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#Cassa-di-Risparmio-di-Torino
fashionbooksmilano · 2 months
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Cavaglieri
a cura di Vittorio Sgarbi
Allemandi & C., Torino 2007, 206 pagine, In-4° , brossura, ISBN 9788842214915
Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo
euro 35,00
email if you want to buy [email protected]
Catalogo della mostra su Mario Cavaglieri allestita a Palazzo Roverella a Rovigo dal 10 febbraio al 1 luglio 2007
Le 155 opere presenti in mostra sono riprodotte con grande cura editoriale. Per ogni opera riprodotta, come si conviene ad un catalogo ben fatto, è pubblicata una scheda didascalica esauriente e la relativa bibliografia essenziale. Ma il volume è soprattutto dotato di saggi introduttivi di grande spessore critico a firma dello stesso curatore Vittorio Sgarbi, dove il titolo allettante di Il senso di una pittura dei sensi, predispone ad una lettura partecipata e scevra di preconcetti, e dove l'opera di Cavaglieri è scandagliata con angolazione tutta rivolta agli anni brillanti del pittore, ma senza trascurare gli sviluppi dell'interno percorso artistico. Quei sensi a cui Vittorio Sgarbi fa riferimento, vengono percepiti pienamente nel corso della visita alla mostra, tra angoli discreti che formano virtuali salottini borghesi e sulle cui pareti campeggiano i quadri carichi di colore del pittore rodigino. Altri contributi, oltre a quello di Vittorio Sgarbi "aprono" il catalogo. Il saggio di Alessia Vedova intitolato Un descrittore del suo tempo: le opere giovanili, il periodo intimista e gli anni brillanti, costituisce un acclarante excursus sull'opera di Cavaglieri, mentre il saggio di Viviane Vareilles Un pittore veneto, innamorato della Francia, a Parigi, ci dice degli anni francesi. Ma per noi desta anche curiosità il fatto che la musa ispiratrice di Mario Cavaglieri fu la ferrarese Giulia Catellini, come ben documenta Stefano Fugazza nel suo contributo dal titolo Gli anni piacentini. Legata al pittore per la vita, dopo essere rimasta vedova nel 1920 di un aristocratico piacentino, Giulietta figura come soggetto in moltissime tele esposte in mostra, conferendo sempre alle opere in cui è ritratta un alone di innegabile sensualità, e dove sembra di leggere l'afflato grande tra pittore e modella, uniti nell'arte come nella vita.
06/03/24
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giancarlonicoli · 5 months
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6 dic 2023 16:03
TUTTI IN PIEDI, PARLA GIUSEPPE GUZZETTI – IL GRANDE VECCHIO, IN DUPLEX CON BAZOLI, DEL SISTEMA BANCARIO ITALIANO CONFERMA DI ESSERE A 89 ANNI L’ULTIMO DEMOCRISTIANO DI ALTO LIVELLO E UN POLITICO SCALTRISSIMO QUANDO FA PRESENTE: “SE INTESA SANPAOLO È DIVENTATA UNA FRA LE PRIME BANCHE D’EUROPA E CARLO MESSINA PER SEI ANNI È STATO PREMIATO COME MIGLIOR AD DI BANCA DEL VECCHIO CONTINENTE, ALLORA SIGNIFICA CHE NOI AZIONISTI ABBIAMO SCELTO BENE” (COME CANTA VASCO ROSSI: ‘’SIAMO SOLO NOI…’’) -
Giulio Gambino per “TPI – The Post Internazionale”
Se Intesa Sanpaolo si è imposta come una delle più importanti banche in Europa, è anche perché i suoi azionisti di maggioranza, ovvero le fondazioni bancarie, hanno fin qui saputo individuare un management di qualità e non si sono mai intromessi nella gestione.
Lo dice in questo colloquio con TPI – prima parte di un’ampia intervista al nostro giornale che pubblicheremo nelle prossime settimane – Giuseppe Guzzetti, a lungo presidente della Fondazione Cariplo, che con il suo 5,2% detiene tutt’ora il secondo pacchetto di azioni dell’istituto di credito concepito sull’asse Torino-Milano.
Guzzetti, 89 anni, comasco, già presidente della Regione Lombardia con la Democrazia Cristiana tra il 1979 e il 1987, ha retto il timone di Fondazione Cariplo per quasi mezzo secolo, dal 1997 al 2019, e per ben diciannove anni, dal 2000 al 2019, ha presieduto anche l’Acri, l’associazione delle fondazioni e delle casse di risparmio.
È sotto la sua presidenza che si è completata, nel 1997, la cessione di Cariplo al Banco Ambroveneto guidato da Giovanni Bazoli: da quell’operazione nacque Banca Intesa, che nove anni dopo si sarebbe fusa con il Gruppo Sanpaolo.
Guzzetti è stato uno dei più importanti banchieri filantropi della storia d’Italia: sotto la sua gestione la Fondazione Cariplo ha finanziato circa 30mila progetti nei campi del sociale, dell’arte, della cultura, dell’ambiente, della ricerca scientifica, per un totale di circa 3 miliardi di euro investiti a fondo perduto. Ed è proprio questo il secondo tasto su cui batte l’ex presidente in questa chiacchierata. Ovvero: è proprio grazie all’esperienza convogliata dalle fondazioni che Intesa Sanpaolo oggi è così attiva sul fronte degli stanziamenti al sociale.
Guzzetti, quale contributo ideale e culturale ha portato Cariplo in Intesa?
«Direi due contributi. Il primo: la Fondazione Cariplo, insieme ad altre quattro fondazioni (la Compagnia Sanpaolo di Torino, la Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, la Cassa di Risparmio di Firenze e la Cassa di Risparmio di Bologna, ndr) in questi anni ha esercitato il proprio ruolo di azionista senza mai interferire nella gestione.
Quando c’è stato da rinnovare il consiglio d’amministrazione, cioè, queste cinque fondazioni hanno sempre presentato una propria lista di maggioranza, contrapposta a quella di minoranza presentata da Assogestioni, ma, una volta che il Cda era nominato, e con esso il presidente e l’amministratore delegato, le fondazioni non hanno mai interferito con l’attività del management».
Questo atteggiamento che effetto ha avuto sulla gestione della banca?
«Ha senz’altro consentito all’amministratore delegato di poter lavorare in tranquillità. Se Intesa Sanpaolo è diventata una fra le prime banche d’Europa e Carlo Messina (a.d. dal 2013, ndr) per sei anni è stato premiato come miglior a.d. di banca del Vecchio Continente, allora significa che noi azionisti abbiamo scelto bene».
E il secondo contributo portato da Cariplo?
«Qualche settimana fa Messina ha annunciato che Intesa Sanpaolo destinerà 1,5 miliardi di euro al sociale nei prossimi cinque anni. Significa 300 milioni di euro all’anno. Lo stesso Messina ha sottolineato molto chiaramente che la sensibilità e l’attenzione della banca per la parte sociale deriva anche dai valori propri delle fondazioni. Le fondazioni hanno dato una grande spinta a qualificare l’azione sociale della banca».
E in particolare di Fondazione Cariplo?
«Quando Fondazione Cariplo ha ceduto Cariplo al Banco Ambrosiano Veneto, si è incontrata con le sensibilità del Nuovo Banco Ambrosiano, che aveva in sé una forte cultura del sociale. Quella cultura si è ancor più rafforzata ed estesa con la gestione dell’amministratore delegato Carlo Messina. Ma, andando più indietro nel tempo, ricordo che sotto la presidenza di Giordano Dell’Amore, Cariplo sostenne la ricostruzione nel secondo dopoguerra in tutta la Lombardia, finanziando la formazione professionale ma anche il sociale, con la costruzione di numerosi ospedali in tutta la regione».
Perché una grande banca che fa miliardi di profitti investe a fondo perduto nel sociale?
«Perché questo coincide con la visione dei suoi azionisti. Intesa Sanpaolo può impegnarsi nel sociale perché sa che gli azionisti che oggi rappresentano la maggioranza del suo capitale sociale non solleverebbero mai questioni, se una parte importante dei dividendi fosse destinata, come poi è stato, al sociale. Non dimentichiamoci che quegli 1,5 miliardi di euro di cui ha parlato Messina sono, di fatto, risorse sottratte agli azionisti. Ma evidentemente questi azionisti sono ben contenti se i finanziamenti elargiti dalla banca al sociale migliorano la qualità della vita delle nostre comunità».
Quali altre banche in Italia hanno una così spiccata attenzione al sociale?
«Ci sono banche che hanno costituito fondazioni dotate di capitale sociale relativamente modesto, ma nessuna raggiunge la mole di finanziamenti di Intesa Sanpaolo».
Chiudiamo con una battuta sugli ambienti della finanza italiani. Esiste ancora la distinzione tra finanza cattolica e finanza laica?
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lamilanomagazine · 6 months
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Milano: apre al pubblico la mostra Leonardo Bistolfi, simbolista visionario.
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Milano: apre al pubblico la mostra Leonardo Bistolfi, simbolista visionario. Da domani 20 ottobre Galleria Silva accoglierà una scelta delle più affascinanti e visionarie opere di uno dei maggiori protagonisti del simbolismo europeo: Leonardo Bistolfi (Casale Monferrato, 15 marzo 1859 – La Loggia, 3 settembre 1933). La mostra sarà una ricognizione all'interno dell'affascinante e visionario universo espressivo dello scultore piemontese, il cui personalissimo e altamente immaginoso linguaggio plastico ebbe non poche ripercussioni stilistiche tanto in Europa quanto oltreoceano, arrivando a influenzare la coeva statuaria monumentale dell'America centromeridionale (infatti già all'epoca la critica parlava di "bistolfismo" e di scultori "bistolfiani"). Formatosi prima all'Accademia di Brera a Milano e poi all'Albertina di Torino, sotto la guida di Odoardo Tabacchi, dopo un esordio di matrice verista e scapigliata, Bistolfi aprì i propri orizzonti estetico-culturali al simbolismo letterario di matrice franco-fiamminga e alle istanze del decadentismo europeo. Egli si identificava in modo particolare nel concetto di "operaio della Bellezza", seguendo una linea ideologica e spirituale che era, in sostanza, quella tracciata da John Ruskin e William Morris. Opere in mostra Proprio al periodo simbolista, il più rappresentativo e influente della sua intensa carriera, è dedicata l'esposizione di Galleria Silva: un percorso ideale che va da una versione in gesso della testa dell'Alpe per il Monumento a Giovanni Segantini di Saint-Moritz (La Bellezza liberata dalla Materia, 1899-1906), forse la scultura più iconica dell'intera produzione bistolfiana, per approdare al marmo La Volontà o L'Industria (1925 ca.), uno straordinario esemplare proveniente dalla collezione storica di un illustre personaggio, legato a Bistolfi da un antico vincolo amicale, e da essa mai uscito fino a oggi. La Volontà rappresenta al massimo grado la parziale mutazione dei moduli simbolisti dell'autore, avvenuta dopo la Grande Guerra e durante i primi anni del ventennio littorio, per cui il turgore delle forme e la monumentalità della figura allegorica tradiscono un timbro diverso, più carico e sensuoso, in un certo senso più "novecentista", rivelando una sontuosità e un'opulenza visibilmente accentuate. Completano il percorso un esemplare di misure ridotte della Croce Brayda (1901), assai rara da trovarsi in terracotta; la targa per la Società Bibliografica di Torino (1905-1906), prezioso gesso carico di echi preraffaelliti, dedicato all'amico scultore, pittore e scenografo Lodovico Pogliaghi; il particolare in bronzo della figura femminile di destra della targa per la Cassa di Risparmio di Milano (1906), uno dei testi figurativi di Bistolfi maggiormente compromessi con il Liberty, sull'onda lunga dell'Esposizione internazionale d'arte decorativa moderna di Torino del 1902, per la quale l'artista aveva disegnato un celebre manifesto; l'ispiratissima targa funeraria per André Gladès (1906-1908 ca.), pseudonimo maschile della scrittrice svizzera Nancy-Marie Vuille, morta trentanovenne a Ginevra nel gennaio 1906; il bassorilievo in gesso della Culla per il monumento-ossario La Patria (1906), commemorativo della battaglia del 1706 a Madonna di Campagna; il gesso del verso del modello della medaglia per le gare sportive "Florio" di Palermo (1907); e, sempre in gesso, la testa della figura della Morte del monumento funerario Abegg (1912-1913), collocato nel cimitero di Zurigo. Non va infine dimenticata la targa in bronzo per Giovanni Faldella e Leonardo Bistolfi (1913), cavalieri dell'ordine civile di Savoia, significativa opera "bistolfiana" del torinese Edoardo Rubino. In mostra sarà presente un catalogo a cura di Armando Audoli.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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personal-reporter · 6 months
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Festa del libro medievale e antico 2023 di Saluzzo
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La terza edizione della Festa del libro medievale e antico di Saluzzo, la manifestazione per adulti e ragazzi dedicata alla cultura e storia medievale attraverso romanzi, saggi, fantasy, lezioni, musiche e performance, promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Saluzzo e dalla Città di Saluzzo, in collaborazione con il Salone Internazionale del Libro di Torino. si terrà dal 20 al 22 ottobre. Il tema di questa edizione sarà il viaggio nel Medioevo,  affrontato sotto diversi aspetti, inteso come itinerario da intraprendere per spostamenti pratici o per necessità di lavoro e commerciali; come desiderio di scoperta e avventura, sfida per il superamento di confini e condizioni; fantastico, epico e cavalleresco; o spirituale e mistico in un periodo di fervente religiosità, oltre a i pellegrinaggi militari di conquista che furono le crociate in Terra Santa. Tra i protagonisti ci saranno l’antropologo Marco Aime sul pellegrinaggio medievale alla Mecca del Sultano del Mali; il critico d’arte Nicolas Ballario sulle influenze del Medioevo nell’arte contemporanea; il monaco e saggista Enzo Bianchi sulla vita dei monaci; l’autrice Nicoletta Bortolotti su Christine de Pizan (1364-1430), prima scrittrice europea e; la regina degli scacchi Marina Brunello; lo storico Federico Canaccini sul viaggio dei pellegrini per il primo Giubileo della storia; lo scrittore Fabio Genovesi su Cristoforo Colombo; lo youtuber Roberto Mercadini con uno spettacolo su Orlando Furioso; le medieviste Beatrice del Bo (sui viaggi immaginari nei cieli medievali) e Laura Ramello (sui viaggi dei cavalieri), l’insegnante di filosofia e youtuber Matteo Saudino  sulla filosofia medievale e lo scrittore e critico letterario Domenico Scarpa, oltre a il medievista Amaury Chanou, il giornalista Leonardo Bizzaro; l’ingegnere Sergio Beccio con il professor Nuccio Gilli, l’autore Aldo Squillari, il compositore e giornalista Davide Riccio, lo studioso di storia Joseph Rivolin, l’insegnante e scrittore Pasquale Natale; l’insegnante e autrice Ivana Melloni; lo storico Ezio Marinoni. Non mancheranno la Fondazione Teatro Ragazzi e Giovani Onlus con lo spettacolo dedicato a Marco Polo; il Coro Gregoriano Haec Dies di Alba con un concerto di canti gregoriani; il Marchesato Opera Festival con concerti di musica classica; il Dipartimento Educazione del Castello di Rivoli con un’azione collettiva per i più piccoli; il Teatro Liquido – Barcelona, grazie alla collaborazione con EstOvest Festival; sbandieratori, gruppi e rievocatori storici, trampolieri, giocolieri, cantastorie, giullari, saltimbanchi, danzatori che animeranno tutta la città. Inoltre gli esercizi commerciali  di Saluzzo esporranno nelle loro vetrine titoli di libri selezionati sul tema del viaggio, dalla saggistica alla narrativa, dal fantasy ai libri antichi per una bibliografia medievale che confluirà nel Fondo del libro medievale in continua espansione, nato con la prima edizione della Festa, custodito dalla Biblioteca civica di Saluzzo Lidia Beccaria Rolfi.  per la fruizione libera e gratuita. Tutti gli appuntamenti sono a ingresso libero e gratuiti, a eccezione dello spettacolo di Roberto Mercadini e dello spettacolo Marco Polo di Fondazione Teatro Ragazzi e Giovani Onlus. Read the full article
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Asean Design, obiettivo portare i gioielli piemontesi in Asia
Palatium Vetus di Alessandria ospita fino al 19 ottobre la rassegna Asean Design.     L’internazionalizzazione del gioiello di Valenza in Asia”, un progetto di promozione dell’artigianato orafo sui mercati orientali che, in contemporanea, avrà una vetrina al Mao, il Museo di Arte Orientale di Torino. L’iniziativa è il risultato di un accordo tra la Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria e…
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italy-reports · 9 years
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Gola e il capitalismo straccione
Come anche la sociologia insegna, esistono diversi tipi di capitalismo. Quello imbevuto dell’originaria religione del lavoro, ormai in via d’estinzione insieme all’etica protestante da cui è nato. Quello globale turbo-finanziario, da cui dipende, volente o nolente, ogni singola economia del pianeta. Quello selvaggio, tipo Cina, India. Quello di relazione, in cui gli affari sono di competenza esclusiva del ‘cerchio magico’ del capo (anche più o meno democraticamente eletto) o del sultano o del re: parenti, amici, amanti si dividono industrie, banche, ogni tipo di business. L’uno non esclude l’altro e in molti Paesi i diversi tipi coesistono. In Italia, il sommerso, per non parlare del caporalato, può essere il lato selvaggio della nostra ‘economia di mercato’; nei salotti buoni della finanza (senza più distinzione tra bianchi o rossi) nascono e si rafforzano le relazioni che ‘contano’, gli ospiti fissi di questi ambienti, anche se collezionano fallimenti e disastri vari, non restano mai a piedi, una poltrona, una sedia, uno strapuntino, dove continuare ad accumulare lauti compensi, lo trovano sempre.
Nel Bel Paese – temo anche da altre parti, ma non ne ho esperienza diretta – è radicato anche il capitalismo straccione, che mutua alcuni comportamenti malavitosi e vive, per libera scelta, costantemente ai limiti della legalità. Il capitalista straccione non è proprio un imprenditore che investe, rischia e sviluppa un’industria. In azienda non mette un centesimo che è uno e comunque vuole guadagnare il più possibile- il profitto è sacro, no? Di conseguenza non paga stipendi e contributi ai dipendenti, lascia in sospeso per mesi e mesi le fatture dei fornitori quando non le dimentica in un cassetto, lucra su ogni singolo centesimo. Se gli incassi diminuiscono mettendo a rischio gli utili, non ristruttura la produzione, innova i prodotti o rivoluziona le strategie di marketing. Non ci pensa nemmeno. Semplicemente licenzia il personale, senza liquidazione, preavvisi e altri ammennicoli previsti da leggi e contratti. Sembra divertirsi a gettare sul lastrico madri e padri con prole e mutuo a carico, a lasciare all’improvviso senza un soldo i collaboratori, a vedere lavoratori ultracinquantenni scioccati dalla necessità di trovare subito un impiego. Il capitalista straccione sa bene che i ‘cacciati’ e i defraudati della ‘giusta mercede’ gli faranno causa e che le perderà. Non gli importa nulla. Confida nella lentezza dei tribunali italici, nella previsione che molti per cifre basse (500-2.000 euro) non lo porteranno mai davanti ai giudici, nella possibilità di accordi vantaggiosi (per lui) con dipendenti che non vogliono aspettare anni per avere quello che gli spetta. Intanto la refurtiva (i soldi rubati a dipendenti e fornitori) matura interessi in conti correnti ben protetti dagli sguardi indiscreti degli ufficiali giudiziari.È sbagliato pensare che il capitalismo straccione sia un fenomeno marginale, specifico di aree arretrate del Paese. Al contrario, è diffuso in tutto il sistema, perfino nelle realtà ritenute più avanzate.
G_1bc2c3309bPrendete, per esempio, Gian Luigi Gola (nella foto). È consigliere di sorveglianza di Ubi Banca, è stato presidente del collegio sindacale della Cassa di risparmio di Cuneo (per l’attività in questo incarico sarebbe indagato dalla magistratura). Commercialista, 52 anni, laureato in Economia all’Università di Torino, studio a Chiusa Pesio, a pochi chilometri da Cuneo, ha avuto numerosi incarichi come revisione in enti pubblici e privati. Ha fondato diverse società, dirige o è presente, sempre in posizioni da dominus, in molti consigli di amministrazione e organi di controllo, tra cui F2i Reti Italia Srl. Presenzia ogni anno al convegno di studi che il Consiglio dell’ordine dei dottori commercialisti di Cuneo organizza in lussuosi alberghi a Montercarlo, al quale partecipano illustri ospiti, tra cui, qualche anno fa, Michele Vietti, attuale vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura. Insomma, Gola può essere definito uno degli uomini più potenti della Granda. E alla passione per la finanza unisce quella per i giornali. È stato uno dei fondatori, ed attualmente è consigliere, di Polo Grafico, società editoriale di Cuneo che pubblica Il Giornale del Piemonte ed Il Giornale della Liguria (dorsi regionali de Il Giornale) e tre settimanali provinciali La Bisalta, La Piazza Grande e Il Nuovo Braidese. In ottimi rapporti con Paolo Berlusconi, nel 2012 Gola aveva comprato, sempre dal fratello dell’ex premier Silvio, la Newspapermilano – sede in via Negri a Milano, a due passi dalla Borsa – che edita tre mensili economici:Espansione (allegato mensile a Il Giornale), BancaFinanza e il Giornale delle assicurazioni. L’operazione è avvenuta attraverso PaperOne, di cui Gola detiene il 34,5% delle azioni. In realtà, sembra che Paolo Berlusconi abbia voluto cedere la casa editrice a causa dei conti perennemente in rosso. L’acquisizione, si dice, sarebbe stata fatta attraverso scambi azionari senza alcun investimento reale da parte del Polo Grafico. Inoltre, Arcus, che raccoglieva la pubblicità dei tre mensili e anche la locale del Giornale, avrebbe fatto condizioni di assoluto favore a Gola: una specie di ‘minimo garantito’, un sostanzioso anticipo sui previsti incassi, che andavano poi conguagliati, cosa che Newspapermilano pare si sia ben guardata dal fare.
Dopo i primi mesi di gestione cuneese, i collaboratori hanno visto decurtare i propri compensi, poi diluirsi nel tempo, poi sparire del tutto. Gli stipendi dei dipendenti e degli assunti con contratti a termine tardavano di un mese, due, tre, e arrivavano spesso con ‘tagli’ imprevisti. C’è stata una grande fuga di giornalisti dai tre mensili. La cosa non ha preoccupato Newspapermilano, che ha proseguito nella spirale infinta dei tagli. In estrema sintesi, in quattro anni, ci sono stati cinque licenziamenti (direttore, caporedattore e segretaria di redazione di Espansione, e due direttori generali), quattro dimissioni per giusta causa (il direttore di BancaFinanza, Giornale delle assicurazioni e, poi, di Espansione non pagato da mesi; la segretaria di redazione, la responsabile marketing dei mensili, senza stipendio da quasi un anno; un redattore di Espansione ‘a secco’ da mesi), decine di collaboratori hanno lasciato i giornali, tra cui una grafica, che da due anni, e forse più, era pagata random, cioè un mese sì, l’altro no, poi un quarto del compenso, poi la metà, poi di nuovo niente per sessanta giorni…A nessuno è stata pagata regolarmente la liquidazione, tutti hanno dovuto ricorrere ad avvocati e/o portare Newspapermilano in tribunale (le cause sono una decina) per veder riconosciuti i loro diritti. Oggi i mensili sono realizzati da tre giornalisti e due grafici, quattro anni fa la forza lavoro interna era composta da 14 persone.
Gian Luigi Gola non si occupa, naturalmente, della gestione dei mensili. Il day by day è affidato all’amministratore delegato Luca Delfino. Resta il fatto che Gola è l’azionista di riferimento e non è immaginabile che ignori quello che accade in Newspapermilano, ammesso e non concesso che non sia lui, e solo lui, a prendere le decisioni più importanti. A ulteriore dimostrazione che i diversi tipi di capitalismo non solo convivono, ma vanno d’amore e d’accordo.
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UniTo e Città Studi Biella firmano convenzione per la nuova offerta formativa universitaria
Università degli Studi di Torino, Città Studi Biella, Fondazione Cassa di Risparmio di Biella e Città di Biella hanno firmato la convenzione ventennale per la nuova offerta formativa universitaria del Campus biellese. Una firma importante che rafforza la sinergia ormai decennale tra Città Studi e l’Ateneo torinese e che avrà una ricaduta importante per tutto … Leggi tutto L'articolo UniTo... Per il contenuto completo visitate il sito https://ift.tt/QRWVs84
da Quotidiano Piemontese - Home Page https://ift.tt/hZVMjSu via Adriano Montanaro - Alessandria
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globalhappenings · 2 years
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Atlantia: Edition-Blackstone totalitarian takeover bid at 23 euros
Atlantia: Edition-Blackstone totalitarian takeover bid at 23 euros
Edition and Blackstone have announced the total takeover bid on Atlantia at a price of 23 euros per share. The announcement comes before the markets open. To this is added a dividend of 0.74 euros which brings the value of the share to those who subscribe to 23.74 euros. The total value of the takeover bid of Edizione and Blackstone – which aims to achieve the delisting of the company –…
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L’ipotesi Amato
«Ogniqualvolta c'è una carica istituzionale vacante o in procinto di esserlo, spunta l'ipotesi Amato. Dal 1992.» [@ipotesiamato]
«Crisi, maggioranza unita sull'ipotesi Amato» [Aprile 2000]
«Ipotesi Amato per la presidenza della Rai» [Febbraio 2009]
«Napolitano bis, oggi il giuramento. Per il governo ipotesi Amato» [Aprile 2013]
«Totoquirinale, cresce l'ipotesi Amato» [Gennaio 2015]
«If experience is required in the next Italian prime minister, they do not come more experienced than Giuliano Amato» [Dicembre 2015]
«L'ipotesi Amato per le larghe intese» [Novembre 2017]
«Un premier per gestire lo stallo. Gentiloni in pole, ma spunta Amato» [Dicembre 2019]
«Cassa di Risparmio di Torino spunta l’ipotesi Amato» [Aprile 2019] 
«Il piano Di Maio: l’ipotesi Amato per far fuori Tria» [Aprile 2019]
«UE: nuovo round sulle nomine, spunta l’ipotesi Amato per la Commissione» [Luglio 2019]
«Cartabia scade, per la presidenza il nome di Amato» [Agosto 2020]
«Pirlo è in discussione. Spunta l’ipotesi Amato per la panchina della Juventus» [Novembre 2020]
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vadaviaaiciap · 4 years
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Mestre, dopo aver "lavorato" tutta la notte un clandestino africano si riposa dentro la banca Cassa di Risparmio di Venezia in via Torino. Oramai il degrado e la delinquenza sono all'ordine del giorno: Conte e la sinistra stanno distruggendo l'Italia.
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blogexperiences · 3 years
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Asti - Una rotaia lunga 170 anni. La ferrovia Torino Genova
Asti – Una rotaia lunga 170 anni. La ferrovia Torino Genova
Promossa dalla Fondazione SLALA, Sistema Logistico del Nord‐Ovest, in collaborazione con la Fondazione Asti Musei, la Fondazione Cassa di Risparmio di Asti e il Comune di Asti, è inserita nel programma della “Douja d’Or”. Inaugurata il 18 settembre, resterà aperta al pubblico fino al 24 ottobre. AD ASTI A PALAZZO MAZZETTI: UNA MOSTRA SUI 170 ANNI DELLA FERROVIA TORINO‐GENOVA (1853‐2023) Una…
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lamilanomagazine · 7 months
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Milano: "Leonardo Bistolfi, simbolista visionario", la nuova mostra di Galleria Silva
Milano: "Leonardo Bistolfi, simbolista visionario", la nuova mostra di Galleria Silva. Dal 20 ottobre Galleria Silva accoglierà una scelta delle più affascinanti e visionarie opere di uno dei maggiori protagonisti del simbolismo europeo: Leonardo Bistolfi (Casale Monferrato, 15 marzo 1859 – La Loggia, 3 settembre 1933). La mostra sarà una ricognizione all'interno dell'affascinante e visionario universo espressivo dello scultore piemontese, il cui personalissimo e altamente immaginoso linguaggio plastico ebbe non poche ripercussioni stilistiche tanto in Europa quanto oltreoceano, arrivando a influenzare la coeva statuaria monumentale dell'America centromeridionale (infatti già all'epoca la critica parlava di "bistolfismo" e di scultori "bistolfiani"). Formatosi prima all'Accademia di Brera a Milano e poi all'Albertina di Torino, sotto la guida di Odoardo Tabacchi, dopo un esordio di matrice verista e scapigliata, Bistolfi aprì i propri orizzonti estetico-culturali al simbolismo letterario di matrice franco-fiamminga e alle istanze del decadentismo europeo. Egli si identificava in modo particolare nel concetto di "operaio della Bellezza", seguendo una linea ideologica e spirituale che era, in sostanza, quella tracciata da John Ruskin e William Morris. Proprio al periodo simbolista, il più rappresentativo e influente della sua intensa carriera, è dedicata l'esposizione di Galleria Silva: un percorso ideale che va da una versione in gesso della testa dell'Alpe per il Monumento a Giovanni Segantini di Saint-Moritz (La Bellezza liberata dalla Materia, 1899-1906), forse la scultura più iconica dell'intera produzione bistolfiana, per approdare al marmo La Volontà o L'Industria (1925 ca.), uno straordinario esemplare proveniente dalla collezione storica di un illustre personaggio, legato a Bistolfi da un antico vincolo amicale, e da essa mai uscito fino a oggi. La Volontà rappresenta al massimo grado la parziale mutazione dei moduli simbolisti dell'autore, avvenuta dopo la Grande Guerra e durante i primi anni del ventennio littorio, per cui il turgore delle forme e la monumentalità della figura allegorica tradiscono un timbro diverso, più carico e sensuoso, in un certo senso più "novecentista", rivelando una sontuosità e un'opulenza visibilmente accentuate. Completano il percorso un esemplare di misure ridotte della Croce Brayda (1901), assai rara da trovarsi in terracotta; la targa per la Società Bibliografica di Torino (1905-1906), prezioso gesso carico di echi preraffaelliti, dedicato all'amico scultore, pittore e scenografo Lodovico Pogliaghi; il particolare in bronzo della figura femminile di destra della targa per la Cassa di Risparmio di Milano (1906), uno dei testi figurativi di Bistolfi maggiormente compromessi con il Liberty, sull'onda lunga dell'Esposizione internazionale d'arte decorativa moderna di Torino del 1902, per la quale l'artista aveva disegnato un celebre manifesto; l'ispiratissima targa funeraria per André Gladès (1906-1908 ca.), pseudonimo maschile della scrittrice svizzera Nancy-Marie Vuille, morta trentanovenne a Ginevra nel gennaio 1906; il bassorilievo in gesso della Culla per il monumento-ossario La Patria (1906), commemorativo della battaglia del 1706 a Madonna di Campagna; il gesso del verso del modello della medaglia per le gare sportive "Florio" di Palermo (1907); e, sempre in gesso, la testa della figura della Morte del monumento funerario Abegg (1912-1913), collocato nel cimitero di Zurigo. Non va infine dimenticata la targa in bronzo per Giovanni Faldella e Leonardo Bistolfi (1913), cavalieri dell'ordine civile di Savoia, significativa opera "bistolfiana" del torinese Edoardo Rubino. In mostra sarà presente un catalogo a cura di Armando Audoli.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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personal-reporter · 10 months
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Vignale in Danza 2023
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Torna Vignale in danza il festival, nato nel 1978 e voluto dal Sindaco di Vignale Monferrato Ernesta Corona e dall’intera giunta, tra formazione, competenza ed eleganza, che coinvolge non solo Vignale Monferrato ma tutta le provincia di Alessandria. Il cartellone dell’edizione 2023, diretto da Michela Maggiolo, vedrà compagnie italiane che uniscono nei loro spettacoli fondamenti della danza classica con linguaggi contemporanei, esplorando la tradizione tra citazioni e rimandi, ed innovando attraverso la presentazione delle nuove tendenze emergenti. Il 29 giugno ai Giardini Bassi di Palazzo Callori a Vignale saranno gli spettacoli Metamorfosi  di Michela Tartaglia e GRNDR_date no one di Andrea Zardi a dare il via a partire dalle 21.30. Il festival proseguirà poi fino al 14 luglio e, dopo una pausa, riprenderà il 25 agosto per finire il 28 ottobre. Una novità dell’edizione 2023 sono le conferenze dedicate al mondo coreutico, all’alimentazione e alla cura ossea del danzatore e la presentazione del libro Simona Atzori, una storia oltre il limite di Beatrice Sacchi in collaborazione con la libreria Ubik di Alessandria. Come nel 2022 tornano per gli studenti e il territorio i workshop, le residenze artistiche  e le lezioni dedicate alla disabilità Dance Ability presso la Fondazione Longo di Castellazzo Bormida curate da Abilitando Onlus. Tutti gli spettacoli saranno seguiti da Abilitando Onlus ed alcuni di essi avranno l’audiodescrizione e l’interprete LIS, inoltre come lo scorso anno alla biglietteria l’avatar Raimondo, del Centro di Ricerca Rai di Torino, fornirà informazioni in lingua LIS. Vignale in danza è stato ideato in collaborazione con Piemonte dal Vivo e grazie ai contributi della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria, della Regione Piemonte, dai Comuni di Vignale Monferrato, Alessandria, Fubine, Mirabello Monferrato, Montecastello,  Fondazione Longo, Intesa Sanpaolo, Amag, Camera di Commercio di Alessandria e Asti, Mongetto Società cooperativa di Vignale M.to, Villaforte Tennis San Salvatore, Gaudio di Vignale M.to, Hic et Nunc di Vignale M .to, Cantine Volpi di Volpedo, Mazzetti di Altavilla, Bagliano di Alessandria, Resicar di Spinetta Marengo, Torti Impianti di Alessandria, Angelo Minetti di Casale Monferrato, LB danza Pavia, Lions Club di Vignale Monferrato. Quest’anno il Festival ha anche il patrocinio di RAI per la Sostenibilità ESG e la Media Partnership di RAI Pubblica Utilità. Read the full article
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Isola in Collina, 10 giorni di musica nel paese di Luigi Tenco
Dal 15 al 24 luglio, a Ricaldone (ANSA) – RICALDONE, 19 GIU – Storica rassegna dell’Alessandrino, è alla 28esima edizione ‘L’Isola in Collina’, organizzata anche con le Fondazioni Cassa di Risparmio Alessandria e Torino, Regione Piemonte. In programma dal 15 al 24 luglio, dal 1992 rende omaggio Luigi Tenco e alla canzone d’autore a Ricaldone, il paese del Monferrato in cui ha vissuto prima di…
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giancarlonicoli · 3 years
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I tre anni di Cristiano Ronaldo alla Juventus sono stati un fallimento                   Giuseppe Pastore      
27 ago 2021
L'attaccante portoghese ha detto ai bianconeri che se ne andrà altrove. Lascerà una squadra peggiore di quella che aveva trovato nel 2018, quando prosperava la favoletta del “farà bene a tutto il calcio italiano”
Premessa. Come categoria dobbiamo innanzitutto ammettere a noi stessi che la Juventus gode diffusamente di un trattamento di favore che si motiva con l'enorme popolarità del bianconero, la notevole influenza politica della famiglia Agnelli e il fatto che la proprietà del club coincide con un'azienda che possiede un forte gruppo editoriale e ne sfama di pubblicità numerosi altri, evidentemente bisognosi di mantenersi a galla in questi tempi di vacche magrissime. Nulla di clamoroso e nulla di nuovo, essendo già capitato anche con la Fininvest e il grande Milan, la Pirelli e l'Inter di Moratti o i giornali di Urbano Cairo e l'attuale Torino. Ma Cristiano Ronaldo ha peggiorato la situazione: in questi tre anni è stato scritto e sostenuto prima l'improbabile e poi direttamente l'impossibile, anche a causa della nostra innata provincialità che ci ha mandato “in cimbali” – espressione bellissima, di un giornalismo da macchina da scrivere che non c'è più – al pensiero che il Re avesse scelto noi, proprio noi, come umili sudditi a rendergli omaggio con la faccia sotto i suoi piedi.
Fabrizio De André era stato fin troppo ottimista: in questa storia di amore perduto che forse non è mai iniziato, non resta nemmeno qualche svogliata carezza, figuriamoci un po' di tenerezza. Quello fa venire il suo agente a Torino e comunica (chissà con quale tatto) che non ha più intenzione di giocare per loro; quegli altri gli dicono di portare qualche offerta, possibilmente con parecchio denaro sonante, e togliersi dai piedi. Tutta la narrazione faticosamente impalcata per tre anni viene smontata in queste ore dalle indiscrezioni a mezzo Twitter, secche come note d'agenzia, prive di sentimento, svuotate di tutta la retorica che ci siamo auto-inflitti da luglio 2018. Uno sprofondare dolente come il video di No Surprises dei Radiohead, con Thom Yorke impotente mentre si lascia sommergere lentamente dall'acqua. Manteniamo allora anche noi l'asciuttezza che avremmo dovuto conservare fin da principio, e scriviamolo chiaro e tondo: i tre anni di Cristiano Ronaldo alla Juventus sono stati un fallimento su tutta la linea.
Il fallimento tecnico
L'operazione Ronaldo, fortemente avversata da Marotta che infatti è il primo a levare le tende dopo pochi mesi, nasce per placare un'ossessione agnelliana: la maledetta Champions League. Dopo le due sconfitte in finale nel 2015 e nel 2017, pochi mesi prima la Juventus è stata ghiacciata a domicilio da due pezzi di bravura di CR7: in particolare il secondo gol, la memorabile rovesciata del momentaneo 0-2, rimbomba ancora nelle tempie dei tifosi. La settimana successiva, la beffarda eliminazione del Bernabeu suggellata ancora da un rigore di Ronaldo al 97' convince la proprietà che il portoghese è l'unico tassello mancante per mettere le mani sulle Grandi Orecchie. Non sarà così: la Juve non si avvicina nemmeno alle semifinali ed esce con Ajax, Lione e Porto, tre squadre che non giocano nei top 4 campionati europei. I due scudetti 2019 e 2020 vengono celebrati con indifferenza fino a cacciare i due allenatori che li avevano vinti, perché l'animale che la Juve si porta dentro si mangia tutto il resto. La Signora cerca di cambiare, di adeguarsi al suo fuoriclasse: prende Sarri e lo rigetta dopo pochi mesi, promuove un improvvisato come Pirlo scoprendo che trattasi di errore madornale, nel frattempo si impoverisce in difesa, a centrocampo e pure in attacco, dove Ronaldo cannibalizza Dybala (fiaccato anche dagli infortuni) e accentra pesantemente la manovra. Al netto dei 101 gol in tre stagioni, 29 su rigore (CR7 ha sempre fatto molto bene i propri interessi), nel triennio di Ronaldo la Juve ha vinto meno che nel triennio precedente: due scudetti contro tre, una coppa Italia contro tre, zero semifinali di Champions contro una finale.
Il fallimento economico
È vero che in questi tre anni la Juventus ha incrementato il fatturato, è cresciuta sui social e nelle sponsorizzazioni e ha fatto un salto di qualità internazionale come appeal, ma a che pro? I bilanci si sono gonfiati e ingolfati come la proverbiale rana di Esopo e le operazioni fantasiose non si contano, dall'affaire-Rovella con il Genoa allo spericolato scambio Pjanic-Arthur con un Barcellona conciato ancora peggio di lei. Se è stato piazzato qualche buon colpo isolato, comunque non certo al risparmio (De Ligt, Chiesa, McKennie che peraltro è anche lui sulla lista dei partenti perché uno dei pochi con cui si riesce a fare cassa), la carestia e il Covid hanno portato a operazioni francescane come il recente richiamo all'ovile di Perin, Rugani e De Sciglio o il simbolico acquisto di Ramsey. I cambi dirigenziali degli ultimi mesi e il profondo restyling consigliato dalla famiglia dopo il definitivo pastrocchio della Superlega chiamano in causa direttamente Agnelli, che nell'ebbrezza di essere il proprietario di Ronaldo non ha fatto bene attenzione agli amici di cui si circondava, scaricando Ceferin con modalità da commedia all'italiana e saltando trionfalmente sul carro di Florentino Perez, che ad aprile piangeva miseria e oggi è lì che continua a rilanciare su Mbappé, mentre la Juve ha faticato anche a comprare Locatelli. Soprassediamo su dirigenti dal ruolo incomprensibile come Pavel Nedved, che da mesi è lì solo per fare figuracce: appena domenica scorsa aveva confermato Ronaldo in diretta tv (“Va via? Assolutamente no”), e del resto a maggio aveva dichiarato che Pirlo “rimane certamente”.
Il fallimento mediatico
Il più doloroso. Il piano prevedeva che Ronaldo diventasse il simbolo di una Juventus più moderna, più europea, meno speculativa, insomma più sexy, passando dalla Champions League (maledetta, sempre lei) ma non solo. Invece Cristiano non si è mai sforzato di imparare l'italiano né di diventare uomo-squadra - ma questo bisognava aspettarselo, dato che vive talmente fuori dal mondo e oltre le regole che non è mai riuscito a diventarlo in nessun luogo. Media compiacenti hanno smorzato i suoi numerosi fuori pista, dalla querelle giudiziaria per il presunto stupro della modella Kathryn Mayorga alle violazioni della quarantena e della zona rossa, le illazioni familiari sui premi non vinti, i ripetuti gesti di insofferenza verso compagni e allenatori, il gestaccio verso i tifosi dell'Atletico Madrid nella sua unica grande notte da re in bianconero, la grande illusione del 12 marzo 2019 quando aveva rimontato praticamente da solo i colchoneros di Simeone. Certamente la Juve ha fatto poco per essere all'altezza di uno dei primi cinque calciatori di tutti i tempi, numeri e palmares alla mano; ma Cristiano ha trattato la Juve come una sua dépendance, un'azienda succursale inferiore alla propria. Infine l'ultimo schiaffo: tenere la Juventus sulla corda fino al 26 agosto. Tanto, quei 783 gol in carriera non sono stati segnati con lo stile, che c'entra poco anche nel racconto delle sue cinque Champions League e dei cinque Palloni d'Oro. Ci sono anni di lavoro, tenacia, persistenza, una testa da alieno, un fisico sovrumano: l'eleganza può aspettare. Così come ha aspettato lui, tutta l'estate, che si manifestasse un'offerta degna del suo status.
Al 27 agosto 2021 siamo all'assurdo che in parecchi sostengono che da oggi la Juve, finalmente sbarazzatasi di Ronaldo che è andato al Manchester United, sia diventata più forte tecnicamente ed economicamente. È un assurdo solo apparente: probabilmente è proprio così, del resto è proprio questa la certificazione di un flop. Eppure anche oggi viene assai usata la sordina assolutrice: “In fondo la Juve potrà risparmiare 60 milioni lordi di ingaggio anticiperà di un anno il processo di ricostruzione e così andrà su Kean e Scamacca”, pietose bugie che mascherano un fallimento bilaterale, come certe sciagurate trattative politiche che alla fine, quando implodono in due secondi come un brutto castello di carte, lasciano tutti più spazientiti, più infelici e più incazzati al pensiero di tutto il tempo sprecato per nulla. In Italia Ronaldo non lascia eredi, non lascia solchi da seguire, ma solo un individualismo sempre meno sopportabile. Il suo ultimo pallone toccato in Italia è il gol annullato per cinque centimetri a Udine: triste metafora di una festa fatta troppo in anticipo. Lascia una Juve peggiore di quella che aveva trovato nel 2018, quando prosperava la favoletta del “farà bene a tutto il calcio italiano”. Un calcio italiano che difatti, prima di salutare il suo Re Nudo, in una sola estate ha perso Lukaku, Donnarumma, Hakimi, De Paul eccetera.
C'è molta acrimonia in queste righe, è vero: in alcuni passaggi sembra quasi di sentire un sottofondo di pernacchie. Un sentimento comprensibile verso chi era atteso a ben altri traguardi, strombazzati con una boria che poteva presagire solo sventure. E questa è la morale che riesce a sopravvivere al calcio più scialacquatore di sempre: si può essere inadeguati anche se ci si chiama Juventus, anche se ci si chiama Cristiano Ronaldo.
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wolfliving · 3 years
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Medieval Piedmontese cities and their cultural relevancy
*This thing’s fantastic.  I’ve never seen the like. Especially in a website devoted to “future cities.”
L`aristocrazia militare del territorio di Asti: i signori di Gorzano, in "Bollettino storico bibliografico subalpino",  LIX (1971), pp. 357-447; LXX (1972), pp. 489-543.
Un`attiva minoranza etnica: gli Alamanni del comitato di Asti, in "Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken", LIV (1974), pp. 1-57.
Una valle di transito nel gioco politico dell`età sveva. Le trasformazioni del potere e dell`insediamento nel comitato di Serralonga, in "Bollettino storico bibliografico subalpino", LXXIII (1975), pp. 109-179.
Società e potere in Asti e nel suo comitato fino al declino dell`autorità regia,  in "Bollettino storico bibliografico subalpino", LXXIII (1975), pp. 357-349.
Per una`archeologia medievale in Piemonte: un insediamento bassomedievale a Piea (Asti), in "Bollettino storico bibliografico subalpino", LXXIII (1975), pp. 223-234.
Paesaggio, possesso e incastellamento nel territorio di Asti fra X e XI secolo,  in "Bollettino storico bibliografico subalpino", LXXIV (1976), pp. 457-525.
L`"erudito avvocato" De Canis e la sua opera innovatrice: un contributo del primo Ottocento al progresso degli studi sul medioevo astigiano, in "Bollettino storico bibliografico subalpino", LXXIV (1976), pp. 239-309.
Lo storico G.S. De Canis e la sua "Descrizione statistica della provincia di Asti, Asti, Cassa di Risparmio di Asti,  1976.
Andar per castelli. Da Asti tutto intorno,  Torino, Milvia, 1976.
La città e il suo "districtus" dall`egemonia vescovile alla formazione del comune di Asti,  in "Bollettino storico bibliografico subalpino", LXXV (1977), pp. 535-625.
Proposta per una lettura della "Corografia astigiana" dell`avv. G.S.De Canis,  Asti, Cassa di Risparmio di Asti, 1977.
Una metodologia per le storie locali, in Atti del I convegno sul Canavese, Ivrea, 1979, pp. 97-100.
La genesi della classe politica del comune di Asti,  in "Bollettino storico bibliografico subalpino", LXXVII (1979), pp. 33-151.
Lo sviluppo delle relazioni personali nell`aristocrazia rurale del Regno Italico, in Structures féodales et féodalisme dans l`Occident mediterranéen (Xe-XIIe siécles). Atti del Colloquio intern. dell`Ecole Française di Roma (10-13 ottobre 1978), Roma, Ecole Française, 1980, pp. 241-249.
Assestamenti del territorio suburbano: le "diminutiones villarum veterum" del comune di Asti,  in "Bollettino storico bibliografico subalpino", LXXVIII (1980), pp. 127-177.
Città e territorio nell`alto medioevo. La società astigiana dal dominio dei Franchi all`affermazione comunale,  Torino, Deputazione subalpina di storia patria, 1980 (Biblioteca storica subalpina, CC).
Spunti archeologici nelle descrizioni erudite fra Sette e Ottocento, in Medioevo rurale. Sulle tracce della civiltà contadina,  a cura di V. Fumagalli, Bologna, Il Mulino, 1980, pp. 139-154.
Lo sviluppo delle relazioni personali nel territorio del comitato di Bredulo: "domini, milites, pagenses", in “Bollettino della Società per gli studi storici, architettonici e artistici della provincia di Cuneo”(= Atti del Convegno "Agricoltura e mondo rurale nella storia della provincia di Cuneo", Fossano 23-24 maggio 1981), 1981, pp. 315-323.
Tema cittadino e "ritorno alla terra" nella storiografia comunale recente, in "Quaderni storici", XVIII (1982), 52, pp. 255-277.
Medioevo americano. Modelli iconografici e modelli mentali, in “Quaderni medievali”, 13 (1982), pp. 130-150.
Introduzione a Torino nel basso medioevo: castello, uomini, oggetti, a cura di R. Bordone  e  S. Pettenati, Torino, Musei civici di Torino, 1982.
Il "famosissimo marchese Bonifacio". Spunti per una storia delle origini degli Aleramici detti del Vasto, in "Bollettino storico bibliografico subalpino", LXXXV (1983), pp. 587-602.
La società urbana nell`Italia comunale,  Torino, Loescher, 1984 (ried. 1998)
Medioevo all`inglese. L`esperienza pre-raffaellita tra neogotico e art nouveau, in "Quaderni Medievali", 18 (1984), pp. 82-112.
"Già parrocchiale, ora campestre e minacciante rovina..." Tracce romaniche per una storia del popolamento dell`Astigiano medievale, ne Le chiese romaniche delle campagna astigiane. Un repertorio per la loro conoscenza, conservazione, Tutela, a cura di L. Pittarello, Asti , Provincia, 1984, pp. 7-11.
Un problema di memoria collettiva, ne "Il Platano", IX (1984), pp.228-233.
"Civitas nobilis et antiqua". Per una storia  delle origini del movimento comunale in Piemonte, in Piemonte medievale, forme del potere e della società. Studi per Giovanni Tabacco,  Torino, Einaudi, 1985, pp. 29-61.
La "convenientia" tra Novi, Genova e Pavia del 1135 alla luce dei più recenti orientamenti di storia comunale. Alcune considerazioni preliminari, in "In novitate", I (1985), pp. 2-6.
Medioevo illustrato. Carlo Nicco e il revival medievale torinese, in "Quaderni medievali, 20 (1985), pp. 150-190.
Nascita e sviluppo delle autonomie cittadine, ne La Storia, II, Il Medioevo,  a cura di N. Tranfaglia e M. Firpo, Torino, UTET, 1986, pp. 427-460.
La riscoperta di una scoperta. Vent`anni di storiografia subalpina sul revival neomedievale ottocentesco, in "Bollettino storico bibliografico subalpino", LXXXIV (1986), pp. 559-568.
Storia urbana e città medievale: prospettive di ricerca, ne La storiografia contemporanea. Indirizzi e problemi, a cura di P. Rossi, Milano,  Il Saggiatore, 1987, pp. 303-321.
I comuni italiani nella I Lega Lombarda: confronto di modelli istituzionali in un`esperienza politico-diplomatica, in Kommunale Bündnisse Oberitaliens und Oberdeutschlands im Vergleich (Atti dell`incontro di Reichenau, 11-14 ottobre 1983), Sigmaringen, Thorbecke, 1987, pp. 45-61.
Il controllo imperiale del castello di Gavi, ne Il Barbarossa e i suoi alleati liguri-piemontesi  (Atti del convegno di Gavi, 8 dicembre 1985), Gavi 1987, pp.29-40 (rist. anche in Luoghi di strada nel medioevo fra il Po, il mare e le Alpi occidentali, a cura di G. Sergi, Torino 1996, pp.93-102).
La città comunale, in Modelli di città. Strutture e funzioni politiche, a cura di P. Rossi, Torino, Einaudi, 1987, pp. 347-370.
La società cittadina del Regno d`Italia. Formazione e sviluppo delle caratteristiche urbane nei secoli XI e XII,  Torino, Deputazione sub. di storia patria, 1987.
L`aristocrazia: ricambi e convergenze ai vertici della scala sociale, ne La Storia, I, Il Medioevo, a cura di N. Tranfaglia e M. Firpo, Torino, UTET, 1987, pp. 145-175.
Introduzione, ne L`evoluzione delle città italiane nell`XI secolo (Atti della Sett. di studi di Trento, 8-12 settembre 1986), a cura di J.Jarnut e R.Bordone, Bologna, Il Mulino, 1988, pp. 15-24.
Memoria del tempo negli abitanti dei comuni italiani all`età del Barbarossa, ne Il tempo vissuto: percezione, impiego, rappresentazione (Atti del seminario di Gargnano, 9-11 settembre 1985), Milano, Cappelli, 1988, pp. 47-62.
Equilibri politici e interessi familiari nello sviluppo dei monasteri urbani del Piemonte, in Dal Piemonte all`Europa. Esperienze monastiche nelle società medievali (Atti del Congresso storico subalpino, Torino 27-29 maggio 1985), Torino, Dep. subalp. di stori patria, 1988, pp. 229-248.
Le élites cittadine nell`Italia comunale, in "Mélanges de l`Ecole française de Rome", 100 (1988), pp. 47-53.
Le città italiane e l`impero nell`XI secolo. Spunti per una riflessione, in Cultura e società nell`Italia medievale. Studi per Paolo Brezzi,  Roma 1988, pp. 131-147.
Affermazione personale e sviluppi dinastici del gruppo parentale aleramico: il marchese Bonifacio "del Vasto", in Formazione e strutture dei ceti dominanti nel medioevo (Atti del I convegno di Pisa: 10-11 maggio 1983), Roma 1988, pp. 29-44.
Il castello di Belotto: processi di trasformazione del territorio del comune di Asti nel basso medioevo, in "Rivista di storia arte archeologia per le prov. di Alessandria e Asti", XCVI-XCVII (1988), pp. 47-89.
L`istituzione del Comune, in Civiltà di Lombardia. La Lombardia dei Comuni, Milano, Electa, 1988, pp. 7-32.
Fonti relative alle fabbriche medievali: riferimenti e metodologia di analisi, ne Il restauro architettonico per le grandi fabbriche, a cura di C. Bartolozzi e M.G. Cerri, Torino 1989, pp. 91-98.
Asti capitale provinciale e il retaggio di uno "stato" medievale, in "Società e storia", 12 (1989), 44, pp. 283-302.
Medievismo romantico e neomedievismo nell`immaginario moderno e contemporaneo: il castello da Walpole a Hearst, ne Il medioevo: specchio ed alibi, a cura di E. Menestò, Ascoli Piceno 1989, pp. 81-104.
La figura di Niccola Gabiani nel contesto culturale e amministrativo della città, in Fascismo di provincia: il caso di Asti. Atti del Convegno storico (Asti 18-19 novembre 1988), Cuneo 1990, pp. 131-143.
Prospettive di ricerca e di metodo per una storia del territorio, in "Alba Pompeia", XI (1990), pp. 65-68.
L`amministrazione del regno d`Italia, in "Bullettino dell`Istituto Storico Italiano per il Medio Evo", 96 (1990), pp. 133-156.
La città nel X secolo ne Il secolo di ferro: mito e realtà del secolo X  (Settimane di studio del Centro italiani di studi sull`alto medioevo, XXXVIII), Spoleto, CISAM, 1991, pp. 517-563.
La codificazione dell`eclettismo alla fine dell`Ottocento, in Milano fin de siècle e il caso Bagatti Valsecchi. Memoria e progetto per la metropoli italiana, a cura di R. Pavoni e C. Mozzarelli, Milano, Guerini, 1991, pp. 191-199.
Le aristocrazie militari e politiche tra Piemonte e Lombardia nella letteratura  storica recente sul Medioevo, ne Lo spazio alpino: area di civiltà, regione cerniera, a cura di G. Coppola e P. Schiera, Napoli, Liguori-GISEM, 1991, pp. 114-131.
Il passato storico come tempo mitico nel mondo cittadino italiano del medioevo, in "Società e Storia", 14 (1991), 51, pp. 1-22.
Medioevo alla sabauda. Carlo Alberto e il sogno del Medioevo, in "Quaderni medievali", 33 (1992), pp. 78-96.
Castelli e pennoni nelle miniature del "Codex Astensis": alla ricerca di un sistema iconografico medievale, in Bianca Lancia d`Agliano fra il Piemonte e il Regno di Sicilia. Atti del convegno (Asti-Agliano, 28/29 aprile 1990), a cura di R. Bordone, Alessandria, Ed. dell`Orso, 1992, pp. 235-242.
L`influenza culturale e istituzionale nel regno d`Italia, in Friedrich Barbarossa. Handlungsspielräume und Wirkungsweisen des staufischen Kaisers, Sigmaringen  1992, pp. 147-168.
L`immaginario neomedievale nelle vedute dell`«Album delle Castella« di Enrico Gonin, in Architettura castellana: storia, tutela, riuso. Atti delle giornate di studio, Carrù 31 maggio-1 giugno 1991, Carrù 1992, pp. 97-103.
Il tramonto comunale in Piemonte nella testimonianza dei cronisti astigiani, in "Società e Storia", 15 (1992), 55, pp. 1-27.
Influssi culturali nelle relazioni economiche fra i comuni dell`Italia settentrionale e la Francia del Nord, in "50, Rue de  Varenne" (suppl. franc. a "Nuovi Argomenti"), settembre 1992, pp. 150-158.
Progetti nobiliari del ceto dirigente del comune di Asti al tramonto, in "Bollettino storico bibliografico subalpino", XC (1992), pp. 437-494 (rist. anche in Progetti e dinamiche nella società comunale italiana, a cura di R. Bordone e G. Sergi, Napoli, Ligori-GISEM, 1995, pp. 279-326).
Un tentativo di "principato ecclesiastico" fra Tanaro e Stura. Le trasformazioni bassomedievali del comitato di Bredulo, ne Le strutture del territorio fra Piemonte e Liguria dal X al XVIII secolo, Cuneo 1992, pp. 121-140.
Il "gabinetto gotico" di Palazzo de Larderel: un episodio della storia del gusto , in Palazzo de Larderel a Livorno, Milano 1993, pp. 187-199.
Lo specchio di Shalott. L`invenzione del medioevo nella cultura dell`Ottocento, Napoli, Liguori,  1993.
(con L. CASTELLANI), "Migrazioni" di uomini d`affari nella seconda metà del Duecento. Il caso dei Lombardi di Asti, in   Demografia e società nell`Italia medievale (sec. IX-XIV). Atti del Convegno, Cuneo-Carrù, 28/30 aprile 1994, a cura di R. Comba e I. Naso, Cuneo 1994, pp. 455-473.
L`uomo del banco dei pegni. "Lombardi" e mercato del denaro nell`Europa medievale, Torino, Scriptorium, 1994 (ried. Asti, Centro studi sui Lombardi, 2003).
I "lombardi" in Europa. Primi risultati e prospettive di ricerca, in "Società e storia", 17 (1994), 63, pp. 1-17.
I Lombardi nelle città europee, in Spazio urbano e organizzazione economica nell`Europa medievale (Atti della Session C23 dell`XI International Economic History Congress, Milano 12-16 settembre 1994),  Napoli 1994, pp. 81-97.
"Young" Carlo Magno. Una nuova immagine del Medioevo?, in "Quaderni medievali", 38 (1994), pp. 141-150.
Castelli e fate nell`illustrazione italiana del primo novecento. Analisi di un repertorio iconografico, in Tra fate e folletti. Il liberty nell`editoria per l`infanzia 1898-1915, Torino  1994, pp. 48-57.
Templarismo sette-ottocento in Italia (con particolatre riferimento al Piemonte), ne I Templari in Piemonte dalla storia al mito, Atti della giornata di studio, Torino 20 settembre 1994, Torino, Regione Piemonte, 1995, pp. 71-83.
Una famiglia di Lombardi nella Germania renana alla seconda metà del Trecento: gli Asinari di Asti, in Hochfinanz im Westen des Reiches, her. von F. Burgard, A. Haverkamp, F. Irsigler, W. Reichert, Trier 1996, pp. 17-48  (anche  in "Rivista di storia arte e archeologia per le province di Alessandria e Asti, CV (1996), pp. 21-54).
La leggenda della Bell`Alda, ne La Sacra di S.Michele simbolo del Piemonte europeo, Atti del IV Convegno Sacrense, 26-27 maggio 1995, Torino 1996, pp. 131-147.
Lo studioso, in  Niccola Gabiani storiografo di Asti,  a cura di R.Bordone, Asti, Biblioteca Astense, 1996, pp. 11-30.
I visconti cittadini in età comunale,  in Formazione e strutture dei ceti dominanti nel medioevo: marchesi conti e visconti nel Regno italico (secc. IX-XII). Atti del secondo convegno di Pisa: 3-4 dicembre 1993, Roma 1996 (Nuovi studi storici, 39), pp. 376-403.
Vescovi giudici e critici della giustizia: Attone di Vercelli, ne La giustizia nell`alto medioevo (secoli IX-XI), XLIV Settimana di Studio del CISAM, Spoleto, CISAM, 1997, I, pp. 457-490.
Caratteri della società urbana fra XI e XII secolo, in Storia di Torino, I, Dalla preistoria al comune medievale, a cura di G. Sergi, Torino, Einaudi, 1997, pp. 465-498.
Il movimento comunale: le istituzioni cittadine e la composizione sociale durante il XII secolo, in Storia di Torino, ibidem, pp. 609-656.
Vita economica del Duecento, ibidem, pp. 751-783.
Memoria del tempo e comportamento cittadino nel medioevo italiano, Torino, Scriptorium, 1997.
Magnati e popolani in area piemontese con particolare riguardo al caso di Asti, in Magnati e popolani nell`Italia comunale, Pistoia, 15-18 maggio 1995, Pistoia, Centro Italiano di studi di storia e d`Arte, 1997, pp. 397-419.
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Trasformazioni della geografia del potere tra Piemonte e Liguria nel basso medioevo, in "Bollettino storico-bibliografico subalpino", CVI (2008), pp. 445-463.
1500 anni di invasioni e dominazioni straniere. Dai territori costruiti dai comuni al 1861, ne La cultura italiana, diretta da L.L. Cavalli Sforza, I, Terra e popoli, a cura di L.L. Cavalli Sforza e A. Piazza, Torino, UTET, 2009, pp. 426-433.
(con G. SERGI), Dieci secoli di medioevo, Torino, Einaudi, 2009.
The Lady of Shalott. Di telai e di tele, di amore e di morte nel medioevo vittoriano, ne Dal mito alla contemporaneità. Tessere la vita. Telai e arte della tessitura a 360o. Per un percorso interattivo interdisciplinare, a cura di C. Gutermann, M.G. Imarisio, D. Surace, Moncalieri 2009, pp. 160-166.
L`attivita` tessile nel medioevo, ibidem,pp. 27-30.
Caratteristiche sociali  e attività economiche  del primo gruppo dirigente comunale, in Storia di Fossano e del suo territorio , I, Dalla preistoria al Trecento, a cura di R. Comba, R. Bordone, R. Rao, Fossano, Co.re Editrice, 2009, pp. 134-149.
"Ius primae noctis" alle origini di Fossano?, ibidem, pp. 175-178.
Commenda di Santa Maria del Salice, ibidem, pp. 214-217.
I cavalieri  di San Giovanni dalle origini a Malta, in Cavalieri. Dai Templari a Napoleone. Storie di crociati, soldati, cortigiani, a cura di A. Barbero e A. Merlotti, Milano, Electa, 2009, pp. 91-103.
Le pretese di Bonifacio, in Bonifacio di Monferrato e il Comune di Asti. Scontri e confronti alla fine del secolo XII, a cura di E.C. Pia, Asti, Comune di Asti, 2009 (Atti della Tavola Rotonda, Asti, 6 ottobre 2007), pp. 35-51.
Attività e presenza territoriale dell`Ordine Gerosolimitano in Piemonte, in Cavalieri di San Giovanni in Liguria e nell`Italia settentrionale. Quadri regionali, uomini e documenti, a cura di J. Costa Restagno, Genova-Albenga, Istituto intern, di Studi Liguri, 2009 (Atti del Convegno, Genova, 30 settembre-2 ottobre 2004), pp.313-330.
La difficile attribuzione del santo Patrono: il caso di Villafranca d`Asti, ne “Il Platano”, XXXIV (2009), pp. 106-131.
The survival of medieval knighthood over the centuries: a journey through the culture and taste of the Occident in reverse, in"Imago Temporis Medium Aevum", 3 (2009), pp. 293-309.
Suggestioni neomedievali alla Mandria. Rosa Vercellana e il Castello dei Laghi, in "Bollettino storico bibliografico subalpino", CVIII (2010), pp. 143-155.
Chieri nel medioevo: insediamento e organizzazione politica, in  Archeologia a Chieri. Da Carreum Potentia al Comune bassomedievale, a cura di G. Pantò, Torino, Soprintendenza per i beni archeologici del Piemonte, 2010, pp. 33-37.
http://win.cittafutura.al.it/web/_pages/detail.aspx?GID=32&DOCID=5457
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