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#crimini contro l’umanità
gregor-samsung · 10 months
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"Nel 1996, nel bel mezzo del processo di pace di Oslo, Israele promise all’amministrazione USA che avrebbe smesso di costruire nuove colonie nei Territori Occupati. Ma mentre il governo israeliano stava conducendo i negoziati con i palestinesi, stava anche incoraggiando 50.000 cittadini ebrei a trasferirsi da Israele in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza. Contemporaneamente, il governo israeliano stava aiutando concretamente il movimento dei coloni a creare una molteplicità di “avamposti illegali” – fuori dai confini delle colonie esistenti – fornendo a questi insediamenti energia elettrica e acqua e costruendo la rete stradale per raggiungerli.* Entro il 2001, cinque anni dopo il divieto da parte degli Stati Uniti di costruire nuovi insediamenti, i coloni avevano creato piú di sessanta nuovi “avamposti illegali” su terreni espropriati ai palestinesi. Il governo israeliano dipingeva spesso i coloni ebrei come dei cittadini sprezzanti e indisciplinati, nonostante avesse stanziato milioni di dollari a favore della loro “insubordinazione”, principalmente perché ciò permetteva allo Stato – quando criticato – di rivendicare il fatto di essere una democrazia con una società civile vitale e pluralista. Durante l’impennata dell’edificazione dei cosiddetti avamposti, la polizia e l’esercito israeliani intrapresero solo sporadicamente azioni simboliche per far rispettare la legge, evacuando coloni dai nuovi avamposti. In parallelo a questo processo di espansione degli insediamenti e di rara applicazione della legge – spesso coincidente con periodi in cui aumentavano le pressioni internazionali a riprendere il processo di pace –, l’esercito israeliano eseguiva invece demolizioni di case palestinesi su larga scala, una pratica sulla quale le ONG israeliane e palestinesi concentrarono la loro attività. È stato in questo scenario legale e politico di espropriazione di terre palestinesi da parte dei coloni e di demolizioni di case palestinesi da parte del governo che Yesha for Human Rights ha iniziato la propria attività. Era la prima volta che i coloni creavano una ONG per difendere i propri diritti umani – il diritto umano di non essere evacuati dagli insediamenti e di continuare a colonizzare la terra palestinese."
  * In realtà, gli avamposti sono nuovi insediamenti. Oggi ci sono piú di cento avamposti in Cisgiordania. Circa cinquanta sono stati creati dopo il marzo del 2001. Analogamente ad altri insediamenti, questi avamposti sono stati costruiti con l’obiettivo di dare una continuità territoriale alla presenza israeliana occupando piú terra palestinese possibile e creando una barriera tra i vari centri abitati palestinesi. Cfr. Peace Now, “Settlements and Outposts”, http://peacenow.org.il/eng/content/settlements-and-outposts (consultato il 01/05/2014); vedi anche Talia Sasson, Report on Unauthorized Outposts: Submitted to the Prime Minister, Prime Minister’s Office, Jerusalem 2005.
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Nicola Perugini, Neve Gordon, Il diritto umano di dominare, traduzione di Andrea Aureli, edizioni nottetempo (collana conache), 2016¹; pp. 166-167.
[Edizione originale: The Human Right to Dominate, Oxford University Press, 2015]
P.S.: Ringrazio @dentroilcerchio per avermi consigliato la lettura di questo saggio che esamina e denuncia l’uso strumentale dei diritti umani da parte dei gruppi dominanti.
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www-pinkhearse · 4 months
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La gente che si lamenta dei suoi capelli si è dimenticata dei crimini contro l’umanità che sono i capelli di irama CHE STAI NEI TOP 5??
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superfuji · 1 year
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Il rapporto spiega che la tratta, la riduzione in schiavitù, il lavoro forzato, la detenzione, l’estorsione e il traffico di migranti vulnerabili hanno generato entrate significative per individui, gruppi e istituzioni statali e hanno incentivato la continuazione delle violazioni. Ci sono ragionevoli motivi per ritenere che i migranti siano stati ridotti in schiavitù in centri di detenzione ufficiali così come in “prigioni segrete” e che lo stupro sia stato commesso come crimine contro l’umanità. Nel contesto della detenzione, le autorità statali e le entità affiliate – tra cui l’Apparato di deterrenza della Libia per la lotta alla criminalità organizzata e al terrorismo (Dacot), le Forze armate arabe libiche (Laaf), l’Agenzia per la sicurezza interna (Isa) e l’Apparato di supporto alla stabilità (Ssa) e la loro leadership – sono stati ripetutamente trovati coinvolti in violazioni e abusi. I detenuti sono stati regolarmente sottoposti a tortura, isolamento, detenzione in isolamento e negato un adeguato accesso ad acqua, cibo, servizi igienici, luce, esercizio fisico, cure mediche, consulenza legale e comunicazione con i familiari. La missione ha invitato il Consiglio per i diritti umani a istituire un meccanismo di indagine internazionale indipendente dotato di risorse sufficienti e ha esortato l’Ufficio dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani (Ohchr) a istituire un meccanismo distinto e autonomo con un mandato permanente per monitorare e riferire in merito gravi violazioni dei diritti umani «al fine di sostenere gli sforzi di riconciliazione libici e assistere le autorità libiche nel raggiungimento della giustizia e della responsabilità di transizione». E la cosiddetta Guardia costiera libica? «Il sostegno fornito dall’Ue alla Guardia costiera libica in termini di allontanamenti, respingimenti e intercettazioni ha portato a violazioni di alcuni diritti umani», ha dichiarato uno degli investigatori incaricati dal Consiglio per i diritti umani sotto l’egida dell’Onu, Chaloka Beyani. «Non si possono respingere le persone in aree non sicure, e le acque libiche non sono sicure per l’imbarco dei migranti», ha proseguito, precisando che l’Ue e i suoi Stati membri non sono stati ritenuti responsabili di crimini, ma «il sostegno fornito ha aiutato e favorito la commissione dei crimini» stessi.
Signori, ecco cos’è “a casa loro”. Lo scrive l’Onu
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archivio-disattivato · 6 months
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Giornata delle Nazioni Unite per la solidarietà con il popolo palestinese: perché non possiamo commemorarla
Scritto il 29/11/2023
29 novembre: Giornata delle Nazioni Unite per la solidarietà con il popolo palestinese. Quest’anno non possiamo commemorare questa data internazionale, a causa della situazione in atto in Palestina: i 49 giorni di ininterrotti bombardamenti israeliani hanno portato alla distruzione della Striscia di Gaza e provocato 20.031 morti, tra cui 8.176 bambini (bilancio, non definitivo, dati Euro-Med monitor). In Cisgiordania, la continua aggressione di esercito e coloni israeliani ha ucciso 237 palestinesi, e ne ha feriti più di 2.950.
Non possiamo commemorarla perché non c’è solidarietà per i palestinesi, neanche di fronte a dei crimini di guerra, crimini contro l’umanità e un genocidio così efferato. O meglio, la solidarietà c’è stata, ma solo da parte dei popoli. E purtroppo, non sono i popoli a poter porre fine a questo genocidio, ma i governi. E i regimi occidentali sono stati deludenti poiché, mentre Netanyahu bombardava la Striscia, ripetevano, senza alcuna logica e alcun riferimento alla legge internazionale, la frase “Israele ha diritto a difendersi”.
Noi sappiamo che una difesa per essere considerata tale deve essere sempre proporzionale all’offesa e mai ledere i civili o attaccare strutture sanitarie, medici, ambulanze. Al contrario, in questi 49 giorni l’entità sionista ha portato avanti una vera e propria guerra agli ospedali di Gaza e ai bambini di Gaza.
Ogni 29 novembre, in tutto il mondo, si celebra la Giornata delle Nazioni Unite per la solidarietà con il popolo palestinese, a ricordo della risoluzione 181, emanata il 29 novembre del 1947 dall’Onu, che sancì la spartizione della Palestina storica, ponendo le basi per la creazione dello Stato israeliano e per la Nakba, la tragedia e pulizia etnica della popolazione palestinese ad opera degli squadroni del terrorismo sionista prima, e delle forze militari israeliane dopo.
Nel 1977, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite istituì per il 29 novembre la Giornata internazionale di solidarietà con il popolo palestinese (risoluzione 32/40 B). Nella risoluzione 60/37 del 1° dicembre 2005, l’Assemblea generale chiese al Comitato per l’Esercizio degli inalienabili diritti del popolo palestinese e alla Divisione per i diritti palestinesi, in quanto parti per l’osservanza della Giornata internazionale di solidarietà con il popolo palestinese, stabilita il 29 novembre, di continuare a organizzare celebrazioni ed eventi annuali sui diritti palestinesi, in collaborazione con la “Permanent Observer Mission of Palestine” dell’Onu.
Se la comunità internazionale vuole dare senso a questa giornata ed essere coerente con le giornate a tema che istituisce, chiediamo un maggiore impegno nel tutelare i diritti del popolo palestinese, condannando con parole, ma sopratutto con fatti le atrocità sioniste attraverso un processo che porti i crimini israeliani davanti al Tribunale dell’Aja.
Mercoledì, 29 novembre 2023 Associazione dei palestinesi in Italia
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vintagebiker43 · 2 years
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"Mi ritrovo in un asservimento totale alla peggiore propaganda che ci possa essere. Tra l’altro utilizzando anche gli ‘utili idioti’, che non mancano mai. Perché Cacciari all’inizio di questa trasmissione ha elogiato la forza evocativa del Cremlino, il suo fascino. Quel palazzo che tu hai alle spalle, e faresti bene a ricordarlo a chi hai di fianco, è il palazzo dove sono stati organizzati, decisi e messi in pratica i peggiori crimini contro l’umanità del secolo scorso e di questo secolo.
Quello è un palazzo di mer**. Tu dovresti avere il coraggio di dire ai tuoi interlocutori che il palazzo che hai alle spalle è un palazzo di mer** perché lì il comunismo ha fatto le più grandi tragedie del secolo scorso e di questo secolo. E siccome a me fa tristezza vedere un giornalista che stimo venir chiamato ‘bambino’, ‘incompetente’ da una cretina che non sa nemmeno di che cosa sta parlando, perché noi la libertà ce l’abbiamo, sappiamo che cos’è e ce la difendiamo, io di fare la foglia di fico a quegli altri due co***ni che hai di fianco non ci sto. Per cui mi alzo, rinuncio al compenso pattuito, ma a questa sceneggiata non voglio più partecipare. Grazie”
Trovarsi a condividere l'opinione di sallusti dà la misura di quanto Giletti sia a livelli indescrivibili di indecenza.
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realnews20 · 6 days
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Dopo settimane di attesa, si è realizzato il peggior incubo di Benjamin Netanyahu. Il Procuratore capo della Corte penale internazionale, Karim Khan, ha ufficialmente chiesto alla Camera preliminare del tribunale dell’Aia di emettere un mandato di arresto nei confronti del primo ministro di Israele, in quanto “ci sono ragionevoli elementi per credere che il premier israeliano Benjamin Netanyahu abbia compiuto crimini di guerra e contro l’umanità”. Basterebbe questo per capire la gravità della situazione, ma sfortunatamente per il leader di Tel Aviv, c’è dell’altro. Infatti, oltre al primo ministro dello Stato ebraico, il provvedimento di arresto è stato richiesto anche nei confronti del ministro della Difesa, Yoav Gallant, e anche per il leader di Hamas, Yahya Sinwar, e gli altri leader di Hamas, ossia Mohammed Deif, Ismail Haniyeh e Diab Ibrahim Al Masri. A tutti loro il procuratore Khan contesta “crimini di guerra e contro l’umanità” commessi in Israele, per quanto riguarda i terroristi palestinesi, e nella Striscia di Gaza, a partire dal 7 ottobre 2023. Ora la palla passa a un panel di tre giudici della Corte Penale Internazionale che esaminerà la richiesta, la quale, se verrà accolta, renderà immediatamente esecutivo il mandato di arresto. Il verdetto, secondo quanto trapela, dovrebbe arrivare nei prossimi giorni. La spiegazione del provvedimento contro Netanyahu La richiesta del mandato di arresto per Netanyahu e Gallant, formulata dal procuratore Khan, fa riferimento alla violazione degli articoli 7 e 8 dello Statuto di Roma e si sviluppa in uno sterminato elenco di capi di accusa: “Affamare i civili come metodo di guerra e come crimine di guerra; aver causato intenzionalmente grandi sofferenze, o gravi lesioni al corpo o alla salute; trattamenti crudeli come crimine di guerra”. E ancora: “Uccisione intenzionale o omicidio come crimine di guerra; attacchi intenzionalmente diretti contro una popolazione civile come crimine di guerra; sterminio e/o omicidio, anche nel contesto di morti per fame, come crimine contro l’umanità; persecuzione come crimine contro l’umanità; altri atti inumani come crimini contro l’umanità”. Insomma, accuse gravissime che Netanyahu aveva provato a scongiurare in ogni modo, arrivando perfino a chiedere l’intervento di Joe Biden, malgrado gli Stati Uniti, come Israele, non aderiscano alla Corte dell’Aia, e che ora vede diventare realtà, con l’ulteriore smacco di essere stato accomunato ai terroristi che sta combattendo con tanta ferocia. La risposta del governo Netanyahu alla Corte dell’Aja Come spiegato dal procuratore Khan: “Il mio ufficio sostiene che i crimini di guerra denunciati in questi ricorsi sono stati commessi nel contesto di un conflitto armato internazionale tra Israele e Palestina e di un conflitto armato non internazionale tra Israele e Hamas (insieme ad altri gruppi armati palestinesi) che si svolge in parallelo”. Per questo “riteniamo che i crimini contro l’umanità imputati siano stati commessi nell’ambito di un attacco diffuso e sistematico contro la popolazione civile palestinese in applicazione della politica dello Stato. Questi crimini, secondo la nostra valutazione, continuano ancora oggi”. Parole che non sono andate giù al ministro Ganz, che è arrivato a dire: “La decisione del procuratore capo della Corte penale internazionale di richiedere il mandato di arresto è di per sé un reato di proporzioni storiche”. Il governo di Tel Aviv, a sua volta, come riporta Ynet citando fonti politiche israeliane che intendono restare anonime, si è scagliato contro la Corte spiegando che quanto accaduto denota “grande ipocrisia” ed è una “vergogna internazionale”. [ad_2] Source link
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Blinken: la Cina nello Xinjiang continua a compiere genocidio e altri crimini 
La Cina “nello Xinjiang continua a compiere un genocidio, crimini contro l’umanità, lavoro forzato e altre violazioni dei diritti umani contro gli uiguri prevalentemente musulmani e membri di altri gruppi minoritari etnici e religiosi”. Lo ha affermato il segretario di Stato Usa Antony Blinken, alla vigilia della sua visita in Cina. source
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unita2org · 2 months
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TELAVIV DECINE DI MIGLIAIA DI CITTADINI IN PIAZZA CONTRO NETANYAHU
di Redazione Proteste di decine di migliaia di israeliani a Telaviv per la liberazione degli ostaggi e contro il governo Netanyahu, che dovrebbe subire un intervento chirurgico… Tutte le vittime dei suoi crimini contro l’umanità gli fanno tanti tanti auguri.
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gregor-samsung · 9 months
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"Nel 1993, sulla scia del cosiddetto processo di pace di Oslo, il Primo Ministro israeliano ritenne che la creazione di un’Autorità Palestinese responsabile dell’amministrazione della vita quotidiana dei palestinesi nei Territori Occupati avrebbe messo a tacere le crescenti critiche nei confronti di Israele. Il ragionamento di Rabin era semplice: se i palestinesi si fossero assunti la responsabilità di autoamministrarsi, Israele non sarebbe piú stato legalmente responsabile delle violazioni dei diritti umani commesse nei Territori Occupati. Ciò avrebbe reso superfluo l’operato di istituzioni quali l’Alta Corte di Giustizia israeliana e di organizzazioni come B’Tselem – attori che Rabin aveva descritto come “anime sensibili” che incarnavano una certa compassione umanitaria per i palestinesi. Si può considerare la dichiarazione di Rabin come l’antecedente del dibattito israeliano sulla “minaccia dei diritti umani”, poiché sembra che la sua aspirazione fosse di contrastare quelli che già considerava dei pericolosi tentativi di interpretare l’occupazione israeliana come una questione di diritti umani. Sperava che l’accordo sui due stati potesse ovviare alle critiche in materia di diritti umani tramite la creazione di una nuova struttura giurisdizionale in grado di regolare i rapporti tra israeliani e palestinesi. Due anni dopo, Rabin venne assassinato da un colono israeliano.
Non poteva sapere che nel corso dei decenni successivi – durante e dopo il fallimento del processo di pace – ci sarebbe stato un incremento esponenziale di attività a favore dei diritti umani sia da parte israeliana che da parte palestinese. Rabin non poteva prevedere che quello dei diritti umani sarebbe diventato il lessico dominante utilizzato da attori diversi, spesso in conflitto tra loro. Né poteva immaginare che nel 2010, quindici anni dopo il suo assassinio, un diverso gruppo di “anime sensibili” conservatrici avrebbe fondato numerose ONG per i diritti umani – Regavim, il Legal Forum for the Land of Israel e Yesha for Human Rights – e che queste ONG avrebbero impiegato il vocabolario dei diritti umani in un’istanza presentata all’Alta Corte di Giustizia per la revisione del processo a Margalit Har-Shefi, la donna condannata nel 1998 per non aver impedito al suo amico Yigal Amir di assassinare Rabin.* "
*Dan Izenberg, “State Attorney Rejects Har-Shefi Retrial Petition”, in Jerusalem Post, 17/10/2010.
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Nicola Perugini, Neve Gordon, Il diritto umano di dominare, traduzione di Andrea Aureli, edizioni nottetempo (collana conache), 2016¹; pp. 166-167.
[Edizione originale: The Human Right to Dominate, Oxford University Press, 2015]
P.S.: Ringrazio @dentroilcerchio per avermi consigliato la lettura di questo saggio che esamina e denuncia l’uso strumentale dei diritti umani da parte dei gruppi dominanti.
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curiositasmundi · 4 months
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[...]
Le foibe sono un crimine di guerra, su questo non ci possono essere dubbi. Uccidere nemici inermi, dopo la cattura, al di fuori del combattimento e senza un giusto processo (come è spesso avvenuto in quelle circostanze) è sempre un crimine. Specie se ciò avviene alla fine di una guerra, quando si suppone che ci sia il tempo per giudicare i responsabili di reati commessi in precedenza, come avvenuto infatti a Norimberga, ma non (vale la pena ricordarlo) per i criminali di guerra italiani. Tuttavia, come sanno tutti gli storici, le vittime delle foibe non state uccise «solo perché italiane», a differenza di ciò che viene ossessivamente ripetuto nella vulgata politico-mediatica. Decine di migliaia di italiani combattevano nelle file dell’esercito partigiano jugoslavo, ovvero dalla parte di chi ha commesso quei crimini, e non hanno subito, ovviamente, alcuna violenza. Inoltre fra le vittime della resa dei conti condotta dalle forze jugoslave a fine guerra, gli italiani rappresentano tra il 3 e il 5%; gli altri sono jugoslavi (serbi, croati, sloveni, ecc.): tutti uccisi perché ritenuti fascisti, nazisti, spie, collaborazionisti o contrari alla conquista del potere da parte delle forze partigiane. I liberatori jugoslavi dunque se la prendono contro specifici nemici identificati in base all’appartenenza politica e militare, non nazionale.
[...]
Da circa vent’anni sono state istituite due giornate commemorative, quella della Memoria dei crimini nazisti e quella del Ricordo delle foibe. Tali celebrazioni sono simili nella denominazione, vicine nel tempo (27 gennaio e 10 febbraio) e hanno lo stesso identico peso formale. Ripeto per essere più chiaro: i crimini contro l’umanità commessi dai nazisti nelle logiche che sono state ricordate, e che hanno ucciso 10 milioni di persone, sono commemorati alla stessa stregua delle violenze condotte dai partigiani jugoslavi contro 5.000 persone, molti dei quali condividevano il campo nazista. 
Nei discorsi istituzionali e nella propaganda mediatica sulle foibe si parla di «pulizia etnica», si afferma che le vittime sarebbero state uccise «solo perché italiane» e si ribadisce il paragone con la Shoah, ignorando al tempo stesso i crimini fascisti e nazisti commessi in precedenza in quello stesso territorio.  Come credo sia ormai chiaro, tutto ciò è assurdo, offensivo, umiliante, di fatto «negazionista» o almeno enormemente «riduzionista» nei confronti della Shoah e dei crimini nazisti e fascisti. Per di più negli ultimi anni il giorno del Ricordo ha acquisito un’importanza politica addirittura maggiore rispetto a quello della Memoria. La Rai ha prodotto due film sul tema, se ne interessano programmi televisivi di ogni genere, se ne parla addirittura a Sanremo durante il festival dei fiori; politici di tutti gli schieramenti ne strumentalizzano la vicenda, enti pubblici di ogni livello intitolano strade, piazze, parchi, monumenti a Norma Cossetto o ai «martiri delle foibe»; il Ministero dell’Istruzione dirama circolari-fiume sul tema («Linee guida» di ben 90 pagine), i prefetti di tutta Italia chiedono alle scuole di insegnare la falsa «pulizia etnica» ai loro studenti e il Parlamento ha da poco approvato lo stanziamento di milioni di euro per incentivare la propaganda antistorica delle associazioni nostalgiche, finanziando «viaggi del ricordo» scolastici al confine orientale. 
Non ci possono essere dubbi: nella nostra memoria pubblica le violenze dei partigiani a fine guerra hanno acquisito un peso molto maggiore dei crimini nazisti, e sono probabilmente oggi più conosciute e ritenute più rilevanti dall’opinione pubblica. Può sembrare assurdo e paradossale, ma è così. Eppure manca ancora un tassello, la beffa oltre al danno. 
Che fine hanno fatto i crimini fascisti? Su questo semplicemente non esiste una memoria pubblica. Chi davvero uccideva intere popolazioni solo per la propria appartenenza, chi ha davvero ucciso «etiopi solo perché etiopi» e «jugoslavi solo perché jugoslavi», non viene nemmeno menzionato sui libri di scuola, non merita film, vie, parchi, lapidi né uno straccio di dichiarazione pubblica di condanna. 
E dunque, in definitiva: si mente sulle reali motivazioni del crimine delle foibe per cercare di farlo passare come un crimine fascista; e intanto si ignorano i veri e propri crimini del fascismo, finendo per far passare i fascisti come innocenti e anzi vittime dei partigiani. Si dedicano energie politiche e risorse economiche straordinarie per diffondere tali falsità e si cerca in questo modo di fare percepire all’opinione pubblica le foibe come addirittura più gravi dei crimini nazisti e della Shoah. 
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blogaccio · 3 months
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una città per cavalletto, mostra permanente del putinismo
Com’è umano lei! Avrebbe esclamato il mai dimenticato tragico Fantozzi al cospetto del destinatario di un mandato di cattura spiccato dalla Corte Penale internazionale  per crimini contro l’umanità e dopo che ha fatto fuori anche l’ultimo oppositore dissidente, Alexei Navalny. Sì che merita una stretta di mano! Ci mancherebbe. Quale onore. Che tutti possano ammirare, l’uomo alla cui porta di casa l’occidente malvagio abbaia piuttosto che arrendersi e gettare ponti di dialogo per la pace. Parole sante rivolte ad ammonire noi tutti, poveri peccatori che ancora pregavamo perché San Leone Magno si parasse davanti a fermare Attila, con la sola minaccia delle fiamme eterne dell’inferno. Parrebbe, invece che l’inferno sia vuoto, che le fiamme siano spente dalla misericordia dei pavidi e che non resti che porgere l’altra guancia all’umano Vladimir di tutte le Russie. Che almeno Dio, ce la mandi buona... continua a leggere
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newsnoshonline · 3 months
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La Corte penale internazionale accusa due russi di alto rango di crimini di guerra in Ucraina Accuse di Crimini di Guerra: La Corte Penale Internazionale Coinvolge Due Russi di Alto Rango La Corte Penale Internazionale (CPI) ha emesso mandati di arresto contro due militari russi di alto rango, accusandoli di crimini di guerra contro civili ucraini. Sergei Kobylash, tenente generale delle forze armate russe, e Viktor Sokolov, ammiraglio della marina russa, sono i nomi citati nei mandati. La CPI ha affermato che i due sono responsabili di aver diretto attacchi contro civili, causando danni eccessivi e atti disumani contro l’umanità. La corte, con sede a L’Aia, ha evidenziato gli attacchi russi contro centrali elettriche in Ucraina
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zenopagliai · 3 months
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La Storia, tutta da dimenticare.
” Su Radio 24 sto ascoltando in Pod Cast gli interventi del Prof. Alessandro Barbero noto storico e brillante espositore di una Storia che forse sarebbe meglio dimenticare perchè è solo una sequela di crimini contro l’ Umanità. Stiamo celebrando da sempre uomini che furono solo degli squilibrati, degli assassini o di veri pazzi, e ogni statua eretta in loro onore a mio parere non è altro che un atto d’accusa contro costoro. “
La Storia: un incubo senza fine?
Ascoltando le riflessioni del Professor Barbero sulla Storia, un senso di profonda inquietudine mi pervade. Concordo sul fatto che la Storia non sia un racconto edificante, bensì una sequenza di crimini contro l’umanità. Guerre, genocidi, oppressioni, schiavitù: un’ininterrotta litania di orrori che macchia indelebilmente il nostro passato.
Un’inquietante sensazione di déjà-vu:
Celebriamo figure storiche che, a ben vedere, si rivelano carnefici efferati. Le loro statue, anziché celebrare la loro grandezza, dovrebbero essere moniti a perenne memoria delle loro atrocità.
La Storia come monito inascoltato:
Mi assilla un pensiero angoscioso: non impareremo mai nulla dalla Storia. Le atrocità del passato si ripetono, in forme diverse, ma con la stessa efferata brutalità. Pensiamo ai recenti conflitti in Iraq, Afghanistan, il conflitto israelo-palestinese e quello Russo-Ucraino in atto in diverse parti del mondo, alle nuove forme di schiavitù.
Un futuro di orrore:
L’umanità sembra incapace di sottrarsi a questa spirale di violenza e autodistruzione. Forse, come sosteneva Freud, siamo guidati da una pulsione di morte che ci spinge verso l’annientamento.
Un barlume di speranza?
Davanti a questa desolante prospettiva, una flebile speranza si accende: la consapevolezza. Forse, attraverso la conoscenza e la memoria, possiamo imparare dai nostri errori e costruire un futuro migliore.
Uomini nella storia che si sono mostrati i più dei criminali:
Un’impresa ardua:
Compilare una lista esaustiva dei criminali più efferati della storia è un’impresa ardua, in quanto la nozione di “crimine” è soggettiva e muta nel tempo e nello spazio. Inoltre, la valutazione di atti compiuti in epoche remote risulta complessa, necessitando di un’attenta analisi del contesto storico e sociale.
Ciononostante, alcuni nomi emergono per la gravità e l’ampiezza dei loro crimini:
Antichità:
Genghis Khan: Conquistatore mongolo, noto per la sua brutalità e le sue campagne militari che causarono la morte di milioni di persone.
Nerone: Imperatore romano, ricordato per le sue persecuzioni cristiane e per l’incendio di Roma.
Erode il Grande: Re di Giudea, responsabile del massacro degli innocenti.
Medioevo:
Attila l’Unno: Conquistatore unno, il cui flagello terrorizzò l’Europa del V secolo.
Vlad III l’Impalatore: Principe di Valacchia, noto per la sua crudeltà e le sue torture.
Ivan il Terribile: Zar di Russia, il cui regno fu segnato da repressioni e violenze.
Età Moderna:
Adolf Hitler: Leader del partito nazista, responsabile dell’Olocausto e della Seconda Guerra Mondiale.
Joseph Stalin: Dittatore sovietico, artefice di carestie, gulag e repressioni che causarono la morte di milioni di persone.
Mao Zedong: Leader cinese, responsabile del Grande Balzo in Avanti e della Rivoluzione Culturale, che causarono la morte di decine di milioni di persone.
Epoca Contemporanea:
Pol Pot: Leader dei Khmer rossi, responsabile del genocidio cambogiano.
Saddam Hussein: Dittatore iracheno, noto per la sua brutalità e per l’uso di armi chimiche contro il suo stesso popolo.
I signori della guerra africani: responsabili di guerre civili, genocidi e violazioni dei diritti umani.
Conclusione:
La Storia non è un semplice susseguirsi di eventi, ma un monito a non ripetere gli errori del passato. Un monito che, purtroppo, l’umanità sembra ignorare, incamminandosi verso un futuro di orrore e autodistruzione. Non sopporto più i film di guerra o di violenza dove si esaltano uomini che sono stati solo dei grandi CRI-MI-NA-LI. Quando vedo una loro statua che campeggia su una pubblica piazza mi viene voglia di prendere una ruspa e fare -anche se tardivamente e inutilmente- giustizia sommaria fracassandola.
I VERI EROI DA CELABRARE.
Gli eroi da celebrare non sono quelli dello Sport, dello Spettacolo, della Moda o delle Canzonette, sono i grandi inventori, i grandi scienziati e i grandi tecnologi e i grandi esploratori che hanno sollevato l’ Umanità da tante fatiche fisiche e da tante malattie, anche se si deve dire che: piaccia o no, che lo si voglia ammettere o no, non lo hanno fatto solo altruisticamente per amore degli altri, ma primariamente per il proprio venale interesse. Non poteva essere altrimenti, e va bene così !
Un appello accorato: La posta in gioco è la sopravvivenza stessa dell’umanità.
Dobbiamo svegliarci da questo incubo! Dobbiamo educare le nuove generazioni ad ammirare i veri eroi. Dobbiamo educarli alla pace, al rispetto e alla compassione, non all’ esasperata competizione, alla vittoria a tutti i costi per umiliare perfidamente e sadicamente l’avversario. Solo così potremo spezzare la catena di crimini che insanguina la nostra Storia altrimenti insanguinerà anche quella futura.
Invito ai Lettori.  Gentile lettore, commenta questo articolo perchè il parere altrui è sempre molto gradito  per fare meglio  il punto.        Se vuoi saperne di più su queste avventure nel mondo digitale, ti invito a leggere miei articoli sul questo blog: www.pittografica.it
Ricerche eseguite dal dott. Zeno Pagliai su fonti  ritenute affidabili: https://www.pittografica.it/fonte-delle-informazioni/
Non dimenticare di seguirmi sulla mia pagina: FB: www.facebook.com/pittografica Un caro salto, dr Zeno Pagliai.
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rifondazione · 5 months
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PRC-SE: Nordio nega l’estradizione di don Franco Reverberi, accusato di crimini contro l’umanità
http://dlvr.it/T1Lv1v
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realnews20 · 8 days
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All’odierno incontro del Likud alla Knesset, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu avrebbe definito “scandalosa” la decisione del procuratore capo della Corte penale internazionale di chiedere mandati di arresto per lui e per il ministro della Difesa Yoav Gallant. “Questo non fermerà né me né noi”, ha detto al sito di notizie Ynet il premier israeliano. Netanyahu ha aperto la riunione del Likud raccogliendo le firme dei membri del partito contro la decisione della Corte penale internazionale I media israeliani hanno riferito che Netanyahu ha aperto la riunione del Likud raccogliendo le firme dei membri del partito su una petizione contro la decisione del procuratore penale internazionale. Da parte sua, la Israeli Broadcasting Corporation ha citato un funzionario israeliano secondo cui i mandati di arresto dell’Aia non influiranno sulla continuazione della guerra. Gantz: un “crimine” la decisione del procuratore Cpi Il ministro del gabinetto di guerra israeliano, Benny Gantz, ha definito “un crimine di proporzioni storiche” la decisione del procuratore capo della Corte penale internazionale (Cpi), Karim Khan, di richiedere mandati di arresto per crimini di guerra e contro l’umanità per il premier e il ministro della Difesa israeliani, Benjamin Netanyahu e Yoav Gallant, oltre che per i leader di Hamas. “Lo Stato di Israele sta conducendo una guerra giusta dopo il massacro dei suoi cittadini commesso da un’organizzazione terroristica – ha scritto su X – Israele combatte con uno dei codici morali più severi della storia, nel rispetto del diritto internazionale, e ha un forte e indipendente sistema giudiziario. Mettere i leader di un paese che è andato in guerra per proteggere i suoi cittadini allo stesso livello di terroristi assetati di sangue è cecità morale e una violazione del suo dovere e della sua capacità di proteggere i suoi cittadini. Accettare la posizione del procuratore capo sarebbe un crimine di proporzioni storiche che non verrebbe dimenticato”. Anche Hamas si scaglia contro i giudici dell’Aja: “Equiparano vittima e carnefice” Hamas ha denunciato la decisione del procuratore capo della Corte penale internazionale dell’Aia (Cpi), Karim Khan, di richiedere mandati di arresto contro i suoi leader per crimini di guerra e contro l’umanità, affermando che “equipara la vittima al carnefice”. Nel comunicato riportato da Al Jazeera, il gruppo estremista palestinese ha quindi chiesto alla Cpi di annullare la richiesta, aggiungendo che quella presentata da Khan nei confronti del premier e del ministro della Difesa israeliani, Benjamin Netanyahu e Yoav Gallant, “arriva sette mesi troppo tardi”. Leggi anche: Crimini di guerra e contro l’umanità. Il Procuratore della Corte Penale dell’Aja chiede l’arresto di Netanyahu, del ministro Gallant e del leader di Hamas, Sinwar [ad_2] Source link
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ufo-thetimesareripe · 5 months
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