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coeursandchoeurs · 4 years
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(recensione): King Krule -Man Alive! (True Panther Sounds, 2020)
Terzo album in studio per King Krule. Fra angoscia e redenzione, sonorità punl e atmosfere jazzate, un disco che testimonia una nuova fase artistica ed esistenziale del suo autore. Il parere di Coeurs & Choeurs.
E’ arrivato questa settimana anche l’album n°3 di Archy Marshall, ovvero King Krule, musicista londinese al quale dobbiamo ascrivere la paternità di un sound insolito e originale, che mescola, in modo estremamente inconvenzionale, sonorità jazz, post punk e fusion, pennellandole di venature dark e hip hop.
Il nuovo lavoro giunge in un periodo piuttosto felice della vita di Marshall:  il giovane…
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coeursandchoeurs · 4 years
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(recensione): Grimes - Miss Anthropocene (4AD, 2020)
E' stato pubblicato lo scorso 21 febbraio Miss Anthropocene, il quinto atteso album di Grimes. Il nostro parere !
Si è fatta attendere per quasi cinque anni la canadese Claire Boucher, più nota ai più con lo pseudonimo Grimes. Durante questi cinque anni i riflettori sono stati puntati su Claire per una miriade di motivi extramusicali, primo fra tutti la relazione rocambolesca con il multimiliardario Elon Musk, l’annuncio della prossima maternità e altre bizzarrie che, a un certo punt, hanno fatto storcere il…
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coeursandchoeurs · 4 years
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Il 2020 degli Strokes è iniziato con una serie di eventi inaspettati: l’annuncio a sorpresa di un nuovo album, la cui pubblicazione è prevista per il prossimo mese di aprile, nel corso del live di fine anno a New York, il dichiarato sostegno alla campagna presidenziale del democratico Bernie Sanders (cosa a dire il vero piuttosto prevedibile, considerato l’impegno politico di Julian Casablancas, da sempre supporter del senatore del Vermont) e dulcis in fundo, una serie di live in Europa, che hanno scatenato una forsennata corsa al prezioso biglietto.
Gli Strokes, a dirla tutta, sono amanti della Francia (anche, forse, per ragioni famigliari e sentimentali), e avevamo già avuto diritto a un concerto memorabile lo scorso mese di luglio, in occasione di Lollapalooza Paris. Ma la tentazione di assistere a uno show in una sala più piccola e intima deve avere convinto i fan a posizionarsi con largo anticipo al computer in attesa della messa in vendita dei 2000 posti disponibili. L’esito è stato piuttosto catastrofico – unico vero bemolle di questo evento – con sala sold out in qualche secondo (letteralmente), e tickets rivenduti sui mercati secondari a prezzi proibitivi pochi minuti dopo.  E, nota decisamente stonata, con il risultato di più di un posto libero in sala, a dispetto dei tantissimi fan all’esterno in cerca di un lasciapassare. Ma tant’è.
Veniamo dunque al racconto della serata. Sono le madrilene Hinds, paladine di un garage rock in salsa iberica, le musiciste scelte da Casablancas & soci come opening act. Il loro set è simpatico e divertente, e le spagnole, con un nuovo album The Prettiest Curse, in arrivo il prossimo 3 aprile, hanno colto l’occasione per presentare in anteprima un pezzo inedito.  Ve ne parleremo più diffusamente.
(c) Coeurs & Choeurs
Sono quasi le 9 e 30 quando gli Strokes fanno il loro ingresso in scena, accolti da un’autentica ovazione.
Il brano scelto per aprire il set è Someday, che sostuisce il classico Heart in a Cage, pezzo che aveva inaugurato tutte le esibizioni della tournée estiva.
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About last night #thestrokes #JulianCasablancas #gig #paris #feb2k20 In many ways, still miss the good old days Someday Someday Yeah, it hurts to say but I want you to stay Sometimes Sometimes When we was young, oh man did we have fun Always Always Promises they break before they're made Sometimes Sometimes
A post shared by Coeurs & Choeurs (@coeursandchoeurs) on Feb 18, 2020 at 2:32pm PST
Dinnocolato e nonchalant come d’abitudine, Julian non perde l’occasione di scherzare con il pubblico in sala e con gli altri membri della band, lanciandosi in qualche parola in francese con Nick Valensi.
Chi si aspettava delle novità è stato probabilmente deluso. Sono infatti First Impressions on Earth e il superclassico Is This It, con cinque brani ciascuno, gli album più presenti in setlist, mentre di The New Abnormal saranno eseguite solo due tracce, non inedite, The Adults are Talking e Bad Decisions, della quale, poche ore prima era stato diffuso un videoclip dalle atmosfere vintage e le sonorità new wave (con tanto di sample chiesto in prestito a Dancing With Myself di Billy Idol).
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La band è affiatata e lo spettacolo è, come d’abitudine, assicurato, malgrado la brevità, anche grazie a un pubblico che conosce a menadito i brani proposti, una sorta di greatest hits che non puo’ non coinvolgere i presenti.
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I don't want what you want, I don't feel what you feel See, I'm stuck in a city but I belong in a field Yeah, we got left, left, left, left, left, left, left Now it's three in the morning and you're eating alone Oh, the heart beats in its cage #thestrokes #JulianCasablancas #gig #paris #feb2k20
A post shared by Coeurs & Choeurs (@coeursandchoeurs) on Feb 18, 2020 at 2:19pm PST
Cosi’ eccole, una dietro l’altra, canzoni come Heart in a Cage, Hard to Explain, New York City Cops, One Way Trigger e in coda Last Nite.
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#thestrokes #JulianCasablancas #paris #gig Please, please don't point it that way It's just a trigger that goes once and you'll be unafraid I wish that I'd been noticed, but it never goes that way The silence that you brought has gone, gone, gone Tell me, tell me, won't you understand? Show me, show me, show me You ask me to stay You ask me to stay You ask me to stay But there's a million reasons to leave
A post shared by Coeurs & Choeurs (@coeursandchoeurs) on Feb 18, 2020 at 2:23pm PST
Una brevissima pausa e la band ritorna per un encore, che prevede Juicebox, Whatever Happened e a chiudere la serata Reptilia.
Torneremo a parlarvi di Julian & Co in occasione della pubblicazione dell’album e, ovviamente, seguiremo la band in alcune delle date estive.
Setlist
Someday Automatic Stop Heart in a Cage The Modern Age Ize of the World Hard to Explain New York City Cops The Adults Are Talking You Only Live Once Killing Lies One Way Trigger Bad Decisions Last Nite
Encore:
Juicebox What Ever Happened? Reptilia
(c) Coeurs & Choeurs
(c) Christelle Garcia
‘(c) Coeurs & Choeurs
(c) Coeurs & Choeurs
(c) Christelle Garcia
(c) Coeurs & Choeurs
(c) Coeurs & Choeurs
Concerto sold out e a sorpresa per gli Strokes di Julian Casablancas all'Olympia di Paris. Coeurs & Choeurs c'era e ve lo racconta ! Il 2020 degli Strokes è iniziato con una serie di eventi inaspettati: l'annuncio a sorpresa di un nuovo album, la cui pubblicazione è prevista per il prossimo mese di aprile, …
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coeursandchoeurs · 4 years
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(recensione): BonifAce - Boniface (Transgressive Records, 2020)
Folgorante debutto per il canadese BonifAce, autore di un album omonimo, in bilico fra synthpop e romantic ballads. La nostra recensione !
Nato e cresciuto a Winnipeg in Canada, Micah Visser, che ha adottato il nome di scena BonifAce, ha soli 25 anni, ma, ascoltando la sua musica, pare evidente che il suo orizzonte sia costuito soprattutto dall’universo pop anni ’80, del quale ha decisamente adottato il sound.
E’ stato pubblicato lo scorso 14 febbraio Boniface,l’album del suo debutto, un disco eponimo che, forte di ben 12 tracce (18…
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coeursandchoeurs · 4 years
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(recensione) : Isobel Campbell - There is no other...(Cooking Vinyl, 2020)
A quattordici anni di distanza da Milkwhite Sheets, There is no other… segna l'atteso ritorno solista di Isobel Campbell. Un disco splendido fra folk, pop psichedelico e venature gospel. La nostra recensione !
Musicista raffinata ed elegante, dotata di grande sensibilità e di una voce bella ed eterea, Isobel Campbell è protagonista di un’avventura musicale tanto ricca quanto complicata.
Per sei anni vocalist e violoncellista dei conterranei Belle & Sebastian e, successivamente, impegnata in feconde collaborazioni con Mark Lanegan (con il quale ha inciso ben tre album) e il jazzista Bill Wells, la…
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coeursandchoeurs · 4 years
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(recensione) : Isobel Campbell - There is no other...(Cooking Vinyl, 2020)
A quattordici anni di distanza da Milkwhite Sheets, There is no other... segna l'atteso ritorno solista di Isobel Campbell. Un disco splendido fra folk, pop psichedelico e venature gospel. La nostra recensione !
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Musicista raffinata ed elegante, dotata di grande sensibilità e di una voce bella ed eterea, Isobel Campbell è protagonista di un’avventura musicale tanto ricca quanto complicata.
Per sei anni vocalist e violoncellista dei conterranei Belle & Sebastian e, successivamente, impegnata in feconde collaborazioni con Mark Lanegan (con il quale ha inciso ben tre album) e il jazzista Bill Wells, la…
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coeursandchoeurs · 4 years
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(recensione): BonifAce - Boniface (Transgressive Records, 2020)
Folgorante debutto per il canadese BonifAce, autore di un album omonimo, in bilico fra synthpop e romantic ballads. La nostra recensione !
Nato e cresciuto a Winnipeg in Canada, Micah Visser, che ha adottato il nome di scena BonifAce, ha soli 25 anni, ma, ascoltando la sua musica, pare evidente che il suo orizzonte sia costuito soprattutto dall’universo pop anni ’80, del quale ha decisamente adottato il sound.
E’ stato pubblicato lo scorso 14 febbraio Boniface,l’album del suo debutto, un disco eponimo che, forte di ben 12 tracce (18…
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coeursandchoeurs · 4 years
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(recensione): Tame Impala - The Slow Rush (Interscope, 2020)
Quarto album in studio per i Tame Impala, The Slow Rush conferma il nuovo corso degli australiani sempre più lontani dalla neo-psichedelia degli esordi. Fra venature prog, r'n'b, pop e rock l'album è un riuscito mélange di stili. La nostra recensione !
Quarto capitolo della discografia dei Tame Impala, The Slow Rush è allo stesso momento un elemento di continuità e di rottura nel percorso creativo della band.
Sono ormai lontani i tempi di Innerspeaker e di Lonerism, album che ci avevano fatto conoscere Kevin Parkere soci. Lontane anche le atmosfere squisitamente indie e psichedeliche degli esordi. Gli australiani, d’altra parte, hanno…
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coeursandchoeurs · 4 years
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E’ una Cigale roempitissima già poco le 19, ben due ore prima dell’inizio dell’esibizione, quella che ha accolto sabato 8 febbraio Angel Olsen, impegnata nella tournée per la promozione di All Mirrors, il suo ultimo e celebrato album in studio. Situazione insolita per Paris, città snob e disincantata, dove il pubblico dei concerti disdegna spesso e volentieri l’opening act.
Probabilmente una delle ragioni principali era data dalla qualità degli artisti scelti dalla Olsen per aprire i propri concerti in Europa, ovvero i giovani americani Hand Habits, protagonisti di un exploit musicale di tutto rispetto grazie al recente Placeholder.
E’ cosi’ che alle 8 in punto abbiamo avuto modo di assistere alla felice e applauditissima esibizione di Meg Duffy (già nota per le collaborazioni con Weyes Blood, Kevin Morby e The War on Drugs, ndlr) e soci.
Una setlist evidentemente breve, ma intensa che ha regalato istanti preziosi come l’esecuzione della splendida titletrack Placeholder o ancora, la struggente e malinconica Jessica.
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#handhabits last night in Paris Curious, I came to you You wordlessly ignorés As I stumbled psychically upon a truth I could not afford @hand.habits #placeholder
A post shared by Coeurs & Choeurs (@coeursandchoeurs) on Feb 9, 2020 at 4:13am PST
(c) 2020 Coeurs & Choeurs
Una band che amiamo moltissimo e di cui speriamo di potervi riparlare più diffusamente.
Un breve intervallo ed ecco, finalmente Angel Olsen sul palco. Abito total black, Angel è accompagnata da un gruppo di musicisti bravissimi e affiatati, di cui fanno parte anche una violoncellista e una musicista. La scena è sobria e minimalista con la sola eccezione del fondo, illuminato dall’immagine proiettata di una sontuosa scalinata d’antan.
Il concerto si apre solennemente sulle note della titletrack All Mirrors , brano che ci immerge subito nelle atmosfere eleganti e cupe dell’universo musicale immaginato dalla Olsen, che oltre alle indiscusse qualità musicali puo’ contare anche su una voce stroardinaria e dal range ragguardavole. Ovviamente All Mirrors è il grande protagonista della serata con ben 8 tracce inserite in setlist, saranno eseguiti anche pezzi più datati come Shut Up Kiss Me e Sister tratte da My Woman e Forgiven/Forgotten et Windows da Burn Your Fire for No Witness, per non dire, in coda, Acrobat del 2012, presente su uno dei primi lavori dell’americana, ovvero Half Way Home.
Angel interagisce spesso e volentieri con il pubblico, scherza e non si risparmia, rivelando una personalità simpatica ed estroversa, a dispetto delle atmosfere rarefatte, cupe e introspettive che abitano la sua musica.
Fra i tanti momenti preziosi della serata un posto di rilievo spetta alla luminosa Summer che suscita l’entusiasmo di una sala già caldissima, a Sister, non in programma ma richiesta a gran voce dagli astanti, e a Endgame, dalle cadenze quasi cinematografiche che chiude la prima parte del concerto.
Una brevissima uscita di scena ed ecco che i musicisti tornano sul palco per un encore. Traccia scelta una magnifica Chance, in una versione particolarmente riuscita e che suggella una serata praticamente perfetta.
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I'm leaving once again Makin' my own plan I'm not looking for the answer Or anything that lasts I just want to see some beauty Try and understand If we got to know each other How rare is that? #angelolsen #chance #allmirrorstour #paris #gig
A post shared by Coeurs & Choeurs (@coeursandchoeurs) on Feb 8, 2020 at 2:42pm PST
    Angel Olsen 8 feb 2020
Angel Olsen 8 feb 2020
Angel Olsen 8 feb 2020 (c) 2020 Coeurs & Choeurs
Angel Olsen 8 feb 2020
Angel Olsen 8 feb 2020
Setlist
All Mirrors Spring Impasse Lark Summer Tonight Sister Shut Up Kiss Me Forgiven/Forgotten Acrobat Windows Endgame
Encore:
Chance
Tappa parigina per Angel Olsen, impegnata nella tournée promozionale di All Mirrors. Una serata perfetta di cui sono stati protagonisti anche gli Hand Habits, che hanno aperto egregiamente l'esibizione. Coeurs & Choeurs c'era e ve lo racconta ! E' una Cigale roempitissima già poco le 19, ben due ore prima dell'inizio dell'esibizione, quella che ha accolto sabato 8 febbraio…
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coeursandchoeurs · 4 years
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(recensione): Pet Shop Boys- Hotspot (Kobalt Label Services, 2020)
Quattordicesimo album in studio per i Pet Shop Boys, Hotspot è un lavoro gradevole e riuscito per una band che non ha perso lo smalto degli esordi. La recensione di Coeurs & Choeurs.
Non hanno certo bisogno di troppe presentazioni i Pet Shop Boys, paladini indiscussi della migliore elettropop da quasi quarant’anni.
Eppure, anche grazie alla feconda collaborazione con Stuart Price, il duo inglese composto da Neil Tennant e Chris Lowe, è ancora protagonista di una effervescente fase creativa che si è concretizzata con la pubblicazione di una fortunata serie di album nel corso…
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coeursandchoeurs · 4 years
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(recensione): Bill Fay - Countless Branches (Dead Oceans, 2020)
Nuovo album per l'inglese Bill Fay, protagonista di una seconda giovinezza creativa. Fra alternative country e britrock, dieci tracce (più sette bonus tracks) intense e poetiche. La nostra recensione! Buon ascolto !
Nato a Londra nei primi anni ’40, Bill Fay ha al suo attivo una carriera pluridecennale. Possiamo quindi definire questa sua ultima fase creativa come una seconda giovinezza, o rinascita, favorita, senza dubbio, dal provvidenziale intervento di musicisti da sempre estimatori del lavoro del britannico. Fra i tanti, che hanno favorito questo fortunato ritorno, un posto di primo piano è occupato dal
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coeursandchoeurs · 4 years
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(recensione): Destroyer- Have We Met (Merge Records, 2020)
Sonorità ricercate ed eleganti abitano le dieci tracce incluse in Have We Met, ultima fatica di Destroyer. La nostra recensione!
Sin dagli esordi, nel 1996, il canadese Dan Bejar ci ha abituato a lavori eleganti, ricercati e con un marcato gusto per la sperimentazione. Un trend stabile caratterizzato dalla produzione costante di nuovo materiale musicale che ha raggiunto livelli più che rimarchevoli nel corso di questo ultimo decennio. A partire dalla pubblicazione di Kaputt nel 2011, un exploit replicato nel 2015 con Poiso…
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coeursandchoeurs · 4 years
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(recensione): Dario Torre - 永遠 eien (Vipchoypo Sound Factory, 2020)
Prima prova solista per Dario Torre degli Stella Diana. Fra atmosfere cupe e spettrali dal sapore cinematografico, un EP che conferma il gusto per la sperimentazione del suo autore, con il quale abbiamo potuto discutere un po' di shoegaze, musica e progetti futuri. Buon ascolto e buona lettura !
永遠, eien, è la parola usata dai giapponesi per indicare l’eternità, l’immortalità. Eien è da oggi anche il titolo scelto da Dario Torre, membro storico degli Stella Diana per la sua prima prova solista, un EP di 5 tracce, disponibile da ieri all’ascolto.
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Dario Torre (c) Ilaria Sponda
Concepito e realizzato senza alcuna pressione editoriale, quasi per gioco, eien è allo stesso tempo un disco…
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coeursandchoeurs · 4 years
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Un ‘Olympia riempita in ogni ordine e grado di posti , malgrado le tre precedenti date parigine, rispettivamente a Créteil, alla gloriosa Philarmonie de Paris e alla Salle Pleyel, ha trionfalmente accolto Etienne Daho, in tournée ormai da qualche mese ai quattro angoli della Francia. L’occasione è data dalla pubblicazione in versione rimasterizzata di Eden, uno dei momenti più alti della carriera di un artista che, quanto meno in patria, non ha bisogno di troppe presentazioni.
Eden, album pubblicato nel 1996 a un anno di distanza dall’EP Résérection, frutto della collaborazione con i britannici Saint Etienne  (ugualmente ripreso, nel corso di questa tournée e la cui influenza è palpabile, ndlr), segna un momento importante nella parabola creativa di questo artista. Daho, che ha attraversato, con classe ed eleganza rare, epoche e stili differenti e spesso antitetici, riuscendo a mescolare, conservandone le specificità, le sonorità synthwave di oltremanica alla migliore tradizione francese, dominata dal pop  e dalla canzone d’autore, con Eden ha saputo  dare vita al disco perfetto: un mélange per certi versi avanguardista di art pop venato di sfumature elettroniche in dialogo con le cadenze raffinate della chanson à la française.
Dodici i titoli presenti sul disco, dalle atmosfere languide e rarefatte, che si alternano senza soluzione di continuità a ritmi più scatenati, fra jazz, elettronica e cadenze sudamericane: un approccio a cui oggi siamo per certi versi abituati, ma che, in un’epoca dominata dal grunge era certamente meno evidente.
Ma veniamo al racconto della serata.
L’opening act è affidato al giovanissimo James Leesley, che ha da poco pubblicato Buxton Palace Hotel, album del suo debutto, con il nome Studio Electrophonique. Il suo è un indie rock delicato e ben confezionato, che si lascia ascoltare con interesse senza destare particolari entusiasmi. Ma ci proponiamo di seguirlo comunque da vicino, per vedere cosa saprà proporci nel prosieguo della sua evoluzione artistica.
Sono da poco passate le 9, quando Daho, impeccabile in un completo  nero luccicante fa il suo ingresso in scena, sulle note di Au Commencement. 
Eden sarà suonato integralmente, nell’ordine canonico. Cosi’ ecco sfilare, uno dietro l’altro, brani come Les Passagers o Les Pluies Chaudes de l’été dalle languide nuances notturne, alternandosi a tracce dalle cadenze fra jazz e world music, veloci e sensuali come Un serpent sans importance, o ancora la splendida Me Manquer che, nella versione originale, prevedeva il featuring di Elli Madeiros e Lyn Bird.
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#etiennedaho #edentour #paris #gig
A post shared by Coeurs & Choeurs (@coeursandchoeurs) on Jan 25, 2020 at 2:21pm PST
Etienne tiene perfettamente la scena: si rivolge spesso al pubblico in un sapiente connubio di calorosa prossimità e algida eleganza, che è probabilmente uno dei suoi punti di forza.
La serata prevede anche la presenza di un ospite prestigioso, ovvero Arnold Turboust che raggiunge Etienne in occasione dell’esecuzione di Rendez-Vous au jardin des plaisirs, per accompagnarlo alla voce e al sintetizzatore.
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#etiennedaho et #arnoldturboust Rendez-vous au jardin des plaisirs.
A post shared by Coeurs & Choeurs (@coeursandchoeurs) on Jan 26, 2020 at 2:59am PST
La parte dedicata a Eden termina sulle note di Des Adieux très Heureux, ma la serata prosegue. Come anticipato è l’EP Résérection l’altro grande protagonista di questo tour ed è cosi che abbiamo diritto a tutti e cinque i pezzi che lo compongono, incluso X amours che chiuderà il primo encore.
C’è spazio per alcune cover di peso, come Walking on Thin Ice, presa in prestito dal repertorio di Yoko Ono o l’elettronica  Warm Leatherette dei The Normal che trasforma la sala in una autentica pista da ballo.
Chiude infine trionfalmente la serata Get Off My Case, pezzo dei Comateens del 1983, in una versione che non risente per nulla dell’età.
Etienne ci saluta con un “Au Revoir” che prelude senza dubbio a novità imminenenti. Ve ne parleremo.
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Setlist 
Au commencement Les passagers Un serpent sans importance Les pluies chaudes de l’été Les bords de Seine Me manquer De bien jolies flammes Soudain L’enfer enfin Timide intimité
Tombé pour la France (first verse a cappella) Rendez-vous au jardin des plaisirs (with Arnold Turboust) Quand tu m’appelles Eden Des adieux très heureux Résérection / Jungle Pulse Le baiser français He’s on the Phone Idéal Le premier jour (du reste de ta vie) (Sarah Cracknell cover)
Encore: Warm Leatherette (The Normal cover) Walking on Thin Ice (Yoko Ono cover) X amours
Encore 2: Get Off My Case (Comateens cover)
Etienne Daho @L’Olympia (c) Coeurs & Choeurs
Etienne Daho @L’Olympia (c) Coeurs & Choeurs
Etienne Daho @L’Olympia (c) Coeurs & Choeurs
Etienne Daho @L’Olympia (c) Coeurs & Choeurs
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Etienne Daho @L’Olympia (c) Coeurs & Choeurs
Ici en français
(live report) : Etienne Daho @L’Olympia (25 janvier 2020) Un 'Olympia riempita in ogni ordine e grado di posti , malgrado le tre precedenti date parigine, rispettivamente a…
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coeursandchoeurs · 4 years
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C’est un Olympia qui a fait salle comble, malgré les trois rendez-vous à Paris à la fin d’octobre à Créteil, et en décembre à la glorieuse Philarmonie de Paris et à la salle Pleyel, a accueillir triomphalement Etienne Daho, en tournée aux quatre coins de la France depuis quelques mois. L’occasion est donnée par la publication en version remastérisée d’Eden, l’un des plus grands moments de la carrière d’un artiste qui n’a pas besoin de trop de présentations.
Eden, un album sorti en 1996, un an après le EP Résérection, fruit d’une collaboration avec le groupe britannique Saint Etienne (également réédité lors de cette tournée et dont l’influence est palpable, ndlr), marque un temps fort  dans la parabole créative de cet artiste. Daho, qui a traversé avec classe et élégance rares des époques et des styles différents et souvent antithétiques, en réussissant à mélanger, en préservant les spécificités, les sons synthwave d’outre-Manche à la meilleure tradition française, dominée par la pop et la chanson, avec Eden a gagné le pari de donner vie au disque parfait : un mélange d’art pop d’avant-garde, veiné de nuances électroniques en dialogue avec les cadences raffinées de la chanson à la française.
Douze morceaux  sont présents sur l’album, aux atmosphères langoureuses et raréfiées s’alternant harmonieusement avec des rythmes sauvages, entre jazz, électronique et cadences sud-américaines: une approche à laquelle nous sommes habitués aujourd’hui, mais qui, à une époque dominée par le grunge, était certainement moins évidente.
Mais venons-en à l’histoire de la soirée.
La première partie est confiée au très jeune James Leesley, qui a récemment sorti Buxton Palace Hotel, l’album de ses débuts, publié sous le nom de Studio Electrophonique. C’est un rock indé délicat et bien ficelé, qu’on peut écouter avec intérêt sans susciter un enthousiasme particulier. Mais nous nous proposons de le suivre de près, pour voir ce qu’il pourra nous réserver par la suite de son évolution artistique.
Il est juste après 9 heures quand Daho, impeccable dans un costume noir brillant, fait son entrée sur scène, sur les notes d’Au Commencement. 
Eden sera joué dans son intégralité, dans l’ordre canonique. Ainsi, l’un après l’autre défilent des titres comme Les Passagers ou Les Pluies Chaudes de l’été aux nuances nocturnes langoureuses, s’alternant avec des morceaux aux cadences entre jazz et world music, rapides et sensuelles comme Un serpent sans importance, ou le splendide Me Manquer qui, dans sa version originale, mettait en scène Elli Madeiros et Lyn Bird.
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#etiennedaho #edentour #paris #gig
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Etienne tient parfaitement la scène : il s’adresse souvent au public dans une savante combinaison de proximité chaleureuse et d’élégance glacée, ce qui est probablement l’un de ses atouts.
La soirée comprend également la présence d’un invité prestigieux, Arnold Turboust, qui rejoint Etienne à l’occasion de Rendez-Vous au jardin des plaisirs, pour l’accompagner au chant et au synthétiseur.
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#etiennedaho et #arnoldturboust Rendez-vous au jardin des plaisirs.
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La partie consacrée à Eden se termine sur les notes de Des Adieux très Heureux, mais la soirée se poursuit. Comme prévu, l’EP Résérection est l’autre grand protagoniste de cette tournée et c’est ainsi que nous avons droit aux cinq pièces qui la composent, dont X amours qui clôturera le premier rappel.
Il y a de la place pour quelques reprises lourdes, comme Walking on Thin Ice, emprunté au répertoire de Yoko Ono, ou l’électronique Warm Leatherette de The Normal qui transforme la salle en une authentique piste de danse.
Enfin, la soirée se termine en triomphe sur les notes de Get Off My Case, titre de 1983  de Comateens, dans une version qui n’est pas du tout affectée par l’âge.
Etienne nous salue avec un Au Revoir qui prélude sans doute à une nouvelle imminente. Nous vous en parlerons
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Au commencement Les passagers Un serpent sans importance Les pluies chaudes de l’été Les bords de Seine Me manquer De bien jolies flammes Soudain L’enfer enfin Timide intimité
Tombé pour la France (first verse a cappella) Rendez-vous au jardin des plaisirs (with Arnold Turboust) Quand tu m’appelles Eden Des adieux très heureux Résérection / Jungle Pulse Le baiser français He’s on the Phone Idéal Le premier jour (du reste de ta vie) (Sarah Cracknell cover)
Encore: Warm Leatherette (The Normal cover) Walking on Thin Ice (Yoko Ono cover) X amours
Encore 2: Get Off My Case (Comateens cover)
Etienne Daho @L’Olympia (c) Coeurs & Choeurs
Etienne Daho @L’Olympia (c) Coeurs & Choeurs
Etienne Daho @L’Olympia (c) Coeurs & Choeurs
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(live report) : Etienne Daho @L’Olympia (25 janvier 2020) C'est un Olympia qui a fait salle comble, malgré les trois rendez-vous à Paris à la fin d'octobre à …
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coeursandchoeurs · 4 years
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(recensione): Field Music - Making a New World (Memphis Industries, 2020)
Fra britpop, progressive rock e inattese venature funk il nuovo album dei Field Music, Making a New World, conferma il momento di grazia della band, La recensione di Coeurs & Choeurs.
Band britannica nata dalla volontà dei fratelli Brewis, Peter e David, che, per semplificare, potremmo ascrivere al settore progressive/art rock, i Field Music sono in un periodo di grande creatività artistica e ci hanno abituato alla pubblicazione di nuova musica ad intervalli piuttosto regolari, mai superiori ai due anni.
Cosi’ se il 2016 ci aveva regalato Commontime e il 2018 ci aveva offerto
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coeursandchoeurs · 4 years
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(recensione): Algiers - There Is No Year (Matador - 2020)
Terzo capitolo nella discografia degli Algiers, There Is No Year è album maturo e complesso, che senza allontanarsi dal sound della band non teme di avventurarsi in nuove sperimentazioni. Il parere di Coeurs & Choeurs.
Nati e cresciuti artisticamente ad Atlanta, gli Algiers muovono i primi passi come band a Londra nel 2012. E’ nel Regno Unito, infatti, che viene pubblicato il loro primissimo singolo Blood. Il quartetto, che vede fra le proprie fila il polistrumentista e vocalist Franklin James Fisher, Ryan Mahan, Lee Tesche, e l’ex Bloc Party Matt Tong, ha un progetto ambizioso, facilmente intuibile a partire…
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