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#per capi bianchi
salute-green · 15 days
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Detersivi naturali per lavatrice, ammorbidenti ecologici e saponi da bucato: coccola la tua pelle e il pianeta con delicatezza
Prendersi cura del bucato con prodotti ecologici e delicati non è mai stato così semplice! In un mondo sempre più attento alla sostenibilità e al benessere, la scelta di detersivi naturali per lavatrice, ammorbidenti ecologici e saponi da bucato ipoallergenici rappresenta un passo importante verso uno stile di vita più sano e rispettoso dell’ambiente. Perché scegliere detersivi…
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finnianson · 6 months
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Il genocidio di Gaza
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Finalmente si comincia a capire qualcosa in questa situazione complicata.
Emerge sempre più chiaramente come l'attacco di Hamas sia stato permesso da Netanyahu. Il detonatore desiderato per giustificare l'attuazione di un piano trapelato nelle ultime ore.
Il fatto che Hamas sia stato finanziato da Benjamin Netanyahu viene ulteriormente confermato da quanto da lui dichiarato nel marzo 2019, ad una riunione dei membri del partito Likud nella Knesset: “Chiunque voglia ostacolare la creazione di uno Stato palestinese deve sostenere Hamas e trasferire denaro ad Hamas. Questo fa parte della nostra strategia: isolare i palestinesi di Gaza dai palestinesi della Cisgiordania” (Haaretz il 9 ottobre 2023).
Se lo dice la stampa Israeliana ..https://www.haaretz.com/israel-news/2023-10-20/ty-article-opinion/.premium/a-brief-history-of-the-netanyahu-hamas-alliance/0000018b-47d9-d242-abef-57ff1be90000
Per anni Israele ha permesso che valigie con milioni di dollari in contanti, provenienti dal Qatar, entrassero attraverso i valichi di Gaza per essere consegnate ai capi di Hamas. Questi e altri fatti confermano che quella scatenata il 7 ottobre in Medioriente è una operazione voluta da Israele.
Israele rivendica la responsabilità dell'attacco al campo profughi di Gaza che ha fatto strage di civili: in altre parole rivendica il suo “diritto” a sterminare i Palestinesi.
Lo rivendica apertamente su Rete 4 l'ex ambasciatore di Israele in Italia Dror Eydar, il quale dichiara che obiettivo di Israele è “distruggere Gaza”.
《NOI IN ISRAELE NON SIAMO INTERESSATI A TUTTI QUESTI DISCORSI RAZIONALI, NOI ABBIAMO UNO SCOPO: DISTRUGGERE GAZA》. Tutta l'essenza del sionismo... | By Giorgio Bianchi | Facebook
《NOI IN ISRAELE NON SIAMO INTERESSATI A TUTTI QUESTI DISCORSI RAZIONALI, NOI ABBIAMO UNO SCOPO: DISTRUGGERE GAZA》. Tutta l'essenza del sionismo...
Lo conferma l’attacco terrestre israeliano a Gaza: insieme ai carri armati avanzano i bulldozer, che demoliscono ciò che ancora resta in piedi dopo i bombardamenti. Il piano è evidente: rendere impossibile la vita a Gaza, aprire quindi un “corridoio umanitario” per evacuare la popolazione.
È già stato redatto da Amir Weitmann, influente membro della Knesset appartenente al partito di Netanyahu, un “Piano per il reinsediamento e la riabilitazione finale in Egitto dell'intera popolazione di Gaza”.
Leaked: Israeli plan to ethnically cleanse Gaza
The plan advocates the forced transfer of the population of the Gaza Strip to Sinai permanently, and calls for the international community to be leveraged to assist the move
In poche parole, il piano prevede di espellere l’intera popolazione dai Territori palestinesi, affossando definitivamente la creazione di uno Stato palestinese, a fianco di Israele, come deciso 76 anni fa dalle Nazioni Unite.
Il leader politico di Hamas, Ismail Haniyeh, in un videomessaggio trasmesso non da Gaza ma dal suo ufficio centrale a Doha in Qatar, dichiara: “Noi abbiamo bisogno del sangue delle donne, dei bambini e degli anziani di Gaza per risvegliare in noi lo spirito di sfida che ci spinge ad andare avanti”.
Appare strano che il leader di Hamas diriga il suo movimento dal suo ufficio centrale, situato a Doha a pochi chilometri dalla base di Al Udeid, la più grande base USA in Medioriente, sede del quartier generale delle forze aeree del Comando Centrale degli Stati Uniti.
Lo scopo di tale operazione non è solo quella di cancellare i Territori Palestinesi, ma di aprire un largo fronte di guerra in un Medioriente in cui gli Stati Uniti, Israele e le maggiori potenze europee stanno perdendo terreno, come dimostra la prossima entrata di due paesi finora rivali, Iran e Arabia Saudita, nei BRICS insieme a Russia e Cina.
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Pubblico di seguito la traduzione in italiano del documento trapelato:
13 ottobre 2023 - UN PIANO PER IL REINSEDIAMENTO E LA RIABILITAZIONE DEFINITIVA IN EGITTO DELL'INTERA POPOLAZIONE DI GAZA: ASPETTI ECONOMICI
Attualmente esiste un’opportunità unica e rara per evacuare l’intera Striscia di Gaza, in coordinamento con il governo egiziano. Questo documento presenterà un piano sostenibile con un’elevata fattibilità economica, che ben si allinea con gli interessi economici e geopolitici dello Stato di Israele, dell’Egitto, degli Stati Uniti e dell’Arabia Saudita. Una sintesi di un piano immediato, realistico e sostenibile per il reinsediamento umanitario e riabilitazione della popolazione araba della Striscia di Gaza.
Nel 2017, è stato riferito che ci sono circa 10 milioni di unità abitative sfitte in Egitto, di cui circa la metà sono costruite e l’altra metà sono in costruzione. Ad esempio, nelle due più grandi città satellite del Cairo, "Il 6 ottobre" e "Il 10 di Ramadan", c'è un'enorme quantità di appartamenti costruiti e vuoti di proprietà del governo e di privati, ​​e aree edificabili sufficienti ad ospitare circa 6 milioni di abitanti. La maggior parte della popolazione locale non riesce ad acquistare gli appartamenti nonostante il prezzo molto basso (solo tra 150 e 300 dollari al metro quadrato). Anche se lo stock di appartamenti vuoti cambia nel tempo, sembra rimanere molto grande e disponibile per essere abitato da tutta la popolazione di Gaza.
Il costo medio di un appartamento di 3 locali, con una superficie di 95 metri quadrati per una famiglia media di Gaza composta da 5,14 persone, in una delle due città sopra indicate, è di circa 19.000 dollari, tenendo conto dell’estensione attualmente conosciuta dell’intera popolazione. Vivono nella Striscia di Gaza circa 1,4-2,2 milioni di persone, e si può stimare che l’importo totale che sarà necessario trasferire all’Egitto per finanziare questi progetti sia dell’ordine di 5-8 miliardi di dollari. L’importo riflette un valore compreso solo tra l’1% e l’1,5% del PIL dello Stato di Israele e può essere facilmente finanziato dallo Stato di Israele, anche senza alcun aiuto internazionale.
Come verrà spiegato nel prossimo paragrafo, l’immissione di uno stimolo immediato di questa portata nell’economia egiziana fornirebbe un beneficio enorme e immediato al regime di al-Sisi. Queste somme di denaro, in rapporto all’economia israeliana, sono minime. Se questo aiuta a spostare il problema verso l’Egitto, è anche possibile raddoppiarle, triplicarle e addirittura quadruplicarle per risolvere la questione della Striscia di Gaza, che da anni rappresenta un ostacolo alla pace, alla sicurezza e alla stabilità, non solo nella Striscia di Gaza, ma anche in tutto il mondo: investire alcuni miliardi di dollari (anche se si tratta di 20 o 30 miliardi di dollari) per risolvere questo difficile problema è una soluzione innovativa, economica e sostenibile.
In questo contesto, è opportuno ricordare che lo Stato di Israele ha speso circa 200 miliardi di shekel in meno di un anno per curare l’epidemia di Corona. Non c’è motivo di ritenere che non saremmo in grado di permetterci un pagamento immediato di 20-30 miliardi di shekel, che è fondamentalmente una sorta di pagamento per l’acquisto della Striscia di Gaza, al quale possiamo comunque aggiungere molto valore nel tempo, dato che si tratta effettivamente di un investimento molto utile per lo Stato di Israele.
Le condizioni del territorio di Gaza, simili a quelle dell’area di Gush Dan, consentiranno in futuro alloggi di alta qualità per molti cittadini israeliani, e di fatto espanderanno l’area di Gush Dan fino al confine con l’Egitto. Darà anche un enorme impulso agli insediamenti nel Negev.
CONTESTO ECONOMICO - EGITTO: Il 16/12/2022 il Fondo Monetario Internazionale ha approvato un prestito di salvataggio di 3 miliardi di dollari per l’Egitto, a fronte dell’aggravarsi della crisi economica che attraversa (nel 01/2023 l’inflazione in Egitto è salita al 26,5%), ma è legato a condizioni e riforme draconiane nell’economia egiziana. Sebbene il FMI abbia raccomandato di passare a un tasso di cambio flessibile, si prevede che questo approccio aggraverà l’inflazione e peggiorerà addirittura i problemi relativi al costo della vita.
Dal 03/2022, la sterlina egiziana ha perso circa la metà del suo valore (il tasso di cambio ufficiale del dollaro è aumentato del 95%, da 15,7 a 30,7 sterline per dollaro, molto meno del tasso del mercato nero), e questo deprezzamento del valore della valuta ha già danneggiato l’economia egiziana, gonfiando notevolmente i costi di importazione di prodotti alimentari nel Paese (circa il 70% della popolazione egiziana che vive con un reddito di pochi dollari al giorno, sopravvive comprando pane e prodotti di prima necessità sovvenzionati dal governo ). Il settore privato in Egitto fatica a riprendersi, e la sua produzione è in costante calo da 26 mesi consecutivi.
Alla luce di questi dati, le raccomandazioni del FMI incontrano una forte opposizione e, allo stesso tempo, la loro attuazione appare altamente improbabile, dato il rischio che rappresentano per la stabilità del regime di al-Sisi. Sembra che il governo egiziano intenda vendere le sue partecipazioni in 35 società statali a investitori strategici entro la fine del 06/2024, quando al momento di scrivere queste righe, è stato raccolto un importo di circa 5 miliardi di dollari, con ulteriori 5 miliardi di dollari da essere raccolti.
"Se il governo egiziano riuscisse a promuovere il piano di emissione e ad assicurarsi ulteriori finanziamenti dai paesi del Golfo o da altri partner, la banca centrale egiziana adotterà una politica di cambio più flessibile", ha detto l'economista Hani Abdul-Fathuh ad Ahram Online.
Il debito dell'Egitto è pari al 6% del PIL per l'anno fiscale 2022-2023, con un rapporto debito/PIL stimato al 95,6% in questi anni, con un PIL di 9,8, pari a circa 318,23 miliardi di dollari. Il valore del deficit netto delle attività estere dell'Egitto ha raggiunto i 26,34 miliardi di dollari nel 07/2023. (Il valore del deficit netto in attività estere riflette il valore netto delle attività estere possedute dalle banche statali meno le loro passività estere.)
Il regime di al-Sisi deve affrontare forti pressioni per ripagare i propri debiti, a fronte della scarsa fiducia degli investitori. Inoltre, il 05/10/2023 l'agenzia di rating Moody's ha abbassato il rating del credito dell'Egitto da B3 a CAA1, il che significa che i debiti del governo egiziano sono un "rischio significativo". Si tratta del punteggio più basso mai assegnato all'Egitto.
La Cina è il quarto creditore più grande del governo egiziano, con un credito di 7,8 miliardi di dollari al 06/2023. L'Egitto prevede di ricevere un prestito del valore di circa mezzo miliardo di dollari in obbligazioni, costituite principalmente da yuan cinesi, per aiutarlo ad adempiere ai propri obblighi. La maggior parte del finanziamento del progetto “Egypt New Capital”, che prevede il trasferimento di tutti gli uffici governativi in ​​una nuova città con processi di costruzione avanzati nel deserto a est del Cairo e vitale per Sisi, proviene da prestiti e commissioni cinesi stimati in 4 miliardi di dollari, con rendimenti elevati e enormi pagamenti di rimborso che l’Egitto ha già difficoltà a fronteggiare. Pertanto, anche la Cina ha iniziato a mostrare cautela nell’investire in Egitto alla luce delle sfide finanziarie che quest’ultimo si trova ad affrontare. Tuttavia, anche se la Cina decidesse di iniziare a ridurre i propri investimenti, vorrebbe comunque che il progetto “Egypt New Capital” e altri progetti venissero completati.
La Cina è attualmente concentrata sulle relazioni con gli Stati del Golfo, mentre la sopravvivenza economica dell'Egitto è una questione importante per quest'ultimo. In uno scenario in cui l’Egitto sarà profondamente indebitato nei confronti della Cina, si creeranno conseguenze geopolitiche significative ed estese per la regione. Ciò è motivo di grande preoccupazione per gli Stati Uniti, perché il mancato rispetto da parte dell’Egitto dei suoi obblighi nei confronti della Cina e, di conseguenza, l’acquisizione da parte della Cina di asset strategici in Egitto, sarà un disastro strategico per gli Stati Uniti.
Anche altri creditori dell’Egitto, come Germania, Francia e Arabia Saudita, non vogliono assistere ad un fallimento totale dell’economia egiziana, quindi anch’essi avranno un incentivo a mantenere l’economia egiziana fuori dall’acqua, anche attraverso investimenti israeliani, con la riabilitazione dell'intera popolazione di Gaza negli appartamenti esistenti in Egitto.
Per i paesi europei, e in particolare per quelli dell’Europa occidentale, il trasferimento dell’intera popolazione di Gaza in Egitto e la sua riabilitazione, riducendo significativamente il rischio di immigrazione clandestina nel loro territorio, rappresenta un enorme vantaggio. Si prevede che anche l’Arabia Saudita trarrà notevoli benefici dalla mossa perché l’evacuazione della Striscia di Gaza significa l’eliminazione di un importante alleato dell’Iran e un enorme contributo alla stabilità della regione, offrendo quindi la possibilità di promuovere la pace con Israele senza continue interferenze dall'opinione pubblica locale, a causa dei continui e ripetuti scontri che accendono il fuoco dell’odio contro Israele.
Inoltre ci sono paesi, come l’Arabia Saudita, che hanno bisogno di personale qualificato nell’edilizia, come gli abitanti di Gaza. L’Arabia Saudita sta costruendo grandi progetti e la città del futuro Naum, e questo potrebbe essere un incrocio di interessi anche a questo livello. Si può presumere che non pochi residenti di Gaza coglierebbero al volo l’opportunità di vivere in un paese ricco e avanzato piuttosto che continuare a vivere in povertà sotto il dominio di Hamas.
Questo accordo tra Egitto e Israele potrà essere raggiunto entro pochi giorni dall'inizio del flusso di immigrati da Gaza verso l'Egitto attraverso il valico di Rafah. Già oggi sono centinaia di migliaia gli abitanti di Gaza che desiderano lasciare la Striscia.
L’IDF deve creare le giuste condizioni affinché la popolazione di Gaza possa immigrare in Egitto, con la cooperazione dell’Egitto dall’altra parte del confine. Inoltre, la chiusura della questione di Gaza garantirà un’offerta stabile e maggiore del gas israeliano all’Egitto e la sua liquefazione, nonché un maggiore controllo da parte delle compagnie egiziane sulle riserve di gas esistenti davanti alle coste di Gaza, insieme al trasferimento di Gaza, svuotata dei suoi abitanti, allo Stato di Israele. La popolazione totale di Gaza, circa 2 milioni di abitanti, costituisce complessivamente meno del 2% del totale della popolazione egiziana, che già oggi comprende 9 milioni di profughi. Una goccia nell'oceano
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goodbearblind · 1 year
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Posted @withrepost • @rosanna.amanda.ceroni #29novembre 1864: IL MASSACRO DI SAND CREEK
L’alba di quel 29 novembre ebbe più le sembianze di un tramonto. Tramonto dell’umanità.
La violenza delle truppe a stelle e strisce colpì duramente un accampamento di circa seicento nativi americani membri delle tribù Cheyenne e Arapaho situato in un’ansa del fiume Big Sand Creek.
L’attacco avvenne da parte di settecento soldati della milizia statale comandati dal colonnello Chivington, De André lo descrisse il generale dagli ‘occhi turchini e giacca uguale’.
Nel febbraio 1861 venne stipulato il trattato di Fort Wise tra il Commissario agli Affari indiani Greenwood e un gruppo di capi #Cheyenne e #Arapaho, con il quale i nativi rinunciarono a circa due terzi dei loro territori, accettando di stanziarsi in una zona compresa tra i fiumi Arkansas e Big #SandCreek in cambio di un pagamento consistente.
Anche dopo la stipula del trattato molti nativi americani restarono esattamente dove si trovavano. Probabilmente perché non vennero comprese le clausole del trattato, perché non si fidavano dei bianchi o semplicemente perché non avevano intenzione di obbedire agli ordini dei soldati americani.
Ma i nativi americani pagarono un prezzo altissimo ai presunti ‘civilizzanti’.
A quel punto il colonnello Chivington cominciò a reclutare uomini per attuare il massacro.
All’alba, durante l’assalto, il capo anziano Pentola Nera, issò una grande bandiera americana, a testimonianza degli accordi siglati.
Rassicurò le tribù, convinto che i soldati non avrebbero fatto loro dei male.
Così come il capo tribù Cheyenne Orso Magro andò disarmato incontro ai soldati per trattare la pace: cadde a terra fucilato.
Qualche ora dopo la riva del fiume era un cimitero.
I pochi sopravvissuti vennero mutilati, scalpati, le donne oltraggiate #massacro #sandcree #sandcreekmassacre #cheyenne
#arapaho #deandré #Faber #FabrizioDeAndré #faber
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la-scigghiu · 1 year
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Immagino la vita come un grande armadio aperto il vestitino ricamato a mano del primo compleanno, il primo grembiulino la tunichetta della prima comunione i jeans ottenuti dopo tante lotte, e la promessa di non aver mai a che fare con gli spinelli anche se quei jeans somigliavano proprio a quelli che indossavano "gli sbandati" la camicia di tela indiana che indossavo mentre scrivevo i cartelloni per le manifestazioni al liceo il vestitino a righine blu dove gocciolò il gelato, rigorosamente al cioccolato, mentre guardavo quel ragazzo, il vestito leggero color fragola del primo bacio, la camicia bianca di lino indossata per l'esame di maturità, i pantaloncini bianchi della prima gita da soli. Immagino di passare la mano sulle stoffe dei ricordi... ...Guardo il presente mi chiedo se sembrerà meno caotico domani, più chiaro e ordinato mentre un tubino di cotone blu sbuca tra il vestitino nero scelto per un evento importante e poi l'abito di pizzo per la prima della mia opera a teatro sorrido all'abito lungo leggerissimo, comprato una notte folle con le amiche e sulla mensola un paio di jeans nuovi che indosserò quando avrò bisogno di giorni comodi per capire e capirmi guardo i desideri ancora con la targhetta le cose che ho comprato e che indosserò domani e quei capi di abbigliamento che ho immaginato e che immagino di indossare un domani che forse comprerò o forse no intanto lascio uno uno spazio nell'armadio della vita ....non si sa mai!
.🦋.
🔸 Il caffè di Marek
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sa-filonzana · 2 years
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Pokemon | Submas Outer Space Drifters AU | Hybrid Cosmog Subway Masters
Cosmog Submas Appearance
Come Ibridi Cosmog, Nobori e Kudari si nutrono di pulviscolo ed energie cosmiche normalmente non rivelabili senza le apposite attrezzature dagli altri esseri viventi. Dovuto al fatto che hanno vissuto per una quantità di tempo indefinibile, hanno assorbito in loro anche pulviscolo organico rilasciato dai vari senzienti e creature che hanno incontrato durante la loro lunga vita. Infatti quando incontrano la drifter sono già da diverso tempo in grado capaci di prendere un aspetto umanoide (tipo ai Novakid del videogioco Starbound), un modo per interagire più facilmente con altri senzienti, utilizzando le informazioni contenute all'interno delle particelle pulviscolari organiche che hanno assorbito durante i secoli. Più tempo passano con te, più pulviscolo organico assorbono da te, più i due ibridi Cosmog prendono un aspetto più umano, arrivando al punto tale che se lo desiderano possono diventare solidi per un limitata quantità di tempo prima di essere costretti a riprendere una forma più gassosa.
Nel loro aspetto umanoide completo, il loro viso-muso è grigio, i loro zigomi sono marcati da due tondi, neri per Nobori e bianchi per Kudari, gli occhi hanno taglio umano ma hanno le sclere gialle e le iridi grigie e senza pupilla visibile, i loro capelli sono gassosi come una nebulosa, e come quest'ultima multicolore, in particolare risaltavano il viola, l'indaco, il blu e l'azzurro in cui si potevano intravedere delle stelline. Infine i loro basettoni sono contornati da un semicerchio giallo ciascuno. E da sotto un grosso semicerchio giallo che fa loro da collo, il loro intero corpo è fatto della stessa materia di cui sono fatte le nebulose, così come i colori e le stelline intrappolate al loro interno.
Inoltre possiedono cappelli e lunghi cappotti da ferrovieri, neri per Nobori e bianchi per Kudari, donatigli dalla drifter e che i due in un primo momento hanno finito per assorbirli come fanno normalmente con il pulviscolo di cui si nutrono, ma con un po' di allenamento e buona volontà, ora possono manifestare i capi su di loro ma visto che li hanno assimilati in loro adesso i capi d'abbigliamento ora sono una pezzo di loro stessi, infatti sia i cappelli che i cappotti rilasciano vapore nebuloso come il resto di loro stessi.
Ma una delle caratteristiche più peculiari dei due ibridi è la forma e l'espressione della bocca, come se fossero delle frecce. La punta della bocca di Nobori punta verso l'alto, quindi sembra sempre accigliato, mentre la punta della bocca di Kudari punta verso il basso, quindi sembra sempre sorridente.
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carmenvicinanza · 17 days
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Coretta Scott King
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Coretta Scott King, musicista e attivista, è stata una personalità di spicco del movimento per i diritti civili negli Stati Uniti.
Il suo impegno contro ogni forma di discriminazione, l’ha portata a battersi contro il razzismo e la segregazione, in favore dei diritti delle donne, delle persone LGBT+, contro la guerra in Vietnam e l’apartheid, in Sudafrica.
Nata il 27 aprile 1927 a Marion, Alabama, nella fattoria della sua famiglia che discendeva da schiavi. Suo nonno era un importante riferimento religioso nella comunità. Da bambina aiutava a raccogliere cotone nei campi e coltivava la sua passione per il canto che l’aveva portata nel coro della chiesa e a studiare musica a scuola.
Grazie a una borsa di studio aveva studiato al New England Conservatory of Music di Boston, dove si è diplomata in canto e violino e dove ha incontrato il futuro Nobel per la Pace, Martin Luther King Jr. che ha sposato nel 1953. 
L’anno successivo, si erano trasferiti a Montgomery dove il marito era stato nominato pastore alla Dexter Avenue Baptist Church.
La chiesa divenne un centro per il movimento per i diritti civili che dall’Alabama si è allargato a tutto il paese. Insieme hanno combattuto tante battaglie e resistito a minacce, attentati e intimidazioni dai gruppi suprematisti bianchi.
Insegnante di coro in una scuola elementare, per il suo incessante impegno è stata fonte di ispirazione per tante e tanti. Non si è mai considerata un simbolo, ma solo un’attivista che non poteva restare a guardare le ingiustizie senza agire.
Con una figura così importante al fianco, sempre in giro, ha gestito da sola la casa, i quattro figli e figlie e i pericoli ai quali venivano sottoposti a causa della loro esposizione pubblica.
Dopo la morte di Martin Luther King, assassinato il 4 aprile 1968 a Memphis, il suo attivismo l’ha portata a sostenere diverse cause. Per anni è stata sotto stretta sorveglianza dell’FBI per le sue posizioni contro la guerra del Vietnam.
Sempre dalla parte dei diritti delle donne e contro ogni forma di ingiustizia, ha girato il mondo per tenere incontri, conferenze e portare il suo contributo per la pace, contro ogni forma di razzismo e discriminazione. È stata ricevuta da diversi capi di stato e ha partecipato a programmi televisivi e meeting internazionali.
Nel 1969 ha pubblicato la sua biografia My life with Martin Luther King jr.
Per portare avanti l’eredità degli insegnamenti del marito, ha fondato il King Center, portato avanti dal figlio Dexter. 
Tanti sono stati i premi ricevuti nel corso degli anni. A suo nome è stato istituito il Coretta Scott King Award, un riconoscimento che l’American Library Association assegna ad autrici e autori afroamericani che si occupano di letteratura per l’infanzia.
Ha ricevuto lauree ad honorem dalla Princeton University, la Duke University e il Bates College. Ha fatto anche parte della nota associazione femminile afroamericana Alpha Kappa Alpha.
Coretta Scott King ha continuato i suoi impegni di promozione e divulgazione fino alla sua morte, avvenuta il 30 gennaio 2006 a Rosarito, California, in seguito a un cancro alle ovaie.
Al suo funerale, per renderle omaggio, hanno partecipato esponenti del mondo culturale e politico, diversi presidenti e capi di stato. È stata sepolta insieme al marito ad Atlanta, in Georgia.
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barrale-sicilgamma · 2 months
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scontomio · 2 months
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“Compio 70 anni ma ho ancora un sogno: spero che fra tre millenni la mia azienda sia ancora qui, che mi sopravviva e prosperi per i posteri e per le generazioni a venire”. Il re del cachemire Brunello Cucinelli ha festeggiato i suoi 70 anni nel borgo medioevale di Solomeo nel comune di Corciano. Dress code del party, i toni dei bianchi, panama, grigio chiaro e beige. La festa è stata organizzata all’aperto: sfilata dei capi della maison e discorso di Brunello nell’Anfiteatro, cena in Piazza della Pace per 600 ospiti, tra i quali, Giovanni Malagò, l’attore Patrick Dempsey, le […]
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jacopocioni · 9 months
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Dante, i Guelfi Bianchi e i Guelfi Neri.
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Nel 1300 per motivi politici ed economici il partito dei Guelfi si divise in due fazioni tra loro opposte: i Guelfi Bianchi capitanati dalla famiglia dei Cerchi e filopopolari e quella dei Neri con a capo i Donati più filoborghesi. Nel 1293 Giano della Bella, nobile Guelfo appartenente ad una famiglia di mercanti e sostenitore di Carlo d'Angio' è filopopolare, quindi un Guelfo Bianco. Viene eletto priore ignorando le leggi che proibivano ai nobili di essere eletti a priori e gonfaloni, leggi che limitavano il loro potere. Così facendo si inimicò i ricchi e anche il Papa Bonifacio VIII, che infatti lo scomunicò obbligando a fuggire in Francia senza poter far più ritorno a Firenze.  Un destino comune con quello di Dante che infatti lo collocherà in Paradiso nel XVI canto per il suo buon operato.
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Papa Bonifacio VIII Nel 1300 si ebbe un confronto tra le due parti che finì nel sangue; dopo un'iniziale vittoria dei Bianchi salirono al potere i Neri sostenuti da Bonifacio VIII. Tutto questo accadeva nello stesso periodo in cui Dante era diventato priore parteggiando per i Bianchi. Nella disputa  intervenne, a sostegno dei Neri e del Papa, lo stesso Carlo di Valois con i suoi eserciti Francesi. Entrando a Firenze, nel 1301, non incontrò nessuna resistenza da parte dei Bianchi, incapaci di organizzarsi e ribaltò la situazione portando i Neri al comando abbattendo il priorato dei Bianchi. I Neri cominciando così ad esiliare gli esponenti dell'altra fazione, tra cui nel 1302 lo stesso Dante che mai più tornò Firenze. Ovviamente il centro di questa lotta fu a Firenze, ma si espanse anche ad altre città della Toscana. È interessante osservare come le controversie tra le due fazioni cominciarono dai dissidi familiari tra due famiglie i Donati e Cerchi. Vieri dei Cerchi e Corso Donati erano i due capi famiglia antagonisti, rivalità nate da idee politiche divergenti, di confine, di status sociale, di invidie varie, Eredità e reati compiuti reciprocamente che sfociarono in una vera e propria guerra. A Firenze i loro "confini" erano separati da un vicolo denominato "dello scandalo", un vicolo creato proprio per dividere le due famiglie giunte addirittura a buttare giù i muri delle proprie abitazioni confinanti per entrare direttamente nella casa degli avversari durante la notte. Ancora oggi è possibile vedere le torri delle due famiglie e rendersi conto della vicinanza fra le due. Donne, religiosi, ragazzi fiorentini, presero le loro parti schierati con uno o l'altro formando veri e propri clan a loro sostegno e nulla poteva la legge a causa della corruzione dei giudici anche di fronte a palesi  reati. Dante narra le loro vicende nella Divina Commedia.
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Riccardo Massaro Read the full article
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lamilanomagazine · 1 year
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White Milano: Presentato il nuovo format "White Resort"
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White Milano: Presentato il nuovo format "White Resort". White Milano, nato da un'idea di Massimiliano Bizzi nel 2002, dopo 20 anni si arricchisce di un nuovo format: White Resort, dedicato alla moda beachwear. La fiera di riferimento per il womenswear internazionale ospitata nel cuore del Tortona Fashion District, sin dalla sua nascita si svolge durante la Milano Fashion Week. L'assessore a Turismo, Moda, Design, Marketing territoriale e Grandi Eventi di Regione Lombardia Barbara Mazzali è intervenuta alla presentazione del nuovo format. "Come in tutti i settori, anche in quello della moda - sottolinea Mazzali - i grandi marchi godono di maggior peso e visibilità, sia sulle passerelle, che sulle tv nazionali, fino al web, ma la nostra industria del fashion è fatta anche da tante micro-imprese, che sono in mano ad altrettanti giovani imprenditori e imprenditrici del fashion e design. Imprenditori che vanno alla conquista di compratori esteri, grazie a 'White', fiera di un Made in Italy meno conosciuto, ma espressione di lusso, ricerca e unicità". La serie di appuntamenti che caratterizzano la rassegna è in programma dal 18 al 20 giugno negli spazi di Base-ex Ansaldo in via Tortona 54, nel Fashion District milanese. WHITE RESORT è la vetrina dedicata ai brand internazionali di abbigliamento, calzature e accessori beachwear, selezionati dal team commerciale secondo i criteri adottati per mantenere un brand mix di alto livello, che si focalizza sulla qualità e creatività dei prodotti, sulla sostenibilità della produzione e sulla scoperta e promozione di nuovi talenti del settore moda. L'obiettivo è quello di esporre collezioni di abbigliamento e linee di accessori che rispecchiano il mood resort in gazebo che richiamano quelli che caratterizzano le spiagge dei resort di lusso. Strutture in legno bianco accompagnate da candidi teli bianchi in materiali naturali, come cotone e lino e da elementi decorativi e di arredo realizzati in corda, legno e altri materiali sostenibili. "Sono molto felice che WHITE riprenda ad organizzare un evento durante la Settimana della Moda Uomo - ha spiegato Massimiliano Bizzi, fondatore e presidente WHITE -. Questo dimostra da parte del nostro gruppo una grande capacità di evolversi e leggere attentamente le nuove esigenze del mercato. Questo format, WHITE Resort è dedicato al mondo del beachwear e alle collezioni resort, un settore in grande espansione. Un'evoluzione trasmessa anche alla creatività del format allestitivo, che dialogherà perfettamente con i brand come sempre è stato fatto fin dalla prima edizione di WHITE". "Tante piccole imprese della moda Made in Italy in Lombardia oggi faticano a farsi notare - ha fatto presente l'assessore Mazzali - troppo spesso oscurate da catene internazionali di fast fashion, che affollano il centro città e l'e-commerce che indirizza gli utenti tramite algoritmi. Per questo, Regione Lombardia ha sostenuto lo scorso anno la celebrazione del ventennale di 'White' tramite il bando Demo. 'White Milano' - prosegue - è il principale salone della moda donna in Italia, una vetrina fondamentale che, durante la fashion week milanese, diviene trampolino di lancio internazionale per piccole aziende del Made in Italy che vogliono farsi conoscere da buyer esteri. In questi spazi, negli anni - conclude Mazzali - hanno presentato ai buyer e alla stampa internazionale i loro capi e prodotti oltre 700 marchi lombardi". "Da oltre 20 anni 'White' rappresenta una finestra di valore sulla moda italiana, un appuntamento in grado di interpretare i trend del mercato e attirare decine di migliaia di operatori del settore ogni edizione, molti dei quali stranieri, a cui raccontare un saper fare italiano che oggi più che mai deve diventare il motore della nostra economia" commenta Matteo Zoppas, presidente di ICE. "Il nuovo format 'Resort', presentato oggi - continua - permetterà di mettere in luce una nicchia prevalentemente premium sempre più centrale per le aziende del lusso italiane, quello del resortwear e del beachwear: un segmento in forte ascesa, che nel 2022 ha generato 123 milioni di euro di esportazioni, con una crescita di quasi il 60% sul 2019. Una tendenza - dice ancora Zoppas - confermata anche nei primi due mesi del 2023, dove il nostro Paese va in controtendenza sul resto del mondo, crescendo del 22%".... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Dalla newsletter di Cassandra del primo aprile
PROMEMORIA
DA: J. C. HERONDALE, ISTITUTO DI NEW YORK
A: TUTTI I CAPI D’ISTITUTO
IN RISPOSTA A: CAPELLI
Saluti, compagni Shadowhunters, Nascosti e mondani in copia. Qui è Jace Lightwood Herondale che scrive, il vostro Shadowhunter preferito e tre volte vincitore del premio Stilo d’Oro per il Capo d’Istituto più Attraente e Muscoloso[1]. Recentemente mi è stato reso noto che sono stato vittima di una terribile calunnia. Presento questa relazione oggi, da spedirsi via messaggio di fuoco a tutti i Capi d’Istituto di tutto il mondo: per correggere il verbale, certo, ma soprattutto per fornire una più approfondita indagine delle informazioni rilevanti riguardo all’Istituto di New York e dei suoi responsabili.
I. RELAZIONE DELLA SITUAZIONE
Come sapete, uno scisma ha portato la nostra patria natale, Idris, a essere occupata da una fazione ribelle e reazionaria di Nephilim. Questo ha impedito al Clave di accedere a Idris e lì svolgervi le sue normali operazioni di governo. Di conseguenza, l’Istituto di New York è diventato un luogo di maggiore centralità e importanza rispetto al passato. Non solo siamo ora l’ufficio centrale del Console-in-Esilio, del Preside dell’Accademia-Ugualmente-in-Esilio Shadowhunter così come dei rappresentanti degli Stregoni e dei Licantropi presso il Consiglio; siamo anche il più vicino Istituto a detta Accademia e quindi incaricati della sua difesa. In quanto tali, si può dire che gli interessi dell’Istituto di New York siano effettivamente quelli dell’intero Clave.
II. LA CALUNNIA
La più terribile delle accuse è stata formulata nei miei confronti, e questo ha avuto effetti sul morale del mio Istituto, che, come detto al punto 1, è di incredibile importanza in questi tempi difficili nella storia Shadohunter.
Specificamente, sono stato accusato di TINGERMI I CAPELLI.
III. LA RISPOSTA
L’accusa, sfortunatamente, non è più precisa di così. Non è chiaro se l’accusatore intendesse suggerire che io semplicemente mi schiarisca artificialmente i capelli o che io usi una tinta per alterarne la naturale sfumatura – o addirittura illazioni più gravi. Che io, magari, usi veramente decolorante per schiarire i miei capelli al colore biondo per i quali sono famosi in sei continenti, o addirittura che possa aver bisogno di mascherare la presenza di precoci capelli bianchi.
Permettetemi di essere franco: nessuna di queste ipotesi hanno alcun fondamento nella realtà. I miei capelli sono, e sono sempre stati, del loro naturale tono e colore, autenticamente ereditati dai miei genitori e inviolati da trattamenti o modificazioni magiche o chimiche. Il loro spessore, la leggera ondulatura e la brillante lucentezza sono solo il risultato di molta fortuna e regolari lavaggi con shampoo e balsamo.
Insinuare altrimenti significa minare il tentativo di liberazione di Idris e indebolire la determinazione dei nostri alleati.
Alcuni, maggiormente dediti alla risoluzione del conflitto rispetto a me, hanno cercato di trovare un compromesso, suggerendo la possibilità che i miei capelli siano stati concretamente condizionati dagli esperimenti svolti da mio padre su di me quando ero in tenera età con il sangue angelico. È vero che non posso del tutto escludere questa possibilità. Ma lo dubito seriamente, e credo che dovreste fare altrettanto, poiché è possibile trovare (a seguito di scrupolose ricerche) capelli splendidi quasi quanto i miei anche nella popolazione mondana, la quale ovviamente non ha beneficiato di tale tipo di magie.
IV. IMPORTANZA PER L’INTERO ISTITUTO DI NEW YORK
Sebbene la calunnia fosse rivolta unicamente al sottoscritto, gli altri principali rappresentanti dell’Istituto di New York ne sono stati particolarmente afflitti e sentono che l’attacco ai capelli di uno di noi sia un attacco ai capelli di tutti. Per questo motivo, e dietro loro richiesta[2], voglio rassicurarvi sullo stato attuale dei capelli di tutti coloro che si trovano qui. Spero che questo offra conforto e ottimismo in questi tempi bui. Ho creato un utile scala di misurazione in lettere per ciascuno dei qui menzionati, usando una misurazione standard in cui “S” è il valore maggiore, seguito da A, B, C, D, F. I miei capelli sono il riferimento per lo standard della categoria S.
CLARY FAIRCHILD
Se c’è qualcuno in questo elenco che si qualifica per la categoria più alta, si tratta certamente di Clary Fairchild, co-responsabile dell’Istituto e mia sempre amata. I suoi capelli sono del più raffinato rosso, con sfumature dorate sotto il sole e morbidamente arricciati intorno al viso, particolare che intensifica il naturale rossore delle sue guance e delle lentiggini che così graziosamente le decorano il volto. Guardare Clary è come avere un costante promemoria della bellezza donataci dell’Angelo; far scorrere le mani tra i suoi capelli porta a versare lacrime per la bellezza di questo mondo. VOTO: S
SIMON LOVELACE
Sfortunatamente, il parabatai di Clary ha sofferto grandemente, forse più di tutti noi, per i problemi del Clave. A causa della sofferenza e del malumore sta, poco saggiamente, dedicando una porzione significativa del suo tempo al suo gruppo rock, nel quale suona il basso insieme a diversi altri mondani (di scarsa importanza). Sotto la nefasta influenza di detti mondani, ha fatto un tentativo di schiarimento dei suoi stessi capelli per creare un effetto che mi ha descritto come “un po’ punk e un po’ emo, ma non del tutto”. Non so spiegarvi cosa possa voler dire: so solo che l’applicazione di prodotti sbiancanti ai suoi capelli precedentemente di un perfettamente accettabile castano è risultata in uno spiacevole colore che Clary ha denominato “verde cromato”. Per il momento, sembra che abbia un serpente morto in testa. Sia Clary che Isabelle si sono offerte volontarie per rasare via il verde dai suoi capelli, ma per il momento ha evitato le loro forbici e ha annunciato che attenderà che sparisca naturalmente con la ricrescita. Tutti qui attendiamo speranzosi il suo pieno recupero; state sicuri che, come la perdita di Idris, il terrificante aspetto di Simon è solo temporaneo. VOTO: D (in circostanze normali: B)
ISABELLE LIGHTWOOD
Come per tutto il resto, i capelli di Isabelle Lightwood sono perfetti e meritano la grande ammirazione che suscitano. Il contrasto tra lei e Simon Lovelace è sempre abbastanza impressionante, ma mai come ora, visto che il suo aspetto illumina ogni stanza nella quale entra mentre quella di lui pone questioni su possibili sversamenti chimici e paragoni con un personaggio di fantasia mondano conosciuto come “Il Joker”. (Ripeto, la situazione è temporanea e siamo fiduciosi che tornerà nel pieno delle sue forze quanto prima.) Quanto intrecciati e preparati per il combattimento, i capelli di Isabelle motivano i suoi alleati e infondo terrore nei demoni. VOTO: S
ALEC LIGHTWOOD
Qui abbiamo una situazione curiosa, è vero che i capelli di Alec sono i parabatai dei miei. In quanto tali, sono belli, resistenti, audaci ed emozionanti. Ahimè, mentre i capelli in sé sono materiale pregiato, lui semplicemente NON SE NE PRENDE CURA NEL MODO IN CUI GLI DICO DI FARLO. Non importa quanti prodotti eccellenti gli vengano regalati, non importa quante volte venga portato da ottimi parrucchieri con l’inganno facendogli credere che si tratti di un negozio di frecce, il Console continua ad apparire come se si fosse tagliato i capelli al buio con delle forbici per unghie. Eppure – dobbiamo concedere delle attenuanti. Il nostro Console porta un pesante fardello di responsabilità, e con questo intendo che ha due figli che costantemente gli appiccicano gomme da masticare in testa. Considerato tutto ciò che deve affrontare, non posso che affermare che i capelli di Alec Lightwood sono quelli di un uomo che uno non esiterebbe a seguire in battaglia, che è poi quello che conta veramente. VOTO: A
MAGNUS BANE
In questo preciso momento, Magnus Bane, marito del Console e rappresentante degli Stregoni presso il Consiglio, ha dei capelli che non possono essere imitati con mezzi mondani né Shadowhunter. Nonostante siano per lo più neri, sono cosparsi di pagliuzze dorate e le punte sfumano uniformemente in un blu elettrico che somiglia incredibilmente al colore del suo potere magico. Come sempre, Magnus ottiene un effetto che sarebbe ridicolo su uomini inferiori e non solo lo rende suo, ma diventa oggetto d’invidia per tutti quelli intorno a lui. Si crede diffusamente (anche se viene negato) che questo sia l’effetto che Simon Lovelace cercasse di ottenere nel suo recente sfortunato tentativo di acconciarsi. Il fatto che lo stile dei suoi capelli possa essere così perfettamente creato solo con l’uso della magia non sminuisce l’effetto che Magnus riesce a ottenere. VOTO: A
CHURCH IL GATTO
Nonostante lo stranamente longevo gatto di nome Church sia attualmente residente in Gran Bretagna affidato alle cure di altri, è stato a lungo un abitante di questo Istituto ed è ancora considerato da molti di noi come una sorta di mascotte non ufficiale. Recenti fotografie hanno confermato che, come si conviene a un gatto dell’Istituto di New York, Church continua ad avere un bel folto manto di color blu ardesia, normalmente associato alla razza Persiana alla quale appartiene. Malgrado il suo abituale difficile temperamento, si cura minuziosamente e si mantiene privo di nodi e di inguardabili ciuffi di pelo da muta. Il suo colore è valorizzato dai luminosi occhi dorati, creando un eccellente contrasto. La sua pelliccia è notevole se vista nell’insieme, ma una speciale menzione la meritano i suoi più incredibili dettagli, precisamente il colore leggermente più chiaro tra le zampe e i ciuffi che spuntano dalle sue orecchie simili a quelle di un gufo. VOTO: S
V. CONCLUSIONI
Spero che le informazioni approfondite qui contenute abbiano portato rassicurazione e ispirazione a tutti colore che le hanno ricevute. Per riassumere, i miei capelli non sono mai stati meglio e restano completamente naturali nella loro essenza. Lo stato dei capelli degli abitanti dell’Istituto di New York è ottimo e, con la sola eccezione di un singolo inconveniente dal quale stiamo recuperando, prevediamo unicamente sviluppi positivi per quanto riguarda i nostri capelli nei mesi e anni a venire.
Vostro nel nome dell’Angelo,
Jace Herondale.
[1] Questo premio è stato creato da Clary Fairchild e viene assegnato una volta all’anno in occasione del mio compleanno da una giuria composta solo da più esperti ed esteticamente competenti Nephilim disponibili: specificamente, Clary Fairchild.
[2] O almeno con solo minime loro obiezioni.
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personal-reporter · 1 year
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La primavera nelle tradizioni degli indiani d’America
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L’arrivo della primavera per gli indiani d’America era collegato alla Luna piena rosa, o Pink Moon, un nome che deriva dalle Phlox subulata, un fiore simile alle ortensie, conosciuto  come muschio rosa, che sboccia in primavera e che ha ispirato i nativi a chiamare in questo modo la Luna piena di aprile. Infatti la Luna rosa è il simbolo  dell’equinozio di primavera e nelle antichissime tradizioni dei nativi americani ha la capacità di far resuscitare la natura, Tra i nomi alternativi di questo fenomeno ci sono Luna piena del pesce, diffuso tra le tribù costiere e riferito ai pesci della famiglia delle sardine e delle aringhe che risalivano i fiumi per deporre le uova e Luna piena dell’uovo e Luna dei Fiori di Pesco perché il suo colore ricorda il  rosa della natura ad aprile. Un altro evento primaverile delle tribù era la Danza del Sole, praticata dagli indiani delle pianure e variava a seconda del ceppo linguistico, che poteva essere quello dei Sioux, dei Caddi; degli Algonchini o degli Shoshone, dove abbondavano i simboli religiosi che rappresentavano la rinascita della tribù. Un’enorme folla si raccolse presso Little Big Horn nel 1876, dopo una Danza del Sole che seguì il momento in cui Toro Seduto ebbe la visione di centinaia di soldati che cadevano dal cielo sugli accampamenti indiani. Quando i Sioux si riunirono per la Danza del Sole, misero le loro tende in circolo e passarono i primi due giorni a preparare il terreno, mentre i guerrieri indossavano le uniformi di guerra. Il quarto giorno al centro di un cerchio fu scavata la buca per il palo della cerimonia, poi ricoperta con erba tenera, salvia selvatica e un teschio di bisonte mentre, sul margine orientale del cerchio, venne piantata una tenda per coloro che avevano fatto il voto di partecipare alla danza e sul retro fu  disposta una fila di teschi di bisonte. All’interno della tenda i partecipanti si dipingevano i corpi e si preparavano per l’ardua prova. Il quinto giorno, un nutrito gruppo d’uomini e donne d’ogni età si recò presso l’albero prescelto e, dopo una serie di cerimonie durante le quali gli addetti al taglio dell’albero raccontarono le loro esperienze, iniziarono insieme ad abbattere la pianta. Tagliato l’albero, il tronco fu ripulito di tutti i rami, tranne per quelli più vicini alla cima e trasportato fino al campo, dove fu innalzato dagli uomini più importanti della tribù, dato che era diventato il palo che simboleggiava il sole. Ai rami rimasti del palo vennero appesi dei sacchetti medicinali, un telo scarlatto e due sagome ritagliate dalla pelle del bisonte, una a forma di bisonte e l’altra a forma d’uomo, simbolo della vita e la fertilità della stagione estiva. Alla prima cerimonia parteciparono i capi e gli anziani, marciando attorno al palo e indicando le  figure poste in cima al palo, seguì poi la parata dei guerrieri a cavallo che girarono ripetutamente, sparando a terra finché tutta l’aria non era piena del fumo della polvere da sparo. La giornata si concluse con giovani uomini e donne che, cantando, cavalcarono a coppie attorno al palo finché il sole non fu tramontato. I restanti giorni della Danza del Sole erano dedicati ai giovani che dovevano sottoporsi a una serie di rituali che variavano da tribù a tribù. Alla fine della cerimonia le tende venivano smantellate, i visitatori ripartivano e l’accampamento veniva disfatto e restava solo il palo sacro. Gli spettatori bianchi erano sorpresi della partecipazione delle donne alla Danza del Sole, perché credevano che durante le cerimonie più importanti venissero tenute in disparte e invece non solo assistevano alle cerimonie collaborando al taglio dell’albero, ma aiutavano i danzatori nelle loro prove e spesso partecipavano alla danza. Read the full article
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loryemme · 1 year
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femmelynch · 2 years
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Ricordando Pietro Savorgnan di Brazzà fondatore di Brazaville capitale del Congo
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Ricordando Pietro Savorgnan di Brazzà fondatore di Brazaville capitale del Congo
Pietro nasce nella capitale d’Italia, Roma nel 1852 dal conte Ascanio Savorgnan di Brazzà, esponente di una delle più antiche famiglie nobili friulane e patrizio veneto con ottimi contatti in tutto il mondo inclusa la Francia di Napoleone e da sua moglie Giacinta Simonetti che apparteneva ad una delle più antiche famiglie romane.
Pietro fin da bambino è affascinato dai viaggi di suo Padre…Si racconta che a soli otto anni, rimase colpito alla vista di una macchia bianca nella carta dell’Africa, che si trovava nella biblioteca di casa, sia stato folgorato dall’idea di scoprire l’Africa e tutte le sue meraviglie. 
Naturalizzato francese a vent’anni riuscì a imbarcarsi sulla fregata Venus, che sorvegliava la costa occidentale africana per contrastare il fenomeno della tratta degli schiavi, approfittando della circostanza per penetrare lungo i fiumi Ogooué e Gabon-Bemboue, di cui non si conoscevano ancora le sorgenti.
Pietro Savorgnan di Brazzà  è passato alla storia come un personaggio singolare dell’età  coloniale. Già  conosciuto per essere lontanissimo da Stanley e dagli altri esploratori bianchi dell’epoca per i suoi metodi non violenti e per la sua repulsione verso lo sfruttamento coloniale, divenne protagonista di un periodo difficile per l’imperialismo francese fino a rivelarsi personaggio scomodo per la politica coloniale del suo governo, è stato l’unico esploratore europeo nella storia coloniale a conquistare un impero senza spargimenti di sangue, con la fiducia e la pace. Rientrando in Francia da un nuovo viaggio in Africa, nel 1905, morì a Dakar.
Brazzaville (citta di Brazzà)
Brazzaville contrariamente a molte altre città fondate da colonialisti che si sono fatti strada con il ferro e il fuoco, è l’unica capitale nel continente africano, a conservare il nome del suo fondatore Pietro Savorgnana di Brazzà.
Nel 1880, grazie ad un accordo raggiunto con il capo di una tribù del luogo, il re Makoko, pose le basi per la fondazione della città che, successivamente venne chiamata Brazzaville, ora capitale della Repubblica del Congo.
L’amicizia fra Brazzà e Makoko offrì al Congo l’unico momento luminoso nel tragico oscurantismo della sua storia coloniale. Molti congolesi parlano di Brazzà come del loro “antenato bianco”, e sono molto orgogliosi dell’incontro avvenuto tra questi due illustri personaggi.
Nella stessa città di Brazzaville gli furono dedicate l’università, la via principale e un liceo. Il 6 dicembre 2005 fu posata la prima pietra del mausoleo destinato a ospitare le sue spoglie nella capitale del Congo. Il 3 ottobre 2006 Francia e Congo hanno tributato un solenne omaggio all’esploratore, in una cerimonia a cui hanno partecipato re, tribù e capi di Stato, e durante la quale le spoglie di Pietro Savorgnan di Brazzà, traslate da Algeri, sono state deposte in un fastoso mausoleo, il Memorial di Brazzaville, centro della cultura e della memoria della Repubblica del Congo.
Il 6 ottobre 2014 Corrado Pirzio Biroli, figlio di Detalmo Pirzio Biroli, discendente di Pietro Savorgnan di Brazzà, è stato ricevuto dal capo di Stato Denis Sassou Nguesso a Brazzaville per siglare il gemellaggio culturale con il Museo Storico Pietro di Brazzà Savorgnan, volto a tenere vivo lo scambio culturale tra Congo e Friuli.
Francobolli commemorativi di Pietro Savorgnan di Brazzà
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italiacamerun · 2 years
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Ricordando Pietro Savorgnan di Brazzà fondatore di Brazaville capitale del Congo
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Ricordando Pietro Savorgnan di Brazzà fondatore di Brazaville capitale del Congo
Pietro nasce nella capitale d’Italia, Roma nel 1852 dal conte Ascanio Savorgnan di Brazzà, esponente di una delle più antiche famiglie nobili friulane e patrizio veneto con ottimi contatti in tutto il mondo inclusa la Francia di Napoleone e da sua moglie Giacinta Simonetti che apparteneva ad una delle più antiche famiglie romane.
Pietro fin da bambino è affascinato dai viaggi di suo Padre…Si racconta che a soli otto anni, rimase colpito alla vista di una macchia bianca nella carta dell’Africa, che si trovava nella biblioteca di casa, sia stato folgorato dall’idea di scoprire l’Africa e tutte le sue meraviglie. 
Naturalizzato francese a vent’anni riuscì a imbarcarsi sulla fregata Venus, che sorvegliava la costa occidentale africana per contrastare il fenomeno della tratta degli schiavi, approfittando della circostanza per penetrare lungo i fiumi Ogooué e Gabon-Bemboue, di cui non si conoscevano ancora le sorgenti.
Pietro Savorgnan di Brazzà  è passato alla storia come un personaggio singolare dell’età  coloniale. Già  conosciuto per essere lontanissimo da Stanley e dagli altri esploratori bianchi dell’epoca per i suoi metodi non violenti e per la sua repulsione verso lo sfruttamento coloniale, divenne protagonista di un periodo difficile per l’imperialismo francese fino a rivelarsi personaggio scomodo per la politica coloniale del suo governo, è stato l’unico esploratore europeo nella storia coloniale a conquistare un impero senza spargimenti di sangue, con la fiducia e la pace. Rientrando in Francia da un nuovo viaggio in Africa, nel 1905, morì a Dakar.
Brazzaville (citta di Brazzà)
Brazzaville contrariamente a molte altre città fondate da colonialisti che si sono fatti strada con il ferro e il fuoco, è l’unica capitale nel continente africano, a conservare il nome del suo fondatore Pietro Savorgnana di Brazzà.
Nel 1880, grazie ad un accordo raggiunto con il capo di una tribù del luogo, il re Makoko, pose le basi per la fondazione della città che, successivamente venne chiamata Brazzaville, ora capitale della Repubblica del Congo.
L’amicizia fra Brazzà e Makoko offrì al Congo l’unico momento luminoso nel tragico oscurantismo della sua storia coloniale. Molti congolesi parlano di Brazzà come del loro “antenato bianco”, e sono molto orgogliosi dell’incontro avvenuto tra questi due illustri personaggi.
Nella stessa città di Brazzaville gli furono dedicate l’università, la via principale e un liceo. Il 6 dicembre 2005 fu posata la prima pietra del mausoleo destinato a ospitare le sue spoglie nella capitale del Congo. Il 3 ottobre 2006 Francia e Congo hanno tributato un solenne omaggio all’esploratore, in una cerimonia a cui hanno partecipato re, tribù e capi di Stato, e durante la quale le spoglie di Pietro Savorgnan di Brazzà, traslate da Algeri, sono state deposte in un fastoso mausoleo, il Memorial di Brazzaville, centro della cultura e della memoria della Repubblica del Congo.
Il 6 ottobre 2014 Corrado Pirzio Biroli, figlio di Detalmo Pirzio Biroli, discendente di Pietro Savorgnan di Brazzà, è stato ricevuto dal capo di Stato Denis Sassou Nguesso a Brazzaville per siglare il gemellaggio culturale con il Museo Storico Pietro di Brazzà Savorgnan, volto a tenere vivo lo scambio culturale tra Congo e Friuli.
Francobolli commemorativi di Pietro Savorgnan di Brazzà
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