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#Adattamento
massimoognibene · 6 months
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Ciò che è destinato a te, troverà il modo di raggiungerti, superarti e annullarti.
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catsloverword · 25 days
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firewalker · 3 months
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Hazbin Hotel in italiano
Voi ditemi quello che vi pare, ma io darei l'Oscar, il Nobel e la medaglia Fileds a Oreste Baldini (adattatore dei dialoghi), Rossa Caputo (adattatrice dei testi delle canzoni e doppiatrice di Charlie Stella del Mattino), Riccardo Suarez (voce di Angel Dust, per Veleno)
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e Valentina Favazza (voce di Lute, la seconda in comando di Adamo, per quelle due righe di Quindi non sai)
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iomedusa · 4 months
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Se c'è qualcosa che so fare bene è adattarmi alle persone, ai luoghi, alle situazioni, ai contesti, anche se sgradevoli, so adattarmi al loro lessico e loro modi di fare, ai loro gesti. Un po' mi fa spaventa.
Sono una mutante praticamente.
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antanasias · 7 months
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La capacità di adattamento è la maggiore risorsa degli esseri umani, ma più mi adattavo e meno mi sentivo umana. -Rosella Postorino "Le assaggiatrici"
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scogito · 1 year
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Spiegazione delle basi quando il buonsenso non è pervenuto.
Questo pensiero non significa che devi porgere l'altra guancia, né adattarti allo schifo (Darwin non è stato altro che l'ennesimo strumento del potere corrotto).
Significa che devi accendere il cervello logico e usare l'azione pratica per riorganizzarti. Rimodellare, costruire, cambiare strada, trovare la tua.
Non aspettarti discernimento da chi segue convenienza, potere e massa.
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bimbadentro · 1 year
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Torno sempre così, con un pensiero sporadico che mi preme comunicare solo nel mio ripostiglio più sicuro: voi.
Oggi ho letto una frase de "Il Grande Gatsby" che mi ha fatto molto riflettere:
"È sempre triste guardare con occhi nuovi le cose su cui hai già speso le tue capacità di adattamento."
Pensateci. Quanto è faticoso?
Il nostro sguardo è in costante osservazione, sempre pronto a rivoluzionare, evolvere, modificare, deformare tutto ciò che abbiamo già visto. Proviamo a essere bravi a conservare i nostri ricordi, cercando di mantenerli sempre nella versione per noi più veritiera (che di base è già assolutamente deformata). Ma poi arriva qualcosa che ci obbliga a rivedere tutto. E questo implica smuovere di nuovo tutte le emozioni e le sensazioni legate a quel ricordo, a quella situazione, rivivendo i nostri dolori, danneggiando ulteriormente la nostra sensibile, esausta, mente. Per non parlare del cuore, pieno di ferite, crepe e buche che riempiamo con spiragli di quella che noi tutti chiamiamo felicità.
Vedere quella che è sempre stata la mia casa da che ne ho ricordo piena di scatoloni non è semplice. Mi vedo piccolissima, nella stanza condivisa con mia sorella, a cercare angoli nei quali replicare "il nascondiglio perfetto" che quella bambina in quel film ha in una parte della casa. Mi ricordo mentre capivo che una stringa di lettere forma una parola e, con mia mamma, leggevo le mie prime pagine, avviando l'amore per la lettura e divenendo irriverente nei confronti delle tabelline. Mi vedo a coccolare il mio gatto, che per sempre rimarrà tatuato sulla mia pelle e sulla mia anima, con i suoi grandi occhi color kiwi e quelle particolari e bellissime striature, che mi faranno sempre pensare che fosse parente di qualche grande felino. Penso con commozione al giorno in cui l'abbiamo portato a casa, ma mi torna in mente anche quello in cui i genitori di mio padre l'hanno trattato come un selvatico pericoloso. Ma penso anche a quando i miei zii sono venuti, stanchi e appesantiti, a visitarci perché volevamo vedessero i cambiamenti che, durante il covid, abbiamo fatto, la nuova pittura, le nuove disposizioni. Ed è in quella cucina che ho preparato il tiramisù che ho portato a mio zio - che da lì a poco avrebbe ricevuto una brutta notizia - che lo avrebbe raccontato a tutti come il tiramisù più buono mai mangiato, che aveva cucinato sua nipote. Sempre lì ho pianto per i primi crampi allo stomaco di quello che credevo fosse l'amore della mia vita. Lì ho riso e guardato film con la mia migliore amica, ma ho anche spettegolato e scambiato confidenze con quella che pensavo fosse una persona importante tratta come l'oro, e che poi si è rivelata - in una maniera così vigliacca che al solo pensiero mi vengono i conati - il peggio.
In quella casa ci sono cresciuta, non l'ho mai odiata anche quando ne avevo motivo. Ora ogni crepa e ogni difetto, che prima pensavo la valorizzassero - come quando si compra dagli artigiani e ti dicono che qualsiasi imperfezione rende particolare e unico quel prodotto - mi devastano il cuore, perché li percepisco come una sua reazione. La casa soffre. Casa è un concetto, come poeticamente ricordiamo tutti, e possiamo riconoscerla certamente in una persona. Ma casa è anche quello che è: un luogo, uno spazio, un ambiente. Un posto che ci riempie di familiarità e un posto che si sporca quando lo trascuriamo, che si svuota quando lo abbandoniamo, che si ammacca se lo trattiamo male. Ed è quello che sta succedendo alla mia casa. Che è in vendita, perché quel nido che ha accolto nel febbraio del 2001 non è più una famiglia. O meglio, lo è eccome, ma con un uomo che non è più un padre.
E qui sì che i miei occhi si riadattano, capiscono che quella trasformazione visiva è necessaria e che è giusto che la mia capacità di adattamento capisca che una determinata visione non può essere per sempre.
La mia casa rimarrà per sempre mia, anche quando ad abitarla sarà una coppia di giovani che iniziano una vita insieme o un'anziana che vuole abitare vicino alla figlia che lavora in ospedale. Sarà sempre mia perché i muri, le porte, i pavimenti, le pareti, sanno tutto. Sono discreti, non lo danno a vedere e se lo tengono per sé, ma loro conoscono le risate più rumorose, i lutti che ho elaborato, la voglia di andarmene e la felicità di tornare, gli abbracci più stretti, i miagolii insistenti, i pianti notturni, le conquiste più cercate e le scelte più complicate. Ma la mia casa non devo ricordarla per forza com'era prima, devo accettare che ora sia più vuota, più incasinata e più distaccata. Perché lo sono anche io. E, come per lei, verrà anche il mio tempo nuovo. Saremo entrambe popolate, riempite, trasformate. Ma, di soppiatto, quando ne avremo occasione, ci guarderemo timidamente, per scambiarci uno sguardo di chi si capisce, di chi si manca ma non si dispera.
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La natura si adatta sempre
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Il Post Operam dello spettacolo ispirato al romanzo di Charlotte Bronte “Jane Eyre — Una sublime storia d’amore”. Ospitato da Casa Barnekow — Anagni CittàinArte.
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leparoledelmondo · 2 years
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Loss and damage
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Il clima è già cambiato. Mitigazione e adattamento non sono più sufficienti. Intendiamo per “mitigazione” l'obiettivo di contenere la potenza di un evento climatico estremo, come ad esempio una alluvione. Mentre per “adattamento” intendiamo ciò che serve a limitare o evitare i danni attraverso sistemi di prevenzione e monitoraggio, ad esempio avvisando in tempo la comunità così da consentire alle persone di evacuare una determinata zona. Ma quando questi eventi climatici estremi si sono già verificati ci troviamo davanti alla riparazione del danno, appunto “loss and damage”, perdite e danni. Quindi accorre elaborare una struttura di fondi economici per le popolazioni che hanno subito i danni di un evento climatico. Chi eroga questi fondi? Gli Stati? Le multinazionali energetiche? Come erogarli? A quali condizioni? A chi?
In questi giorni ne parlano per la prima volta alla COP27 di Share El-Sheikh - Egitto e ci auguriamo che si possa trovare un accordo comune tra tutti gli Stati e Organizzazioni presenti.
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massimoognibene · 6 months
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Cuore e culo, bisogna avere, null'altro.
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“L’acqua non oppone resistenza. L’acqua scorre. Quando immergi una mano nell’acqua senti solo una carezza. L’acqua non è un muro, non può fermarti. Va dove vuole andare e niente le si può opporre. L’acqua è paziente. L’acqua che gocciola consuma una pietra. Ricordatelo, bambina mia. Ricordati che per metà tu sei acqua. Se non puoi superare un ostacolo, giragli intorno. Come fa l’acqua.” – Margaret Atwood, ‘Il canto di Penelope‘
La metafora dell’acqua è spesso utilizzata per riferirsi alle qualità di adattabilità e perseveranza di questo elemento, che dovrebbero essere imitate dall’essere umano. Margaret Atwood nel suo libro “Il canto di Penelope” regala una bella lezione di vita.
Il messaggio finale è che l’acqua non si ferma di fronte agli ostacoli, ma scorre intorno a essi, trovando sempre una via. Ed è proprio questo concetto che deve essere applicato alla vita quotidiana, nel momento in cui ci sembra di trovarci di fronte ostacoli insormontabili. L’idea è quella di non opporre resistenza cieca, ma piuttosto di adattarsi e fluire come l’acqua, cercando soluzioni alternative quando necessario.
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personal-reporter · 2 months
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Cultura e tradizioni: l'impatto della globalizzazione sulle pratiche locali
La globalizzazione ha avuto un impatto significativo sulle culture e sulle tradizioni locali in tutto il mondo. Questo fenomeno ha portato a una maggiore interconnessione tra le diverse società, facilitando lo scambio di idee, valori e pratiche culturali. Continue reading Cultura e tradizioni: l’impatto della globalizzazione sulle pratiche locali
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iltuoscopo · 2 months
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L'adattamento non è evoluzione. L'adattamento non è una virtù. L'adattamento è ciò che ti hanno insegnato essere utile... Per tenerti fermo nel tuo angolino.
Anna
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syntonylife · 3 months
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Rivelazioni Animalesche: Esplorando l'Anima Attraverso gli Animali
Impulso di scrittura giornalieroA quale animale ti paragoneresti e perché?Visualizza tutte le risposte Da sempre mi sono chiesta: “Se fossi un animale, cosa sarei?” Questa domanda ha bruciato nella mia mente, e finalmente ho trovato un’ispirazione inattesa guardando la serie televisiva “His Dark Materials”. In quel mondo parallelo, ogni individuo è accompagnato da un animale demone che riflette…
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pensierosicuro · 6 months
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La protagonista della storia di oggi è Priscilla. Nell'episodio parliamo di come lo smart working ci sta cambiando la vita.
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