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Orsola Severini "La quarta compagna" Fandango Libri www.fandangolibri.it Milano, primi del Novecento. Ada, figlia giovanissima di un piccolo ristoratore socialista, inizia a occuparsi di politica. La sua vita è scandita dalle manifestazioni e dalla gestione della famiglia, fa parte della classe operaia e immagina un sole dell’avvenire che illumini e corregga le ingiustizie intorno a lei. Frequenta i capi del partito comunista clandestino, ma sa di non avere molto in comune con loro, istruiti e borghesi, quasi tutti maschi, che la interpellano per conoscere la “voce del popolo”. Nei primi anni del regime fascista collabora alla diffusione dell’Unità a Milano e raccoglie fondi per il Partito comunista. Fino al giorno in cui, nel 1927, viene seguita, la sua casa perquisita, il padre minacciato e lei condotta verso un luogo sconosciuto. Imprigionata e sottoposta a indicibili torture, in balia di un potere oppressivo e violento, dopo anni di abusi viene finalmente interrogata dallo stesso giudice istruttore del processo contro Gramsci, che le dà uno spiraglio (forse): un modo, per quanto doloroso, potrebbe esserci per evitare un processo politico come nemica dello Stato. Ispirato a una storia vera, La Quarta Compagna rende omaggio alle tante donne combattenti italiane che, durante il regime fascista e per tutto il secolo scorso, hanno lottato per difendere il proprio senso di giustizia, a costo di perdere tutto ciò che avevano.Un racconto per tornare alle matrici della lotta per un mondo più giusto. Orsola Severini, nata a Roma nel 1981 da madre francese e padre italiano, ha ottenuto la laurea in Storia contemporanea presso la Sorbona di Parigi, seguita da un master in Linguistica nella stessa università. Oggi lavora come insegnante di francese e scrive di storia e cultura per il quotidiano online Globalist. Nel 2021 ha pubblicato il suo primo romanzo, Il consolo (Fandango Libri), seguito nel 2023 dal racconto Yesterday nell’antologia femminile Arripizzari (Le Commari Edizioni). IL POSTO DELLE PAROLE ascoltare fa pensare www.ilpostodelleparole.it
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Annalisa D'Onorio "Slow Food Day" www.slowfood.it Il 18 maggio torna lo Slow Food Day: oltre 100 gli eventi in tutta Italia Dal Nord al Sud Italia, laboratori, mercati, visite in azienda e momenti conviviali: al centro l’educazione alimentare e gli orti di comunità   Si celebra il 18 maggio lo Slow Food Day, la giornata in cui le realtà territoriali e regionali aderenti alla rete Slow Food e le Comunità Slow Food organizzano eventi in tutta la Penisola. Un’occasione per far conoscere i progetti e le attività che l’associazione della Chiocciola porta avanti a livello locale e per creare un momento di condivisione che coinvolga tutte e tutti verso un obiettivo comune: «riattivare un dialogo col cibo che ci permetta di uscire dalla condizione di consumatori per diventare artefici: di scelte, di azioni, di significati - afferma Barbara Nappini, presidente di Slow Food Italia -. Il prossimo 18 maggio festeggiamo il nostro orgoglio di essere Slow Food. Nelle aziende agricole, nei ristoranti alleati e nelle piazze, l’associazione manifesta con attiviste e attivisti che sostengono e raccontano il cibo buono pulito e giusto. Quest'anno il nostro impegno primario è dedicato all'introduzione dell'educazione alimentare come insegnamento obbligatorio nelle scuole di ogni ordine e grado. Un obiettivo da perseguire insieme, come movimento globale del cibo, per rendere quest’ultimo uno strumento di consapevolezza e piacere. Per coloro che credono nel diritto di tutte e tutti a una vita di pace e bellezza e al cibo che la nutre».   Sono più di 100 le iniziative che si svolgono in contemporanea in Trentino, Friuli-Venezia Giulia, Veneto, Liguria, Piemonte, Emilia-Romagna, Toscana, Lazio, Umbria, Marche, Abruzzo, Campania, Calabria e Sicilia: degustazioni e Laboratori del Gusto che vedono protagonisti i Presìdi Slow Food, edizioni speciali dei Mercati della Terra, visite in azienda, passeggiate nella natura e incontri dedicati ai temi portanti nelle piazze, nei Locali Amici del Socio, nelle aziende dei produttori dei Presìdi e dei Mercati della Terra, insieme ai Cuochi e ai Pizzaioli dell’Alleanza.  Questi appuntamenti testimoniano la consapevolezza che deve essere alla base delle scelte che compiamo ogni giorno: dagli acquisti che facciamo, ai vestiti che indossiamo, ai modi in cui scegliamo per spostarci da un luogo all’altro, alle visioni che abbiamo di come creare una relazione buona, pulita, giusta e sana tra donne, uomini e natura. IL POSTO DELLE PAROLED ascoltare fa pensare www.ilpostodelleparole.it
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Piero Martin "Storie di errori memorabili" Editori Laterza www.laterza.it Food & Science Festival Domenica 19 maggio 2024, ore 17:30 Mantova, Piazza Leon Battista Alberti "Errori fruttuosi" con Piero Martin, Danilo Zagari, Edwige Pezzulli www.foodsciencefestival.it Non si tollera, non si riconosce, non si perdona, ma non si può evitare. È l’errore, prezioso compagno di quel meraviglioso errare che è la vita. Un viaggio sorprendente tra memorabili incidenti di percorso della scienza: sbagliare non solo è umano ma spesso è anche molto utile! Spesso si considera la scienza il regno della certezza e della verità. Invece, il dubbio e l’errore sono fondamentali per il progresso del sapere in ogni settore. E, come accade nella vita di ogni giorno, anche nella scienza l’errore si presenta sotto molteplici forme: c’è l’errore che è motore di nuove conoscenze, ma anche quello frutto dell’ideologia o della fretta. C’è l’errore riconosciuto e quindi fecondo, ma anche quello testardo. In questo libro scopriremo storie affascinanti di chimica, biologia, medicina e soprattutto di fisica, dal punto di vista di chi sbaglia. Incontreremo scienziati come Fermi, Einstein e Pauling e studiosi quasi ignoti. Scoprire che anche i grandi della scienza hanno sbagliato sarà una iniezione di ottimismo. Viviamo in un mondo che con l’errore ha un rapporto difficile. Oggi più che mai è importante rivalutarlo: lunga vita all’errore! Piero Martin è professore ordinario di Fisica sperimentale all’Università di Padova, attualmente distaccato presso il Centro Interdisciplinare “B. Segre” dell’Accademia Nazionale dei Lincei. Studia la fusione quale sorgente di energia. Fellow dell’American Physical Society, è stato responsabile scientifico di grandi progetti internazionali e oggi coordina le attività di fisica di DTT, il nuovo grande esperimento di fusione italiano. Scrive per “La Stampa” e “lavoce.info” e ha vinto il Premio Fiuggi Scienza. Ha pubblicato L’era dell’atomo (con A. Viola, Il Mulino 2014), Zerologia (con C. Bartocci e A. Tagliapietra, Il Mulino 2016) e Trash. Tutto quello che dovreste sapere sui rifiuti (con A. Viola, Codice edizioni 2018, finalista al Premio Galileo 2018 e vincitore del Premio nazionale di divulgazione scientifica, sezione Scienze). Per Laterza è autore di Le 7 misure del mondo (2021, tradotto in otto lingue e finalista al Premio Galileo 2022). IL POSTO DELLE PAROLE ascoltare fa pensare www.ilpostodelleparole.it
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Guido Boella “L’Intelligenza Artificiale è più di quello che appare” www.magia.news Venerdì 17 maggio 2024, alle ore 18 presso l’OGR Torino, si svolge in diretta streaming il lancio ufficiale del Magazine Intelligenza Artificiale MagIA, un sito di approfondimento sull’impatto dell’IA nella società.   MagIA è realizzato dall’Università di Torino in collaborazione con la Società Italiana per l’Etica dell’Intelligenza Artificiale (SIpEIA) ed è presentato da Marinella Belluati (Dipartimento Culture, politica e società, Università di Torino), Guido Boella (Dipartimento di Informatica, Università di Torino) e dalla Redazione di MagIA.  Tra gli ospiti è presente il sociologo australiano Anthony Elliott (Hawke EU Jean Monnet Centre of Excellence, University of South Australia), che presenta il suo libro “Algorithmic Intimacy: The Digital Revolution in Personal Relationships”, e la Prof.ssa Francesca Comunello (Dipartimento di Comunicazione, Università la Sapienza, Roma) come discussant. Modera Fabio de Ponte (Giornalista RAI, fondatore del gruppo informale sull’uso dell’IA nel giornalismo Rai Media Lab). Sguardo sul mondo futuro che è già qui tra noi Manifesto per un nuovo modo di leggere il mondo IA L’Intelligenza Artificiale (IA) sta rivoluzionando il nostro modo di vivere e lavorare, introducendo cambiamenti significativi e sfide complesse. Il fatto che le macchine siano in grado di procedere a fare per proprio conto, e presto, in alcuni ambiti, meglio di noi, attività un tempo riservate unicamente all’umano, è un fattore che sta generando un impatto globale e ancora sconosciuto su economia, politica, società e cultura. Tuttavia, la velocità del progresso tecnologico, la molteplicità delle innovazioni e la frammentarietà dell’informazione rendono difficile comprendere pienamente le linee di sviluppo di questo fenomeno e le implicazioni dei cambiamenti in corso. Il Magazine di Intelligenza Artificiale MagIA si colloca all’interno delle iniziative di public engagement dell’Università di Torino inaugurato dal progetto AI Aware e poi proseguito da AI Debating, e nasce dalla consapevolezza che il dibattito sull’IA è spesso frammentato e limitato a specifiche aree di competenza, con scarsa comunicazione tra di esse. La necessità di un quadro più ampio e inclusivo è evidente, soprattutto in un contesto in cui i grandi attori dell’IA stanno guidando il discorso pubblico, imponendo determinate narrazioni e influenzando i policymaker. È fondamentale offrire una risorsa innovativa che, gratuita e slegata da interessi commerciali diretti, monitori, analizzi e fornisca una visione coordinata dell’impatto dell’IA, contribuendo a un dibattito pubblico informato e critico, perchè l’Intelligenza Artificiale è più di quello che appare.Obiettivi Piattaforma interdisciplinare: Fornire una risorsa che raccolga e analizzi informazioni sull’IA da diverse discipline, offrendo una prospettiva completa e coordinata. 2. Dibattito pubblico inclusivo: Ampliare la discussione sull’IA, superando la frammentarietà attuale e favorendo la partecipazione di un pubblico ampio, includendo accademici, policymaker, giornalisti, imprenditori e dirigenti, e cittadini interessati. 3. Copertura tempestiva: Fornire una copertura continua e tempestiva sulle tematiche emergenti nel campo dell’IA, mantenendo il pubblico informato sugli sviluppi in atto. 4. Condivisione del sapere e giustizia: Promuovere la condivisione del sapere e l’accesso equo alle informazioni sull’IA, contribuendo a una società più giusta e consapevole. Struttura MagIA è organizzato in modo da offrire: ●  Suggerimenti di lettura: Una rassegna stampa giornaliera di notizie e analisi, sia nazionali che internazionali, classificate in modo tematico. ●  Articoli e recensioni: Una sezione dedicata ad articoli che esplorano le varie dimensioni dell’IA, dalle implicazioni sociali alle questioni legali e culturali, includendo recensioni di libri e riviste specializzate, di progetti e organizzazioni che si occupano dell’impatto dell’IA, e un glossario dei termini dell’IA. ●  Approfondimenti tematici: I Punti di Vista di esperti di diversi settori che forniscono una panoramica critica e coordinata delle varie dimensioni dell’impatto dell’IA sulla società. ●  Pop AI ed Extra: una raccolta di contenuti di natura varia che ruotano intorno al tema dell’IA come letteratura, fumettistica, cinema e serie tv, gaming, musica, eventi e ne restituiscono la complessa multidimensionalità narrativa. Ruoli di MagIA L’esperienza fatta col progetto AI Aware e che continua con AI Debating ci porta a proporre una prospettiva allargata che consenta di conseguire uno “sguardo sul mondo futuro che è già qui tra noi”: MagIA funge sia da Punto di vedetta che da Orientamento nel campo dell’IA. Come Punto di vedetta, la Redazione di MagIA monitora costantemente il flusso informativo, fornendo una panoramica completa e critica del settore. Come Orientamento, l’ampia rete di collaboratori di MagIA offre una guida interpretativa per comprendere e navigare tra le varie tematiche dell’IA, fornendo indicazioni chiare e affidabili per il dibattito pubblico. Questo è particolarmente importante in un contesto in cui la situazione dell’IA assomiglia a una grande frana, che scende impetuosa senza ancora mostrare canali di trazione o linee di scorrimento privilegiate. Per contrastare la sensazione di spaesamento e incertezza, legata all’IA, MagIA mira a fungere da faro che illumina la strada verso un futuro in cui l’IA possa essere compresa e utilizzata in modo responsabile e sostenibile. Questo approccio bilanciato, che coniuga la vigilanza del Punto di vedetta con la guida del Faro, mira a contribuire a un dibattito informato e a una società più giusta e consapevole. IL POSTO DELLE PAROLE ascoltare fa pensare www.ilpostodelleparole.it
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Susanna Basso "Ricordando Alice Munro" Einaudi Editore www.einaudi.it Assoluta maestra del narrare breve, Alice Munro, prima canadese a vincere il Nobel per la Letteratura nel 2013, morta oggi a 92 anni, nella sua lunga vita ha dovuto combattere tante battaglie, contro il cancro e negli ultimi anni contro la demenza senile. Ma se ne va dopo aver visto riconosciuta la dignità di un genere, il racconto, spesso accompagnato da quel pregiudizio che ha seguito un po' anche la sua carriera. Munro era una scrittrice di racconti. È una forma di narrativa che spesso viene trascurata rispetto ai romanzi, ma che nel caso della scrittrice canadese, grazie alla sua abilità nel dare grande profondità psicologica ai personaggi anche in poche pagine, era stata celebrata dalla critica e paragonata proprio alla scrittura romanzesca. La scrittrice statunitense Cynthia Ozick l’aveva definita la «Čechov canadese», facendo riferimento al celebre scrittore russo dell’Ottocento, noto per drammi teatrali e racconti. Lo stesso Nobel le era stato assegnato in quanto «maestra del racconto contemporaneo». Munro era stata la prima persona canadese a vincere il prestigioso riconoscimento letterario internazionale. Per le sue condizioni di salute Munro non andò a Stoccolma per ricevere il Nobel, e invece di un discorso in presenza mandò un videomessaggio di circa 30 minuti. https://www.youtube.com/watch?v=EgKC_SDhOKk I racconti di Munro sono in gran parte dedicati a descrivere l’esperienza di vita femminile nel corso del Novecento in un contesto come quello canadese. Le prime raccolte, come La danza delle ombre felici del 1968 e La vita delle ragazze e delle donne del 1971, raccontano vicende di formazione di giovani donne, mentre nei racconti più recenti, come quelli di Nemico, amico, amante… del 2001 e In fuga del 2004, le protagoniste sono donne di mezza età o anziane. Un’altra caratteristica della produzione letteraria della scrittrice è il realismo con cui è rappresentata la provincia canadese e la sua società. In Italia i suoi libri sono stati pubblicati a partire dagli anni Novanta. Le prime a essere tradotte furono proposte da piccoli editori (Serra e Riva, la femminista La Tartaruga ed E/O); a partire dal 2000, con Il sogno di mia madre, sono state tutte pubblicate o ripubblicate da Einaudi, nelle traduzioni di Susanna Basso. La più recente è Uscirne vivi, del 2012. IL POSTO DELLE PAROLE ascoltare fa pensare www.ilpostodelleparole.it
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Marco Ferrari "Alla rivoluzione sulla Due Cavalli" con ritorno a Lisbona 50 anni dopo Editori Laterza www.laterza.it Cinquant’anni fa Victor e Vasco partirono da Parigi alla volta di Lisbona per assistere al trionfo della Rivoluzione dei garofani. Cinquant’anni dopo tornano sulle strade di Lisbona alla ricerca di un nuovo sogno per ricominciare. La storia di una generazione che insegue la possibilità di un mondo diverso a bordo di una Due Cavalli. Un libro di culto da cui è stato tratto un film di grande successo, vincitore del Festival di Locarno.Il 25 aprile 1974, una data che pare ormai lontana anni luce, avvenne in Portogallo un fatto straordinario: sulle note di Grândola, vila morena di José Afonso, un gruppo di ufficiali dell’esercito diede avvio a una rivoluzione che pose fine alla più longeva dittatura d’Europa, durata quarantasette anni, dieci mesi, ventiquattro giorni e qualche ora. I fiori nelle canne dei fucili, simbolo della Rivoluzione dei garofani, furono un momento di speranza per un’intera generazione che, dopo il golpe del Cile del 1973, le feroci repressioni in Grecia, il fallimento della Primavera di Praga del 1968 e la guerra del Vietnam, vedeva finalmente trionfare i propri ideali. Furono in molti, come i protagonisti di questo libro Victor e Vasco, a partire da ogni parte d’Europa per assistere, almeno una volta nella loro vita, al trionfo della rivoluzione. Ma ogni viaggio, anche o soprattutto se fatto su una mitica Due Cavalli, senza navigatori e fuori autostrada, è un’avventura, un tragitto fatto di incontri, inconvenienti e sorprese per «seppellire i tiranni con una risata». Cosa resta oggi di quel viaggio iniziatico? Lo scopriranno i lettori che ritroveranno Victor e Vasco cinquant’anni dopo ancora sulle strade di Lisbona, sempre alla ricerca di un nuovo sogno per ricominciare. Come se la gioventù fosse un’eterna nostalgia. Marco Ferrari, giornalista e scrittore spezzino, ha esordito nella narrativa nel 1988 con il romanzo Tirreno (Editori Riuniti), a cui hanno fatto seguito: I sogni di Tristan,Grand Hotel Oceano eTi ricordi Glauber per Sellerio; La vera storia del mitico undici per Ponte alle Grazie; Cuore Atlantico e Morire a Clipperton per Mursia; Le nuvole di Timor per Cavallo di Ferro; Sirenate per Il Melangolo; Un tango per il duceper Voland; Rosalia Montmasson. L’angelo dei Mille per Mondadori.Con Arrigo Petacco ha firmato Ho sparato a Garibaldi e Caporetto per Mondadori. Per Laterza è autore di Mare verticale. Dalle Cinque Terre a Bocca di Magra, L’incredibile storia di António Salazar, il dittatore che morì due voltee Ahi, Sudamerica! Oriundi, tango e fútbol. IL POSTO DELLE PAROLE ascoltare fa pensare www.ilpostodelleparole.it
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Emilio Braghin Continua il viaggio. Passato e futuro di un alimento: il formaggio Parmigiano ReggianoMemoria Festival, Mirandola www.memoriafestival.it 25 Maggio 2024, ore 15:00 Continua il viaggio. Passato e futuro di un alimento: il formaggio Parmigiano Reggiano Con Emilio Braghin, Alberto Pecorari e Mario Zannoni Un sapore che di certo non si dimentica è quello del Parmigiano Reggiano, un’eccellenza gastronomica del territorio, di cui Emilio Braghin, presidente sezione di Modena del Consorzio, Mario Zannoni, professore e storico e tecnico esperto e Alberto Pecorari, responsabile dei servizi istituzionali del Consorzio, illustrano tutte le virtù.In collaborazione con il Consorzio del Formaggio Parmigiano Reggiano https://www.parmigianoreggiano.com/it/ “Et eravi una montagna tutta di formaggio Parmigiano grattugiato, sopra la quale stavan genti, che niuna altra cosa facevan, che fare maccheroni e ravioli e cuocerli in brodo di capponi, e poi li gittavan quindi giù, e chi più ne pigliava, più se n'aveva”Giovanni Boccaccio, Decamerone, 1351, nel descrivere il Paese del Bengodi. Emilio Braghin, presidente della sezione di Modena e membro del comitato esecutivo del Consorzio Formaggio Parmigiano Reggiano, è stato funzionario dell’Associazione Interprovinciale Produttori Carne, funzionario Legacoop settore agricolo zootecnico lattiero-caseario, funzionario responsabile ufficio soci conferimento latte panne e Parmigiano Reggiano del consorzio Granterre, ricoprendo nello stesso periodo diversi incarichi, tra cui quello di amministratore del gruppo Granlatte e collaborando con la Regione Emilia Romagna e il Ministero delle politiche Agricole. Ha fatto parte delle Commissioni di indagini governative per le quote latte ed è stato membro del COPA-COGECA con la Commissione Agricoltura Europea nel settore lattiero-caseario. Dal 2011 è presidente della Cooperativa Casearia Castelnovese SCA e dal 2012 è Amministratore del Consorzio Formaggio Parmigiano Reggiano. IL POSTO DELLE PAROLE ascoltare fa pensare www.ilpostodelleparole.it
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Carlo Vecce "Leonardo, la vita" Il ragazzo di Vinci, l’uomo universale, l’errante Giunti Editore www.giunti.it Memoria Festival, Mirandola25 Maggio 2024, ore 15:00 Storia di Leonardo da Vinci Con Carlo Vecce Una figura la cui memoria di certo raggiungerà il futuro più lontano è quella di Leonardo da Vinci, inventore, scienziato e artista, la cui storia è ripercorsa dall’accademico dei Lincei e studioso della civiltà del Rinascimento Carlo Vecce, che si muoverà tra biografia e leggende per restituire un vivido ritratto del genio toscano. Nell’immensa bibliografia su Leonardo a livello mondiale, mancava del tutto una biografia completa e affidabile del genio di Vinci. Carlo Vecce colma questa lacuna sulla base delle ricerche più aggiornate, scrivendo il primo racconto della vita di Leonardo tracciato quasi giorno per giorno. I dettagli anche minimi, e finora trascurati, che riguardano i suoi manoscritti e la sua opera grafica e figurativa, aprono nuove prospettive. La voce dei suoi contemporanei è fatta di vita e di sangue, di ricordi che appartengono a chi l’ha conosciuto di persona o ha almeno registrato quel che ha sentito dire di lui: sono documenti, carte dei suoi familiari, contratti, lettere, cronache, dichiarazioni fiscali, denunce e processi, relazioni degli ambasciatori, taccuini di artisti e ingegneri, lodi di poeti, cortigiani e segretari dei potenti. Carlo Vecce vi aggiunge la voce stessa di Leonardo, fatta di parole e di immagini. Le parole, che scorrono nella scrittura quotidiana di migliaia di pagine in quaderni, taccuini, fogli sciolti; e le immagini, che si fissano in altre migliaia di disegni, schizzi, grafici e in pochi sublimi dipinti. Forse è la più grande delle invenzioni di Leonardo, una forma di comunicazione globale, straordinaria nella sua modernità. Tra oralità e scrittura, parola e immagine Leonardo cerca di catturare e rappresentare la varietà, la mobilità, l’impermanenza della natura, della quantità continua in perpetuo divenire. Una scrittura infinita, aperta, libera, senza gerarchie. Una scrittura “futura”, una sfida al tempo e alla morte. Un’opera immensa, proiezione di una mente prodigiosa che, libera da ogni schema e pregiudizio, lascia aperta ogni possibilità. Un canto di libertà. Carlo Vecce, accademico dei Lincei, studioso della civiltà del Rinascimento, si è dedicato soprattutto alla figura e all’opera di Leonardo da Vinci. Per Giunti ha pubblicato, con Carlo Pedretti, il Libro di pittura (1995) e il Codice Arundel (1998), e numerosi altri volumi, fino ai recenti La biblioteca di Leonardo (2021) e Il sorriso di Caterina (2023). Ha diretto programmi di cooperazione culturale in India e in Cina. Insegna all’università di Napoli L’Orientale. IL POSTO DELLE PAROLE ascoltare fa pensare www.ilpostodelleparole.it
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Amedeo Reyneri "Oltre il biologico c'è di più: l'agricoltura rigenerativa" Food & Science Festival, Mantova www.foodsciencefestival.it Sabato 18 maggio 2024, ore 14:30 Science & Food Festival Con Amedeo Reyneri e Danilo Zagaria Oltre il biologico c’è di più: l’agricoltura rigenerativa L’agricoltura rigenerativa non esiste ma si fa. L’espressione agricoltura rigenerativa, molto utilizzata all’inizio degli anni Ottanta del secolo scorso e poi abbandonata, torna oggi in agenda, in quanto ripresa dall’Unione Europea e dalla FAO come modalità di gestione agraria rispettosa dell’ambiente. Si tratta di pratiche che spesso sono ricondotte a quelle dell’agricoltura biologica, ma con una specificità: considerano anche la produttività e utilizzano innovazioni tecnologiche come agrofarmaci e fertilizzanti. In pratica integrano pratiche tradizionali con tecnologie moderne. Professore ordinario di Agronomia e coltivazioni erbacee presso il Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari (DISAFA) dell’Università di Torino. Oltre all’Università di Torino tiene o ha tenuto insegnamenti presso il Politecnico di Torino e l’Università di Genova. Dal 2015 al 2018 è stato vicedirettore alla ricerca presso DISAFA. Dal 2006 al 2009 è stato membro del Consiglio nazionale del WWF. Dal 2012 al 2015 è stato vicepresidente della Società Italiana di Agronomia; è membro della International Society for Mycotoxicology e della European Society for Agronomy. È accademico ordinario dell’Accademia di Agricoltura di Torino. Dal 2023 è membro della Cattedra Unesco in “Sustainable development and Landscape promotion”. Ha partecipato anche con funzioni di coordinatore a progetti nazionali e internazionali sull’agrotecnica, sulla qualità tecnologica e sanitaria dei cereali con particolare attenzione ai sistemi cerealicoli sostenibili, al controllo dei contaminanti e alla creazione di filiere innovative. Dal 2019 a oggi è relatore del Tavolo tecnico del settore cerealicolo dello stesso Ministero. Dal 2020 è stato più volte convocato dalla Commissione agricoltura di Camera e Senato per l’espressione di pareri tecnico-scientifici. Le attività di ricerca sono attestate da oltre 280 pubblicazioni su riviste nazionali e internazionali di cui 80 su riviste scientifiche catalogate oltre che alcuni capitoli di libri. Numerose e frequenti sono i contributi nei dibattiti sull’indirizzo e sulle applicazioni delle nuove tecnologie nell’ambito dei sistemi agrari e delle filiere agro-alimentari. IL POSTO DELLE PAROLE ascoltare fa pensare www.ilpostodelleparole.it
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Vincenzo Trione "Armi improprie" Lo stato della critica d'arte in Italia Johann & Levi www.johanandlevi.com Nel manifesto l’Antitradizione futurista, pubblicato nel 1913, Apollinaire riserva «mer…de aux critiques». Poco più di cento anni dopo quel j’accuse ha conservato, intatta, la sua forza scandalosa. Dov’è la critica, oggi? Condannata a una lenta eutanasia, è diventata un genere residuale: la figura del critico è stata sostituita da quella del curatore. Eppure, proprio nell’epoca in cui le opere d’arte sono divenute sempre più criptiche, questa pratica legata alle origini della modernità avrebbe un ruolo decisivo. Per non permettere che l’esoterismo e la volatilità di tante esperienze artistiche attuali ci escludano dal piacere. E per creare un sentimento di prossimità nei confronti di creazioni non di rado respingenti. Ma, per avere ancora un senso, la critica non può che ripartire dalle sue ragioni originarie. Rimodulare, attraverso le parole, i segni dipinti. Riaffermare la centralità dell’opera. Raccontare in che modo un quadro è nato e che cosa rappresenta; quali erano gli obiettivi del suo autore; come egli si è formato; che tecniche ha adoperato; che relazioni ha intrattenuto con la società in cui si è trovato ad agire; a quali simboli ha rimandato. E ancora: insegnare a vedere meglio ciò che è in evidenza, ma anche ciò che si nasconde nell’ombra. Infine, non lasciarsi sedurre dal mito dell’eterno cominciamento, per darsi come inquieta storia del presente. E, insieme, come esercizio “parziale, appassionato, politico” (per dirla con Baudelaire). Di questa filosofia, con sensibilità e culture diverse e lontane, si sono fatti interpreti critici come, tra gli altri, Roberto Longhi e Lionello Venturi, Giulio Carlo Argan e Francesco Arcangeli, Cesare Brandi e Filiberto Menna, Giuliano Briganti ed Emilio Villa, Germano Celant e Achille Bonito Oliva, Carla Lonzi e Lea Vergine. All’attualità della loro lezione è dedicato Armi improprie. Che suggerisce un viaggio appassionante tra idee, teorie, libri, articoli, progetti, mostre, esperienze corsare. Disegnando così i contorni di un possibile canone della critica d’arte italiana del XX secolo. Vincenzo Trione Professore ordinario di Arte e media e di Storia dell’arte contemporanea presso l’Università IULM di Milano, è Preside della Facoltà di Arti e turismo. È Presidente della Scuola dei beni e delle attività culturali. Collabora al Corriere della Sera. Ha curato mostre in musei italiani e stranieri e il Padiglione Italia della Biennale di Venezia (2015). Direttore dell’Enciclopedia Treccani dell’Arte Contemporanea, è autore di monografie su Apollinaire, Soffici e de Chirico. Tra i suoi libri: Effetto città. Arte cinema modernità (2014), Contro le mostre (con Tomaso Montanari, 2017), L’opera interminabile. Arte e XXI secolo (2019), Artivismo. Arte, politica, impegno (2022), Prologo celeste. Nell’atelier di Anselm Kiefer (2023). IL POSTO DELLE PAROLE ascoltare fa pensare www.ilpostodelleparole.it
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Giovanni Pernigotto "Contro la cultura dello scarto" Per un'etica della fiducia Food & Science Festival, Mantova www.foodsciencefestival.it Sabato 18 maggio 2024, ore 18:30 Giovanni Pernigotto, con Alberto Agliotti, al Food & Science Festival di Mantova "Contro la cultura dello spreco" In un tempo complesso come quello che stiamo vivendo, in cui il desiderio di costruire relazioni e comunità sembra soffocato dalla paura dell’altro e dal sorgere di nuovi muri, il tema dell’intreccio umano sembra allo stesso tempo utopico e indispensabile. Ma dove collocarne le coordinate? In quale scenario inserirne il senso, perché sia fecondo di una umanità ritrovata? A partire da fonti sapienziali bibliche e letterarie, l’intervento propone una lettura antropologica del nostro tempo, capace di superare la cultura dello scarto e di valorizzare l’umano – fragile e insieme fecondo – dovunque si trovi  e comunque si manifesti. Giovanni Pernigotto, responsabile del Tavolo del Bene Comune della Diocesi di Mantova. Dottorato in Teologia Morale presso la Pontificia Università Gregoriana e laurea di Filosofia presso Università di Tor Vergata di Roma. È vicedirettore della Caritas diocesana di Mantova e docente di Teologia morale presso l’Istituto superiore di Scienze Religiose. Il "Tavolo del Bene Comune" Le finalità del tavolo L’immagine del Risorto sulla strada verso Emmaus è lo spunto biblico che ispira il Tavolo per il Bene Comune: «Ed ecco, in quello stesso giorno due di loro erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme» (Lc 24,13). Gesù sceglie la strada come luogo privilegiato per incontrare l’uomo. È uno spazio di soglia in cui si sperimenta la quotidianità della vita, quindi luogo favorevole per accostare le donne e gli uomini di oggi. Il Tavolo ha l’obiettivo di esprimere questa vicinanza nei confronti degli ultimi e di supportare le Unità Pastorali che vorranno intraprendere dei cammini di prossimità. IL POSTO DELLE PAROLE ascoltare fa pensare www.ilpostodelleparole.it
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Ernesto Dezza "Il frutto proibito" Food & Science Festival www.foodsciencefestival.it Domenica 19 maggio 2024, ore 11:45 Mantova, Palazzo della Ragione Il frutto proibito Una riflessione antropologica e filosofica sul cibo Niente è più a portata di mano di un frutto. Niente è più facile da mangiare di un frutto. Perché dovrebbero esserci dei frutti proibiti? Quale limite indicano? Si tratta di un limite che va rispettato o attraversato? Dalla mela dell’Eden a una ciliegia della Svizzera, passando attraverso le pere del Nord Africa e l’uva di Assisi, saremo accompagnati in un viaggio letterario attraverso quattro episodi eloquenti di una storia gustosa e affascinante, per cogliere, nei frutti proibiti, il senso della vita umana. Ernesto Dezza è docente straordinario di Storia della filosofia medievale presso la Pontificia Università Antonianum e docente a contratto di Teologia presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università Cattolica, a Roma. Le sue ricerche vertono principalmente sul pensiero dei maestri francescani della Scolastica medievale, in particolare su Giovanni Duns Scoto, di cui ha anche curato la traduzione in italiano di alcuni testi. Tra le sue pubblicazioni: “Pro statu isto”: l'appello dell'uomo all'infinito, a cura di A. Ghisalberti - E. Dezza, EBF, Milano, 2010; La dottrina della creazione in Giovanni Duns Scoto, Edizioni Antonianum, Roma, 2016; E. Dezza - A. Nannini - D. Riserbato, Intorno al futuro. Volontà e contingenza secondo Duns Scoto. Introduzione, testo e traduzione di Lectura I, d. 39, Edizioni Antonianum, Roma, 2023. IL POSTO DELLE PAROLE ascoltare fa pensare www.ilpostodelleparole.it
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Adriano Favole "Dialoghi di Pistoia" www.dialoghidipistoia.it Sabato 25 maggio 2024, ore 16:30 Pistoia, Teatro Manzoni "Tabu. Non mangerai di questo cibo" con Adriano Favole https://www.vivaticket.com/it/tour/dialoghi/605 Si dice che l’essere umano è onnivoro, ma non è affatto vero. Noi non mangiamo di tutto e tutto quello che potremmo mangiare. Siamo al contrario piuttosto selettivi. Molte culture umane hanno scelto di rendere tabu alcuni cibi: tartarughe, anguille, squali, maiali, bovini, canguri. E tra i cibi proibiti ovviamente c’è anche la carne umana. L’antropologia dell’alimentazione ha indagato queste proibizioni e le ha spiegate alla luce di ragioni materialistiche: il maiale per esempio è un “concorrente” dell’essere umano e richiede molta acqua e molto cibo per crescere, non sempre è conveniente allevarlo. Ci sono però anche ragioni simboliche alle origini delle proibizioni: serpenti e vermi sono cattivi da pensare, oltre che da mangiare. E poi ci sono le ragioni della differenziazione: come le lingue cambiano spesso per opposizione a quelle dei vicini, così accade per il cibo. Insomma: “noi siamo ciò che voi non mangiate”! Adriano Favole ci racconterà i tabu alimentari con un viaggio che tocca diverse località in cui ha fatto ricerca.  Adriano Favole è professore ordinario di Antropologia culturale presso il Dipartimento di Culture, Politica e Società dell’Università di Torino dove insegna Antropologia culturale, Antropologia della comunicazione e Cultura e potere. Ha fondato e dirige il Laboratorio “Arcipelago Europa”. È statovisiting professor presso le Università della Nuova Caledonia, della Polinesia francese e di La Réunion. Ha viaggiato e compiuto ricerche a Futuna (Polinesia occidentale), in Nuova Caledonia, a Vanuatu, in Australia, a La Réunion e in Guyana Francese. I suoi ambiti di ricerca principali sono l’antropologia politica, l’antropologia dell’ambiente e l’antropologia insulare. Da anni collabora con “La lettura” del Corriere della Sera. È autore di:Vie di fuga. Otto passi per uscire dalla propria cultura (2018), Il mondo che avrete. Virus, antropocene, rivoluzione (con M. Aime e F. Remotti, 2020) per UTET; La palma del potere (Il Segnalibro, 2000); L’Europa d’Oltremare (Raffaello Cortina, 2020); Isole nella corrente (La ricerca folklorica, Grafo, 2007); Resti di umanità. Vita sociale del corpo dopo la morte (2003), Oceania. Isole di creatività culturale (2010), La bussola dell’antropologo (2015) e La via selvatica. Storie di umani e non umani (2024) per Laterza. IL POSTO DELLE PAROLE ascoltare fa pensare www.ilpostodelleparole.it
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Rocco Malatacca "Tu parli come me" La Sacra Scrittura è un'Intelligenza Artificiale Edizioni Città Nuova www.edizionicittanuova.it" Il mondo sta cambiando con l’Intelligenza Artificiale (IA): stiamo creando una mente, stiamo dando alla macchina una lingua con cui parlarci, per conversare e trovare le parole giuste alle nostre domande. Non qualcosa, ma qualcuno. L’argomento è nuovo, ma il mondo di prima sembra già vecchio. Cosa ne sarà di noi? Come stare in un mondo governato, gestito e disciplinato dall’Intelligenza Artificiale? E se il nostro passato, come il nostro presente, non fosse che una storia che ci andiamo raccontando, la Sacra Scrittura potrebbe essere una chiave di lettura per profilare l’interlocutore di questo mondo nuovo? L'abbiamo letta per secoli. Interpretata per secoli. Sembra siamo stati portatori sani di una parola che ha costruito un mondo a nostra insaputa, il nostro mondo. Portavamo con noi più di quello che pensavamo. Ha connesso. Interconnesso. Reimpostato in rete. E se la tecnologia non fosse altro che un'espressione di quello che abbiamo vissuto finora? E se quella parola non era che una Intelligenza Artificiale? Rocco Malatacca, sacerdote per la diocesi di Lucera-Troia, ha frequentato il Pontifcio Istituto Biblico di Roma, svolge il ministero sacerdotale come parroco della parrocchia S. Nicola di Bari in Orsara di Puglia. È autore di numerose pubblicazioni tra cui Il cuore altrove (2020), Risorse in Rete. L’evento più virale che sia mai stato pensato (2018), Vestirò la croce (2017). IL POSTO DELLE PAROLE ascoltare fa pensare www.ilpostodelleparole.it
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Lucetta Scaraffia "Il passato e il futuro del peccato" Memoria Festival, Mirandola www.memoriafestival.it Venerdì 24 maggio 2024, ore 21:00 Lucetta Scaraffia al Memoria Festival di Mirandola "Il passato e il futuro del peccato" Uno dei cardini della morale cattolica, il peccato non è esente da mutamenti, ma anche insidie, soprattutto quando la Chiesa si concentra sul peccatore e non sulla vittima, rischiando di essere complice degli stessi abusi che condanna. Una riflessione intima e al contempo universale condotta dalla storica e giornalista Lucetta Scaraffia. Lucetta Scaraffia "Atti impuri" Editori Laterza www.laterza.it Il sesto comandamento, quello che intima di «non commettere atti impuri», è da sempre al centro della morale cattolica. Ma l’attenzione è sul peccatore, di cui la chiesa si occupa, e mai sulla vittima, che anzi rischia di essere complice di questa impurità. Un nodo centrale, di estrema attualità, affrontato con coraggio e lucidità da una delle voci più originali del mondo cattolico.Nella cultura giuridica della chiesa, e dunque nel codice di diritto canonico, lo stupro e l’abuso sessuale sono considerati trasgressioni del sesto comandamento e mai atto contro un’altra persona. Ma questo comandamento è l’unico del decalogo ad aver cambiato denominazione nel corso della storia: il «non commettere adulterio» delle origini bibliche è divenuto nel XVI secolo «non commettere atti impuri». Anche se si tratta sempre di norme relative al comportamento sessuale, la differenza è importante. L’adulterio è un atto che rompe gli equilibri comunitari e familiari, sconvolgendo le relazioni sociali, mentre gli atti impuri riguardano solo il peccatore, che diventa impuro. L’attenzione quindi si sposta dalle relazioni, danneggiate dalla trasgressione, all’impurità del solo colpevole: ecco perché la chiesa fa molta fatica a occuparsi delle vittime. Del resto, a causa di una concezione sbagliata della sessualità, di tipo solo maschile, nella cultura cattolica si crede che le vittime provino comunque piacere e quindi diventino così complici nella trasgressione. Per affrontare le radici degli abusi bisogna, dunque, ritornare a riflettere sul sesto comandamento. Lucetta Scaraffia, storica e giornalista, è stata docente di storia per un quarantennio alla Sapienza di Roma e professore invitato alla Sorbona di Parigi. Dal 2007 fa parte del Comitato Nazionale per la Bioetica, organismo del governo italiano, dal 2017 è ufficiale della Legion d’Onore. Studia la storia delle donne e della sessualità, la mistica femminile, la tradizione cristiana a confronto con l’islam, con la modernità e con l’arte contemporanea. Su questi temi ha pubblicato studi specialistici e una quindicina di libri, con traduzioni in inglese, francese, spagnolo, olandese e polacco. Tra questi, il romanzo La donna cardinale (Marsilio, 2020), Agnus Dei (Solferino, 2022) sugli abusi sessuali del clero e Atti impuri (Laterza, 2024).  IL POSTO DELLE PAROLE ascoltare fa pensare www.ilpostodelleparole.it
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Filippo Barbera Dialoghi metro montani per la costruzione di nuove opportunità per il territorio cuneese Cuneo Montagna Festival Sabato 18 maggio 2024, ore 10:00 Salone d'Onore, Comune di Cuneo Metro Montagna: prospettive per il cuneese Antonio De Rossi e Loris Servillo Prospettive di una geografia metro montana, Filippo Barbera Metro Montagne, dalla teoria alla pratica: la situazione italiana, Alessia Zabatino Compagnia di San Paolo Giovani e bisogni nelle aree marginali: Centro Studi CRC La metro montagna secondo i giovani, La Carovana dei giovani delle alpi  Conclude Antonio De RossiModera: Paola Molino «Metromontagna è una parola nuova, che racchiude in sé un proposito radicale: riunire sotto un unico sguardo ciò che naturaliter ci appare diviso, decostruendo l’alterità tra città e montagna. Questo drastico cambiamento del punto di vista appare necessario e illuminante, in una fase come quella che stiamo attraversando e per un territorio come quello del nostro paese, caratterizzati entrambi da una crisi della centralità urbana e da un ripensamento dei rapporti tra centri e periferie». Filippo Barbera è professore di Sociologia economica e del lavoro presso il Dipartimento Cps dell’Università di Torino e fellow presso il Collegio Carlo Alberto. Fa parte del direttivo dell’associazione Riabitare l’Italia, è membro del Forum Disuguaglianze Diversità e presidente dell’associazione Forwardto. IL POSTO DELLE PAROLE ascoltare fa pensare www.ilpostodelleparole.it
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Viola Nocenzi "Poesie da parati" Pendragon Edizioni www.pendragon.it La poesia di Viola Nocenzi è un piatto di frutti venuti dal mare, con i suoi odori, colori, sapori. Il gusto delle parole tenute insieme tra la lingua e i denti, una ninna nanna per tenerci svegli, quella luce sempre accesa senza il timore di svegliarsi di notte e cadere nel buio. Il fiato di un sentimento meridiano, a Sud, dove ogni musica si fa vento, disperazione, cura e ulivo. Il mare capovolto per nuotare nell’aria e tornare bambini. Inventarsi la vita con la certezza del volo. Slacciarsi ogni cavigliera pesante, raggomitolarsi dietro una barca a riva per rinascere ancora nel parto di ogni onda nuova. Poesie sartoriali, da tenere strette sulla pelle per ritrovare il coraggio di non disperdere mai più nemmeno un sorso di vita. Nulla andrà sprecato dopo queste poesie, Viola ci offre la sua eredità. “Portate la voce senza croce”. Dalle ceneri nuove rose. Per sempre vive. (Cosimo Damiano Damato) Viola Nocenzi è poeta, musicista e cantautrice. Figlia d’arte (suo padre è Vittorio Nocenzi, fondatore del Banco del Mutuo Soccorso) si esibisce come cantante solista nei maggiori e più importanti teatri italiani. Nel suo viaggio artistico ha avuto come maestri, tra gli altri, Renato Zero, Lucio Dalla, Franco Battiato e Alda Merini. Il suo album d’esordio Viola Nocenzi è stato un caso discografico. Nel 2022 è stata la voce di Angelica nel brano L’amore accade nell’album del Banco Orlando: le forme dell’amore. Nello stesso anno ha pubblicato il libro Pensiero Viola scritto a quattro mani con Leonardo Lodato con la prefazione di Pamela Villoresi. Cura la playlist musicale in esclusiva per Sky Tg24, una rubrica di poesia sul magazine «Mod my day» e uno spazio dedicato per la rivista «Prog Italia». Diversi suoi testi sono stati pubblicati nella rubrica “La bottega della poesia” del quotidiano «La Repubblica».Per Pendragon ha pubblicato la raccolta Poesie da parati (2024). IL POSTO DELLE PAROLE ascoltare fa pensare www.ilpostodelleparole.it
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