Tumgik
#liberismo
ideeperscrittori · 3 months
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– Abbasso lo sfruttamento.
– Non è sfruttamento. Si chiama gavetta.
– A cosa serve la gavetta?
– Per fare carriera e ottenere una posizione come la mia.
– Non mi piace la tua posizione.
– Cosa non ti piace?
– È la posizione di chi dice: «Non è sfruttamento. Si chiama gavetta».
FINE
[L'Ideota]
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anchesetuttinoino · 16 days
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toscanoirriverente · 1 month
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Nel primo trimestre del 2024 l'Argentina ha registrato un avanzo di bilancio di 275 miliardi di pesos (circa 300 mila dollari), un primato mai raggiunto dal lontano 2008. Il presidente argentino Javier Milei lo ha annunciato alla televisione nazionale con tono trionfalistico, facendo riferimento proprio all'anno in cui la sua rivale politica di sinistra, Cristina Kirchner, si è insediata al potere. Pertanto si tratta di "un'impresa di proporzioni storiche su scala globale", di "un exploit" ha insistito Milei, in carica dallo scorso dicembre. "Se lo Stato non spende più di quanto incassa e non ricorre a emissioni di denaro, non c’è inflazione. Non è una magia"
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rideretremando · 2 months
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" A tre mesi dall’elezione a Presidente della Repubblica, l’astigiano Umberto Calosso, esponente del partito socialista, scriveva al direttore del Corriere auspicando che il neo Presidente continuasse a intervenire dalle pagine del giornale, a dispetto del ruolo istituzionale. Della lettera, Einaudi colse non l’invito principale ma l’inciso finale, in cui gli veniva attribuita una «fede liberista secondo la quale i singoli uomini urtandosi l’un l’altro finiscono per fare l’interesse proprio e quello generale», per dare una triplice lezione di metodo, di merito e di stile. Giudicando la descrizione del liberismo avanzata da Calosso come «un fantoccio mai esistito e perciò comodo a buttare a terra», Einaudi volle criticare un certo modo dileggiante e semplicistico di trattare e sminuire l’avversario politico, colse l’occasione per offrire una definizione limpida del carattere liberale e per dimostrare che le idee possono passare dallo scrittoio del professore a quello del Presidente senza perdere di credibilità né di coerenza. Nella falsa definizione della posizione liberista, l’economista vedeva non tanto e non solo un errore di prospettiva, ma più in generale il pericolo degli uomini politici di recitare un copione scaraventandosi a vicenda inutili etichette, a scopo di infamia gratuita. Una lezione tanto attuale quanto disattesa. Può sembrare eccessivamente parsimoniosa la definizione per cui liberisti «sono coloro i quali ragionando cercando di precisare le ragioni ed i casi ed i limiti dell’intervento del stato e degli altri numerosi e variabilissimi enti pubblici nelle cose economiche». Eppure, ancora oggi, nonostante tutto l’acqua dell’antipolitica scorsa sotto i ponti, appare del tutto eccentrico un pensiero che rifletta al tempo stesso la centralità della responsabilità individuale; una buona dose di diffidenza verso la politica; la consapevolezza che le istituzioni vivono sulle gambe e nella testa delle persone che le incarnano temporaneamente; il riconoscimento che – anche per questo – gli incentivi e gli interessi politici funzionano al pari di qualsiasi altro incentivo e interesse; l’ammissione che, pure dentro al circuito politico e amministrativo, tra tutti i beni fondamentali il più scarso è la conoscenza. Il “lasciar fare, lasciar passare” non è quindi un assioma, ma un metodo di pensiero e lavoro per dare concrete risposte nello spazio tra il meno e il nulla, in una continua sfida a cercare soluzioni ai problemi concreti davanti ai quali l’Einaudi intellettuale e economista non si sottrasse, ma grazie alla quale divenne, anzi, l’Einaudi politico e uomo delle istituzioni."
Serena Sileoni (su Luigi Einaudi ed il liberismo)
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mariobadino · 1 year
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La piega che stiamo dando al mondo
I mercenari russi di Yevgeny Prigozhin “marciano su Mosca”, poi si ritirano per evitare “spargimento di sangue russo”. C’è da festeggiare per questo indebolimento manifesto del potere di Putin? L’aspetto positivo c’è, e sembra che l’entusiasmo dimostrato dalla popolazione per i miliziani della Wagner (non posso ovviamente sapere quanto diffuso o quanto autentico) possa essere letto come un segno…
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deathshallbenomore · 10 months
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la difficoltà con cui si accumulano i punti italo viaggiando sempre su una tratta brevissima vs la velocità con cui essi vengono dilapidati nell’acquistare un (1) umile biglietto usufruendo proprio dei punti
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ilcontroverso · 2 years
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21 anni dopo il massacro di Genova c’è un’Italia che non dimentica e un’Italia che non impara
A 21 anni dal G8 di Genova, Flavia Carlini ci ricorda cosa muoveva quella manifestazione e dei crimini perpetrati e mai puniti: un'Italia che non dimentica e che non impara. #IlControVerso #notizie #pensieri #politica #libertà #G8 #piazzaalimonda #diaz
Se guardiamo ai fatti di Genova c’è un prima e c’è un dopo. C’è un prima, alla fine degli anni ’90, pieno di speranza, aspettative, desideri, prospettive. E poi c’è un dopo, che inizia il 21 luglio 2001, in cui tutto questo si frantuma e cede il posto a una rabbia surreale: perché in quei tre giorni di luglio, a Genova, ogni diritto è morto. Oggi, 21 luglio 2022, sono passati esattamente 21…
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abr · 2 months
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Lo statalista sociale ogni tanto paragona il liberismo al suo primo cuggino, lo statalista bolscevico. Come i figli del cuggino, i sessantottini, comparano ancor oggi liberismo ("selvaggio") e fascismo. Tra parenti prima di parlare mettetevi d'accordo, su.
Diamo un servizio:
a) le ideologie social stataliste nazi o mao differiscono nella teoria e nelle prassi assassine, quanto il dna di gemelli omozigoti;
b) storicamente, nazional-socialismo o fascismo e internazional-socialismo o (bene-)comunismo, son mostri fatti sgravare nel reale dai gas iprite della "inutile strage" (cit.), la I Guerra Mondiale, evento che ha annichilito l'Europa ma per fortuna non solo nostra, di tutto il mondo, non il suo refugium che come tutti i bambini sani che han giocato ai cowboy sanno, è l'America;
c) i perdenti ce l'hanno col liberismo perché li ha sconfitti, a loro e ai cugini loro, trattandoli per quel che sono: carcinomi degenerati;
d) l'Occidente è tornato a salvare se stesso dalle metastasi più e più volte - la citata I guerra, la II, la Guerra Fredda; oggi l'Occidente difende se stesso dalle degenerazioni woke e Dems, così come da bravi fradei difende gli Avamposti di Civiltà come Israele contro le superstizioni barbariche circostanti (i veri liberisti come i veri Cristiani non forzano nessuno ad adottare la Civiltà: puntiamo sulle Best Practices e sul parlar dolcemente ma con un grosso bastone a portata di mano); ben diverso è il discorso Ucraina, dove il più pulito ci ha la rogna;
e) Dulcis in fundo, dalla nuda cronaca alla pars construens: il liberismo è l'unico autentico erede di quel grande filo storico filosofico che parte dall'antica Grecia e dall'ebraismo e si radica a Roma, assieme si fanno Cristianesimo, poi Scienza, Rinascimento mercantilista e capitalismo: la Civiltà, ovvero le radici dell'Occidente Cristiano, dominante e vincente su ogni idealismo degenere, su ogni statalismo sia esso satrapia, caciccato, ortodossia, fondamentalismo, dittatura del proletariato o confucianesimo. Spiaze.
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ilpianistasultetto · 11 months
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UOMINI O CAPORALI?
Pensare che Autostrade Italia sia anche nelle mani di cinesi, americani e arabi, e ogni euro speso il 45% va nelle tasche di questi fondi stranieri, preoccupati solo d'incassare e fanculo la sicurezza, (mentre in Francia le autostrade sono gestite dalla Stato, con l'agenzia ADF, dopo una revoca per dissesto della gestione privata, e in altri paesi le autostrade non si pagano, come Germania, Belgio, Olanda, Lussemburgo, Albania, Danimarca, Svezia, Finlandia, Gran Bretagna (salvo pochi tratti), Estonia, Lettonia, Lituania, persino in Ucraina, Russia, Armenia, Georgia), ti fa sentire quel leggero brivido di presa per il culo. Se poi vedi che Alitalia va nelle mani dei Tedeschi, la Sanità nelle Assicurazioni Private anche straniere, e l'acqua nelle mani dei francesi, e senti ancora gente che ti parla di patriottismo, di padroni in casa nostra, di "prima gli italiani", ti rendi conto di come sia inutile discutere di fascismo, comunismo, liberismo e altri neologismi semantici schizofrenici da bar, quando siamo ancora una terra di conquista e di sfruttamento, con il pallino della guerra, grazie a politici che non pensano altro che ad arricchirsi sull'ignoranza di un popolo di caporali!
@ilpianistasultetto
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chez-mimich · 7 months
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THE OLD OAK
Per il suo ultimo film (almeno secondo le stesse recenti dichiarazioni del grande regista britannico), Ken Loach ha scelto di girare un film “in purezza”, come si direbbe per il vitigno di un un vino. “The Old Oak” infatti contiene tutti i temi cari a Loach, più uno: il proletariato e il sottoproletariato urbani post-industriali, la disoccupazione, la miniera, l’alcolismo, la povertà materiale e spirituale, ai quali qui aggiunge il tema capitale dei nostri tribolati giorni, l’immigrazione. The Old Oak è il vecchio e malandato pub di Durham, paesino del nord-est dell’Inghilterra, dove la chiusura delle miniere, oltre ad essere stata una tragedia epocale per l’economia del villaggio, era altresì stato un formidabile collante per la solidarietà e le lotte sindacali dei lavoratori. La “colliery”, ovvero la miniera di carbone, è stata per anni una costante nel panorama delle lotte sindacali dei lavoratori di quella parte del paese e, attorno ad esse, sono nate forme del tutto particolari di mutuo soccorso per il sostegno tra lavoratori, insieme anche iniziative ricreative e sociali che spesso ruotavano attorno al pub del luogo. TJ Ballanthyne è il proprietario di “The Old Oak” (la vecchia quercia), luogo che tiene insieme vecchi compagni di lavoro in miniera, ormai quasi derelitti e impoveriti dalle miserabili pensioni, che si ritrovano alla sera e nei giorni di festa per una pinta di birra come s’usa da quelle parti. A rompere quel delicato equilibrio è l’arrivo di poveri ancora più poveri di loro, in questo caso un nutrito gruppo di famiglie di migranti che fuggono dalla guerra in Siria. Tj Ballanthyne e un piccolo gruppo di frequentatori del pub decidono di mettere in piedi una sorta di mensa dei poveri per i nuovi arrivati, suscitando la protesta degli storici frequentatori che, benché anch’essi figli di un proletariato misero, sembrano ostili alle nuove povertà oltre ad essere, perché no, anche un po’ razzisti.
Il film di Loach, nella sua essenziale semplicità, è tutto qui e non è una pellicola per tutti,e non lo è, non solo per i motivi che si potrebbero pensare. Non lo è perché vedere un suo film è sempre un po’ come partecipare ad un rito purificatorio: ci si sottopone ad esso per ricordare a noi stessi che la Storia che stiamo vivendo è questa, o meglio che ancora oggi molti vivono in prima persona questa Storia, fatta di sussistenza, di squallide periferie e di miseria. Loach, nella sua sempre scarna narrazione filmica, supportata dalle eccellenti sceneggiature di Paul Laverty, punta questa volta il suo sguardo sull’assurdo conflitto tra due povertà, quella degli ex-minatori e quella dei migranti. Se c’è stata una strategia vincente nella destra in Europa e nel mondo occidentale, e quindi anche in Italia, è proprio stata quella di far pensare alle classi meno abbienti che il nemico sociale fosse quello più povero di loro. Gli ex minatori inglesi, come i proletari italiani, guardano ai migranti con diffidenza, se non proprio con odio. Quello è il loro “nemico”, non certo il grande capitalista, il facoltoso commerciante, il professionista affermato o l’evasore fiscale (figure che spesso coincidono). Se in un certo senso è normale che ciò accada, poiché fasce deboli della popolazione indigena e migranti si trovano nelle città a convivere negli stessi quartieri, la cosiddetta “coscienza di classe”, grande invenzione marxiana, attende solo di essere recuperata alla sua funzione, per far, finalmente, deflagrare un sano conflitto sociale, unica barriera possibile allo strapotere del liberismo delle destre. Un manifesto politico più che un film? Sì, bisogna ammettere che Ken Loach è un regista fieramente politico, forse l’ultimo rimasto, che parrebbe aver girato sempre lo stesso film, come monito della perenne ingiustizia sociale che avvelena (e ha sempre avvelenato) la nostra Storia. Forse sarà il suo ultimo film e quindi ne rimpiangeremo per sempre la dirittura morale e la sua sete di giustizia, ma anche la sua ineguagliabile poesia cinematografica. E come il “macchinista ferroviere” di Francesco Guccini sulla locomotiva, ci piace pensarlo ancora dietro la sua macchina da presa “lanciata bomba contro l’ingiustizia”.
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superfuji · 1 year
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Del resto, Fratelli d’Italia nasce esattamente per sfruttare questa finestra di opportunità. Prendiamo i suoi tre fondatori ufficiali: Ignazio La Russa, Guido Crosetto e Giorgia Meloni. Il primo rappresenta (in modo perfino caricaturale) la fedeltà al fascismo storico, e la militanza nel torbido e sanguinario neofascismo del dopoguerra. Il secondo rappresenta la garanzia di totale organicità ai dogmi del liberismo economico e alle esigenze del sistema militare-industriale e dunque della guerra. La terza rappresenta l’apertura all’ideologia dell’estrema destra internazionale (da Orban a Bolsonaro a Trump). Quest’ultimo punto merita qualche parola in più. Nonostante l’affettuosa deferenza per Giorgio Almirante e alcune giovanili dichiarazioni di entusiasmo per Mussolini, Meloni è attenta a smarcarsi dal fascismo nostalgico alla La Russa. La ragione è la volontà di essere, e apparire, in sintonia con un nuovo fascismo che – pur nella sostanziale continuità ideologica con le idee di Hitler o di Evola – non ha bisogno di un apparato simbolico storico, e costruisce nuovi simboli e nuovi miti. In questo 25 aprile, prendetevi un momento per guardare un terribile video del 2013 (in francese, con sottotitoli in inglese: https://www.youtube.com/watch?v=XA5S5Qrg6CU). È la ‘dichiarazione di guerra’ alle democrazie lanciata da Génération Identitaire, un movimento politico nato in Francia (e lì sciolto dal governo nel 2017) che fa della ‘questione etnica’ il fulcro di una politica fondata sulla paura e sull’odio. La linea è quella del suprematismo bianco: e in concreto quel movimento ha organizzato una serie di attacchi anche fisici contro le Ong che soccorrono i migranti nel Mediterraneo. I simboli non sono le svastiche: ma, come si spiega nell video, i ‘lambda’, cioè le lettere greche che figuravano tra gli emblemi degli Spartani (‘lambda’ è la lettera iniziale di Lacedemoni, altro nome degli Spartani). La scelta cade sulla grande antagonista della democratica Atene: una città governata da una minoranza (gli Spartiati) che dominava attraverso la violenza e il terrore su una maggioranza (gli Iloti) etnicamente diversa. Un modello atroce, fatto proprio dall’organizzazione studentesca di Fratelli d’Italia. Un esempio eloquente: il percorso formativo di Azione studentesca si chiama ‘agoghé’, come quello dei giovani spartiati, che in esso si formavano alla resistenza fisica, e alla violenza (anche attraverso uccisioni rituali e impunite degli Iloti). Una ricca documentazione iconografica mostra come i ragazzi italiani che crescono all’ombra della Presidente del Consiglio non ricorrano ai fasci o alle svastiche (anche se la croce celtica rimane il simbolo ufficiale di Azione studentesca), ma ai simboli dell’antica Sparta: un mimetismo formale che mette i giovani di estrema destra italiana al riparo dalle accuse di fascismo nostalgico, e in connessione con i loro camerati di tutta Europa, consentendo una perfetta, e indisturbata, continuità con gli ‘ideali’ fascisti e nazisti. Vale la pena di ricordare che è stata proprio Azione studentesca la responsabile, nel febbraio scorso, del pestaggio dei ragazzi del Liceo Michelangiolo, a Firenze: e che nello stesso palazzo fiorentino hanno sede Fratelli d’Italia, Casaggì (nome locale di Azione studentesca) e la casa editrice “Passaggio al bosco” (etichetta esplicitamente jüngeriana che allude alla ribellione contro la democrazia), il cui catalogo è ricco di testi su Sparta, e sulla sua mistica del razzismo violento. È in questo quadro che si deve leggere l’uscita sulla ‘sostituzione etnica’ del ministro Lollobrigida, cognato di Meloni. Lungi dall’essere frutto di “ignoranza”, come penosamente asserito dall’interessato, si tratta della maldestra esibizione della parola d’ordine chiave per questa nuova-vecchia destra europea che fa della questione razziale e migratoria il centro di un intero sistema di pensiero e azione. Negli ultimi decenni si possono documentare decine e decine di uscite di Salvini, Meloni e molti altri leader della destra italiana sulla sostituzione etnica: e ora la tragedia di Cutro mostra come proprio quell’ideologia ispiri le azioni e le omissioni dell’attuale governo della Repubblica. Un nuovo fascismo, dunque: che non ha necessariamente bisogno dei labari del Ventennio. Ma che quel progetto comunque resuscita e persegue: soprattutto in una mistica della violenza e della morte che ha nei neri, nei musulmani, nei diversi i propri eterni obiettivi. Lo dimostra il fatto che la politica di questo governo fascista attacca frontalmente alcuni principi fondamentali della Costituzione antifascista
Il 25 aprile con un partito fascista al governo
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ideeperscrittori · 1 year
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– Cosa mi offrite per questo lavoro? – Evoluzione spirituale. – Sì, ma in concreto? – Autorealizzazione olistica. – E cioè? – Un cammino per raggiungere uno stadio superiore di coscienza. – Potete spiegarmelo senza lessico new age? – Non ti paghiamo. – Ah, ecco. FINE [L'Ideota]
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criptochecca · 1 month
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«La diffusione sistematica della violenza ha determinato anche negli stessi detenuti la maturazione di un’idea di normalità della stessa».
Talmente “normale” che in previsione del prossimo pestaggio i ragazzi mettevano in atto le solite “misure preventive”. «Ci eravamo coperti con tanti vestiti a strati perché così avremmo sentito meno le botte».
Il sistema di tortura era talmente “normale” da aver destinato alcune celle ai pestaggi più violenti; erano senza telecamere interne, di modo che non potesse restarne traccia video (avevano capito, dopo Santa Maria Capua Vetere, che quelle fornivano “prove”).
Una notte «mi hanno svegliato e mi hanno picchiato mentre ero in cella con un altro, mi hanno portato giù in una stanza singola e lì mi hanno ancora picchiato in faccia, sul naso, che mi faceva tanto male. Mentre mi picchiavano dicevano ‘sei venuto ieri…e fai così, sei un bastardo, sei un arabo zingaro’».
Un concentrato di sadismo e razzismo, che sintetizza un fondo “ideologico” comune a molti corpi militari o assimilati. E pure a diversi partiti politici, immaginate quali…
[...]
I difensori istituzionali dei presunti “tutori dell’ordine” hanno immediatamente imbracciato il mitra retorico che riduce scandali del genere a responsabilità individuale o di gruppo di “poche mele marce”.
Noi ci limitiamo a constatare che solo negli ultimi due anni abbiamo avuto episodi come quello di Santa Maria Capua Vetere, dove i video delle telecamere mostrano che tutto il personale del carcere partecipava ai pestaggi, distinguendosi individualmente solo per il dosaggio di violenza o entusiasmo partecipativo.
Molto più grave quello che è avvenuto a Modena, in piena pandemia, quando ben nove detenuti sono morti in circostanze mai chiarite e anzi frettolosamente derubricate a “overdose di farmaci”. In quel caso le telecamere interne erano state tutte spente e gli agenti hanno avuto piena libertà di azione. Niente prove, se non le testimonianze dei detenuti sopravvissuti, praticamente identiche a quelle dei ragazzi del Beccaria, ma considerate in quel caso dai magistrati come “poco credibili”.
Il rapporto dell’associazione Antigone ricorda che nel 2023 sono state almeno 70 le persone che si sono tolte la vita all’interno di un istituto di pena. Nei primi mesi del 2024, almeno 30. “Almeno” – sottolinea l’associazione – perché numerosi sono i decessi con cause ancora da accertare, tra i quali potrebbero quindi celarsi altri casi di suicidio. Seppur in calo rispetto all’anno precedente, i 70 suicidi del 2023 rappresentano un numero elevato rispetto al passato. Il più elevato dopo quello del 2022. Guardando agli ultimi trent’anni, solo una volta si è andati vicini a questa cifra con 69 suicidi nel 2001”.
Tra le cause dei tanti suicidi si fa spesso riferimento al sovraffollamento, ma poche volte si menziona il clima di terrore e violenza con cui vengono gestite tutte le carceri di questo paese. E sembra davvero incredibile che gli “spazi ristretti” siano giustamente considerati come una causa di depressione, mentre la frequenza dei pestaggi e la sensazione di essere in balia di torturatori sarebbero praticamente ininfluenti.
Eppure anche l’induzione al suicidio è un reato, no?
Lo “sfondo ideologico”, come si può notare, è quello ben noto di un “liberismo” che colpevolizza la povertà e l’emarginazione sociale, massimamente sugli immigrati. Un liberismo che affida poi la “gestione concreta” della presunta “devianza” alla disinvolta capacità di un personale “fascista nell’anima” di praticare la violenza ad libitum. Al riparo da sguardi indiscreti.
Tortura, omicidio, violenza sessuale. Nulla viene escluso. E’ il tenore della “guerra interna”, che riflette il clima di quella esterna, che è “nell’aria”. Dal Beccaria a Gaza.
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klimt7 · 1 year
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COS'È OGGI "L'OSCENO"?
Riflessioni intorno alla mutazione antropologica in atto.
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"Esiste ancora oggi, qualcosa di osceno, di turpe, di rivoltante?
C'è ancora qualcosa che può suscitare scandalo e repulsione?"
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Questa è la domanda che mi ha fatto un amico qualche settimana fa.
Sul momento non mi è venuta in mente una risposta sensata.
"Ci penso e poi ti dico" - gli ho risposto.
Questa mattina scorrendo fra tanti post di Tumblr, ad un punto, ho avuto, netta, l'impressione di essere davanti alla risposta.
Esatta, tangibile, precisa come il taglio di un diamante.
E non è una definizione astratta. Piuttosto è la prova provata che qualcosa di assimilabile al concetto di "oscenità" che ebbe tanta diffusione nei secoli scorsi, c'è anche oggi. Esiste.
Qualcosa che genera "scandalo, disgusto, repulsione"? Esattamente.
Non una definizione generale ma un esempio concreto.
Lo riporterò in fondo al Post. Ha la forma di un dialogo, un dialogo fra un utente anonimo e una blogger di Tumblr.
E subito mi ha fatto ricordare un altro tipo di dialogo, che si trova in un film di Nanni Moretti, "Palombella rossa" .
Per Moretti le parole sono importanti, sono fondamentali anzi e lo sosteneva a tal punto e con tale forza, da arrivare ad urlarlo alla malcapitata sua intervistatrice.
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Sono importanti le parole, le frasi, perchè le parole dicono come pensi, come vivi.
Il linguaggio è importante. Perchè può essere estremamente volgare, violento, turpe.
Ecco il punto.
Da come ci esprimiamo, da ciò che formuliamo come domande, si ricava l'immagine esatta di che tipo di persone siamo.
Di quale sia la nostra scala di valori e la nostra profondità di esseri umani.
Perfino la "visione del mondo", che da sempre, coltiviamo dentro di noi, diventa intuibile attraverso le parole che arriviamo a utilizzare.
E qual'è allora il collegamento fra la domanda fatta dal mio amico a proposito di cosa io trovi "osceno" oggi, nel 2023, e ciò che diceva Nanni Moretti nel suo film di fine anni '80 ?
Fate questo esperimento.
Leggete il dialogo che si crea fra utente anonimo e blogger e provate a intuire le persone che possono essere questi due individui.
Provate a farvene una idea. Risalite ai valori. Giungerete alla visione del mondo che ognuno di loro due ha dentro.
E ora ditemi: oggi nel 2023, esiste ancora il concetto di oscenità o siamo riusciti a normalizzare ogni cosa dentro una marmellata informe di disvalori?
Bene leggete questo dialogo che ho trovato stamattina su Tumblr :
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Lo dico chiaro. Per me, l'oscenità esiste anche nel nostro tempo.
Oggi. Proprio qui e ora.
Riguarda tutto ciò che è collegato alla mercificazione delle persone, alla loro riduzione a oggetto, a merce di consumo, con un prezzo e un mercato.
È allora che tocchiamo il fondo: l'oscenità, il disgusto, la volgarità assoluta.
E questo, voglio dirlo in modo chiarissimo, non cambia nemmeno nella società 2.0 (due punto zero), 3.0, 4.0, 5.0, 6.0..etc., etc.
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Cosa penso io?
Penso a due persone confuse, fuori luogo e fuori dalla realtà, o meglio, due persone che si trovano a vivere in una realtà parallela, senza più una stella polare, un riferimento, una geografia delle priorità, che pensano di vivere dentro un enorme, orrendo "supermercato" dove tutto si compra e tutto, proprio tutto è possibile vendere.
Per loro è soltanto una QUESTIONE DI PREZZO, anche l'insieme di tutte le possibili interazioni con altri esseri umani.
Capite dov'è l'elemento mostruoso, l'orrido, il repellente?
L'intera realtà interpretata e letta come merce.
L'unica variabile di ciò che questi individui, vedono davanti a loro, è il prezzo per chi vende e il costo per chi compra. L'unica chiave di lettura del mondo.
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Eccoli i frutti a lungo termine, della cultura di mercato e del liberismo sfrenato.
La comparsa di una nuova specie di essere umano: quell'Homo mercator" che uccide l'etica e vive in un mondo unidimensionale dominato dal bisogno del tutto artificiale di ricondurre tutte le sue esperienze a quella del CONSUMO ( consumo di territorio, di risorse naturali, di biosfera e perfino di altri esseri umani).
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L'oscenità non è allora questa ostinata deriva verso l'uomo ad una sola dimensione ?
Quanto costi tu ?
Qual'è il mio prezzo ?
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"Fare mercato" dell'intero universo sensibile, non è forse l'aberrazione-madre, l'origine di tutte le altre distruzioni in corso sul pianeta?
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NOTE E AVVERTENZE PER LA LETTURA
Il Post è volutamente provocatorio e utilizza un linguaggio iperbolico per rendere al meglio i concetti evocati ed invitare ad una riflessione più approfondita, su questi temi.
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vintagebiker43 · 9 months
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Gasparri a Gaeta alla festa dei giovani di Forza Italia ha testualmente affermato che quelli di destra "vogliono dare ai ragazzi di Caivano più lavoro e zero droghe, mentre la sinistra vuole dar loro pistole e reddito di cittadinanza".
Un'affermazione senza senso. Offensiva e calunniosa che un personaggiucolo come Gasparri può pronunciare impunemente solo perchè al riparo grazie ad immunità parlamentare ed un clima generale da informazioni di regime.
Ma voi capite la gravità? La sinistra vorrebbe dare pistole a ragazzi di Caivano? Ma era lucido? Aveva bevuto? No perchè le sciocchezze in questa affermazione sono almeno tre. La prima ovviamente è che mai la sinistra si sognerebbe di dar pistole ai ragazzi nè di Caivano, nè di Brembate.
La seconda è che se c'è uno che vuole armare il paese in modo che ognuno si faccia giustizia da sè quello è tuo alleato caro Gasparri, e si chiama Matteo Salvini e sfortunatamente per te e per noi è ministro e vicepremier.
La terza sciocchezza sarebbe quella che la destra vuol garantire lavoro ai giovani. Perchè da sempre, vedi salario minimo, la destra è contro i lavoratori, il mondo del lavoro ed appiattita sul liberismo più sfrenato nemico di lavoro e giustizia sociale. Gasparri faresti ridere se non facessi ancor di più pena. Infinita pena!!!
- Mario Imbimbo
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mariobadino · 2 years
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Votare voi, che vi occupate di tutt'altro?
Votare voi, che vi occupate di tutt’altro?
È un mondo sbagliato nel quale facciamo i conti con politiche sbagliate. Non ho nessuna fiducia nel governo che uscirà dalle elezioni del prossimo 25 settembre, sia perché da un lato rischia di vincere la peggior destra in circolazione, sia perché la probabile alternativa è quel liberismo che (ci) domina ormai da decenni e del quale molti sono allegri sostenitori, altri non si sono neppure…
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