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BIT 2018 – Business Index on Transparency
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BIT 2018 – Business Index on Transparency
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Il Business Index on Transparency (BIT) nasce dalla volontà di Transparency International Italia di mappare le attività che le aziende mettono in campo in termini di trasparenza, integrità e impegno nell’anticorruzione.
Questo lavoro di indagine trae spunto dal lavoro svolto da Transparency International, anno di pubblicazione della prima ricerca TRAC (Transparency in Corporate Reporting), la quale codifica una metodologia che prende in considerazione quello che le aziende rendono pubblicamente visibile attraverso il proprio sito internet in ambito anticorruzione.
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lamilanomagazine · 6 months
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La Spezia: due mesi di spettacoli e laboratori sotto chapiteau al PIN 
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La Spezia: due mesi di spettacoli e laboratori sotto chapiteau al PIN. La Spezia. Teatro, ricerca, arte e circo per due mesi di spettacoli innovativi e popolari, laboratori aperti al pubblico, workshop e momenti di formazione per gli operatori del settore. Tutto questo in uno spazio fuori dall'ordinario, immerso nei giardini storici della città: uno chapiteau, dal nome con cui viene solitamente indicato il tendone posto sopra la pista del circo. Si chiama TRAC Festival il cartellone di eventi e iniziative promosso dal Comune della Spezia a cura del Teatro Civico, con il supporto di Artificio 23. Lo spettacolo inaugurale andrà in scena al Teatro Civico domenica 17 dicembre alle 21; dopodiché, fino al 16 febbraio 2024, la rassegna proseguirà all'interno della struttura che verrà allestita per l'occasione nell'area esterna del PIN al Centro Allende, che metterà a disposizione gli spazi per lo svolgimento della manifestazione. Ci saranno spettacoli anche per Natale e i giorni seguenti, compresi il Capodanno e l'Epifania. L'iniziativa è stata presentata stamane in conferenza stampa, presenti il sindaco della Spezia Pierluigi Peracchini, la dirigente dei Servizi Culturali Rosanna Ghirri, il direttore artistico del Teatro Civico Alessandro Maggi e Leonardo Pischedda, responsabile di Artificio23. "La programmazione degli eventi alla Spezia non si ferma – dichiara il Sindaco della Spezia Pierluigi Peracchini - e dopo l'estate spezzina, la presentazione del ricco cartellone del Teatro Civico, le manifestazioni legate all'outdoor, allo sport e alla cultura, oggi presentiamo un progetto rivolto a tutta la famiglia che andrà avanti sino a febbraio e che coniuga varie forme artistiche in uno spazio che saprà aggiungere suggestione e incanto. L'obiettivo a cui stiamo lavorando è che la città possa offrire iniziative che la rendano sempre più attrattiva sia per i turisti che per i residenti che potranno trovare occasioni di intrattenimento e approfondimento culturale per viverla al meglio. La Spezia sta vivendo una fase di profondo cambiamento che passa anche da una progettazione di eventi di alto livello che non siano concentrati solo in pochi mesi, ma che proseguano lungo tutto l'arco dell'anno come mai era avvenuto prima." "Siamo davvero felici per la realizzazione di questo progetto rivolto a tutti, dai più piccoli agli adulti. - commenta Alessandro Maggi - Il circo contemporaneo si combinerà al teatro sperimentale e alla drammaturgia contemporanea, in un mese e mezzo di rappresentazioni e attività di formazione, in uno spazio particolarissimo e magico quale lo chapiteau, mentre la serata di inaugurazione della rassegna, avverrà sul palcoscenico del Teatro Civico. Un'ulteriore iniziativa che contribuisce ad arricchire l'offerta culturale e teatrale della città. "TRAC Festival è una bellissima notizia. – afferma Leonardo Pischedda - Una tipologia di proposta che richiama i più importanti festival europei, che vede come parte integrante workshop per coinvolgere, appassionare, formare. Siamo felici di partecipare a questo progetto. PROGRAMMA SPETTACOLI 17 dicembre 2023 ore 21 Teatro Civico La Spezia Acrobati SONICS in TOREN spettacolo creato e diretto da Alessandro Pietrolini Prodotto e distribuito da Fanzia Verlicchi per Equipe Eventi Presentato in anteprima mondiale al Fringe Festival di Edimburgo, forte di quell'incredibile esperienza umana ed artistica, TOREN è un vero e proprio "inno" al colore, simbolo di felicità, passione e speranza. Per i Sonics "TOREN" rappresenta un ritorno alle origini – sebbene con un'attitudine all'innovazione scenica e performativa - dopo il felice incontro tra testo teatrale e gesto acrobatico sperimentato nel precedente spettacolo "DUUM". In TOREN i Sonics mettono da parte la drammaturgia, per concentrarsi sulla sperimentazione acrobatica, atletica e visuale dei performer. TOREN suggerisce una riflessione: tutta la magia e l'emozione che il colore è in grado di creare si perdono man mano che l'essere umano diventa adulto. Sul palco si dipana la storia di un uomo che, intrappolato nella sua routine, vive una vita in "bianco e nero", oramai incapace di cogliere le mille e colorate sfumature della realtà. Basterà per un attimo capovolgere il proprio punto di vista ed ecco che subito si scivolerà in un mondo di colore e stupore. Sul palco cominciano a succedere cose incredibili mentre le emozioni prendono forma nei giochi di luce e nelle danze aeree degli acrobati. Il segreto di TOREN è cominciare a guardare la vita con occhi diversi ... solo in quel modo il bianco si rivelerà per quello che è in realtà, ovvero la somma di tutti i colori ! "TOREN è una sorta di "Torre" dalle mille sfumature, dove si racchiudono le esperienze e le avventure delle nostre vite, che la nostra memoria ha gelosamente custodito in attesa che qualcuno tornasse a riprendersele" dichiara Alessandro Pietrolini, direttore dei SONICS. I ricordi scorrono veloci, sono imprevedibili e mutevoli, dipendono dai nostri stati d'animo: nello spettacolo tutto questo si materializza nella scenografia ad elastici presente in scena, che ad ogni quadro cambia composizione forma e colore, consegnandoci immagini sempre diverse. Durata spettacolo: 1 ora e 15 minuti Ingresso: intero (platea e barcacce) 20 euro, ridotto (galleria, palchi) 15 euro, ridotto studenti 7 euro 25 dicembre 2023 ore 18.30 / 26, 27, 29, 30 dicembre 2023 ore 21 / 1 gennaio 2024 ore 18.30 Chapiteau TRAC - PIN La Spezia LES ROIS VAGABONDS Concerto pour deux clown A metà fra tradizione e innovazione suoneranno Vivaldi, Strauss, Bach... ma i musicisti sono clown! Mimo, acrobazie, musica, per parlare un linguaggio universale che raggiunge grandi e piccoli tra divertimento e meraviglia. Lo spettacolo è stato insignito del prestigioso Premio del Pubblico al Festival Avignon Off 2013. Les Rois Vagabonds nascono dall'incontro di Julia Moa Carez e Igor Sellem. Il loro bagaglio eclettico, che va dall'acrobazia alla musica, dalla danza al teatro gestuale, ha dato origine a un desiderio comune di esplorare l'arte del clown. Dal 2008 sviluppano la storia del loro duetto attraverso la ricerca di un linguaggio universale senza parole. Tra il 2010 e il 2022 Les Rois Vagabonds eseguono più di 900 rappresentazioni di "Concerto per due Clown". Le tournée teatrali si susseguono da Barcellona a Kiev, da Nuova Delhi ad Algeri, da Da Quito a Buenos Aires, da Salisburgo a Marsiglia,da Montbrison a Pitres, da Village-neuf a Privas o da Orly a Cossé-le-Vivien. Durata spettacolo: 1 ora e 10 minuti Ingresso: intero 10 euro, ridotto 7 euro 5 gennaio 2024 ore 21 e 6, 7 gennaio 2024 ore 18.30 Chapiteau TRAC - PIN La Spezia MAGIK FABRIK Incognito È la storia di due sciocchi sporchi e senza un soldo. Strani, guardano il mondo che passa con i loro occhi storti, "in incognito"...E dato che ci sei anche tu, ne trarranno il massimo! Burberi e allo stesso tempo amanti del divertimento, sciocchi ma astuti, senza rispetto per l'autorità o le convenzioni sociali, amano rompere l'insopportabile monotonia della vita! La compagnia Magik Fabrik è specializzata nel teatro fisico e nell'arte del clown da oltre 15 anni con oltre 500 spettacoli alle spalle in strada, festival e teatri di Francia, Belgio, Spagna, Italia e Giappone. Il duo nasce nel 2005 dal sodalizio artistico di Alice Wood e Romain Ozenne. La loro complicità li porta naturalmente a produrre spettacoli che creino un universo rarefatto di umorismo e poesia attraverso i linguaggi del teatro fisico e del clown. I personaggi insoliti, accattivanti per la loro goffaggine, si muovono in un universo poetico costruito a loro misura. Durata spettacolo: 50 minuti Ingresso: intero 10 euro, ridotto 7 euro 24 gennaio 2024 ore 21 Chapiteau TRAC - PIN La Spezia Una serata, due spettacoli! CIRC PISTOLET Without feet on the ground Un viaggio nel passato, in quei pomeriggi estivi, pieni di giochi e di bei momenti, a volte ridendo, a volte sudando, ma sempre divertendosi, accompagnati da emozioni autentiche e complicità, alla ricerca del fragile equilibrio tra due persone. Due amici danno libero sfogo alla loro fantasia in uno spettacolo circense che esplora le tecniche tradizionali con un'estetica contemporanea. Vincitore del Premio Zirkolika per il miglior spettacolo di strada dell'anno 2017. Di e con Enric Petit e Rat Serra. Nel 2017, dalla collaborazione tra Enric Petit e Tomàs Cardús della compagnia Circ Pistolet, prende vita lo spettacolo "Quan no tocàvem de peus a terra...", una autobiografia della loro amicizia nata nel 1996 grazie al circo. Uno spettacolo che ruota intorno a tre assi principali: equilibrio, amicizia e legno, tutti ben legati in un grande gioco di avventura. Lo spettacolo ha ricevuto il Zirkolika Award per il miglior street show del 2017. Durata spettacolo: 30 minuti CIRQUE DE LA GUIRLANDE Lueur Al centro di un cerchio luminoso, due corpi si incrociano, si sollevano e si fondono. Il tempo è sospeso in movimenti ritualizzati, mescolati con animalità, tra deformazione dei corpi e muscoli che si muovono sotto la pelle. Uno spettacolo di mano a mano di e con Augustin Mugica et Zoé Mugica Ballanger. Augustin Mugica et Zoé Mugica Ballanger si sono conosciuti nel 2015 all'età di 15 anni. Negli anni trascorsi insieme hanno studiato e affinato discipline che permettono di esplorare il corpo a diversi livelli, tra terra e aria, sempre sostenendo la loro voglia di girovagare e affermando la loro indipendenza. Lueur è la loro prima creazione da autori, uno spettacolo breve, leggero e intenso capace di creare con il pubblico un momento di intima condivisione. Durata spettacolo: 25 minuti Ingresso (per entrambi gli spettacoli): intero 10 euro, ridotto 7 euro 13 gennaio 2024 ore 21 Chapiteau TRAC - PIN La Spezia ENRICO BONAVERA Alichin di Malebolge Spettacolo di e con Enrico Bonavera Regia di Christian Zecca Lo spettacolo è stato creato per il festival Dante 2021, nell'ambito delle annuali Celebrazioni Dantesche a Ravenna. Si tratta di un monologo. Chi parla ed agisce è Alichino, un diavolo dei Malebranche che, inseguendo Dante e Virgilio, a suo dire colpevoli di aver fatto cadere lui e il suo compagno Calcabrina nella pece bollente, finisce fuori dall' Inferno e si perde nel mondo dei vivi. Racconta così le sue peripezie , che l'hanno visto per otto secoli accompagnarsi a compagnie di teatranti vagabondi e reincarnarsi di volta in volta negli interpreti della maschera di Arlecchino. Ora è finalmente tornato a Malebolge, grazie ad una seduta spiritica, ma ai 'reduci' il ritorno a casa riserva sempre molte sorprese. Molte cose sono cambiate. Anche l' Inferno non è più quello di una volta. Dove sono finiti i Dannati? Dove quella bella puzza rassicurante? Dove fiamme e pece? In un' ora e mezza scoppiettante, in un dialetto falso/lombardo-veneto, Bonavera indossa le vesti di questo 'povero diavolo', furioso, ingenuo, stralunato, e pasticcione, divertendosi a giocare con la fantasia nel mondo della Commedia dantesca, in un viaggio esistenziale pieno di avventure paradossali, comicità ma anche di tanta poesia. Durata spettacolo: 1 ora e 30 minuti Ingresso: intero 10 euro, ridotto 7 euro 30 gennaio 2024 ore 21 Chapiteau TRAC - PIN La Spezia ROBERTO ANGLISANI Giobbe, storia di un uomo semplice adattamento di Francesco Niccolini dal romanzo di Jospeh Roth consulenza letteraria e storica Jacopo Manna con Roberto Anglisani regia di Francesco Niccolini Spettacolo vincitore dei "Teatri del sacro" 2017 con la collaborazione di festival Montagne Racconta (Montagne – Treville, TN) festival Collinarea (Lari, PI) La tragedia e il riscatto di un uomo semplice, in uno spettacolo che attraversa la Grande Storia del Novecento, dalla guerra russo-giapponese alla prima guerra mondiale. «Più di cent'anni fa, in Russia, in un piccolissimo villaggio di frontiera, viveva un maestro. Si chiamava Mendel Singer. Era un uomo insignificante. Devoto al Signore. Insegnava la Bibbia ai bambini, con molta passione e poco successo. Uno stupido maestro di stupidi bambini, come pensava di lui sua moglie». Così inizia questo racconto, che attraversa trent'anni di vita della famiglia di Mendel Singer, di sua moglie Deborah e dei suoi quattro figli. Ma attraversa anche la storia del primo Novecento, dalla Russia all'America, dalla guerra russo giapponese alla prima guerra mondiale e oltre. Ma soprattutto attraversa il cuore di Mendel, lo stupido maestro di stupidi bambini, devoto al Signore, e dal Signore – crede lui – abbandonato. Roberto Anglisani dà voce a tutti i pensieri dei protagonisti, alle paure, alle speranze e alla disperazione, alle preghiere e alle rivolte. Come dice Skowronnek, grande amico di Mendel Singer, «Noi siamo dentro il disegno, e il disegno ci sfugge», per questo Mendel – e tutti gli altri – fanno tanta fatica: la vita è un mistero, la fede un rifugio, e il dolore mette a dura prova anche l'uomo più giusto. Durata spettacolo: 1 ora e 15 minuti Ingresso: intero 10 euro, ridotto 7 euro 4 febbraio 2024 ore 21 Chapiteau TRAC - PIN La Spezia CIRCO GALLEGGIANTE CabaretVariEtà • Cabaret di circo (e non solo) Il CabaretVariEtà è uno spettacolo di arte varia che vede in scena giovani artiste e artisti dai 15 ai 20 anni: numeri, presentazione, tecnica, comunicazione e tutto quello che serve per uno spettacolo è pensato da giovani per i giovani. Tante le discipline in scena, circo teatro danza musica per una serata che stupisce ogni volta. Circo Galleggiante, prima e unica scuola di circo a La Spezia, nasce nel 2017. Le attività della Scuola si sviluppano nell'ambito pedagogico con corsi per bambini, ragazzi e adulti, laboratori esterni, workshop specifici e, nell'ambito performativo, con spettacoli, il tutto sotteso da un' idea gioiosa e comunitaria del lavoro educativo e artistico. Durata spettacolo: 1 ora Ingresso: intero 10 euro, ridotto 7 euro 6 febbraio 2024 ore 21 Chapiteau TRAC - PIN La Spezia JACOB OLESEN Il Cavaliere Inesistente Recital letterario da "Il cavaliere inesistente" di Italo Calvino adattamento di Francesco Niccolini e Jacob Olesen costumi di Margaret Raywood regia di Amandio Pinheiro e Jim Calder Un personaggio che avrebbe tutte le qualità umane per vivere, decide per vocazione, per convincimento, per propria (o altrui?) scelta di non vivere e costituisce un punto di negazione, un'antimateria di segno opposto alla materia, ma non per questo meno necessaria e vitale. Malgrado le varie interpretazioni che si sono volute dare del Cavaliere Inesistente, sin dalla pubblicazione del libro: quella politica, quella psicologica, o persino a quella che vedeva nel personaggio un riflesso biografico dello stesso Calvino che l'autore ha sempre, quasi con fastidio respinto, richiamando alla semplice felicità del raccontare come quella dell'Orlando Furioso. Ebbene, la nostra vorrebbe essere, attraverso la rappresentazione una interpretazione "testuale". I vari personaggi del racconto: Agilulfo, il suo alter-ego capovolto Gurdulu', Rambaldo, Teodora-Bradamante, Sofronia, Torrismondo, si aggirano per il racconto, fuggono, si inseguono, si amano, si sfidano al di là delle possibili (tutte lecite) interpretazioni. Tutto risolto in unico attore che letteralmente si traveste in tutti i personaggi: tra armature vere e false, clangori di scena, musiche e canti (De sur le ponts de Bayonne), marionette. La storia del Cavaliere è quella di colui che vorrebbe davvero essere preso in considerazione proclamando, malgrado i suoi dubbi e quelli degli altri, la propria volontà di vivere e di compiere imprese valorose per cui valga la pena di esistere. Durata spettacolo: 1 ora Ingresso: intero 10 euro, ridotto 7 euro 14 febbraio 2024 ore 21 Chapiteau TRAC - PIN La Spezia UNTERWASSER THEATER COMPANY OUT OUT è uno spettacolo visuale, multidisciplinare, un'originale fiaba di formazione raccontata attraverso il linguaggio immaginifico del teatro di figura, un'opera poetica per adulti, che può essere vista anche dai bambini. Un viaggio iniziatico che conduce il protagonista fuori dalla casa, metafora delle certezze, per metterlo in relazione col mondo e con i suoi inevitabili contrasti. Il linguaggio poetico delle diverse tecniche utilizzate trasporta il pubblico in una dimensione onirica, trasmettendo il suo messaggio universale attraverso l'uso di archetipi. PREMI Eolo Award 2016, Miglior spettacolo di Teatro di Figura Selezione Visionari Kilowatt Festival 2015 Menzione d' onore Festebà 2015 Finalista Premio SCENARIO Infanzia 2014 UnterWasser è un gruppo di ricerca, fondato nel 2014 da Valeria Bianchi, Aurora Buzzetti e Giulia De Canio, che indaga le reciproche contaminazioni tra il teatro di figura e le arti visive. La compagnia intraprende un lavoro su due binari paralleli: da una parte quello performativo, dall'altra quello espositivo/installativo. Il teatro di UnterWasser è un'Installazione mobile da fruire nell'evolversi delle scene, nella fluidità del loro scorrere. La materia si trasforma davanti allo spettatore e le prospettive si modificano secondo il principio del montaggio cinematografico. Protagonisti sono l'oggetto artistico, l'immagine, la scultura, la materia in movimento. Il performer è al servizio dell'oggetto e ne diviene animatore. Le installazioni di UnterWasser hanno una drammaturgia teatrale, un movimento narrativo che le rende dinamiche ed evocative. Le immagini sono tratte dal mondo dell'onirico, pozzo da cui attingere suggestioni dell'universo interiore, con riferimenti estetici ispirati all'arte figurativa. Durata spettacolo: 50 minuti Ingresso: intero 10 euro, ridotto 7 euro INFO E BIGLIETTI I biglietti degli spettacoli sono acquistabili presso: - il Botteghino del Teatro Civico - ingresso da via Carpenino - da lunedì a sabato ore 8.30-12 (il mercoledì anche dalle 16-19) - PIN La Spezia - via Diaz, 2 - negli orari di apertura consultabili sul sito www.pinlaspezia.it - la biglietteria dello chapiteau - ingresso viale Mazzini, 2 - che aprirà 3 ore prima degli spettacoli Le prevendite online saranno disponibili sul circuito vivaticket.com... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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persinsala · 7 years
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Dal 26 al 28 maggio, la nona edizione di Festival Periferico ha trasformato il Villaggio Artigiano di Modena Ovest in un esperimento di teatro a cielo aperto per interrogarsi sulla reale possibilità dell’arte di «operare delle trasformazioni in luoghi che sembrano cementificati nel loro presente».Visto da lontano, il senso del festival ideato e organizzato dal collettivo modenese Amigdala (Gabriele Dalla Barba, Federica Rocchi, Sara Garagnani e Meike Clarelli) corre il rischio di venire semplicisticamente interpretato quale analisi e ricerca di una nuova relazione tra centro e periferia.
Se l’alternativa tra monadi (il centro e la periferia) poteva funzionare come ipotesi di lavoro per le nascenti scienze umane di fronte al compiersi dei poderosi processi di massificazione e industrializzazione socio-culturali del secolo scorso, oggi essa risulta totalmente inadeguata e priva di alcun senso. Contaminando corpo artistico e corpo urbano in una suggestiva ambiguità, volgendosi a rinnovare una narrazione tanto canonica quanto obsoleta che costringe centro e periferia a una strutturale contrapposizione tra parti (la prima vitale e pulsante di cultura, politica ed economia, la seconda marginale), Amigdala raccoglie in realtà una delle sfide più affascinanti e proprie della post-modernità, ossia strappare all’inutile banalità di ogni definizione eterodiretta l’individuazione e la funzione del rapporto mai interrotto tra spazi ed esseri umani per così spostarne significativamente il baricentro oltre la possibile riduzione in termini di consumo e capitale.
A mostrare con lancinante opacità come la periferia possa essere un’illusoria eterotopia, un luogo che, in realtà, possa macellare dentro la carne e il sangue di chi lo vive passivamente è il Villaggio Artigiano di Modena Ovest, un contesto «sorto nel 1953 […] grazie a un intervento pubblico di innovazione sociale ante-litteram» e attualmente caratterizzato da «estinzione del lavoro artigianale […] abbandono degli immobili […] degrado dello spazio pubblico […] assenza di verde urbano e convivenza interetnica», e che, a latere delle sue strade, degli edifici e delle assenze che lo innervano, continua a ricordare come nel recente passato fosse riuscito a distinguersi per l’imponente e qualitativa cultura del lavoro e della produzione.
Ciò che muove «un lavoro che connette attivazione territoriale, riflessione urbanistica e arte partecipata» e che vede nel progetto Periferico di OvestLab di rigenerazione di «una delle tante officine dismesse del Villaggio Artigiano» lo step di una «restituzione più ampia e articolata» non è un’ideologica affermazione di principio o un furore avanguardistico. Raccogliendo il poetico suggerimento di Franco Armino di abitare i luoghi con «intimità e distanza», Amigdala segna difatti il solco di un percorso di straordinaria lungimiranza, accompagna lucidità a complessità e «focalizza ogni anno contenuti e proposte su un’area della città selezionata attraverso un lungo lavoro di ricerca che coinvolge anche architetti, urbanisti, imprenditori, ricercatori, giornalisti, cittadini e così via».
Un percorso affatto semplice e non esente da punti deboli, come la complicatissima opera di tessitura con le anime locali, coinvolte e presenti solo in parte, ma rispetto al quale il collettivo modenese rivela, opportunamente, di avere una chiara e consapevole strategia d’azione, rilanciando per i prossimi tre anni «una nuova fase del progetto OvestLab con cui […] radicandosi nell’ex-officina, […] avviare nello spazio e nel quartiere un nuovo presidio locale partecipato dei processi di rigenerazione del territorio», così promuovendo «processi continuativi in forme laboratoriali e sperimentali per ampliare progressivamente la durata del festival in una progettualità su scala annuale», per cercare di accompagnare sempre maggiore inclusione e per interpretare con un’intenzione affatto naif la dicotomia tra un centro ridotto a specchio per il turismo globale o alla conservazione museale, dunque promotore di solitudine nella moltitudine, e, di contro, una periferia non romanticamente elevata a contesto in cui si concentrano le condizioni più idonee per il fiorire della cultura e dell’arte, ma vissuta come comunità orizzontale e, di conseguenza, come autentico argine all’aridità dell’emarginazione.
In questo quadro di permeabilità al meticciato, di attraversamento dei confini rispetto ai quali si è ormai al di là ed è innaturale/disumano opporsi, Amigdala attribuisce al teatro e all’arte performativa un decisivo ruolo di migrazione delle coscienze da uno status quo (percepito immutabile) a margini operativi in cui potersi coltivare fuori dall’anonimato della massificazione e al periferico non di anacronistica isola geografica, ma di spazio fisico e simbolico, di riunione con l’alterità (etnica e sociale) in cui promuovere un’esperienza direttamente incisiva nell’individuazione del soggetto sociale.
Nella pratica, Periferico sviluppa questa volontà di esercizio condiviso attraversando e lasciando attraversare ex officine, strade e cortili del quartiere, imprese e case del Villaggio Artigiano, spazi in cui il Made in Italy ha conosciuto i fasti dell’eccellenza. E, dalla delicatissima installazione La disobbedienza dell’acqua al (troppo) cervellotico Office for a Human Theatre, dalla strepitosa The Streetwalker (una galleria open air di ready-made in grado di innescare con sontuosa semplicità la compartecipazione del pubblico) ai Racconti Americani secondo i Muta Imago (una restituzione «per suoni e immagini» della banalità del disagio contemporaneo tratta dai meravigliosi testi di Herman Melville e John Cheever), che il Villaggio Artigiano fosse un esperimento sociale e politico di dimensione comunitaria lo ha ricordato uno dei momenti più potenti della tre giorni, lo sconcertante incontro – inopportunamente turbato dalla vis comica del conduttore Simone Francia – con Beppe Manni, celebre ex prete-operaio che negli anni settanta, con Gianni Ferrari e Franco Richeldi, fu co-protagonista di un radicale tentativo di applicazione pastorale dell’anelito rinnovatore del Concilio Vaticano II all’interno del Villaggio Artigiano; un’autentica perla di memoria che obbliga alla necessità di ripensare con responsabilità il valore e la funzione umanitaria della localizzazione, ossia della strutturazione gerarchica dei luoghi in cui cultura e natura devono necessariamente coesistere.
Perché se le periferie, fisiche o simboliche, rappresentano – di fatto – la distanza dai luoghi dell’Istituzione, la cui normatività ideale è spesso sinonimo di perdita del senso di realtà, la perturbazione promossa dalle fantastiche visioni del collettivo Amigdala rilancia non l’illusione di una terra promessa cui giungere da stranieri al termine di un esodo più o meno volontario, quanto l’intimo valore sociale di una cultura che, quando strutturatasi instabile perché libera, riesce nel proprio magico intento di facilitare la costituzione delle identità attraverso le differenze e, come auspicato, di «operare delle trasformazioni in luoghi che sembrano cementificati nel loro presente».
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Periferico è un progetto di Amigdala ideato e diretto da Federica Rocchi, Gabriele Dalla Barba, Meike Clarelli, Sara Garagnani cura Federica Rocchi suono Meike Clarelli immagine Sara Garagnani scritture Gabriele Dalla Barba organizzazione, logistica, amministrazione Frida De Vreese ufficio stampa Michele Pascarella e Silvia Mergiotti social media manager Silvia Mergiotti tecnica Davide Cristiani e Fabrizio Orlandi coordinamento rapporti con il territorio Silvia Tagliazucchi tirocinio Cuan Sommacal, in collaborazione con Master in Public History Università degli studi di Modena e Reggio Emilia e Istituto Storico di Modena volontari Diego Fiori, Alberto Vezzelli, Paolo Credi, Dino Zanasi con la preziosa collaborazione di Eredi Cavallini, Silvio Lolli -Fabele, LUOGO –spazio eventi con cucina, Bianco Creative Studio Design, Learco Menabue, Circolo Piazza, Angelo Fantoni e famiglia, Rossana Lusvardi e Angelo Canali, Silvia Sitton, Matteo Diici, Trame 2.0 e Laboratorio Tric e Trac, Emilia Romagna Teatro Fondazione con il contributo di Fondazione Cassa di Risparmio di Modena; Quartiere 4 del Comune di Modena; Ministero per i Beni e le Attività Culturali con il patrocinio di Regione Emilia Romagna un ringraziamento a Nicola Ferrari; Patrizia Canali; Donatella Caselli;Angelo Canali; Andante Coordinamento Teatrale, Instabile 19, Teatro dei Venti, Drama Teatri, Aliante Cooperativa Sociale punto ristoro a cura di: Keller Nell’ambito di Andante 2016/17, progetto selezionato attraverso il bando Rassegne teatrali 2016 promosso e finanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena
Programma
Venerdì 26 maggio dalle 17 alle 22.30 FILIPPO TAPPI Con tendenza a perdere | da Ovestlab installazione
dalle 17 alle 21 AMIGDALA La disobbedienza dell’acqua | ex officina Cavallini Radiatori
ore 18.00 FILIPPO ANDREATTA (Office for a Human Theatre) conversazione | LUOGO, partenza da OvestLab
ore 19.30 ISABELLA BORDONI Adiacenze | per le strade del quartiere | partenza da OvestLab performance itinerante
ore 21.30 COMPAGNIA ABBONDANZA BERTONI Le fumatrici di pecore | Ovestlab spettacolo
ore 22.30 Ceci n’est pas un dj set | OvestLab
Sabato 27 maggio ore 10.30 Inaugurazione progetto Un Community Hub al Villaggio Artigiano (a cura di Amigdala e Associazione Archivio Architetto Cesare Leonardi) con la partecipazione di CLAUDIO CALVARESI | OvestLab
dalle 10 alle 23 FILIPPO TAPPI Con tendenza a perdere | OvestLab installazione
dalle 17 alle 21 RADHARANI PERNARČIČ Skin-deep jag. The doors to deep skin – prima assoluta | Ovestlab performance
ore 16.00 LEONARDO DELOGU conversazione | cortili del quartiere, partenza da OvestLab
dalle 17 alle 21 AMIGDALA La disobbedienza dell’acqua | ex officina Cavallini Radiatori
ore 17.30 ORME | visite guidate nelle imprese e case del Villaggio Artigiano | partenza da OvestLab
ore 19.30 ISABELLA BORDONI conversazione | cortili del quartiere, partenza da OvestLab
ore 21.30 OFFICE FOR A HUMAN THEATRE JA site-specific version di squares do not (normally) appear in nature | Ex officina, via C. Della Chiesa, partenza da Ovestlab
ore 22.30 MUTA IMAGO Racconti Americani: Bartleby | OvestLab videoracconto
ore 23.00 Ceci n’est pas un dj set | OvestLab
Domenica 28 ore 10.30 Visite Laboriose a cura di ERT – Emilia Romagna Teatro Fondazione nell’ambito del progetto Un bel dì saremo. Narra BEPPE MANNI legge SIMONE FRANCIA | cortile di Ovestlab
ore 12.00 Geo Esplorazione condotto da ANTONIO CANOVI (geostorico) fino al Laboratorio Tric e Trac e pranzo conviviale (a cura di Associazione TRame 2.0) | partenza da Ovestlab
dalle 17 alle 21 RADHARANI PERNARČIČ Skin-deep jag. The doors to deep skin | Ovestlab performance
dalle 17 alle 21 AMIGDALA La disobbedienza dell’acqua | ex officina Cavallini Radiatori
ore 15.00 CLAUDIA SORACE (Muta Imago) conversazione | cortili del quartiere, partenza da OvestLab
ore 16.30 CLAUDIA CATARZI 40.000 cmq | Ex officina, via C. Della Chiesa, partenza da Ovestlab spettacolo
ore 18.00 ENRICO GABRIELLI conversazione Musica tradotta e tradita | OvestLab
ore 19.45 ILARIA GRAZIANO E FRANCESCO FORNI concerto | partenza da Ovestlab
ore 21.30 MUTA IMAGO Racconti Americani: The river – prima assoluta | OvestLab videoracconto
ore 22.30 Ceci n’est pas un dj set | OvestLab
INSTALLAZIONI Venerdì 26, sabato 27, domenica 28 dalle 10 alle 24 LJUD Streetwalker | Installazione per le strade del quartiere
FILIPPO TAPPI Non un manifesto | Installazione per le strade del quartiere e della città
CESARE LEONARDI Paesaggi Domestici (a cura di Archivio Architetto Cesare Leonardi) | Ovestlab
SILVIA TAGLIAZUCCHI, GIULIA FIORILLO, MARIA GRAZIA ARGENTIERI OvestMaP | mappatura partecipata del Villaggio Artigiano in collaborazione con CivicWise e Architetti di Strada
Venerdì 26 e sabato 27 dalle 16 alle 20 ANGELO FANTONI Casa/studio aperta | via Rinaldi, 81
Domenica 28 dalle 16 alle 21 FEDERICO LOMBARDO Identità artificiali | Bianco Creative Studio Design – via Emilio Po, 111
  Alto Fragile Urgente. Festival Periferico 2017 – IX edizione Dal 26 al 28 maggio, la nona edizione di Festival Periferico ha trasformato il Villaggio Artigiano di Modena Ovest in un esperimento di teatro a cielo aperto per interrogarsi sulla reale possibilità dell'arte di «operare delle trasformazioni in luoghi che sembrano cementificati nel loro presente».
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BIT 2018 – Business Index on Transparency
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BIT 2018 – Business Index on Transparency
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Il Business Index on Transparency (BIT) nasce dalla volontà di Transparency International Italia di mappare le attività che le aziende mettono in campo in termini di trasparenza, integrità e impegno nell’anticorruzione.
Questo lavoro di indagine trae spunto dal lavoro svolto da Transparency International, anno di pubblicazione della prima ricerca TRAC (Transparency in Corporate Reporting), la quale codifica una metodologia che prende in considerazione quello che le aziende rendono pubblicamente visibile attraverso il proprio sito internet in ambito anticorruzione.
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Il Business Index on Transparency (BIT) nasce dalla volontà di Transparency International Italia di mappare le attività che le aziende mettono in campo in termini di trasparenza, integrità e impegno nell’anticorruzione.
Questo lavoro di indagine trae spunto dal lavoro svolto da Transparency International, anno di pubblicazione della prima ricerca TRAC (Transparency in Corporate Reporting), la quale codifica una metodologia che prende in considerazione quello che le aziende rendono pubblicamente visibile attraverso il proprio sito internet in ambito anticorruzione.
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poetyca · 4 years
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Due diversi mondi
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Due diversi mondi
Forse viviamo due diversi mondi o due facce diverse della stessa cosa: da una parte quello che gli occhi osservano e che ci sembra ” diverso” da quel che siamo, che incarna aspetti che sentiamo dissonanti con il nostro essere, vorremmo poter correggere o forse essere protetti da quel mondo che chiamiamo realtà, che non sempre ci rappresenta, dal quale ci si sente alieni, distanti per modi e linguaggio.Troppa invadenza, troppe pressioni affinché si segua un ordine ed un tempo preconfezionato per tutti, senza la possibilità di scendere nel profondo per un ascolto ed un accordarsi ad un ritmo più soggettivo. Ma esiste un altro aspetto, un mondo che invece ci appartiene che è dentro di noi, fatto di sensazioni, di attimi interminabili e di silenzio ricco di armonia, basta soltanto fermarsi ad assaporarlo per sentirci ” a casa” e per comprendere come esso sia il senso stesso della nostra ricerca, non è mai stato distante e non si deve percorrere nulla spostandosi in altri luoghi, come per un viaggio, per trovarlo,esso infatti va solo ascoltarlo per accedervi e per comprendere come esso sia ricco di pace, come un giardino che va curato, è filo sottile di bellezza che si manifesta nei sentimenti indistruttibili e nel ricordo di quanto ci abbia arricchito nel tempo. Basta semplicemente accogliere quel che è, senza la pretesa di cambiare qualcosa o di trattenere, tutto scorre e tutto ha un senso impalpabile che offre sostanza al nostro spazio interiore con un continuo adattamento ed una continua flessibilità che innalza le frequenze energetiche per essere come un fiume che accoglie affluenti di armonia, per divenire armonia viva.
Spesso accecati dalla voglia di possesso, come se si trattasse di un ” luogo” esteriore, non ci rendiamo conto che facciamo fuggire quel che impalpabile come la neve è pura essenza, non ha forma o consistenza ma è proprio per questo che è preziosa e vera, è come una musica che non si ode con l’orecchio ma con l’anima che vibrante riconosce la musica primigenia dell’Amore e ne ripercorre la strada arricchendosi si Armonia e contenuto per essere portatori di pace.
26.10.2010 Poetyca
Two different worlds
Perhaps we live in two worlds or two different faces of the same thing: on one hand and what the eyes observe that there seems to be “different” from what we are, we feel that embodies aspects dissonant with our being, we would like to correct or perhaps be protected from that world we call reality, which is not always there, from which it feels alien, distant and ways to linguaggio.Troppa intrusive, too much pressure to follow a pre-order and once for all, without the possibility of going into deep listening and an agreement at a rate more subjective. But there is another side, a world that belongs to us but that is within us, made up of sensations, of endless moments of silence and of harmony, you just stop and savor it to feel “at home” and to understand how it is the sense of our research was never far away and you should not take anything by moving to other places, such as a trip, to find it, in fact it is only hear to access and to understand how it is full of peace, like a garden which is nice, is thin of beauty that manifests itself in the feelings and indestructible memory of what we have enriched over time. Just accept what is, without pretending to change something or to withhold, everything flows and everything makes sense that impalpable substance offers to our inner space with a constant change and continuous flexibility that raises the energy frequencies to be like a river which receives tributaries of harmony, harmony and become alive. Often blinded by the desire of possession, as if it were a “place” outside, we do not realize what we do to escape the snow is as fine as pure essence, has no form or substance but that is precisely why it is valuable and true it’s like a music that is heard with the ear but with the soul that recognizes the vibrant music of love and primitive traces its path is enriched Harmony and content to be peacemakers.
26.10.2010 Poetyca
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