei Vigili del Fuoco e della Regione Puglia».
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Proprio da Bari dovrebbe arrivare il segnale più forte. La Regione negherà l'intesa durante la Conferenza dei Servizi convocata il prossimo 3 dicembre dal Ministero dello Sviluppo Economico, aprendo di fatto la discussione su eventuali alternative di approdo. Il Governo italiano, invece, sostiene la "strategicità" dell'opera (il ministro Federica Guidi ha spiegato che "non vanno compromessi i tempi di realizzazione" ). Una posizione che genera seri dubbi, secondo l'associazione Re:Common che ha lanciato mesi fa un rapporto intitolato "La trappola del gas" in cui evidenzia come "la nuova strategia della Commissione europea, fortemente improntata sull’export di gas, non solo è contraria ai suoi obiettivi di lungo termine di lotta ai cambiamenti climatici, ma anche ingiustificata dalla domanda interna".
Clicca qui per scaricare il rapporto
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Nonostante le resistenze ad accogliere l'opera nel territorio di Melendugno e nel Salento in generale (decine di comuni hanno approvato delibere contrarie al gasdotto con approdo a San Foca), il progetto prosegue spedito il suo iter e, secondo quanto ribadito dall'amministratore delegato di Tap Italia Giampaolo Russo, nel 2015 inizieranno le opere in Albania mentre il cantiere in Italia partirà a metà 2016. Tra pochi giorni il consiglio d'amministrazione di Tap Ag in Svizzera selezionerà il gruppo che coordinerà e gestirà la vera e propria costruzione dell'opera. Il premier Renzi, sostiene Russo, ha inciso enormemente nell'accelerazione data al progetto e nell'imprimere una direzione certa al percorso autorizzativo, soprattutto grazie allo "Sblocca Italia".
Clicca qui per leggere l'intervista pubblicata dal Messaggero il 18 novembre 2014
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Il gasdotto Tap dovrebbe trasportare tra dieci e venti miliardi di metri cubi di gas estratto dai giacimenti di Shah Deniz 2 in Azerbaijan. Il tubo nasce per durare fino al 2068, una cinquantina d'anni, spiega sempre Russo, e dovrebbe essere collegato ad un altro gasdotto tra Grecia e Turchia (l'investimento del consorzio è di circa 45 miliardi di dollari). Tap attraverserà Grecia, Albania, Mar Adriatico e Italia (le prime forniture di gas in Europa sono previste nel 2019).
Ecco come il Corridoio Sud - piano di nuovo approvvigionamento studiato dall'Europa - e lo sviluppo di Shah Deniz 2 vengono presentati sul sito dell'azionista Bp, British Petroleum
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Foto: piattaforma attiva in Azerbaijan per Shah Deniz 2
Foto precedenti: altri cantieri - tratte dal sito ufficiale Tap
Foto mappa: tratta dal sito ufficiale Bp
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fasforward · 10 years
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BEPPE GRILLO e gli altri: il video della marcia No Tap a San Foca
20 settembre 2014
Servizio di Maria Grazia Fasiello
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fasforward · 10 years
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Galatina: il padre di Nicholas Green al convegno di Nefrologia. I dati su donazioni e trapianti.
Il primo ottobre saranno trascorsi vent’anni da quando un bambino statunitense di nome Nicholas trovò la morte in Italia, ucciso sull’autostrada Salerno-Reggio Calabria.
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Una tragedia che colpì e commosse l’intera nazione. I genitori autorizzarono la donazione degli organi cambiando il destino di sette persone in attesa di trapianto (di cui quattro adolescenti) e quello di tante altre investite dal cosiddetto “Effetto Nicholas”, l’incremento statistico di donazioni post mortem. Una storia che, nel Salento, sarà ricordata da uno dei protagonisti. Il padre, Reginald Green, sarà ospite del ventiduesimo Congresso interregionale apulo-lucano di Nefrologia oggi e domani (19 e 20 settembre 2014) presso le Gallerie Teatro Tartaro di Galatina. Presidenti del convegno il dottor Gianfranco Manisco, presidente della sezione apulo-lucana della Società Italiana di Nefrologia (Sin), e il dottor Marcello Napoli, direttore del reparto di Nefrologia dell’ospedale “Santa Caterina Novella”.
Previste tavole rotonde sui problemi in dialisi, la terapia immunosoppressiva e approfondimenti sul registro della malattia renale cronica. Reginald Green, invece, interverrà domani alle 11.30, seguito da una riflessione sui dati del trapianto oggi. «La donazione e il trapianto da vivente sembrano vivere una fase di lunga e cronica stagnazione - si legge nella relazione scientifica di introduzione ai temi del congresso - una tavola rotonda imperniata sulla figura di Nicholas Green riteniamo possa destare un grande interesse e sensibilizzare il più possibile la popolazione generale, oltre che gli addetti ai lavori stessi».
A distanza di vent’anni, è ancora vivo il ricordo in chi ha seguito questa terribile notizia di cronaca, sfociata in un gesto di grande generosità. Un esempio che ha spinto tanti comuni ad intitolare piazze, strade ed edifici al piccolo di 7 anni, e tanti genitori a dare ai loro figli il nome “Nicholas”. La famiglia Green ha creato una fondazione per sensibilizzare sul tema delle donazioni e dei trapianti (http://www.nicholasgreen.org/). Con questo obiettivo, Reg Green partecipa a numerosi convegni e dibattiti. È tornato in Italia diverse volte per portare la sua testimonianza. Qui un video commovente in cui i Green spiegano i motivi della loro scelta, e in cui si possono visionare filmati che ritraggono il piccolo Nicholas prima della tragedia: The Nicholas Effect - Italian.
Durante il convegno, sarà riservato grande spazio, inoltre, alle questioni riguardanti più specificatamente l’incidenza e il trattamento delle malattie renali, la malnutrizione in dialisi, la mortalità, le angioplastiche intraoperatorie, l’epidemia da sindrome emolitico-uremica in pazienti pediatrici verificatasi nel 2013, l’assistenza nefrologica domiciliare. La conferenza si chiuderà con la consegna della borsa di studio “Alberto Amerio”, dedicata ai nefrologi della Sin, del premio Young Investigator “Domenico Cotugno” e del premio alla carriera “Gabriele Monasterio”. Anche in questa edizione, infine, il congresso avrà la sessione dedicata al personale infermieristico e tecnico di dialisi.
Ma cosa è rimasto, dal 1994 ad oggi, di quel lutto collettivo? Secondo l’Aido (Associazione italiana donatori organi), la donazione, tra il 1999 e il 2013 è aumentata di cinque punti percentuali: da 13,7 a 18,5. Secondo altri dati del Sistema informativo trapianti del Ministero della Salute, sarebbe aumentata del 12,1% solo negli ultimi anni, secondo prime stime relative al 2014 (passando dalle 2841 donazioni del 2012 alle 3186 del 2013).
Non sono numeri comunque sufficienti a coprire la domanda. Un recente rapporto della Commissione Europea fa sapere che la donazione è in aumento in Ue, ma che l’aumento non va di pari passo con l’allungamento delle liste d’attesa. Nel nostro paese nel 2013 i pazienti in lista d’attesa erano 8829, la maggior parte per un rene. Oggi sono diventati 9203, 60mila in Europa. I tempi d’attesa avrebbero causato in tutto il Continente circa 4mila decessi tra il 2007 e il 2012 di pazienti in lista. Le donazioni da vivente, infine, sono molto più diffuse nei paesi del Nord Europa.
Qui di seguito altri dati Aido:
Nel 2013 sono stati effettuati 2.841 trapianti  Rene: 1.501 Fegato: 998 Cuore: 219 Pancreas: 58 Polmone: 141 Intestino e Multiviscerale: 0
OPPOSIZIONI ALLA DONAZIONE Abruzzo: 47,2% Basilicata: 52,6% Calabria: 40,5% Campania: 44,3% Emilia Romagna: 22,9% Friuli Venezia Giulia: 21,4% Lazio: 27,1% Liguria: 31,7%Lombardia: 26,2% Marche: 35,5% Molise: 75,0% Piemonte: 26,2% Provincia Autonoma di Bolzano: 28,6% Provincia Autonoma di Trento: 13,3% Puglia: 42,1% Sardegna: 13,5% Sicilia: 44,2% Toscana: 27,2% Umbria: 16,7% Valle d’Aosta: 20,0% Veneto: 22,2% ITALIA: 29,6%
PAZIENTI IN LISTA DI ATTESA: 8.828 Rene: 6.707 Fegato: 1.101 Cuore: 696 Polmone: 360 Pancreas: 201 Intestino: 26
I TEMPI MEDI DI ATTESA DEI PAZIENTI IN LISTA Rene: 3,1 anni Fegato: 1,9 anni Cuore: 2,8 anni Polmone: 2,0 anni Pancreas: 3,0 anni
LA PERCENTUALE DI MORTALITÀ IN LISTA Rene: 1,5% Fegato: 6,6% Cuore: 6,1%  Polmone: 10,9% Pancreas: 2,5%
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fasforward · 10 years
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Migliaia di persone hanno inondato la piazza di San Foca (Melendugno - Le) nel giorno di Ferragosto per seguire il concerto 12 Ore No Tap organizzato da Artisti contro la Tap, con la collaborazione del Comitato No Tap e del Comune di Melendugno. Oltre 50 musicisti locali e nazionali, tra cui i Mau Mau, sono saliti sul palco gratuitamente in appoggio alla protesta contro il gasdotto Trans Adriatic Pipeline. San Foca è la località scelta per l'approdo dell'infrastruttura, progettata per collegare i giacimenti di gas dell'Azerbaijan all'Europa. Il progetto è appoggiato dal Governo e dall'Unione Europea, ma è contestato dalla comunità locale e da numerose associazioni. Uno degli organizzatori dell'evento è Antonio Petrachi, meglio conosciuto come Treble Lu Professore, ex Sud Sound System, autore del pezzo di protesta "Lu Salentu nu bole la Tap". Interviste: Antonio Petrachi alias Treble (organizzatore concerto) Gianluca Maggiore (portavoce Comitato No Tap) Interventi dal palco: Luca Morino (Mau Mau) Marco Potì (Sindaco di Melendugno) Video a cura di Maria Grazia Fasiello
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fasforward · 10 years
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Authorea è una piattaforma di collaborazione dedicata alla ricerca, la prima startup creata da un italiano che è riuscita a raccogliere fondi tra gli investitori di New York
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fasforward · 10 years
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Vi attira l'idea di indossare un casco per la realtà virtuale e mettervi nei panni del vostro avatar? Sarà possibile con Morpheus, una PlayStation Camera che, insieme ad altri prototipi,
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fasforward · 10 years
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Stop Tv: Fuga di cervelli // interviste, riprese e montaggio di Maria Grazia Fasiello
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fasforward · 10 years
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TAP / Il sindaco Potì si rivolge alla Procura. L'azienda chiarisce: "Sondaggi in regola"
di Maria Grazia FASIELLO
All’Ufficio circondariale marittimo di Otranto e Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, ai carabinieri del Nucleo operativo ecologico, ad Arpa Puglia e, per conoscenza, alla Procura della Repubblica. È stata inviata a tutte le autorità competenti la lettera con cui il sindaco di Melendugno Marco Potì chiede la verifica delle autorizzazioni per i sondaggi Tap. Si apre così un nuovo capitolo della battaglia contro l’infrastruttura progettata per trasportare gas dall’Azerbaijan fino alle coste pugliesi.
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Da qualche giorno le navi sono tornate a farsi vedere davanti alla spiaggia a nord di San Foca. Un’ordinanza della Capitaneria di Porto permette ad una di queste imbarcazioni, la Nautical Tide, grande 75 metri, di prelevare campioni fino a 30 metri di profondità nel sottosuolo e a 400 metri di distanza dalla riva. Il risultato di queste indagini integrerà lo studio depositato il 10 settembre scorso al Ministero dell’Ambiente, dove è in corso la Valutazione d’Impatto Ambientale. Anche il rispetto della distanza è stato oggetto di polemiche. Molti cittadini avevano telefonato allarmati al sindaco per denunciare la presunta vicinanza sotto costa della nave, da diverse ore non certificabile attraverso il normale sistema Ais che registra le rotte marine delle navi. Un particolare che ha spinto il sindaco ad accelerare i tempi e protocollare la lettera destinata agli uffici della Procura e delle forze dell’ordine. E che solleva molte perplessità riguardo ai permessi ad effettuare indagini nel mare della prestigiosa località salentina. «Chiedo a Ministero, Capitaneria, Noe ed Arpa di accertare che la società Tap sia munita dei prescritti provvedimenti autorizzativi - spiega Potì - rilasciati da organi o enti cui la legge riconosca, a vario titolo, specifiche attribuzioni nei settori direttamente o indirettamente coinvolti dalle attività in corso. Con particolare riferimento ai provvedimenti a tutela dell’ambiente e dell’ecosistema». Una vera e propria richiesta di accesso agli atti che autorizzano la multinazionale Trans Adriatic Pipeline a svolgere la campagna di sondaggi nello specchio di mare di San Foca. Una richiesta da evadere entro 30 giorni, decorsi i quali il sindaco si riserva di rivolgersi all’autorità giudiziaria.
Obiettivo ultimo è riuscire a bloccare i sondaggi marini, dove le competenze del Comune non possono arrivare. Per le indagini a terra, l’ente si è fatto scudo di una delibera che nega qualsiasi autorizzazione o nullaosta. «Nel caso in cui venisse riscontrata carenza delle autorizzazioni per i sondaggi sul fondale marino - conclude Potì - chiedo alle autorità di assumere ogni necessario provvedimento per bloccare con effetto immediato la prosecuzione delle attività dei sondaggi geofisici, ambientali e geotecnici».
REPLICA TAP: «Sondaggi in regola»
Una nota sintetica - poco più di venti righe - con cui Tap si scrolla di dosso le accuse del sindaco sul presunto mancato rispetto delle ordinanze della Capitaneria («la Nautical non può avvicinarsi alla riva per conformazione dello scafo»). Ma in cui preferisce - per ora - non entrare nel merito della lettera inviata dal sindaco di Melendugno alle forze dell’ordine. Del resto, il più è fatto. I sondaggi sono quasi terminati (manca solo il prelievo a 11 metri di profondità) e la società ha già acquisito buona parte dei dati utili ad integrare lo studio fermo al Ministero. «Sono quasi ultimati i rilievi geotecnici condotti dalla nave Nautical Tide nelle acque di San Foca - affermano i dirigenti Tap - prospicienti il punto d’approdo selezionato dai tecnici. Nel pieno rispetto delle prescrizioni dell’ordinanza della Capitaneria di Otranto, a partire da venerdì scorso sono stati estratti campioni (“carote”) del sottosuolo in sette punti lungo il tracciato di progetto. I risultati dello studio dei campioni andranno a integrare lo Studio di Impatto Ambientale presentato a settembre scorso da Tap, come richiesto dal Ministero dell’Ambiente nel suo parere di scoping. Tutte le attività - chiariscono - sono state condotte rispettando le autorizzazioni ottenute e in costante comunicazione con le autorità portuali; Tap continua ad essere trasparente e a comunicare tulle le sue attività così che le comunità interessate al progetto possano essere pienamente informate». L’ordinanza della Capitaneria, in vigore fino ad oggi, prevede già una proroga fino al 2 marzo in caso di condizioni marine avverse. «Resta da raccogliere un ultimo campione, - aggiunge infatti Tap - quello da prelevare a 400 metri dalla costa, a una profondità di circa undici metri, un punto nel quale per operare in sicurezza la Nautical Tide ha bisogno di condizioni del mare particolarmente favorevoli, con limitatissima altezza o assenza d’onda». La multinazionale ne approfitta e replica, con dati tecnici, all’allarme sulla vicinanza dell’imbarcazione alla costa. «Per gli stessi motivi (cioè la necessità di assenza d’onda, ndr) - conclude Tap - la Nautical Tide, per pescaggio (circa sette metri) e conformazione dello scafo, non può in alcun modo avvicinarsi in quella zona meno di 400 metri dalla costa».
AGGIORNAMENTI: Nota di Marco Potì H 10:30
«La società Tap oggi ha chiarito che "tutte le attività sono state condotte rispettando le autorizzazioni ottenute e in costante comunicazione con le autorità portuali". Continuiamo a chiedere,- afferma il sindaco - a Tap ed agli enti preposti, di produrre in copia queste autorizzazioni e di rispettare e far rispettare le ordinanze emesse. Alle autorità portuali chiediamo, ancora una volta, di controllare con assiduità queste due imbarcazioni, che hanno (stranamente) dichiarato l'avaria dei sistemi radar proprio nel momento in cui hanno iniziato a trivellare il fondale dello stupendo mare di San Foca. In assenza di queste autorizzazioni ed in violazione di quanto previsto dalle ordinanze della Capitaneria di Porto, i risultati delle indagini condotte non devono essere in nessun caso utilizzati nella VIA di questo incompatibile progetto».
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fasforward · 10 years
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In onda su Babel Tv (Sky 136) // Intervista, riprese e montaggio di Maria Grazia Fasiello / LIPAN MIHAI GABRIEL è un giovane rumeno cresciuto in Italia che ha reinventato con successo la ricetta del dolce tipico leccese, il pasticciotto.
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fasforward · 10 years
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Ancona-Lecce, l'Italia di notte
All'una e trentuno circa ci fanno scendere in una stazione fredda e deserta. Almeno dieci poliziotti la controllano a vista, mentre da un vecchio treno regionale partito da Roma scendono decine di persone, per lo più ragazzi, immigrati, volti che sembrano di tutte le etnie. C'è una coppia giovane, lei indossa il velo. Un ragazzo con la barba. Un uomo che potrebbe essere magrebino. Hanno tutti l'aria stanca. Ci trasciniamo bagagli pesanti correndo verso un treno notte, ma non è il nostro. «Se volete salire su questo dovete pagare la differenza» chiarisce un uomo in divisa Trenitalia verde e blu. A quanto pare, sta lì ad accertarsi che nessuno di noi salga su un treno che non ha prenotato, dotato di cuccette e lettini.
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Il nostro arriverà tre minuti dopo, Ancona-Lecce, proveniente da Milano. Un intercity notte (755), pagato 45,50 euro per un posto in seconda classe. È lo stesso treno di trenta o quaranta anni fa che viaggiava da sud a nord dello Stivale. Gli scompartimenti sono gli stessi, resi ancora più indecenti dall'usura del tempo. Sedili piccoli. Aria irrespirabile. Nessuna presa elettrica. Non una luce per leggere. Quando saliamo a bordo è già notte, c'è chi dorme aggrovigliato tra giubbotti e valigie. Il tetto gocciola, non si sa se di umidità o pioggia, e crea una piccola pozza sul pavimento della cabina. Fa freddo. 
Seicento chilometri percorsi trattenendo la pipì. Il wc è ridotto ad una melma, il bagno è allagato, c'è carta igienica dappertutto. Persino i bordi meleodoranti del gabinetto tradiscono l'età della vettura.
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Mi chiedo quale tipo di punizione stiamo scontando. Se abbiamo raggiunto un'altra dimensione, se ci troviamo ancora in Italia o se il treno fosse diretto verso una destinazione ignota. Il buio rotto solo dalle luci arancioni del corridoio non aiuta a comporre pensieri lucidi.
Sono decisa a lamentarmi della situazione con il controllore, ma per ore non si fa vedere nessuno. Il mio biglietto è carta straccia, mentre il treno è terra di nessuno. Nel corridoio ci sono uomini che si affacciano al finestrino, che siedono per terra, che fanno su e giù impazienti.
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Passiamo la notte tra un cane che si lamenta, il tetto che gocciola, il freddo che entra nelle ossa. Arriviamo a Lecce dopo l'orario previsto delle 8.30. Ad attenderci in stazione, sul binario 1, ci sono finanzieri seguiti da cani antidroga.
Questo è quello che mi è accaduto per caso lunedì 25 novembre. Avrei dovuto viaggiare il 24 prendendo il Frecciargento Roma-Lecce delle 18, ma il treno era pieno. Erano terminati anche i posti in piedi. Quindi ho deciso di acquistare a cuor leggero un biglietto per attraversare l'Italia di notte.
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fasforward · 11 years
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CNR Web Tv: Daniele Sanvitto, ricercatore Cnr Nano Lecce
Videomaker: Maria Grazia Fasiello
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fasforward · 11 years
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La giornalista di origine iraniana Azadeh Moaveni al TEDxLecce
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