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#Antonio Profeta
ismenejasso · 1 year
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Khalil Gibran dice en una bellísima y muy citada poesía de su libro El profeta, que hay que dejarse llevar por el amor: Cuando el amor te llame, síguelo; aunque sus caminos sean arduos y penosos. Y cuando sus alas te envuelvan, entrégate a él; aunque la espada escondida bajo su plumaje pueda herirte. Cuando el amor te hable, cree ciegamente en él; aunque su voz derribe tus sueños como el viento destroza los jardines. Porque si el amor te hace crecer y florecer, él mismo te podará. Y nunca te creas capacitado para dirigir el curso del amor, porque el amor si te considera digno de sí, dirigirá tu curso por los caminos de la vida. Esto hará el amor en ti para que conozcas los secretos del corazón. El amor no da más que de sí mismo y no toma más que de sí mismo. El amor no posee nada y no quiere que nadie lo posea, porque el amor, se sacia en el amor. Detalle de la escuĺtura de Antonio Canova, "Psique reanimada por el beso del amor". Mármol, 1793 Gracias Fernando Castilla) . . #khalilgibran #khalil #gibrankhalilgibran #amor #dar #saciar #secretos #camino #corazón #sueños #florece #elprofeta #poesía #libro #poeta #autor #autores #libros #poemas #ismenejasso (en Soledad De Graciano Sánchez ,San Luis Potosi) https://www.instagram.com/p/Co-iUSuOiUr/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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editorialclie · 1 year
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Jesús y la higuera sin fruto
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Por Antonio Cruz
La maldición de la higuera estéril es uno de esos milagros de Jesús que es usado como símbolo de su poder sobre la creación y, a la vez, como elemento pedagógico para abrir los ojos de sus seguidores.
El Maestro puede caminar sobre el mar, alimentar a cinco mil personas, maldecir a una higuera sin higos y que al día siguiente esté seca desde las raíces, o saltarse cualquier ley natural -aunque esto pueda parecernos contradictorio- porque “todo fue creado por medio de él y para él” (Col. 1:16). Como es Dios, puede hacer todo lo que quiera que contribuya a sus planes eternos.
Algunos dicen que el contexto original de esta historia fue la fiesta de los Tabernáculos que se celebra en otoño, por lo que Jesús sí podía esperar que la higuera tuviera higos. Sin embargo, Marcos especifica claramente que “no era tiempo de higos”.
Otros piensan que en el lado oriental del monte de los Olivos, la vegetación se adelanta al menos 15 días en relación a otras partes, ya que se ve favorecida por el siroco y protegida de los vientos fríos. Pero aquí estamos entre marzo y abril y los higos maduran al final del verano.
Otros hablan de que si ya habría higos primerizos o higos-flores. Pero lo cierto es que éstos no maduran hasta junio. En fin, que la botánica no nos sirve de gran ayuda en el intento de justificar la acción de Jesús.
Me parece que el Maestro era perfectamente consciente de que no era tiempo de que hubiera higos y lo que hizo, al maldecir la higuera, fue forzar un gesto simbólico comparando este árbol con el pueblo estéril de Israel que también sería castigado por Dios. Se trata de lo que se ha llamado una parábola en acción.
Es sorprendente que el único gesto de Jesús en Jerusalén sea una maldición, pero no para los hombres sino para una pobre higuera. Por tanto, se trata de una lección por medio de una señal simbólica. Esto era algo común entre los profetas del Antiguo Testamento. Isaías se paseó desnudo y descalzo por las calles (Is. 20:2-5); Ahías silonita rompió su capa nueva en doce pedazos y le ofreció diez trozos a Jeroboán (1 Re. 11:29-33); Oseas toma por mujer a una prostituta (Os. 1-3); Jeremías se pasea por las calles de Jerusalén con un yugo atado a la espalda (Jer. 27-28); etc.
De la misma manera, al maldecir la higuera, Jesucristo quiere impresionar a sus discípulos y también a nosotros hoy, ignorando las estaciones o la lógica de que no podía haber higos en aquella época del año. El judaísmo no había sido capaz de ofrecer los frutos que Dios esperaba. El templo de Jerusalén era como una higuera estéril: mucho follaje (ceremonias, sacrificios, cantos, oraciones, etc.) pero pocos frutos (justicia, solidaridad con el prójimo, conducta honesta, etc.). De ahí que se secara desde la raíz y no quedara piedra sobre piedra que no fuera derribada (Mc. 13:2).
Esto nos hace pensar también en nosotros hoy. ¿Estamos dando frutos de amor y justicia o, por el contrario, sólo somos pura apariencia?
DICCIONARIO ENCICLOPÉDICO DE ANIMALES Y PLANTAS DE LA BIBLIA
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lamilanomagazine · 5 months
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Festa della Toscana: solidarietà e dialogo, nel segno di don Milani.
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Festa della Toscana: solidarietà e dialogo, nel segno di don Milani. "Abbiamo voluto celebrare la Festa della Toscana 2023 nel segno di un grande toscano, don Lorenzo Milani, nel centenario della nascita. Solidarietà e dialogo si tengono insieme. In quel motto, 'I care', che abbiamo voluto all'ingresso della nostra Aula consiliare c'è tutto e lo dedichiamo a tutti coloro i quali si prendono cura degli altri". Il presidente del Consiglio regionale della Toscana, Antonio Mazzeo, presenta la ventiquattresima edizione della Festa della Toscana, "I CARE, la Toscana dei valori umani e della lotta alle disuguaglianze". Le iniziative promosse dal Consiglio regionale sono state presentate questa mattina, venerdì 24 novembre, a palazzo del Pegaso. Hanno preso parte all'iniziativa il presidente dell'Assemblea legislativa Antonio Mazzeo, il consigliere segretario questore dell'Ufficio di presidenza Francesco Gazzetti, "in rappresentanza degli altri membri dell'Ufficio di presidenza che oggi non possono essere presenti". "La nostra regione – aggiunge Mazzeo –, dal 1786, è sempre stata avanguardia sul tema dei diritti e della libertà. In questa legislatura abbiamo deciso di fare un passo in più: unire al ricordo della scelta rivoluzionaria operata da Pietro Leopoldo, l'attenzione su aspetti del nostro presente e del nostro futuro. Don Milani – spiega il presidente dell'Assemblea legislativa –, per me, è sempre stato un punto di riferimento, dove lui fu non solo un sacerdote, ma per tante ragazze e tanti ragazzi un maestro, un esempio di vita, sempre attento agli altri". La sua idea "era creare una scuola inclusiva a tempo pieno per tutti, anche coloro che, per mancanza di mezzi, non avrebbero mai raggiunto un livello d'istruzione dignitoso. 'Sortirne tutti insieme è l'unica strada, perché quella è la politica', diceva don Milani". Il presidente ha quindi illustrato le iniziative che caratterizzeranno questa edizione della Festa della Toscana. "Momento centrale sarà la seduta solenne", che si terrà giovedì 30 novembre alle 10, al Teatro della Compagnia di Firenze, "insieme ai sindaci della nostra regione, ai tanti labari dei nostri Comuni, a ragazzi e ragazze, studenti e studentesse, avremo un momento di altissimo livello istituzionale, una giornata di dialogo che vedrà gli interventi della presidente emerita della Corte costituzionale, Silvana Sciarra, dell'onorevole Rosy Bindi, presidente del Comitato delle celebrazioni per il centenario di don Milani. Non è ancora accaduto, dall'inizio di questa terribile guerra che sconvolge i territori della Palestina e di Israele, che riuscissimo a mettere insieme, l'Arcivescovo di Firenze, sua eminenza il cardinale Giuseppe Betori, il rabbino capo della comunità ebraica di Firenze, Gad Piperno, e l'imam di Firenze, Izzedin Elzir, in rappresentanza della comunità islamica fiorentina e Toscana. Abbiamo chiesto loro un saluto. Penso che la Toscana è sempre stata una terra molto più avanti delle altre sul dialogo interreligioso e che in questo momento ci sia bisogno del dialogo interreligioso". Il 1° dicembre invece presenteremo in Consiglio regionale il libro di Francesco Niccolini "La scuola più bella che c'è. Don Milani, Barbiana e i suoi ragazzi", con Luigi d'Elia e Sandra Gesualdi, figlia di Michele Gesualdi, allievo di don Milani a Barbiana. Accanto a questo, ma la data è ancora da definire, presenteremo poi anche il libro di Mario Lancisi, "Don Milani, vita di un profeta disobbediente". Il 12 e 13 dicembre, al teatro Aurora di Scandicci, andrà infine in scena il racconto teatrale "Cammelli a Barbiana", il 12 sera aperto al pubblico e gratuito, mentre il 13 mattina sarà riservato alle scuole. "Anche in questo caso, l'attenzione alle ragazze e i ragazzi più giovani, alle scuole come luogo di formazione e di dialogo", spiega il presidente. "Abbiamo fatto un bando anche quest'anno, le domande di partecipazione dei Comuni della Toscana sono più di centocinquanta e questo ci dice la vitalità dei nostri Comuni e delle nostre associazioni. Ovunque c'è voglia di confrontarsi su questi temi. Illumineremo di nuovo di rosso e di bianco, i colori della nostra Regione, i principali monumenti, una cartolina della bellezza della Toscana". L'Ufficio di presidenza ha inoltre "deciso di fare una scelta – dice Mazzeo –: non svolgere un concerto per i ragazzi, ma di utilizzare quelle risorse per sostenere l'iniziativa di raccolta fondi 'Toscana & Friends ripartiamo', promossa da Stefano Massini, Piero Pelù e Fiorella Mannoia che si terrà il 3 gennaio 2024 al Tuscany Hall, alla presenza di tanti tra i principali nomi del panorama musicale e artistico del nostro Paese: pagheremo i costi dell'iniziativa, così tutto il ricavato andrà alle popolazioni che proprio all'inizio del mese di novembre sono state devastate dal maltempo e dalle alluvioni. E realizzeremo, sempre come Consiglio regionale, una campagna di sensibilizzazione volta a non dimenticare e a proseguire negli aiuti e nella raccolta di fondi destinati alle popolazioni colpite dall'alluvione". La Festa della Toscana ricorda anche Sergio Staino, "che ci ha lasciato poche settimane fa Sergio ci regalò una vignetta bellissima, un regalo alla Toscana: lì c'è tutto il simbolo della nostra Festa". Il consigliere Francesco Gazzetti rivolge un ringraziamento al "presidente Mazzeo, perché la proposta di dedicare questa edizione alla figura di don Milani, avanzata all'Ufficio di presidenza e da tutti condivisa, ha permesso di mettere insieme le varie sensibilità" e sottolinea il rilievo della seduta solenne del 30 novembre: "Sarà un passeggio davvero molto significativo. Grazie anche alla riflessione del collega Diego Petrucci (consigliere segretario dell'Ufficio di presidenza, ndr), siamo arrivati alla proposta di questo incontro che sarà il momento istituzionalmente più rilevante, con presenze che danno il senso della volontà di costruire opportunità di dialogo, reciproca conoscenza e di pace. Possiamo dire che c'è bisogno di ancora più Toscana. La nostra regione, grazie ai lasciti di donne e uomini che ci hanno preceduto rappresenta un valore di pace e di fratellanza per l'umanità intera".... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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lanuovaalleanza · 8 months
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LA GUERRA CONTRO DON FRANCO BIASUZZI - PARTE 8
Domenica 15 settembre 1991, dopo la Santa Messa e fino a mezzogiorno, si svolsero in chiesa le elezioni del nuovo Consiglio Pastorale, sia a #Mussons sia a #Villanova della Cartera.
Mentre a Villanova tutto si svolse in tranquillità, a Mussons ci furono urla da far tremare i muri della chiesa e scenate incredibili.
A don Franco venne urlato <fascista! fascista!> e <va a Villanova! Vai via! Vai a Villanova!>. Io fui definito <lo scrivano del prete> ed ad Ivano Girolami fu chiesto se comandava il fascio a Mussons. Io ed Ivano eravamo che raccoglievamo i voti. Ci sigillarono le urne, mettendo firme e nastro adesivo ovunque (perché dicevano che eravamo degli imbroglioni) e lo spoglio dei voti fu fissato in canonica per le 15:00.
Alle 15:00 si presentarono una trentina di persone. Oretto Donadonibus leggeva i voti ad alta voce ed io e Milva Tomasa li conteggiavamo. Risultarono eletti: Gianfranco Venudo, Pia Picci, Denis Bertoni, Giuseppe Mancini, Antonio Fasan detto Berto e Leandro Tonutti. Primi non eletti furono: Samanta Del Zotto, Loris Padovan e Katia Vittor.
Gianfranco Venudo verbalizzò tutto e poi chiese a don Franco:<Rispondi! Quanti consiglieri intendi dare a Mussons e quanti a Villanova- Malafesta?> . Poi qualcuno perse la pazienza e disse, davanti tutti che don Franco era un <falso profeta> e tutti uscirono. Uscendo, purtroppo, qualcuno disse anche contro il parroco l' ingiuria <porco!>, che mi colpì profondamente.
Rimanemmo con don Franco solo io, Ivano Girolami ed Oretto Donadonibus e convenimmo insieme che non si poteva andare avanti in quella situazione lì da guerra civile.
Nei giorni successivi Oretto Donadonibus, ivano Girolami e Dante Biasini si dimisero da fabbricieri, facendo decadere l'intero Consiglio di fabbricieria. Oretto Donadonibus faceva il commerciante di carne all' ingrosso e gente di Mussons era andata in Camera di Commercio a Pordenone ad informarsi sulle sue attività, per farlo decadere per <indegnità morale>, ma non avevano trovato nulla di irregolare.
CONTINUA
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diarioelpepazo · 10 months
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  León Magno Montiel @leonmagnom Medina es una palabra magnética y poderosa para 1.200 millones de musulmanes alrededor del mundo. “Al-madenah” o Medina, es la ciudad donde murió el profeta más importante del islamismo, Mahoma, el 8 de junio del año 632, allí fue enterrado. Desde entonces al pronunciar ese vocablo, resuena el aldabón del misticismo milenario, el eco de un misterio épico, que habita en el ardiente desierto árabe. La voz imantada, Medina, es el primer apellido del cantante con registro lírico, que ha dedicado su vida a la gaita: Betulio. Él nació en la Laguna de Sinamaica el 5 de julio de 1949, en medio de una extensa familia de músicos liderada por su padre Antonio “Totoño” Medina, un músico natural  que aspira a celebrar sus 100 años, pues nació el 14 de julio de 1914. Su madre, María Concepción Paz, apellido de ascendencia paraujana. Betulio comenzó a cantar a los seis años en el conjunto de la familia, Alma Zuliana, fundado en 1954. Fue bajista, solista, base y peana de la agrupación conformada por sus hermanos y sobrinos. Ese conjunto criollo pegó en toda Venezuela la danza “Sinamaica” de la autoría de Hermán Laguna: “Sinamaica es un pedazo de guajira tierra ardiente y silenciosa nunca te podré olvidar”. La voz baritonal de su hermano mayor Moisés, hacía polifonía con la de sus hermanas, con tesituras de contralto y soprano, mientras lucían mantas guajiras iridiscentes, que le daban distinción a la agrupación marense. En 1968, Betulio Enrique Medina Paz dio el salto a la gaita profesional, con la divisa creada por “El Monumental” Aguirre: Cardenales del Éxito. Llegó de la mano de Douglas Soto y grabó “La portentosa” de la autoría del profesor Orángel Paz: “Mi gaita la embajadora del sabor y la alegría primor de la patria mía eres reina emperadora”. En la divisa cardenal estuvo hasta el final de la temporada 1969, el año de la muerte de Ricardo Aguirre.  En 1970 se marcha a Caracas buscando desarrollarse como cantante lírico. Comenzó en la Academia “Lino Gallardo”, estudió canto y solfeo, ensayó zarzuelas como tenor solista. Debido a su manifiesto talento consigue una beca para ir a perfeccionar su arte vocal en Italia, pero desiste por estar atrapado en la atarraya de la gaita y la canta criolla. Betulio comenzaba a echar raíces en la cosmopolita capital Santiago de León de Caracas. En 1972 ingresó al conjunto Oro Negro y graba varias gaitas. Comienza a tener reconocimiento como buen cantante, de voz poderosa, con características de tenor operático. En 1974 conformó su propia agrupación, la llamó Maracaibo 15 y así comenzó su larga saga de éxitos musicales. Hoy en día está entre las mejores agrupaciones del género pascuero, con  un extenso repertorio de obras de célebres compositores: Manny Delgado, Simón García, Neguito Borjas, Eurípides Romero, Heriberto Molina, Ricardo Portillo y Astolfo Romero. Incluye éxitos latinoamericanos como “Amparito”, “La moza”, de 1977, tema que fue grabado en la década de los 80 por José Luis Rodríguez y sonó con fuerza en España: “Conocí a una moza que me impresionaba al verla no más, de piel tan fresca y lozana como florecita recién cortá”. “Canaima” de 1976, “Muñeca” de 1981, “La negra del tamunangue”, “Amigo” de 1988, “El fríoducto” de 1989, “Narciso Perozo” de 1987, “El cañonazo”, “Viejo Año”, “El 18 de noviembre”: “El 18 de noviembre a San Juan de Dios nos vamos y con amor te adoramos Virgen de Chiquinquirá porque vos con tu bondad milagrosa virgencita tenéis la dicha infinita de bendecir mi ciudad” (Eurípides Romero, 1983). En los años 90, cuando trabajé como productor y locutor del Circuito Continente en Caracas, cuya sede estaba ubicada en el edificio Cosmos, calle La Joya, entre La Libertador y  Miranda, compartí mucho con Betulio. Él tenía su base de operaciones en “El Bodegón de Las Mercedes” donde actuaba con su banda y su conjunto de gaitas. Allí compartimos tertulias y tragos vespertinos. Lo vi actuar con supremo dominio del escen
ario. Solía hacer incisos en su show para interpretar temas de su ídolo Nino Bravo, cantaba “Nohelia” en su tono original. Al finado cantante valenciano,  lo conoció y le estrechó su mano en 1971 en Caracas, dos años antes de su fatal accidente automovilístico. Era una presentación a los medios del sello Polydor, su casa editora. Ese encuentro  reforzó su admiración por el español, cantante inmortal. Durante décadas, Betulio Medina hizo levantar de sus sillas a los seguidores y bohemios que solían frecuentar las salas de espectáculos. Él lideraba como gaitero en la noche caraqueña, con su voz marcaba la celebración de fin de año. En el decenio 1990 fueron integrantes de su conjunto Maracaibo 15, Enriquito Quiroz, Moncho Martínez y Macatraya Medina. Es decir tenía un batallón de humoristas en sus filas, lo que hacía muy carismática a la agrupación. Betulio ha participado desde el año 2000 en el proyecto Los Chiquinquireños, el grupo de grandes músicos y gaiteros que se reúne para ofrendar a la patrona zuliana. Con ellos ha grabado temas importantes, entre otros: “Alas de hielo” y “Pétalos de aurora”, ambos de Renato Aguirre, y “Misterios chiquinquireños” de Jairo Gil: “Yo vi un joven muy inquieto cuando la Virgen pasaba que la gorra se quitaba en señal de gran respeto, lo aplaudí y acepté el reto y al aire lancé sincero mi fe, mi verso, el sombrero y  todo mi amor completo”. En paralelo a la producción discográfica gaitera,  ha realizado dos álbumes de canta criolla: “Toro cimarrón” con el éxito homónimo de su compositor-amuleto Simón García y “Joyas venezolanas”; producciones que han gozado de la aceptación del gran público nacional. La última gaita que compuso Astolfo Romero, “Tu ave cantora”, cuya guía melódica dejó  en el estudio de grabación de Heriberto Molina, fue dedicada a Betulio Medina. Eso sucedió el 20 de mayo del año 2000, horas antes de caer fulminado por un infarto “El Parroquiano”. Astolfo le otorgó al tenor con alma zuliana, el honor de cantar ese tema-oración, donde relata la historia artística del joven nativo de la Laguna de Sinamaica en la Sultana del Ávila, vivida desde la década de los 70: “Yo me fui a la capital y allí sembré mis raíces y a mi vida di matices con un color especial, no olvido que soy oriundo del pueblo de los gaiteros de mi lar maracaibero el mejor pueblo del mundo”. Los músicos presentes esa tarde de mayo: Germán Ávila junior, Ramir Salazar, Humberto Sánchez, dan testimonio de cómo, la máquina donde había grabado Astolfo la guía, se accionó varias veces, sin estar el técnico de audio  presente, para dejar escuchar la voz del compositor y cantor, que esa misma noche se marcharía para siempre. Fue su despedida, un epitafio melódico: “Bendíceme sagrada Virgen María Chinita mía, Chiquinquirá, protégeme. Por los caminos que ando que donde yo esté cantando voy renovando mi fe. Acompáñame; que en mi corazón tu moras y tu eterna ave cantora humildemente seré”. Betulio tiene cuatro hijos,  la mayor es Betriks, locutora, cantante y musicalizadora del canal  Venevisión. Ella con orgullo se hace llamar “La Moza” y comparte los escenarios con su padre en la temporada gaitera. Ernesto Renato, Mario y Betulio Junior conforman el triduo de varones. Con ellos tiene una complicidad de hermano, signada por el acompañamiento permanente y el apoyo al desarrollo de sus vidas y sus carreras. Es un padre solidario, cercano y amoroso. Lleno de proyectos y esperanzas, sigue colaborando con las producciones de Huáscar Barradas, Oscar D´León y su concierto sinfónico. Se prepara para celebrar los 40 años de su grupo Maracaibo 15, junto a Francisco Pacheco, el Grupo Gaélica  y Serenata Guayanesa. Todo esto con su registro vocal intacto, su voz impecable, con una afinación innata, cantando en los mismos tonos de hace 45 años atrás, pero ahora, con mayor maestría. Hemos tenido muchos embajadores zulianos en el mundo: Humberto Fernández Morán en la ciencia; Luis Aparicio en el deporte; Rafael María Baralt en las letras; Felipe Pirela en los bol
eros. Pero en la gaita, nuestro embajador plenipotenciario es Betulio Medina, la voz lírica que da timbre al fin de año. Es una tradición para Betulio Enrique Medina Paz, regresar a su tierra zuliana dos veces por año, para instalarse en su casa marabina y compartir con sus viejos amigos, cantar, jugar dominó, colaborar con nuevas producciones musicales. Para él, su tierra natal es como la madre insustituible, a la que está atado por un mechón de su pelo, o por el hilo de su vestido, de por vida. Ese amor lo ha convertido en un dios de nuestra musicalidad más genuina y más raigal.   Para recibir en tu celular esta y otras informaciones, únete a nuestras redes sociales, síguenos en Instagram, Twitter y Facebook como @DiarioElPepazo El Pepazo  
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Evangelio del día 12 de Febrero 2,023. Domingo de la Sexta semana del tiempo ordinario (A)   #Santodeldía   Santa Eulalia de Barcelona San Antonio Cauleas San Benito de Aniano San Ludano, peregrino San Melecio de Antioquía San Saturnino y compañeros mártires de Abitinia Beata Humbelina   𝗔𝗹𝗲𝗹𝘂𝘆𝗮, 𝗮𝗹𝗲𝗹𝘂𝘆𝗮.   Te doy gracias, padre, Señor del cielo y de la tierra, porque has revelado los misterios del Reino a la gente sencilla. 𝗖𝗳. 𝗦𝗮𝗻 𝗠𝗮𝘁𝗲𝗼 (𝟭𝟭,𝟮𝟱)   𝗔𝗹𝗲𝗹𝘂𝘆𝗮.   † 𝗟𝗲𝗰𝘁𝘂𝗿𝗮 𝗱𝗲𝗹 𝗦𝗮𝗻𝘁𝗼 𝗘𝘃𝗮𝗻𝗴𝗲𝗹𝗶𝗼 𝗱𝗲 𝗡𝘂𝗲𝘀𝘁𝗿𝗼 𝗦𝗲𝗻̃𝗼𝗿 𝗝𝗲𝘀𝘂𝗰𝗿𝗶𝘀𝘁𝗼 𝗦𝗲𝗴𝘂́𝗻 𝗦𝗮𝗻 𝗠𝗮𝘁𝗲𝗼 (𝟱, 𝟭𝟳-𝟯𝟳) 𝗚𝗹𝗼𝗿𝗶𝗮 𝗮 𝘁𝗶, 𝗦𝗲𝗻̃𝗼𝗿.   En aquel tiempo, dijo Jesús a sus discípulos: «No creáis que he venido a abolir la Ley y los profetas: no he venido a abolir, sino a dar plenitud. En verdad os digo que antes pasarán el cielo y la tierra que deje de cumplirse hasta la última letra o tilde de la ley. El que se salte uno sólo de los preceptos menos importantes, y se lo enseñe así a los hombres será el menos importante en el reino de los cielos. Pero quien los cumpla y enseñe será grande en el reino de los cielos. Porque os digo que si vuestra justicia no es mayor que la de los escribas y fariseos, no entraréis en el reino de los cielos. Habéis oído que se dijo a los antiguos: “No matarás”, y el que mate será reo de juicio. Pero yo os digo: todo el que se deja llevar de la cólera contra su hermano será procesado. Y si uno llama a su hermano “imbécil”, tendrá que comparecer ante el Sanedrín, y si lo llama “necio”, merece la condena de la “gehenna” del fuego. Por tanto, si cuando vas a presentar tu ofrenda sobre el altar, te acuerdas allí mismo de que tu hermano tiene quejas contra ti, deja allí tu ofrenda ante el altar y vete primero a reconciliarte con tu hermano, y entonces vuelve a presentar tu ofrenda. Con el que te pone pleito, procura arreglarte enseguida, mientras vais todavía de camino, no sea que te entregue al juez, y el juez al alguacil, y te metan en la cárcel. En verdad te digo que no saldrás de allí hasta que hayas pagado el último céntimo. Habéis oído que se dijo: 1️⃣Primera Parte https://www.instagram.com/p/ColZZWTrR9J/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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Francesco Antonio Vallotti (1697-1780) Lamentazioni del Profeta
00:00 - Lezione I per il Venerdì Santo 11:08 - Lezione II per il Venerdì Santo 20:32 - Lezione III per il Venerdì Santo
Rosita Frisani, soprano Marco Lazzara, contralto Mario Nuvoli, tenore Gianluca Buratto, basso Giorgio Matteoli, violoncello solo and conductor
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joseandrestabarnia · 2 years
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TÍTULO: Virgen con el Niño entronizados con Santiago el Mayor
AUTOR: Jacopo Loschi
FECHA: Siglo XV
TÉCNICA: Fresco separado
DIMENSIONES: 129 x 110
ORIGEN: Parma, iglesia de San Bernabé (?)
INVENTARIO: GN1107
GÉNERO: Pintura
MUSEO: Galería Nacional
SECCIÓN DE EXPOSICIÓN: De la Edad Media a Leonardo Ala Oeste
El fresco fue liberado en 1850 por un antiguo opaco que cubría la pared norte de la iglesia de San Bernabé. La obra se fijó sobre un antiguo marco de madera, testimonio de un origen diferente y desconocido. Hospitalizada en San Bernabé en un período no especificado y por razones desconocidas, la pintura, después de la supresión de la iglesia en 1807, fue transferida a la iglesia de la Santísima Trinidad, desde donde fue llevada a la Galería Nacional en 1927.
La Pezzana, dando noticia del descubrimiento, propone una datación en torno a la segunda mitad del siglo XV haciendo hincapié en la alta calidad del fresco. Crowe y Cavalcaselle llevan la pintura, junto con otro fresco en el mismo lugar que representa a Sant'Anna Metterza (también recordado por Pezzana pero aún no disponible) a la zona de Jacopo Loschi, cubriéndolo con un juicio crítico negativo. López lo compara, aunque lo considera de calidad inferior, con los frescos de la capilla Rusconi. Ottaviano Quintavalle lo recuerda en el catálogo de la galería que lo data de la primera mitad del siglo y lo vincula a la obra de los frescos activos en la capilla de Rusconi y Ravacaldi y en el presbiterio de la Catedral de Parma. Otras afinidades se establecen entonces con la Virgen de Pietro de' Lardi. La Ghidiglia Quintavalle, que da noticia de la restauración, reconfirma su proximidad a la zona de Antonio Alberti.
La pintura revela una notable proximidad estilística con los frescos de la capilla Rusconi. Considerada por los estudiosos la más antigua de las cuatro capillas de la Catedral de Parma, comenzó, como lo revela un reciente descubrimiento documental (Zanichelli 1994c), en 1398, por la voluntad del obispo Rusconi que transformó un área con un destino diferente anterior en su propia capilla familiar, presidiendo las obras de renovación y decoración probablemente mientras aún estaba vivo. Si los orígenes comos del obispo nos llevan a la lombardía, los frescos de la capilla, así como el de la Virgen con el Niño con ángeles en el presbiterio del Duomo, hablan un lenguaje en el que los elementos de derivación altichieresca, particularmente evidentes en los pasajes claroscuros y en la elegancia clásica y compuesto por algunos bustos de profetas (Fornari Schianchi 1996b), se mezclan con otros de origen emiliano, conscientes de la pasión por el lenguaje y la visión realista de cierta pintura de Ferrara de principios del '400 (frescos del Palazzo del Paradiso), pero también de las formas narrativas más relajadas de Jacopo y Bartolomeo da Reggio.
En el fresco de la Galería Nacional encontramos los mismos referentes culturales y el mismo tratamiento suave del color, el refinamiento en la representación de los encarnados y la delicadeza de los pasos tonales, la repetición de fisonomías, como la de Santiago que permite una oportuna comparación con algunos rostros de los profetas retratados en la capilla, y el de María, con rasgos dulces y expresión serena que regresan en el rostro de la Virgen pintada al fresco en la Catedral.
La abundante cortina, marcada por pliegues suaves para sugerir la pesadez de la tela, devuelve, a pesar del empobrecimiento de la película pictórica, al maestro anónimo activo en el Duomo, así como los gestos enrarecidos y refinados con los que el santo sostiene la túnica y la Virgen sostiene al Niño, caracterizado por la expresión viva del rostro.
La sencillez compositiva de la obra, la sobriedad del trono en el que está sentada la Virgen y ciertos ingenios estilísticos, quizás atribuibles a un posterior repintado al que es atribuible la realización del libro laboriosamente apoyado por el santo, nos llevan a creer que se trata de una obra atribuible a un pintor, activo en el primer cuarto del siglo XV, cultural y estilísticamente similar al maestro de la capilla Rusconi.
Información e imagen de la web del Conjunto monumental de la Pilotta, Parma.
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cibaoaldia · 2 years
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La realidad que vive nuestro pueblo se presta para todo
La realidad que vive nuestro pueblo se presta para todo
Por: Ramón Antonio Veras. I.- Nada de indiferente ante el drama nacional 1.- No hay que saber leer el porvenir, creerse profeta, ni privar en brujo, para darse cuenta del comportamiento de una gran mayoría de nuestros connacionales. Basta con vivir de manera habitual en la República Dominicana, para comprender la manera como es aceptada la realidad, así por así, como si todo marchara a las mil…
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el-romeo-blog · 2 years
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EL PHERI SANCHEZ
EL PHERI SANCHEZ Rock and Band ***** ***** La Zinara 777.- Está trabajando como una verdadera burra pareciéndose a --- Los Damn Yankees --- para llevar a la cúspide en casi en  --- El Siglo 22 --- a --- EL PHERI SANCHEZ --- Rock and Band –-- originario de – NezaPan – y más exactamente de --- La Colonia Pantitlan --- y celosamente protegida por todos los miembros de la pandilla de --- Los Nazis de Neza --- que los tomaron como la madrina oficial para representar a esta delincuente organización internacional y como dice la canción, que culpa tiene la gallina que cumplas años déjala tranquila. ***** ***** *****  Y --- se dice por ahí que --- EL PHERI SANCHEZ --- Rock and Band --- serán los nuevos autores del cambio, hablando musicalmente así como lo hicieron --- Los Beatles --– allá por el año de 1964 y que --- Los Monstros de Liverpool --- cambiaran el punto de vista de toda la humanidad rompiendo todos los récords habidos y por haber como la moda en el vestir, el amor por los semejantes, la sicodelia, la comunicación directa con --- El mismo Dios --- y terminando por crear --- El Gran Movimiento Hippie --- que se desparramo por todo el planeta para demostrarle a todo el mundo como una sociedad anti higiénica pudo vivir en paz rechazando la guerra mientras que --- Los Illuminatis --- manipulados por --- Los Reptilianos --- comenzaban la otra. ***** ***** ***** Y --- el reto que tiene --- EL PHERI SANCHEZ --- Rock and Band --- es el de acabar con el reinado de --– El Elvis Presley –-- la espectacularidad de --– El Michael Jackson --– y aplastar a --- a la cuarteta más poderosa de inglaterra --- y de todo el mundo --– Led Zeppelin –-- en donde los boliquetes se van a poner a peso porque para lograrlo se van a tener que morder un huevo y la mitad del otro y si todavía les añadimos al maestro de maestros --– El Ludwing Van Beethoven –-- la velocidad endemoniada de --– El Antonio Vivaldi --– los rezos sagrados de --– El Johan Sebastián Bach –-- y la música astronómica de --–El Wolfgang Amadeus Mozart --– sí que va a estar muy crabrón hacerlo, pero al final nos los echaremos al plato ya lo verán ustedes, según dijo la vocero de --- La Black And White Records . ***** ***** ***** Y --- pero como dicen los estudiantes de --- La Biblia --- simplemente jamás nos imaginamos que --- El Jehová --- iba a seleccionar para cada uno de sus profetas de los últimos tiempos a un elemento que no pertenece a --- La casa de Dios --- y mucho menos que proviene de la casa de la-blacky, pero como los caminos del señor son extraños y misteriosos --- A lavado y Engrasado sea El Señor y que le cambien su Mofle cito para que ya no tire aceite por el carter como lo hace tu mama cada 28 días con orejas --- no hay problema, porque según todos los elementos de la banda de rock dicen que contamos con el formato musical de --- Los  Parabramanes --- los escritos secretos de --- El Bután --- que los encontró --- La Golondrina Viajera --- en una casualidad Checoslovaca, y todas las obras literarias inéditas que escondían --- Los Tibetanos --– de los músicos de antaño en las viejas pagodas abandonadas por --– Los Atlantes --– y no por --- las cremas del américa --- porque son tan maletas como --- Las Chivas del Guadalajara --- que se las robo --- La Gioconda de Mi Nezota --- en el mercado negro/amarillo de --– La China–-- y solamente para darse el gusto de vencer a todos los rockeros más peligrosos del globo terráqueo. ***** ***** *****   Y --- por ahí de paso pisotear a los rolling stones porque en el momento que despidieron al matemático del ritmo --– El Mike Taylor –-provocaron su propia debacle y todo fue porque le tenían mucha envidia al chavo de 18 años que llego para enseñarles cómo se toca la guitarra y que dios los perdone porque todos sabemos que solo hubo dos buenos músicos en la pedrada y el otro era el hermoso de --- El Bryan Jones --- pero que uno de ellos ya no están entre nosotros para contarlo. ***** ***** *****  Y… sin embargo nos queda un buen recuerdo de --- Los Ángeles California --- dice --- La Zina 777 --- que ahora está viviendo tranquilamente en --- El Distrito Federal --- y recordando cariñosamente a --- Nueva York --- pero déjenme en paz dijo --- La Tranxxx Vestti One --- se los suplico que me dejen en paz que yo con nadie me he metido jamás tan solo estoy tratando de vivir en la felicidad y que quieren ustedes de mi si el destino me dijo que no yo sé que la vida es así porque así se la hicieron a --- Dios --- o es la mera representación divina de --- La Diosa Afrodita --- envuelta magistralmente en un cuerpo masculino y no como todos se lo imaginan en --- La Ruleta Rusa --- al más puro estilo de --- El Boy George --- de --- El David Bowie --- y de --- El Marilyn Mason --- y el amor perdido de… y en donde estás corazón que no oigo tu palpitar amor de mis amores de –-- El Freddie Mercury --– y te amo papacito en donde quiera que te encuentres.
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el-despatriado · 2 years
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El-Curriculo-Vitae
por lo pronto nos vamos rápido a un repaso de paso con…
El Príncipe de Las Tinieblas
EL ROBERT SANCHEZ
Con Los Aborígenes
 La Zinara 777.- Está trabajando como una verdadera burra sin mecate maldiciéndose así y a --- Los Damn Yankees --- para llevar a la cúspide en --- El Siglo 21 --- a --- EL ROBERT SÁNCHEZ --- originario de --- NezaPan --- y celosamente protegido por todos los miembros de la pandilla de --- Los Nazis de Neza --- que lo tomaron en serio como a la hermosa madrina La Señorita Seneca para representar a esta famosa y delincuente organización y que culpa tiene la gallina que cumplas años déjala tranquila.
 Y --- se dice por ahí que --- EL ROBERT SÁNCHEZ ---con la bandota de Loa Aborígenes serán los nuevos autores del cambio musicalmente hablando así como lo hicieron --- Los Beatles --– allá por el año de 1964 y que --- Los Monstros de Liverpool --- cambiaran el punto de vista de toda la humanidad rompiendo todos los récords habidos y por haber como la moda en el vestir, el amor por los semejantes, la sicodelia, la comunicación directa con --- El mismo Dios --- y terminando por crear --- El Gran Movimiento Hippie --- que se desparramo como lechuga por todo el planeta para demostrarle a todo el mundo como una sociedad anti higiénica pudo vivir en paz rechazando la guerra mientras que --- Los Illuminatis --- manipulados por --- Los Reptilianos --- comenzaban la otra.
  Y --- el compromiso que tiene --- EL ROBERT SÁNCHEZ --- es acabar con el reinado de --– El Elvis Presley –-- la espectacularidad de --– El Michael Jackson --– y aplastar a --- La Máquina del sonido --- de --– Led Zeppelin –-- en donde los chingazos se van a poner a peso porque para lograrlo se van a tener que morder un huevo y la mitad del otro cuando lleguen los clásicos a ponerlos en su lugar como el maestro de maestros --– El Ludwing Van Beethoven –-- la velocidad endemoniada de --– El Antonio Vivaldi --– los rezos sagrados de --– El Johan Sebastián Bach –-- y la música astronómica de --–El Wolfgang Amadeus Mozart --– y esto sí que va a estar como Riple’s manque usted no sea güera, pero al final nos los echaremos al plato ya lo verán según dijo un vocero de --- La Black And White Records .
   Y --- pero como dicen los estudiantes de --- La Biblia --- simplemente jamás nos imaginamos que --- El Jehová --- alias --- El Verdadero Diablo --- iba a seleccionar para cada uno de sus profetas de los últimos tiempos a un elemento que no pertenece a --- La casa de Dios --- y mucho menos que proviene de la casa de la-blacky, pero como los caminos del señor son extraños y misteriosos --- A lavado y Engrasado sea El Señor y que le cambien su Mofle cito cada 28 días con sus orejas --- y no hay problema, porque según todos los elementos de la banda de rock más chipocluda dicen que cuentan con el formato musical de --- Los  Parabramanes --- los escritos secretos de --- El Bután --- que los encontró --- La Golondrina Viajera --- en una casualidad Checoslovaca, y todas las obras literarias inéditas que escondían --- Los Tibetanos --– de los músicos de antaño en las viejas pagodas abandonadas por --– Los Atlantes --– y no por --- las cremas del américa --- porque son tan maletas como --- Las Chivas del Guadalajara --- que se las robo --- La Gioconda de Minerva --- en el mercado negro/amarillo de --– La China–-- y solamente para darse el gusto de vencer a todos los rockeros más peligrosos del globo terráqueo.
   Y --- por ahí de paso pisotear a todos Los Facinerosos porque en el momento que apareció el matemático del ritmo llamado --– El Mike Taylor –-provocaron su propia debacle y todo fue porque le tenían mucha envidia al chavo de 18 años que llego para enseñarles cómo se toca la guitarra y que dios los perdone porque todos sabemos que solo hubo dos buenos músicos en la barriada y el otro era nada menos que el hermoso de --- El Bryan Jones --- pero que uno de ellos ya no están entre nosotros para contarlo.
  Y… sin embargo nos queda un buen recuerdo de --- Los Ángeles California --- dice --- La Zina 777 --- que ahora está viviendo tranquilamente en --- El Distrito Federal --- México --- y recordando cariñosamente a --- Las Torres --- de --- Nueva York --- que algún día se llamaron --- Las Torres Memelas --- pero déjenme en paz dijo --- La Tranxxx Vestti One --- se los suplico que me dejen en paz que yo con nadie me he metido jamás tan solo estoy tratando de vivir en la felicidad y que quieren ustedes de mi si el destino me dijo que no yo sé que la vida es así porque así se la hicieron a --- Dios --- o es la mera representación divina de --- La Diosa Tolteca --- envuelta magistralmente en un cuerpo masculino y no como todos se lo imaginan en --- La Ruleta Rusa --- al más puro estilo de --- El Boy George --- de --- El David Bowie --- y de --- El Marilyn Mason --- y el amor perdido de… y en dónde estás corazón que no oigo tu palpitar amor de mis amores de –-- El Freddie Mercury --– y te amo papacito en donde quiera que te encuentres.
 pero mis queridos amigos, antes de continuar con la narración de los lirios extravagantes, vayamos rápidamente para mostrar la dirección de la compañía disquera y con mucho gusto.
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villings · 6 years
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Dama de los ojos tristes de las tierras bajas, De donde dice el profeta de los ojos tristes que no viene nadie
Dama de los ojos tristes de las tierras bajas | Bob Dylan
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antonioinfantemora · 3 years
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Déjame dormir ante el atardecer de reyes y artistas de convento.
Cubremé con tu don y tu gracia, con tu gente y tu hermosa estampa.
Luce con esmero el arco iris y lleva la libertad a cada rincón que la cuenca encierra.
Llévame otra vez contigo y permíteme ser, en cada trazo, profeta en mi tierra...
(Texto de colaboración para una acuarela para mi amigo, hermano y artista Antonio Carlos Millán Torres. Nerva, Agosto 2021)
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drcruzlyle28 · 3 years
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La Masonería Universal, ¿Es Teista o Deista?.
Hace algunos días leía una biografía de George Washington en Wikipedia, donde se resumía en forma magistral la vida del primer Presidente de los Estados Unidos de Nortamérica, y se destacaba su activa participación en la masonería yanki de aquellos años, y mostraba fotos de un famoso cuadro en que sale con un mandíl masónico a las puertas del templo de la sabiduría, con los pies en escuadra y una llana de cemento en la mano derecha.
Pero a pesar de lo completo de ese resúmen biográfico se deslizaba entre líneas un grave error conceptual teológico.
. Pero a pesar de lo completo de ese resúmen biográfico se deslizaba entre líneas un grave error conceptual teológico.
Se afirmaba en dicho artículo, varias veces, que aquel ilustre y poderoso hermano era un seguidor de las doctrinas del Deismo, que era un Deista.
Pero parece que el redactor del artículo en cuestión no tenía claro que es ser Deista, a diferencia de un Teista. Es cierto que algunas logias masónicas, en particular en Chile, en Mexico y en Francia, se auto califican de Deistas, pero en el 90 % de las logias del mundo anglosajón sus creencias se califican de Teistas.
Vamos a explicar la diferencia y después vamos a aplicar esas definiciones al caso de George Washington.
Un Deista es un creyente-librepensador que considera que Dios es un ser que creó en universo, pero que no se interesa en la historia del hombre, ni en lo colectivo ni en lo individual.
Es un Dios indiferente al destino de la humanidad, pues simplemente echó a andar el mecanismo cósmico y basta. Solo contempla el universo, desde su empíreo por encima del tiempo y del espacio, como un ser trascendenmte, pero no es un Dios providente ni inmanente al mundo y a la historia del hombre.
El pensamiento de un deista es semejante a la posición teológica de un notable personaje como Albert Einstein, o la de los enciclopedistas franceses del siglo 18, que es el mismo siglo de nuestro ejemplar gobernante norteamericano, que motiva esta columna.
Por añadidura un Deista no cree en la inspiración divina de los libros sagrados de cualquier religión, y tampoco hace oraciones al ser supremo, pues es imposible que le escuche y que intervenga en su vida, ya que sólamente Dios es el mero gestor de las leyes del cosmos, como una razón impersonal de la existencia. Tampoco cree en  avatares, en profetas de Dios, ni en intermediarios angélicos entre Dios y los hombres.
En cambio, un Teista es un creyente que considera que Dios, además de ser un creador y ordenador del cosmos, es un Dios providente, que dirije la historia hacia algún fin, aunque sea muy lejano, un Dios misericordioso que escucha a los seres humanos en sus plegarias, y se hace inmanente al mundo, un Dios presente en la vida de cada uno y de los pueblos, aunque desde luego, invisible a la mayoría de los humanos, excepto a los profetas videntes. Un teista cree en los ángeles, o en enviados de Dios, que hacen la función de puentes entre el Ser Absoluto y los seres contingentes racionales, para darles a conocer su Voluntad y propósitos, o la misión de cada uno.
A diferencia del Deista, que no participa en ninguna iglesia, el Teista participa de alguna congración religiosa específica, y cree que Dios puede ayudarlo a él o a su país en el camino azaroso o doloroso de la existencia terrenal.
Hecha estas aclaraciones, nosotros afirmamos que, de acuerdo con  los datos de aquella biografía de Washington en la Wikipedia, es un masón teista, como lo son la gran mayoría de los masones del mundo anglosajón y de los masones latinoamericanos, que en su gran mayoría han sido formado por la iglesia católica, entidad teista, como también lo son quienes han sido formados en iglesias evangélicas.
Es un Teista, pues aparece rindiendo un especial culto a la Biblia, haciendo su juramento del cargo de presidente de la nación poniendo las manos sobre la grande y hermosa biblia de su propia logia masónica. Y porque se conservan oraciones redactadas por él mismo, en las que ruega al PADRE DE LA MISERICORDIA, que envie su luz para apartar las sombras del camino de su pueblo. Y también se sabe que participó muchas veces en las eucaristías dominicales de la iglesia Anglicana y Episcopaliana de norteamérica, entidades teistas.
Creer en un Dios de Misericordia es ser Teista, y que, además, ese Dios es mi Padre, y que por lo tanto, yo soy su hijo, o soy su criatura amada, y me escucha, y puede enviarme su luz para mi entendimiento y el de mi pueblo, es creer en un Dios Providente, que puede intervenir en la vida humana, que acompaña a los humanos en su viaje por el devenir del tiempo, y que por lo tanto la historia tiene algún sentido o propósito bajo el control de Dios. Creer de ese modo, es ser un Teista, no un Deista.
La masonería acepta a los deistas en su seno, como criaturas racionales en evolución, capaces de modificar gradualmente sus convicciones y hacerlas más afines con los principios religiosos originales de la fraternidad.
Tal expansión de conciencia es la señal del auténtico y sincero buscador de la verdad. La tolerancia masónica es un intrumento pedagógico de conducción espiritual suave hacia la verdad, la que, ayudada por el rito y el simbolismo, y el estudio de los libros sagrados y la introspección, lleva a los adeptos hacia una más elevada concepción de la Divinidad, que el simple deismo en que algunos militan.
Y si no quieren modificar sus convicciones religiosas también se les acepta así, pues el landmark N° 19 de la institución así lo estipula. Son libres de ser deistas o teistas, pero la doctrina global de la masonería está establecida sobre la roca eterna del Teismo y sobre las Sagradas Escrituras del Judeo-cristianismo, la Biblia, la misma sobre la cual juró George Washington al asumir su cargo como presidente del gran país del norte.
Y es el mismo Texto Sagrado sobre el que juraron Bernardo O´Higgins, Arturo Alessandri, José de San Martín y Simón Bolivar, al asumir los cargos de gobernantes de sus respectivos paises en su momento, pues todos ellos eran masones y teistas, y por tanto piedras fundamentales en la construcción de sus respectivas naciones.
Escrito por: Dr. Rafael Antonio Luis Alfonso Cruz-Lyle y Rodríguez de Galiano
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lanuovaalleanza · 8 months
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LA GUERRA CONTRO DON FRANCO BIASUZZI - PARTE 8
Domenica 15 settembre 1991, dopo la Santa Messa e fino a mezzogiorno, si svolsero in chiesa le elezioni del nuovo Consiglio Pastorale, sia a #Mussons sia a #Villanova della Cartera. Mentre a Villanova tutto si svolse in tranquillità, a Mussons ci furono urla e scenate incredibili. A don Franco venne urlato <fascista! fascista!> e <va a Villanova! Vai via! Vai a Villanova!>. Io fui definito <lo scrivano del prete> ed ad Ivano Girolami fu chiesto se comandava il fascio a Mussons. Io ed Ivano eravamo che raccoglievamo i voti. Ci sigillarono le urne, mettendo firme e nastro adesivo ovunque (perché dicevano che eravamo degli imbroglioni) e lo spoglio dei voti fu fissato in canonica per le 15:00.
Alle 15:00 si presentarono una trentina di persone. Oretto Donadonibus leggeva i voti ad alta voce ed io e Milva Tomasa li conteggiavamo. Risultarono eletti: Gianfranco Venudo, Pia Picci, Denis Bertoni, Giuseppe Mancini, Antonio Fasan detto Berto e Leandro Tonutti. Primi non eletti furono: Samanta Del Zotto, Loris Padovan e Katia Vittor.
Gianfranco Venudo verbalizzò tutto e poi chiese a don Franco:<Rispondi! Quanti consiglieri intendi dare a Mussons e quanti a Villanova- Malafesta?> . Poi qualcuno perse la pazienza e disse, davanti tutti che don Franco era un <falso profeta> e tutti uscirono. Uscendo, purtroppo, qualcuno disse anche contro il parroco l' ingiuria <porco!>, che mi colpì profondamente.
Rimanemmo con don Franco solo io, Ivano Girolami ed Oretto Donadonibus e convenimmo insieme che non si poteva andare avanti in quella situazione lì da guerra civile.
Nei giorni successivi Oretto Donadonibus, ivano Girolami e Dante Biasini si dimisero da fabbricieri, facendo decadere l'intero Consiglio di fabbricieria. Oretto Donadonibus faceva il commerciante di carne all' ingrosso e gente di Mussons era andata in Camera di Commercio a Pordenone ad informarsi sulle sue attività, per farlo decadere per <indegnità morale>, ma non avevano trovato nulla di irregolare.
CONTINUA
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falcemartello · 4 years
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Le palle (rosse) di Natale
Il Natale, quando arriva, arriva e noi addobbiamo l’albero con tante belle palle rossofuoco. Esce il videoclip promozionale del nuovo film di Checco Zalone e subito una Alessandra Mammì (se stamo a divertì, mammì, mammì) lo fulmina come sessista e razzista: la parodia celentanesca del Checco che si ritrova cornuto e mazziato dall’immigrato non le va giù, le fa contorcere il sorriso caramellato, puro radicalismo chic. Sarebbe da chiederle se anche l’attrice che si presta nel ruolo di moglie sia sessista, e se perfino l’immigrato del video, africano, africano nero, sia razzista.
Poi ci sono quelli che chiamano alla Festa dell’Unità Bello Figo, farsa in fama di risorsa, che “rappa” le stesse cose di Zalone ma in modo penoso (“Hey hey, non pago affito, dai cazzo siamo negri noi, hey hey, non faccio opraio”) e se fa un video sessista all’Università di Pisa pieno di donne bianche “da trombare” lo difendono come novello Duchamp, siccome l’Università è notoriamente cosa loro.
Poi c’è il critico Tomaso, con una emme, che fa tanto intellettuale engage, Montanari che trova una insormontabile “banalità del razzismo” nella favola dolce del Presepe – e sono in quella, le altre confessioni sono salve. Con sgradevole assonanza con la famosa banalità del male che evoca il male assoluto del nazismo e dell’Olocausto, praticamente il Bambinello sarebbe… che schifo, già solo a scriverlo, lasciamolo a Tomaso.
Poi ci sono i facciamorete restiamoumani antifà che su Twitter postano foto dell’albero di Natale a testa in giù, perché il Natale, come suggerisce l’esperto Tomaso, è fascista come Mussolini (e Salvini): e deve fare la stessa fine.
Poi c’è il profeta delle “classi subalterne”, come le ha definite, Gad Lerner, in lotta continua per i poveracci che non sfoggiano Rolex o vacanze a bordo di panfili di potere, ma a debita distanza; ha da stilare continue liste di proscrizione, è un lavoro di testa, non va disturbato.
Poi c’è Michela Murgia che è ossessionata dai fascisti e ha inventato il fascistometro che sarebbe: fascista è chi dico io. Naturalmente si scaglia contro il sessismo, la società patriarcale, preferisce la “matria” alla patria, ma non rinuncia ad apparire languidamente distesa, il piedino ammiccante, sulla dormeuse come una Paolona Bonaparte.
Poi c’è Saviano che di palle rossofuoco ne spara tante e poi tante che sembra “Jack Bidone coi fratelli Bolivar”.
Poi c’è il professore liceale, che sfiga, Christian Raimo, che tanto democraticamente si era speso per impedire la partecipazione al Salone del Libro di Torino dell’editore Giubilei Rignani (mai Lagioia).
Poi c’è Lilli Gruber che ce l’ha anche lei con la società dei maschi fonte di tutte le nequizie ma nel suo salottino di rosse parole siliconate invita quasi solo maschi (forse perciò si spiegano le nequizie).
Poi ci sono gli ex LC (Lotta Continua) che un tempo sprangavano i CL (Comunione & Liberazione) ma adesso se sentono la deprimenta discorsa d’insediamenta della neopresidenta della Corta Costituzionala, Marta Cartabia, che parla solo di potere alle donne, si rotolano in terra per l’orgasmo.
Poi ci sono i giornalisti compagneros della Rai che vogliono “il nemico” Salvini eliminato e i suoi figli piccoli deportati in manicomio.
Poi ci sono quelli che, a proposito della povera Desirée Mariottini, giovane sbandata annientata atrocemente in un rudere, ostaggio di immigrati spietati, arrivano a dire che la colpa era sua, che era una tossica e comunque il problema sta nel fatto che non si educa al “consumo responsabile” di sostanze; lo stesso per Pamela Mastropietro, fatta letteralmente a pezzi a Macerata da alcuni pusher cannibali nigeriani gratificati dalla mostruosa difesa d’ufficio degli integrazionisti ultrà.
Poi ci sono le groupie di Mimmo Lucano, portato in fama di santo, del tutto indifferenti al suo famoso modello, che, al di là delle pronunce giudiziarie a venire, si è comunque confermato, cifre alla mano e senza possibilità di smentita, in una effervescente dissipazione pubblica, per non aggiungere altro. Del resto, se non avessero una tale idea dell’economia non sarebbero veterocompagni…
Poi ci sono quelli che… Bibbiano è un raffreddore, un modo di dire, una strumentalizzazione, e anche qui i processi, le sentenze, faranno il loro corso, se mai lo faranno ma una cosa è certissima, sono gli orrori patiti da troppe, troppe e ancora troppe famiglie (basti la terribile e bella inchiesta di Francesco Borgonovo e Antonio Rossitto autori del libro Bibbiano, i fabbricanti di mostri). Un vortice abissale, oltre le parole, ma riescono ancora a buttarla in ridicolo, a smorzarla, a negarla.
Poi c’è la regista Francesca Archibugi, ma nella sua cerchia pariolina hard fa fino chiamarla “Franciasca Archibbuggi”, che sta “col sistema di Bibbiano perché i figli non appartengono alle famiglie ma allo stato”.
Poi ci sono quelli che vogliono sostituire la famiglia alla rete formale e informale.
Poi ci sono le erinni alla Monica Cirinnà che vogliono rieducare, in senso gender, tutti perché “Dio patria e famiglia è una vita di merda”.
Poi ci sono i genderisti estasiati dalla prima ministra della Finlandia che è “figlia di due mamme”, che fa curriculum anche in politica.
Poi ci sono quelli convinti che la satira non deve avere colori, tranne il rosso; non è censura, precisano, è solo che la satira o è rossa o non è e quindi, in questo caso, va censurata.
Poi ci sono quelli, da Corrado Augias a Michele Serra, che insistono sulla superiorità genetica e culturale dell’homo sinitratus; che a uno basterebbe guardare loro per avere dei dubbi.
Poi ci sono le brigate Greta, gente che pur di non rinunciare a una curiosa idea di autoannientamento planetario, si mette in mano a questa sedicenne (ma sempre 16 anni ha Greta?) dagli evidenti problemi, di non poche incoerenze, di imbarazzante latitanza culturale, una che “vede l’anidride carbonica” prodotta dai capitalisti.
Poi ci sono le brigate Carola che difendono una che, dopo aver rischiato di colare a picco una motovedetta piena di militari della Guardia di Finanza, dopo avere infranto mezzo codice di navigazione tenendo in sequestro circa centoquaranta migranti, ha fatto un libro dove inneggia alla rivolta con toni che quasi quasi riecheggiano gli anni di piombo, in base alla solita strampalata idea della legalità: la legalità sono me, legalità è quello che io intendo per umanità, del resto menefotto.
Poi ci sono le brigate Asia, in arte Argento, che però non sanno bene come difendere una che s’è arrampicata sui vetri insaponati del metoo fino a che non si è scoperto che, oltre a portare una benevola pazienza col pigmalione porcone Weinstein, avrebbe ceduto lei stessa a qualche disinvoltura sessuale di troppo col giovane cacciatore di dote di turno: shetoo.
Poi ci sono i sapienti che per anni hanno rotto le palle con Aung San Suu Hyi, la martire col nome che sembra una birra, e adesso che è imputata per genocidio dei Rohinga al Tribunale Internazionale de l’Aja, fingono di non averla mai conosciuta, sono già passati ad altre icone del buonismo selvaggio (casomai il Tribunale dovesse assolverla, torneranno, uniti nel fatidico grido: contrordine, compagni!).
Poi ci sono i preti di strada, di frontiera, di trincea, dal Ciotti allo Zanotelli, fino al Bergoglio, uniti a pugno chiuso nella stralunata difesa di Ong, centri sociali, balordi assortiti, con ragioni che più strampalate non si può.
Poi ci sono i sardinari a strascico di una signora novantenne, salvatasi dalla deportazione, che, messa a capo di una preoccupante Commissione del Pensiero, trova modo di dire che l’uomo forte le rievoca antiche ferite, il che tradotto significa che Salvini fa rima come Mussolini (o magari con Hitler; con Stalin, no).
Poi ci sono appunto le madonne novantenni che se la godono un mondo nel farsi portare in processione da 600 sindaci amorevoli e antifascisti, benedicono le sardine come “sentinelle della memoria” ma la prima smemorata è lei, visto che sta sul palco con alcuni sindaci di estrema sinistra che hanno concesso la cittadinanza onoraria a notori terroristi e apologeti dello sterminio degli ebrei.
Poi, salate in fundo, arrivano le sardine, questo branco di fannulloni di cartapesta il cui capintesta, ogni ricciolo un capricciolo di vanità, a domanda sugli orientamenti politici risponde: ah, non lo so, non ho un’idea su niente però vengo bene in televisione e le cinquantenni mi si vogliono fare. Riciclati dell’estremismo di sinistra duro, che in rete diffamano, minacciano, insultano, impediscono accessi a luoghi considerati loro. Le “sentinelle della memoria” assumono un significato assai sinistro, e non solo in senso ideologico, con buona pace della loro benedicente Madonna in tour.
Vi bastano, come addobbi natalizi, queste cascate di palline rossefuoco, di palloncini già gonfiati, di pupazzetti di neve rossa? Poi vengono a dirti: ah, però, non sapevo della tua svolta destrorsa. No. Se è lecita una trascurabilissima parentesi personale, chi scrive non si sente particolarmente di destra, anzi non si sente proprio niente; non gliene può fregare di meno dei sovranisti, non perde le notti a pensare al destino di Salvini e (io sono) Giorgia, si ispira se mai a Frank Zappa, convinto che “l’elemento più diffuso in natura non è l’idrogeno, è la stupidità”.
Ora, non è colpa nostra se in questa disgraziata epoca di politicamente corretto manicomiale, la stupidità più stentorea, più possente fluisce copiosa da una certa casta, spelacchiata, ringhiosa, rifatta, caramellata di tromboni che sparano le loro grandi palle di fuoco e non si accorgono di quanto sono arroganti, patetici, imbarazzanti. E ridicoli. E, soprattutto, sempre meno ascoltati.
Max Del Papa
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