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#caio mario garrubba
bulkbinbox · 1 year
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berlim, alemanha, caio mario garrubba
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paolo-streito-1264 · 1 year
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Caio Mario Garrubba.
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Recently received FREElance sulla strada by Caio Mario Garrubba
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redazionecultura · 2 years
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Anatoly Rafailovich Brusilovsky in his studio in Moscow, during a session of Body Art with the model Galya Milovskaya, also known as “the Russian Twiggy”.  Photopraphed by Caio Mario Garrubba for the italian magazine “L’Espresso”, December 1969
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fotopadova · 7 years
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Fotografia, gastronomia e impegno sociale
di Andrea Scandolara
 --- Caio Mario Garrubba era bravo in cucina e Tazio Secchiaroli lo ricordava per il suo squisito polpettone che gli piaceva molto. In questo Tazio è stato molto fortunato perchè noi il polpettone di Caio non l’abbiamo mai assaggiato. Abbiamo però la fortuna di vedere e gustare le foto che Garrubba ha fatto da professionista in giro per il mondo per più di quarant’anni.
Garrubba è stato definito il fotografo del sociale, neorealista e umanista, un fotografo di lotta e, come lui stesso diceva di sé, un fotografo stradale (non street photographer): tipologia che presuppone un deciso impegno sociale ed una precisa scelta ideologica. E’ nelle strade che la sua fotografia ha saputo esprimere meglio condizioni e contraddizioni della gente comune come anche quella dei regimi comunisti che aveva visto delusa la speranza di un mondo migliore.
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 © Caio Mario Garrubba, I cinesi nel 1959
 Era un comunista ed aveva avuto modo di viaggiare per lavoro anche nei paesi del blocco sovietico e in Cina; il suo impegno politico però non aveva annacquato il suo punto di vista sul socialismo reale di cui ne documentò anche le incoerenze rifiutando la morale sociale stabilita e dominante del tempo. Non era un propagandista nè un apologeta. La moglie racconta che quando tornava da un viaggio nei paesi del socialismo reale gli rimaneva la delusione e l’amarezza per la gente che in quelle nazioni continuava a soffrire vivendo di stenti sotto regimi dittatoriali che non avevano realizzato quanto promesso dall'ideologia.
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© Caio Mario Garrubba, Madrid 1955
 Appartenente ad una schiera di fotografi che hanno fatto conoscere «la bella fotografia» in Italia e nel mondo nel dopoguerra, per Cesare Colombo suo collega, egli aveva preso a modello i fotografi umanisti francesi come Robert Doisneau, Édouard Boubat e Izis Bidermanas.
A guardare oggi le sue foto ci si commuove per la loro bellezza e per il loro messaggio; tuttavia è stato, e lo è tutt’ora, meno famoso di altri fotografi stranieri del suo tempo. Una spiegazione a questo proposito la dà lo storico della fotografia Diego Mormorio (1): “Gli scatti di Caio Mario Garrubba sono rifugi in grado di salvarti la vita, sono alcuni dei momenti più alti della fotografia degli ultimi cinquant'anni, tanto che per rimanere nell'ambito del reportage, possiamo affiancare il nome di Garrubba a quelli di Eugene Smith, Èdouard Boubat, Micha Bar-Am, Werner Bishof, Robert Capa e Henry Cartier-Bresson: figure assai più note del fotografo italiano ma solo per motivi, possiamo dirlo, di pubblicità. I primi infatti hanno lavorato in ambienti culturali a loro molto favorevoli, che hanno alimentato la loro notorietà. Garrubba - e insieme a lui tutti i fotografi italiani - hanno sofferto dei pregiudizi della cultura
italiana che, con qualche rara eccezione, ha ritenuto la fotografia un'attività creativa marginale.
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 © Caio Mario Garrubba, Casablanca 1954
 Ma è ancora Cesare Colombo a parlare del suo stile. Spiegando il modo di Garrubba di essere fotografo osserva come il coinvolgimento con i soggetti fotografati fosse per lui totalizzante, un approccio diverso, una etica sociale ben specifica e mai appartenuta, secondo Colombo, anche ai fotografi famosi a cui Garrubba si era ispirato: “Pochi ricordano le foto di Caio Garrubba, quasi mai organizzate in servizi ampi e completi. Ma proprio i suoi antichi esordi su il Mondo mostrano uno sguardo bressoniano nella immediatezza e tuttavia diverso nelle motivazioni dell'accostamento al soggetto. L'adesione, la vicinanza culturale ed etica di Caio al popolo di Napoli, ad esempio, o alle borgate di Roma chiarisce una diversità assoluta dal modello di Henry Cartier Bresson. Caio era senz'altro un comunista-fideista, ma trasferiva la sua solidarietà verso gli umili in forme umanissime. Molto lontane dallo scetticismo - o cattiveria - di Henry Cartier Bresson maestro dell'attacco distaccato che in Italia non si è mai curato di capire il nostro carattere, chiudendoci in formidabili stereotipi. [...] Nessuno come lui in quegli anni sviluppò una pietas perfettamente colta ed organizzata sul piano formale. Forse per questo piacque - senza diventare ricco - alla stampa tedesca ed inglese...che vi riconosceva i tratti italiani migliori, quelli meno caracaturali e cialtroni. Quelli che forse Henry Cartier Bresson e William Klein prediligevano, ahimè” (2)
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© Caio Mario Garrubba, Mosca 1964
 Ma c’è un esempio della autenticità di Garrubba in un’intervista rilasciata anni fa. «Devo dire la verità che le persone importanti che ho fotografato mi stavano sempre antipatiche. Tant’è vero che ho tutta una serie di scatti, ad esempio di Breznev, che se lui li avesse visti mi avrebbe preso a calci nel sedere... Cercavo di fotografarlo nei momenti più fetenti». 
(1)   Hans-Michael Koetzle, Fotografi A-Z, pag.139, Köln, Taschen, 2011
(2)   Pochi ricordano le foto di Caio Mario Garrubba..., erodoto108.com
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andrearrrrr · 3 years
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Bangkok, Caio Mario Garrubba, 1964
https://www.artsupp.com/en/artists/caio-mario-garrubba/roma
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weirdlandtv · 4 years
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Rarities time: Brigitte Bardot photographed by Caio Mario Garrubba in 1955.
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nevver · 5 years
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Socialismo fotografico, Caio Mario Garrubba
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mybenia1 · 5 years
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Brigitte Bardot by Caio Mario Garrubba
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ilgiornaledelriccio · 3 years
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"Svestita, a letto con te" di Li Ruo - Poesia operaia cinese.
“Svestita, a letto con te” di Li Ruo – Poesia operaia cinese.
Svestita, a letto con te Letto, hai lavorato durooggi ero di riposomi sono impigrita su di te tutto il giornoho dormito fino a intorpidire i sensie a sfiancare gli arti letto, grazieche io sia soddisfatta o abbattutatu maiproferisci una lamentelaalle mie spalle in silenzio mi sostienimai indifferentemai altezzosoche io sia grassa o magranon mi hai mai rifiutata letto, sei il mio più intimo…
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thisisnthappiness · 5 years
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Socialismo fotografico, Caio Mario Garrubba
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myanhedonia · 5 years
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New York, 1970 ca. Photography by Caio Mario Garrubba
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ftnbooks-blog · 4 years
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Without knowing who the photographer was i have encountered , many, many photographs by Pinna in the time i read the PARIS MATCH. Studying french i had to read the language, which meant that i bought weekly the Paris Match. Pinna’s photographs are easily recognizable and have a signature of their own.
He was born in La Maddalena, on July 29, 1925. In 1952 he moved to Rome and, after a brief experience as a cinedocumentary operator, constituted the cooperative Fotografi Associati together with Plinio De Martiis, Caio Mario Garrubba, Nicola Sansone, Pablo Volta, which was dissolved in 1954 due to economic difficulties. He followed the anthropologist Ernesto De Martino during several research expeditions in southern Italy (Lucania, 1952, 1956, 1959, Salento 1959), obtaining documents of great artistic and cultural value. In 1959 he published his first book, entitled La Sila, which was followed by Sardegna una civiltà di pietra (Sardinia, a stone civilization) (1961). Meanwhile, his photos appear in the magazines Life, Stern, Sunday Times, Vogue, Paris Match, Epoca, L’espresso, Panorama. From 1965 Pinna became the trusted photographer of Federico Fellini and made scene photos of his films Giulietta degli spiriti, 1965, up to Fellini’s Casanova in 1976; he also publishes some photo books (I Clowns, Fellini’s Film) inspired by his films. He died suddenly in Rome on April 2, 1978.
http://www.ftn-books.com has a nice italian publication on Pinna available.
  Franco Pinna (1925-1978) Without knowing who the photographer was i have encountered , many, many photographs by Pinna in the time i read the PARIS MATCH.
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Caio Mario Garrubba – Moscow, 1964
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andreascire · 6 years
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(via La strada di Mario Caio Garrubba)
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