Tumgik
ivoryaddington · 3 years
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.         ⋰⋰    ↷    sept. 22th, 2024         𝘮𝘰𝘯𝘰𝘭𝘰𝘨𝘶𝘦  ─                       ─ corte di primavera   ,, #dangeroushprpg #dangerouslightunity                                                ↷    ↷    ↷   Come si fosse ritrovato lì, Elijah non lo sapeva. Come, prima ancora, fosse finito in quella strana radura con, diamine, una sosia di Xanthippe con gli artigli, ancora doveva capirlo. Aveva provato a parlarci e lei beh, gli aveva mostrato degli artigli e lui, a dirla tutta, era abbastanza certo che Xanthippe non avesse artigli. Anche se… beh, si fece un appunto mentale: un metamorfo come lei poteva farsi crescere artigli del genere? Forse, ma sicuramente non poteva cambiare vestito in un attimo, mentre dalla Sala Grande venivano trasportati in quella strana radura ricoperta di stelle. Ormai, però, l’ex tassorosso doveva smetterla di concentrarsi su quegli strani artigli, sui quali si ripromise che avrebbe indagato, e doveva concentrarsi sul luogo dove era finito: una festa, una festa colma di strane creature, una festa dove gli era appena stato consigliato di non bere né mangiare nulla se voleva andare via, una festa dove non aveva la propria bacchetta e dove vedeva persone trattate come animali, una festa dove vedeva bambini che gli pareva vagamente di conoscere o persone trattate come servi, una festa con una terrazza, una balconata poco lontana ed al di sotto di essa? Al di sotto di essa non lo sapeva, cosa c’era, ma sperava che l’avrebbero scoperto presto. Non era stato abbastanza attento da notare dove avevano portato la sua bachetta, Elijah, e per questo di maledì tremendamente. Avrebbe duellato volentieri con quelle creature, per liberarsi, eppure non poteva farlo, in quel momento. Elijah provava piacere nell'avere successo nei duelli, questo era risaputo, ed era uno dei motivi per cui si era iscritto al club dei Duellanti ad Hogwarts. Per quello e per migliorare, ovviamente, per diventare più veloce, agile, più scattante e più bravo a prevedere le mosse altrui ed a scegliere la propria reazione. Lo era diventato, certo, e per questo aveva trascorso alcune delle ore in cui era rimasto lì, da quando era stato portato a quella festa, aveva studiato ogni millimetro della stanza, aveva osservato porte e pareti (non poteva ancora duellare, certo, senza bacchetta ma poteva comunque fare in modo di conoscere il ‘terreno’, no?). Aveva seguito i movimenti delle guardi e dei servi. Aveva visto alcuni dei suoi compagni ed aveva cercato un modo per salvarsi e per salvarli, sia quelli che come lui girovagavano che quelli che erano palesemente usati come schiavi da un tempo che lui non riusciva a definire, considerando che era lì solo da qualche ora e proprio non capiva come loro potessero esservi da più tempo. Non avrebbe saputo dire quanto era stato veloce l’attacco contro le fate per poter fuggire, una volta che qualcuno ebbe recuperato le bacchette, eppure lo fu molto. Un azzardo, forse, ma la collaborazione, nonostante egli fosse abituato a far sempre da solo, servì a farli fuggire tutti, uno dopo l’altro, da quella maledetta festa e giù da quella (orribile a suo dire, balconata). Mentre si tratteneva ancora qualche momento, per proteggerli, osservò gli altri avviarsi, li osservò e sorrise soddisfatto: stavano fuggendo e lui ne era contento, a prescindere da come avrebbe salvato se stesso, dato che aveva deciso di attendere per scendere, così da ‘proteggere’ le corde dalle fate, poiché era corto che le avrebbero tagliate se qualcuno di loro si fosse distratto. Solo quando fu certo che tutti ce l’avrebbero fatta si avviò tenendosi alla corda con entrambe le mani ma con anche la bacchetta stretta tra le dita, pronto a difendere ancora sé stesso e gli altri, nonostante non potesse voltarsi per controllare a che punto fossero ma che, certamente, non vedeva più in alto di lui. Un attimo di distrazione e non si accorse che la corda si era spezzata, o meglio era stata spezzata. Cadde, Elijah, ed atterrò a terra. Nel cadere si era voltato, forse nel tentativo inutile di parare la caduta con le mani, ma invece di parare la caduta Elijah finì per ferirsi una spalla. Non capì come, sul momento, ma sentiva un dolore lancinante alla spalla destra che venne superato solo dal timore causato dal tremore della terra sotto di lui. Cosa stava succedendo?! Non lo sapeva, non lo capiva. Sarebbero finiti da qualche altra parte? Sarebbero tornati a casa? Stava per chiamare i suoi compagni, quando gli parve di cadere in un portale, un portale che non riconosceva ma che, per fortuna, lo fece ritrovare sul pavimento lucido della Sala Grande. Per la sorpresa e per lo shock, però, il dolore alla spalla non lo sentiva, Elijah, e si prese qualche attimo per godere di quel ritorno, tanto sofferto quanto gradito.
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ivoryaddington · 3 years
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.         ⋰⋰    ↷    sept. 28th, 2024         𝘮𝘰𝘯𝘰𝘭𝘰𝘨𝘶𝘦  ─                       ─ his room   ,, #dangeroushprpg                                                 ↷    ↷    ↷   Non era uno bravo nel fare regali, Elijah, e decisamente sceglierne uno per quella che nell'ultimo anno era diventata la sua migliore amica non fu facile, nonostante lui sapesse che lei, però, di migliore amico ne aveva un altro. Lo capiva e ne era anche felice, ovviamente, perché non vi era niente di meglio per lei, a suo parere. Non era uno bravo nel fare regali e, per questo, prima ancora che tutto quel casino accadesse si era dedicato alla ricerca di un regalo, suddividendola in un po' di giorni ad essere sinceri, perché l'indecisione l'aveva colto a lungo. Alla fine, però, si era infilato in un negozietto che gli pareva colmo di oggettini che lo incuriosivano. Aveva passeggiato per un po' tra gli scaffali, preso oggetti e controllato ogni millimetro della merce sino a che non aveva posato gli occhi su una fascia per capelli che ricordava una coroncina dorata. Non era un asso nel cogliere riferimenti storici, Elijah, ma gli ricordava in ogni caso un qualcosa che lo riportava con la mente alle leggende descritte nel libro che lei gli aveva regalato e che, spesso, gli aveva raccontato. Non sapeva quando l'avrebbe usata, a dirla tutta, ma pensò che sarebbe stata molto bene sui suoi capelli biondi e che avrebbe potuto abbinarla ai vestiti che sicuramente avrebbe usato nei mille balli a cui avrebbe partecipato ad Hogwarts.    "Buon compleanno, Amy. Sai che non sono bravo a scrivere quanto lo sono a cogliere le parole che altri hanno scritto, ma insomma... spero che tu trascorra un bel compleanno, soprattutto dopo tutto quello che di strano ci è successo nei giorni scorsi. Quindi beh, ancora buon compleanno, ti voglio bene.  Elijah. P.S. te l'ho scritto davvero, fossi in te incanterei il biglietto per conservarlo come reliquia." Scrisse quel bigliettino molto prima di mezzanotte poi lo affidò al gufo che i suoi avevano a casa e che sperava sarebbe arrivato in tempo da Amy, per augurarle un buon compleanno allo scoccate del nuovo giorno.
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ivoryaddington · 3 years
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.         ⋰⋰    ↷    sept. 26th, 2024         𝘮𝘰𝘯𝘰𝘭𝘰𝘨𝘶𝘦  ─                       ─ home   ,, #dangeroushprpg #dangerouslightunity                                                ↷    ↷    ↷    Ha trascorso intere giornate nell’infermeria di Hogwarts, dopo il suo ritorno da quella strana notte, e da allora non era riuscito a ricordare poi molto. Sia Amy che Xanthippe gli hanno chiesto cosa fosse successo, ma lui non aveva parlato molto. Sempre uno di poche parole, Elijah, ma in quel caso particolare davvero non ne aveva avute, per giorni: aveva accennato a Xanthippe del terremoto, della corda, quando gli aveva chiesto della grossa scheggia di vetro che era conficcata ancora nella sua spalla destra, quando era andato in camera di lei a prendere le proprie cose, scheggia che lo shock del momenti gli aveva impedito di vedere, impedendogli anche di percepirne il dolore fino a che lei non gliel’aveva fatta notare. Del resto, però, non aveva detto nulla e non aveva ricordato molto di più. Era solito ricordare quel tipo di eventi sottoforma di incubi però, Elijah, e come era accaduto l’anno prima con la notte della scomparsa di Myriam anche quella notte accadde. Era rilassato, aveva trascorso finalmente una serata tranquilla, bella, semplice, che l’aveva fatto stare bene nonostante la spalla dolorante, eppure quella notte la sua mente aveva deciso di svegliarlo in piena notte e tenerlo sveglio sino all’alba. Si svegliò di soprassalto ed alzò di scatto il busto fino a ritrovarsi seduto al centro del proprio letto. Il movimento improvviso e per niente delicato gli aveva ovviamente provocato una fitta alla spalla, ma quel dolore era nulla, in confronto a ciò che provava nel vedere dinanzi ai propri occhi ciò che aveva sognato e ricordato pochi attimi prima. Non era stato lì molto tempo, di questo era sicuro, ma non riusciva comunque a quantificarlo con precisione. Aveva visto dei volti, in quello strano incubo, quindi era certo di aver visto quei volti. Diego, Aaron, Ewart. Chiuse gli occhi per un attimo e li vide ancora, smunti, con delle livree grigie addosso ed evidentemente provati. Non sapeva cosa fosse successo a loro, così come non sapeva come fosse arrivato lì lui stesso. Ciò che lo tormentava, iniziando a ricordare, era l’idea di non averli aiutati, di non averli salvati, di averli lasciati lì ed essere scappato. Perché l’aveva fatto? Perché mai era scappato? Scappare aveva sempre fatto parte del suo modus operandi, sì, ma dai sentimenti, non dai pericoli o dalle situazioni in cui qualcuno necessitava del suo aiuto. Quello non faceva parte di lui e, se possibile, sapere di aver fatto quella scelta in qualche modo lo tormentava più di tutto il resto. Di cosa era capace, Elijah, per salvarsi? Se lo chiese, e sperò di non essere la persona capace di abbandonare gli amici per salvare se stesso. Sperò di ricordare altro, per quanto male avrebbe fatto, che spiegasse perché l’aveva fatto.
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ivoryaddington · 3 years
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.         ⋰⋰    ↷    sept. 18th, 2024         𝘦𝘹𝘵𝘳𝘢𝘤𝘵  ─                       ─ with Xanthippe   ,, #dangeroushprpg                                                ↷    ↷    ↷  ( ... )         Cosa dovrei fare scusa?   Niente Quelli come te non fanno niente       Che cazzo vuoi dire, Xanthippe?   Niente più di quello che io abbia già detto       Allora buon per te, ti sei scansata "uno come me"   Eh Se solo lo avessi capito prima       Lo hai capito ora     Meglio tardi che mai     Era questione di tempo   Quanto cazzo mi fai innervosire quando dici queste cose       Quali cose?   ErA sOlO qUeStIoNe Di TeMpO oh no, ci ho aggiunto una parola in più Vabbè, il senso è quello       E quindi?   E quindi cosa Mi fa incazzare, te l'ho detto       Non capisco perché   Perché insieme stavamo bene poi hai deciso di fare il maschio bianco etero cis anche dopo la spiegazione       Non stavamo insieme, però     E che cazzo di etichette strane stai usando?   non intendevo insieme insieme lascia stare       Ma è quello che hai detto   ma era tipo "quando eravamo vicini"       Okay   ( seen )    ( ... )       E poi eravamo lì per non stare a casa, non perché volessimo partire insieme, no?     Quindi...   saremmo potuti andare da qualsiasi altra parte, Elijah sia io che tu qualsiasi eppure       Già, eppure     Eppure vorrai di più, prima o poi, e quindi è meglio che tu sia libera di cercarlo, quando lo vorrai.   Eppure, siamo due cretini Rido perché non ti rendi conto che anche tu potresti volere di più Forse già lo fai E ti chiudi per questo       No, non intendo in quel senso   In che senso, allora?       Intendo che potresti volere di più dalla persona che frequenti, che quella persona dovrebbe essere abbastanza, ecco.   Dovrebbe essere abbastanza       Già   Che cosa rientra, secondo te, nei requisiti di questo "abbastanza"?       Non lo so     Abbastanza e basta   Secondo me lo sai Ma ti pesa il culo a scriverlo       Abbastanza tutto, Xan     Abbastanza e basta   ( calling )  "Che c'è?" «Perché tu non ti senti abbastanza?»  "Non ho detto che non mi sento abbastanza, solo che non lo sono, c'entra poco che io mi ci senta o meno." «Perché dici di non esserlo, allora.»  "Ti ho appena detto che non lo sono, so di non esserlo." «Ti sto chiedendo i motivi dietro quest'affermazione. Ci saranno, no? O lo dici così, senza fondamento, tanto per parlare?»  "Semplicemente so di esserlo. Sarò il fratello uscito male, che ne so." «...c'entrano i tuoi genitori?»  "Importa?" «Credi che ti avrei telefonato se non mi importasse di capire perché dici certe cose?»  "Se lo dice chi mi ha messo al mondo un motivo c'è, no?" «Spesso chi ci mette al mondo avrebbe fatto meglio a tenersi le mutande addosso, visto che non sa fare il genitore, quindi direi che non c'è sempre un motivo.»  "Ma io credo abbiano ragione." «Io credo che non sia un discorso da fare a prescindere dal fatto che sia tu coinvolto, perché non esiste nessun cazzo di livello sotto il quale una persona debba pensare di non essere abbastanza.»  "Buon per te che lo credi, Xan.." «Spero che un giorno lo capisca anche tu.»  "Sì, beh, chissà. Cambia le cose, tutto questo?" «Quali cose?»  "Lo sai, quali cose.” «Le tue idee di ieri sono cambiate?»  "Quali, Xan..?" «Quelle che ritieni non-normali.»  "Non lo so, credo di essermi spiegato male ieri." «Ti va di spiegarmi meglio? Per favore.»  "Intendevo dire che non fa per me, ecco. Ci sono certe cose che non fanno per me." «E questo lo accetto, Eli, davvero, sarei una merda se non lo facessi perché è più che lecito avere delle preferenze, come ti dicevo anche ieri. Voglio capire se davvero pensi che non sia normale che altri "etero e duri" possano apprezzare una cosa del genere — non perché mi interessi strettamente la questione, ma perché sarebbe indice anche di altri ragionamenti e...»  "Non credo di averci mai pensato abbastanza da formulare un pensiero mio al riguardo. E' una risposta soddisfacente?" Sospira, la corvonero. «Ci penserai?»  "Non credo neanche più di capire perché io debba essere per forza- - così. Ma ci penserò, se è così importante." «Grazie, Elijah. Davvero.»  "...di cosa?" «Il fatto che ci penserai conta un bel po', per me.»  "Mhmh, okay, va bene." «Posso chiederti di pensare anche ad un'altra cosa?»  "Dimmi, tanto una volta messo in moto il cervello conviene che io lo sfrutti, no?" «Voglio che pensi ai tuoi punti di forza e alle tue qualità.»  "Perché?" «Perché meriti di sapere, ma sapere davvero, che vali.»  "Preferisco pensare al resto, sinceramente." «Vuoi sfuggire a te stesso come volevi sfuggire alla consapevolezza di quanto stai bene con me?»  "Probabile. E continuerai a rinfacciarmi che sto bene con te a lungo?" «Non te lo sto rinfacciando, mi piace che sia così.»  "E' così, allora, in caso ti facesse piacere sentirmelo dire ancora una volta." «Sarebbe stata una bella cena, quella di stasera.»  "Possiamo rimandarla e basta, se vuoi." «Sì, ma non facciamo piani, ché i nostri sono sempre leggermente sfigati.»  "Colpa mia, credo." «Del panico che ti fai venire, probabilmente.»  "Non è panico." «E che cos'è?»  "Semplicemente la voglia di evitarti un'eventuale perdita di tempo." «Lascia scegliere a me come impiegarlo, okay?»  "E come lo impiegheresti, adesso?" «Quanta onestà vuoi?»  "Tutta, se puoi." «Baciandoti.»  "Mi piace come opzione." «Quanto?»  "Mi piace talmente tanto che è il modo in cui impiegherei il tempo anche io, al momento." «E che cosa farai, invece?»  "Niente di che, sono a casa, credo che rivedrò qualche episodio di una cosa. E tu?" «Pensavo che mancano tre ore al coprifuoco.»  "Mi stai chiedendo di rinunciare a Modern Love per venire ad Hogsmeade per caso?" «Modern Love? Che roba è?»  "Una serie tv babbana di qualche anno fa.." «E di che parla?»  "Beh, il titolo è abbastanza esplicativo, credo... E’ ispirato alle storie scritte in una rubrica del New York Times, che si chiama proprio Modern Love." «Potresti portarmi da te a vederla, allora. Se ti va.»  "Se ti va di venire nonostante io debba pensare - - a quel discorso." «Penso di poter dare una base di fiducia al tuo processo di riflessione.»    ( ... )
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ivoryaddington · 3 years
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.         ⋰⋰    ↷    sept. 17th, 2024         𝘦𝘹𝘵𝘳𝘢𝘤𝘵  ─                       ─ with Xanthippe   ,, #dangeroushprpg                                                ↷    ↷    ↷    ( ... )       E comunque grazie per aver annullato la cena di domani, mi hai fatto un favore. Perché, la volevi cancellare tu?       Stanotte ci pensavo, mi sembrava un po' inutile.   Come mai inutile?       Perché per scopare non ci serve andare a cena fuori, direi.   Che dire Se questo è il tuo pensiero e non hai avuto le palle di annullare prima che lo facessi io, forse (sicuramente) non sei così duro come credi       Forse volevo solo essere meno stronzo.   Guarda, per scopare non serve essere meno stronzi       Giusto     Allora siamo apposto   Certo       Bene   C'è altro che vuoi comunicarmi, macho?       Assolutamente no     Buonanotte, Xanthippe.   𝚇𝚊𝚗𝚝𝚑𝚒𝚙𝚙𝚎 𝚑𝚊 𝚌𝚊𝚗𝚌𝚎𝚕𝚕𝚊𝚝𝚘 𝚒𝚕 𝚜𝚞𝚘 𝚜𝚘𝚙𝚛𝚊𝚗𝚗𝚘𝚖𝚎. 𝚇𝚊𝚗𝚝𝚑𝚒𝚙𝚙𝚎 𝚑𝚊 𝚌𝚊𝚗𝚌𝚎𝚕𝚕𝚊𝚝𝚘 𝚒𝚕 𝚝𝚞𝚘 𝚜𝚘𝚙𝚛𝚊𝚗𝚗𝚘𝚖𝚎.   Addio       Addirittura   Sì Se non scopiamo, non ci serve parlare       E quando abbiamo detto che non scopiamo?   Te lo sto dicendo io adesso       Ottimo.     Buono a sapersi.   Pensavo fosse chiaro già dall'annullamento della cena       Una cena non significava scopare     Ma a dirla tutta non significava nulla, quindi va bene così   Quante volte lo vuoi ripetere?       Quante volte vuoi     O fino a quando non ne sarò convint     Porca puttana   Vedi, Elijah? Non hai le palle     (seen)   E il visualizzato è l'ennesima prova       E quindi?     A te cambia qualcosa per caso?   Figurati Tanto ormai abbiamo capito che non è cosa       Se quello che ho scritto non cambia nulla non capisco cosa ti dia così fastidio.   Non mi dà fastidio Sono proprio innervosita       Per quale delle tante cose che ho detto stasera?   Tipo... Tutte???       Okay, non so che dirti allora   Dimmi quello che vuoi       Niente     Non so cosa voglio, Xanthippe   Non lo sai Va bene       Già     Lasciamo perdere, è inutile parlarne, tanto   Dai, dillo di nuovo Che è inutile parlarne perché tanto       Cosa?   Non significa niente Solo sesso e blabla       Hai letto il resto, direi     Non c'è bisogno che io ti dica altro     E vado a ripeterlo a me stesso, a questo punto   E l'ho letto soltanto perché le tue dita ti hanno tradito E non te l'hanno fatto cancellare come si deve Quindi non vale       L'hai comunque letto     Ma ignoralo pure   Ma non c'era la tua intenzione di farmelo sapere       Non è quello il motivo per cui lo stavo cancellando   E perché lo stavi cancellando?       Perché non aveva senso che tu lo sapessi, dato che è chiaro cos'è     Per te, ed anche per me direi   Va bene Continua a fare il duro come piace a te e a non ammettere che ti piaccio Basta che tu sia soddisfatto       Buonanotte, Xanthippe.   Non c'è bisogno che tu mi dia la buonanotte Ciao 👋       Ciao a te.   (seen)    ( ... )
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ivoryaddington · 3 years
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.         ⋰⋰    ↷    sept. 11th, 2024         𝘦𝘹𝘵𝘳𝘢𝘤𝘵  ─                       ─ with Xanthippe   ,, #dangeroushprpg                                                ↷    ↷    ↷   Non sapeva se avrebbe trovato la minore ad attenderlo, come aveva inizialmente detto che avrebbe fatto, e non sapeva neanche perché sperasse di vederla nonostante tutto. Uscì dal negozio, con in mano il cellulare dal quale aveva appena cancellato un messaggio, e si guardò attorno. La vide, seduta poco lontano, e si fermò a guardarla senza avvicinarsi, attendendo che fosse lei a vederlo, dato che credeva fosse andata lì proprio per quello.   Il perché si fosse seduta ad un tavolino di quel bar in particolare non le era chiaro, ma aveva seguito l'istinto e allora eccola lì, a bere mezza tazzina di caffè già da un quarto d'ora se non di più. Di sigarette ne aveva già fumate due, la terza volgeva quasi al termine e fu proprio per lasciar cadere parte dei suoi residui nel posacenere che perse di vista l'ingresso di Scrivenshaft — pochi istanti che, però, servirono per far comparire lo stronzo. Un debole sorriso a tal presenza sfuggì al suo controllo, ma per fortuna riuscì a farlo rientrare nell'immediato. Con un cenno della mano, poi, lo invitò ad avvicinarsi.   Percepì un cambiamento nella sua espressione, Elijah, e ricominciò a muoversi stavolta verso di lei.  "Scelta casuale del bar, vero?" Le chiese quando fu vicino al tavolino senza però sedersi, mentre la guardava dall'alto.    «No.» e la pausa che lasciò cadere tra la negazione e il resto fu piazzata lì di proposito per fargli credere che stesse per dire di esserci andata per lui, ma poi continuò. «Il loro caffè è il mio preferito di Hogsmeade, mi pare che abbiano il barista italiano.»   Sapeva bene che non avrebbe avuto una risposta soddisfacente, che sapeva che non avrebbe mai ammesso di essere andata lì per lui.  "Giusto. È decisamente molto buono, confermo. Ma temo tu l'abbia fatto raffreddare davvero."    «Lo preferisco tiepido, non sopporto che mi si bruci la lingua.» un tiro, altra cenere depositata. «Non ti siedi? Mi era sembrato che volessi una foto, poco fa.»   Si sedette senza molte cerimonie, che dopotutto non aveva motivo di non farlo.  "Devo darti una cosa, piuttosto." E, dopo averlo detto, pescò dalla tasca della giacca di jeans il telecomando, la metà di quel regalo di compleanno ricevuto qualche giorno prima, porgendoglielo.  "Direi che potrebbe servirti."   Se prima era curiosa di capire che cosa volesse darle, quando vide l'aggeggio scoppiò a ridere. ⠀«Sei serio, Elijah? Restituire i regali è davvero privo di classe — capisco che questo senza l'altra metà non abbia valore, ma non ho intenzione di riprenderlo. Buttalo pure, se preferisci.»    "Non ha senso lasciare un oggetto del genere senza utilità, Xanthippe." Ma poi fece spallucce e lo lasciò ricadere di nuovo nella tasca.  "Beh, quindi, mi dovresti dire qualcosa, credo. O sbaglio?"    «Che cosa dovrei dirti?» domandò, poi alzò gli occhiali tra i capelli rivelando così gli occhi adesso tendenti al grigio, che erano tipici di quando era così arrabbiata da non riuscire a controllare i propri poteri da metamorfomagus. Fortuna che lui non potesse saperlo, però.   La guardò con attenzione per qualche attimo, poi si appoggiò con la schiena alla sedia ed incrociò le mani in grembo.  "Cosa vuoi davvero, mi pareva di averti chiesto."    «E a me pareva di averti risposto che avresti dovuto aprire i giusti lucchetti per saperlo.» aspirò un'ultima volta, poi finalmente spense la sigaretta.   Fece spallucce ed allungò una mano per rubarle la tazzina di caffè e prenderne un sorso.  "Beh, farò a meno di saperlo, tanto non cambia niente."    «Esatto, parlarne sarebbe soltanto una perdita di tempo.» rilassò la schiena contro lo schienale, le mani poggiate sulle proprie cosce e un sorriso amaro appena accennato. « Abbiamo già perso un'estate, dopotutto.»   Lasciò nuovamente la tazzina dinanzi a lei ed annuì, poi la guardò chiedendosi cosa stesse pensando. Non erano affari suoi, pensò alla fine, e decise di non insistere.  "Già. E non ti farò perdere altro tempo." Quindi fece per alzarsi, chiedendosi se l'avrebbe fermato oppure no.   "Che gentile", "come preferisci", "grazie tante": soltanto alcune delle parole che le giravano per la testa tra cui avrebbe potuto pescare quella da giocare, ma nella realtà dei fatti tacque per un tempo talmente lungo che lui era già bello che in piedi.  «Elijah?» richiamò la sua attenzione con un'urgenza che le fece colorare appena gli occhi di lilla.   Si era ormai alzato e si stava voltando, quando lei lo chiamò. Si fermò ed infilò entrambe le mani nella tasca dei jeans.  "Dimmi, Xanthippe." Rispose, posando lo sguardo su di lei e notando un cambio di colore nei suoi occhi, che non seppe come interpretare.    «Bilancio della giornata?» che poteva sembrare una domanda un po' fuori luogo ad eventuali orecchie esterne, ma che nascondeva per loro due, soltanto per loro due, una certa quantità di note amarcord.   Fece per pensarci un attimo e guardò il negozio da cui era appena uscito.  "Meh." Poi guardò lei e senza molti dubbi terminò:  "È migliorato in uscita."   Gli sorrise, non aggiunse altro. L'eventualità di perdere l'intimità che avevano costruito senza nemmeno pensarci le bloccava lo stomaco, ma l'orgoglio era più forte. ⠀Grazie tante, aveva detto. E grazie tante sarebbe stato, pure se ne avrebbe sentito forte la mancanza.   La guardò ancora un attimo, poi annuì facendole un cenno, allungò una mano per sistemarle una ciocca di capelli scuri dietro l'orecchio e restò per un attimo con i polpastrelli sulla sua guancia.  "Buona giornata, Xanthippe." La salutò ancora, ritirando la mano.   Tenne la mano sulla sua finché non la ritirò, e fu allora che lasciò un bacio en passant sul palmo. "Lei l'hai vista?", "hai fatto una consegna anche oggi?", "ti mancherò?": no, nessuna di quelle ipotesi andava bene. ⠀«Buona giornata, Elijah.»   Era inaspettato per Elijah, sentire la sensazione di star facendo qualcosa di sbagliato, eppure stava accadendo. Annuì ancora e si voltò infilando di nuovo la mano in tasca e prendendo a camminare senza una meta, solo per allontanarsi.   Lo seguì con lo sguardo giusto un po', finché la voglia di alzarsi, bloccarlo e baciarlo non divenne così forte che, per placarla, dovette avvinghiarsi alle gambe della sedia con le proprie. Magari tra quindici anni, pensò, accendendo la quarta sigaretta.
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ivoryaddington · 3 years
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.         ⋰⋰    ↷    aug. 27th, 2024         𝘦𝘹𝘵𝘳𝘢𝘤𝘵  ─                       ─ with Xanthippe   ,, #dangeroushprpg                                                ↷    ↷    ↷   ( ... )    "E tu come mai per scappare da tuo padre sei venuta qui? Immagino che tu abbia amici in giro, tipo Damien."    «Non siamo così amici, tra l'altro dalle storie è evidente che avesse altro da fare. E sì, ne ho anche altri, ma io non mi faccio problemi a dire che preferivo stare con te. E con Beatrice, se fosse venuta.»    "Non è venuta, preferisci lo stesso stare con me nonostante questo?"    «Tu?»    "Non ho voglia che tu vada via, è abbastanza come risposta?"   Prima di rispondergli, fece in modo da finirgli alle spalle e tentare di aggrapparsi a loro grazie ad un piccolo saltello.  «Criptico e chiarissimo allo stesso tempo, direi che sia una risposta molto valida.»   Capì subito le sue intenzioni e si fermò lasciando che gli salisse sulle spalle prima di riprendere a camminare scansando agilmente rami e fogliame.    ( ... )     «Ci vuole ancora parecchio per raggiungere il posto? Sono curiosa.» ritornando con la testa in una posizione più comoda, gli lasciò un bacio sulla guancia. Forse era un gesto troppo avventato, lontano dai loro modi d'essere, ma era quello che sentiva di fare al momento.   Si morse l'interno della guancia a quel bacio, e ricambiò quella piccola attenzione con una leggera carezza sulla coscia, dato che aveva le mani poggiate sotto le sue cosce per tenerla sulle spalle.  "Ancora poco."    «Tu come l'hai scoperto? »    "Quando ero piccolo siamo venuti qui una volta ed a me piaceva già girovagare da solo.. Mi sono trovato una mattina qui e mi sono accorto che c'è una bella vista." Con quelle parole si fermò e le indicò di guardarsi attorno. Erano giunti sulla cima rocciosa di una collinetta e, da lì, potevano vedere la spiaggia, il mare e la loro tenda sotto di loro.    «Cominciava a percepirsi l'attitudine da boscaiolo, insomma.» una volta che Elijah ebbe smesso di camminare, lei s'accucciò meglio alla sua testa e lo abbracciò all'altezza del collo, non forte perché non voleva di certo ammazzarlo, anzi. «E il tuo occhio non sbagliava affatto... È bellissimo.»    "Boscaiolo, vichingo e canarino cafone...? Poche idee ma confuse, mh?" Le chiese, senza lamentarsi del fatto che si stesse tenendo al suo collo. Invece annuì e si guardò attorno allo stesso modo, seppur conoscesse bene la vista.    «Non sono affatto confuse, pensaci: ognuno di noi ha dentro sé vari aspetti, siamo un po' prismi che riflettono diverse superfici. Se sembrano "poche idee" è soltanto perché mica le ho conosciute tutte, le tue facce.» una delle mani poi l'allungò in avanti. «Mi presti il tuo telefono?»    "Non mi aspettavo un discorso così - - filosofico, ma non credo di avere poi così tante facce da conoscere." Rispose lui, prima di annuire e lasciare la presa su una sua coscia così da usare la mano per prendere il cellulare dalla tasca e porgerlo a lei.  "A te."    «Magari ci sono facce che neppure tu conosci.» Appena l'altro le ebbe passato lo smartphone, avviò la fotocamera e si concentrò molto per scattare una bella foto al panorama.  «Questa poi me la passi» gli spiegò.    "Fai pure, inviatela dove vuoi." Rispose, per poi continuare a guardarsi attorno senza ignorare le parole della minore.  "E tu? Credi di avere facce che non conosci?"    «Poco ma sicuro.» fu pronta nel rispondere, nonostante fosse un po' distratta dai movimenti che stava compiendo per inviarsi la foto in chat. «E non perché io abbia poco meno di sedici anni, perché penso che ci si debba ancora conoscere totalmente anche a cento: siamo esseri in costante evoluzione, quindi ci sono sempre aspetti nuovi da scoprire.»   Annuì e sospirò, muovendo appena le spalle mentre lei vi era ancora appoggiata.  "Te lo farò sapere, allora. Ma se vuoi illuminarmi su quello che vedi beh, sono curioso." Ed, ovviamente, parlava dei lati che lei diceva di aver visto di lui, nonostante fossero pochi.   Mentre lui pronunciava quelle poche parole, lei sfruttò ancora la fotocamera del suo telefono ma questa volta per dei selfie di loro due -- che vennero un po' troppo in pose naturali, ma dettagli.  «Al momento, vedo che in questo scatto qui sei venuto bene. Guarda!»   Si era appena accorto delle foto che lei scattava, Elijah, ma dato che non gli dava fastidio aveva evitato di riprendersi il telefono.  "Pure le foto ricordo fa la signorina, mh?" Le pizzicò una coscia e tornò a posarvi la mano per sorreggere il suo peso.  "Carina questa foto, sì. Potrei usarla su Twinker."    «Guarda che ci sono anche io lì dietro, rischi che ti contattino vogliosi omuncoli pensando che tu sia me.»    "Ugh, e ti rovinerei anche la piazza, eh?"    «Non penso, scommetto che farebbero swipe a destra pur pensando o avendo il dubbio che io sia impegnata.»    "Potrei farti pubblicità, in effetti, con un bel disclaimer: non è impegnata."    «"E rende le foto meravigliose con la sua bellezza: è un vero affare. Contattatela!!"»    "Il resto tocca scoprirlo da soli però, non posso mica svelare tutto, mh?"    «Puoi sempre dare loro consigli su come prendermi con discreto successo.»    "Nah. Nel prenderti come si deve non mi ha aiutato nessuno, se non ci riescono da soli beh, non è affar mio."    «Poco altruista, avresti potuto essere il maestro di molti. Essere acclamato per i tuoi insegnamenti.»    "Preferisco esserlo per i miei desiderati servigi, e poi sarebbe tempo perso." E strinse appena le dita sulla sua coscia, voltando il capo per guardarla.  "Sarebbero solo dei fac-simile."    «Un esercito di tanti Elijah wannabe però non sembra così male, eh.»    "Ah vuoi proprio un esercito di fac-simile?!" Esclamò, fingendosi turbato, per poi prendere a farle il solletico dove la posizione lo permetteva, cercando di raggiungere un fianco con una mano.    «Iiiiivory, lo sai che ho la pelle sensibile!» lo redarguì e mosse appena la gamba, ché non poteva compiere grandi movimenti arpionata com'era. «L'esercito adesso potrebbe essere schierato sotto di me, così da prendermi subito in caso di caduta dalla torre che sei tu.»   Elijah approfittò della sua distrazione per spostarla dalle proprie spalle e far scivolare le sue gambe così che si ritrovasse in piedi. Poi si voltò e pose le mani sui suoi fianchi, spingendola appena.  "Ah, dicevi, chi dovrebbe prenderti adesso?"   ( ... )
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ivoryaddington · 3 years
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A distrarla, solo il borbottio di quell'essere!  « Ricordami di non farti scegliere più il film. »   Sbuffò alle parole della minore ma non si voltò a guardarla, ché i suoi occhi lucidi voleva tenerli per sé, anche se forse ostinarsi a non farglieli vedere sarebbe poi risultato inutile.  "Sei tu che hai acconsentito! Te l'ho proposto in anticipo, hai detto di si, ora non ti puoi proprio lamentare!"   Lo sapeva, lo sapeva! Doveva aspettarsi che l'altro le avrebbe risposto in quel modo. Si voltò in direzione del compagno solo per lanciargli un'occhiataccia nonostante fosse la prima a dover nascondere per quanto possibile gli occhi lucidi.  «Mi lamento eccome! Non ricordavo fosse così— così, ecco! Potevi scegliere una qualunque commedia squallida.»   Schioccò le labbra e si leccò le dita dal sale delle patatine, senza badare a quanto fosse un gesto ben poco elegante.  "Mi fanno - - cagare, le commedie squallide!" Borbottò allora, allungando un'altra volta la mano verso la busta di patatine.  "E la prossima volta non scelgo proprio niente.!"    «È questo il punto: non posso rimanerci male se il film fa schifo!» Esclamò di rimando. Affondò poi una mano nel pacchetto al proprio fianco, prendendo un paio di patatine per poi portarle alla bocca. Ebbe giusto il tempo di deglutire, rispondendogli poi:  «Appunto, il prossimo lo scelgo io! Testone e anche borbottone.»   A quel punto alzò un sopracciglio, cercando di seguire l'idea dell'altra.  "Fammi capire, tu vuoi vedere un film di merda sapendo che sarà un film di merda?" Chiese come conferma, ché a lui quel ragionamento non era poi così chiaro a dirla tutta. Solo a quel punto senza pensarci si voltò per chiederle altro.  "Ed hai già pensato a cosa mi costringerai a vedere, dimmi?"   In realtà, nella mente di Casey quel ragionamento proprio non faceva una piega. Certamente, era più facile guardare un film e giudicare ogni lato negativo; ammettere di aver versato qualche lacrima: quello sì che era difficile!  «Non ci ho pensato, ma sarà sicuramente qualche film di serie B di dubbio gusto e con una stellina sola. Forse Sharknado?» Rispose, cominciando a ragionarci su e tenendo comunque costante quell'espressione corrucciata.   L'ascoltò ragionare e fece una smorfia, ché di film mediocri ne esistevano a milioni e lei... aveva appena proposto quello con degli squali praticamente volanti.  "Sei andata a scavare nei meandri della tua mente la roba più schifosa a cui potessi pensare. Ammettilo, l'hai fatto apposta per scoprire se l'ho già visto o no?" Chiese allora, puntandole contro un dito.    «Pensa quanta roba schifosa c'è nella mia mente— e comunque sì, voglio sapere se hai già guardato quel capolavoro del cinema moderno che parla di squali volanti!» Guardò quel dito accusatorio, poi, mentre con un gesto repentino univa pollice e indice e li avvicinava alla sua mano. Vi diede solo un colpetto, solo per infastidirlo.   Rise a quella risposta, Elijah, poi scosse il capo sospirando.  "Ebbene sì, l'ho visto." Poi, però alzò un sopracciglio al suo gesto e bloccò la sua mano con la propria, con un buffetto leggero.  "E quindi vuoi dirmi che questo è proprio il peggio a cui tu potessi pensare?!"    «Hey!» Esclamò Casey in risposta a quel buffetto leggero. Non che si fosse fatta male, ma il suo viso assunse subito un'espressione imbronciata. Sporse poi il labbro inferiore in modo affatto minaccioso.  «Preferisci the human centipede?»   Aveva solo sentito parlare di quel film ed aveva visto le scene che più erano girate su internet per un periodo, quindi sgranò gli occhi e scosse il capo.  "A meno che tu non abbia un kink per le persone che vomitano -- decisamente non voglio vedere quella roba lì."   Non che lei avesse mai avuto la possibilità – o il coraggio – di guardare quel film, ma vedere l'espressione accigliata dell'amico la fece scoppiare a ridere di gusto. Si calmò solo poco dopo, prendendo lunghi e profondi respiri.  «Perché esiste davvero quel genere di kink? Oh mio dio — ti prego, non voglio immaginarlo! Ho bisogno di vedere solo gattini e arcobaleni adesso.»   Fece spallucce e le accompagnò con una smorfia, ritirando poi la mano mentre apriva la bocca per rispondere.  "Non saprei. Ma esiste un kink per qualsiasi cosa, quindi tutto può essere - -" Poi mise ancora in bocca una patatina, prima di continuare.  "- - non ho voglia di cercare su wizagle e scoprirlo però. Se tu vuoi farlo, liberissima - -!"    «Ti prego, il solo pensiero del vomito— no, no, no.» Mormorò mentre assumeva un'espressione sempre più disgustata. «Mi si è chiuso lo stomaco. Probabilmente non dormirò stanotte.»   Scoppiò a ridere alla vista dell'espressione della rossa al suo fianco, quindi scosse il capo e cercò di smettere, cosa che successe dopo qualche momento.  "Dai, mangia una patatina, le patatine migliorano sempre tutto." E le porse una patatina muovendola davanti alla sua faccia.   Non appena lo vide scoppiare a ridere Casey s'imbronciò ancora di più, fingendosi offesa da quel suo comportamento mentre lei era impegnata ad essere così /poco/ melodrammatica!  «Le patatine migliorano sempre tutto, ma non penso siano il massimo per il mio stomaco al momento.»   Stava per ritirare la patatina, mangiandola lui al suo posto.  "Beh, se proprio non la vuoooi, allora immagino di doverla mangiare i - - ah, ecco!" E rise ancora, più un sorriso in realtà, mentre ritirava la mano ormai vuota, per poi prenderne una e mangiarla.  "Stavi per mangiare anche il mio dito, tipo sharknado."   Decise di fargli il verso, Casey, mimando con le labbra quello che l'altro le aveva detto e rivolgendogli subito dopo una linguaccia.  «Non sfidare me e il mio stomaco, Eli. Sarei capace di mangiare anche te, se non fosse cannibalismo.» Disse con convinzione, accontentandosi poi di quella patatina che almeno un pochino placò il suo povero stomaco.   Alzò gli occhi al cielo e, notando che però l'altra pareva aver apprezzato la patatina, gliene porse un'altra per poi mettere tra loro la busta, mentre incrociava le gambe e si voltava verso di lei.  "Tu hai prestato attenzione e hai detto di aver capito un po' di cose di me, più o meno, no? Beh - - raccontami qualcosa di te, ché io a capire gli altri non sono molto ferrato."    «Ugh, siamo a quella parte della serata, quindi... Cosa vuoi sapere, esattamente? Risponderò a ogni tuo quesito, a patto che tu mi porga delle domande. Parlare a ruota non è nelle mie corde.»   Ridacchiò dietro una mano quando la vide riprendere a mangiare, poi arricciò le labbra e si grattò il mento appena barbuto, chiedendosi cosa voleva effettivamente sapere dell'altra.  "E se ti chiedessi di parlarmi di una cosa - - che ti rende felice, sapresti parlarne senza altre domande?"    «Una cosa che mi rende felice?» Rispose senza riuscire a nascondere la confusione. Effettivamente, cosa la rendeva felice? Avrebbe dovuto rifletterci su, non era una domanda a cui poter rispondere impulsivamente e— vuoto totale. Abbassò lo sguardo e si portò un indice sulle labbra, picchiettando delicatamente mentre rifletteva su quella domanda dalla risposta così difficile.  «... non lo so. Mi rendono felice molte cose, però non so quanto riuscirei a parlarne.»   Annuì e, nell'attesa, decise di specificare qualche altro dettaglio.  "Non qualcosa che ti piace fare e basta, proprio una cosa che ti rende felice." Al suo sostenere di non saperne parlare a lungo, Elijah scosse il capo.  "Non devi parlarne per due ore, anche solo... due parole, cioè una risposta flash. Se invece non lo sai beh, mi dispiace per la domanda scomoda."   Continuò a rimuginarci, ancora e ancora. E, come ogni volta che doveva pensare a qualcosa di importante, scavava nei meandri del suo cervello, apriva cassetti, gettava tutto all'aria finché non arrivava a una soluzione. Tuttavia, quella volta non riuscì proprio ad arrivare a una soluzione che andasse bene. Rimase ammutolita – lei, che solitamente aveva da ridire su tutto – per quello che sembrò un momento interminabile finché, a un certo punto, non decise di metter fine a quel silenzio imbarazzante rigirandogli la domanda.  «Elijah, cosa ti rende felice?»   La guardò per tutto il tempo in cui lei rimase in silenzio, poteva quasi vedere gli ingranaggi nella sua testa girare e rigirare tra loro, aprendo cassetti e chiudendo interi armadi, sino a che l'altra non parlò. Sperò di avere una risposta, invece ricevette una domanda.  "Ti rispondo, ma spero che tu dopo possa fare lo stesso." Quindi si sporse all'indietro e prese il proprio libro, posato accanto al letto. Glielo porse, poi.  "Questo, mi rende felice. Vedi - - dicono in questa saga che ogni libro ha un'anima, quella chi lo ha scritto e quella di chiunque lo abbia letto... mi rende felice sapere che un po' di me, seguendo quest'idea, è in questo libro." Rispose allora a bassa voce, osservando il volume.   Cosa poteva dire le facesse bene al cuore senza che fosse "qualcosa che ti piace fare e basta"? Rimase quindi ad ascoltare l'altro, prendendo il libro che le aveva porto e cominciando a rigirarselo tra le mani: copertina spiegazzata, pagine ingiallite appena. Un libro vissuto appieno. Ascoltò poi le parole di Elijah e solo allora distolse lo sguardo da quel libro, solo per soffermarsi su di lui.  «C'è molto più di quanto tu voglia far credere, allora.»   Aveva parlato a voce bassa, quasi senza accorgersi di aver pronunciato quelle parole invece di ripeterle sempre nella propria mente. Guardò allora la minore, curioso di sapere cosa intendesse con quella risposta.  "Mh? Che intendi?" Le chiese allora, aggrottando le sopracciglia e posando gli avambracci sulle proprie ginocchia.   Casey gli rivolse uno sguardo, rendendosi conto di aver ancora una volta espresso ad alta voce un pensiero che forse avrebbe dovuto tenere per sé. Ormai era fatta. Tanto valeva continuare il discorso.  «Ecco— credo che, sotto quell'espressione corrucciata e le risposte a monosillabi che di tanto in tanto mi regali, ci sia dell'altro. Non so. Hai detto che ti rende felice il pensiero che il libro sia intriso di parte della tua anima. È un pensiero profondo, se ci pensi. Lo definirei quasi sensibile. » Mormorò, abbassando di un tono la voce nel pronunciare quell'ultimo aggettivo. Non che vi fosse un problema, eppure Elijah le aveva dato l'idea di essere una persona chiusa e riservata e non aveva intenzione di toccare un nervo scoperto.   L'ascoltò in silenzio, nonostante sapesse che ella aveva ragione era difficile ascoltare quelle cose, come era difficile ascoltare Amaryllis quando diceva esattamente le cose giuste, proprio come Casey in quel momento.  "Non credo di essere sensibile. Ma - - insomma, non lo so, non credevo che questo libro potesse dirti questo di me, ecco." E lui non voleva essere sensibile, spaventato piuttosto dall'idea che l'essere sensibile potesse portargli una fragilità che non voleva più sperimentare.    «Oh be’, potrei sempre essermi sbagliata, no? Dopotutto, non ci conosciamo poi così bene.» Disse, cercando di smorzare un po' la situazione. Dei propri pensieri e sentimenti, Casey capiva ben poco; tuttavia, non fu difficile per lei intuire cosa stesse pensando l'altro o, ancora, per quale motivo potesse presentarsi così schivo. Forse era meglio lasciar cadere il discorso, tornare ad argomenti più leggeri per entrambi.   Annuì, anche se una vocina nella testa gli diceva che non si era affatto sbagliata e che quello a sbagliarsi era lui, in fondo.  "Già, beh, per ora non mi conosci così bene, forse." Rispose poi, tornando a posare le spalle alla testiera del letto ed a guardare i titoli di coda, ormai quasi terminati a loro volta.  "Quindi... Rimandi la tua risposta, mh?"   Fu quel "forse" a confermare i suoi sospetti. Aveva ormai capito che con Elijah non doveva forzare la mano, che con ogni probabilità si sarebbe aperto da solo e, magari, un giorno avrebbe imparato a fidarsi di lei.  «La rimando a data da destinarsi. Non so rispondere.» Mormorò mentre faceva spallucce. Distolse poi lo sguardo dal maggiore: entrambi probabilmente pensavano che quei titoli di coda fossero più che interessanti.   Sbuffò, ché lei pareva aver capito di lui ben più di quanto lui avesse capito di lei.  "Beh, allora okay.. Pensaci però. Puoi dirmelo quando trovi la risposta." Rispose allora, smettendo di mangiare patatine ed invece prendendo a tirare una pellicina sul pollice.  "Facciamo che puoi anche scrivermela, se preferisci."   Era convinta che quella sera non ci sarebbe stato posto per i discorsi strani e filosofici. Invece, contro ogni pronostico, adesso la rossa era lì a scervellarsi, a cercare di capire cosa effettivamente non andasse— in lei? Sbuffò, allora, quasi sbottando e interrompendo quel silenzio che si stava poco a poco creando.  «Non lo so. Forse c'è qualcosa che non va? O forse, io, della mia vita non ho capito ancora niente e non sono capace di fare anche il più semplice dei ragionamenti. Persino tu sei riuscito ad aprirti con me dicendo quella cosa e io— non lo so.» Forse era più allo sbando di quanto volesse ammettere.   Non gli piaceva affatto sentire le persone dire che qualcosa non andava in loro, quando non pensava fosse così soprattutto.  "Non credo ci sia qualcosa che non va in te - - ognuno di noi si apre quando vuole e come vuole. Io non lo faccio quasi mai e poi scoppio, praticamente, tipo stasera, e forse neanche questo è molto normale." Rispose allora, per poi guardarla e scuotere il capo.  "Non credo ci sia qualcosa che non va in te, quindi."   Casey ascoltò l'ex tassorosso, sollevando un angolo delle labbra in una specie di sorrisetto — o meglio, una smorfia.  «Ogni tanto mi capita, ma solitamente sono da sola e non c'è nessun testimone di questa mia follia. E quando saresti scoppiato, precisamente?»   Capiva che, forse, per lei le sue parole di poco prima non fossero certo uno 'scoppiare', non quello che chiunque altro intendeva.  "Beh, per me dirti quello che ho detto prima era un po' 'scoppiare', ecco... anche se per chiunque forse è il minimo indispensabile, non lo so..." E fece spallucce, per poi schioccare le labbra e sospirare, stringendo le braccia ed incrociandole al petto.    «Direi che il tuo è stato più un momento da palloncino che si sgonfia, lo sai?» Disse, rendendosi poi conto di quanto potesse suscitare la propria ilarità una scena del genere. Si morse il labbro, allora, cercando di non ridere al solo pensiero in un momento tanto serio.  «Sono felice che tu me ne abbia parlato, però. Deve essere stato difficile.»   Alzò un sopracciglio e la guardò, a quella parole, fingendo una risata, ché non avrebbe mai ammesso quanto divertente potesse essere quell'immagine.  "Ah ah ah, simpatica! Miss palloncino, ti chiamerò ora." Esclamò allora, per poi scivolare un po' più in basso e posare il capo sul cuscino, guardando il soffitto.  "Grazie a te per aver ascoltato, in realtà..."    «Perché mi ringrazi? Sono a disposizione sette giorni su sette, se mai dovessi averne bisogno.» Probabilmente l'altro non dava per scontata la sua presenza, però quel tipetto le stava simpatico e doveva ammettere di esserne proprio incuriosita.   Fece spallucce, perché non aveva realmente una motivazione per quel ringraziamento.  "Beh, ti ringrazio perché hai resistito alle mia battute inutili ed hai visto - - LA scena con me, no?" E soprattutto perché aveva sopportato uno dei suoi discorsi esistenziali, ma questo lo tenne per sé.    «OH NO, LA SCENA NO.» Disse facendo appello a tutto il suo essere melodrammatica. Si portò entrambe le mani sul viso, nascondendosi mentre faceva un verso di finta frustrazione.    La guardò mentre si dedicava a quella scena melodrammatica, degna di una tragedia teatrale, quindi scosse il capo sospirando.  "Beh io non ti to cacciando, miss, quindi puoi andare via quando sarai stanca. Se fossi infastidito o desideroso di andare a letto lo sapresti già."    «Nel senso che mi avresti già cacciata a calci dal tuo letto?» Borbottò mentre incrociava le braccia al petto. «Non è così che si tratta una signora, guarda che vichingo.»    "Esattamente, proooprio a calci, sìsì." Annuì, fingendosi convinto, il biondo, per poi sorridere e scuotere il capo parlando con sé stesso, forse, oltre che con lei.  "Pensa un po' ora sono diventato uno che caccia le donzelle dal proprio letto!" Ed all'appellativo usato dall'altra voltò il capo per guardarla.  "Almeno spero di essere un vichingo come quelli delle serie tv e non come quelli veri che, insomma - - temo fossero molto meno fighi, nella realtà."    «Pensa come cambiano le persone! Adesso mi tocca essere cacciata barbaramente. Poco credibile, eh?» Ridacchiò, tendendo poi una mano verso una spalla dell'amico per spintonarlo delicatamente, giusto per dargli un po' di fastidio. Strabuzzò poi gli occhi, come se lo stesse effettivamente studiando.  «Corporatura e capelli ci stanno. Non vedo sangue, però... sicuramente puzzi di meno. Credo.»   Fece finta di scostarsi per sottrarsi a quel leggero spintone, ma poi rise e fece spallucce, ché sicuramente qualche tempo prima, prima di Lydia, non avrebbe esitato a provarci ancora con Casey. Ora, però, oltre al fatto che aveva imparato a rispettare il volere altrui e soprattutto le altrui frequentazioni, aveva anche imparato ad apprezzare di più le amicizie.  "Beh, lo spero,, di puzzare meno - - aspetta, vedi un po'!" Ed allungò un braccio verso di lei, come per farle sentire il profumo del bagnoschiuma al muschio che aveva utilizzato quel giorno.    «Oh no—» Fece per spostarsi non appena l'altro tese il braccio verso di lei, fingendo di temere il possibile odore muschiato che avrebbe colpito le sue narici.  «E comunque, meglio questo muschio di quello che potresti avere se fossi un vichingo vero. Sai che tortura?»    "Beh, direi menomale che non puzzo come i vichinghi veri, altrimenti probabilmente in questo momento saresti morta per asfissia."    «Sarei morta per asfissia, ma penso anche che sarei diventata un'ottima atleta e sarei scappata il più velocemente possibile, lo sai?» Disse, ridacchiando subito dopo.  «Oppure, sai cosa? Avrei potuto buttarti in acqua! Ecco, un bagno a tradimento!»   Alzò un sopracciglio e la guardò per un attimo, pensando che no, l'idea di lei che lo buttava in acqua aveva poco fondamento.  "Devo ricordarti che non sei riuscita neanche a buttarmi sotto l'altro giorno, mh?" Le ricordò allora, con un sorrisino soddisfatto sulle labbra.   Schiuse appena le labbra, Casey, sconvolta da quell'affronto. Come se non le bruciasse ancora quella sconfitta!  «Questo è perché sei il doppio di me ed è fisicamente / impossibile / per me farlo. A meno che non utilizzi la magia, ma che gusto ci sarebbe?»   Rise, Elijah, poi annuì mostrandole il tricipite con espressione fintamente convinta.  "In effetti - - troppi muscoli, miss, non credo tu li possa gestire, mi dispiace!" Esclamò allora, controllando comunque sott'occhio dove fosse la bacchetta di lei in quel momento.   Sollevò un sopracciglio, terribilmente divertita da quella situazione e dalla convinzione con cui l'altro stava facendo bella mostra del suo allenamento. Allora anche lei doveva! Sollevò lo stesso braccio, guardando quello del biondo e poi il proprio, assai più mingherlino, dicendo con convinzione:  «Non vedo alcuna differenza.»    ( . . . )    «Grazie per aver deciso di farmi compagnia stasera.»   Sorrise e si alzò a sua volta, ché tanto prima di andare a letto sarebbe andato a fare una doccia rinfrescante.  "Odiami pure, tanto lo so che non è vero neanche un po'." Rispose facendo spallucce, quindi infilò le mani nelle tasche dei pantaloni corti che stava indossando e le sorrise.  "Grazie a te, e buonanotte, allora."    «Idiota.» Aveva borbottato in risposta lei, ma con lo sguardo affettuoso di qualcuno che non aveva alcuna intenzione di insultare. Casey apprezzava sul serio la sua compagnia, soprattutto in quelle giornate in cui il suo umore era un po' altalenante. Probabilmente un grazie non sarebbe bastato, quindi si avvicinò all'altro per stringerlo brevemente in un abbraccio — brevemente davvero, ché aveva timore di poterlo infastidire con quel contatto fisico. Si allontanò dal biondo e, dopo avergli dato una rapida occhiata, si incamminò verso l'uscita con una mano sollevata in segno di saluto.  «Buonanotte a te, testone.»
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ivoryaddington · 3 years
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.         ⋰⋰    ↷    june 27th, 2024         𝘦𝘹𝘵𝘳𝘢𝘤𝘵  ─                       ─ with Queenıe   ,, #dangeroushprpg                                                ↷    ↷    ↷ ⠀ Era decisamente grato per il fatto che Queenie gli avesse ricordato del concerto e dell'esibizione: se non si fosse presentato Grace gli avrebbe certamente tenuto il muso per secoli! Allo stesso tempo era decisamente incuriosito da quello scambio di messaggi della sera precedente e di quel pomeriggio. Era da un po' che non aveva interazioni di quel tipo, neanche tramite messaggi, ed era decisamente curioso di sapere come si sarebbero evolute quelle chiacchiere con Queenie.  "E quindi, tra quanto è l'esibizione esattamente?" Chiese, raggiungendola e poggiandosi alla parete accanto a lei con una spalla. Gliel'aveva detto, certo, ma gli aveva anche detto che sino a quell'ora avrebbe truccato le sue compagne, e lui forse non era poi stato troppo attento agli orari.   Sa bene quanto sarebbe capace di offendersi se Austin mancasse ad una sua esibizione, quasi tanto quanto si offenderebbe lui se lei mancasse ad una partita. Tra migliori amici funziona così, l’uno deve essere presente per gioire dei successi dell’altro o per raccogliere i cocci e viceversa, quindi è contenta di aver aiutato Elijah a scansare una discussione che non avrebbe portato a niente di buono. Queenie é il tipo di persona capace di essere felice con poco e quel giorno ha parecchio di cui essere grata: la prima esibizione, la partenza prevista per l’indomani e l’inizio del tour, la fine della scuola ed anche un po’ di alcool ancora in circolo. Si è lasciata andare a quello scambio di messaggi diverso dal solito, ché di flirtare non è che sia mai stata troppo capace, ma quel giorno l’ha presa così — con la voglia di giocare un po’. Sta rimettendo i diversi prodotti a posto nei beauty, quando sente la voce del ragazzo. Solleva lo sguardo e lo punta sull’orologio alla parete « tra una decina di minuti, sei in tempo per non essere evirato da Grace, prego » commenta con un sorrisetto.   Incrociò le braccia al petto, osservò un attimo l'orologio che aveva al polso, poi fece spallucce. Aveva davvero evitato un disastro, in termini piuttosto seri a dirla tutta, ma Elijah non era uno che ringraziava poi troppo.  "E come pensi io possa sdebitarmi, pink lady?" Le chiese allora, ché quello era più il suo forte, rispetto al solito 'grazie'. Poi però si scostò dal muro e si appoggiò al banco sul quale era poggiato anche il beauty case della giovane, quasi sedendocisi sopra.   Arriccia appena il naso, sistema un paio di pennelli e si da un’occhiata nello specchio, scacciando indietro un paio di ricci che le sono finiti troppo vicini agli occhi — quando finirà di sistemarsi il taglio da sola sarà sempre troppo tardi « Sono certa che prima o poi mi verrà in mente qualcosa, compreso un nomignolo da affibbiarti, tu sei già un passo avanti. » ribatte con un sorrisetto, ma senza riuscire a chiudere il resto della roba perché il tassorosso quasi vi si siede sopra « che ti aveva fatto il mio beauty? » domanda allora, solleva le sopracciglia ed incrocia le braccia sotto il petto lanciandogli quella che spera essere un’occhiataccia, ma che conoscendola sarà più un cipiglio offeso.   Con curiosità l'osservò mentre sistemava i pennelli. Certo, non era la prima volte che vedeva qualcuno armeggiare con quegli aggeggi, ma continuava a non capire perché quei dannati pennelli avessero duemila forme diverse.  "Semplicemente perché mi piace essere al centro dell'attenzione e beh, era tutta diretta al tuo beauty." Non era certo un segreto quanto Elijah fosse pieno di sé (ovvero quanto si impegnasse per esserlo) e quanto, questo era decisamente vero, gli piacesse ricevere le attenzioni altrui.  "Il tuo nickname mi ha aiutato, lo ammetto, ma confido che tu possa trovarne uno adatto per me - - anche se non prima che io vada via, temo." Ed era decisamente divertito dall'espressione evidentemente un po' offesa sul suo viso, anche se forse non era proprio quella l'espressione che l'altra voleva mostrargli, date le sue ultime parole.   É pur vero che avrebbe potuto sistemare le compagne ed i compagni con un tocco della bacchetta, se solo la magia le riuscisse. Dice costantemente a se stessa che la creatività predilige metodi babbani, che il make up più bello è quello costruito passo dopo passo, ma la verità che tace perfino a se stessa é che pur volendo sfoderare la bacchetta i risultati sarebbero stati disastrosi. Gli incantesimi le sfuggono, padroneggiarne uno risulta un’impresa più complicata che al resto degli studenti e / nonostante il settimo anno alle porte / sente i suoi poteri notevolmente limitati. « Quindi abbiamo un Narciso signori e signore » rilancia con un sorrisetto all’indirizzo del giovane, Queenie é esattamente il suo opposto. Non ricerca mai le attenzioni altrui volontariamente, sebbene con il suo stile colorato ed esuberante fondersi con la parete sia quasi impossibile. « Forse sarà proprio questo il tuo nomignolo ed in questo caso riuscirei a dartelo prima che tu vada via. » scioglie le braccia incastrate sotto il seno e rilassa l’espressione del viso in un sorrisetto soddisfatto. « almeno dammi una mano a metterlo via, dicono che gli studenti del settimo anno siano i più bravi con la magia. O forse lo dicono solo dei Serpeverde. » aggiunge poi, arricciando le labbra e poggiandovi un indice sopra, come a riflettere.   Fece spallucce, che fosse decisamente felice della propria immagine era indubbio, dopotutto, e negarlo sarebbe stato tanto inutile quanto difficile.  "Spero però di non essere altrettanto stronzo e di non fare la stessa fine, ad essere onesti." Che lui, come quasi tutte le opere letterarie, aveva dedicato del tempo allo studio di quella dedicata al Narciso e, da sempre, un po' in lui si era rivisto.  "Detto fatto." Sentenziò poi, dopo aver estratto la bacchetta dalla tasca dei pantaloni per far levitare sino al beauty tutti quei pennelli e colori ancora sulla tavola.  "Devo anche risistemarteli, per caso?" Ed alzò un sopracciglio, sperando di no, ché mica avrebbe saputo come lei voleva che fossero sistemati nel beauty. Ovviamente non l'avrebbe fatto, comunque, ma non credeva ci fosse bisogno di dirlo... A meno che non avesse ancora una volta tirato fuori qualche paragone con i Serpeverde, paragone che Elijah voleva proprio vincere sempre.   Gli lancia un’occhiata eloquente e solleva un sopracciglio « e dimmi, cosa intendi con / stronzo /, perché è un termine così ampio che é molto facile caderci dentro. Come Narciso. » la mitologia l’ha sempre estremamente affascinata, non può dire di averla studiata, ché lo studio in generale non è il suo forte, ma qualcosa a tempo perso e per dilettarsi nelle lunghe estati portoghesi l’ha letta ed il mito di Narciso l’ha sempre particolarmente colpita. Sarà che quando guarda se stessa non può fare a meno di notare i difetti più che i pregi, ma un po’ forse lo ha perfino invidiato. Lascia che Elijah sistemi tutto con un colpo di bacchetta e lo ringrazia con un cenno del capo « grazie, non serve risistemarli, sicuramente dovremo fare dei refill durante l’esibizione. Non pensavo si sudasse tanto. Verrai a qualche data del tour o Grace ti ha graziato da questo oneroso compito da migliore amico? » domanda, quindi, poggiandosi sul banchetto ormai sgombro accanto al ragazzo.   Ci mise un attimo, a trovare la definizione corretta di ciò che voleva esprimere, quindi si voltò verso l'altra, che ormai si era seduta accanto a lui, e poi posò le mani dietro di sé, sulla tavola.  "Beh, è vero che la leggenda ha molte versioni, ma in tutte Narciso è tremendamente scostante e tratta male chiunque lo ami perché ama solo se stesso, no? Ecco, Amy dice che sono scorbutico e - - ha ragione, ma non credo di trattar male chiunque possa amarmi. Certo, lo dico basandomi sull'unità volta che è successo, ma tant'è." Fece allora spallucce, per quella spiegazione che per lui aveva senso ma, forse, per altri poteva essere campata in aria. Poi aggiunse, riferendosi alla domanda relativa a Grace, con un sorriso:  "Non mi ha apertamente minacciato, ma credo che sarò presente almeno una volta, non voglio conoscere l'ira della Miss. Tu sarai - - com'è che si dice? Nel corpo di ballo.. Tutto il tempo?"   Ascolta con attenzione le sue parole, mordicchiandosi il labbro inferiore quasi senza accorgersene. Le capita spesso quando parla con qualcuno e soprattutto quando il suo interlocutore le da modo di comprendere qualche parte di sé che le permetta di andare oltre la superficie. É affascinata dalle persone e da quello che celano « io penso che Narciso sia spaventato, certo è una versione meno letterale del mito, ma è l’interpretazione che gli ho sempre dato io. Io credo che per lui sia molto più semplice amare se stesso, che imbarcarsi in un rapporto d’amore — l’amore é complicato, fa emergere parti di noi che non ci piacciono e a volte fa soffrire, più che amare il proprio riflesso. Io non credo tu sia capace di trattare male chi ti ama, se fosse così non ti saresti lasciato amare nemmeno una volta. » conclude sovrappensiero « un po’ scorbutico lo sei » e si concede un sorrisetto all’indirizzo del giovane « sarò nel corpo di ballo sì, per tutte le date. È figo, dopo i concerti, parteciperemo ad un sacco di feste. Dovresti venire, ci sarà da divertirsi! »   Per qualche motivo la spiegazione della minore gli parve tanto lontana dalla leggenda quanto piuttosto verosimile. Forse, proprio per questo, lo fece sentire sin troppo esposto. Forse, pensava, ti trattava di un'interpretazione così particolare quanto vera, tanto lontana dal mito quanto vicina a lui, vicina a ciò che sentiva di provare solitamente, nonostante non trovasse poi così semplice neanche amare se stesso.  "Non che amare sé stessi sia una passeggiata. Almeno, però, se soffri, sono solo cazzi tuoi." Sentenziò allora, con la sua solita delicatezza. Al. Commento sul suo essere scorbutico, poi, fece spallucce ed alzò un sopracciglio.  "Si vede che tu ed Amy siete amiche, mi date entrambe dello scorbutico." Quindi prese uno dei pennelli che pochi attimi prima aveva "posato" e giocherellò con la spazzolina, decisamente morbida.  "Vedrò, chiederò anche a Grace ed agli altri che fanno. Insomma, se non c'è chi sopporta il mio essere scorbutico che vengo a fare?"   Annuisce appena « no, infatti, non è per niente una passeggiata! » e lei lo sa bene, ché per quanto le piaccia apparire svampita e disinteressata, sicura di sé quanto basta da non prendersi mai troppo sul serio, qualche difficoltà la riscontra lungo il percorso. L’insicurezza che la pervade non si riferisce ad un mero fattore estetico, ché si sente anche sufficientemente carina, quanto più alla totalità della sua persona. É come se non fosse mai abbastanza sveglia, mai abbastanza capace, mai abbastanza interessante, ma semplicemente discreta o mediocre. « Però penso anche che non siano mai solo cazzi suoi. Chi ti vuole bene saprà sempre se c’è qualcosa che non va. » conclude, ché aggrapparsi all’idea di non essere sola é la sua forza più grande. Gli getta un’occhiata e lo guarda giocare con il pennello, solleva un angolo delle labbra e gli da un leggero colpo con la spalla « ho detto che sei scorbutico, non che non lo sopporto. Lo sei, é inutile negarlo, sei qui per miracolo dopo esserti preso male almeno quattro volte in una conversazione. Ma va bene, per fortuna ci sono io che sono simpatica. ».   Sarebbe potuto essere d'accordo con l'altra, se non si fosse da tempo convinto di essere un ottimo attore, di saper mostrare benissimo soltanto ciò che voleva. Questo suo convincersi, forse, era possibile solo grazie al tempo, decisamente tanto, che trascorreva da solo. Se nessuno aveva tempo di parlargli più del minimo, pensava il giovane Addington, perché preoccuparsi? Nessuno gli avrebbe prestato così tanta attenzione, dopotutto, no?  "Mh, se lo dici tu." E fece spallucce continuando a fissare le setole del pennello, per poi voltarsi a guardarla quando lei lo colpì piano con una spalla.  "Mi sono ritrovato a parlare di narciso e del mio essere scorbutico mentre tu posavi pennelli - - e credimi, non è per niente quello che pensavo quindi, forse eh, se fossi davvero così scorbutico non sarei qua con un pennello in mano." Forse un po' era dispiaciuto per quell'etichetta che gli era rimasta incollata addosso, eppure sapeva che poteva esserlo spesso, soprattutto quando sentiva che qualcuno avrebbe potuto capirlo davvero, cosa che spesso succedeva con Amy o i suoi compagni di stanza, tutti ormai abituati a lui dopo sette anni.   Queenie, dal canto suo, parla come chi non possiede filtri e non è capace di mentire nemmeno davanti allo specchio. Il suo viso, plasmandosi a seconda delle situazioni, tradisce gioie e dolori e non sarebbe mai capace di nascondere le emozioni che, al contrario, balenano come lampi che illuminano una notte tenebrosa e parlano prima che le sue labbra possano discostarsi. A riprova di quanto detto, sgrana appena gli occhi quando Elijah riprende la parola, prima di lasciarsi andare ad una risata « hai ragione, ma ci siamo messi a parlare e — non sono il tipo che salta addosso alle persone quando c’è una conversazione interessante in campo. Riformulo — » dice ad un tratto, dopo un secondo di pausa e si scosta dal banchetto parandosi di fronte al tassorosso « sei — brusco / a volte / e non sono abituata alle persone brusche, perché ispiro dolcezza » e fa un sorrisetto ironico, ché quella faccia da schiaffi che si ritrova sa anche bene come sfruttarla « ma allo stesso tempo penso sia bello che tu sia come ti senti di essere, quindi per me non è un problema. E se fossi andato via invece che fermarti a parlare e a giocare con i miei pennelli forse non lo sapresti. Magari a volte le situazioni non vanno subito come ci si aspetta, ma non è detto che non se ne possa trarre qualcosa di buono. » conclude « e poi che vuoi, non ci hai nemmeno provato, dovrei essere io ad andare via » esclama alla fine, sollevando il sopracciglio e tendendo un angolo delle labbra piene.   Si pentì di aver dato quell'impressione alla minore, Elijah, che alle sue parole scosse il capo. Non voleva certo dirle che eri lì solo per altri interessi, dopotutto era curioso di sapere quei messaggi a cosa avrebbero portato e non poteva certo dire di provar fastidio nel parlare con lei.  "No - - aspetta. Non mi sarei certo lamentato, eh, ma non intendevo dire che non mi abbia fatto piacere questa conversazione." Spiegò allora, poche parole come al solito, forse neanche troppo chiare, ché dopotutto la chiarezza nei rapporti interpersonali non gli apparteneva poi molto. Poi le restituì il pennello, tendendo la mano con cui lo reggeva verso di lei.  "Non posso negare di esserlo, a volte. E cosa trai di buono da questa cosa, allora?? Sono curioso." Le chiese, sapendo bene che se gli avesse rigirato la domanda, lui non avrebbe saputo cosa rispondere per timore di andare troppo a fondo in sé stesso, cosa che non amava affatto fare. Rise, però, e scosse il capo.  "Potrei farlo, ma ormai ti farei fare tardi all'esibizione, temo."   Un’altra risata appena accennata ed il capo scosso a sua volta, ché raramente arriva a pensar male di qualcuno, ma concede sempre il beneficio del dubbio e aspetta che siano gli altri a chiarire le proprie intenzioni e non lei ad interpretarle « non ho mai pensato che non ti avesse fatto piacere questa conversazione, né tanto meno che ti saresti lamentato se fosse andata diversamente. So che a volte sembro — intraprendente? Ma poi capita che io mi faccia prendere da altro, dai racconti, dalle storie. Mi piace conoscere nuova gente è noi non abbiamo mai parlato prima. » lei di parole ne spende molte di più, le viene facile chiarire i concetti ed esprimere ciò che ha nella testa, le piace risultare trasparente per chi ha di fronte e ama la sincerità. Allunga la mano verso il pennello, riprendendolo e sfiorando nel gesto le dita del ragazzo « beh — ora so che sei meno brusco di quello che sembri e che probabilmente non ti piace nemmeno troppo esserlo, ma forse é il metodo migliore che conosci per difenderti. Direi che è un buon risultato per una prima volta. » non può fare a meno di strizzargli l’occhio « allora temo che tu abbia una promessa in sospeso. »   ( . . . )
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ivoryaddington · 3 years
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.         ⋰⋰    ↷    july 10th, 2024         𝘮𝘰𝘯𝘰𝘭𝘰𝘨𝘶𝘦  ─                       ─ tent, camp hogwarts   ,, #dangeroushprpg                                                 ↷    ↷    ↷ Non era affatto raro per Elijah guardarsi allo specchio e non riconoscersi affatto. Era sempre successo, dopotutto, ed ormai era abituato: non sapeva chi era, non era mai riuscito a capirlo a pieno e, proprio quando qualcuno pareva aver trovato il modo di farlo aprire al mondo, di far uscire la sua vera personalità, ecco che tutto era finito ed Elijah aveva preso di nuovo a guardarsi allo specchio, riconoscere il proprio aspetto me non sé stesso, era come guardare uno specchio rotto e vedere in ogni frammento una persona diversa. Sapeva di dover capire se stesso da solo, sapeva di doverlo fare senza che qualcuno l'aiutasse, ma sapere che un'altra persona riusciva a vedere dietro quel muro che aveva costruito negli anni l'aveva aiutato a fare lo stesso ed ora, invece, guardandosi allo specchio vedeva qualcosa che non capiva, proprio come succedeva 'prima'. Il Camp era iniziato da quasi una settimana e lui aveva realizzato di avere molto meno tempo del previsto prima dell'inizio dell'accademia. Aveva anche realizzato che, nonostante gli amici che da anni gli erano attorno, nessuno sarebbe stato in camera con lui. Era finito a chiedere addirittura ad Austin ma, insomma, nonostante il 'ci penserò' del compagno, Elijah sapeva che sarebbe stato un no. Sarebbe stato in camera da solo e, stranamente, questo lo rasserenava un po' perché così sarebbe stato più facile continuare a nascondersi ed a nascondere tutte quelle parti di sé che ricacciava indietro ogni qualvolta provavano a far capolino. Perché allora era così deluso, da quello che stava per accadere? Evidentemente, pensò, suo padre aveva avuto ragione qualche mese prima, quando gli aveva fatto notare di non essere capace di tenere davvero a qualcuno o di farsi voler bene da qualcuno a causa del suo comportamento: per quale motivo, altrimenti, nessuno lo voleva attorno? Si guardò allo specchio del bagno ed annuì senza realmente dire nulla, poi fece spallucce. Era sempre stato bene da solo, dopotutto era convinto che, fosse l'unico modo per non mostrare le sue debolezze, ed anche se risultava ormai difficile tornare alle vecchie abitudini, doveva farlo per non sentirsi fragile. Ad Elijah, sentirsi fragile, non era mai piaciuto ed uscendo dal bagno per tornare sul proprio letto si ripromise di non lasciare spazio per quelle sensazioni, mai.
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ivoryaddington · 3 years
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.         ⋰⋰    ↷    june 25th, 2024                 ─ 𝒕𝒓𝒂𝒏𝒔𝒇𝒊𝒈𝒖𝒓𝒂𝒕𝒊𝒐𝒏 𝒕𝒆𝒔𝒕    ,, #dangeroushprpg    ↷    ↷    ↷ 𝒗𝒆𝒓𝒊𝒇𝒊𝒄𝒂 𝒑𝒓𝒂𝒕𝒊𝒄𝒂 — 𝒅𝒖𝒓𝒂𝒏𝒕𝒆 𝒍𝒂 𝒗𝒆𝒓𝒊𝒇𝒊𝒄𝒂 𝒑𝒓𝒂𝒕𝒊𝒄𝒂 𝒅𝒊 𝒕𝒓𝒂𝒔𝒇𝒊𝒈𝒖𝒓𝒂𝒛𝒊𝒐𝒏𝒆, 𝒈𝒍𝒊 𝒔𝒕𝒖𝒅𝒆𝒏𝒕𝒊 𝒅𝒐𝒗𝒓𝒂𝒏𝒏𝒐 𝒕𝒓𝒂𝒔𝒇𝒊𝒈𝒖𝒓𝒂𝒓𝒆 𝒒𝒖𝒂𝒏𝒕𝒊 𝒑𝒊ù 𝒐𝒈𝒈𝒆𝒕𝒕𝒊 𝒑𝒐𝒔𝒔𝒊𝒃𝒊𝒍𝒊 𝒂𝒍𝒍’𝒊𝒏𝒕𝒆𝒓𝒏𝒐 𝒅𝒆𝒍𝒍𝒂 𝒔𝒕𝒂𝒏𝒛𝒂 𝒏𝒆𝒍𝒍’𝒂𝒓��𝒐 𝒅𝒊 𝒅𝒊𝒆𝒄𝒊 𝒎𝒊𝒏𝒖𝒕𝒊 𝒄𝒐𝒎𝒑𝒍𝒆𝒔𝒔𝒊𝒗𝒊.    ’Signor Addington, prego, che ne dice di iniziare?’  ”Certo, eccomi. Cosa devo fare?”  ’La vedo deciso. Ottimo, allora… ha dieci minuti per trasfigurare, in qualsiasi modo preferisce, quanti più oggetti possibili. Prego, inizi quando vuole.’ Annuì e basta, Elijah, poi si guardò attorno mentre, si arrotolava appena i polsini della camicia, quindi afferrò la bacchetta nella propria tasca e prese a guardarsi attorno, decidendo cosa trasfigurare ed in che modo, ché non era così preparato all’idea di dover prendere l’iniziativa. Iniziò con un ‘adduco maxima’, che lanciò contro una borsa poggiata in un angolo della stanza, borsa che decise riempire quella piccola scatolina con qualcosa di molto più grande, in modo da dimostrare che il primo incantesimo era riuscito. Utilizzò un ‘geminio’ che castò in modo non verbale poggiando la bacchetta contro un quaderno colorato posato sulla cattedra alla quale si era appena avvicinato, e muovendo la bacchetta ripetutamente verso di sé sino a quando i quaderni non si moltiplicarono, diventando decisamente più di quanti ne potessero entrare in quella borsa che aveva colpito col primo incantesimo. A mani nude, allora, raccolse i quaderni e li adagiò nella borsa, dimostrando così la riuscita di due incantesimi. Recuperò la bacchetta un attimo dopo ed utilizzò l’incantesimo ‘convercoloris’ puntando la bacchetta contro l'acqua in una brocca, che divenne pochi attimi dopo grigia, un colore che ultimamente il tassorosso apprezzava parecchio. Utilizzò lo stesso incantesimo su un’agenda e, poi, nuovamente verso la brocca utilizzò ‘evanesco’ così da far evanescere tutta l'acqua al suo interno, che scomparve dopo qualche secondo di insistenza. Decise inoltre di evocare una pianta e lo fece con l’incantesimo ‘conjurus’. Successivamente, si voltò verso i manichini presenti dell'aula e con un incantesimo ‘defòrmo’, mentre eseguiva una leggera onda con la bacchetta, fece spuntare prima una gobba sulla schiena del primo, poi allungò un braccio del secondo. A quel punto, decise di usare il controincantesimo per riportare almeno i manichini alla normalità, dato che aveva ancora qualche attimo, secondo i propri calcoli. Utilizzò l’incantesimo ‘inversum’, allora, decidendo di optare ancora una volta per un incantesimo non verbale, come quasi tutti i precedenti. Ben presto, proprio un attimo prima che l'esaminatore la informasse dello scadere del tempo, Elijah evocò ancora una cosa, facendo spuntare proprio sulla cattedra una chiocciola.  ’Beh, Addington, per sua fortuna anche l’ultimo incantesimo è stato castato in tempo. Complimenti, la velocità non le manca e neanche l’abilità. Può andare.'  "Grazie mille, professore. Arrivederci." Sorridendo, allora, Elijah uscì dall’aula dopo aver recuperato la propria borsa ed aver infilato in tasca la bacchetta: era sempre piacevolmente toccato dai complimenti degli esaminatori, soprattutto quando elogiavano la sua velocità o abilità nel casteggio e nei duelli, cose importanti per il suo futuro, sperava, da Auror.
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ivoryaddington · 3 years
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.         ⋰⋰    ↷    june 25th, 2024                 ─ 𝒕𝒓𝒂𝒏𝒔𝒇𝒊𝒈𝒖𝒓𝒂𝒕𝒊𝒐𝒏 𝒕𝒆𝒔𝒕    ,, #dangeroushprpg    ↷    ↷    ↷ 𝒗𝒆𝒓𝒊𝒇𝒊𝒄𝒂 𝒔𝒄𝒓𝒊𝒕𝒕𝒂 — "𝒊𝒍 𝒄𝒂𝒏𝒅𝒊𝒅𝒂𝒕𝒐 𝒆𝒔𝒑𝒐𝒏𝒈𝒂 𝒖𝒏𝒐 𝒐 𝒆𝒏𝒕𝒓𝒂𝒎𝒃𝒊 𝒊 𝒔𝒆𝒈𝒖𝒆𝒏𝒕𝒊 𝒂𝒓𝒈𝒐𝒎𝒆𝒏𝒕𝒊: 𝒊 𝒎𝒆𝒕𝒂𝒎𝒐𝒓𝒑𝒉𝒐𝒎𝒂𝒈𝒖𝒔, 𝒄𝒐𝒎𝒆 𝒎𝒖𝒕𝒂𝒓𝒆 𝒖𝒏𝒂 𝒒𝒖𝒂𝒍𝒔𝒊𝒂𝒔𝒊 𝒑𝒂𝒓𝒕𝒆 𝒅𝒆𝒍 𝒄𝒐𝒓𝒑𝒐 𝒂 𝒑𝒓𝒐𝒑𝒓𝒊𝒐 𝒑𝒊𝒂𝒄𝒊𝒎𝒆𝒏𝒕𝒐".    "I Metamorphomagus sono una delle razze più rare dell'intero mondo magico, poiché le capacità che li contraddistinguono derivano da un gene a carattere recessivo che può saltare molteplici generazioni di un medesimo albero genealogico prima di presentarsi. I Metamorphomagus sono dei Mutaforma e hanno la capacità di modificare il proprio aspetto a loro piacimento senza l'ausilio di pozioni o incantesimi trasfiguratori, potendo plasmare del loro corpo tutto ciò che è pelle, cartilagine, muscoli ed apparato osseo. Non è possibile per loro agire sull'anatomia degli organi interni, ragion per cui, ad esempio, non sono in grado di cambiare effettivamente sesso, di potenziare la loro vista, la capienza dei loro polmoni, la loro forza e cose del genere. Sono in grado di cambiare significativamente la loro altezza e la loro stazza; possono modificare la forma del proprio viso, naso, bocca e occhi, lisciare la pelle per occultare cicatrici, rughe e tatuaggi, modificare la pigmentazione della pelle per farla divenire più chiara o più scura; con lo stesso procedimento relativo alla pigmentazione, possono mutare il colore dei loro occhi e dei loro capelli (anche la lunghezza) ed in questo caso non è difficile attingere anche ai colori più svariati, anche innaturali; con molto impegno e altrettanto esercizio, possono modulare anche le proprie corde vocali al fine di assumere un'altra voce. Questi cambiamenti richiedono minore sforzo qualora non vi sia un modello preciso da imitare. Assumere invece una fisionomia fedele, in tutto e per tutto, di una persona specifica implica uno studio approfondito e numerosi tentativi, ma in caso di successo riuscirebbero ad ottenere gli stessi risultati che avrebbero tramite l'assunzione di una Polisucco e quindi potrebbero riuscire ad assumere fattezze completamente diverse dal loro aspetto naturale fino a simulare l'appartenenza al sesso opposto al loro, un'età molto diversa da quella che realmente hanno o appropriarsi di un'altra identità. Ovviamente, però, i Metamorphomagus hanno anche alcune limitazioni: - la parte più faticosa di questo processo è la trasformazione stessa, infatti più essa sarà estesa e prolungata più sarà complicato attingere alle proprie energie per castare con successo degli incantesimi. Il mantenimento della forma desiderata è più semplice, ma in caso di trasformazioni radicali di tutto il proprio corpo bisogna tener presente che sarà necessario un alto livello di concentrazione e di autocontrollo. Tornare alla propria forma originaria, invece, non implica alcun tipo di fatica perché si tratta di un semplice processo di rilassamento del proprio corpo. Più il potenziale magico e l'esperienza del Meta saranno elevati, meno concentrazione ed energia gli saranno necessari per ottenere modifiche il più fedeli possibile a ciò che desidera e mantenerle. - un Metamorphomagus non è un Animagus. Sempre attraverso la pratica e la concentrazione, un Metamorphomagus può affinare le sue capacità fino a rendersi in grado di assumere parzialmente connotati animali. Tali cambiamenti, comunque, coinvolgono solamente l'anatomia esterna quindi, per fare un esempio, anche se decidesse di farsi spuntare delle branchie questo non gli permetterebbe di respirare sott'acqua. Per quanto riguarda il controllo che un Metamorphomagus può esercitare sulla sua capacità di trasformazione, esso aumenta con l'età e l'esperienza, a maggior ragione perché le trasformazioni fisiche che può operare sul suo stesso corpo sono soggette e strettamente legate al suo stato emotivo. E' più facile che, in presenza di una forte alterazione emotiva del mago in questione, la perdita di controllo si manifesti con un ritorno involontario all'aspetto originale, ma nulla vieta che possa avvenire anche il contrario, con trasformazioni involontarie del proprio corpo. Fino agli undici anni il potere può manifestarsi anche immediatamente nel metamorfo neonato, o può rimanere sopito durante l'infanzia. Durante tutto questo arco di tempo il potere è randomico, poiché il piccolo mago non può utilizzare la magia per esercitarsi. Nella prima infanzia si presenta del tutto casualmente. Per via dello spirito di emulazione proprio dei bambini, anche quelli molto piccoli, piccole trasformazioni possono essere compiute per imitazione. Verso i dieci anni il controllo sulle parti del corpo da cambiare è consapevole, ma la stabilità del potere e del cambiamento è labile. Durante il I anno di studi il mago prende consapevolezza del potenziale magico, quindi comincerà a gestire il proprio potere, imparerà a gestire meglio le trasformazioni, a decidere con esattezza quale parte del corpo trasformare e come, limitandosi però ad una parte per volta e ad una durata che non supera i pochi minuti. Al II anno, con l'aumentare dell'esperienza aumenta anche la durata della trasformazione e la capacità di gestire parti del corpo distinte contemporaneamente, che solitamente non superano le due o tre. La durata aumenta e per trasformazioni singole può raggiungere anche circa un'ora. Al III anno la capacità di controllare il potere comincia a consolidarsi, difatti la durata delle trasformazioni singole si estende esponenzialmente e non ha più limiti. Tuttavia, in caso il potenziale magico sia richiesto per un altro utilizzo della magia, la trasformazione di base può risentirne e regredire alla forma originaria. La capacità di controllare più parti del corpo aumenta, è possibile gestire più di tre trasformazioni contemporaneamente ma con una durata che non supera le due ore. Al IV anno le trasformazioni semplici possono essere tranquillamente mantenute anche mentre il potenziale magico viene speso per altre attività magiche, mentre le trasformazioni complesse, che coinvolgono più parti del corpo, possono facilmente essere mantenute per lunghe durate, ma qualcuna di esse potrebbe risentire di un utilizzo altro della magia. Al V anno la gestione del potere è quasi del tutto completa, infatti il metamorfo è in grado di gestire senza problemi i cambiamenti del proprio corpo e può approcciarsi anche alla trasformazione completa. Tuttavia, l'intera trasformazione del corpo non è stabile quanto le sue singole parti, e viene meno nei punti più complessi come le ossa o la massa corporea se il metamorfo deve operare altre magie. Finalmente, al VI ed al VII anno la gestione si stabilizza e il metamorphomagus può disporre a pieno del suo potere. In questa ultima fase l'unica variabile è l'autocontrollo. A lui infatti sta il compito di affinare le sue potenzialità in presenza di distrazioni, stress emotivo o situazioni critiche. Tali difficoltà, ad esempio, possono essere identificate nella gestione delle trasformazioni durante la pubertà, poichè durante lo sviluppo e i conseguenti sbalzi ormonali il potere "impazzisce". Nelle prime fasi della pubertà può presentarsi una regressione del controllo che può sfociare anche in trasformazioni involontarie o incapacità di mantenere costante una forma. Questi problemi spariscono quando gli ormoni cominciano a stabilizzarsi. Anche l'emotività può mettere il metamorphomagus in difficoltà, poiché è importante ricordare che il potere di un metamorfomagus è strettamente connesso alla sua sfera emotiva. Periodi di forte stress o di alterazione delle emozioni, sia negative che positive, possono alterare il potere tanto quanto la pubertà. L'autocontrollo sulle emozioni aumenta con gli anni. Un metamorfo adulto è probabilmente in grado di mantenere invariate le sue trasformazioni anche in presenza di una forte alterazione emotiva.          𝓔𝓵𝓲𝓳𝓪𝓱 𝓐𝓭𝓭𝓲𝓷𝓰𝓽𝓸𝓷, VII Anno, Tassorosso.”
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ivoryaddington · 3 years
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.         ⋰⋰    ↷    june 24th, 2024                 ─ 𝒉𝒆𝒓𝒃𝒐𝒍𝒐𝒈𝒚 𝒕𝒆𝒔𝒕    ,, #dangeroushprpg    ↷    ↷    ↷ 𝒗𝒆𝒓𝒊𝒇𝒊𝒄𝒂 𝒐𝒓𝒂𝒍𝒆 — 𝒂𝒈𝒍𝒊 𝒔𝒕𝒖𝒅𝒆𝒏𝒕𝒊 𝒗𝒆𝒓𝒓à 𝒅𝒐𝒎𝒂𝒏𝒅𝒂𝒕𝒐 𝒖𝒏 𝒂𝒓𝒈𝒐𝒎𝒆𝒏𝒕𝒐 𝒂 𝒑𝒊𝒂𝒄𝒆𝒓𝒆 𝒕𝒓𝒂: 𝒄𝒆𝒇𝒂𝒍𝒐𝒇𝒂𝒈𝒐, 𝒑𝒍𝒂𝒕𝒂𝒏𝒐 𝒑𝒊𝒄𝒄𝒉𝒊𝒂𝒕𝒐𝒓𝒆, 𝒑𝒐𝒍𝒆𝒎𝒊𝒂𝒏𝒕𝒂, 𝒐𝒃𝒍𝒊𝒐 𝒓𝒐𝒔𝒂.    ’Signor Addington, che ne dice di dare inizio a questo esame?.’ Non appena sentì il proprio nome, Elijah si alzò, in fondo decisamente contento di poter iniziare quell’esame tra i primi così da finirlo in fretta ed andare via dall’aula.  ’Bene, allora, che ne dice di dirmi ciò che sa a scelta tra il cefalofago, il platano picchiatore, la polemianta o l’oblio rosa?’  ”Beh, allora opterò per il Platano Picchiatore.” Solo quando l’esaminatore annuì, Elijah iniziò a parlare esprimendo esprimendo tutto ciò che sapeva riguardo il famoso Platano Picchiatore.  ”Il nome botanico del Platano Picchiatore è Salix difensionem. E’ un albero di grandi dimensioni dal tronco nodoso e composto da molte radici parecchio flessibile. Appartiene alla famiglia del Salice ed è molto rara e violenta: la presenza si concentra in zone umide e prossime a laghi, fiumi e nei fossati, ma lo si può trovare anche nelle foreste nordiche. Ha i rami a spirale rivolti verso l'alto adornati da piccole foglie verdi che d'autunno perde tutte assieme. E’ un Sempreverde che predilige climi temperati freddi, per questo si può trovare soprattutto in boschi e pianure. E’ dotato in una bassa tossicità. Colpisce tutto ciò che è nelle sue vicinanze. Non sono chiare le proprietà dell'albero, se non che è un'ottima guardia. Infatti aggredisce chiunque gli si avvicini muovendo i grossi rami bitorzoluti nell'aria, viene placata solamente tramite l'incantesimo Immobilus. Sono piante molto mansuete nelle prime fasi, quando sono arbusti, ma appena raggiunti i due metri di altezza, diventano più forti e capaci di difendersi. Dormono per la maggior parte del tempo quando sono molto vecchi, ma al minimo suono forte o tocco del tronco, la pianta si sveglia e può essere fatale per il malcapitato. Da arrabbiati emettono un verso simile a quello di un orso che sembra provenire dalle viscere del tronco in modo spaventoso e profondo. I fiori che nascono in Primavera sono simili a peli lanosi, produce dei frutti sferici e ricoperti di semi molto preziosi. Essendo un salice, il legno è ottimo per la fabbricazione della bacchetta magica. I babbani conoscono una specie molto simile: il Salice da Vimini, famoso per una ramificazione flessibile verso l'alto e per il suo tronco nodoso, ma privo di proprietà magiche.” Annuì, l’esaminatore, poi gli chiese, a trabocchetto, di parlargli del tempo di lavorazione del Platano, cosa quasi compleatamente sconosciuta..  ”Beh, il tempo di lavorazione è sconosciuto proprio perché non se ne conoscono in modo approfondito le sue abilità e proprietà.”  ’Bene, Signor Addington. Direi che può andare, va bene così.’ Aveva iniziato l’esame ed, ovviamente, era stato anche il primo a finirlo, motivo per cui si alzò e, con soddisfazione, lasciò l’aula dopo un educato saluto.
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ivoryaddington · 3 years
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.         ⋰⋰    ↷    june 22nd, 2024                 ─ 𝒅𝒄𝒂𝒐 𝒕𝒆𝒔𝒕    ,, #dangeroushprpg    ↷    ↷    ↷ 𝒗𝒆𝒓𝒊𝒇𝒊𝒄𝒂 𝒑𝒓𝒂𝒕𝒊𝒄𝒂 — 𝒈𝒍𝒊 𝒔𝒕𝒖𝒅𝒆𝒏𝒕𝒊 𝒅𝒐𝒗𝒓𝒂𝒏𝒏𝒐 𝒅𝒖𝒆𝒍𝒍𝒂𝒓𝒆 𝒄𝒐𝒏𝒕𝒓𝒐 𝒖𝒏 𝒂𝒖𝒓𝒐𝒓, 𝒖𝒕𝒊𝒍𝒊𝒛𝒛𝒂𝒏𝒅𝒐 𝒈𝒍𝒊 𝒊𝒏𝒄𝒂𝒏𝒕𝒆𝒔𝒊𝒎𝒊 𝒔𝒕𝒖𝒅𝒊𝒂𝒕𝒊 𝒅𝒖𝒓𝒂𝒏𝒕𝒆 𝒍’𝒂𝒏𝒏𝒐 𝒔𝒄𝒐𝒍𝒂𝒔𝒕𝒊𝒄𝒐 𝒆 𝒒𝒖𝒆𝒍𝒍𝒊 𝒑𝒓𝒆𝒄𝒆𝒅𝒆𝒏𝒕𝒊, 𝒅𝒊𝒎𝒐𝒔𝒕𝒓𝒂𝒏𝒅𝒐 𝒒𝒖𝒊𝒏𝒅𝒊 𝒅𝒊 𝒆𝒔𝒔𝒆𝒓𝒆 𝒑𝒂𝒅𝒓𝒐𝒏𝒊 𝒅𝒆𝒍𝒍𝒂 𝒕𝒆𝒄𝒏𝒊𝒄𝒂, 𝒐𝒍𝒕𝒓𝒆 𝒄𝒉𝒆 𝒅𝒆𝒍 𝒔𝒂𝒑𝒆𝒓𝒆.   Aveva osservato i primi compagni duellare contro lo stesso Auror che aveva nell’ultimo anno gestito il club dei duellanti, Elijah, ed era decisamente contento di poter dimostrare la propria abilità ed i propri progressi. Fremeva, durante quella breve attesa, ma si ritrovò ben presto di fronte all’Auror, che lo fissava in attesa. Gli tese la mano e si presentò, dopodiché, proprio come stava facendo anche lui, si voltò dandogli le spalle e si allontanò dal centro della pedana quanto bastava, cinque o sei passi, quindi si voltò ancora e si mise in posizione di attacco, con la bacchetta ferma dinanzi al viso ed i piedi saldi sul pavimento. “Languelingua”, pensò, muovendo la bacchetta e puntandola contro la bocca dell’avversario, in modo che la lingua gli si bloccasse sul palato e non potesse parlare castandogli contro alcun incantesimo, almeno per un attimo, lasciandogli modo di poterlo attaccare ancora. Stranamente, forse perché l’Auror non si aspettava un incantesimo così stupido, il colpo riuscì. Conseguentemente, l’uomo dovette lanciare velocemente il giusto controincantesimo, tempo che Elijah sfuttò per castare una protezione. Un protego totalum, per fortuna castato non verbalmente, lo protesse dal Musculi Spasmum che l’Auror gli aveva scagliato contro. Quasi sbuffò, Elijah, quando l’incantesimo di protezione svanì, poi però ne castò subito un altro, nuovamente non verbale, ché stavolta lo protesse dall’Aresto Momentum castato contro di lui. Stavolta il Protego Totalum funzionò ancora meglio e furono i movimenti dello stesso Auror a rallentare sino ad arrestarsi, poiché l’incantesimo era rimbalzato contro la cupola eretta dal Protego Totalum di Elijah. Attese l’approvazione dell’esaminatore esterno, poi liberò l’Auror dall’incantesimo che gli si era ritorto contro e venne congedato. Aveva battuto un Auror. Certo, gli incantesimi castati non erano stati difficili da ambo le parti, ma Elijah era stato veloce e scattante, qualità di cui andava sempre più fiero. Per questo, posò la bacchetta nella tasca con un sorriso e si allontanò con fare soddisfatto.
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ivoryaddington · 3 years
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.         ⋰⋰    ↷    june 22nd, 2024                 ─ 𝒅𝒄𝒂𝒐 𝒕𝒆𝒔𝒕    ,, #dangeroushprpg    ↷    ↷    ↷ 𝒗𝒆𝒓𝒊𝒇𝒊𝒄𝒂 𝒔𝒄𝒓𝒊𝒕𝒕𝒂 — "𝒕𝒖𝒕𝒕𝒐 𝒔𝒖 𝒍𝒆𝒈𝒊𝒍𝒊𝒎𝒂𝒏𝒛𝒊𝒂, 𝒐𝒄𝒄𝒍𝒖𝒎𝒂𝒏𝒛𝒊𝒂, 𝒑𝒆𝒓𝒊𝒕𝒐𝒏 ( 𝒅𝒆𝒎𝒐𝒏𝒆 ) 𝒆 𝒊𝒍 𝒓𝒊𝒄𝒐𝒏𝒐𝒔𝒄𝒊𝒎𝒆𝒏𝒕𝒐 𝒅𝒆𝒍𝒍𝒆 𝒊𝒍𝒍𝒖𝒔𝒊𝒐𝒏𝒊".    "La 𝒍𝒆𝒈𝒊𝒍𝒊𝒎𝒂𝒏𝒛𝒊𝒂 è quella capacità che consente ad un mago di insinuarsi nella mente di un'altra persona per leggerne il corso dei pensieri. Quello che il Legilimens riesce ad estrapolare dalla mente della vittima del suo incanto è un flusso relativamente caotico di ricordi, pensieri e flash, dai quali deve poi dedurre sulla base delle sue considerazioni personali quella che è la verità logica. Il Legilimens può anche veicolare i pensieri della sua "vittima" per tentare di portare a galla nella sua mente le informazioni di cui necessita in un continuum di agganci e rimandi, come, ad esempio, un odore, una parola o un colore che possono condurre ovunque il Legilimens voglia arrivare. Con una buona concentrazione ed esperienza e se si intende avere solamente una vaga idea dei pensieri altrui è possibile non fare ricorso alla bacchetta, anche se in questo caso assume una grandissima importanza il contatto visivo. In questo caso o quello in cui il Legilimens casti l'incanto con la bacchetta senza essere visto rimanendo però sempre nel flusso più superficiale dei pensieri, l'intrusione potrebbe passare totalmente inosservata, senza risvegliare alcun sospetto nel mago che ne rimane vittima. La difficoltà del percorso di apprendimento e la sua durata dipendono dalla predisposizione del singolo mago e dalla costanza con cui esso si applica nello studio e negli allenamenti. Di norma, è un percorso che dura tra l'uno e i due anni suddiviso tra esercitazioni pratiche e ricerche teoriche. Le uniche persone in grado di contrastare la Legilimanzia sono gli occlumanti.  L'𝒐𝒄𝒄𝒍𝒖𝒎𝒂𝒏𝒛𝒊𝒂 è la capacità di un mago di schermare la propria mente, rendendola magicamente impenetrabile da parte dei Legilimens. Un buon occlumante, quindi, oltre a rendersi conto del momento in cui tramite la magia qualcuno tenta di insinuarsi nella propria mente, è anche in grado proteggersi e controllare il flusso dei propri pensieri. Non a caso l'Occlumanzia è considerata come una delle più alte forme di difesa che un mago possa acquisire. La difficoltà del percorso di apprendimento e la sua durata dipendono dalla predisposizione del singolo mago e dalla costanza con cui esso si applica nello studio e negli allenamenti. Di norma, è un percorso che dura tra l'uno e i due anni suddiviso tra esercitazioni pratiche e ricerche teoriche.  Il Demone 𝒑𝒆𝒓𝒊𝒕𝒐𝒏 è un demone di alta lega, evocabile, nonostante non vi siano casi di un'evocazione completamente riuscita. Infatti il Periton difficilmente si sottomette al Mago Oscuro e il più delle volte la prima cosa che fa è uccidere il suo evocatore. Conosciuto sin dal Medioevo come "servo con le ali" al cui cospetto si possono osservare ombre umane, ultimi barlumi di uomini divenuti spiriti una volta che quel cervo dalle grandi ali si è nutrito delle loro carni. Il Periton era una creatura impossibile da sconfiggere a suo tempo, così si diceva, proprio per l'impossibilità di affrontarlo con qualsiasi arma conosciuta all'epoca così come nessun incantesimo noto dai maghi del periodo. Con il trascorrere dei secoli una creatura simile è infine scomparsa, tanto che ai giorni nostri è praticamente impossibile trovarsi davanti ad un Periton a meno che non si incappi in fortezze o luoghi custoditi che affondano la propria origine nel tempo o negli intenti di maghi oscuri di estrema potenza che riescono a controllarli. È tra le creature più veloci e feroci conosciute, sguscia come un'ombra e attacca sempre alle spalle, infatti è capace di smaterializzarsi.  Le 𝒊𝒍𝒍𝒖𝒔𝒊𝒐𝒏𝒊 si dividono fondamentalmente in individuali, ovvero quelle che riguardano un singolo soggetto estraniato dal suo ambiente e dalla realtà percettiva, ed ambientali, che creano una percezione mutata di un intero ambiente, coinvolgendo tutte le persone che sono al suo interno. L'incantesimo che si utilizza per trasfigurare l'ambiente attorno è l'Illuficium. Al di là della conoscenza dei fondamenti cardine per creare un'illusione, è fondamentale tenere a mente anche alcune avvisaglie che possano permettere alle vittime di un'illusione di poter ritornare alla realtà. A tal proposito occorre tenere presente che: - all'interno di una illusione gli incantesimi sono distorti e hanno una potenza decisamente minore. - un incantesimo - o un attacco fisico - sulle persone provoca dolore se indirizzato verso se stessi, ma non provoca dolore se rivolto verso altri. - le illusioni dipendono da chi le crea, ragione per cui per sottrarsi occorre vincere la volontà di colui che l'ha creata. - ci si potrebbe accorgere di essere in un'illusione se si conosce molto bene il posto ricreato, meglio di chi l'ha creata. Si potranno quindi percepire oggetti mancanti e/o fuori posto. - un'illusione è limitata pertanto dirigendosi sempre nella stessa direzione si rischia di sbucare dalla parte opposta, ovvero si rischia di girare in tondo. - per uscire da un'illusione bisogna castare un Illuscindum di potenza maggiore rispetto all'Illuficium.          𝓔𝓵𝓲𝓳𝓪𝓱 𝓐𝓭𝓭𝓲𝓷𝓰𝓽𝓸𝓷, VII Anno, Tassorosso.”
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ivoryaddington · 3 years
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.         ⋰⋰    ↷    june 21st, 2024                 ─ 𝒂𝒏𝒄𝒊𝒆𝒏𝒕 𝒓𝒖𝒏𝒆𝒔 𝒕𝒆𝒔𝒕    ,, #dangeroushprpg    ↷    ↷    ↷ 𝒗𝒆𝒓𝒊𝒇𝒊𝒄𝒂 𝒑𝒓𝒂𝒕𝒊𝒄𝒂 — 𝒄𝒓𝒆𝒂𝒓𝒆 𝒖𝒏 𝒄𝒆𝒓𝒄𝒉𝒊𝒐 𝒅𝒊 𝒄𝒐𝒏𝒇𝒊𝒏𝒂𝒎𝒆𝒏𝒕𝒐 𝒆 𝒔𝒖𝒄𝒄𝒆𝒔𝒔𝒊𝒗𝒂𝒎𝒆𝒏𝒕𝒆 𝒅𝒊𝒔𝒂𝒕𝒕𝒊𝒗𝒂𝒓𝒍𝒐.   Era certamente curioso di sapere in cosa sarebbe stato messo alla prova quel pomeriggio, anche se era convinto la prova avrebbe riguardato un Cerchio di Confinamento, dato che proprio quello era stato oggetto della prova teorica di poche ora prima. Nel sentir chiamare il suo nome, dopo essersi seduto da poco al proprio posto, si alzò e sorrise, decisamente contento di essere uno dei primi.  'Addington, giusto?! Come può immaginare... la richiesta per lei è la stessa: crei un cerchio di confinamento, per piacere.' Annuendo, l’aspirante Auror iniziò a darsi da fare con attenzione. Delineò un Cerchio di Mvak non molto grande, signò la runa 𝒍𝒂𝒈𝒖𝒛 al centro del Cerchio e poi la collegò con le due gemelle presenti all'interno del Cerchio con l'incantesimo 𝒄𝒐𝒍𝒍𝒊𝒈𝒐, muovendo con attenzione la bacchetta tra le rune sino a collegarle alla perfezione. A quel punto, dopo aver osservato il Cerchio con attenzione, si spostò verso un angolo dell'aula, il Punto d'Innesco, delineò la runa 𝒅𝒆𝒈𝒂𝒛 ed al suo centro delineò nuovamente 𝒍𝒂𝒈𝒖𝒛, che collegò ancora una volta, con l'incantesimo 𝒄𝒐𝒍𝒍𝒊𝒈𝒐 alla precedentemente creata Runa Centrale, che si trovava al centro del Cerchio.  "Surge et expandi." Pronunciò, puntando la bacchetta verso la seconda Runa Centrale, quindi vide l'incantesimo raggiungere, tramite il collegamento creato poco prima con l'incantesimo 𝒄𝒐𝒍𝒍𝒊𝒈𝒐, il Cerchio poco lontano, ergendo una cupola appena visibile all'interno della quale non potranno essere lanciati incantesimi. Per dimostrare che funzionava, il Tassorosso provò a lanciarvi contro un incantesimo semplice, ma efficace: aveva lasciato all'interno del Cerchio un nastro di tessuto trovato in aula poco prima, quindi provò a farlo bruciare utilizzando un semplice 𝒍𝒂𝒄𝒂𝒓𝒏𝒖𝒎 𝒊𝒏𝒇𝒍𝒂𝒎𝒂𝒓𝒆 e poi un 𝒅𝒖̀𝒓𝒐, quanto bastava per mostrare che il Cerchio di Mvak funzionava. Infatti, sorridendo, annuì con soddisfazione nel notare che la piuma non si era incendiata e non si era neanche indurita sino a diventare dura come la pietra.  'Perfetto, signor Addington, proceda pure con la disattivazione.' Il Tassorosso annuì e puntò la bacchetta, pronunciando l'incantesimo 𝒓𝒆𝒔𝒄𝒊𝒏𝒅𝒐 𝒄𝒂𝒑𝒕𝒊𝒐, ovviamente non verbalmente. Osservò allora l'appena visibile cupola e la vide scomparire, quindi provò ad utilizzare un semplice 𝒘𝒊𝒏𝒈𝒂̀𝒓𝒅𝒊𝒖𝒎 𝒍𝒆𝒗𝒊𝒐̀𝒔𝒂 e, stavolta, la piuma si alzò in aria restandoci sino a che egli non distolse l'attenzione da essa, tornando ad osservare l'esaminatore che fissava con attenzione il suo operato.  ’Può andare, signor Addington, il suo esame è concluso.'  "Grazie mille ed arrivederci." Estremamente soddisfatto, allora, Elijah infilò nuovamente la propria bacchetta in tasca, dopo aver velocemente eliminato ogni traccia del proprio esame dal pavimento, ed uscì dall'aula, con espressione appena sorridente.
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ivoryaddington · 3 years
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.         ⋰⋰    ↷    june 21st, 2024                 ─ 𝒂𝒏𝒄𝒊𝒆𝒏𝒕 𝒓𝒖𝒏𝒆𝒔 𝒕𝒆𝒔𝒕    ,, #dangeroushprpg    ↷    ↷    ↷ 𝒗𝒆𝒓𝒊𝒇𝒊𝒄𝒂 𝒔𝒄𝒓𝒊𝒕𝒕𝒂 — "𝒕𝒖𝒕𝒕𝒐 𝒔𝒖𝒊 𝒄𝒆𝒓𝒄𝒉𝒊 𝒅𝒊 𝒄𝒐𝒏𝒇𝒊𝒏𝒂𝒎𝒆𝒏𝒕𝒐".    "Sono gergalmente chiamati trappole runiche e costituiscono uno tra gli esempi applicativi più utilizzati per proteggere l'accesso ai presidi off-limits del Ministero. La preparazione di un cerchio di confinamento richiede tempo e consiste in due elementi costituenti: "il punto di attivazione" della "trappola" e l'area interessata dalla stessa. Nel punto di attivazione, dovrà posizionarsi il mago che deve attivare il tutto, confinato all'interno della Ruota di Dethesaz che assicurerà il suo non coinvolgimento nel processo, in caso di utilizzo erroneo del rituale. Nell'area della trappola, invece, il diametro del Cerchio di Mvak andrà a delimitare l'area di influenza della pratica magica in questione. Procedura: Delineare il Cerchio di Mvak del diametro che si desidera, ricordandosi che ad una maggior area d'attivazione corrisponde un maggiore dispendio di energia. Signare Laguz, la Runa di Confinamento principale, al centro del Cerchio di Mvak Collegare la Laguz centrale con le due presenti nei due Alfabeti Futhark che caratterizzano il Cerchio di Mvak, con l'incantesimo Colligo. Spostarsi nel luogo dal quale vorrete attivare la trappola (noto come Punto d'attivazione o Punto d'innesco), necessariamente rientrante ad una distanza massima di 50 metri dal Cerchio di Mvak. In quel punto, delineare Dethesaz e signare ancora la runa Laguz nel centro. Collegare le due Rune centrali tra di loro, sempre con l'incantesimo Colligo. Attivare la Runa Laguz al centro della Ruota di Dethesaz, pronunciando Surge et expandi, limitandosi a puntarla per far scattare la trappola. A questo punto, grazie all'incantesimo Colligo, l'attivazione della Runa nel punto di innesco verrà trasmessa a quella presente nel cerchio di Mvak che ergerà subito una cupola all'interno della quale non potranno essere lanciati incantesimi, poiché rimbalzeranno al loro interno. La Runa Laguz al centro dell'area della trappola è collegata alle due del Futhark per accelerare il processo di comparsa della trappola di contenimento che coinvolgerà anche il suolo per impedire fughe dal basso. E' impossibile liberarsi dall'interno e solo il castatore può annullarne gli effetti. Questo è quello che c'è scritto nei libri, anche se non sono pochi i casi in cui si dice che gli incantesimi di scoppio di livello superiore possano far implodere la trappola dall'interno. Questo, tuttavia, coinvolge nell'onda d'urto anche chi l'ha castato, con effetti molto negativi sullo stesso. La trappola che si tratta ad Hogwarts non è l'unica tipologia di trappola ad attivazione presente nelle conoscenze della Magia Antica. Ne esistono alcune che si attivano e rimangono sopite fino a quando il bersaglio non ricade all'interno del cerchio di Mvak o altre che possono essere create a "grappolo" e controllate da un unico punto di innesco. Questo, generalmente, richiede però lo sfinimento del mago che le attiva, poiché - nell'ultimo caso - il quantitativo di energia necessaria è davvero notevolmente alto. Per le creature magiche, la luce delle tracce signanti può essere una fonte di attrazione che li conduce dritte dritte alla trappola. Se, invece, le trappole devono essere occultate verrà utilizzato l'apposito incantesimo di Occultamento. Disattivazione di un cerchio di confinamento Dal punto d'attivazione o dal centro dell'area della trappola, il castatore potrà disattivarla pronunciando l'incantesimo Rescindo Captio.          𝓔𝓵𝓲𝓳𝓪𝓱 𝓐𝓭𝓭𝓲𝓷𝓰𝓽𝓸𝓷, VII Anno, Tassorosso.”
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