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#Maria Luisa Frisa
fashionbooksmilano · 11 days
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Diana Vreeland after Diana Vreeland
a cura di Judith Clark , Maria Luisa Frisa
Marsilio Editori, Venezia 2012, 241 pagine , 250 ill. a colori,20x25cm, ISBN 978883172378
euro 34,00
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Diana Vreeland è un personaggio così carismatico e unico nella storia della moda da correre il rischio di rimanere congelata nel racconto della sua incredibile vita tra Parigi, Londra e New York. Fissata, ancora, nella continua riproposizione delle sue frasi e delle sue azioni memorabili. Tutti i materiali che portano il segno Diana Vreeland sono il racconto del continuo presente della moda. Sono la sequenza delle ossessioni, dei desideri e dei sogni che hanno preso forma da una precisa idea di stile e di moda, ma sono anche il racconto in sequenza di tutti i momenti in cui lei si è ritrovata a vivere. Apripista, che oggi appare non replicabile. Nello slittare costantemente fra il ruolo di fashion editor e il ruolo di fashion curator, Vreeland ha saputo giocare l'arma dell'interpretation, al punto da innescare all'interno del museo quella sovrapposizione allestitiva fra luogo della riflessione culturale e luogo dello shopping, come si è andata affermando nella nostra era del total living. Ciò che è al centro del progetto di questo libro sono lo sguardo critico e il gesto interpretativo che ancora oggi definiscono la personalissima grammatica curatoriale di Vreeland, sempre eccessiva e drammatica.
19/04/24
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marcogiovenale · 5 months
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'dune' n. 6, "in and out of focus": 28 novembre, presentazione a bologna del numero dedicato a francesca alinovi
In and Out of Focus Presentazione del sesto numero del journal internazionale “Dune. Scritture su moda, progetto e cultura visuale” Martedì 28 novembre 2023, ore 17:00 Accademia di Belle Arti Via delle Belle Arti 54, Bologna Martedì 28 novembre 2023 alle ore 17, l’Aula Magna dell’Accademia di Belle Arti ospita una discussione attorno al sesto numero del journal internazionale Dune. Scritture su…
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silviascorcella · 5 months
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ITALIANA: la mostra che narra la storia e il mito del Made in Italy
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Un viaggio nella moda italiana profondo, critico, appassionato, attento, complesso, difficile e a tratti struggente, ma anche affamato di scoperte da rinnovare e sorprendente, potente rivelatore di punti di vista innanzitutto necessari: necessari a chi? A tutti noi: agli italiani che sono parte integrante di quel patrimonio unico al mondo che è la moda italiana, nella sua pregiata percezione di Made in Italy, ma non solo.
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Questo viaggio ha la forma di una mostra, che non è soltanto un evento da contemplare all’interno di uno spazio istituzionale, ma è soprattutto un percorso da vivere con l’intelletto pronto a godersi l’esperienza di infilarsi dentro un mosaico intricato, dove ogni tessera è un frammento fondamentale e formidabile dell’unicità della nostra cultura italica rispecchiata e riplasmata dalla moda, tra la principale fetta di passato che le ha dato origine, il presente in cui ancora vive e il futuro in cui è costantemente proiettata. 
La mostra s’intitola “ITALIANA. L’Italia vista dalla moda 1971-2001”: ha aperto le sue porte a Palazzo Reale lo scorso 22 febbraio e le terrà aperte fino al 6 maggio 2018. 
ITALIANA, come accennato, è ben più di una mostra, è un avvenimento di grande importanza per la nostra coscienza e conoscenza, che tra le stanze di Palazzo Reale allestisce per la prima volta il racconto completo di quella grande stagione in cui la moda italiana divenne Made in Italy: un universo-sistema dove la creatività fluisce tra i protagonisti della moda che per la prima volta divengono “stilisti”, in dialogo aperto con i grandi designer e  gli artisti, i fotografi che quella moda l’hanno interpretata e narrata nei loro servizi, le aziende che nella moda hanno creduto fino a far sì che le idee visionarie divenissero prodotti d’eccellenza accessibili a tutti. 
Un progetto così pregiato e ambizioso non poteva che essere responsabilità, iniziativa e frutto del gesto curatoriale appassionato di due personalità fondamentali: Maria Luisa Frisa e Stefano Tonchi. 
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La prima domanda nasce spontanea: perché questa mostra? Nel saggio bellissimo “La Bellezza Utile”, scritto a quattro mani dai due curatori, che accompagna la presentazione, ci sono tutte le risposte: “affrontare questo progetto per noi ha significato rispondere prima di tutto all’urgenza di riconoscere e definire, anche solo parzialmente, la moda italiana nei trent’anni in cui si è imposta internazionalmente; ma soprattutto ha significato compiere la scelta consapevole, e forse simultaneamente incosciente, di osare un’azione fortemente radicata nel presente ma che possa diventare un manifesto per il futuro.
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Perché, se ci siamo dati il compito di individuare dei tratti definitori della moda italiana di quel trentennio, allo stesso tempo abbiamo provato a raccontarla nel modo più articolato e polifonico possibile, in relazione e confronto anche con il design e l’arte, così da poter ripristinare quel territorio comune di dialogo in cui la moda da sempre agisce in risposta alle sollecitazioni più diverse.” Il trentennio in questione parte, appunto, con la scelta del 1971: l’anno dell’apertura, in cui Walter Albini scelse Milano per far sfilare la sua collezione, un gesto che spalancò le porte al prêt-à-porter italiano. Fino al 2001: l’anno simbolico della chiusura, intesa come era di transizione tra due secoli, quando la moda italiana si trasforma in fenomeno globale mentre il sistema internazionale è messo in crisi dall’attentato dell’11 settembre.
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La seconda domanda giunge altrettanto spontanea: come? Il percorso di ITALIANA si articola in nove stanze ribattezzate con titoli che fissano l’attenzione sul tema narrato lì dentro, senza alcuna intenzione agiografica legata ad una linea del tempo, bensì con l’intento di ricostruire il caleidoscopio di voci, visioni, forme, azioni e sistemi che compongono la sinergia di moda e cultura italiana di quei 30 anni, lasciando agire insieme capi d’abbigliamento e creazioni di design, visioni d’artisti e fotografie iconiche: “Identità, Democrazia, In forma di logo, Diorama, Project Room, Bazar, Postpro- duzione, Glocal, L’Italia degli oggetti.”
La terza domanda è un invito spontaneo: “ITALIANA. L’Italia vista dalla moda 1971-2001” è un’occasione unica per celebrare il mito del nostro Made in Italy conoscendolo nella sua natura profonda, bellissima e corale. Viaggiamoci dentro tutti! 
Silvia Scorcella
{ pubblicato su Webelieveinstyle }
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guccinthenews · 5 months
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arlindogrund · 1 year
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Gucci abre exposição com peças icônicas
A Gucci acaba de desembarcar na China, mais precisamente em Xangai, com a sua exposição “Gucci Cosmos”. Sob a curadoria da crítica de moda italiana Maria Luisa Frisa e projetada pela artista britânica Es Devlin, a exibição imersiva é um passeio pela história da grife, reunindo algumas das criações mais icônicas, incluindo tesouros que estão guardados há anos no arquivo da marca, que fica…
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dalbiancomarta · 1 year
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“8 domande poste da altrettanti studenti a Maria Luisa Frisa, critica e fashion curator, per provare a capire in che direzione stiamo andando” di Federica Salto
Sarebbe riduttivo definire “emozionante” la nostra conversazione con Maria Luisa Frisa, perché è stata molto di più. Sono onorata e infinitamente grata per essere stata scelta e per aver partecipato a questo meraviglioso progetto con persone altrettanto meravigliose.
Se vi capita di sfogliare Vogue Italia Gennaio ‘23, trovate anche me!
Grazie grazie grazie a Federica Salto per aver descritto a parole il nostro incontro e a Maria Luisa Frisa per essere semplicemente lei.
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susannastigler · 2 years
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MiniMondo ~ Luglio-Agosto '22 Rubrica di collage fotografico e testo per @lungarnofirenze “L’importanza del superficiale, quindi permeabile al mondo” (Maria Luisa Frisa) 43°45'47.9"N 11°14'34.3"E . . . #photocollage #photo #dogitalphotography #collage #landscape #landscapephotography #magazine #florence #sky #summer #lungarnofirenze #marialuisafrisa https://www.instagram.com/p/ChEWE1SjO-S/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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books-in-media · 3 years
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Lady Gaga, (Instagram, December 6, 2016)
—Versace, Stefano Tonchi, Maria Luisa Frisa, Donatella Versace (Contributor), Tim Blanks (Contributor), Massimiliano Capella (Contributor) (2016)
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dollypopinspiration · 3 years
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chloe
A closer look at the archive drawings created by Karl Lagerfeld during his years at Chloé. Four of the unique collages featured in the exhibition, “Memos: On Fashion in This Millennium” based on Italo Calvino's seminal book and how it offers a reflection on fashion past and present. “Memos: On Fashion in This Millennium” curated by Maria Luisa Frisa (
@lafrisa Museo Poldi Milano.
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underthecovershop · 3 years
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NEW! @dunejournal — an academic journal of fashion, design and visual culture published by Flash Art (@flashartmagazine) and directed by Maria Luisa Frisa. “The title of the second issue, Manifesto, is examined in terms of its relations with the culture of design and the visual arts and the journal hosts a wide range of interpretations of its theme, pursuing an idea of crossing disciplinary boundaries that lies at the root of the editorial adventure.” Tap to buy 👉 and choose between 📦 Home delivery or 📤 Store pickup #dunejournal #magazineshop #underthecovershop (em Lisbon, Portugal) https://www.instagram.com/p/CKRDGY2skdT/?igshid=1a0qsrq0tsimg
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fashionbooksmilano · 16 days
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Anna Molinari Blumarine
La regina delle rose. Una favola vera
a cura di Maria Luisa Frisa, testo di Elena Loewenthal
Rizzoli, Milano 2016, 304 pag., 22x33,7cm, cartonato con sovraccoperta, ISBN 9788817086813
euro 70,00
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Le foto di leggendari fotografi, come Helmut Newton, Tim Walker, Albert Watson e Craig McDean, raccontano la storia di Blumarine attraverso brillanti immagini concepite da fashion editor come Grace Coddington e Manuela Pavesi. Il volume racchiude anche le foto delle principali modelle che hanno sfilato per Blumarine: Naomi Campbell, Cindy Crawford e Monica Bellucci. Le splendide immagini sono accompagnate da un’introduzione che descrive il lavoro di Anna Molinari e da didascalie che spiegano alcuni degli elementi iconici di Blumarine, come la rosa o il Bluvi, un maglione di cashmere con il collo di visone. Nel cuore del libro, è presente una favola scritta da Elena Loewenthal, una scrittrice e amica di Anna Molinari.
14/04/24
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federicoclemente · 4 years
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fashionbuzz · 4 years
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via "fashion week" - Google News
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guccinthenews · 7 months
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thecaftanclique · 5 years
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Two piece suit in Bragenti striped cotton, made for the Walter Albini 1977 S/S collection for Trell. “Terra d’Africa in Harper’s Bazar, April 1977, photo by Maria Vittoria Backhaus.
from the book Walter Albini and His Times: All Power to the Imagination by Maria Luisa Frisa and Stefano Tonchi
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positive-magazine · 4 years
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Moda allo IUAV
Foto: Alessio Costantino
Treviso, l’estate e fashion at Iuav. Oramai sono tre ingredienti che per gli scout di settore significano un evento da non perdere. Il corso di Design della Moda, guidato da Maria Luisa Frisa è oramai un must dell’estate mondana. L’evento, trasmesso in diretta sul siti di Vogue.it è il risultato finale del duro lavoro degli studenti di design della moda, che per un giorno…
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