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#donne e stile
sofysta · 11 months
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Porta Felice - Palermo
Ph. Davide Giacobbe
La nascita di Porta Felice risale al 6 luglio del 1582, ai tempi in cui il viceré spagnolo Marcantonio Colonna, duca di Tagliacozzo, decise di dare un monumentale ingresso al Cassaro (l’attuale Corso Vittorio Emanuele), che l’anno prima era stato prolungato fino al mare, raggiungendo così l’altra bellissima strada che costeggiava le mura e la spiaggia, quella che il senato palermitano chiamò “strada Colonna”, l’attuale Foro Italico.
Il nome “Felice”  fu dato in onore della moglie del vicerè, donna Felice Orsini. Dell’episodio parlano Paruta e Palmerino che scrivono così di quel 6 luglio del 1582.
Le dicerie licenziose sulla Porta Felice
Questa è la storia, in breve, della costruzione di Porta Felice, che è il primo esemplare di porta a piloni della nostra città, la cui facciata esterna, quella che guarda il mare ha un rivestimento marmoreo chiaro di impronta classica, quella interna subisce l’influsso dello stile romano tardo-manieristico.
Ma andiamo a spulciare le dicerie che nel tempo i palermitani hanno avuto riguardo a questa Porta mancante della parte superiore. Molti pensano che la mancanza della parte superiore della Porta era stata una necessità, per consentire il passaggio del trionfale carro di Santa Rosalia, ma ciò non risponde a realtà, perché il carro apparve per la prima volta nel 1686, quindi molto dopo la costruzione della porta.
Altra ipotesi, molto briosa è quella osservata da Patrik Brydone,  scrittore, scienziato, militare e viaggiatore scozzese venuto a Palermo nel 1770. A Brydone piacque molto la passeggiata alla Marina, ma lo sorpresero alcune abitudini dell’aristocrazia palermitana, scrive infatti:
“La passeggiata ribocca di vetture e di pedoni. A fine di meglio favorire gli intrighi amorosi è espressamente vietato a chicchessia di portar lume. Tutte le torce si spengono a Porta Felice, ove i lacchè attendono il ritorno dei loro padroni e la intera adunanza resta per un’ora o due nelle tenebre, a meno che le caste corna della luna, mostrandosi ad intervalli, non vengano a dissiparle”.
“La libertà sessuale nella Palermo del ‘700″.
Cogliendo al volo questa simpatica osservazione dello scrittore scozzese, i palermitani cominciarono a dire che, oltre a quelle della casta luna, di corna ce ne erano altre: quelle dei mariti delle nobili dame che frequentavano la passeggiata notturna alla Marina e che quindi era stato necessario non costruire l’arco della porta, per dar modo ai poveri mariti di passare tranquillamente senza il rischio di rimanervi intrappolati con le loro lunghe corna.
E’ questa una storiella che per lungo tempo ha fatto parlare i palermitani, che vedevano nelle passeggiate notturne, nei pressi di Porta Felice, una discendenza delle nobili donne che furono.
Fonte: R. La Duca – La città perduta
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tiaspettoaltrove · 3 months
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Mostrate i vostri corpi solo a chi lo merita.
Li vedo, i vostri blog. Non pensiate di no. Non tutti, logicamente, ma ci sono cose che mi colpiscono, come ovvio che sia. Le vedo le vostre foto, con quei corpi pazzeschi. Con quella femminilità straripante, con quell’erotismo di cui non vi rendete conto nemmeno voi. Vedo, vedo. Se sono nella giornata giusta mi diventa anche durissimo il pene, ma non è di me che voglio parlare, sarebbe solo un inutile esercizio di stile. Volevo solo che lo sapeste, però, che vi rendeste conto. Che foste consapevoli pienamente (in parte già lo siete) di questo gioco segreto e silenzioso a cui tutti quanti giochiamo. Voi avete la fortuna di avere a che fare con una persona lucida, corretta, rispettosa. Ciò che voglio dirvi è solo che non sono tutti così, e questo andrebbe preso in considerazione. Se poi vi sta bene lo stesso, tanto di guadagnato per tutti. Ma rifletteteci. Sì, a volte con le vostre foto me lo fate diventate duro, ve lo dovevo riconoscere. Ora andiamo avanti. Molti uomini non capiscono perché lo fate. Superficialmente vi considerano ragazze facili, tagliano il discorso così, e credono di aver ragione. Io, che vi conosco davvero, so che la verità è oltre. Certo, molte di voi sono effettivamente facili, è un dato di fatto, e voi stesse lo sapete. Ma non vale assolutamente per tutte. Tante di voi cercano solamente il conforto dell’autostima, dell’altrui apprezzamento. Vogliono sentirsi femmine, donne, ed è giusto così. Non può esserci niente di male nell’essere se stesse, nel mostrarsi per la propria natura. Va accettato. Anche io, a modo mio, un tempo lo facevo. Mostravo, sbagliando, la mia sessualità. Ma lo facevo perché avevo grosse carenze a livello di autostima e consapevolezza. Mi rifugiavo nell’eccitazione sessuale, credendo erroneamente che potesse risolvere tutti i miei problemi. La verità è che invece lasciava grandi vuoti. Ricordo picchi pazzeschi di emozione, certo, ma poi non rimaneva nulla. Zero. Ci si sfruttava, usava, si era parti in causa di un processo di necessità impellenti ma non profonde. Ho fatto bagnare tante ragazze, semplicemente utilizzando le parole. Alcune, quando ero adolescente, per la prima volta. C’è chi potrebbe dire che ho questo dono, ma la verità è che cerco solo di ascoltare ed esprimere me stesso. Non credo nemmeno si possa definire un dono, ritengo che i veri doni siano altri. Sono però sempre stato bravo a donare piacere alle ragazze, in questo senso. Virtualmente, sempre rimanendo distante, come ho scritto nel primo testo. Non l’ho fatto solo per loro, ma anche per me. Non tanto per le erezioni, che non mi sono mai mancate, quanto per la soddisfazione, per il piacere di aver fatto un regalo. Per essere ringraziato. Rifarei tutto? No. Non potrei lasciare, nuovamente, che il mio meraviglioso membro vinca sul mio eccezionale cervello. Il consiglio che posso darvi, ragazze, è di mostrarvi solo a chi sapete che può meritarlo. Non tutti meritano di vedere i vostri corpi. Anzi, meritano in pochissimi. Ve lo assicuro.
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spettriedemoni · 1 month
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Catwoman e Batman
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Il primo racconto che Conan Doyle scrive con protagonista il suo celebre detective Sherlock Holmes è "Uno Scandalo in Boemia". Cronologicamente credo venga dopo il romanzo "Il Segno dei Quattro".
L'incipit di questo racconto dice, riassumendo, che Holmes chiama Irene Adler semplicemente "La Donna". La chiama così per una sorta di deferenza nei suoi confronti ed è un caso più unico che raro perché fondamentalmente Holmes è un misogino che non ha certo una grande opinione delle donne, a voler essere buoni.
Dunque perché è così deferente verso questa donna?
La risposta è semplice: perché Irene Adler, attrice e arrivista, è riuscita a evitare di essere battuta da Holmes dimostrandosi arguta tanto quanto il detective.
Holmes ne rimane talmente colpito che come unico compenso per i servigi resi all'uomo che lo aveva ingaggiato per prendere l'attrice che lo stava ricattando, chiede di poter avere la foto di lei sul cui retro c'è una dedica indirizzata proprio al detective.
L'unica donna che prende il cuore al razionale e freddo Holmes è una donna capace di tenergli testa.
Anni dopo un disegnatore di fumetti di nome Bob Kane inserirà tra i nemici del personaggio da lui inventato, il celebre Batman, una donna ladra affascinante e sensuale che si maschera come un gatto quando compie le sue imprese.
Negli anni Catwoman è diventato un personaggio preponderante nell'universo batmaniano e meno definibile come "villain". Il rapporto con Batman è andato oltre il semplice antagonismo e si è andato sfumando. Avevano provato a mettere un personaggio stile "dama in pericolo" al fianco del Cavaliere Oscuro, prima una fidanzata ufficiale tale Julie Madison, poi una fotografa come Vicky Vale che doveva essere forse una copia di Lois Lane, poi però qualcuno ha capito, fortunatamente, che Batman non è un personaggio che possa essere sedotto dalla classica damigella in pericolo. No, serviva qualcuna di molto diversa da questo stereotipo.
C'era già una donna così. Certo negli anni '70 avevano trovato Talia, la figlia di Ra's Al Ghul, ma Catwoman c'era prima ed stata più o meno sempre presente nella storia editoriale di Batman, lo conosce da più tempo.
Catwoman, alias Selina Kyle, è intelligente, scaltra, affascinante, forte e tiene testa al Cavaliere Oscuro.
In tempi più recenti lo sceneggiatore J. Loeb è arrivato a far baciare i due. Anche se in passato era già successo in altre storie, la novità stavolta è che nella saga "Hush" Batman decide di rivelare la sua vera identità a Selina che nel frattempo è sempre meno villain e molto più hero.
Tuttavia i due non dureranno mai troppo insieme, perché in queste storie l'eroe invecchia irrimediabilmente se mette su famiglia. Così i due sono destinati a ballare insieme ancora a lungo, ad appartenersi senza mai aversi davvero.
Che storia, vero?
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belladecasa · 5 months
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Che poi, a proposito di donne famose io non so perché ma mi sento troppo Charlotte Gainsbourg, un po’ perché abbiamo gli stessi colori, la stessa fisicità (prima anche naso simile), ma non è tanto una somiglianza fisica che mi spinge a rivedermi in lei, forse di più quella caoticità nel vestire, nei capelli, nello stile in generale, e nel temperamento di tutti i personaggi che interpreta, ma non intendo nemmeno esattamente una questione di stile, proprio di essere, io sento vicinissimo il suo essere quando la vedo tanto che la mia mente irrazionale grida: ah eccomi! Eccomi! Come quando i bambini si rivedono nei filmini fatti dai genitori
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crazybutsensible · 7 months
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AUSTRALIA DA' LEZIONE DI CIVILTA' A TUTTO L'OCCIDENTE!!
Ai musulmani che vogliono vivere secondo la legge della Sharia Islamica, recentemente è stato detto di lasciare l’Australia, questo allo scopo di prevenire e evitare eventuali attacchi terroristici.
Il primo ministro John Howard ha scioccato alcuni musulmani australiani dichiarando:
GLI IMMIGRATI NON AUSTRALIANI DEVONO ADATTARSI!
“Prendere o lasciare, sono stanco che questa nazione debba preoccuparsi di sapere se offendiamo alcuni individui o la loro cultura. La nostra cultura si è sviluppata attraverso lotte, vittorie, conquiste portate avanti da milioni di uomini e donne che hanno ricercato la libertà.
La nostra lingua ufficiale è l’INGLESE, non lo spagnolo, il libanese, l’arabo, il cinese, il giapponese, o qualsiasi altra lingua. Di conseguenza, se desiderate far parte della nostra società, imparatene la lingua!
La maggior parte degli Australiani crede in Dio. Non si tratta di obbligo di cristianesimo, d’influenza della destra o di pressione politica, ma è un fatto, perché degli uomini e delle donne hanno fondato questa nazione su dei principi cristiani e questo è ufficialmente insegnato. E’ quindi appropriato che questo si veda sui muri delle nostre scuole. Se Dio vi offende, vi suggerisco allora di prendere in considerazione un’altre parte del mondo come vostro paese di accoglienza, perché Dio fa parte delle nostra cultura. Noi accetteremo le vostre credenze senza fare domande. Tutto ciò che vi domandiamo è di accettare le nostre, e di vivere in armonia pacificamente con noi.
Questo è il NOSTRO PAESE; la NOSTRA TERRA e il NOSTRO STILE DI VITA. E vi offriamo la possibilità di approfittare di tutto questo. Ma se non fate altro che lamentarvi, prendervela con la nostra bandiera, il nostro impegno, le nostre credenze cristiane o il nostro stile di vita, allora vi incoraggio fortemente ad approfittare di un’altra grande libertà australiana: IL DIRITTO AD ANDARVENE. Se non siete felici qui, allora PARTITE. Non vi abbiamo forzati a venire qui, siete voi che avete chiesto di essere qui. Allora rispettate il paese che Vi ha accettati”.
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angelap3 · 3 months
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"Poi la porta si spalancò. Ed entrò quella donna. Tutto quello che posso dirvi è che ci sono miliardi di donne, sulla terra, giusto? Certune sono passabili. La maggior parte sono abbastanza belline, ma ogni tanto la natura fa uno scherzo, mette insieme una donna speciale, incredibile. Cioè, guardi e non ci puoi credere. Tutto è un movimento ondulatorio perfetto, come l'argento vivo, come un serpente, vedi una caviglia, un gomito, un seno, un ginocchio, e tutto si fonde in un insieme gigantesco, provocante, con magnifici occhi sorridenti, bocca leggermente piegata in giù, labbra atteggiate in modo che sembrano scoppiare in una risata alla tua sensazione di impotenza. E sanno vestirsi, e i loro lunghi capelli incendiano l'aria. Troppo di tutto, accidenti".
(Charles Bukowski, da "Pulp", romanzo postumo, 1994)
Lontano dalle atmosfere tenebrose delle ordinarie follie, "Pulp", ultimo libro di Bukowski, è il testamento spirituale di uno scrittore che non ha mai esitato a immergersi nel degrado della società contemporanea. È un libro incredibile che, pur lasciando invariato e riconoscibile il suo stile, si discosta per molti aspetti dalla sua produzione ordinaria, a partire dal genere che è quello pulp. Tornando all' autore, il 9 marzo 1994 ci lasciava Charles Bukowski, e probabilmente alle celebrazioni di questa ricorrenza avrà guardato con sarcasmo, soprattutto quelle corredate da luoghi comuni sul suo conto. Di essere uno dei grandi scrittori americani del Novecento, lo sapeva e non fingeva di negarlo. Anche perché scrivere era ciò che, oltre al bere e all'amore per le donne, lo definiva e lo salvava. Scrittore puro, senza sforzo né costruzione: ogni notte a ticchettare sui tasti della macchina da scrivere insieme a una bottiglia e alle sue sigarette. Bukowski è stato se stesso e ha raccontato il suo mondo, con quello che è stato definito "Realismo sporco", quel realismo senza abbellimenti e senza pudore, come sentiva di voler fare. A qualcuno non piace, come se davvero i suoi scritti si limitassero a parolacce e a racconti di abbuffate di sesso e alcol, compiacendosi della propria gratuita sgradevolezza. La produzione di Bukowski è, invece, costante e grandiosa alternanza di dramma e ironia. Storie di dolore, sconfitta e rassegnazione, che portano il lettore a toccare il fondo insieme ai personaggi e poi lo fanno scoppiare in una sonora risata poche pagine dopo.
(Fonte web)
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«Lei non ti dice le sue ragioni, ti aggredisce».
«E’ fredda, dura…sembra senza cuore».
«E’ distaccata, le persone le tiene a distanza».
Ci sono donne che hanno fatto della ruvidità il loro stile di vita. Sono come la carta vetrata. Graffiano, convinte che un po’ di morbidezza sia pericolosa.
La psiche di queste donne è in costante difesa. Lasciarsi andare, soprassedere e dolcificare sono modi di essere non contemplati. Meglio le spine. Sono più sicure. Pungono chi si avvicina e garantiscono una distanza di sicurezza.
E’ una vita vissuta in difesa, dove la regola prima diventa: «Se non tengo gli altri al loro posto, se ne approfittano». Non è facile. Il comportamento spinoso diventa come una seconda pelle. Ci si dimentica che insieme a quei pungiglioni ci sono anche dei petali dalla superficie setosa, che vogliono far parte della vita, delle relazioni con gli altri.
Pungere, alla lunga, diventa molto faticoso se non ci concediamo mai di accarezzare. E inaridisce l’anima.
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Simona Oberhammer – "La Via Femminile"
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Parliamo di SESSO ORALE.
Il sesso orale è senza dubbio la cosa più amata dagli esseri umani.
Se la batte solo con la Nutella e lo Scudetto, due cose contro cui il sesso genitale perderebbe miseramente.
Invece il sesso orale vince.
Io mi sono chiesto spesso:
Perché ci piace così tanto?
La risposta è stata sempre la stessa:
PERCHÉ GODI SENZA FA NIENTE.
Punto. Fine della questione.
È solo pigrizia edonista allo stato puro, nient’altro.
È come un divano de cachemire, ‘na Jacuzzi piena d’acqua calda frizzante, Tina Cipollari sordomuta e legata, la stessa cosa:
È IL PIACERE SENZA IL DOVERE.
Tutte quelle cose sul fatto che è un dono che l’altro fa a noi, perché come lo fa lei, come lo fa lui... tutte fesserie.
A ‘na lingua non j’ha mai chiesto i documenti nessuno, perché in quel momento de chi c’è attaccato dietro non ce ne frega niente.
Basta che sia costante, partecipe e stacanovista.
Per l’UOMO il sesso orale è imprescindibile.
Non c’è possibilità de trattativa (anche per la donna ma poi ci arriviamo).
Il sesso orale sta all’uomo come i sensi de colpa stanno alla religione: senza uno non esiste l’altro.
Noi se semo inventati veramente qualsiasi cosa pe fallo andà de moda:
- lo sperma fa dimagrì
- lo sperma toglie le rughe
- lo sperma facilita la depilazione laser
- lo sperma fa crescere le tette
- studi universitari che dimostrano che le donne che fanno più pompini so le più intelligenti
- sperma is the new “Acqua de Lourdes”
Tutte, se le semo inventate tutte.
Sul web ce stanno più articoli de blog sui benefici del pompino che foto hackerate de Diletta Leotta.
Detto questo però, ci piace in qualsiasi modo e con qualsiasi stile, fatta eccezione per un particolare, categorico ed imperativo per tutti, che trasvola dalle Alpi all’Oceano Indiano:
I DENTI.
I denti in un pompino so proprio come il fascismo: rovinano tutto e fanno soffrì le persone.
I denti non li dovete usà, li dovete fa sparì.
Sì forse ‘na volta ogni 5 anni, così pe’ scherzo, ma non de più, per il resto dovete esse ‘na vecchietta che j’è finito er Kukident, lisce e umide come na pelle de daino all’autolavaggio der bengalese.
Io capisco che magari da ragazze, per scherzare con le amiche una fa pratica co banane, würstel, calippi e quant’altro, ma quelle so tutte cose che se ce passi i denti sopra se modellano… invece i piselli se sgarano, tutto qua.
Capito questo, capito tutto.
Pure perché è l’UNICA parte veramente sensibile di un uomo.
Per il resto siamo solo bugie, cazzeggio e “non mi sento pronto”.
Stabilito ciò il resto è tutto bello: classico, de lato, de sotto, a singhiozzo, a stoppino, a soffietto, a biberon, a girello, a stura lavandino, a lingua de cocker, a bevuta de struzzo, a sbadiglio de bradipo, insomma fatelo come ve pare, basta che lo fate.
Passiamo alla DONNA.
Sul fatto che il sesso orale per la donna sia fondamentale, non posso metterci la mano sul fuoco essendo un uomo, ma credo proprio che sia così.
La differenza è che mentre all’uomo 9 volte su 10 je dice bene, alla donna non dico 9, ma almeno 7 volte su 10 je capita ‘na disavventura.
È tipo andà a magnà da Cracco e accorgete che te sei scordata er portafoglio a casa.
Ormai stai là, e non ce poi fa niente.
Te devi arrende all’imbarazzo.
Si lo so, voi siete tutti bravissimi perché ve l’ha detto la vostra ragazza e prima di lei l’altra. Lo so.
In generale invece la situazione è così così.
Intanto c’è una grande schiera di uomini che non lo fanno, o pe’ principio o perché non ce pensano o perché so quelli che se non glielo chiedi chiaramente, non se cambiano manco i calzini bucati, non lo so.
Sta di fatto che non lo fanno.
Ecco a voi, proprio a voi, io ve volevo di ‘na cosa:
CE STATE A ROVINÀ LA VITA A TUTTI.
Già nell’opinione generale semo quello che semo, in più ve ce mettete pure voi!
Siete come er meteorite pe i dinosauri, ce state a fa estingue la reputazione.
Io so convinto che più del 50% delle cattive dicerie sugli uomini sia pe’ colpa vostra.
Se esistesse un girone dell’inferno pe’ voi, c’avrebbe i muri fatti de cachi acerbi e voi sareste costretti a leccalli, pe’ avecce in eterno la bocca allappata.
Certe donne non sanno più come farvelo capire:
- ne parlano a tavola
- ve raccontano delle amiche
- ve portano a letto
- COMINCIANO LORO
- se sdraiano a pancia in su come er cane mio quando vole i grattini
- ve la indicano co l’occhi
... e voi niente. Niente.
Pe’ voi er cunnilingus è come la dignità pe’ Vittorio Feltri: non esiste.
Ogni volta bisogna arrivà pe’ forza all’ultima spiaggia, e cioè: “LECCA STRONZO”.
Su questo però un po’ di colpa ce l’avete anche voi donne.
Ma secondo voi, perché noi so secoli che se inventano tutte quelle bugie sullo sperma? Perché sprechiamo tempo a scrivere tutti quei blog? Perché facciamo fare almeno una ricerca l’anno sui pompini all’Università del Wisconsin?
Io ve la butto là, pensatece.
Comunque anche quando trovano uno che lo fa, non è detto che la situazione migliori.
Problema numero uno: LA MIRA.
Noi, arrivati lì, non sapemo dove andà, c’è poco da fa.
C’è chi se perde dentro, chi se perde fori, chi sta talmente lontano dall’obbiettivo che se ce fosse un Tom Tom, starebbe sempre sul grigio a 15 km dalla strada e direbbe in continuo “Appena possibile, fare inversione a U”
Negli anni infatti ho capito la sostanziale differenza tra i sessi nell’uso della mano sulla testa.
Noi uomini quando mettiamo la mano sulla testa della donna, è perché ce prende la sindrome del palombaro e volemo batte tutti i record de profondità.
La donna invece la usa tipo joystick, non dico pe’ vince er gioco, ma almeno pe’ riuscì a superà er primo livello.
Risolto in qualche modo il problema della mira, passiamo al problema numero due: LA VELOCITÀ.
Appena arriviamo giù, noi partimo tipo Valentino Rossi ai tempi d’oro del moto mondiale.
Spesso quello che pe’ un uomo è piano, pe’ na donna c’ha la delicatezza de na lucidatrice cor motore de na Lamborghini.
Di base il problema è questo.
In generale è preferibile ‘na cosa graduale: diciamo che più che un Lamborghini dovete esse un Pandino 850 che da 0 a 100 ce mette quei 5 minuti che fanno sta tranquilli tutti.
Sistemate velocità e mira, il resto è a gusto personale: sopra sotto, destra sinistra, a cerchio, pe sbieco, de punta, de piatto, a battimuro, a grattino, asciutto, a colla de lumaca, a bacio de farfalla, a vibratore de Samsung, a Z de Zorro, pure qui come ve pare.
Basta che lo fate.
L’unica cosa delicata è LA PARTE FINALE.
Una volta raggiunto l’accordo tra le parti su dove, come e quando, nel momento in cui va in scena l’ultimo atto, non ve dovete inventà niente: CONTINUATE A FA ESATTAMENTE QUELLO CHE STATE A FA.
Immobili lì dove state.
Finché non trilla tutto er meccanismo, non ve dovete staccà de ‘na virgola.
Non fate che proprio in quel momento ve viene da prende fiato, da respirà o da fà pazzie creative non richieste.
Piuttosto morite, ma state là.
Fermi e dediti alla causa come un bolscevico russo sotto la neve nell’anni ’40.
Er finale non se rovina a nessuno, nemmeno al peggior nemico.
Mi piacerebbe chiudere dicendo che la base fondamentale di tutto questo sia l’igiene personale, ma che ci piaccia o meno, per alcuni di noi, oppure in determinate situazioni, la passione e la voglia vincono pure sur misto mare.
Invece chiuderò urlando la mia invidia per il mondo LGBT, che in questo ambito non ha bisogno di chiarire nessun punto e può vivere della libertà del non detto:
ognuno sa ESATTAMENTE dove deve andà e quello che deve fà.
Beati voi.
#luccisanodicecose
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Come sempre, grazie :)
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focacciato · 10 months
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I giornali dopo aver pubblicato i nomi dei 7, pubblicando anche ogni dettaglio, chat, ogni bozza di indagine, ogni frase schifosa, hanno solo spostato l'attenzione perché ora si parla solo di quanto sia sbagliato pubblicare nomi e foto di questi soggetti e non più della vittima, creando così uno schifoso circolo vizioso in cui il carnefice diventa la vittima e la vittima diventa invisibile e carnefice.
Per non parlare dell'importanza delle parole, degli articoli scritti come a voler colpevolizzare la ragazza perché ha bevuto, perché era sola, perché ha detto che le piace bere per sentirsi più libera. Ancora una volta siamo di fronte a un sistema patriarcale che tratta le donne come oggetti. Ancora una volta vediamo una gogna pubblica che sposta l'attenzione e perde di vista il punto focale: è un problema culturale, strutturale dettato da un sistema che minimizza le discriminazione, il sessismo, la misoginia ed esalta i carnefici. Un sistema che fa della cancel culture uno stile di vita e della gogna pubblica il modo perfetto per prendere due like in più sui propri profili. Condividendo magari foto di persone omonime che nulla hanno a vedere con il fatto.
C'è gente che si indigna sui social e si gira dall'altra parte quando c'è effettivamente la possibilità di fare qualcosa. E cosa c'è da fare? Cosa possiamo fare?
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libero-de-mente · 4 months
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LA LAVATRICE
«Nel mezzo di un programma di lavaggio mi ritrovai con fradici panni scuri, ché la centrifuga era smarrita»
Dopo anni di onorata carriera la lavatrice si è congedata, nel pieno di una centrifuga è partito un assolo di batteria, degno del peggior metal estremo dal vivo. Mi è bastato sentire il ritmo per capire che tutto, lì dentro, era andato a ramengo. Anche il display ha dato l'ultimo saluto con la scritta "game over".
Così di gran carriera mi sono recato al più vicino punto vendita di elettrodomestici, uno di quelli che spesso viene citato nelle pubblicità in televisione. Nonostante questo non ero sicuro di aver scelto il negozio giusto.
Forse dovevo scegliere quello dove gli esperti sono loro, magari quello dove non ci sono paragoni, oppure quelli dove batte forte sempre, magari quelli fatti apposta per me. Dubbi.
Così decido, prima di entrare, di usare la mia famosissima tecnica da medio man. Ovvero quello di non fare nulla di particolare, vi giuro che come passo inosservato io tra la gente. Nessuno. Anche se fossi l'ultimo esemplare di uomo in un pianeta di sole donne. Zero.
Entro e come nel peggior incubo ecco che subito un commesso mi punta, sta nella corsia dei ferri da stiro. Io faccio finta di nulla e mi avvio al reparto degli aspirapolvere; ma è solo per depistarlo e con in brusco cambio di direzione, passando attraverso la corsia delle lavastoviglie, arrivo in quella delle lavatrici.
Ma il commesso è già sul posto. Maledizione alle corsie con gli espositori bassi, ad altezza ragazzino.
"Le posso essere d'aiuto" - mi dice mentre con gli occhi guarda le persone dentro il negozio, come a controllarle.
"Guardi" - rispondo con voce sommessa - "Sono qui per valutare le lavatrici, sto pensando di cambiarla. Ma senza fretta" (bugiardo, bugiardo, bugiardo).
"Va bene" - mi risponde sempre guardando altre persone - "Io resto nei paraggi signore".
Continuo la mia perlustrazione tra le lavatrici esposte, ogni tanto alzo lo sguardo e lui è lì. Il commesso sta a tre/quattro corsie dalla mia fissandomi. Come un ghepardo pronto a ghermire la sua preda. Me lo immagino come i gatti, quando prima di lanciarsi in un agguato sculettano per prendere lo slancio. Avete presente vero?
Continuo a passi lenti la Via Crucis delle centrifughe, dei giri al minuto, delle classi A, B e AB qualche cosa... mi fermo, forse ho trovato quella che cerco. Credo di essermi fermato da un secondo quando alle mie spalle sento il suo fiato: "Le interessa questo modello?" - il commessopardo vuole catturarmi.
"Ehm, si"
"Ottima scelta... bla, bla... milioni di giri al secondo... bla, bla... crea vortici spazio temporali... bla, bla e bla"
"Quindi lei me la consiglia?"
"Tutta la vita"
"E questa?" - indicandogli la lavatrice a fianco.
"Questa poi... bla, bla... non le perderà mai i calzini... bla, bla... anzi le appaierà quelli persi dal 1998... bla, bla e bla"
"Quindi mi consiglia anche questa?"
"Tutta la vita"
"Mi scusi ma allora quest'altra?"
"Modello figo... bla, bla... stile Hollywood... bla, bla... potrebbe trovarci dentro un'attrice talmente è hollywoodiana... bla, bla e bla"
Così dopo altri tre modelli e altrettante assicurazioni di "Tutta la vita", scelgo quella che sarà la mia nuova lavatrice.
Arriva il giorno della consegna, mi squilla il telefono:
"Pronto?"
"El señor TomaSSeli?"
"Si sono io"
"Le dovemo conSSegnare una lavatrisie"
"Si bene, le hanno detto che la consegna dovrà essere fatta a mano fino al mio piano?"
"Si señor no es un problema"
"Le hanno detto che c'è anche il ritiro della vecchia lavatrice?"
"Si señor no es un problema"
Al cancello d'ingresso si presentano in due, padre e figlio vedendo la somiglianza. Sono sudamericani. Boliviani credo, hanno quel non so che di eredità degli inca, o forse degli aymara. In silenzio e con fatica fanno quello per cui sono pagati. Niente carrelli saliscale, tutto a mano con forza delle braccia e volontà.
Il padre è cordiale, il figlio con uno sguardo cupo non parla mai e tiene la testa bassa. Incazzoso.
Chiedo se posso dare una mano, mi sono tenuto libero proprio per aiutarli. Mi sono svegliato presto questa mattina con il pensiero della fatica che avrebbero fatto, salendo le rampe delle scale. Mi dispiaceva.
Con una tuta improvvisata, il pezzo sopra diverso da quello sotto e come una ballerino imbolsito del Bolshoi, una specie di Roberto Bolle ma più Bolla, mi agito con braccia e gambe per aiutare. Ma il padre sempre in maniera autoritaria mi dice "No te preocupes, no es tu problema" - con un sorriso.
Credo di pietà, nei miei confronti, mentre saltello con la stessa grazia di un bufalo con gli attacchi di coliche renali.
Finito la consegna mi ostino nel far parlare il figlio musone, gli chiedo: "È tanto che fai questo lavoro di fatica?"
"Toda la vida" - mi risponde secco con uno sguardo dimesso.
Se ne vanno.
Spero che questa lavatrice mi duri tanto, spero un bel po'. Almeno quanto... tutta la vita.
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ps ho scelto il modello hollywoodiano, speravo di trovarci Jennifer Aniston... mi è andata male.
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fashionbooksmilano · 1 year
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Freedom
Azzedine Alaïa, Artur Elgort  
Introduzione di Grace Coddington
Damiani, Bologna 2023, 124 pagine, 70 illustrazioni, cartonato, 24 x 32,7 cm, ISBN: 9788862087957
euro 70,00
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Negli anni '70, a loro insaputa, Azzedine Alaïa e Arthur Elgort stavano imboccando sentieri destinati a confluire in una strada comune che avrebbe dato vita ad una nuova immagine femminile. Da un lato Alaïa si stava rendendo conto che il fulcro della moda non erano più i saloni delle sfilate ma le strade in cui si muovevano le donne reali. Dall'altro Elgort, all'epoca giovane fotografo per l'edizione inglese di 'Vogue', inaugurava uno stile fotografico più leggero, informale e di grande spontaneità rispetto ai suoi contemporanei. Dalla loro collaborazione scaturì una nuova rappresentazione della donna contemporanea: assertiva, determinata e indipendente.
Da lunedì 23 gennaio a domenica 20 agosto 2023 la Fondazione Azzedine Alaïa di Parigi ospiterà una mostra fotografica curata e diretta da Carla Sozzani e Olivier Saillard intitolata Azzedine Alaïa, Arthur Elgort. Freedom. Le opere in mostra documentano il lungo sodalizio artistico che Alaïa ed Elgort hanno intrapreso fin dagli anni '80. La mostra è accompagnata da una omonima monografia pubblicata da Damiani che presenta più di 150 immagini in bianco e nero.
19/03/23
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crazy-so-na-sega · 7 months
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L'affresco avvilente della Dolce vita
Lasciatemi testimoniare in tutta onestà che raramente ho visto qualcosa di più vero di quel salotto intellettuale. Esso ha dato perfino a me, che non ne frequento nessuno, un senso profondo di mortificazione, un vago anelito a cambiar mestiere e a iscrivermi, fo per dire, ai coltivatori diretti. Dio mio che tristezza, che miseria, quei discorsi, quelle facce, quel fasullame! Siamo noi quei tipi lì? Si, siamo noi, Dio ci perdoni. Quelle son le cose che diciamo (e che pensiamo) quando ci si trova insieme. Quelle son le nostre bugie. Quelle son le nostre vanità. Quelle son le donne che ci ruotano attorno, o intorno a cui ruotiamo, che hanno tutto incerto, anche il sesso. No, il ritratto di questa società non migliora quando si passa dal palazzo del Principe al salotto della poetessa o all'atelier della pittrice. Cambia stile. Ma resta meschino, nel dialettale, nel falso. E non migliora nemmeno quando si arriva al fondo della scala, a quello che la retorica proletaria chiama "il sano popolo lavoratore", nei terreni vaghi delle bidonvilles, dove ogni tanto la Madonna appare. Non la si vede, grazie al Cielo: è l'unica che abbia rifiutato l'invito di Fellini a recitare la parte di se stessa. Ma sono dei bambini a dire, istigati dai genitori, che l'hanno vista. Ed ecco montarsi intorno a questa bugia, una di quelle atmosfere di miracolo italiane in cui la fede, la speculazione, l'ingenuità e il calcolo si attorcigliano fino a comporre un'allucinante e avvilente scena di sacrilegio pagano.
-Indro Montanelli ( un film che andrebbe proibito ai maggiori di sessant'anni)
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angela-miccioli · 1 year
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"Le donne di carattere sono sempre ammirate dagli uomini veri, disprezzate e criticate dai quaquaraquà e dalle femmine di poco stile".
#AnnaMagnani
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soldan56 · 10 months
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Quì dove il Foglio insultava Michela Murgia per la sua scelta contro l'occupazione e l'apartheid israeliani. Lo stile è quello di un feltri, o di un sallusti, travisamento e distorsione del pensiero.
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donaruz · 7 days
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"Per me la musica e la vita sono una questione di stile."
Il 26 maggio del 1926, nasceva l'uomo che avrebbe cambiato più volte la storia dell'evoluzione della musica Jazz
Miles Dewey Davis III (26 Maggio 1926 – 28 Settembre 1991)
Compositore e trombettista statunitense jazz, considerato uno dei più influenti, innovativi ed originali musicisti del XX secolo.
Miles Davis fu e resta famoso sia come strumentista dalle sonorità inconfondibilmente languide e melodiche, sia per il suo atteggiamento innovatore (peraltro mai esente da critiche), sia per la sua figura di personaggio pubblico. Fu il suo un caso abbastanza raro in campo jazzistico: fu infatti uno dei pochi jazzmen in grado di realizzare anche commercialmente il proprio potenziale artistico e forse l'ultimo ad avere anche un profilo di star dell'industria musicale. Una conferma della sua poliedrica personalità artistica fu la sua (postuma) ammissione, nel marzo 2006, alla Rock and Roll Hall of Fame; un ulteriore riconoscimento di un talento che influenzò tutti i generi di musica popolare della seconda metà del XX secolo.
Sono trascorsi 33 anni, ormai, dalla sua scomparsa a soli 65.
Osannato e condannato dalla critica, è palese il contributo che Miles ha dato alla musica.
Durante la sua intensa carriera ha attraversato innumerevoli stili e generi, reinventandosi e rimettendosi continuamente in gioco per non essere sopraffatto dallo scorrere delle mode, dai gusti e dai nuovi idoli del pubblico.
Una carriera di eccessi tra musica, pittura, boxe, donne, droga, lusso e razzismo.
Un uomo forte e fragile nello stesso tempo, un mito, che rimarrà tra i più significativi e suggestivi per molto, molto tempo ancora
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Atlantide
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francobollito · 1 month
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Sally dopo tanti anni ha capito che quando il suo uomo guarda la TV è inevitabile fermarsi a guardare un bel fondoschiena, visto che glielo sbattono in primo piano sullo schermo come fosse il panettone dell' anno, come fosse sempre Natale e capodanno. Sally dopo aver avuto problemi alla tiroide ha visto il suo corpo cambiare, portando con sé mille complessi e insicurezze riguardo il suo aspetto. Questa situazione l'ha spinta a smettere di spogliarsi davanti al suo uomo e a indossare abiti larghi per nascondere le sue rotondità. Ma un giorno tutto cambiò, quando Marco decise di sorprendere Sally con un regalo speciale: una vacanza al mare. Pur essendo grata dell'invito, Sally accettò con poca gioia, temendo di dover affrontare il suo incubo peggiore: i chili di troppo che la facevano sentire insicura e poco attraente. Giunti sulla splendida spiaggia, Sally decise di cercare conforto nell'ascolto della sua musica preferita, indossando delle cuffie per isolarsi dal mondo esterno. Ma mentre si rilassava, improvvisamente vide Marco agitarsi in mare come se stesse annegando. La paura la travolse e senza pensarci due volte si tuffò in acqua con tutte le sue forze per soccorrerlo. A un passo dal raggiungerlo, lui sorrise: "Guarda quanto sei bella mentre corri libera senza tutti i tuoi complessi! Dovresti vederti con i miei occhi per capire quanto sei splendida!" Inizialmente, Sally si sentì confusa e arrabbiata per lo scherzo del marito, ma presto si rese conto che quella era la prima volta, dopo tanto tempo, che si sentiva viva, apprezzata e desiderata con fervore. I loro sguardi si incrociarono e Sally notò un'emozione sincera e amorevole negli occhi di Marco. "Dio, quanto sei bella!" disse lui, e in quel momento, come per magia, ogni sua insicurezza sembrò svanire. Si sentiva amata, desiderata e accettata per ciò che era. Scoppiò una forte passione tra di loro che li costrinse ad osservare il mare dalla finestra appannata dell'hotel per interminabili ore. Marco la trattava e venerava come una Dea, l'avrebbe scelta al suo fianco altre mille volte. Sally era bellissima, ma i suoi complessi per troppo tempo le avevano impedito di potersi guardare realmente e amarsi. Da quel momento, Sally decise di abbracciare sé stessa e il suo corpo con una nuova consapevolezza. Iniziò a liberarsi dai vestiti larghi e ad abbracciare uno stile di abbigliamento più curato, aggraziato e raffinato. Non si sentiva più in competizione con quelle donne magre come dei grissini, perché finalmente aveva capito che la bellezza non si riduce a standard superficiali, ma risiede nella genuinità di ogni persona. Quella vacanza al mare segnò una svolta nella vita di Sally. La sua sicurezza cresceva di giorno in giorno, e il suo volto rifletteva una nuova luce, un'aura di felicità e amore per sé stessa. Capì che l'accettazione del proprio corpo e la fiducia in sé stessi erano il vero segreto per sentirsi veramente belli e felici. Da quel momento, Sally e Marco vissero una storia d'amore ancora più profonda, fondata sulla sincerità e sull'accettazione reciproca. E ogni volta che guardava la TV con lui, sapeva che poteva essere sé stessa, con tutte le sue rotondità e "imperfezioni", perché l'amore di Marco andava ben oltre l'apparenza abbracciando la bellezza unica di Sally in ogni sua sfumatura. Perché Sally non era come una di quelle donne da ammirare solo in copertina, lei era tutto il libro intero. Non era un culetto a mandolino sculettante in TV, lei era un programma intero che resta impresso nella mente e che non smetteresti mai di guardare e vivere.
Testo di Katia Monni
28 luglio 2023
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