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#Francesco II da Carrara
kultofathena · 1 month
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Tod Cutler – Italian 14th to 15th Century War Hammer – Dragon Hammer
This Italian medieval war hammer is based on a piece from the Venice Museum dated 1380.  Housed at The Museo Civico Correr in Venice, Italy. Francesco II da Carrara.  The original was a staff weapon at 20cm wide and this has been scaled down to be a hammer. War hammers generally had a faceted hammer for powerful concussive blows and a sharper pointed side which could be used for piercing and puncturing. Based on a piece from Venice Museum and dated 1380 . The head is cast bronze and steel and matched with a bronze end cap and all the components are securely fitted to a stout and robust ash hardwood haft.
War hammers generally had a faceted hammer for blows and a sharper pointed side which could be used for piercing/ripping.
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joseandrestabarnia · 10 months
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Arte romano Siglo II d.C. Estatua de Atis Mármol griego Inv. 1914, núm. 84
La restauración de la obra debe atribuirse a Francesco Franchi da Carrara, quien en 1712 integró la cabeza de la figura con la de un bárbaro. La estatua representa una figura masculina ataviada con un tipo de prenda muy particular: las anaxíridas. Es un traje de tela ligera, que también envuelve las piernas, dejando las nalgas y los genitales al descubierto. El origen oriental de este vestido sugiere que originalmente se representaba a Attis, el pastor mitológico de Frigia (una de las regiones en las que se subdividió la actual Turquía), llevado al cielo tras su muerte como compañero de la diosa Cibeles.
Información de la Gallerie degli Uffizi, imágenes de mi autoría.
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bongianimuseum · 3 years
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Biografia di Paolo Scirpa
http://www.paoloscirpa.it/index.php?disp=home
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Paolo Scirpa nasce a Siracusa nel l934; dopo gli studi artistici in Sicilia, frequenta l’Accademia di belle arti di Salzburg, animata culturalmente da Oscar Kokoschka e lo studio di J. Friedlaender a Parigi. Nel 1965 e, successivamente, nel 2000 partecipa alle edizioni IX e XIII (Proiezioni 2000) della Quadriennale Nazionale di Roma. Nel 1968 si trasferisce a Milano, dove collaborerà con Luciano Fabro all’Accademia di Belle Arti di Brera e dove sarà, più tardi, titolare di una Cattedra di Pittura; nel 1969 tiene la sua prima personale alla galleria L’Agrifoglio, presentato da Vittorio Fagone; nel 1972 espone, alla Galleria S. Fedele, Megalopoli consumistica, un’opera di denuncia sociale. Negli anni ’70 avvia la realizzazione di opere che vengono definite Ludoscopi: attraverso un sistema di specchi e tubi fluorescenti e il gioco combinatorio di elementi minimali, essi propongono la percezione di profondità infinite, in cui “si pratica l’abolizione del limite tra il reale e l’illusorio” (Maltese, 1976). In alcuni ludoscopi egli realizza raccordi illusori che creano uno spazio plastico curvo; in altri il raccordo seminterrato è praticabile; altri ancora sono di struttura cubica. Scirpa trae spunto anche dal Manifesto tecnico della Scultura Futurista di Boccioni, che aveva teorizzato la possibilità di impiego della luce elettrica nell’opera d’arte e si proietta a sperimentazioni in cui il colore non è più dipinto, i volumi non sono più scolpiti e la luce diventa opera essa stessa.  Conosce esponenti del MAC, tra cui Bruno Munari ed entra in contatto con i gruppi dell’Arte  cinetica, come il GRAV a Parigi o il Gruppo T a Milano. Sollecita l’attenzione anche di studiosi come il cibernetico Silvio Ceccato. Dal 1977 opere di Scirpa sono presenti annualmente fino al  1991 nella sezione cinetica del Salon “Grands et Jeunes d’aujourd’hui” al Grand Palais des Champs-Elysées di Parigi. Negli anni ’80 sviluppa i suoi primi interventi progettuali sul territorio che saranno presentati nel 2004 alla mostra Utopie della città presso la biblioteca dell’Accademia di Brera. Nel 1982 il Symposium de Sculture di Caen (Francia) sceglie il progetto di un suo ludoscopio per la Bibliothèque Municipale. Tiene diverse mostre personali, tra le quali, alle gallerie Arte Struktura, Vismara Arte di Milano, al Palazzo dei Diamanti di Ferrara, alla Galleria Civica d’Arte Moderna di Gallarate ed allo Studio d’Arte Valmore di Vicenza. Nel 1985 è presente a Roma alla mostra di Palazzo Venezia  Artisti oggi tra scienza e tecnologia e ad altre manifestazioni sullo stesso tema in Italia ed all’estero, tra le quali, nel 1990, al Politecnico di Milano, nel 1995 al Futur Show di Bologna, nel 1996 all’Accademia di Brera a Milano Convegno Arte, Scienza e Tecnologia; inoltre partecipa a rassegne sulla Patafisica, alla Triennale di Pittura di Osaka e nel 2003 al Museo Bargellini a Pieve di Cento (Bo) Luce vero sole dell’arte, nel 2006 alla galleria del Credito Siciliano di Acireale Sicilia!, nel 2008 allo ZKM di Karlsruhe (Germania) You ser: Das Jahrhundert des Kosumenten ed al Landesmuseum Joanneum di Graz (Austria) Viaggio in Italia, nel 2009 a Berlino presso la Rappresentanza del Baden-Württemberg alla mostra del Museum Ritter ed a Cordoba (Argentina) presso il Museo Jenero Perez alla mostra Echi futuristi ed allo ZKM di Karlsruhe, mostra  Collectors’ Choice II. Nel 2012 è presente alla mostra Arte programmata e cinetica presso la Galleria d’Arte Moderna di Roma dove è installata in permanenza una sua opera luminosa. Dal 2013 sue opere pittoriche fanno parte della Collezione Farnesina, raccolta d’arte contemporanea del Ministero degli Affari Esteri. (Roma). Nello stesso anno partecipa alla mostra Percezione e illusione presso il MACBA di Buenos Aires. Nel 2014 completa due nuove opere La porta stretta, la cui prima versione risale al 1999, l’una con fondo oro, l’altra su un tabellone consumistico, ambedue con l’inserzione di una struttura di luce triangolare a profondità ascensionale. Nel 2015 partecipa alla mostra Moderna Magna Graecia a cura di Francesco Tedeschi e Giorgio Bonomi presso FerrarinArte di Legnago. L’INDA Istituto Nazionale del Dramma Antico di Siracusa gli affida la realizzazione del nuovo manifesto degli spettacoli classici del 2015. È presente a Missoni - L’Arte - Il Colore al MAGA di Gallarate.Nel 2016 partecipa alla mostra itinerante The moving eye presso il Muo Musej di Zagabria, e Centri e Istituti Culturali di San Paolo, Brasilia e Panama. In occasione del 25° Festival della Musica di Milano, dedicato a Gérad Grisey Intonare la luce, immagini di sue opere luminose vengono utilizzate per illustrare il libro di sala e per lo spot pubblicitario su SKY classica. Il Museo del Novecento espone un Ludoscopio – Pozzo, 1979 facente parte della sua collezione. Partecipa alla mostra itinerante The moving eye presso il Muo Musej di Zagabria, e Centri e Istituti Culturali di San Paolo, Brasilia e Panama . E’ presente alla mostra Interrogare lo spazio a cura di Luigi Meneghelli presso Ferrarin Arte a Legnago (Vr). Tiene mostre personali allo Studio Arena di Verona La luce nel pozzo, a cura di Marco Meneguzzo per cui, nel pozzo che noi vediamo creato dagli specchi e dai neon, Scirpa “…mette in scena la finzione nello stato più puro” ; a Rosso Vermiglio di Padova, Labirinti di luce a cura di Vittoria Coen che vede nel Ludoscopio “…un invito alla riflessione, … un lasciarsi andare per pensare, …”, ed a ArteAGallery di Milano, L’infinito possibile a cura di Francesco Tedeschi che afferma: “…Gli elementi portanti della sua opera, nelle diverse forme che essa assume, sono la luce e lo spazio,.. la luce come strumento di colore e di forma è ad essi essenziale: una luce che concretizza le geometrie, genera figure formali in grado di attrarci e condurci in una profondità,…in uno spazio senza dimensioni..” Nel 2017 RossoVermiglioArte di Padova presenta una sua personale alla ArteFiera di Bologna.  Alle Fabbriche Chiaramontane di Agrigento si inaugura una sua personale “La forma della luce–La luce della forma” a cura di Marco Meneguzzo che sottolinea come “la forma della luce…trascende questa fisicità e diventa sostanza immateriale, diventa la luce della forma….,”  Successivamente al MACA di Acri partecipa alla mostra “Arte interattiva” a cura di Monica Bonollo e nel 2018 a Torino, Museo Ettore Fico, “100% ITALIA”, Cent’Anni di Capolavori. Nel 2019 realizza una mostra personale a Milano, Gaggenau hub,  “Sconfinamento” a cura di Sabino M. Frassà che sottolinea come “l’artista ha indagato, sperimentato e simulato l'assenza di limiti, lo “sconfinamento” appunto”. Partecipa a Senigallia alla mostra “Materie Prime – Dalla terra alla luce”, a Waldenbuch, Museum Ritter “1919-2019” e a Pontedera “Arcadia e Apocalisse”. Nel 2020 è presente alla Biennale Light di Mantova, Elogio della luce. Negli ultimi anni Scirpa realizza, con rigore geometrico e spirito innovativo, due opere scultoree in marmo bianco di Carrara ed in legno laccato bianco che evocano il Teatro greco di Siracusa: in esse le gradinate della cavea si raddoppiano, diventando circolari e sono rivolte anche all’esterno. Recentemente ha realizzato una struttura al neon che ricorda il Teatro greco, il cui progetto risale all’anno 2000. In un momento storico come il nostro in cui si manifesta la convivenza di vari linguaggi e l’artista può rivisitare esperienze passate, egli recupera il suo linguaggio delle prime denunce consumistische o quello sperimentale del mezzo elettronico e, nel proporre i suoi percorsi prospettici di spazi-luce, offre oggi nuove possibilità espressive su cui riflettere.
Sue opere sono in collezioni e musei tra i quali MAGA (Gallarate), Museo del Novecento (Milano),  Civiche Raccolte Bertarelli - Castello Sforzesco (Milano), Biblioteca di Brera (Milano), MACTE Museo d’Arte Contemporanea (Termoli), MART- VAF-Stiftung  (Trento e Rovereto), Museo MAGI ‘900 (Pieve di Cento), MAPP Museo d’Arte Paolo Pini (Milano), Musée des Beaux-Arts (Caen), Museum Ritter (Waldenbuch), Museo Civico d'Arte Contemporanea (Gibellina), Museum (Bagheria), Fabbriche Chiaramontane (Agrigento), Galleria Nazionale d’Arte Moderna (Roma), Gallerie d’Italia (Milano).
Ha realizzato opere per spazi pubblici e chiese: nel 1965, un grande mosaico al Centro Internazionale del Movimento dei Focolari a Rocca di Papa (Roma) e uno all’Auditorium del Centro Internazionale di Loppiano (Fi) e dei dipinti nella Chiesa del D. P. a Cernusco sul Naviglio (Milano) dove sono stati installati anche suoi Ludoscopi sopra l’altare e il Battistero.
Al suo lavoro hanno dedicato saggi ed annotazioni critiche:
Riccardo Barletta, Pietro Baj, Carlo Belloli, Luigi Bianco Guglielmo Boselli, Giorgio Bonomi, Rossana Bossaglia, Ginevra Bria, Domenico Cara, Luciano Caramel, Silvio Ceccato, Jacqueline Ceresoli, Claudio Cerritelli, Cesare Chirici, Vittoria Coen, Andrea Del Guercio, Mario De Micheli, Marina De Stasio, Giorgio Di Genova, Gillo Dorfles, Vittorio Fagone, Ornella Fazzina, Pedro Fiori, Carlo Franza, Sabino Frassà, Carmelo Genovese, Flaminio Gualdoni, Sara Liuzzi, Annette Malochet, Corrado Maltese, Gabriel Mandel, Giorgio Mascherpa, Luigi Meneghelli, Marco Meneguzzo, Marta Michelacci, Bruno Munari, Carlo Munari, Antonio Musiari, Daniela Palazzoli, Demetrio Paparoni, Francesco Poli, Pierre Restany, Roberto Sanesi, Giorgio Segato, Carmelo Strano, Luigi Tallarico, Francesco Tedeschi, Carlo Terrosi, Maria Torrente, Antonino Uccello, Miklos N. Varga, Alberto Veca, Francesco Vincitorio, Maurizio Vitta, Emanuele Zucchini.  
É stato docente all’Accademia di Belle Arti di Brera. Vive ed opera a Milano.
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nebris · 2 years
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The War of Padua was a conflict in 1404–1405 between the Republic of Venice and the Carrarese lordship of Padua. In the power vacuum produced by the death of the Duke of Milan, Gian Galeazzo Visconti, in 1402, Francesco II da Carrara endeavored to expand into the Veneto and capture cities held by Visconti troops. These designs alarmed Venice, which allied with Milan to counter the common threat posed by the Carrarese state, and for the first time adopted a policy of direct intervention in the affairs of its hinterland.
The war began with the Carrarese move against Verona and Vicenza in April 1404. While Verona was taken, Vicenza instead surrendered to Venice on 25 April 1404, thwarting Carrarese designs. A massive mobilization of the Republic's military capacities followed, with an army of 20,000 or more men assembled by summer. Despite stiff resistance by the Paduans and their Ferrarese allies, during the autumn of 1404 the Venetian forces proceeded to lay siege to Verona, advanced deep into Paduan territory, and contested control of the Polesine. In spring 1405, the Carrarese position began to deteriorate rapidly: Niccolò III d'Este took Ferrara out of the war, while on 22 June, Verona rebelled and surrendered to the Venetian army. Padua itself finally fell to the Venetians in November 1405. After the Venetian victory, the Carrara domains were incorporated into the Venetian state, marking the beginning of Venice's expansion in mainland Italy, while the Carrara family members were executed.
https://en.wikipedia.org/wiki/War_of_Padua
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anticattocomunismo · 5 years
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Battaglia del GP2, ecco la posta in gioco
Nella battaglia per il controllo dell'Istituto Giovanni Paolo II per il matrimonio e la famiglia, si scontrano due linee teologiche contrapposte: quella di Wojtyla-Caffarra-Melina, che poggia la teologia morale sulla rivelazione e sulla metafisica dell'essere e della persona, e quella della Facoltà teologica dell'Italia settentrionale, che parte da una visione storicistica che ripudia dottrina e norme morali assolute.
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di Stefano Fontana (01-08-2019)
La linea teologica espressa dall’Istituto Giovanni Paolo II per gli Studi su Matrimonio e Famiglia, così come voluto da Wojtyla-Caffarra-Melina, era contrapposta a quella portata avanti dalla Facoltà teologica dell’Italia Settentrionale di Milano. “Anthropotes”, la rivista del GP2 faceva il controcanto a “Teologia”, la rivista di Piazza Paolo VI (in precedenza ironicamente Piazza delle Crociate) di Milano.
La prima radicava la teologia morale, matrimoniale e della sessualità umana nella rivelazione e nella metafisica dell’essere e della persona, e quando parlava di matrimonio e di sacramento non temeva di adoperare il termine “ontologia”. La seconda era invece impostata sul superamento del rapporto tra natura e sopra-natura, considerate categorie superate e non più in grado di parlare all’uomo d’oggi, a vantaggio invece di una visione storica ed esistenziale ove fosse possibile parlare di percorsi nella complessità e non di “dottrina”, “norme morali assolute”, “condizioni oggettive di peccato”. Se il GPII sfidava la modernità, proponendo una maggiore ragione che non quella moderna a sostegno del bene morale dei coniugi e della famiglia, la Facoltà milanese assumeva come propria la prospettiva moderna e intendeva fare emergere lo specifico cristiano dalla dimensione storica del vissuto umano. Si tratta di un contrasto di linea di vecchia data, almeno dal Vaticano II in poi.
Possiamo dire che questa contrapposizione sia stata rappresentata durante il Sinodo sulla Famiglia degli anni 2014 e 2015 dal cardinale Kasper da un lato e dal cardinale Caffarra dall’altro e che le due visioni si siano scontrate soprattutto a proposito dell’Esortazione apostolica Amoris laetitia, che ha sconfessato la linea del GPII, richiedendo un nuovo paradigma di teologia morale, che soprattutto la Facoltà milanese ha cercato di portare avanti. Questa si condensa nella centralità della “conversione pastorale”, che consiste nel partire dall’esistenza e dalla storia, e non dalla dottrina, per fare del dialogo nella storia la fonte stessa della dottrina.
Giuseppe Angelini, Walter Kasper, Maurizio Chiodi, Bruno Seveso, Luca Bressan, Paolo Carrara, Giacomo Canobbio, Franco Brambilla, Andrea Bozzolo hanno avviato sulle pagine della rivista “Teologia”, dal 2014 ad oggi, la teorizzazione della “conversione pastorale” nella nuova accezione storicistica, una lettura rivoluzionaria di Amoris laetitia rispetto ad Humanae vitae e a Veritatis splendor, una rinnovata teologia della “Chiesa in uscita” secondo le indicazioni di Evangelii gaudium, una teologia nuova della sinodalità, una sostanziale revisione della teologia del matrimonio, una ridefinizione della famiglia.
L’incompatibilità con il GP2, già presente in epoca precedente, è stata fortemente galvanizzata dal pontificato di papa Francesco. Al punto che perfino dentro l’Istituto della Lateranense ci sono stati docenti sensibili al nuovo corso, come Gilfredo Marengo, docente di antropologia teologica al GP2, che ha fatto propria la prospettiva aliena rispetto all’Istituto di appartenenza nel libro Chiesa senza storia, storia senza Chiesa. L'attuale modernità del problema Chiesa-mondo (Studium, Roma 2018): il libro comprova il suo passaggio al fronte opposto. La linea dell’Istituto però non cambiò.
Considerando la nomina a nuovo Preside del nuovo GP2 di Pierangelo Sequeri, già preside della Facoltà milanese, concedendo credibilità alle voci che parlano della imminente nomina di Maurizio Chiodi, leggendo quanto scritto il 30 luglio su La Stampa proprio dal summenzionato Gilfredo Marengo (clicca qui), si consolida l’idea che con Paglia si sia voluto fare di Roma Milano, ossia che la linea teologica imposta al nuovo GP2 sia quella della facoltà teologica milanese.
Poiché si tratta di impostazioni di pensiero di carattere accademico, il rinnovamento passa attraverso nuovi docenti e nuovi insegnamenti. In questo quadro, la soppressione nel nuovo piano degli studi del GP2 della Teologia morale fondamentale risulta funzionale a questo progetto di sostituzione di Roma con Milano. La teologia morale fondamentale pone in relazione la teologia con la ragione e quindi con la filosofia e la metafisica, secondo l’impostazione della Fides et ratio. La sua abolizione fa emergere l’importanza delle scienze sociali rispetto alla ragione filosofica e alla stessa teologia. Ma ciò è appunto in linea con la “conversione pastorale” e con la prospettiva storicistica ed esistenziale del nuovo corso: prima si entra in rapporto con le situazioni concrete, e ciò sarebbe permesso (il condizionale è d’obbligo) dalle scienze empiriche, e da ciò potranno poi derivare percorsi di discernimento e di dialogo. Partire dalla teologia vorrebbe dire continuare con una prospettiva deduttiva e astorica (sic).
Anche il nuovo insegnamento di Teologia fondamentale della forma cristiana risponde a questa nuova esigenza. Sul numero 2 del 2016 della rivista “Teologia”, Luca Bressan scriveva della “Fatica della forma” sostenendo che gli insegnamenti di papa Francesco ponevano il problema di una nuova “forma” della Chiesa cattolica: non spazi e geografie ma operazioni e processi, non organizzazioni ma operazioni, non muri ma ponti, non un popolo reso tale da una chiamata dall’alto ma un popolo le cui differenze si armonizzano dal basso in un percorso comune, non difesa della propria identità cristiana ma gesti e azioni capaci di trasformare il contesto, rifiuto dei giochi legati alla propria immagine. Sarà questa la nuova forma milanese del GP2?
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munove · 5 years
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¿Existieron los cinturones de castidad medievales?
El cinturón de castidad era una prenda que impedía al usuario masturbarse o copular y que tenía una cerradura cuya llave poseía otro usuario. Supuestamente inventada por Francesco II da Carrara, duque de Padua, se dice que fue ejecutado por colocar estos instrumentos en las mujeres bajo su dominio. También se le atribuye a Semíramis. El cinturón de castidad recibió nombres como "cerraduras venecianas", "cerraduras de Bérgamo", "cinturón florentino" o "cinturón de Venus".
etiquetas: cinturón, de, castidad
» noticia original (resolviendolaincognita.blogspot.com)
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purpleavenuecupcake · 5 years
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Diabete: il killer degli occhi- oltre un milione di italiani rischiano la vista – si lotta perche’ il diabete non ci rubi la vista
(di Nicola Simonetti) Retino e maculopatia diabetiche sono le complicanze microvascolari più comuni del diabete mellito (DM) e sono la prima causa di cecità non traumatica negli adulti d’età compresa tra i 20 e i 74 anni, oltre a essere la quinta causa di cecità prevenibile e di deficit visivo grave. Nell’aprile 2016 NCD Risk Factor Collaboration* ha presentato i risultati della più grande indagine epidemiologica mai condotta sul diabete basata su 751 studi di popolazione, riguardanti 146 Paesi con 4,4 milioni di partecipanti in un arco temporale di 34 anni (1980-2014).
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I dati presentati sono allarmanti: il numero dei diabetici è quadruplicato passando dai 108 milioni nel 1980 ai 422 milioni nel 2014 e, se tale trend sarà confermato nei prossimi anni, nel 2025 sono attesi 700 milioni di pazienti con un conseguente collasso economico di tutti i sistemi sanitari. In Italia, secondo questo studio, si è passati dai 2,4 milioni di diabetici nel 1980 ai 4,3 milioni nel 2014. Le ragioni di questa epidemia sono da ricondurre alla maggiore longevità e aspettativa di vita, all’incremento di obesità e sovrappeso, ai più elevati livelli di urbanizzazione, alla vita sedentaria e a un’alimentazione ricca di zuccheri. Nel 2010 più di un terzo dei diabetici italiani presentava segni di retinopatia diabetica e circa uno su dieci era portatore di alterazioni di notevole gravità, incluso l’edema maculare diabetico (EMD): una condizione, quest’ultima, che comporta la perdita della visione centrale ma, a differenza della retinopatia, tende poi a stabilizzarsi nel corso della storia naturale della malattia. A livello nazionale non sono disponibili dati su prevalenza e incidenza nei pazienti diabetici della cecità legale (residuo visivo non superiore a 1/20 nell’occhio migliore), né tantomeno un registro dei soggetti affetti da diabete mellito (DM). I rilievi epidemiologici mostrano, tuttavia, che la presenza della retinopatia diabetica (RD) si riscontra in circa un terzo degli individui diabetici, e circa il 2% dei pazienti con diabete sviluppa una forma grave di tale complicanza. Più in dettaglio, secondo quanto riportato dalla Società Oftalmologica Italiana e dalla Società Italiana di Diabetologia, quando il diabete mellito (DM) viene diagnosticato oltre i 30 anni di età, la prevalenza di retinopatia diabetica (RD) varia tra il 21% negli individui con diabete insorto da meno di 10 anni e il 76% in quelli con più di 20 anni dalla diagnosi di diabete: mediamente il 30-50% della popolazione diabetica è affetto da retinopatia in forma di varia gravità. I dati ufficiali indicano che nel 2012 gli individui con retinopatia diabetica (RD) ammontavano a almeno 625.000. L’incidenza cumulativa di retinopatia in un periodo di osservazione di cinque anni, inoltre, varia dal 35% al 60%, a seconda che si tratti rispettivamente di pazienti anziani trattati con sola dieta o di giovani con diabete di tipo 1. Si può ipotizzare una stima sulla base di un semplice calcolo a partire dai dati dell’ISTAT: se il 5,5% dei 60 milioni di Italiani soffre di diabete mellito (DM) e se circa il 30% di essi dovesse sviluppare la retinopatia diabetica (RD), quest’ultima interesserebbe nel nostro paese circa un milione di individui, di cui 220mila svilupperebbero edema maculare diabetico (EMD). Le considerazioni epidemiologiche conducono, pertanto, a delineare uno scenario preoccupante: al progressivo incremento della prevalenza non sembra, infatti, corrispondere un’offerta adeguata di servizi per la prevenzione e il trattamento della RD. Per tutto il mese di febbraio 30 centri oculistici di eccellenza, con decine di specialisti, saranno a disposizione per visite e diagnosi gratuite mirate a scoprire la maculopatia e la retinopatia, gravi complicanze del diabete; patologie che insidiano la vista e possono condurre a cecità. Questa grande campagna di screening per individuare in fase precoce una malattia che comporta gravi complicanze, è realizzata con la partecipazione di Centri pubblici e privati, con il contributo di Università e società scientifiche e con il patrocinio di enti comunali e ministeriali. Si realizza in questo modo un nuovo concetto di assistenza sanitaria; il raggiungimento di una condizione di salute ottimale sia per il singolo sia per la collettività, dove il compito non è solo dello Stato, ma della società nel suo complesso che contribuisce a garantire il benessere psicofisico con un’attenta prevenzione e con un’incisiva terapia. Dall’antico ottocentesco Welfare State si sta passando alla Welfare Community con la partecipazione attiva e consapevole di tutta la società nelle sue molteplici forme. E naturalmente l’informazione, capillare e completa, gioca un ruolo fondamentale. La campagna di febbraio, che ha il patrocinio del Ministero della Salute, vuole anche rendere ancora più solido un modello di collaborazione iniziato negli scorsi anni tra i responsabili della salute pubblica e i 30 centri oculistici che hanno aderito all’iniziativa, mettendo a disposizione gratuitamente sia i propri specialisti sia le costose e aggiornatissime attrezzature. Promosso dal Centro Ambrosiano Oftalmico di Milano (di cui il dottor Lucio Buratto è direttore scientifico) e dall’Ospedale-Università Vita Salute San Raffaele di Milano (di cui il professor Francesco Bandello è ordinario di oftalmologia), lo screening si prefigge l’obiettivo di individuare i casi “sommersi” che spesso, arrivando troppo tardi all’osservazione e alla diagnosi dello specialista, diventano molto più difficili e onerosi da curare. Alla base di una mobilitazione che parte dalla front line degli ottici e dei farmacisti e passa dalla rete dei medici di famiglia, ci sono i numeri di un allarme rosso sul diabete, tanto che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha parlato di “pandemia”: nel mondo i diabetici sono 443 milioni, e si stima che saliranno a 700 milioni nel 2025. In Italia, secondo l’Istat, il diabete colpisce il 5,5% della popolazione, circa 3,2 milioni di persone. Molti di essi – se non diagnosticati e curati in tempo - rischiano gravi deficit visivi e addirittura la cecità. Bisogna salvarli dal buio.   Febbraio mese della prevenzione contro maculo e retinopatia diabetiche  I  30 centri per visite gratuite Il mese della Prevenzione della Maculo e Retinopatia diabetica promosso dal Centro Ambrosiano Oftalmico di Milano (CAMO) insieme con l’Ospedale IRCSS San Raffaele di Milano partirà lunedì 4 febbraio 2019 e terminerà giovedì 28. Questa importante iniziativa gratuita ha avuto il Patrocinio del Ministero della Salute, del Comune di Milano e della Società Oftalmologica Italiana. I Centri dove poter effettuare lo screening sono 30, distribuiti su tutto il territorio nazionale. 8 in Lombardia, 4 in Puglia e Toscana, 3 in Campania, 2 in Piemonte. E poi Liguria, Veneto, Umbria, Marche, Lazio, Abruzzo, Molise, Sicilia e Sardegna. Uno screening gratuito effettuato da qualificate equipe medico-oculistiche; dotate di attrezzature e software all’avanguardia come l’intelligenza artificiale di Eye Art; un computer che utilizza un algoritmo in grado di processare milioni di dati sulle patologie oculistiche e dotato di una fotocamera molto sensibile in grado di notare anche i più minimi segni dell’insorgere della maculo e retinopatia diabetiche. I  30 centri: ABRUZZO – CHIETI/PESCARA - Clinica Oftalmologica Università “G. d’Annunzio” - Via dei Vestini 1 CALABRIA - CATANZARO – Università “Magna Grecia” U.O. di Oculistica – Viale Europa CAMPANIA – SALERNO – A.O.U. San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona – S.C. di Oftalmologia - Largo Città d’Ippocrate CAMPANIA – NAPOLI – UOC Oculistica Azienda Ospedaliera dei Colli - Via Leonardo Bianchi CAMPANIA – NAPOLI –Oculistica Ospedale Cardarelli - via Cardarelli 9 LAZIO - ROMA: Fondazione G. B. Bietti per l’Oftalmologia Roma - Via Livenza 3 LIGURIA – GENOVA – UOC Clinica Oculistica Universitaria – DiNOGMI Università degli Studi di Genova – IRCCS Ospedale Policlinico San Martino - Viale Benedetto XV 5 LOMBARDIA - MILANO: Neovision Cliniche Oculistiche. C.so Vercelli 40 – Via Procaccini 1 – Viale Restelli 1 LOMBARDIA – MILANO: CAMO - Centro Ambrosiano Oftalmico – Piazza della Repubblica 21 LOMBARDIA - MILANO: Clinica Oculistica Università Vita- Salute IRCCS Ospedale San Raffaele – Via Olgettina 60 LOMBARDIA - LEGNANO: Unità Operativa di Oculistica –ASST Ovest Milanese – Ospedale Nuovo di Legnano - Via Papa Giovanni Paolo II C.P. 3 LOMBARDIA – VARESE - Ospedale di Circolo Fondazione Macchi Clinica Oculistica dell’Università dell’Insubria – Viale Borri 57 MARCHE - ANCONA - Clinica Oculistica Università di Ancona – Via Conca 71 – Ancona MOLISE – CAMPOBASSO – Ospedale di Campobasso – Contrada Tappino PIEMONTE -ALESSANDRIA – Azienda Ospedaliera S. Antonio e Biagio e C. Arrigo – Via Venezia 16 PIEMONTE – CUNEO – Ospedale di Cuneo – Via Michele Coppino 26 PUGLIA – CANOSA (BT) – Ospedale "Caduti in Guerra" - Via G. Bovio, 81 PUGLIA – BARI- Divisione Oculistica Ospedale Di Venere Bari – Via Ospedale di Venere 1 PUGLIA – BARI - Clinica Oculistica Universitaria Policlinico di Bari – Piazza Giulio Cesare 11 PUGLIA – LECCE – Ospedale Vito Fazzi - Piazzetta Muratore SARDEGNA – SASSARI - Clinica Oculistica A.O.U. Sassari – Viale San Pietro 43 SICILIA – CATANIA- Clinica Oculistica Università di Catania Policlinico Rodolico – Via Santa Sofia 78 TOSCANA - AREZZO: Divisione Oculistica Ospedale di Arezzo – Via Pietro Nenni 20 TOSCANA – CARRARA- Unità Operativa Complessa Oculistica Massa e Carrara - Centro Polispecialistico Monterosso “Achille Sicari” – Piazza Sacco e Vanzetti 1 TOSCANA – SIENA- Clinica Oculistica Università di Siena Policlinico S. Maria Alle Scotte – Viale Bracci 16 TOSCANA – FIRENZE - Clinica Oculistica Università di Firenze – Largo Brambilla 3 UMBRIA – PERUGIA – Azienda Ospedaliera di Perugia – Ospedale Santa Maria della Misericordia – Via Sant’Andrea delle Fratte VENETO - VERONA - Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata Verona Piazzale Aristide Stefani 1 Read the full article
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wabisebi · 6 years
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Documentazione video di naturaLmente 2010, per "L'annusatore di natura" Bertocchi / Ferrario from Paolo Ferrario on Vimeo.
Pierpaolo Bertocchi / Paolo Ferrario
Audioscultura in policarbonato alveolare e tondino di ferro, musica originale diffusa (a anello) tramite impianto stereo ('respiri' da: ElenaF-Rizzi, library web, video del trans Iowa, film "Secretary" di S. Shainberg e dello stesso Paolo Ferrario). Durata del brano: 3':29'' "Dopo il pranzo, si ritirarono all'ombra della casa, il pomeriggio era caldo e afoso. Rimasto solo, vagò svogliato nel giardino. Andò oltre il prugno selvatico, indugiò davanti alla siepe di bouganville ma il sole era inclemente. Decise di andare a rifugiarsi sotto il pergolato di glicini. Stava tornando indietro quando notò, solitario come lui, un piccolo fiore di un rosso mai visto. Si avvicinò, gli parve che il fiore si fosse accorto di lui... Fu incantato dai petali setosi di quel colore intenso e penetrante, si sentì inebriato e un brivido lo attraversò. Portò le mani alla testa ma lo schianto che avvertì fu tale da fargli perdere l'equilibrio. Mentre cadeva, il suo olfatto si moltiplicava, iniziò a mutare, gli si schiuse un mondo di odori profumi sensazioni che non aveva mai provato prima con tanta chiarezza. Non basta dire che li sentiva: li vedeva materializzarsi in strane forme e diversi suoni... caldi, vitali,che lo ubriacavano. Il suo respiro tagliava le narici con folate violente..."
in naturaLmente II° edizione - 2010 - Albino, BG Laboratorio artistico nel territorio della Valle Seriana. Dopo l'edizione del 2009, che ha visto l'inaspettata e appassionata partecipazione di moltissimi visitatori, l'esperienza torna a ripetersi sulla base delle stesse scommesse:trentasei artisti allestiscono opere appositamente ideate e realizzate, nell'abitazione, nell'orto e nella campagna che dalla casa di Virgilio Fidanza salgono sino al piccolo bosco, in Valle del Lujo. Dopo numerosi incontri e dialoghi - in un clima di conoscenza e di confronto che ha permesso la messa in comune delle esperienze e la costruzione del progetto – trentuno artisti provenienti da geografie e percorsi artistici diversi, con riflessioni e strumenti espressivi distinti, hanno realizzato un'opera e scelto un luogo dove allestirla. Il progetto permetterà quindi di scoprire sculture, fotografie, installazioni, video, performances o opere pittoriche disseminate e ambientate negli spazi e arricchite di elementi di contaminazione e di relazione. Anche questa seconda edizione di naturaLmente si caratterizza per una sollecitazione spontanea e condivisa volta ad indagare il rapporto fra natura e creatività. In questa direzione si inserisce la trasformazione di uno spazio privato in luogo d'arte, di pensiero e d’incontro. Espressione non di contrapposizione alle istituzioni culturali ma invece libera ricerca vissuta in prima persona. naturaLmente è inoltre una verifica del desiderio comune di misurarsi con l'ambiente urbano e naturale (la casa e il paesaggio che la circonda e la include) per offrire - agli artisti prima e ai visitatori poi - un luogo accogliente e domestico. Un luogo per mostrare ricerche inedite e per dare respiro alla mente.
Gli artisti di naturaLmente 2010: Fabrizio Agustoni Valerio Ambiveri Sabrina Baruzzi Pierpaolo Bertocchi Mariella Bettineschi Paolo Capuzzi Audelio Carrara Matteo Caglioni Italo Chiodi Luigi Compagnoni Mario Cresci Paolo Facchinetti Salvatore Falci Rocco Fidanza Virgilio Fidanza Paolo Ferrario Giuliano Giussani Marcello Gobbi Antonio Mangone Giovanna Magri Giovanni Mantovani Francesco Martinelli Norma Miano Bruno Muzzolini Renzo Nucara Gaetano Orazio Valentina Pescara Jessica Petrone Margò Photography Domenico Pievani Fernanda Radaelli Luigi Radici Sabina Sala Mattia Toselli Olga Vanoncini Carla Volpati Stefania Zorzi
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kultofathena · 30 days
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✨New from Tod Cutler✨
This Italian medieval war hammer is based on a piece from the Venice Museum dated 1380. Housed at The Museo Civico Correr in Venice, Italy. Francesco II da Carrara. The original was a staff weapon at 20cm wide and this has been scaled down to be a hammer. War hammers generally had a faceted hammer for powerful concussive blows and a sharper pointed side which could be used for piercing and puncturing. Based on a piece from Venice Museum and dated 1380 . The head is cast bronze and steel and matched with a bronze end cap and all the components are securely fitted to a stout and robust ash hardwood haft.
In stock and available to order
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kultofathena · 1 month
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This Italian medieval war hammer is based on a piece from the Venice Museum dated 1380. Housed at The Museo Civico Correr in Venice, Italy. Francesco II da Carrara. The original was a staff weapon at 20cm wide and this has been scaled down to be a hammer. War hammers generally had a faceted hammer for powerful concussive blows and a sharper pointed side which could be used for piercing and puncturing. Based on a piece from Venice Museum and dated 1380 . The head is cast bronze and steel and matched with a bronze end cap and all the components are securely fitted to a stout and robust ash hardwood haft.
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