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#specie protette
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25° giorno
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Uno dei disegni meglio riusciti di questo inktober
Triplice significato della parola dangerous - pericoloso:
Rischio di estinzione di specie protette come le tartarughe
Inquinamento (del mare)
Fumo
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mezzopieno-news · 5 days
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PIÙ PESCI NEI MARI: AUMENTANO LE POPOLAZIONI ITTICHE
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Dopo decenni di pesca eccessiva e di sfruttamento marino selvaggio, le popolazioni di diverse specie ittiche in mari e oceani di tutto il mondo sono in ripresa e fanno segnare riserve più abbondanti che mai.
Il rapporto della Commissione europea sugli stock ittici riporta che il nasello, uno dei pesci più consumati nei Paesi mediterranei, ha visto la sua popolazione aumentare a livelli senza precedenti soprattutto nei mari settentrionali e nell’oceano Atlantico. Questa ripresa ha consentito una gestione più razionale delle quote di cattura in modo che il nasello possa essere pescato in modo sostenibile. A seguito della diffusione di pratiche di pesca indiscriminate e di gestioni incontrollate delle coste e dei fondali, il calo degli stock marittimi e della rete alimentare marina diventò un tema che negli anni ’90 fu riconosciuto come un problema per l’approvvigionamento alimentare. L’Unione Europea, tra le prime nel contesto internazionale, introdusse misure rigorose all’inizio degli anni 2000 con l’obiettivo di ripopolare i mari e rendere equilibrati la pesca e il consumo di pesce. Le norme stabilirono limiti rigorosi di cattura basati su pareri scientifici, aumentando le dimensioni delle maglie delle reti da pesca per consentire ai pesci più piccoli di scappare e creando grandi aree protette per la crescita delle giovani generazioni. Tutti questi provvedimenti hanno contribuito alla significativa ripresa delle riserve ittiche. “Il mare è generoso; con le giuste misure, le risorse possono essere reintegrate. Ci sono limiti che non dobbiamo oltrepassare”, commenta il biologo marino Javier López di Oceana.
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Fonte: Unione Europea; Euronews; foto di Peter Simmons
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noneun · 5 months
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Fratelli d’Italia cambia la legge sulla caccia: fucili in mano a 16 anni, apertura della stagione in settembre e chiusura in febbraio. Le opposizioni: “Irresponsabili e senza morale”
In Senato il nuovo testo: attività venatorie possibili nelle aree protette e demaniali, alcune aziende potranno cacciare tutto l’anno. A gennaio partirà la discussione parlamentare. Fdi: “Le restrizioni italiane oggi sono le più forti in Europa”
ROMA – Dall’alba al tramonto si potrà cacciare. Di più, un’ora dopo la discesa del sole, che certe specie si mostrano a ora tarda. Fratelli d’Italia, il partito della caccia, con il ministro Francesco Lollobrigida orgoglioso cacciatore, figlio e nipote di cacciatori, è pronto a cambiare la “157/92”, legge che da trentun anni norma la questione lasciando alle Regioni un buon margine di scelta.
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diluvioaluglio · 9 months
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Al tg: “Uccise da chi doveva proteggerle”
Non siamo una specie in via di estinzione, non vogliamo essere protette. Vogliamo vivere senza rotture di cooglioni come gli altri.
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mancino · 2 months
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Ricordo ancora con immensa tenerezza quando si comunicava, non si digitava, quando si aprivano le lettere e non le notifiche. Quando si corteggiava con lo sguardo e non con un "mi piace ". Ci sono emozioni che andrebbero preservate come come specie protette.
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firewalker · 2 years
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Api, vespe, calabroni e un sacco d'altra gente
Ispirato dal post sulle pere di @kon-igi, faccio una piccola dissertazione su alcune caratteristiche di queste bestie, per quanto le mie conoscenze lo permettano. Preciso subito che sono aperto a correzioni da parte di chi ne sa più di me.
Cominciamo dalle api, ovvero Apis mellifera.
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(fonte immagine: wikipedia)
È un imenottero abbastanza comune, e ha due caratteristiche che lo rendono unico nel panorama degli insetti (almeno finché non cominceremo seriamente a mangiarli): è carino e coccoloso e è allevato da cani e porci. Già, perché questa bestia è un animale da allevamento, curato, gestito e propagato nel mondo dall'essere umano, come una pecora o una gallina. Anzi, visti i danni che sta procurando in giro per il mondo, forse potrei paragonare le api ai gatti. Non ve l'aspettavate, eh?
Ma Einstein diceva che dopo due anni senza api saremmo morti tutti, dobbiamo proteggerle!
Einstein ha pure detto di non dare retta alle frescacce che leggete su di lui sui social. Le api da miele, allevate, coccolate, protette dagli esseri umani come fossero dei cani, stanno in perfetta salute, il numero di favi in giro per il mondo continua a crescere nonostante parassiti, malattie e insulti vari, naturali o no.
Quelle a cui ci si riferisce quando si dice di preservare le api, o almeno quello a cui si riferiscono gli studiosi, sono le api selvatiche, ad esempio quella più citata è del genere Osmia
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(fonte immagine: wikipedia - Osmia rufa)
In realtà, a quanto ho capito, pure Osmia spp. è utile per l'agricoltura, quindi un po' di persone si sono messe in testa di aiutare pure lei, per quanto possibile. Ancora non ho trovato nessuno, però, che voglia prendere le difese di Xylocopa violacea
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(fonte immagine: wikipedia)
E come X. violacea tantissime altre api selvatiche, ben più efficienti nell'impollinazione di A. mellifera, rischiano di soffrire della sua presenza. E ovviamente soffrono per l'uso di alcuni pesticidi e altri interventi umani, la retorica del "salviamo le api" non è del tutto sbagliata, solo che è indirizzata verso le api sbagliate.
Sappiate che quando qualcuno vi chiede soldi per sostenere l'apicoltura, non state sostenendo le api o l'ambiente, state sostenendo gli apicoltori. Potete anche farlo, figuriamoci, ma se lo fate, fatelo almeno con cognizione di causa.
In fine, da quanto ho capito, il veleno delle api è più tossico di quello dei calabroni, a parità di quantità.
Passiamo a quelle che chiamiamo vespe. In questo gruppo ce ne sono di diverse, alcune sono addirittura Apoideae, quindi tecnicamente delle api (cfr: Sceliphron spp. o vespa muratrice). Per amore di semplicità, parlerò di soli due generi, cominciando da Vespula
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(fonte immagine: wikipedia - Vespula germanica)
Ne conosco due specie, che sono quelle in cui mi imbatto più spesso (e che ho difficoltà a distinguere, perché tocca vedere che disegno c'hanno sull'addome: la V. germanica ha quegli specie di triangoli al centro, mentre la V vulgaris è più a forma di onde appuntite... e comunque spesso non mi avvicino abbastanza per poter distinguere o far foto decenti) e sono una scocciatura. Insistenti, curiose, non si fermano a nulla di fronte a una fonte di cibo. Sono le tipiche vespe che vengono a disturbare durante il picnic per avere un pezzo del panino, o che magari si annegano nella coca cola, e non c'è verso di schiodarle.
Sono insetti impollinatori e cacciatori, perché le larve sono carnivore, quindi o gli date quel pezzo di prosciutto o continueranno a rompervi le scatole. Essendo carnivore, hanno un ruolo molto importante nella lotta biologica ai parassiti, quindi non lamentatevi - almeno finché non calpestate un nido. Già, perché queste bestiole hanno l'abitudine di fare nidi sotto terra (non ricordo se lo fanno entrambe le specie o solo una... in ogni caso le chiamano vespe di terra per questo), e avendo questa abitudine sono abituate al fatto che ci si possa camminare sopra.
Ora, se tu abitassi in un condominio abitato solo da soldati, esperti di arti marziali, ninja e campioni mondiali di vale tudo, e un tizio sbadatamente passasse sopra il condominio rischiando di danneggiarlo... cosa faresti? Ovviamente attacco globale nucleare senza sosta finché la minaccia non è passata. Ecco, Vespula spp. è un po' così: carogna infame che attacca chi ha la sventura di imbattersi in un nido, e l'unico modo per cavarsela è correre a perdifiato. State lontani dai nidi di Vespula, se potete. Per fortuna, lontano dal nido non è così aggressiva e si limita a rubarvi il prosciutto del panino.
Passiamo alle vespe più fraintese del mondo: le Polistes spp.
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(fonte: wikipedia - Polistes dominula)
Si distinguono dalle Vespula spp. quando sono in volo perché le Polistes spp. sembrano un po' ubriache, al confronto, e hanno sempre le zampe penzoloni. Le prime sono decisamente più eleganti. Dette anche vespe cartonaie, impollinano e non rompono le scatole, non fanno nulla di male, anzi addirittura possono produrre pure un po' di miele (mai quanto A. mellifera, ma se uno le alleva - sì, c'è chi alleva Polistes spp - può assaggiarlo). Queste vespe sono decisamente bonarie: una volta sono stato punto, tre punture da due operaie, ma stavo facendo giardinaggio e inavvertitamente ho dato un pugno al nido, non sapendo che ci fosse.
Mi è capitato un sacco di volte di camminare a meno di 20 cm da un nido senza problemi, nei gruppi di entomologi su facebook ci sono addirittura video degli allevatori che vanno a toccare le operaie sul nido, senza alcuna conseguenza. Queste sono le vespe più tranquille, rilassate e amichevoli che esistano, non gliene frega niente di quello che fai, basta che non attenti al nido o alla loro vita, e loro non ti pungeranno. Ne esistono varie specie, io sento spesso parlare di P. dominula e P. gallicus, ma non chiedetemi come distinguerle, non lo so.
Una curiosità: su youtube trovate un pazzo sclerato di nome Coyote Peterson che ha girato il mondo per sperimentare le punture di vari insetti, per vedere quale fosse la più dolorosa. Ebbene, ho visto tutti i video di puntura e a giudicare dalla sua reazione, la peggiore in assoluto è quella di una Polistes non presente in Italia, più che altro in America centrale e zone tropicali: P. carnifex, o vespa boia (che in inglese è executioner wasp, come la chiama Coyote)
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(fonte: wikipedia)
C'è da dire che, anche questo caso, nonostante la puntura sia poco raccomandabile, la vespa mi è sembrata piuttosto tranquilla e per niente aggressiva. Ma non la conosco.
E ora passiamo ai miei imenotteri preferiti, i calabroni. In particolare Vespa crabro.
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(fonte: wikipedia inglese)
Esiste un gruppo, su facebook, che si intitola Quelli che non hanno prove, ma sono certi di aver visto una crabro da 5 cm, gestito da entomologi, in cui si parla di insetti (ma non solo) in maniera ironica, e si mettono alla berlina le idiozie dette dalle persone per ignoranza e sentito dire (un po' come faccio io con le diete). Attenzione: si attacca sempre il messaggio, mai il messaggero, i nomi vengono sempre oscurati. Detto questo, ho imparato più da questo gruppo ironico che da altri gruppi entomologici seri, che sono spesso molto rigidi e non permettono, né stimolano, un dialogo volto all'aumento della conoscenza. Ma torniamo a noi.
V. crabro è lunga al massimo 3.5 cm, non esiste un calabrone di 5 cm (ecco perché il titolo del gruppo), e quella misura è raggiunta solo dalle regine, le operaie sono più piccole. Il veleno è meno potente di quello di A. mellifera, ma in caso di attacco rilascia feromoni che richiamano altri calabroni, quindi la quantità di punture può essere molto pericolosa.
Per fortuna è un animale abbastanza tranquillo, e attacca solo se minacciato o se si minaccia il nido (sconsiglio di avvicinarsi a meno di un metro da esso). In particolare, sono sensibili alla concentrazione di anidride carbonica, quindi se soffiate contro di loro non fate altro che farli incavolare di più, e tenetene conto anche se vi avvicinate a un nido (ad esempio, a me è capitato di rimanere a osservarne uno in un tronco). Non sono un pericolo per le api da miele, le mangiano solo occasionalmente (le loro larve, gli adulti sono vegetariani e impollinano), generalmente si dedicano ad altri insetti. Sono la mia seconda specie di Vespa preferita.
La prima è Vespa orientalis, della quale so davvero poco, se non che è bellissima e che attacca occasionalmente, ma non raramente come le V. crabro, le api da miele
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(fonte: wikipedia)
È salita agli onori della cronaca recentemente, perché col riscaldamento globale si sta spostando un po' più verso nord e ora è presente anche a Roma, oltre al sud Italia, zona Trieste e zona ligure. Spero di beccarla presto, non vedo l'ora di avere una foto di V. orientalis.
La mia Vespa schiferita invece è la Vespa velutina, che non solo è una piaga per apicoltori, perché è capace di distruggere interi allevamenti in poco tempo, ma è pure brutta come la fame.
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(fonte: wikipedia)
Credo sia abbastanza aggressiva, è una vespa alloctona, ovvero non originaria dell'Italia, quindi non ha controllo diretto della popolazione in natura. Esiste un'associazione che si occupa di contrastare l'avanzata di questa vespa: Stop Velutina, se la vedete segnalatela.
Ecco, questo è tutto quello che avevo da dire, sono aperto a correzioni da chi ne sa più di me. Mi raccomando, trattate con rispetto le bestie con i pungiglioni.
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vefa321 · 2 years
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𝗗𝗶 𝗺𝗮𝘁𝘁𝗶𝗻𝗼 𝗲 𝗱𝗶 𝘀𝗲𝗿𝗮...
Avevo come sempre una mezza idea, un pensiero di passaggio che mi balenava in testa, ma poi...
I fatti si fanno atti e le scelte doverose, i discorsi frasi fatte e di fatto il dado è tratto.
Tutto questo giro di parole, giro di giostra, giostrai e burattini, così è sempre la realtà, chi tira i dadi e chi tira i fili, noi siamo come le api operaie che lentamente stanno scomparendo, specie indispensabile eppure protette solo perché necessarie.
La natura simboleggia lo specchio di una società che fa acqua da tutte le parti, che rinnega per annegare in ogni suo cambiamento di rotta.
Ora il tempo è alle strette come per ricordarci di stringere i denti oltre ai ranghi,
non è ancora giunta l'armistizio auspicato, ma neanche un trattato dicessi di pace stretto intorno ad un falò delle vanità che fa il bello ed il cattivo tempo tra i banchi del palazzo che leggifera sui nostri domani.
Governo e governanti non sono nulla senza i governati, un triumvirato che funziona solo se ogni pezzo lavora di sincrono con gli altri due.
Buona Domenica che guarda al mondo, però non vuole solo stare a guardare.
No alla guerra!!!
J.D
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nineteeneighty4 · 1 year
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la #destra, in Commissione Bilancio, ha approvato l'attività venatoria dentro i parchi, dentro le aree urbane. Si potranno cacciare tutti gli animali senza nessuna distinzione. Anche nel parco sotto casa. La norma consentirà l’abbattimento di specie protette dalla UE:Quindi non riguarda solo i cinghiali, ma anche lupi, orsi, volpi e altro in totale violazione della direttiva Habitat e dell’art.9 della costituzione. Hanno deciso l’abbattimento di animali protetti in aree vietate alla caccia per fare un favore alla lobby venatoria e delle armi.
🤬.
Buon Natale.
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leparoledelmondo · 2 years
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Atrazina & glifosato
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Ogni anno, negli Stati Uniti, i produttori di mangimi spargono sui loro campi 106.600 tonnellate di pesticidi minacciando così migliaia di specie a rischio. Le stime delle organizzazioni World Animal Protection US (WAP) e Center for Biological Diversity (CBD).
I ricercatori puntano il dito, in particolare, su due sostanze: l’atrazina e il glifosato. Già vietata in 35 Paesi, l’atrazina risulterebbe dannosa per più di mille specie protette negli Stati Uniti. A impressionare ancora di più è il glifosato che sarebbe in grado di danneggiare o uccidere il 93% delle piante e degli animali protetti dall’Endangered Species Act, la norma approvata nel 1973 per la tutela delle specie a rischio.
Negli anni il glifosato è finito nel mirino degli scienziati che ne hanno studiato gli effetti negativi tanto per il suolo, quanto per la salute umana. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha definito la sostanza “probabilmente cancerogena per le persone”.
Fonti: https://www.worldanimalprotection.us/
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lamilanomagazine · 7 days
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Valderice: prova a vendere 19 tartarughe di specie protetta sul web, denunciato dai Carabinieri
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Valderice: prova a vendere 19 tartarughe di specie protetta sul web, denunciato dai Carabinieri. I Carabinieri Forestali del Centro Anticrimine Natura di Palermo, nell’ambito di specifici servizi volti al contrasto alla vendita illegale di esemplari di specie protetta, hanno denunciato un 37enne ericino per detenzione per vendita di specie animali senza la prescritta documentazione. Da una analisi dei siti di vendita on line, i Carabinieri hanno attenzionato l’uomo che avrebbe messo in vendita 19 esemplari di Testudo Hermanni (testuggine di terra), privi di documentazione giustificativa e di sistemi di marcaggio. Considerata l’appartenenza degli esemplari alle specie protette dalla convenzione di Washington (e pertanto non prelevabili in natura e per i quali vige il divieto di detenzione e vendita senza la prevista documentazione), i militari hanno proceduto alla denuncia del venditore e al sequestro degli animali con successivo affidamento presso il centro di recupero della fauna selvatica di Ficuzza (PA).... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Allarme foreste: in pericolo un terzo degli alberi europei entro il 2100
Un nuovo studio pubblicato sulla rivista 'Nature Ecology & Evolution' lancia un preoccupante allarme foreste: entro la fine del secolo, l'Europa potrebbe perdere fino a un terzo delle sue specie arboree a causa del cambiamento climatico. Allarme foreste: lo studio I ricercatori, guidati da Johannes Wessely dell'Università di Vienna, hanno analizzato la distribuzione di 69 specie arboree autoctone in Europa, tra cui frassini, querce, salici e sorbi, sia in ambienti naturali che in piantagioni. Utilizzando modelli climatici avanzati, hanno simulato la capacità di sopravvivenza di queste specie fino al 2100 in tre scenari climatici differenti: uno moderato, uno intermedio e uno severo. I risultati sono sconfortanti: anche nello scenario moderato, si prevede una riduzione del 33% del numero di specie arboree adatte a sopravvivere per km2. In uno scenario più severo, la perdita potrebbe raggiungere addirittura il 49%. Le conseguenze di questa massiccia estinzione sarebbero gravissime: le foreste europee non solo perderebbero la loro biodiversità, ma anche la loro capacità di fornire legname, immagazzinare carbonio e offrire habitat per la fauna selvatica. Cosa possiamo fare per scongiurare questo disastro? - Riduzione delle emissioni di gas serra: La priorità assoluta è contrastare il cambiamento climatico riducendo le emissioni di gas serra. Questo significa passare a fonti di energia rinnovabile, migliorare l'efficienza energetica e ridurre la nostra dipendenza dai combustibili fossili. - Protezione delle foreste esistenti: Dobbiamo proteggere le foreste esistenti dalla deforestazione e da altre minacce. Questo significa creare aree protette, gestire le foreste in modo sostenibile e aumentare la consapevolezza sull'importanza delle foreste. - Piantare nuovi alberi: Possiamo piantare nuovi alberi per aiutare a ripristinare le foreste perdute e degradate. Questo può essere fatto attraverso iniziative di rimboschimento e piantando alberi nei nostri giardini e comunità. - Supportare le organizzazioni che lavorano per proteggere le foreste: Ci sono molte organizzazioni che lavorano per proteggere le foreste europee. Possiamo sostenerle donando denaro, volontariato o diffondendo la parola sul loro lavoro. Ogni albero conta. Proteggendo gli alberi europei, possiamo contribuire a mitigare il cambiamento climatico, a proteggere la biodiversità e a garantire un futuro sano per il nostro pianeta. Foto di Joe da Pixabay Read the full article
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elmas-66 · 1 month
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Continua "Alla ricerca della vera bellezza" con Hámer Salazar - Costa Rica dell'interessante intervista di Pietro La Barbera ed Elisa Mascia, pubblicazione di Elisa Mascia da San Giuliano di Puglia -Campobasso
Biografia di Hámer Salazar (D.H.C.).  Nato in Grecia, Costa Rica (1960).  È un biologo di professione.  In questo campo, le sue linee di ricerca hanno riguardato le specie a rischio di estinzione, l’entomologia (in particolare Psyllidae e Cerambycidae), la gestione delle aree selvagge protette e la gestione e conservazione delle risorse idriche.  Ora è un professore in pensione dell’Università…
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mezzopieno-news · 1 year
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IL MONDO SI ACCORDA PER PROTEGGERE GLI OCEANI
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Dopo quasi 20 anni di negoziati i Paesi membri dell’Onu hanno raggiunto il primo accordo globale per tutelare il mare aperto.
Oltre 100 nazioni hanno siglato a New York lo storico trattato UN Treaty on High Seas che istituisce un nuovo quadro legale per proteggere la vita marina d’alto mare, quello che si trova oltre le acque territoriali (12 miglia dalla costa). Finora nessuna legge aveva mai considerato queste acque né prevedeva la protezione della biodiversità e degli habitat oceanici. Il nuovo accordo mette sotto tutela circa due terzi di tutti gli oceani mondiali. L’alto mare è il più grande habitat sulla Terra e ospita milioni di specie. Con attualmente poco più dell’1% delle acque d’alto mare protette, il nuovo trattato fornirà un percorso per istituire aree marine tutelate in queste zone. L’accordo si basa su tre punti principali: la difesa di almeno il 30% degli oceani, la condivisione delle risorse genetiche marine e criteri più stringenti per le attività umane in questi ecosistemi.
“É un giorno storico per la conservazione e un segno che in un mondo diviso, la protezione della natura e delle persone può trionfare sulla geopolitica. Lodiamo i paesi per aver cercato compromessi, messo da parte le differenze e consegnato un trattato che ci consentirà di proteggere gli oceani, costruire la resilienza ai cambiamenti climatici e salvaguardare le vite e i mezzi di sussistenza di miliardi di persone. Ora possiamo finalmente passare dalle chiacchiere al vero cambiamento in mare” ha dichiarato Laura Meller di Greenpeace Nordic.
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Fonte: High Seas Alliance; immagine di Jeremy Bishop
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agrpress-blog · 2 months
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Marevivo e Lega Navale Italiana: patto per la protezione del mare e delle acque interne La collaborazione punta a rafforzare le... #acqueinterne #culturamarinara #donatomarzano #fondazionedohrn #giornatanazionale #leganavaleitaliana #legalità #leggesalvamare #mare #marevivo #onlyone https://agrpress.it/marevivo-e-lega-navale-italiana-patto-per-la-protezione-del-mare-e-delle-acque-interne/?feed_id=4525&_unique_id=6617bc3f618a9
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In valigia 40 coralli appartenenti a specie protette, sanzionata
Aveva nel bagaglio quaranta coralli appartenenti a specie tutelate dalla Convenzione Internazionale sul Commercio delle Specie di Flora e di Fauna in quanto a rischio estinzione, la passeggera italiana proveniente da Cuba sottoposta a perquisizione nell’aeroporto di Capodichino.     La donna è stata identificata dai finanzieri della Compagnia di Capodichino e dai funzionari dell’Agenzia delle…
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giardinoweb · 4 months
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Parco Italia: Green Revolution
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Parco Italia è un progetto di forestazione urbana nato nel 2021 dalla collaborazione tra Stefano Boeri Architetti e Fondazione AlberItalia, sostenuto da Amazon. Finora, più di 15.000 alberi sono stati piantati in varie regioni italiane, con l'obiettivo di raggiungere 35.000 alberi entro marzo 2024. Inoltre, un piano ambizioso punta a piantare 22 milioni di alberi entro il 2040, uno per ogni cittadino delle 15 città metropolitane italiane, tra cui Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Messina, Milano, Napoli, Palermo, Reggio Calabria, Roma, Torino e Venezia. Amazon ha dimostrato il suo impegno investendo due milioni di euro, contribuendo alla fase iniziale di ricerca e piantumazione di 70.000 alberi, completati entro la fine del 2024. Tra gli obiettivi di Parco Italia c'è il focus sulla biodiversità italiana. Si propone di estendere le aree protette al 30% del territorio, valorizzare i percorsi della biodiversità con sentieri percorribili a piedi e in bicicletta. Inoltre, si punta a consentire le migrazioni delle specie, contribuendo all'obiettivo dell'Unione Europea del 30% di aree protette entro il 2030. Le azioni proposte non solo migliorerebbero la salute pubblica, assorbendo 250-400 tonnellate di anidride carbonica all'anno, ma promuoverebbero anche connessioni ecologiche nazionali e transnazionali. Infatti, il progetto si inserisce nella lotta al cambiamento climatico e promuove una transizione ecologica più ampia. Questa iniziativa si ispira al progetto Green Urban Oases, che prevede corridoi ecologici attraverso 90 città dall'Africa all'Asia centrale. Con Parco Italia, si punta a costruire un futuro più sostenibile e verde per l'Italia e oltre. Read the full article
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