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#poesie in giro per la città
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Movimento per l'emancipazione della Poesia.
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sofysta · 1 year
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Per chi volesse fare un giro a Palermo comincio col dirvi che il periodo migliore rimane quello di Aprile/ Maggio quando ancora la ns città non è un lager di turisti che arrivano da tutto il mondo e quando non vi strapperete ancora la pelle di dosso per i 50° all'ombra. La ns città nei secoli è stata greca, romana, araba e poi conquistata da normanni, spagnoli e francesi. Qui convivono beatamente cupole arabe e chiese barocche, palazzi in stile liberty e teatri neoclassici.(Teatro Massimo e Politeama). Proprio perchè non ci siam fatti mancare niente qui si sono incrociati popoli e tradizioni il che è impossibile non notarlo grazie ai vari stili che si susseguono molto vicini tra loro.
📌Un po di chicche da vedere se volete fare un weekend veloce come un bacio a stampo
La cattedrale. Nata come basilica cristiana è stata poi trasformata dai saraceni in moschea. La sua facciata è compresa tra due torrette e da un ampio portico quattrocentesco in stile gotico catalano
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A Piazza Bellini trovate la Chiesa Martorana e la Chiesa di San Cataldo con le sue famose cupole rosse che ho tempo addietro postato sulla sezione *my city* . Mentre alle spalle di Piazza Bellini cioè a Piazza Pretoria trovate la Fontana della vergogna. Piazza Bellini è dominata appunto da queste due chiese; S. Cataldo è il più rappresentativo esempio di edificio normanno, la Martorana( detta anche S. Maria dell'Ammiraglio ) invece è una chiesa greco-bizantina. Una delle più affascinanti di tutto il periodo medievale italiano.
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Monreale. Si trova sulle colline dietro Palermo da dove poter avere una vista panoramica favolosa sulla città di Palermo. Poi il Duomo, vi consiglio di entrarci per farvi stupire dai mosaici bizantini ed inoltre da un dettaglio strepitoso. Il Cristo al centro della navata vi guarderà da qualsiasi punto vi troverete. Poi fatevi anche una passeggiata al belvedere tra gli alberi secolari.
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Mercati popolari: Vucciria e Ballarò.. E qui preparatevi ad entrare in una bolgia di stradine affollate e rumorose. Mentre i venditori urlano le loro prelibatezze, potrete passeggiare tra banchi di frutta coloratissima, carne appesa e l’immancabile street food. A Palermo i mercati, principalmente in queste due zone, hanno conservato tutto il fascino del passato.
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Montepellegrino. Dove si trova il Santuario della Santuzza Patrona di Palermo (Santa Rosalia)
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Palazzo Chiaramonte detto anche Steri. È stato sede delle carceri dell’Inquisizione. Riempiono di tristezza e commozione i graffiti dei prigionieri: disegni, poesie, preghiere.
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Potete visitare ancora tanti altri luoghi ma non basterebbe un weekend: Orto Botanico, Palazzo dei Normanni, Cappella Palatina, Casa Professa, Oratorio Ss Cita (dove si possono ammirare le opere del Serpotta), San Giovanni degli Eremiti,Santa Maria dello Spasimo,San Domenico,la vasta spiaggia immensa del Golfo di Mondello, Villa Giulia e Villa D'Orleans e le 9 porte di Palermo tutt'ora rimaste perchè originariamente erano 19 ( Le più conosciute sono Porta Nuova, Porta Felice,Porta Carini, Porta dei Greci, Porta Mazzara, Porta Reale) e tanto tanto altro da conoscere.
Mangiare😋🤤.Ohhhh arriviamo alla note goduriose. Per le strade della ns città di Palermo si trova, e si mangia, praticamente di tutto. Dall’antipasto al dolce compreso lo street food. Alcune delle prelibatezze principali da non perdere sono le granite, le brioches con gelato, i cannoli, le cassate, le arancine di riso, le crocché, il pane e panelle, lo sfincione, la pasta con le sarde, u pane cunzato, pane ca’ meusa(ossia il panino con milza e polmoni condito e non(condito se ci si vuol aggiungere sopra del formaggio solitamente di capra, io lo preferisco) Infine ancora la pasta martorana che son dei dolci coloratissimi solitamente a forma di frutta e dolci alle mandorle.
Io un giretto me lo farei se fossi in voi 😉
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istanbulperitaliani · 1 month
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Le Cem Evleri
Le Cem Evleri sono luoghi di culto e di comunità della fede alevita, una delle più grandi minoranze religiose in Turchia.
"Cem" in turco significa "riunione" o "assemblea" quindi letteralmente si traduce come "case delle riunioni" o "case delle assemblee".
In una Cem Evi gli aleviti si riuniscono per praticare il loro culto, che comprende la lettura di poesie sacre, la musica, la danza e le loro pratiche spirituali. Le Cem Evleri servono anche come centri culturali e sociali, promuovendo la solidarietà e l'unità tra i membri della comunità.
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Le differenze principali tra le Cem Evleri e le moschee sunnite includono la pratica del culto e le credenze religiose.
Mentre le moschee sunnite seguono la tradizione islamica ortodossa, le Cem Evleri sono caratterizzate da pratiche religiose uniche degli aleviti, che differiscono da quelle del sunnismo. Ad esempio, gli aleviti non praticano le cinque preghiere quotidiane prescritte nell'Islam sunnita, ma si riuniscono per le cerimonie collettive nelle Cem Evleri, qui i partecipanti si dispongono spesso in un cerchio per creare un'atmosfera di comunità e di unità. Questa pratica riflette l'importanza dell'uguaglianza e dell'armonia all'interno della comunità alevita. Inoltre, è importante notare che nelle Cem Evleri non ci sono separazioni tra uomini e donne, e non sono presenti il mirhab e il minbar, caratteristici delle moschee sunnite. Inoltre, le Cem Evleri possono includere dipinti e raffigurazioni che non si trovano nelle moschee. Raffigurazioni come Ali, figura centrale nella spiritualità alevita, e Mevlana Rumi il celebre poeta e mistico sufi.
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yomersapiens · 2 years
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Idee geniali provenienti da un completo idiota.
Tumblr che ossessivamente mette la pubblicità per dirti come togliere la pubblicità mi ricorda quel bulletto che alle medie prendeva le tue mani e le usava per menarti e diceva "Perché ti stai picchiando? Eh? Perché lo stai facendo?". Amico mio, Tumblr, io ti amo e ti adoro e ti odio e non posso fare a meno di te e ho pure comprato la tua costosissima maglietta che graffia peggio di una pietra pomice ma ascoltami, facciamo così, io ti pago l'abbonamento annuale se tu ammetti nuovamente il porno. Distribuisci i soldi tra quelli che ci lavorano così siamo tutti felici, io torno a godere della visione di tentacoli che si insinuano ovunque mentre sono sulla metropolitana e una signora sbircia il mio schermo e come ai bei vecchi tempi si allontana scandalizzata, tu eviti la bancarotta e chi vuole ci guadagna senza censure varie.
Ho iniziato a scrivere poesie e a regalarle a casuali viennesi mentre sono seduto al bar che tanto adoro, giusto per avere qualcosa di cui parlare e provare a sciogliere questo ghiaccio che c'è sempre qua anche quando le temperature si alzano. Tutto sommato sta andando bene. Avrò parlato con una dozzina di persone e al momento non ho ricevuto ancora nessuna denuncia. Anche nessun numero di telefono o contatto eh, che sia chiaro. Mica si diventa socievoli tutto di un colpo.
Il mio amico giovanile è tornata da un viaggio a Barcellona e mi raccontava di come lì, non appena sceso, tutto fosse diverso. Gente che sorride, che sta bene per strada e ti parla e ti si avvicina e che magari non ha tanto, ma che non rinuncia al buon umore. "Forse c'è proprio qualcosa di sbagliato qua a Vienna, forse abbiamo sbagliato città" mi dice, mentre rimpiange il clima caldo della Spagna. Forse lui ha sbagliato città ma non io. Io sono un convinto sostenitore del fatto che siamo su questo pianeta per soffrire a causa di uno scherzo diabolico architettato da una divinità crudele. Vienna è la mia punizione e me la sono scelta e fanculo ai sorrisi e al clima avvolgente spagnolo. Io odierei scendere per strada e vedere tutti felici, che si abbracciano, che magari vengono pure ad abbracciare me. Gente che balla nei giardini, che fa giocoleria ai semafori, che canta canzoni d'amore. Mi farebbe sentire ancora peggio dell'indifferenza viennese. È che stando qui ho un superpotere sbloccato: posso lamentarmi quanto cazzo mi pare. E io adoro lamentarmi. E dire che no questo non va bene e dare la colpa agli altri e considerarmi una vittima. Venire pure sostenuto dallo stato per andare in terapia e scoprire che in realtà è tutta colpa mia ma nonostante tutto non ammetterlo e continuare ad additare la città dove sto come la causa dei miei mali. Ho provato a dare la colpa ai miei genitori ma no, quei due stronzi mi hanno sempre trattato benissimo e riempito d'amore. Invece di darmi un'infanzia orribile di cui lamentarmi. Ho dovuto fare tutto da solo e da solo rovinare la mia esistenza, sempre per compiacere quella divinità che dall'alto vuole vedermi sofferente.
Una ragazza camminava di fronte a me o per meglio dire, veniva trascinata da un cane immenso. Era lui a comandare e a decidere dove andare. Lei era come su una tavola da windsurf. Non aveva potere decisionale. È come mi sento io quando esplode la primavera e tutte le ragazze girano senza reggiseno e io mi sforzo a non guardare ma non ci riesco. Il pitbull nei pantaloni mi obbliga ad andare in qualunque direzione e io cerco di farlo calmare e a casa lo accarezzo per bene ma niente, non vuole proprio sentire ragioni. Allora mi metto buono in un angolo del bar a scrivere poesie perché non voglio diventare una specie di spagnolo che va e ci prova con qualcuna. Eh no. Io devo restare sofferente o la divinità non trae nutrimento dalle mie ansie.
Sono uscito per comprare del basilico. Ci ho messo giorni per trovarlo. Non è che sono stato in giro per giorni a cercarlo eh, tornavo a casa di notte, state tranquilli. Tutto perché volevo abbellire la finestra della mia cucina. Non ho un balcone e la vista da quella finestra lascia proprio a desiderare ma quello è il mio angolo di pace. Affaccia direttamente sul cantiere fermo da non so quanti anni del palazzo di fronte e ogni tanto viene baciata da una ventina di minuti di sole. È la mia finestra, il mio spazio felice. Ho trovato il basilico oggi. L'ho piantato insieme alla menta che sono sicuro in un paio di giorni prenderà il sopravvento e distruggerà tutto. Perché la menta è fatta così, è un'arrogante, forse la divinità bastarda sopra di me è una pianta di menta. Poi ho comprato delle lucine a forma di limone e le ho messe tutte attorno alle piante e adesso aspetto la sera per accenderle e mettermi fuori a guardare. C'è anche un posacenere e io manco fumo. Lo tengo per gli ospiti, semmai ne avrò. Ho scelto i limoni perché mi ricordano la costiera amalfitana, dove sono cresciuto. Vorrei tornare laggiù dopo tutti questi anni e fermarmi lì. Mi farei andare bene persino la gente sorridente che balla per la strada. Lì smetterei di vivere come un viennese, ne sono sicuro.
Ci sono dei musei in questa città che non hanno mai visto un'opera d'arte come te, quando sei nuda. Anche quando sei vestita ma nei musei raramente vedi delle statue indossare magliette di band rock di dubbio gusto. Ti ci voglio portare. Voglio che tutti quei quadri e quelle statue prendano ispirazione da te. Che il direttore del museo venga a chiederti di restare per sempre. Magari accetteresti pure, per il bene della comunità. Si andrebbe in ogni stanza dove ci sono dei nudi e inizierebbero a coprirsi perché che cavolo, poteva impegnarsi meglio il pittore, non poteva trarre ispirazione da te? Come dici? Non eri nata 200 anni fa quando quel pittore era in vita? Beh cazzi suoi. Poteva fare un po' più sport e mangiare sano e magari riusciva a sopravvivere fino alla tua nascita e poi ok, avrebbe dovuto aspettare altri vent'anni per vederti nel fiore della tua bellezza ma che vuoi che sia, a una certa uno se la mette via se capisce che ne vale la pena. Ecco cosa voglio proporre al sindaco: serate di nudismo nei musei. Partecipanti: noi due. Tutti gli altri seguono la diretta sul sito perché ok essere generosi e ma non funziona così, non puoi guardare il sole a occhi nudi, rischi di bruciarti le cornee. Io sono l'unica persona capace di sostenere questo splendore proprio perché sto sempre dietro ai miei sfigatissimi occhi e li curo un sacco.
Sono tornato a fare qualche ora ulteriore nella vecchia casa d'aste e ahimè non fa bene al mio umore. È come stare bloccato nel giorno della marmotta. Mi sembra di essere fermo a dove stavo un anno fa, con le stesse paranoie riguardo al futuro. Solo che tempo fa un futuro c'era. Era un futuro triste eh, fatto di compromessi e rinunce. Ma era un futuro. Ora stare la dentro mi fa sentire come se avessi messo in pausa il futuro. E ok, il futuro non esiste, esiste solo il presente ecc ecc. Ma sto invecchiando e il futuro mi sembra un luogo dove sarò sempre più stanco. Uguale a come sono adesso. Figo e lucente. Ma stanco. Quello che posso dire alle nuove generazioni è questo: più vai avanti, più sarai sempre lo stesso coglione, solo più stanco e dolorante. Enjoy!
La divinità sopra di me che controlla quello che mi succede deve aver preso una pausa perché mi hanno appena chiamato e ho un colloquio settimana prossima. Niente di entusiasmante eh, ma ho bisogno di spezzare il loop.
Mal che vada torno in ufficio così ho due cose di cui lamentarmi: Vienna e il lavoro.
Se invece va bene, ma proprio bene, il sindaco accetta la mia idea del nudismo nei musei e allora mi tocca investire tutto il mio tempo in quello. L'unico problema sarà farlo in inverno ma poco importa. Sei tu a dover stare nuda mica io. Fallo sto sacrificio per l'arte, il pianeta, l'umanità, il futuro.
Prometto di farti una marea di foto e pubblicarle tutte su Tumblr, perché se il sindaco accetta allora lo farà anche Tumblr e la smetterà di rompere con le pubblicità e l'embargo del nudo e capirà la fortuna che ha ad avere l'esclusiva su quel materiale.
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lolaworldsblog · 11 months
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E voglio giocare a nascondino e darti i miei vestiti e dirti che mi piacciono le tue scarpe e sedermi sugli scalini mentre fai il bagno e massaggiarti il collo e baciarti i piedi e tenerti la mano e andare a cena fuori e non farci caso se mangi dal mio piatto e incontrarti da Rudy e parlare della giornata e battere a macchina le tue lettere e portare le tue scatole e ridere della tua paranoia e darti nastri che non ascolti e guardare film bellissimi e guardare film orribili e lamentarmi della radio e fotografarti mentre dormi e svegliarmi per portarti caffè brioches e ciambella e andare da Florent e bere caffè a mezzanotte e farmi rubare tutte le sigarette e non trovare mai un fiammifero e dirti quali programmi ho visto in tv la notte prima e portarti a far vedere l’occhio e non ridere delle tue barzellette e desiderarti di mattina ma lasciarti dormire ancora un po’ e baciarti la schiena e carezzarti la pelle e dirti quanto amo i tuoi capelli i tuoi occhi le tue labbra il tuocollo i tuoi seni il tuo culo il tuo

e sedermi a fumare sulle scale finché il tuo vicino non torna a casa e sedermi a fumare sulle scale finché tu non torni a casa e preoccuparmi se fai tardi e meravigliarmi se torni presto e portarti girasoli e andare alla tua festa e ballare fino a diventare nero e essere mortificato quando sbaglio e felice quando mi perdoni e guardare le tue foto e desiderare di averti sempre conosciuta e sentire la tua voce nell’orecchio e sentire la tua pelle sulla mia pelle e spaventarmi quando sei arrabbiata e hai un occhio che è diventato rosso e la’ltro blu e i capelli tutti a sinistra e la faccia orientale e dirti che sei splendida e abbracciarti se sei angosciata e stringerti se stai male e aver voglia di te se sento il tuo odore e darti fastidio quando ti tocco e lamentarmi quando sono con te e lamentarmi quando non sono con te e sbavare dietro ai tuoi seni e coprirti la notte e avere freddo quando prendi tutta la coperta e caldo quando non lo fai e sciogliermi quando sorridi e dissolvermi quando ridi e non capire perché credi che ti rifiuti visto che non ti rifiuto e domandarmi come hai fatto a pensare che ti avessi rifiutato e chiedermi chi sei ma accettarti chiunque tu sia e raccontarti dell’angelo dell’albero il bambino della foresta incantata che attraversò volando gli oceani per amor tuo e scrivere poesie per te e chiedermi perché non mi credi e provare un sentimento così profondo da non trovare le parole per esprimerlo e aver voglia di comperarti un gattino di cui diventerei subito geloso perché riceverebbe più attenzioni di me e tenerti a letto quando devi andare via e piangere come un bambino quando te ne vai e schiacciare gli scarafaggi e comprarti regali che non vuoi e riportarmeli via e chiederti di sposarmi e dopo che mi hai detto ancora una volta di no continuare a chiedertelo perché anche se credi che non lo voglia davvero io lo voglio veramente sin dalla prima volta che te l’ho chiesto e andare in giro per la città pensando che è vuota senza di te e volere quello che vuoi tu e pensare che mi sto perdendo ma sapere che con te sono al sicuro e raccontarti il peggio di me e cercare di darti il meglio perché è questo che meriti e rispondere alle tue domande anche quando potrei non farlo e cercare di essere onesto perché so che preferisci così e sapere che è finita ma restare ancora dieci minuti prima che tu mi cacci per sempre dalla tua vita e dimenticare chi sono e cercare di esserti vicino perché è bello imparare a conoscerti e ne vale di sicuro la pena e parlarti in un pessimo tedesco e in un ebraico ancora peggiore e far l’amore con te alle tre di mattina e non so come non so come non so come comunicarti qualcosa dell’assoluto eterno indomabile incondizionato inarrestabile irrazionale razionalissimo costante infinito amore che ho per te.
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riflussi · 2 years
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"La buona educazione degli oppressi" - W. Bukowski
No, non è il Bukowski delle poesie, mi dispiace, però il suo libro è sicuramente più interessante di quelli dell'autore narrativo. Siamo sempre nell'esame di sociologia della letteratura, quindi un esame che quest'anno si incentra sui "vagabondaggi" in senso molto ampio (così ampio che non mi piacciono molto gli accostamenti che vengono fatti), quindi anche libri di sociologia che riguardano i migranti, ma non solo. Se questo libro è facilmente ricollegabile con l'ultimo di Khosravi, Io sono confine, comunque l'argomento trattato è più pertinente alle differenze di classe sociale, che rispecchiano, chiaramente, anche i diversi trattamenti riservati a cittadini di serie A e serie B (ricorda nulla, tipo i migranti di serie A e B?). La prospettiva di Bukowski, in particolare, ha un focus su Bologna, città che si dice di sinistra, ma che come ben sappiamo di sinistra (soprattutto negli ultimi anni, ma non solo) ha ben poco. Perché nella società moderna, il decoro prende il sopravvento su tutto, anche sulla vita delle persone, ed è proprio in suo nome che vengono progettate, modificate e ristrutturate le città. Vi siete chiesti come mai siano sparite tutte quelle fontanelle che prima erano in giro per la città? Be', non è sicuramente per una maggiore attenzione agli sprechi d'acqua che sono state tolte. Passando per la privatizzazione dei parchi (con cancelli al loro limitare) e giungendo alla violenza sistemica nei confronti della popolazione ai margini, che spesso viene privata di ogni diritto e deve solo ringraziare che le venga concesso anche solo qualcosa che le spetterebbe di diritto, Bukowski mette in luce uno degli aspetti più problematici della nostra società. E vorrei sottolineare quanto io sia orgogliosa, felice ed entusiasta di avere professori che fanno studiare questi saggi. Magari le coscienze risvegliate non saranno troppe, ma chissà, magari qualcuno avrà modo di conoscere un lato che prima ignorava completamente e spostarsi un pochino più a sinistra, questa volta per davvero (me compresa).
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francyfan-bukowsky · 4 months
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Voi non lo sapete che cos’è l’amore ha detto Bukowski
Io ho 51 anni guardatemi
sono innamorato di questa pollastrella sono cotto ma anche lei si è fissata
e insomma va bene così è così che deve andare
gli entro nel sangue e non ce la fanno a sbattermi fuori
Le provano tutte per liberarsi di me
però alla fine tornano tutte indietro
Sono tornate tutte fuorché quella che avevo piantato
Ci ho pianto per quella
però in quei giorni piangevo facile
Non datemi da bere roba forte
se no divento cattivo
Posso starmene qui a bere birra
con voi hippies tutta la notte
potrei berne dieci litri di questa birra
e niente come fosse acqua
Ma se tocchiamo la roba forte
mi metto a buttar la gente fuori dalle finestre
butto fuori tutti dalla finestra I’ho già fatto
Ma voi non lo sapete che cos’è l’amore
Non lo sapete perché
non siete mai stati innamorati è chiaro
Ma voi non lo sapete che cos’è l’amore
ve lo dico io che cos’è
ma voi non mi ascoltate
Non ce n’è uno di voi in questa stanza
che potrebbe riconoscere l’amore neanche se si alzasse
e ve lo mettesse nel culo
L’ho sempre pensato che le letture di poesia significano svendersi
Guardatemi ho 51 anni e sono stato in giro
lo so che è svendersi
ma mi dico Bukowski
meglio svendersi che morire di fame –
Insomma eccovi qui e tutto va storto
Sara' il mio ego ma non leggo più molto
C’è troppo silenzio troppi alberi
Mi piace la città quello è il posto per me
metto su la mia musica classica ogni mattina
e mi siedo davanti alla macchina da scrivere
accendo un sigaro e fumo così guardate
e dico Bukowski sei un uomo fortunato
Bukowski l’hai sfangata
e sei un uomo fortunato
e il fumo azzurro galleggia sopra il tavolo
e io guardo fuori dalla finestra su Delongpre Avenue
e vedo la gente che va su e giù per il marciapiede
e tiro dal sigaro così
e poi appoggio il sigaro sul portacenere così
e faccio un respiro profondo
e attacco a scrivere
Bukowski questa sì che è vita dico
va bene esser poveri va bene avere le emorroidi
va bene essere innamorati
Ma voi non lo sapete che roba è
Voi non lo sapete che cosa vuol dire essere innamorati
Se la poteste vedere capireste quello che voglio dire
Ma che cosa ne sapete voi
Lasciate che vi dica una cosa
ho incontrato uomini in galera che avevano più stile
della gente che bazzica i college
e va alle letture di poesia
Sono delle sanguisughe che vengono a vedere
se i calzini del poeta sono sporchi
o se gli puzzano le ascelle
Credetemi io non li deluderò quelli lì
Ma voglio che vi ricordiate questo
c’è solo un poeta in questa stanza stasera
solo un poeta in questa città stasera
forse solo un poeta vero in questa nazione stasera
e quello sono io
Che ne sapete voi della vita
Che ne sapete voi di qualsiasi cosa
Ora ho 51 anni e sono innamorato
Questa pollastrella lei mi dice
Bukowski
e io dico Che c’è e lei dice
Penso che sei un sacco di merda
e io dico baby tu sì che mi capisci
E’ l’unica al mondo
uomo o donna
che me lo può dire
Ma voi non lo sapete che cos’è l’amore
Tutte quante sono tornate da me alla fine
ognuna di loro è tornata
fuorché quella di cui vi ho detto
quella che avevo piantato
Siamo stati insieme sette anni
Bevevamo un sacco
Vedo un paio di dattilografi in questa stanza ma
non vedo poeti
Non mi sorprende
Bisogna essere stati innamorati per scrivere poesie
e voi non lo sapete che cos’è essere innamorati
ecco il vostro guaio
Okay dunque facciamola finita
dopo però nessuno stia vicino
a una finestra aperta
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Charles Buk🖤wski
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micro961 · 4 months
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Stefano Napolitano - Il singolo d’esordio è “Cadendo”
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Una profonda crisi esistenziale, un testo del passatoe la sua personale rinascita artistica
Nel giro di due anni escono tre libri, una web series e questo primo singolo un po' controcorrente, specialmente in un momento critico in cui la musica delle nuove generazioni sembra aver preso la strada del pettegolezzo, dell’estetica peggiore e del gossip. Stefano Napolitano pubblica “Cadendo”, esordio con un brano dalle atmosfere wave/dark, dal sottofondo velato di elettronica, firmato dalla collaborazione con il producer di Alex Gaydou:
«Una canzone che inizialmente nacque come testo nel 1993 a seguito del ricordo di una profonda crisi esistenziale vissuta anni prima. Venne successivamente inserita nel primo libro “Pensieri di seconda scelta” uscito nel 2021. Nel 2003 compongo la parte musicale. Ricordo un giorno di essermi trovato da solo in casa ad ascoltare il cd di un gruppo milanese La Sintesi dal titolo “Un curioso caso”. Lo ascoltai ripetutamente per diverse ore e, a un certo punto, sentii arrivarmi in testa l’ispirazione. Spensi lo stereo di colpo, abbracciai la mia chitarra e cominciai ad eseguire un giro di accordi un po' inconsueti con una melodia articolata che mi arrivò all’improvviso. Mi ricordai di quel testo scritto dieci anni prima e, straordinariamente, mi accorsi che quella melodia era perfetta per quelle parole. La registrai su un nastro e poi lo conservai in un baule insieme al resto delle cose che scrivevo. Passarono altri due decenni». Stefano Napolitano
Stefano Napolitano nasce a Torino il 15 febbraio del 1966.A 18 anni lavora presso un’agenzia pubblicitaria che si occupa di sondaggi per l’allora nascente Mediaset. Comincia a scrivere articoli musicali e culturali per alcune testate giornalistiche della sua città. Nel 1998 Giorgio Gaber gli concede un’intervista presso il Teatro Alfieri di Torino un’esperienza che descrive tra le più emozionanti della sua vita. Poi è la volta di Morgan e dei Bluvertigo, di Nicolò Fabi, dei comici della rassegna Zelig come Giobbe Covatta, Paolo Hendel e Raul Cremona fino ad arrivare a Valerio Liboni, Alberto Fortis, Johnson dei Righeira, Natalino Balasso, Walter Rolfo e il mago Alexander. Dopo un’esperienza con Publitalia, nel 2000 decide di abbandonare definitivamente l’ambiente perché nocivo e troppo politicizzato.Nel 2021 con la pubblicazione del suo primo libro “Pensieri di seconda scelta”, una raccolta di brani sull’amore, la vita e la morte.L’anno successivo pubblica una web series dal titolo “A Real and Reactionary Resurrection” che fa da ponte all’uscita del suo nuovo libro “Lucifero si racconta” scatenando una serie di reazioni sul web al punto che nell’aprile del 2023 conduce insieme ad Ivana Posti un programma su GRP, emittente televisiva torinese, che porta il titolo omonimo del libro, per spiegare le motivazioni che lo hanno spinto a scrivere quell’opera. Durante la programmazione delle 4 puntate vengono invitati giornalisti del calibro di Anna Tamburini Torre e scrittori come Laura Fezia, oltre ad attori e pensatori.È stato ospite fisso per un anno, tutti i mercoledì mattina, nel programma di Wlady Tallini “Cosa succede” trasmesso da Primantenna Tv nel quale recitava alcune sue poesie partecipando anche come opinionista sui fatti del giorno.In questo 2023 esce il suo terzo lavoro letterario dal titolo “Inseguendo L’aura” e il 1 dicembre 2023 viene pubblicato il suo primo singolo dal titolo “Cadendo” il cui testo era già presente nel primo libro “Pensieri di seconda scelta” (2021).
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collanalerane · 5 months
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Faccio tutto quello che mi dicono, Megan Fernandes
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«Ci sono solo due tipi di follia. Li conoscete.»
Faccio tutto quello che mi dicono è una raccolta di poesie irrequiete, contraddittorie e spiritose. Megan Fernandes esplora la disobbedienza, il desiderio e le notti trascorse in giro per la città. Le sue poesie si estendono per migliaia di chilometri, attraverso Brooklyn, Los Angeles, Lisbona, Palermo, Parigi e Filadelfia, in compagnia di un narratore che viaggia da solo, incontra gente sconosciuta, non si ritrova nella sessualità convenzionale e sperimenta col desiderio.
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emailsiwillnotsend · 8 months
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Giorno 14
Vorrei riuscire a dirti quanto male mi fanno i ricordi belli.
Ho pianto per due settimane e adesso non riesco a versare mezza lacrima. Non riesco a capire se lasciarti sia stato l’errore peggiore della mia vita o una fortuna. Il modo in cui mi stringevi mentre arrivava il treno è l’ultimo ricordo che ho di te. Sai che se prendi questo treno non ci vediamo più? Lo sai? Lo sai e ti sta bene. Perché non vedermi più è meglio che stare con me. Perché vedere altre persone ed essere libero è meglio che stare con me. 
Mi dici che non riesci a credere quanto mi hai amato ma io questo amore faccio molta fatica a trovarlo. Ieri hai pubblicato la foto che hai fatto a quel signore che dormiva su una panchina. Stavo per tornare in Belgio e non stavo molto bene, ma stavamo ridendo forte. Abbiamo parlato pochissimo perché non avevamo mangiato e non avevamo energie per pensare. Mi hai portato in centro e mi hai detto che vedevi il contrasto che c’era in me tra la ragazza che accarezzava le mucche e quella che impazziva davanti alle vetrine di Milano. Siamo andati in libreria, ti ho visto guardare un libro di poesie, prenderlo, sfogliarlo, e posarlo sullo scaffale. In quel momento mi sono innamorata di te di nuovo. 
Io non so come sto. Ti giuro, non lo so. Vorrei riuscire a dirti quanto male mi fanno i ricordi belli. Cerco di razionalizzare e concentrarmi sui momenti brutti, sull’ultimo mese, su come mi sono sentita, sul fatto che non mi hai detto che il tuo fastidio nello stare insieme non era solo “peggiorato” ma esploso. Sul fatto che per almeno un paio di settimane io abbia solo cercato di colmare il buco che stavi creando, concentrandomi solo sul dirti che apprezzavo che stessi lavorando su questa cosa per darti segno del fatto che capivo e che c’ero e ti vedevo. Ma come faccio a fidarmi di nuovo di te? Mi hai detto che vuoi essere libero. Sai come ci si sente quando la persona con cui stai ti dice che vuole essere libera da te? Perché a me è venuto schifo, mi è venuto schifo di come stavi parlando di me e delle cose che sentivi e che mi stavi dicendo. Ho pensato solo che avevo fatto bene ad andarmene. 
Eppure, mi manca il mio ragazzo. Mi manchi tu che mi stringi in montagna, che mi baci davanti al duomo, che mi prendi la faccia tra le mani e mi dici “so cosa regalarti per il compleanno”, che vuoi prenotare il treno per venire in vacanza con me a Parigi. Non so cosa credere, non so cosa sentire. 
Il prossimo fine settimana è il mio compleanno. Avresti potuto essere qui, avremmo potuto essere in giro a passeggiare in una città qualunque, col caldo, mano nella mano. Avremmo potuto essere alle terme a respirare aria di montagna e mi avresti raccontato quanto bene stai in alto perché solo lì respiri. Avremmo potuto andare a cena da qualche parte, ad assaggiare i vini, a cenare nudi, a vedere un film. E invece io non so cosa fare, starò qui e sarà difficile e farà male. 
Vorrei vederti arrivare qui. Vorrei che mi chiamassero dalla portineria, vorrei scendere e vederti in atrio con dei fiori o anche solo in imbarazzo in un angolo. Vorrei che mi dicessi che ti dispiace e che ti manco da stare male. Allo stesso tempo, però, non vorrei vederti mai più. 
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lamilanomagazine · 1 year
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Grosseto, “ti sfido ad amarmi” presentato all’Eden: dall’amore non corrisposto a quello violento
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Grosseto, “ti sfido ad amarmi” presentato all’Eden: dall’amore non corrisposto a quello violento.   Presentato all’Eden "Ti sfido ad amarmi", il libro scritto dalla grossetana Aurora Felici che affronta con grande sensibilità il delicato tema della violenza sulle donne. La raccolta di poesie racconta dell’amore non corrisposto e di quello malato e violento che, purtroppo, ha vissuto in prima persona. Alla luce di questo, la Commissione Pari Opportunità del Comune di Grosseto ha dato vita ad un gruppo di lavoro volto a diffondere le storie di coloro che hanno subito abusi. L’organismo comunale ha infatti invitato le associazioni del territorio locale, sensibili al tema, ad organizzare degli incontri in cui la stessa Aurora, accompagnata da altre donne - tra cui l’autrice e operatrice per l’infanzia Sabrina Cionini - avrà l’opportunità di consigliare quali comportamenti adottare per prevenire situazioni orribili che lei stessa si è trovata a vivere. “L’ampia partecipazione di quest’oggi dimostra quanto questo tema stia a cuore ai grossetani – commenta la presidente della Commissione Pari Opportunità Carla Minacci - Il gruppo di lavoro, fortemente voluto dalla Commissione Pari Opportunità, affronterà, in giro per la città, il tema delle relazioni tossiche, di come poterle evitare e di come uscirne.” “Ringrazio sinceramente e sentitamente Aurora, la Commissione Pari Opportunità e tutti i presenti per essere qui – dichiara il sindaco Antonfrancesco Vivarelli Colonna - Nonostante gli impegni ci tenevo molto a partecipare, specialmente per parlare di questa tematica che vuole essere un punto di apertura di un percorso di sensibilizzazione che è già stato intrapreso, che già esiste e che dev’essere continuamente nutrito con testimonianze coraggiose come questa.”  ... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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francesco-nigri · 2 years
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👉 VENERDÌ 14 OTTOBRE 2022 alle 17,30
👉 Lo scrittore Nino Secchi intervista il poeta Francesco Nigri
👉 Mondadori Bookstore Fidenza PR, Via Berenini
Segue firma copie del libro di poesie d'amore IL SEGRETO DI EBE di Francesco Nigri, Edizioni Albatros Il Filo
SECCHI NINO, all’anagrafe Donnino, come il patrono della città di Fidenza, dove è nato ed orgogliosamente “oriolano” – dall’odonimo che sta ad indicare il quartiere storico del vecchio Borgo San Donnino. Il lavoro presso una agenzia che organizza congressi medici gli ha permesso di viaggiare molto, sia in Italia che all’estero e da questo interessante impiego è anche nata la propensione ai viaggi, alla scoperta e la ricerca di particolari significativi, sia della storia, dell’arte che dei monumenti. Fondamentali i numerosi soggiorni in Egitto che hanno trasformato quelle che potevano essere una vacanza in una vera e propria passione per la Terra dei Faraoni. Radicalmente legato ed affezionato alla propria città ha scritto “Ricordi… e memorie”, “Ricordi insieme”, “Ricordi”, “Oriola” e “Ricordi borghigiani” dedicati non solo alla città, ma anche ai personaggi che hanno identificato la storia, non solo recente, del Borgo. Interessanti ed esaustivi, non solo per il contenuto “turistico”, ma per storia dell’arte e degli artisti che hanno reso immortale la nostra capitale, i volumi “Roma a modo mio” e “Roma e la meraviglia delle sue fontane”. Tanti ancora i progetti da realizzare sempre col filo conduttore del conoscere e del sapere. Sapere tutto è impossibile ma, secondo il pensiero di Nino Secchi, è doveroso non fermarsi mai davanti alle nostre domande. Il comportamento umano, infatti, scaturisce da tre fonti principali: desiderio, emozione, e conoscenza.
Francesco Nigri inizia a comporre poesie all’età di tredici anni. A vent’anni pubblica il suo primo libro di poesia, “Primi vagiti” – Editrice Albatros.
Risulta così vincitore di diversi Premi Letterari nazionali ed internazionali. Tra cui il Premio di Poesie “L’Ala della Vittoria”, il Premio Internazionale di Poesia “La Rosa del Successo”, il Premio Letterario Internazionale “Trofeo delll’Altipiano dei Marsi”, il Premio Letterario Internazionale “Sangro”.
Torna a scrivere nel 2009. Apre un blog pubblico su Facebook e pubblica con Lulu.com “RUGIADE Lì dove il cuore si apre”, raccolta di poesie da lui scritte tra settembre 2008 e maggio 2009.
Sempre nel 2009 pubblica con Lulu.com “DEWS Where the heart opens”, traduzione in inglese di “RUGIADE”, e “FUI COLOMBO Lì dove il cuore ama”.
Nel marzo 2010 pubblica il libro che completa la trilogia del suo ritorno alla scrittura, “OLTRE L’INVERNO Lì dove il cuore spera” – Ed. Lulu.com.
Nel luglio 2010 gli viene conferito il Primo Premio per la Poesia Inedita del Concorso Letterario Internazionale Città di Martinsicuro (TE).
A fine 2010 e nel 2011 pubblica “SHEMEN Unta d’amore per me” e “SHEMEN Il tesoro delle Janas” con ilmiolibro.it del Gruppo Editoriale L’Espresso.
Nel 2011 viene selezionato da una Giuria Internazionale di critici letterari di diversi Paesi e assieme ad altri 20 scrittori di tutto il mondo è protagonista con una sua lirica sul tema della pace della Mostra Fotografica Internazionale WAR, ideata e realizzata dall’artista americano Pablo Bobbio. Si tratta di una Mostra sui temi della guerra, della pace e della non-violenza in giro per importanti città internazionali del Centro e Sud America – Cuba, Argentina, Uruguay, Brasile, Venezuela, Messico, Ecuador, Cile – e dell’Europa – Spagna, Portogallo, Italia, Francia, Germania, Inghilterra -.
Nel 2012 pubblica sempre con ilmiolibro.it “Il Guerriero dell’Amore”. Anche in ebook su Smashwords.com.
Nel 2022 pubblica il libro di poesie d'amore IL SEGRETO DI EBE Edizioni Albatros Il Filo, in libreria e negli store online.
Nei Social Network è presente su Facebook, Twitter e Instagram. Su internet con www.francesconigri.it
IL SEGRETO DI EBE Poesie d'amore di Francesco Nigri - Edizioni Albatros Il Filo
In libreria - dove non presente si può ordinare - e negli Store Online
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catastrofeanotherme · 2 years
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..parliamo ancora.
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yourtrashcollector · 3 years
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Joyce ha scritto tre romanzi, - disse Tom. - Balzac novanta. Che differenza fa adesso noi?
-Kafka ha scritto il suo primo racconto in una notte.
Stendhal ha scritto La certosa di Parma in quarantanove giorni.
Melville ha scritto Moby Dick in sedici mesi. Flaubert è rimasto cinque anni su Madame Bovary. Musil ha lavorato diciotto anni all'Uomo senza qualità, ed è morto prima di riuscire a finirlo. Ci importa qualche cosa di tutto questo, ora?
La domanda sembrava non chiedere risposta. Milton era cieco. Cervantes aveva un solo braccio. Christopher Marlowe fu ucciso a coltellate in una rissa da bettola prima di compiere trent'anni. Sembra che il coltello gli abbia trapassato un occhio. Cosa dovremmo pensarne, noialtri?
-Non lo so, Tom. Dimmelo tu. -Niente. Un bel cavolo di niente. - Penso di essere d'accordo con te.
- Thomas Wentworth Higginson «corresse- le poesie di Emily Dickinson. Un trombone ignorante che definiva Foglie d'erba un libro immorale osò toccare l'opera della divina Emily. E il povero Poe, che mori pazzo e alcolizzato in un buco di Baltimora, ebbe la sventura di scegliere come curatore postumo della sua opera Rufus Griswold. Senza sapere che Griswold lo disprezzava, che quella sottospecie di amico e paladino avrebbe passato anni a tentare di distruggere la sua reputazione. Povero Poe.
- Eddie non era fortunato. Non lo era da vivo, e non lo è stato neanche dopo morto. Lo seppellirono nel 1849 in un cimitero di Baltimora, ma ci vollero ventisei anni prima che mettessero una lapide sopra la sua tomba. Un suo parente ne aveva ordinata una subito dopo la sua morte, ma fini in uno di quei macabri casini per cui ti chiedi chi ha le redini del mondo. A proposito di follia umana, Nathan. Il laboratorio del marmista, tu pensa, si trovava sotto un tratto di ferrovia sopraelevato. Proprio mentre stavano finendo di tagliare il marmo, un treno deragliò, si abbatté nel cortile del marmista e distrusse la lapide; e dato che il parente non era abbastanza ricco per ordinarne un'altra, Poe giacque il quarto di secolo successivo in una tomba senza nome. -Come conosci tutte queste cose, Tom? Sono note.
-A me no.
-Perché non hai fatto il dottorato. All'età in cui tu eri in giro a salvare la democrazia nel mondo, io me ne stavo seduto in una biblioteca a farcirmi il cervello nozioni superflue. Ma alla fine... chi pagò la lapide? - Un gruppo di insegnanti locali costitui un comitato per raccogliere i fondi. Che tu lo creda o no, ci misero sei anni. Quando ebbero finito il monumento, i resti di Poe furono esumati, trasportati su un carro attraverso la città e tumulati in un cimitero di Baltimora. La mattina dell'inaugurazione si tenne una speciale cerimonia in un posto chiamato Western Female High School. Un nome strepitoso, vero? La Scuola Superiore Femminile dell'Ovest. Invitarono tutti i maggiori pocti americani, ma sia Whittier sia Longfellow sia Oliver Wendell Holmes trovarono scuse per non intervenire. Solo Walt Whitman si sobbarcò il viaggio. E dato che la sua opera da sola vale più di quelle di tutti gli altri messi insieme, lo considero un atto di sublime giustizia poetica. L'interessante è che quel mattino era presente anche Stéphane Mallarmé. Non in carne e ossa... ma il suo famoso sonetto Le tombeau d'Edgar Poe fu composto per l'occasione, e anche se non riusci a finirlo in tempo per la cerimonia, fu presente in spirito. Mi piace molto, Nathan... Whitman e Mallarmé, padri gemelli della poesia moderna, in piedi alla Western Female High School per rendere omaggio insieme al loro avo comune, il disonorato e infamato Edgar Allan Poe, il primo vero scrittore che l'America abbia dato al mondo.
Paul Auster, Follie di Brooklyn
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neogrigio · 3 years
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E voglio giocare a nascondino e darti i miei vestiti e dirti che mi piacciono le tue scarpe e sedermi sugli scalini mentre fai il bagno e massaggiarti il collo e baciarti i piedi e tenerti la mano e andare a cena fuori e non farci caso se mangi dal mio piatto e incontrarti da Rudy e parlare della giornata e battere a macchina le tue lettere e portare le tue scatole e ridere della tua paranoia e darti nastri che non ascolti e guardare film bellissimi e guardare film orribili e lamentarmi della radio e fotografarti mentre dormi e svegliarmi per portarti caffè brioches e ciambella e andare da Florent e bere caffè a mezzanotte e farmi rubare tutte le sigarette e non trovare mai un fiammifero e dirti quali programmi ho visto in tv la notte prima e portarti a far vedere l’occhio e non ridere delle tue barzellette e desiderarti di mattina ma lasciarti dormire ancora un po’ e baciarti la schiena e carezzarti la pelle e dirti quanto amo i tuoi capelli i tuoi occhi le tue labbra il tuocollo i tuoi seni il tuo culo il tuo
e sedermi a fumare sulle scale finché il tuo vicino non torna a casa e sedermi a fumare sulle scale finché tu non torni a casa e preoccuparmi se fai tardi e meravigliarmi se torni presto e portarti girasoli e andare alla tua festa e ballare fino a diventare nero e essere mortificato quando sbaglio e felice quando mi perdoni e guardare le tue foto e desiderare di averti sempre conosciuta e sentire la tua voce nell’orecchio e sentire la tua pelle sulla mia pelle e spaventarmi quando sei arrabbiata e hai un occhio che è diventato rosso e la’ltro blu e i capelli tutti a sinistra e la faccia orientale e dirti che sei splendida e abbracciarti se sei angosciata e stringerti se stai male e aver voglia di te se sento il tuo odore e darti fastidio quando ti tocco e lamentarmi quando sono con te e lamentarmi quando non sono con te e sbavare dietro ai tuoi seni e coprirti la notte e avere freddo quando prendi tutta la coperta e caldo quando non lo fai e sciogliermi quando sorridi e dissolvermi quando ridi e non capire perché credi che ti rifiuti visto che non ti rifiuto e domandarmi come hai fatto a pensare che ti avessi rifiutato e chiedermi chi sei ma accettarti chiunque tu sia e raccontarti dell’angelo dell’albero il bambino della foresta incantata che attraversò volando gli oceani per amor tuo e scrivere poesie per te e chiedermi perché non mi credi e provare un sentimento così profondo da non trovare le parole per esprimerlo e aver voglia di comperarti un gattino di cui diventerei subito geloso perché riceverebbe più attenzioni di me e tenerti a letto quando devi andare via e piangere come un bambino quando te ne vai e schiacciare gli scarafaggi e comprarti regali che non vuoi e riportarmeli via e chiederti di sposarmi e dopo che mi hai detto ancora una volta di no continuare a chiedertelo perché anche se credi che non lo voglia davvero io lo voglio veramente sin dalla prima volta che te l’ho chiesto e andare in giro per la città pensando che è vuota senza di te e volere quello che vuoi tu e pensare che mi sto perdendo ma sapere che con te sono al sicuro e raccontarti il peggio di me e cercare di darti il meglio perché è questo che meriti e rispondere alle tue domande anche quando potrei non farlo e cercare di essere onesto perché so che preferisci così e sapere che è finita ma restare ancora dieci minuti prima che tu mi cacci per sempre dalla tua vita e dimenticare chi sono e cercare di esserti vicino perché è bello imparare a conoscerti e ne vale di sicuro la pena e parlarti in un pessimo tedesco e in un ebraico ancora peggiore e far l’amore con te alle tre di mattina e non so come non so come non so come comunicarti qualcosa dell’ / assoluto eterno indomabile incondizionato inarrestabile irrazionale razionalissimo costante infinito amore che ho per te.
[Febbre, Sarah Kane]
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benzedrina · 3 years
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È pasqua. Mille messaggi. Che palle. Fuori la gente cammina. Va in chiesa. Ne ho quattro nel giro di pochi metri. In questa città ci sono un sacco di chiese. Fatico a contare. Quella che suona a ripetizione è una campana. È una chiesa del XIV secolo. Sono 700 anni che rompe i coglioni. 
Chiese antiche richiamano cimiteri antichi. Sotto questi palazzi ci sono cimiteri. Catacombe. Ossa. E le chiese sono tante. E i cimiteri sono tanti. Se cammino un po'. Neanche tanto. Giusto due minuti. Per arrivare alla libreria di fiducia. Lì c'è una chiesa. Ultima chiesa prima che i crociati partissero per Gerusalemme. 
Siamo una città storica eppure scordiamo tutto. A scuola ci insegnano una storia generale perdendo quella storia locale che potrebbe farci apprezzare le mura che abbiamo intorno. A scuola ci insegnano che parlare dialetto è sbagliato, che dobbiamo dimenticarlo, che dobbiamo maturare e usare una lingua nazionale, uniforme, senza cadenza, senza tono colorato. A scuola ci hanno fatto studiare le poesie. Alle elementari intendo. Poi uno di noi portò una poesia che recitava suo padre. Era una poesia in dialetto. Il bambino si alzò sulla sedia. Recitò la poesia. Parlò in dialetto. Era una poesia sulle radici della città. Una poesia d'amore per il territorio. La maestra pianse. Iniziò a spiegarci il dialetto. La sua origine. Le sue forme. Le sue regole. È tutta una questione di racconto. È tutta una questione di amore. Quel bambino riuscì a penetrare il cuore di marmo di una maestra. 
Sul è tutta una questione di racconto mi è venuta in mente un'intervista. Repubblica (se non sbaglio) intervista Fumettibrutti. Se potete seguitela. Le tavole, i colori, i racconti si mischiano con la sua persona. Con il suo passato. Con la sua transizione. Sotto la sua intervista uno criticava la masturbazione femminile. Diceva una cosa tipo "mica mi metto a raccontare delle mie 5 seghe giornaliere. I racconti sono altro". È tutta una questione di racconto. Se sai raccontare puoi farlo anche di una cagata. Se riesci a tessere quel filo narrativo puoi raccontare di tutto, anche di masturbazione. E Fumettibrutti lo sa fare. Crea potere in quel gesto. Crea liberazione. In una società che vuole oscurare questa coscienza di sé, questa autodeterminazione. 
In tutto questo periodo di reclusione sociale ho scritto tanto. Ho anche pensato. Ho anche criticato. Ho anche visto l'ipocrisia di chi ho intorno. La ricerca di fama. La ricerca di attenzioni. Forse mi sto isolando un po' troppo. Forse mi sto chiudendo a riccio per poi non essere più la solita persona con loro. Non lo so. I loro mi sembrano discorsi vuoti.
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