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#sensi studio
dnamag · 11 months
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crochet lampshade
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wardrobesinspiration · 2 months
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Who: Julia Berolzheimer
What: Sensi Studio Feathers Mini Bucket Bag ($282.00)
When: Daily Look 2 - February 20, 2024
Worn with: Leset top, Rosie Assoulin skirt, Capulette flats
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perfettamentechic · 9 months
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Summer Outfit by Paola Moretti
Outfit by Paola Moretti #outfitoftheday #ootd #wwt #outfit #fashionstyle #summer #summerstyle #summeroutfit #brownstyle #maxazria #aquazzura #greyant #sensistudio #loewe #buccellati #sophiemonet #badgleymischka #iho #paolamoretti #perfettamentechic
Abito: BCBG Max Azria Scarpe: Aquazzura Occhiali: Grey Ant Cappello: Sensi Studio Bracciale: Loewe Anello: Buccellati Orecchini: Sophie Monet Borsa: Badgley Mischka Fashion Blogger: Paola Moretti Instagram: paolamorettiiho
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https://www.modaonlinemagazalari.com/moda-markas/sensi-studio/
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divatmarkak-hu · 5 years
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SENSI DELL’ARTE - di Gianpiero Menniti 
DI BOLINA
In ambito accademico sono molte le obiezioni ad accogliere la "street art" tra le espressioni figurative degne di attenzione e di studio.  Semplicemente, non sono d'accordo. Per chi non naviga a vela, immaginare che si possa correre sul mare stringendo la prua verso il vento, fin quasi ad andargli contro, non appare credibile. Eppure, la "bolina" è tra le andature più intense e affascinanti. La "street art" è affresco contemporaneo: un'epoca raccontata fuori dai musei.
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klimt7 · 3 months
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Scrivere a mano comporta una maggiore connettività cerebrale rispetto a digitare i tasti su una tastiera, evidenziando la necessità di esporre gli studenti a un maggior numero di attività che prevedano la scrittura a mano. A rivelarlo uno studio dell'Università norvegese di Scienza e Tecnologia, pubblicato su Frontiers in Psychology.
Scrivere a mano a scuola è sempre più raro
Poichè i dispositivi digitali stanno sostituendo progressivamente carta e penna, prendere appunti a mano sta diventando sempre più raro nelle scuole e nelle università. L'uso della tastiera è consigliato perchè spesso è più veloce della scrittura a mano. Tuttavia, è stato riscontrato che quest'ultima migliora l'accuratezza dell'ortografia e il richiamo della memoria.
Sempre meno bambini usano il corsivo. Ma la scrittura è un'arte che si impara. La scrittura a mano stimola la connettività cerebrale.
Per scoprire se il processo di formazione delle lettere a mano comporta una maggiore connettività cerebrale, i ricercatori norvegesi hanno studiato le reti neurali sottostanti coinvolte in entrambe le modalità di scrittura. "Abbiamo dimostrato che quando si scrive a mano, i modelli di connettività cerebrale sono molto più elaborati rispetto a quando si scrive a macchina su una tastiera", ha dichiarato Audrey van der Meer, ricercatrice sul cervello presso l'Università norvegese di Scienza e Tecnologia e coautrice dello studio.
L'esperimento
"Questa connettività cerebrale diffusa è nota per essere cruciale per la formazione della memoria e per la codifica di nuove informazioni e, quindi, è benefica per l'apprendimento", ha continuato van der Meer. I ricercatori hanno raccolto i dati EEG di 36 studenti universitari ai quali è stato chiesto ripetutamente di scrivere o digitare una parola apparsa su uno schermo. Quando scrivevano, usavano una penna digitale per scrivere in corsivo direttamente su un touchscreen.
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Logopedia, i nativi digitali apprendono come i dislessici
Nel premere i tasti hanno usato un solo dito. Gli EEG ad alta densità, che misurano l'attività elettrica del cervello utilizzando 256 piccoli sensori cuciti in una rete e posizionati sulla testa, sono stati registrati per cinque secondi per ogni richiesta. La connettività di diverse regioni cerebrali è aumentata quando i partecipanti scrivevano a mano, ma non quando battevano a macchina.
"I nostri risultati suggeriscono che le informazioni visive e di movimento, ottenute attraverso movimenti della mano controllati con precisione nell'usare una penna, contribuiscono ampiamente ai modelli di connettività cerebrale che promuovono l'apprendimento", ha sottolineato van der Meer.
Il segreto? L 'attenzione nella formazione delle lettere.
Sebbene i partecipanti abbiano usato penne digitali per scrivere a mano, secondo i ricercatori, i risultati dovrebbero essere gli stessi quando si usa una vera penna su carta. "Abbiamo dimostrato che le differenze nell'attività cerebrale sono legate all'attenta formazione delle lettere quando si scrive a mano, facendo un uso maggiore dei sensi", ha spiegato van der Meer. Poichè è il movimento delle dita durante la formazione delle lettere a promuovere la connettività cerebrale, si prevede che la scrittura a mano abbia benefici simili a quelli della scrittura corsiva sull'apprendimento. Al contrario, il semplice movimento di premere ripetutamente un tasto con lo stesso dito è meno stimolante per il cervello."
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"Questo spiega anche perchè i bambini che hanno imparato a scrivere e leggere su una tavoletta possono avere varie difficoltà a distinguere tra lettere che sono immagini speculari l'una dell'altra, come la 'b' e la 'd': non hanno letteralmente provato con il loro corpo cosa si prova a produrre quelle lettere", ha spiegato van der Meer.
"I risultati - hanno dichiarato gli autori - dimostrano la necessità di dare agli studenti l'opportunità di usare le penne, piuttosto che farli scrivere a macchina durante le lezioni".
Le linee guida per garantire che gli studenti ricevano almeno un minimo di istruzione sulla scrittura a mano potrebbero essere un passo adeguato.
Per esempio, in molte aree degli Stati Uniti è stata reintrodotta l'educazione alla scrittura corsiva all'inizio dell'anno. Allo stesso tempo, è importante tenersi al passo con i progressi tecnologici in continuo sviluppo. Ciò include la consapevolezza di quale modo di scrivere offra maggiori vantaggi in quali circostanze.
"È dimostrato che gli studenti imparano di più e ricordano meglio quando prendono appunti scritti a mano, mentre l'uso di un computer con tastiera può essere più pratico quando si scrive un testo o un saggio lungo", ha concluso van der Meer.
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curiositasmundi · 5 months
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[...] Come giornaliste, giornalisti, video e fotoreporter siamo sconvolti dal massacro dei nostri colleghi, delle nostre colleghe e delle loro famiglie da parte dell'esercito israeliano. Siamo al fianco dei nostri colleghi e delle nostre colleghe di Gaza. Senza di loro, molti degli orrori sul campo rimarrebbero invisibili. Ci uniamo alle nostre colleghe e ai nostri colleghi statunitensi e francesi nel sollecitare la fine delle violenze contro i e le professioniste dell’informazione a Gaza e in Cisgiordania, e per invitare i responsabili delle redazioni italiane ad avere un occhio di riguardo per le ripetute atrocità di Israele contro i palestinesi. Le nostre redazioni, senza il lavoro di chi ora è sul campo, non sarebbero in grado di informare il pubblico italiano rispetto a ciò che sta accadendo nella Striscia. Eppure, la narrazione quasi totalitaria della nostra stampa sembra essere poco oggettiva nel riportare le notizie. Molteplici redazioni italiane e occidentali stanno continuando a disumanizzare la popolazione palestinese e questa retorica giustifica la pulizia etnica in corso. Negli anni sono state diverse le accuse di doppio standard. Tra le più eclatanti il caso della BBC, analizzato dalla Syracuse University nel 2011 e lo studio di come, negli ultimi 50 anni, la stampa statunitense ha coperto le notizie relative alla questione palestinese con una predilezione per il punto di vista israeliano. Nel 2021 più di 500 giornalisti hanno firmato una lettera aperta in cui esprimevano preoccupazione per la narrazione dei fatti di Sheikh Jarrah. Nelle stesse settimane, diversi accademici italiani hanno inviato una lettera aperta alla Rai in merito alla copertura delle stesse notizie. Le nostre redazioni hanno in troppi casi annullato le prospettive palestinesi e arabe, definendole spesso inaffidabili e invocando troppo spesso un linguaggio genocida che rafforza gli stereotipi razzisti. Sulla carta stampata e nei programmi di informazione, la voce palestinese è troppo spesso silenziata. Non è stato dato abbastanza spazio a giornalisti e giornaliste arabofone esperti ed esperte sul tema, che sarebbero in grado di dare anche il punto di vista dei Paesi della regione. La copertura giornalistica ha posizionato il deprecabile attacco del 7 ottobre come il punto di partenza del conflitto senza offrire il necessario contesto storico - che Gaza è una prigione de facto di rifugiati dalla Palestina storica, che l'occupazione di Israele dei territori della Cisgiordania è illegale secondo il diritto internazionale, che i palestinesi sono bombardati e attaccati regolarmente dal governo israeliano, che i palestinesi vivono in un sistema coloniale che usa l’apartheid e che in Cisgiordania continuano i pogrom dei coloni israeliani contro la popolazione indigena palestinese. Gli esperti delle Nazioni Unite hanno dichiarato di essere "convinti che il popolo palestinese sia a grave rischio di genocidio", eppure diversi organi di informazione non solo esitano a citare gli esperti, ma hanno iniziato una campagna denigratoria contro esperti indipendenti delle Nazioni Unite, come Francesca Albanese, Relatrice speciale sulla situazione dei diritti umani nei territori palestinesi occupati. Il nostro compito, però, è fare informazione, fare domande scomode e riportare i fatti. L’omissione delle informazioni e il linguaggio che incita alla violenza, come la richiesta della bomba atomica su Gaza, sono comportamenti che rischiano di diventare complicità di genocidio, ai sensi dell’art. II.c della Convenzione di Ginevra del 1948 sul genocidio. [...]
Via - Lettera aperta: Condanna della strage di giornalisti a Gaza e richiesta di una corretta copertura mediatica della pulizia etnica e del rischio genocidio in corso.
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diceriadelluntore · 9 months
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Storia Di Musica #286 - Guns N' Roses, Appetite For Destruction, 1987
Anticipo che, siccome la ricerca di album con le copertine censurate è stata davvero divertente, tra poco ci sarà una sorta di appendice fotografica con piccole storie, alcune davvero incredibili, su copertine che definire controverse a volte è davvero poco. Per finire questa mini carrellata oggi sono andato nella Los Angeles di metà anni ’80, dove un gruppo che segnerà un’epoca musicale muove i primi passi. Nascono infatti dalle fusioni di musicisti degli L.A. Guns e degli Hollywood Roses. Dagli Hollywood Rose provenivano Axl Rose (Voce) ed Izzy Stradlin (Chitarra ritmica), mentre dagli L.A. Guns provenivano Tracii Guns (Chitarra solista), Ole Beich (Basso) e Rob Gardner (Batteria). Il gruppo esordì ufficialmente il 26 marzo 1985. Ole Beich dopo pochi concerti capisce che non è cosa e lasciò il gruppo, venne sostituito da Duff McKagan, che esordì insieme agli altri membri della band l'11 aprile 1985, al locale Radio City ad Anaheim. Poco dopo anche il chitarrista Tracii Guns abbandonò il gruppo, a causa di divergenze con Axl Rose, e riformò gli L.A. Guns. Al suo posto entrò Saul Hudson, in arte Slash, che aveva avuto precedenti esperienze in alcune band tra cui i London e Black Sheep, oltre ad aver già suonato negli stessi Hollywood Rose. Rimane solo da trovare un batterista dopo che anche Gardner se ne va: si associa al gruppo Steven Adler, che aveva in precedenza suonato qualche volta con McKagan e Slash. Inizia così la storia di un gruppo che si muove sullo sfondo di una Los Angeles sognata fatta di feste (e fatta in molti altri sensi), cinema, eccessi. All’inizio, i concerti avvengono nei weekend, perché durante la settimana tutti fanno qualche lavoretto. Ma sin da subito esprimono una potenza ed un’energia incredibili. Tanto che Tom Zutaut della Geffen Records, stupito da un'esibizione del gruppo, diffuse in giro la falsa notizia che "facessero schifo" per avere più tempo e mezzi per scritturarli. Avuto un anticipo su contratto all’epoca faraonico, firmano con la Geffen che crea, fittiziamente, una nuova etichetta, la Uzi Suicide, per dare al loro primo EP un’aura di autoproduzione. Tra l’altro, l’Ep è un finto live registrato in studio dal titolo Live ?!*@ Like a Suicide: tra i quattro brani, una cover azzeccatissima di Mama Kin degli Aerosmith e una musica che spira fiamme dalle corde della chitarra di Slash e dalla voce di Axl Rose. Ci vuole infatti solo qualche mese per l’attesissimo debutto del 1987: fu contattato persino Paul Stanley dei Kiss per la produzione, ma alla sua richiesta di poter modificare i brani fu subito cacciato. Le redini della potenza sonora furono date ad un giovane Mike Clink, che con il successo di Appetite For Destruction diventerà un nome importante dell’heavy metal moderno. Partiamo subito dal casus belli della copertina: la prima idea di Axl Rose fu quella di usare la celeberrima e drammatica foto dello scoppio dello Space Shuttle Challenger che nel Giugno del 1986 scoppiò dopo pochi secondi dal lancio, uccidendo i 7 elementi dell’equipaggio, idea subito accantonata perché ritenuta offensiva. La seconda scelta, usata provocatoriamente alla fine come copertina, era questa:
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un disegno di Robert Williams, da cui la band prese il titolo Appetite For Destruction, in cui un robot che si sta vestendo dopo aver abusato sessualmente di una donna, che è a seno nudo sul marciapiede, è fermato da uno spaventoso robot guardiano. Allegoria dell’intrusione violenta e scellerata sul mondo e sull’ambiente (almeno secondo la band in numerose interviste successive) fu rifiutata da diverse catene di vendita. La Geffen decise quindi di ritirare le prime tirature (che adesso valgono centinaia di euro) e di sostituire l’originale con una copertina più convenzionale, che è quella di apertura al post, dove il disegno di un tatuaggio a croce celtica contiene agli estremi e al centro dei teschi disegnati a rappresentanza dei singoli componenti: secondo Billy White Jr., il disegnatore, i nastri che fanno da sfondo alla croce sono un omaggio ai mitici Thin Lizzy, band preferita sia dal disegnatore sia da Axl Rose. Per quanto riguarda la musica, siamo di fronte ad uno dei dischi di debutto più portentosi di sempre, con canzoni diventate miti: dalla potenza selvaggia di Welcome To the Jungle, per mesi rifiutata dalle radio, scritta da Rose mentre si trovava a Seattle con un amico. I due incontrarono un barbone che, nel tentativo di spaventarli, gridò loro: «You know where you are? You're in the jungle, baby! You gonna die!», a Anything Goes, conturbante, da Nightrain, omaggio all’economico vino californiano, molto alcolico, di cui erano “ghiotti” i nostri, a Mr. Brownstone, stravolto e travolgente inno alla droga (problema che diventerà una pensante dipendenza per il gruppo, tanto da essere in seguito provocatoriamente descritto come Lines n’Noses), dal punk rock di Paradise City a It's So Easy, che leggenda vuole fu scritta dopo che Slash vide un incidente a New York, e andando vicino all’uomo rimasto in auto questi gli abbia detto “Non ti preoccupare, da queste parti cose del genere capitano sempre. Le auto si scontrano tutte le notti.”, tanto che nel secondo verso il testo dice: Cars are crashing every night\I drink and drive\everything's in sight\I make the fire\But I miss the fire fight\I hit the bullseye every night. Rimangono ancora due brani: il primo, Rocket Queen si ricorda perché ad un certo punto ci sono, nel bridge finale, i rumori di un rapporto sessuale, che leggenda vuole fosse una registrazione, non si sa quanto voluta, tra Axl Rose e tale Adriana Smith, che si dice fosse una ex di Adler. Ma la canzone più famosa è Sweet Child O’ Mine: scritta per la sua allora fidanzata, Erin Everly, divenne una hit mondiale anche per via del video musicale, che mostra i componenti della band suonare la canzone in un deposito. Un disco che mostra senza nessun pudore ambiguità e sessismo, tanto che si da subito la band sembrava fatta apposta per suscitare polemiche, aumentate anche da sibilline interviste e apparizioni in TV. Verranno accusati di tutto, la più grave delle accuse sulla loro presunta xenofobia (scatenata da One In A Million, canzone contenuta nel loro successivo G’N’R Live del 1988), ma nel mondo del rock pesante si imporranno la voce, lo stile strabordante di Axl Rose e soprattutto la chitarra di Slash, che diventerà iconica. Rimangono uno degli ultimi esempi di leggenda di rock della strada, ma sin da subito inizieranno faide interne, problemi di droga e altro che segneranno tutto il futuro cammino musicale, segnato da megalomania, canzoni mito (una su tutte, November Rain, ma anche Ain't It Fun) e una sorta di predisposizione al litigio, tanto che è impossibile capire quante volte la band si sia sciolta e ricomposta. Tra l'altro, tra tutti Slash è quello che avrà discreto successo anche da solo o come ospite sessionista, suonando in centinaia di dischi. Una band selvaggia, furiosa e imperfetta, in pieno stile rock.
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museenkuss · 2 months
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The little hint of sunshine we got this morning made me crave summer already...
Sensi Studio || Ruslan Baginskiy || Weekend MaxMara || Lauren Ralph Lauren || Twinset || Karl Lagerfeld Signature
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perfettamentechic · 9 months
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Summer Outfit by Paola Moretti
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Short: Rebecca Vallance Top: Alice + Olivia Scarpe: Alexandre Birman Borsa: Susanne Chow Occhiali: Balenciaga Cappello: Sensi Studio Orecchini: Loewe Anello: Selim Mouzannar Lipstick: Lancome Fashion Blogger: Paola Moretti Instagram: paolamorettiiho
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elorenz · 23 days
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Estratto narrativo. Quando la tristezza eleva l'egoismo.
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Queste problematiche non erano nulla se confrontate alla pena che stava vivendo nell'ultimo anno Isabella. Ma che ci vuoi fare? pensò, i problemi degli altri sono sempre più grandi di ciò che pensano. Quindi aprì le orecchie ed ascoltò con attenzione ciò che Riccardo le diceva "...non so proprio come fare Isabella, questa cosa mi è capitata tra capo e collo come una frustata..." chi viene abbandonato prova un senso di cecità che ottenebra vista e ragione, il che li porta a concentrarsi sulla perdita e mai sulle infinite possibilità dell'essere libero. Il piatto pende sempre dalla stessa parte perché caricato dal peso della tristezza finché un giorno, ad uno sguardo, si sgretola il ricordo e si rinasce nuovamente nell'infatuazione. Isabella in quell'anno aveva perso il padre, la casa e non era riuscita a concludere il percorso di studio perché obbligata a lavorare e stare dietro a sua madre. La povertà dei sensi l'aveva sdraiata a terra e tutti quei treni ch'era stata costretta ad abbandonare le erano passati sopra dilaniando la sua mente. Nulla sulla terra le avrebbe ridato ciò che il destino le aveva rubato. "Perché mi è capitato tutto questo? Cosa devo fare Isa?" volle farsi imboccare Riccardo. La sincerità è un elemento fondamentale in amicizia ma una giusta ricetta prevede anche il sapersi mettere da parte e tutto ciò che Isabella aveva provato in quell'ultimo anno l'aveva fatta maturare prima del suo tempo. Con nobiltà mise da parte la sua storia, era consapevole che Riccardo conoscesse i suoi traumi ma ciò che provava il ragazzo lo portò all'egoismo, qualcosa che sapeva essere fuori dal suo carattere. Era convito d'esser l'unico a soffrire ma se avesse osservato con lucidità alle spalle della ragazza avrebbe visto il cimitero di sentimenti nel quale ella posava i suoi ricordi come fiori.
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ilcercatoredicolori · 6 months
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Le qualità di una persona spesso non sono visibili. Le persone non sono simpatiche perché fanno ridere o perché sono d’accordo con te e quando lo sono ti sorridono in quel modo, stringendo un po’ le labbra e accentuando il mento, spingendolo in avanti. Non sono nemmeno colte, se non sono in grado di farti imparare, ma tentano di erudirti, col culo ben saldo al loro Io. Ho incontrato spesso persone che hanno studiato poco che mi hanno insegnato molto. Quando incontro una persona nuova, la guardo, l’ascolto parlare, ma soprattutto la guardo come se fosse una cartina stradale, non la studio, ma imparo le sue strade. Mi soffermo sui movimenti delle mani, calcolo il diametro del pomo d’Adamo, a volte con l’unità di misura che hanno i desideri e guardo e riguardo le sopracciglia delle donne. Mi piacciono le falangi, i lobi delle orecchie, i capelli. Riesco a indovinare dalle rughe i posti della gioia e quelli del dolore, senza approssimazione. Li imparo, così da fare meno male con l’uso o l’abuso dei discorsi. Se se poi il caso o l’abbandono, il desiderio o l’allegria, permettono l’espressione di altri sensi, come l’olfatto e il tatto, il gusto, ecco che si ha una percezione più intensa e veritiera della persona nuova. Fare conoscenza. Fare conoscenza significa apprendere, non tirare conclusioni. Che poi, le conclusioni, non vanno mai tirate, ma tenute per sé, nel posto delle conclusioni, quello remoto, che si frequenta con cautela.
Cecilia Resio - Persona
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dopo aver pubblicato un tiktok riguardo la storia con Stefano seguendo un trend, lui mi ha scritto, su Telegram. prova n°1. non credeva alla gravidanza ma ha smesso di fare il cazzone quando ho giurato su Gabriel. ha risposto singolarmente ad ogni messaggio tranne a “lei sa di me?”, prova n°2… e prova n°3 ne ha parlato riferendosi a lei con “la mia attuale ragazza” quando io gli spiegai come si definisce il proprio partner. quindi è confermato che lei non sa davvero nulla.
oltre a questo, in sintesi mi ha fatto capire che è ancora innamorato di me, non gli sono indifferente ed è ancora arrabbiato e sofferente; è stata l’unica cosa che ha precisato.
così è confermato anche che lei è un ripiego.
ora anch’io sono arrabbiata con lui ma al contempo mi sento così morta, così uno zombie… provo tutto e niente, ci penso e non voglio pensarci, sono arrivata al punto tale che se come fonte di distrazione oltre allo studio e al lavoro ho aggiunto il fare la troia in discoteca e sentirmi/frequentare un ragazzo senza impegno. forse anche la mancanza di sesso influisce… da una parte ciò mi è indifferente e non provo sensi di colpa ma dall’altra non mi piace cosa sto diventando. fatto sta che in fondo mi va bene così, perché penso anche che prima o poi questa fase della mia vita sarebbe arrivata comunque, indipendentemente dalla causa che mi ci avrebbe portato.
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yanderepinkhair · 7 months
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Boh raga sono stanca però al tempo stesso sono contenta che non sto più facendo il vegetale ma sto riprendendo a studiare.
Era un periodo della mia vita che non riuscivo a riprendere la mia routine ed è stato bruttissimo perché quando vedevo qualcosa inerente allo studio o all'università stavo malissimo e avevo i sensi di colpa.
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vulnerabile · 7 months
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sto male -> non studio -> sto male + sensi di colpa
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