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#biostimolanti
captaindomy · 9 days
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Article: Innovative fertilizers with added plant extracts in the cultivation of Valeriana officinalis and Raphanus sativus and in the control of Botrytis and powdery mildew
Authors: Domenico Prisa 1, * and Giordano Menci 2 1 CREA Research Centre for Vegetable and Ornamental Crops, Council for Agricultural Research and Economics, Via dei Fiori 8, 51012 Pescia, PT, Italy. 2 Agrogen, Viale delle Fosse 16, Anagni (FR) 03012, Italy. Research Article GSC Biological and Pharmaceutical Sciences, 2024, 27(02), 127–136. Article DOI: 10.30574/gscbps.2024.27.2.0172 DOI…
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dottofrancesco · 2 years
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Dotto Francesco
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Campo seminato 28 giorni fa, oggi si gioca la prima partita, apparato radicale ottimo e tutti i parametri FIFA rientrano nei termini regolamentari, una crescita così rapida è non dovuta alla classica concimazione dove proprio non è stata presa in considerazione ma grazie a PGPR, biostimolanti, tichoderme, bioregolatori e microelementi classi più tre che quasi nessuno usa mirati in base alle analisi preventivamente fatte del terreno e del microclima e grazie al C mantenuto costantemente sempre sopra1.5% il che permette una riserva d'acqua di 15mm costante, questa soluzione mi permette di fare irrigazioni giornaliere da 2,5 a 8 mm d'acqua con un notevole risparmio di consumo, grazie a tutto il Team che ha lavorato senza tregua, il mio è solo stato un contributo di consulenza. ( Loietto tetrapliode 20%- Festuca arundinacea 60%- Bermuda 20%) #grassmed #groundsman #figc #legaA #legaB #legapro #lnd #giornalisti #verdesportivo #dfcg #francescodotto #corso #allenatori #calciatori #formazione #formazionecontinua #partners #education #impiantisportivi #journalism #innovation #management #socialmedia #sustainable #sustenibility #comuni #comunità #provincie #regioni #dottofrancesco Francesco Dotto
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lamilanomagazine · 2 years
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Siccità, la Cattolica pubblica un reportage sull’emergenza
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Siccità, la Cattolica pubblica un reportage sull’emergenza. Fiumi in secca, campi allo stremo, caldo record. La siccità che sta colpendo l'Italia sta mettendo a dura prova il nostro sistema agroalimentare. Secondo Tempo, web magazine dell'Università Cattolica con il contributo di docenti della Facoltà di Scienze agrarie alimentari e ambientali del campus di Piacenza dell'Ateneo del Sacro Cuore ha analizzato l'impatto dell'insufficienza idrica nei vari ambiti della filiera e come si sta muovendo la ricerca scientifica per dare risposte alle criticità prodotte dalla grave insufficienza. Il reportage, introdotto da un intervento del preside della Facoltà di Scienze Agrarie della Cattolica Marco Trevisan, si apre con un approfondimento sui biostimolanti Luigi Lucini, Edoardo Puglisi e Tommaso Frioni. Vincenzo Tabaglio e Stefano Amaducci hanno invece approfondito il ruolo dei droni e dell'agricoltura di precisione. Stefano Poni, Caterina Capri e Sergio Tombesi hanno analizzato le ripercussioni dell'emergenza idrica in ambito agronomico con un focus su vigneti e olivi mentre, in un'intervista, Sergio Marocco ha parlato del contributo della genetica. Antonio Gallo e Licia Colli hanno affrontato l'aspetto zootecnico spiegando le azioni intraprese per ridurre gli sprechi negli allevamenti. Infine, Paolo Sckokai ha analizzato il valore economico dell'acqua e le strategie per gestirne il prezzo per gli agricoltori.... Read the full article
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Le avventure della Dottoressa Possibile
Il filmato animato è stato realizzato a compimento del progetto di ricerca dal titolo  «Sviluppo di prodotti innovativi "biostimolanti e induttori di resistenza" applicabili in metodiche di agricoltura biologica ed integrata (IPM). (Acronimo: POSSIBILE)»i partnrs
-Oasis srl PMI Innovativa www.oasis-srl.bio
- Università degli Studi del Molise
- Dipartimento di Biologia Ambientale, La Sapienza Università di Roma
.la responsabile scientifica è la Dott.ssa Michelina Ruocco
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Link #youtube : https://youtu.be/DyKV8xh5SNo #shortfilm #Cortometraggio #animazione #cortoanimato #biostimolanti #pomodoro #pomodori #possibile 1#instadaily #instablooger #possibile #aftereffects #animazione2d #agricoltura #agricolturabiologicacertificata #bioagricoltura #bioagricolturasostenibile #lifeofdirector #picoftheday (presso Avellino, Italy) https://www.instagram.com/p/CDBFzQCqUA9/?igshid=1b2orl7chwxy4
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Fonte: https://www.facebook.com/grenasrl/posts/2193815134049932 
Da GRENA: “Con BIOSPRINT CALCIO e ENERGY potete ottimizzare le vostre colture di carciofi. ”
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I #biostimolanti naturali ILSA per la shelf-life e la frigo-conservazione
https://twitter.com/ILSA_pr/status/1149616828903112705
Pero: qualità e benefici prolungati nel tempo
19/06/2019
L’aumento delle caratteristiche qualitative dei frutti oggi, più che mai, riguarda la durata in post-raccolta, la cosiddetta “shelf-life”. Con la frutta sempre più destinata a mercati lontani e che deve essere buona e fresca più a lungo sui banchi di vendita, limitare i fenomeni di marcescenza e ossidazione è l’obiettivo primario, dal quale non si può prescindere, prima di qualsiasi altro aspetto qualitativo.
Ottenere alla raccolta un’alta resa, un calibro soddisfacente e buone caratteristiche qualitative (grado zuccherino, contenuto in acidi organici, ecc…) è infatti importante ma non più sufficiente se i frutti perdono presto la loro consistenza e freschezza. Ancora di più se parliamo di frutti frigo-conservati, per i quali vanno aggiunti anche i costi per la refrigerazione a temperature controllate. Negli ultimi anni, ILSA è riuscita ad individuare gli strumenti che, applicati in campo e, quindi, integrati ai normali interventi nutrizionali e di difesa fitosanitaria, permettono di ottenere vantaggi prolungati nel tempo.
L’Idrolizzato enzimatico di Fabaceae è un biostimolante completamente di origine vegetale che consente di aumentare la shelf-life dei frutti, grazie alla presenza di triacontanolo naturale, di vitamine (in particolare la B6) e di composti polifenolici ad azione antiossidante, come gli acidi gallico, clorogenico e caffeico, i flavonoidi ed i tannini. Inoltre, questo biostimolante naturale agisce a livello fisiologico sulla pianta, stimolando il metabolismo azotato e l’attività enzimatica e consentendo di ridurre l’accumulo di azoto in forma ammoniacale (che si sostituisce al calcio nella struttura della pectina e causa la perdita di consistenza) e favorendo l’attività degli enzimi di difesa dallo stress ossidativo.
(continua online, clicca sul link riportato nella fonte)
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freedomtripitaly · 4 years
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Sardara, suggestivo borgo naturalistico nella parte centro-meridionale della Sardegna, a 50 chilometri da Cagliari, celebre per le antiche terme. Situato nella antica e storica subregione di Monreale, è Bandiera Arancione dal 2005, riconoscimento per i piccoli comuni che vantano un’offerta turistica all’insegna dell’eccellenza e della qualità. Ecco un po’ di consigli per un soggiorno tra benessere e natura, nella cornice dello splendido borgo di Sardara. Sardara, oasi naturalistica in Sardegna Dalle ridenti colline della Marmilla nella vasta e fertile pianura del Campidano, ecco Sardara che svetta, quasi ad ammirare il dolce paesaggio circostante. Un borgo rurale, importante centro agricolo della zona. Dall’impianto collinare di Monreale sorgono i resti del Castello medievale di Monreale, che domina sulla piana. Un panorama disseminato da migliaia di costruzioni nuragiche tra necropoli, pozzi sacri, villaggi nuragici e nuraghi ancora bel conservati. Tra reperti archeologici e testimonianze storiche da scoprire. Nell’area di Sardara ci sono, infatti, tracce di insediamenti risalenti al Paleolitico. Un centro che si è distinto per importanza anche in epoca romana. L’attuale zona abitata, compresa nell’antica città di Neapolis, era nota fin da allora per le sorgenti termali denominate Aquae Neapolitanae, occupata in precedenza dai cartaginesi. Lo sviluppo dell’odierno borgo prende le mosse dal Medioevo, quando entrò a far parte del giudicato di Arborea e della curatoria di Bonorzuli. L’imponente castello di Monreale fu eretto proprio dai giudici di Arborea. Cosa vedere a Sardara tra architettura e storia Una bella passeggiata nelle vie del centro storico di Sardara, tra i viali lastricati di ciottoli è l’ideale per contemplare le architetture tipiche di quest’area meno conosciuta della Sardegna e meno invasa dal turismo di massa. Potrete scorgere le caratteristiche case a corte campidanesi, patrimonio storico e culturale della regione. Vari i complessi religiosi nel centro storico: dalla chiesa romanico-gotica di San Gregorio Magno, che presenta una magnifica bifora di grande valore architettonico; alla chiesa della Beata Vergine Assunta (patrona di Sardara) risalente al 1600, con un maestoso altare marmoreo; alla chiesa di Sant’Antonio del XVII secolo. Tra i monumenti e i siti archeologici più rilevanti di Sardara, il villaggio nuragico con tempio a pozzo sacro di Sant’Anastasia del IX-VIII secolo a.C. Uno dei più antichi e meglio conservati dell’isola, collocato all’interno del centro abitato, nell’area dove sorge la chiesetta di Sant’Anastasia, di origine bizantina. Nei dintorni si possono ammirare i resti di alcune capanne appartenenti alle tribù nuragiche. Gli scavi archeologici eseguiti nel sito hanno riportato alla luce notevoli ritrovamenti bronzei e ceramici. Le antiche terme di Sardara Sardara è conosciuta per le sue famose terme, collocate in una piccola valle a circa 2 km dal centro abitato, ai piedi del castello di Monreale e lungo la strada provinciale per Pabillonis. È qui che si trovano ancora oggi gli stabilimenti termali, immersi nella natura, tra boschi di eucalipti, pini e macchia mediterranea. Benessere e relax tra i resti delle antiche terme romane, per godere di un’atmosfera senza tempo. Conosciute da millenni, le acque termali di Sardara hanno origine dalla riemersione di acque meteoriche ricche di minerali, che sgorgano ad una temperatura compresa fra i 45 ed i 60 gradi. Classificate come acque ipertermali, bicarbonato-alcalino-sodiche, con una composizione chimico-fisica che le rende davvero eccezionali in Italia, in parte vicine alle note acque della località francese di Vichy. Le acque delle terme di Sardara hanno un efficace effetto eudermico, stimolando la microcircolazione sanguigna, con azione anti-infiammatoria, antisettica e detergente. Indicate nella cura di disturbi locomotori, respiratori e dell’apparato digerente e per il trattamento di inestetismi della pelle. Il fango e le acque termali sono un must qui alle terme di Sardara per i trattamenti indirizzati alla riabilitazione ed alle cure fisioterapiche e per la convalescenza post-chirurgica. Gli altri trattamenti da evidenziare sono la balneoterapia, le cure inalatorie e quelle idropiniche. Potrete immergervi in un paradiso di benessere tra idromassaggi, fangature, trattamenti estetici, biostimolanti, fitness e varie tipologie di massaggi (Shiatsu, Thai, Ayurvedico, etc.). Da non perdere il percorso wellness con sauna finlandese, bagno turco, SPA e docce filiformi emozionali. Sardara da gustare Per godere appieno della bellezza di questo borgo della Sardegna, l’ideale è un tuffo tra le specialità enogastronomiche della zona di Sardara. Tra i piatti tradizionali naturali e genuini, consigliamo su tutti: le fave con lardo, agnello con carciofi o finocchietti selvatici, ravioli alla ricotta e zafferano, il pane “civraxiu”, la torta di ricotta, le lumache al sugo e l’ottimo vino direttamente dalle cantine locali. Tra i dolci da gustare: le mandorle, il miele pregiato di corbezzolo e lo zafferano, fondamentale per la ricetta delle tipiche pardulas. Se volete trascorrere un soggiorno nelle incantevoli colline del Monreale all’insegna del benessere, Sardara è la meta per voi, per ritrovare il vostro equilibrio interiore e godere delle bellezze di un borgo antico e storico, intriso di fascino. Il borgo di Sardara – Foto: Gianni Careddu https://ift.tt/2YVFBCr Cosa vedere nel borgo di Sardara, in Sardegna Sardara, suggestivo borgo naturalistico nella parte centro-meridionale della Sardegna, a 50 chilometri da Cagliari, celebre per le antiche terme. Situato nella antica e storica subregione di Monreale, è Bandiera Arancione dal 2005, riconoscimento per i piccoli comuni che vantano un’offerta turistica all’insegna dell’eccellenza e della qualità. Ecco un po’ di consigli per un soggiorno tra benessere e natura, nella cornice dello splendido borgo di Sardara. Sardara, oasi naturalistica in Sardegna Dalle ridenti colline della Marmilla nella vasta e fertile pianura del Campidano, ecco Sardara che svetta, quasi ad ammirare il dolce paesaggio circostante. Un borgo rurale, importante centro agricolo della zona. Dall’impianto collinare di Monreale sorgono i resti del Castello medievale di Monreale, che domina sulla piana. Un panorama disseminato da migliaia di costruzioni nuragiche tra necropoli, pozzi sacri, villaggi nuragici e nuraghi ancora bel conservati. Tra reperti archeologici e testimonianze storiche da scoprire. Nell’area di Sardara ci sono, infatti, tracce di insediamenti risalenti al Paleolitico. Un centro che si è distinto per importanza anche in epoca romana. L’attuale zona abitata, compresa nell’antica città di Neapolis, era nota fin da allora per le sorgenti termali denominate Aquae Neapolitanae, occupata in precedenza dai cartaginesi. Lo sviluppo dell’odierno borgo prende le mosse dal Medioevo, quando entrò a far parte del giudicato di Arborea e della curatoria di Bonorzuli. L’imponente castello di Monreale fu eretto proprio dai giudici di Arborea. Cosa vedere a Sardara tra architettura e storia Una bella passeggiata nelle vie del centro storico di Sardara, tra i viali lastricati di ciottoli è l’ideale per contemplare le architetture tipiche di quest’area meno conosciuta della Sardegna e meno invasa dal turismo di massa. Potrete scorgere le caratteristiche case a corte campidanesi, patrimonio storico e culturale della regione. Vari i complessi religiosi nel centro storico: dalla chiesa romanico-gotica di San Gregorio Magno, che presenta una magnifica bifora di grande valore architettonico; alla chiesa della Beata Vergine Assunta (patrona di Sardara) risalente al 1600, con un maestoso altare marmoreo; alla chiesa di Sant’Antonio del XVII secolo. Tra i monumenti e i siti archeologici più rilevanti di Sardara, il villaggio nuragico con tempio a pozzo sacro di Sant’Anastasia del IX-VIII secolo a.C. Uno dei più antichi e meglio conservati dell’isola, collocato all’interno del centro abitato, nell’area dove sorge la chiesetta di Sant’Anastasia, di origine bizantina. Nei dintorni si possono ammirare i resti di alcune capanne appartenenti alle tribù nuragiche. Gli scavi archeologici eseguiti nel sito hanno riportato alla luce notevoli ritrovamenti bronzei e ceramici. Le antiche terme di Sardara Sardara è conosciuta per le sue famose terme, collocate in una piccola valle a circa 2 km dal centro abitato, ai piedi del castello di Monreale e lungo la strada provinciale per Pabillonis. È qui che si trovano ancora oggi gli stabilimenti termali, immersi nella natura, tra boschi di eucalipti, pini e macchia mediterranea. Benessere e relax tra i resti delle antiche terme romane, per godere di un’atmosfera senza tempo. Conosciute da millenni, le acque termali di Sardara hanno origine dalla riemersione di acque meteoriche ricche di minerali, che sgorgano ad una temperatura compresa fra i 45 ed i 60 gradi. Classificate come acque ipertermali, bicarbonato-alcalino-sodiche, con una composizione chimico-fisica che le rende davvero eccezionali in Italia, in parte vicine alle note acque della località francese di Vichy. Le acque delle terme di Sardara hanno un efficace effetto eudermico, stimolando la microcircolazione sanguigna, con azione anti-infiammatoria, antisettica e detergente. Indicate nella cura di disturbi locomotori, respiratori e dell’apparato digerente e per il trattamento di inestetismi della pelle. Il fango e le acque termali sono un must qui alle terme di Sardara per i trattamenti indirizzati alla riabilitazione ed alle cure fisioterapiche e per la convalescenza post-chirurgica. Gli altri trattamenti da evidenziare sono la balneoterapia, le cure inalatorie e quelle idropiniche. Potrete immergervi in un paradiso di benessere tra idromassaggi, fangature, trattamenti estetici, biostimolanti, fitness e varie tipologie di massaggi (Shiatsu, Thai, Ayurvedico, etc.). Da non perdere il percorso wellness con sauna finlandese, bagno turco, SPA e docce filiformi emozionali. Sardara da gustare Per godere appieno della bellezza di questo borgo della Sardegna, l’ideale è un tuffo tra le specialità enogastronomiche della zona di Sardara. Tra i piatti tradizionali naturali e genuini, consigliamo su tutti: le fave con lardo, agnello con carciofi o finocchietti selvatici, ravioli alla ricotta e zafferano, il pane “civraxiu”, la torta di ricotta, le lumache al sugo e l’ottimo vino direttamente dalle cantine locali. Tra i dolci da gustare: le mandorle, il miele pregiato di corbezzolo e lo zafferano, fondamentale per la ricetta delle tipiche pardulas. Se volete trascorrere un soggiorno nelle incantevoli colline del Monreale all’insegna del benessere, Sardara è la meta per voi, per ritrovare il vostro equilibrio interiore e godere delle bellezze di un borgo antico e storico, intriso di fascino. Il borgo di Sardara – Foto: Gianni Careddu Sardara è uno storico borgo della Sardegna dall’aria affascinante e selvaggia, celebre per le terme che richiamano ogni anno moltissimi turisti.
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tmnotizie · 4 years
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ASCOLI PICENO – Valorizzare la coltivazione del tartufo nel territorio: la Cia Agricoltori Ascoli, Fermo e Macerata è tra i principali promotori del progetto.
«Insieme all’Università Politecnica delle Marche e all’Università di Urbino – ha detto il direttore della Cia Massimo Sandroni – stiamo realizzando un progetto di innovazione finalizzata a testare alcuni aspetti della coltivazione del tartufo». L’innovazione e la ricerca sono fondamentali per lo sviluppo della tartuficoltura. «Anche nel seminario che abbiamo organizzato ad Acquasanta – ha aggiunto Sandroni – è emersa l’importanza della ricerca per migliorare gli standard qualitativi del prodotto e aumentare le quantità. Da parte mia ho sottolineato gli effetti biostimolanti delle micorrize sulle colture e utilizzi agronomici».
La tartuficoltura può rappresentare una importante opportunità di sviluppo del sistema economico dell’entroterra della provincia di Ascoli.
«Nel Piceno – ha spiegato l’agricoltore Cristiano Peroni – grazie al terreno che caratterizza l’area interna il tartufo si trova in tutte e nove le tipologie che vengono commercializzate e per alcune specie si può anche coltivare. Le specie che si trovano nell’entroterra del Piceno, ma che non si possono coltivare sono: il bianco pregiato, il brumale, il moscato, il nero ordinario e il bianchetto. Le specie che invece vengono coltivate in provincia di Ascoli sono il nero pregiato e lo scorsone».
Il bianchetto è un tartufo poco conosciuto che si trova nel territorio dell’ascolano dal gusto particolare e viene preferito e richiesto in maniera consistente dagli operatori stranieri e quindi viene esportato.
«Le aree in cui vengono coltivati i tartufi – prosegue Peroni- sono la zona di Roccafluvione fino ad Amandola, ma anche nell’area di Acquasanta. Da recenti studi compiuti sul terreno abbiamo riscontrato che è possibile coltivare il tartufo fino ad Ascoli. Infatti nella zona che dalla città arriva fino a Mozzano il terreno risulta particolarmente adatto sia per trovare i tartufi e sia per coltivarli».
Le condizioni meteo stanno modificando anche la produzione del tartufo. «Rispetto al passato si è innalzato il livello della quota di coltivazione – conclude – il riscaldamento del suolo permette ad esempio la coltivazione del tartufo anche a quote più elevate delle montagne del Piceno e questo potrebbe costituire un importante opportunità per le economie di quelle aree.
Da pochi giorni si è conclusa la stagione di raccolta del tartufo bianco. La qualità che abbiamo riscontrato è particolarmente buona mentre per quanto riguarda la quantità non è stata particolarmente eccezionale.  Da qualche giorno è iniziata la stagione di raccolta del nero pregiato che si concluderà il prossimo quindici marzo.
Anche per questa specie si prevede una buona qualità. Quest’anno i tartufi hanno dovuto subire le conseguenze del meteo. Infatti, il caldo che ha caratterizzato la stagione autunnale non ha certamente favorito lo sviluppo del prodotto».
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captaindomy · 27 days
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Chlorella vulgaris improves growth of Abromeitiella scapigera, Abromeitiella brevifolia and Abromeitiella chloranta and reduces root attack by nematodes
Domenico Prisa * CREA Research Centre for Vegetable and Ornamental Crops, Council for Agricultural Research and Economics, Via dei Fiori 8, 51012 Pescia, PT, Italy. Review Article GSC Advanced Research and Reviews, 2024, 19(01), 170–177. Article DOI: 10.30574/gscarr.2024.19.1.0155 DOI url: https://doi.org/10.30574/gscarr.2024.19.1.0155 Publication history:  Received on 08 March 2024;…
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dottofrancesco · 2 years
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CI SIAMO QUASI, BASTA CONCIMAZIONI AZOTATE!!!
Dopo una ricerca iniziata 4 anni fa in collaborazione con due università U.S. e non solo, siamo arrivati quasi arrivati all’obbiettivo di non utilizzare più concimazioni a base di azoto (N) dopo la prima concimazione, per due anni, l’obbiettivo che vogliamo raggiungere è non utilizzare più concimazioni di azoto (N) eliminarlo completamente, raggiungendo la massima sostenibilità ed evitando che percolino residui dello stesso in falda. Le concimazioni di fosforo (P) e potassio (K) al momento rimarrebbero inalterate, questo grazie all’utilizzo mirato di determinati microelementi, biostimolanti , enzimi e batteri. Non possono aggiungere altro avendo firmato un accordo di riservatezza, fino a termine ricerca.
#dottofrancesco #grassmed #fertilizzanti #concimi #biostimolanti #ricerca #azoto
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SOFT LIFTING.... INTERVENTO NON CHIRURGUCO... Questa nuova metodica si basa sull’impiego dei fili biostimolanti di PDO, polidiossanone un materiale impiegato già da anni nella produzione di fili di sutura riassorbibili. Si tratta di un tessuto atraumatico che non ha proprietà antigeniche o pirogene e non può quindi dar luogo a reazioni allergiche o di altro tipo. I fili vengono introdotti mediante aghi sottilissimi e quindi indolori e posizionati per ricreare una sorta di rete sottodermica.I pazienti tollerano tranquillamente la manipolazione e non vi è alcuna necessità di anestesia.I fili nascono in Corea, ma si sono rapidamente diffusi in tutto il mondo inclusa l’Europa. Il principio del trattamento è molto semplice e consiste nell’impiantare questi fili riassorbibili al di sotto della cute. I fili mantengono la loro resistenza per 60-80 giorni e sono completamente riassorbiti dopo 180-200 giorni.Dissolvendosi in maniera graduale i fili stimolano la sintesi di nuovo collagene ottenendo la stimolazione dei fibroblasti e dei processi di angiogenesi. L’alto livello di degradazione dei fili é una importante condizione per assicurare la formazione di nuovo collagene senza compromettere il microcircolo e la vascolarizzazione dell’area trattata ed evitando la formazione di addensamenti o noduli fibrotici come avverrebbe nel caso di fili di grosso calibro o caratterizzati da un lungo periodo di riassorbimento. Il collagene neoformato continua ad effettuare una funzione di impalcatura dermica per 18-24 mesi ed in seguito la metodica può essere ripetuta ogni volta che si vuole in base alle proprie necessità. La cute diventa più liscia e luminosa, con una riduzione delle rughe ed un sensibile miglioramento della texture ottenendo al contempo un effetto lifting non indifferente.I vantaggi del trattamento sono la sicurezza e l’effetto immediato, l’assenza di cicatrici e tagli, il completo riassorbimento dei fili che sono completamente invisibili ed impalpabili e la possibilità di effettuare il trattamento secondo le necessità, letteralmente cucendolo sulla paziente. La procedura può essere effettuata a partire dall’età di 30 anni quando già compaiono i primi segni di invecchiamento. Non ci sono limiti di età. La procedura è indicata per le rughe e del volto quali le nasogeniene, le frontali, le perioculari, il mento, il collo, le braccia e le gambe ed é efficace per tutti quei casi in cui si rende necessaria una biostimolazione di lunga durata. Forte
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Le avventure della dottoressa Possibile
 filmato divulgativo del  progetto di ricerca e sviluppo
«Sviluppo di prodotti innovativi "biostimolanti e induttori di resistenza" applicabili in metodiche di agricoltura biologica ed integrata (IPM). (Acronimo: POSSIBILE)»
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Link #youtube : https://youtu.be/DyKV8xh5SNo #shortfilm #Cortometraggio #animazione #cortoanimato #biostimolanti #instadaily #instablooger #possibile #aftereffects #animazione2d #agricoltura #agricolturabiologicacertificata #bioagricoltura #bioagricolturasostenibile (presso Avellino, Italy) https://www.instagram.com/p/CC1PybPqgxP/?igshid=ho4wwtfa5u7r
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2019 Global Special Fertilizers Conference was held in Qingdao, China from 29th–30thMay, organized by Ag Headlines News. More than 600 participants (company representatives, distributors and media) from all over the world came together to Qingdao to attend this global level conference. During the event, seven Leading Brandawards were respectively given to the top leading players for their excellent performance in different fields of special fertilizers; the award-winning list was based on the open voting results from experts, media, distributors and on market feedback.
Biolchim received the title of Leading Biostimulant Brand for its great contribution on spreading the concept and application of biostimulants in the recent years, and its leading position in products, technology and solutions.
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