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mezzopieno-news · 23 days
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A 14 ANNI INVENTA UN SAPONE CHE CURA IL CANCRO DELLA PELLE
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Heman Bekele, un adolescente di 14 anni, ha inventato un sapone anti-cancro che costa soltanto 50 centesimi di dollaro (circa €0,45). Nato in Etiopia e trasferitosi negli Stati Uniti all’età di 4 anni, Bekele è stato nominato “Miglior Giovane Scienziato d’America” per la sua invenzione in un concorso con più di 2.000 partecipanti, vincendo anche un premio di 25.000 dollari americani. “Mi sono sentito devastato all’idea che le persone dovessero scegliere tra il trattamento e mettere il cibo sulla tavola per le loro famiglie”, ha dichiarato Bekele.
Il sapone agisce sulle cellule di protezione della pelle chiamate dendritiche, il cui funzionamento è compromesso dalle cellule cancerose come il melanoma e da virus come l’HPV. Combinando acido salicilico, acido glicolico e tretinoina, è in grado di riattivare le cellule indebolite per combattere infezioni e cancri. Sebbene valutato solo su modelli computazionali, il sapone ha ricevuto un riconoscimento positivo dai giudici. Bekele si è detto orgoglioso che un pacco da 20 saponi costi solo 10 dollari, offrendo un’alternativa economica di trattamento. Bekele utilizzerà il premio per brevettare il sapone e finanziare gli studi universitari: sogna di diventare un ingegnere elettrico di successo e distribuire il suo sapone alle comunità bisognose, offrendo così un’alternativa accessibile per il trattamento del cancro della pelle.
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Fonte: Young Scientist Lab; foto di Fairfax County Public Schools, Good Morning America
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mezzopieno-news · 5 months
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I CAMPI DA GOLF CHIUDONO E DIVENTANO RISERVE NATURALI
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I campi da golf occupano grandi spazi naturali e spesso non hanno un impatto positivo per l’ambiente. Il terreno viene privato della sua vegetazione naturale per far posto al fairway erboso e il mantenimento del campo richiede molta acqua e l’irrorazione di pesticidi, con conseguenze molto impattanti per la fauna e per la biodiversità locali.
Negli Stati Uniti, uno dei Paesi in cui il golf è più popolare, il numero di chiusure di campi supera da almeno 15 anni quello delle nuove aperture; un fenomeno in atto dal 2006. Le organizzazioni no-profit ambientaliste e le autorità locali stanno acquisendo i campi da golf che sono stati abbandonati a causa degli elevati costi di manutenzione e della diminuzione del numero di giocatori, per riconvertirli in aree che aumentino la biodiversità e costruiscano difese naturali contro i cambiamenti climatici. Nei campi sono ripiantate le specie autoctone, riportando i flussi idrici al loro stato naturale e ristabilendo le popolazioni ittiche. Nei campi sono tornati la fauna selvatica, le zone umide e i boschi, insieme a sentieri escursionistici.
Questi spazi offrono “enormi opportunità dal punto di vista della conservazione”, afferma Guillermo Rodriguez, direttore statale della California del Trust for Public Land, un’organizzazione ambientalista che sta ricostituendo diversi parchi naturali. “È una vittoria multipla”, spiega. “Si aumenta l’accesso del pubblico prendendo ex campi da golf privati e trasformandoli in proprietà pubbliche… e si restituisce l’acqua ai fiumi e ai torrenti, creando un habitat migliore per le specie in via di estinzione che abbiamo in California”.
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Fonte: Trust for Public Land; National Golf Foundation; foto di Pixabay
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mezzopieno-news · 4 months
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L’ORICE DICHIARATO ESTINTO 20 ANNI FA TORNA IN NATURA
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L’orice cornuto a scimitarra (Oryx dammah), chiamato anche orice del Sahara, è la prima specie ad essere stata declassata nella lista di animali da conservare dell’International Union for Conservation of Nature (IUCN) extint in the wild, invertendo il processo di estinzione che lo stava facendo sparire.
Un tempo diffuso in tutto il Nord Africa, la sua popolazione subì un crollo drastico a causa della siccità prolungata e alla caccia per le sue lunghe e pregiate corna e per la carne. Nel 2000 la specie fu dichiarata estinta in natura e da allora rimase presente solo in cattività. Oltre 220 istituzioni zoologiche diedero vita ad un programma globale di riproduzione e nel 1985 un progetto di recupero guidato dallo Zoological Society of London e dal Sahara Conservation Fund incominciò a studiare un programma di lunga scadenza per la sua reintroduzione in natura. Nel 2016, 21 orici dalle corna a sciabola furono restituiti allo stato selvatico in Ciad in un’area protetta. Circa sei mesi dopo il rilascio, il primo cucciolo di orice dalle corna a sciabola nacque in natura dopo più di 30 anni, avviando un processo che oggi ha portato alla nascita di 510 orici dalle corna a scimitarra selvatici.
Uno studio pubblicato sulla rivista Science, ha dimostrato che il lavoro degli zoo di conservazione ha ottenuto il risultato di invertire l’estinzione, riuscendo a verificare il recupero di 95 esemplari di animali e piante estinti che dal 1950 sono sopravvissuti grazie alle pratiche di conservazione e alle cure della scienza.
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Fonte: Zoological Society of London; Sahara conservation; foto di Stanislav Ferrao
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mezzopieno-news · 4 months
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ARRIVANO GLI PSICOLOGI DI STRADA
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Nessun appuntamento e totale anonimato. Sono psicologi e psicoterapeuti che si offrono per dare ascolto gratuito per strada. Sono nati in Francia a Parigi dal 2019, a Rennes e Nantes dal 2022 e a Tolosa dall’inizio del 2023.
Si fanno chiamare Les ecouteurs de rues, ‘gli ascoltatori di strada’ e sono tutti professionisti volontari che hanno scelto di dare un’accoglienza incondizionata a chiunque abbia bisogno di parlare, di capire qualcosa della sua mente o di ciò che gli sta capitando, per affrontare una situazione difficile o un trauma. Si trovano sui marciapiedi e nei parchi dove i passanti possono sedersi su una sedia e incominciare a parlare. Uno striscione con la scritta “Qui ti ascoltiamo” basta a far capire. Gli incontri sono brevi, da pochi minuti a 20 minuti e quando serve possono indirizzare verso associazioni, istituzioni e strutture anche se l’obiettivo è dare un sollievo immediato, un orecchio, un conforto.
Le modalità degli psicologi di strada prevedono di essere visibili per diventare alla portata di chi non ha accesso alle cure o di coloro che non osano o non possono permettersi di affrontare la terapia. Rendere la salute mentale accessibile a tutti. Il loro obiettivo è rompere l’isolamento: nessun giudizio, nessuna aspettativa. La presenza di professionisti della salute mentale e psico-sociali nello spazio pubblico consente di creare legami sociali e rendere più inclusiva la salute mentale, aumentare la consapevolezza del fatto che prendersi cura di sé, entrare in relazione ed esistere di fronte all’altro è una dinamica positiva e costruttiva.
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Fonte: Les ecouteurs de rues
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mezzopieno-news · 6 months
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IL VILLAGGIO DOVE EBREI E ARABI VIVONO INSIEME IN PACE
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Si trova a metà strada fra Gerusalemme e Tel Aviv il villaggio di Neve Shalom Wahat al Salam il cui nome, scritto sia in lingua ebraica che araba, significa Oasi di Pace. Fondato nel 1972 dal padre domenicano Bruno Hussar su un terreno concesso dal vicino monastero trappista di Latrun, nel 1977 ha visto il trasferimento della prima famiglia sulla collina che all’epoca non aveva né acqua corrente né elettricità. Oggi il villaggio ospita 70 famiglie, metà di fede ebraica e metà musulmane, che dedicano la loro vita alla costruzione di giustizia, pace e riconciliazione per la regione. Si tratta dell’unica comunità del Paese in cui ebrei e arabi, tutti di cittadinanza israeliana, vivono insieme per scelta e insieme fanno studiare i loro figli nell’asilo e scuola elementare bilingue che ospitano circa 270 bambini. Tra le altre iniziative della comunità vi è la Scuola per la Pace, che dalla sua fondazione nel 1979 ha offerto laboratori e corsi universitari per favorire il dialogo interculturale e interreligioso a circa 65.000 tra israeliani e palestinesi.
Nell’ultimo comunicato del villaggio emesso a seguito dello scoppio delle ostilità tra Israele e Hamas si legge: “Continuiamo a incontrarci e a discutere della situazione. Per noi il dialogo e il confronto sono fondamentali. Dobbiamo ritrovare la strada per tornare ai valori umani, al rispetto e all’apertura al dolore, alle paure e alle reazioni degli altri”.
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Fonte: Wahat al-Salam Neve Shalom; Oasi di pace
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mezzopieno-news · 2 days
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LA FINLANDIA STA AZZERANDO I SENZATETTO
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Negli ultimi anni migliaia di persone in Finlandia hanno abbandonato le strade in cui vivevano. Mentre in gran parte del mondo il numero dei senzatetto è in aumento, la Finlandia è l’unico Stato dell’Unione Europea ad aver eliminato quasi completamente questo problema.
La Finlandia ha adottato un nuovo approccio chiamato Housing First, affidare cioè un appartamento a persone che non hanno nemmeno un posto dove dormire. Si tratta di abitazioni collocate all’interno di condomini sociali in cui lavorano team composti da assistenti sociali, infermieri, terapisti del lavoro, psicologi e medici che forniscono assistenza 24 ore su 24 ai numerosi residenti. Da decenni la Finlandia investe nella costruzione, manutenzione e acquisto di alloggi sociali e sono stati creati più di 8.000 appartamenti per i senzatetto; un obiettivo condiviso da tutti i governi, sia di sinistra che di destra. Nella sola capitale, dal 2019 al 2022, il numero di persone che vivono senza tetto è diminuito del 40%.
Nel 2007 fu un ministro ad avere l’idea di mettere a disposizione un appartamento per tutti i senzatetto. Oggi questo modello è studiato in tutto il mondo. Di recente, il ministro tedesco per l’edilizia abitativa ha visitato il Paese per avere una visione diretta della politica di welfare finlandese. Dall’inizio del programma, Housing First ha trovato un appartamento per il 60% dei senzatetto finlandesi con l’obiettivo di arrivare al 100% e dal 2012, lo Stato ha calcolato di aver risparmiato quasi 32 milioni di euro all’anno, di cui la maggior parte nel settore sanitario.
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Fonte: Housing First; foto di Myriams Fotos
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mezzopieno-news · 1 month
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ARRIVA IL ROBOT CHE ELIMINA I PESTICIDI NELLE VIGNE
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Si chiama ICARO X4 il rover elettrico sviluppato dalla start-up trevigiana Free Green Nature allo scopo di ridurre l’utilizzo di pesticidi in agricoltura. Il robot a guida autonoma contrasta funghi e microrganismi presenti sui vigneti mediante l’uso di radiazioni Uv-c, prevenendo malattie come la peronospora, l’oidio e la botrite. Le radiazioni emesse hanno una lunghezza d’onda tale da attraversare la parete cellulare dei più comuni patogeni causandone così l’inattivazione e stimolando, al contempo, le difese immunitarie della vite.
Ad azionare il rover provvede un laboratorio ambientale installato su un palo che analizza tramite speciali sensori fattori come: velocità del vento, temperatura, umidità e punto di rugiada. Un algoritmo analizza i dati raccolti e, al verificarsi delle condizioni per una possibile infezione, invia un segnale radio di attivazione al robot per stabilire velocità di navigazione, potenza di emissione e frequenza dei passaggi; fattori chiave per la tempestività del trattamento poiché le radiazioni, a differenza dei normali pesticidi chimici, non permangono a lungo sulle foglie. ICARO X4 può coprire, a seconda delle condizioni del terreno, fino a 15 ettari di vigneto con un’autonomia di 72 ore ed è frutto di oltre 30 anni di sperimentazioni del suo inventore, Valter Mazzarolo, che dal 1992 ha iniziato a testare le potenzialità dei raggi ultravioletti in agricoltura. La start-up con sede nel piccolo comune di Colle Umberto, in provincia di Treviso, sta sperimentando l’uso del rover in altre colture, come i meleti dell’Alto Adige.
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Fonte: Free Green Nature; foto di Maschio Gaspardo
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mezzopieno-news · 2 months
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LE ACQUE DI SCARTO DELLA CITTÀ ALL’AGRICOLTURA: SICILIA LA PRIMA IN ITALIA
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Riutilizzare le acque reflue depurate per alimentare l’agricoltura ma anche nell’industria, per usi civili e ambientali. La Sicilia è la prima regione italiana che adotta un piano per rendere circolare l’uso dell’acqua, realizzando una soluzione alla scarsità di risorse idriche a cui è soggetta la regione.
Con un decreto dell’assessorato regionale dell’Energia e dei servizi di pubblica utilità, sul riutilizzo dell’acque reflue la Regione amplia e disciplina le possibilità di impiego di questa risorsa secondo parametri di qualità e precisi standard di riferimento per ciascun ambito di riuso. La Sicilia è tra le prime a recepire la direttiva Ue in materia, anticipando anche la legislazione nazionale. L’iniziativa è il frutto di un anno lavoro congiunto con le università siciliane, le Ati (Assemblee territoriali idriche), i gestori del servizio idrico, Autorità di bacino, Arpa e Asl. Ad oggi la totalità delle acque depurate viene scaricata nella natura (mare, fiumi, bacini). La produzione, lo stoccaggio, la distribuzione e l’utilizzo di quelle che in gergo vengono definite “acque affinate” saranno oggetto di un piano di gestione dedicato. La Regione Sicilia ha inoltre previsto la realizzazione di 311 laghi artificiali.
“La depurazione delle acque è un nodo fondamentale per affrontare la crisi climatica. La corretta lavorazione delle acque e dei fanghi di risulta consentirebbe non solo di recuperare risorse primarie in campo idrico ed energetico ma anche di favorire la rigenerazione del suolo” ha dichiarato Legambiente.
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Fonte: Regione Sicilia; Presidenza della Regione Sicilia; Legambiente Sicilia; foto di Alfonso Oliveira
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mezzopieno-news · 19 days
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LE BARRIERE CORALLINE DEL MONDO SONO PIÙ ESTESE DEL PREVISTO
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Un nuovo studio ha rivelato che la superficie sottomarina ricoperta da barriere coralline è grande il doppio rispetto alle stime precedenti e corrisponde a un’area di 348.000 chilometri quadrati nelle acque poco profonde degli oceani.
Le mappe degli ecosistemi marini mettono in evidenza molte attività scientifiche e di conservazione ma, fino a tempi recenti, nessuna carta ad alta risoluzione delle barriere mondiali era disponibile per l’esame della comunità scientifica. Oggi grazie ai rilevamenti satellitari, un team di ricercatori dell’Università del Queensland in Australia ha analizzato 1,5 milioni di campioni di addestramento per implementare oltre 100 bilioni di pixel di immagini, ottenendo così una mappatura dettagliata delle barriere coralline di tutto il mondo.
Le barriere coralline ospitano un quarto della vita sottomarina mondiale e contribuiscono al sostentamento di milioni di persone, soprattutto nelle aree tropicali. Sebbene siano sistemi fragili, minacciati da inquinamento, sovrapesca e sviluppo costiero, esse rappresentano una protezione delle coste da erosione e tempeste, contribuendo a mitigare gli effetti del cambiamento climatico. Perciò una delle domande di maggiore interesse che la comunità scientifica si pone è quanti coralli siano effettivamente presenti sotto la superficie del mare. Le mappe realizzate dall’Università del Queensland, liberamente accessibili tramite l’Atlante Allen Coral e il motore di ricerca Google Earth, vengono ora utilizzate da migliaia di ricercatori per migliorare la gestione e la conservazione sugli ecosistemi corallini mondiali.
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Fonte: Science Direct; foto di VisaVietnam
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mezzopieno-news · 19 days
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UN NUOVO RUOLO DELLE DONNE IN AFRICA: GUIDE DEI PARCHI
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Sempre più donne in Africa scelgono di lavorare come guide turistiche nei grandi parchi nazionali del continente. Un lavoro che da sempre è stato appannaggio degli uomini ma è proprio il settore turistico quello all’interno del quale le donne stanno iniziando a farsi strada.
In Botswana un numero crescente di donne sceglie il mestiere di poler, guide specializzate a trasportare i turisti sulle canoe mokoro nel Delta dell’Okavango, il secondo più grande delta fluviale interno del mondo, dopo quello del Niger. Un mestiere che richiede una combinazione impegnativa di equilibrio e forza fisica, nonché una conoscenza approfondita della fauna selvatica. Più del 90percento di polers sono infatti uomini ma con grande tenacia queste donne stanno cambiando il volto delle guida turistiche dell’Africa. Una battaglia quelle donne in Botswana partita nel 2004 quando la guida senior Florence Kagiso è stata la prima donna in tutta l’Africa a diventare guida turistica. Kagiso ha sfidato tutti gli stereotipi aprendo il varco in quello che da sempre sembrava essere un mestiere proibito. Sempre in Botswana c’è il Chobe Game Lodge, una struttura in cui lo staff è composto prevalentemente da donne, comprese le guide turistiche.
Il tour operator Safari African Bush Camps nel 2021 ha invece lanciato un programma di formazione per guida turistiche dedicato alle donne, programma che sta avendo un grande successo. In Tanzania, nelle pianure del Serengeti in Tanzania, il Dunia Camp di Asilia Africa è stato acclamato come uno dei primi safari camp africani gestiti interamente da donne. Piccoli passi che uno dopo l’altro disegnano un percorso solcato da donne coraggiose.
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Fonte: BBC; National Geographic; foto di Colin Watts
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mezzopieno-news · 4 months
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RITROVATA LA TALPA DORATA RITENUTA ESTINTA DA 86 ANNI
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Non veniva avvistata dal 1936, la talpa d’oro di De Winton (Cryptocloris wintoni) temuta estinta, riscoperta nella sabbia vicino alla città costiera di Port Nolloth, nel nord-ovest del Sudafrica.
Il piccolo mammifero prende il nome “d’oro” dalle secrezioni oleose che lubrificano la sua pelliccia che le permettono di “nuotare” tra le dune di sabbia, senza creare tunnel ma seppellendosi tra esse e rimanendo praticamente impossibile da vedere. Si tratta di uno degli animali più sconosciuti del pianeta ed è stata ritrovata dopo due anni di ricerche da un gruppo di ambientalisti dell’Endangered Wildlife Trust e dell’università di Pretoria e grazie al fiuto di un cane appositamente addestrato per seguire le tracce. La talpa d’oro di De Winton è l’undicesima delle specie perdute più ricercate al mondo ad essere riscoperta dal programma Search for Lost Species lanciato nel 2017 insieme a Re:wild.
Il team di ricercatori ha utilizzato una tecnica mai utilizzata prima per rilevare la talpa d’oro, il DNA ambientale (eDNA) che è il materiale biologico che gli animali perdono mentre si muovono nell’ambiente, tipicamente sotto forma di cellule della pelle, peli ed escrezioni corporee. Oltre a vivere in tane in gran parte inaccessibili, le talpe dorate hanno un udito estremamente sensibile e possono rilevare le vibrazioni derivanti dai movimenti sopra il suolo, il che le aiuta a evitare di essere viste dalla superficie. “Questa frontiera dell’eDNA apre un’enorme quantità di opportunità non solo per le talpe ma per scoprire altre specie perdute o in pericolo” secondo C. Theron Dell’EWT.
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Fonte: Re:wild; foto di Nicky Souness
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mezzopieno-news · 5 days
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ARRIVA LA PRIMA TERAPIA PER LA SLA CHE SI SCIOGLIE IN BOCCA
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È stata approvata ed è ora disponibile in Italia la prima formulazione orodispersibile dell’unica molecola finora approvata per rallentare la progressione della Sclerosi Laterale Amiotrofica, il riluzolo.
Prodotta dall’azienda italiana Zambon, è una sottile pellicola da sciogliere sopra la lingua senza necessità di acqua né di sforzo muscolare, che favorisce il mantenimento dell’autonomia di chi vive con Sclerosi Laterale Amiotrofica e migliora l’aderenza terapeutica anche in caso di disfagia, la difficoltà a deglutire cibi solidi e liquidi che colpisce 8 pazienti di SLA su 10. “La disfagia condiziona la vita delle persone con la SLA: alle ripercussioni psicologiche e sociali del non poter più mangiare come un tempo, si aggiungono anche quelle sull’aderenza al trattamento. I dati di un’indagine europea mostrano che la difficoltà di deglutire abbia portato a rinunciare o a ritardare l’assunzione della terapia quotidiana. È quindi chiara la portata della formulazione orodispersibile di riluzolo potrà favorire l’assunzione della terapia – evitando di dover frantumare le compresse e rischiando quindi una perdita di principio attivo – con effetti positivi sia sull’aderenza al trattamento, sia sull’autonomia dei pazienti” commenta il Professore Adriano Chiò, Direttore della Neurologia della Città della Salute e della Scienza di Torino.
In Europa e in Italia il riluzolo è oggi l’unico farmaco approvato per la SLA. Agisce sul glutammato, un messaggero chimico del cervello e del midollo spinale che causa la distruzione delle cellule nervose se presente in quantità eccessiva. ___________________
Fonte: Zambon; Adnkronos; foto di Fernanda Latronico
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mezzopieno-news · 5 months
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CREATE LE BIO-CELLULE ROBOT CHE RIPARANO IL CORPO
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I ricercatori della Tufts University e del Wyss Institute di Harvard hanno creato minuscoli robot biologici da cellule tracheali umane, che possono muoversi autonomamente e che incoraggiano la crescita dei neuroni nelle aree danneggiate del corpo, senza dover essere geneticamente modificati.
I robot multicellulari, chiamati Anthrobots, sono della larghezza di un capello umano, si auto-assemblano e hanno dimostrato di avere un notevole effetto curativo su altre cellule. L’invenzione, pubblicata sulla rivista scientifica internazionale Advanced Science, è un punto di partenza per la visione dei ricercatori di utilizzare i bio robot come nuovi strumenti terapeutici per la rigenerazione, la guarigione e il trattamento delle malattie.
I ricercatori hanno scoperto come dare alle cellule umane la possibilità di riavviarsi e di trovare modi per creare nuove strutture e compiti. “Volevamo sondare cosa possono fare le cellule oltre a creare caratteristiche predefinite nel corpo”, ha detto G. Gumuskaya membro del gruppo di scienziati responsabile dell’invenzione. “Riprogrammando le interazioni tra le cellule si possono creare nuove strutture multicellulari, analogamente al modo in cui pietra e mattoni possono essere disposti in diversi elementi strutturali come muri, archi o colonne” scrive nella pubblicazione. I biologi hanno scoperto che non solo le cellule possono creare nuove forme multicellulari ma che possono muoversi in modi diversi su una superficie di neuroni umani e stimolarne una nuova crescita, colmando le lacune causate da un loro danneggiamento. “È affascinante e del tutto inaspettato per normali cellule tracheali, senza modificare il loro DNA” ha affermato M. Levin della Tufts.
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Fonte: Advanced science
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mezzopieno-news · 5 months
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ARRIVA IL PRIMO IMPIANTO ALGOVOLTAICO IN ITALIA
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A Portici, in provincia di Napoli, è nato il primo impianto algovoltaico in Italia, un sistema integrato in grado di produrre energia elettrica fotovoltaica e microalghe.
Le alghe crescono in una soluzione acquosa che scorre all’interno di fotobioreattori, tubi trasparenti collocati sotto ai moduli fotovoltaici collegati tra loro in una serpentina in cui circola il fluido in maniera costante. Grazie alla fotosintesi innescata dall’energia solare, le microalghe crescono all’interno della soluzione, assorbendo l’anidride carbonica e riproducendosi, fino a quando non raggiungono uno stato di maturazione tale da poter essere raccolte. Il loro impiego poi è utile per l’uso farmaceutico, cosmetico e alimentare.
L’impianto installato presso il Centro Ricerche ENEA, consente una produzione annua di una potenza di 7 kWp e circa 30 chilogrammi di alghe per ogni modulo della superficie di 40 mq. “I vantaggi dell’approccio adottato sono molteplici. Innanzitutto, le alghe consentono di sfruttare l’energia proveniente dal sole meglio delle colture tradizionali poiché hanno una maggiore efficienza fotosintetica. Inoltre, hanno elevato valore ambientale in quanto consumano anidride carbonica trasformandola in biomassa tramite fotosintesi e rilasciando ossigeno puro in atmosfera. Non ultimi gli aspetti pratici, come il fatto che la soluzione tecnologica sviluppata ben si presta anche a interventi di ‘retrofit’ di impianti fotovoltaici esistenti” spiega Carmine Cancro, ricercatore del laboratorio ENEA di Smart grid e reti energetiche presso il Centro Ricerche di Portici.
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Fonte: Ente nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile; foto di Laker
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mezzopieno-news · 2 months
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TUMORI AL CERVELLO RIMOSSI IN MODO MININVASIVO: LA NUOVA TECNICA
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Per la prima volta in Italia è stata utilizzata una tecnica chirurgica in grado di rimuovere i tumori cerebrali profondi senza danneggiare il cervello e in modo mininvasivo.
La nuova tecnica prende il nome di chirurgia transulcale ed è stata adottata con successo dall’ospedale di Cremona, come spiega il dottor Antonio Fioravanti, direttore del dipartimento di Neuroscienze e della Neurochirurgia dell’Asst di Cremona, “Questa procedura è indicata per lesioni profonde e difficili da raggiungere, in cui la chirurgia tradizionale comporterebbe una maggiore sofferenza per il cervello”. Questa tecnica operatoria sfrutta la presenza dei solchi cerebrali e tramite la neuronavigazione permette la mappatura tridimensionale della lesione e delle aree eloquenti limitrofe in modo da delineare la traiettoria migliore per raggiungere il tumore preservando al massimo l’organo.
La procedura recentemente introdotta oltre ad essere mininvasiva rispetto alla tradizionale “open surgery”, consente di ridurre la durata dell’intervento, le complicanze operatorie e postoperatorie che caratterizzano gli interventi ad alta complessità. I tempi di ricovero e recupero postoperatorio sono più brevi e il paziente può essere dimesso in pochi giorni e riacquistare in breve una buona qualità di vita. “Il tumore era situato nella parte frontale sinistra del cervello – spiega Fioravanti – una sede critica, perché vicina all’area del linguaggio. Con questa nuova tecnica siamo riusciti ad asportare completamente la lesione”. La paziente si è svegliata poche ore dopo l’operazione e quattro giorni più tardi è stata dimessa dall’ospedale.
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Fonte: ASST Cremona; foto di Antonio Fioravanti licenza CC-BY 3.0 IT
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mezzopieno-news · 1 year
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IL BRASILE LIBERA LE TERRE DEGLI INDIGENI DALLE MINIERE
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Lo aveva promesso e lo ha fatto Inacio Lula da Silva, il nuovo Presidente del Brasile, ha liberato le terre degli yanomani dallo sfruttamento illegale delle miniere d’oro.
Il Brasile ha mobilitato centinaia di squadre della Polizia ed estromesso quasi tutti i cercatori d’oro abusivi dal territorio della sua più grande riserva indigena, un’area grande come il Portogallo che si estende lungo il confine settentrionale del Brasile con il Venezuela. Il governo brasiliano sta anche approvando nuove leggi per eliminare l’estrazione illegale di oro e adottato una tecnologia che utilizza isotopi radio per identificare dove viene estratto l’oro, anche dopo che è stato fuso in lingotti. Il direttore del nuovo dipartimento per l’ambiente e l’Amazzonia della polizia federale, Humberto Freire ha definito questa “una nuova era nella lotta contro la criminalità ambientale e in difesa degli indigeni nella foresta pluviale”.
Il governo brasiliano ha dichiarato una crisi umanitaria nel territorio yanomani, invaso da circa 20.000 cercatori d’oro che minacciavano le comunità con armi da fuoco, depredavano i villaggi indigeni, inquinavano i fiumi con mercurio tossico e spaventavano la selvaggina, provocando, oltre al danno ambientale, un’emergenza sanitaria e centinaia di morti tra gli yanomani. Le operazioni di contrasto alle miniere illegali supportate da immagini satellitari e pattuglie aeree, hanno distrutto 250 campi di minatori e 70 zattere di dragaggio, insieme a motoscafi e velivoli. La polizia ha identificato almeno 805 minatori e 94 barche sui fiumi e smantellato una rete di prostituzione che portava ragazze minorenni indigene nei campi minerari.
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Fonte: Reuters; Associated Press
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