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#fabrizio bentivoglio
la-cocotte-de-paris · 2 years
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LA STORIA VERA DELLA SIGNORA DALLE CAMELIE / LA DAME AUX CAMÉLIAS (1981), dir. Mauro Bolognini
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moviesandfood · 10 months
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Settembre
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Romanzi, racconti e storie da vedere sullo schermo
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Riprende la rubrica di consigli di lettura (e non solo): una piccola selezione da opere recenti o appena ristampate, insieme a uno sguardo sul passato.
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Tra i numerosi gialli pubblicati (è proprio un periodo fortunato per questo colore), vogliamo ricordarne alcuni.
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Dopo Flora, Alessandro Robecchi è da poco uscito con l’ultima avventura della banda Sistemi Integrati, capitanata dal seducente Carlo Monterossi (magnificamente interpretato da Fabrizio Bentivoglio nella serie televisiva): Una piccola questione di cuore. L’amore a tutti i livelli, romantico o autodistruttivo, è il vero protagonista di questa detective story: Si insinua tra i poliziotti incaricati delle indagini, coinvolge grandi boss della mala, normalmente privi di sentimenti umani, giovani intellettuali della Milano bene, irresistibili femmes fatales. Robecchi è sempre maestro nel gestire la tensione e nel mantenere viva l’attenzione del lettore fino all’ultima riga. 
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Accattivante fin dal titolo, Sono felice, dove ho sbagliato?, l’ultima attesissima fatica di Diego De Silva ci propone di nuovo l’ironico avvocato ‘d’insuccesso’ Vincenzo Malinconico, ormai alla sesta causa persa, almeno letterariamente parlando. La novità assoluta è che da questi thriller forensi la Rai ha tratto una fiction in cui il protagonista è interpretato da Massimiliano Gallo, che abbiamo avuto il piacere di ammirare come marito di Imma Tataranni nella serie omonima creata da Mariolina Venezia. In questo caso Malinconico difende gli indifendibili diritti di un gruppo, coalizzato in una class action, di Impantanati che pretendono di intentare causa in nome del loro amore perduto. Se questo fosse possibile, non basterebbero tutti i tribunali del mondo per ospitare i processi di chi si sente defraudato in campo sentimentale, eppure il Nostro, tenendo fede al suo profilo di soggetto atipico e difficile da inquadrare, si sobbarca l’immane impresa. “Fra risate, battibecchi, colpi di scena e ordinarie drammaturgie familiari, Malinconico riuscirà ad articolare una stralunata difesa”. 
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Anche per la tassista-detective Debora Camilli, che alla sua quarta avventura si è ormai guadagnata l’affetto di molti lettori, è in preparazione una fiction televisiva. Uscita dalla penna esperta di Nora Venturini, regista teatrale, sceneggiatrice e scrittrice (nonché moglie del fascinoso Giulio Scarpati), la giovane, intraprendente protagonista, che non ha potuto realizzare il sogno di entrare in polizia, ma conserva lo spirito del piedipiatti, pare destinata a trovarsi coinvolta in misteriosi omicidi: un po’ come la profezia che si auto-adempie… Dopo L’ora di punta, Lupo mangia cane e Buio in sala, è appena uscito Paesaggio con ombre, dove lo sfondo è quello incantatore del Lungotevere Flaminio, dalle cui acque è stato ripescato un cadavere privo di documenti. Anche in questa puntata la strana coppia composta da Camilla e dall’anti-divo commissario capo Edoardo Raggio porterà felicemente a termine il caso. 
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Passando alla narrativa, La grande Zelda (2022) di Pier Luigi Razzano non è una biografia, ma un romanzo, in cui la protagonista racconta in prima persona la sua storia: un ritratto che ci svela la sua complessa personalità, la creatività messa in ombra dal successo del celebre marito, le passioni trascurate (il ballo, la scrittura, la pittura). Delle opere (lettere, racconti composti a quattro mani insieme al marito e il romanzo Lasciami l’ultimo valzer) potete trovare ampia scelta nel nostro catalogo. Ricordiamo anche che la “piccola compagnia della magnolia” presenterà, per il 28-29-30 ottobre, uno spettacolo sulla straordinaria figura di Zelda Fitzgerald (Teatro Linguaggicreativi). 
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Per par condicio, avendo parlato di Zelda, non possiamo trascurare il suo augusto consorte citando i Racconti dell’età del jazz, ambientati nei Roaring Twenties, i Ruggenti Anni Venti che, secondo Fernanda Pivano, furono “il decennio di tutte le proteste e di tutte le rivolte, delle utopie più ottimistiche e delle delusioni più spietate”. Di queste undici short stories, che potrebbero essere usate come modello per gli studenti dei corsi di scrittura, ricordiamo Il curioso caso di Benjamin Button, da cui è stato tratto un film; Il diamante grosso come il Ritz, racconto grottesco e simbolico di denuncia sociale; il suggestivo e notturno Tarquinio di Cheapside, da cui stralciamo questo paragrafo:
Non era roba per la ronda: quella notte Satana era in libertà, e a Satana somigliava l’uomo che si intravedeva per primo davanti, calcagno sul cancello, ginocchio sopra la recinzione. Era anche evidente che il nemico si aggirava vicino a casa, o almeno in quella zona di Londra consacrata ai suoi desideri più volgari, perché la via si restringeva come una strada in un quadro e le case si serravano sempre di più le une sulle altre, chiudendosi in un’imboscata naturale adatta al delitto e alla sua teatrale sorella, la morte violenta.
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Piccoli capolavori sono gli inediti pubblicati nel 2017 in Per te morirei: diciotto racconti, presentati ognuno da un breve cappello che ne ripercorre le vicissitudini editoriali. Contengono tutta l’America di Fitzgerald: la guerra civile, l’amata New York, il mondo del cinema e quello dell’editoria (su questo argomento il racconto d’apertura Il «pagherò» è davvero esilarante), l’ambiente dei ricchi qual era – e non è più stato – negli anni Venti e quello dei poveri della Grande Depressione. Il tutto in uno stile unico, incisivo, scattante, con calibratissime, sorprendenti, ironiche metafore. Pura maestria letteraria. 
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Vogliamo ricordare brevemente Gianni Celati, che ci ha lasciato all’inizio di quest’anno: grande scrittore, critico, traduttore (da segnalare la sua versione dell’Ulisse di Joyce, del 2013), professore di Letteratura anglo-americana (tra i suoi allievi Pier Vittorio Tondelli), nonché appassionato viaggiatore (durante il suo lungo soggiorno in Tunisia imparò la lingua araba). Il testo che consigliamo è quello dei Meridiani di Mondadori, Romanzi, cronache e racconti, che offre un ampio spettro dei suoi lavori e una vasta possibilità di scelta. I lettori lombardi (Celati era nato a Sondrio) riconosceranno nel suo stile lento e pacato, nelle descrizioni di paesaggi, nei diari di viaggio il familiare aspetto della pianura padana, come nella raccolta Narratori delle pianure, che spesso riporta storie tramandate oralmente, ammantate di uno stralunato stile fiabesco: si va dalla vicenda del radioamatore di Gallarate che si reca in una sperduta isola della Scozia (L’isola in mezzo all’Atlantico), alla ragazza giapponese del racconto omonimo che non può vivere senza consultare ogni settimana il suo signist o consigliere zodiacale, al barbiere con problemi esistenziali (Vivenza d’un barbiere dopo la morte). Scrittore che sa accontentare tutti i gusti, un vero “classico contemporaneo” secondo la definizione di Marco Belpoliti.
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Facendo un passo indietro nel tempo, un best seller ingiustamente dimenticato è Il verdetto, di Barry Reed (1980), da cui Sidney Lumet ha tratto nel 1982 un favoloso film con Paul Newman, Charlotte Rampling e James Mason. Si tratta di un legal drama (l’autore era egli stesso avvocato), che ricorda altre storie del genere (come quelle raccontate nei film La giuria, Erin Brockovich, Rain man), che descrivono la resistenza folle e disperata di piccoli onesti individui in lotta contro enti potenti (grandi compagnie di assicurazione, grandi studi legali, grandi aziende), armati soltanto della più ostinata cocciutaggine e della forza derivata da un profondo senso di giustizia. Una raccomandazione: fate attenzione, se lo leggete sui mezzi, perché ne sarete così coinvolti da rischiare di mancare la vostra fermata! 
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Agli amanti del pantagruelico investigatore Nero Wolfe proponiamo, nel caso in cui a qualche fortunato fosse sfuggito, Champagne per uno, un giallo spumeggiante per alleggerire lo spirito dei nostri affezionati lettori in questi tempi agitati. Se una donna dalla psiche palesemente fragile, che viaggia con una fiala di cianuro nella borsetta e proclama a gran voce di essere stanca di vivere, muore all’improvviso dopo aver bevuto una coppa di champagne, nessuno si sogna neppure lontanamente di sospettare un omicidio. Nessuno tranne il sagace Archie Goodwin e il suo ‘planisferico’ datore di lavoro. Una lettura d’evasione, ma di eccellente fattura.
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Ancora per gli amanti del giallo classico, è appena stata pubblicata una corposa edizione dei racconti e dei radiodrammi di Ellery Queen a cura di Carlo Lucarelli. Il volume non ha pretesa di esaustività, obiettivo quasi impossibile data la vastità della produzione del dinamico duo di cugini, ma nutre l’ambizione di aver raggiunto il massimo livello di ampiezza possibile (c’è anche un racconto che non era mai stato pubblicato in Italia). Gli unici gialli che si rivolgono direttamente al lettore, per sfidarlo a svelare il mistero, dopo che gli sono stati forniti tutti gli elementi chiave per poterlo dipanare: così faceva anche il mitico Jim Hutton (padre del talentuoso Timothy, che ha interpretato anche Archie Goodwin, forse in competizione con il padre) nella favolosa serie degli anni Settanta.
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movienized-com · 3 months
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I peggiori giorni (2023)
I peggiori giorni (2023) #MassimilianoBruno #EdoardoLeo #AnnaFoglietta #RenatoCarpentieri #FabrizioBentivoglio #GiuseppeBattiston Mehr auf:
Jahr: 2023 (August) Genre: Comedy Regie: Massimiliano Bruno, Edoardo Leo Hauptrollen: Edoardo Leo, Massimiliano Bruno, Anna Foglietta, Renato Carpentieri, Fabrizio Bentivoglio, Giuseppe Battiston, Claudia Pandolfi, Anna Ferzetti, Neri Marcorè, Ricky Memphis, Rocco Papaleo, Giovanni Storti. E con Sara Baccarini, Marco Bonini, Liliana Fiorelli, Massimo Wertmüller … Filmbeschreibung: Weihnachten…
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movie-titlecards · 4 months
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The Invisible Boy (2014)
My rating: 4/10
Mostly a decent enough, if rather generic, superhero origin story (though I still can't quite figure out how the kid's parents escaped Soviet Russia in the early 2000s), but it loses points for making me look at a naked little boy a whole bunch, especially when he's being weird and creepy.
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lumieretrain · 6 months
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Here’s my new review in IMDb about Grazie Ragazzi by Riccardo Milani, which is an excellent movie, which balances the humor and drama with a touch of realism.
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statoprecario · 1 year
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Il ritorno di Casanova il nuovo film di Gabriele Salvatores aprirà l'edizione 2023 del Bif&st in anteprima assoluta
Sarà IL RITORNO DI CASANOVA, il nuovo film di Gabriele Salvatores con Toni Servillo, Fabrizio Bentivoglio e Sara Serraiocco ad inaugurare al Teatro Petruzzelli, il 25 marzo, la quattordicesima edizione del Bif&st in programma a Bari dal 24 marzo (pre-apertura al Teatro Kursaal) al 1° aprile. Prima della proiezione in anteprima assoluta del film, il Premio Oscar Salvatores riceverà dalle mani di…
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italiadavivere · 2 years
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Fabrizio Bentivoglio: l'arte di essere un attore vero
Fabrizio Bentivoglio: l’arte di essere un attore vero
Uno dei nostri attori più dotati e amati affronta il personaggio nato dalla penna di Alessandro Robecchi. Sullo sfondo di una Milano proiettata nel futuro, Fabrizio Bentivoglio interpreta un antieroe molto simile a se stesso. Scrive di lui l’Enciclopedia Treccani: “È stato convincente soprattutto nel rappresentare una generazione in bilico tra utopia e cinismo”.  Quando alla vigilia dell’uscita…
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diceriadelluntore · 1 year
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Storia Di Musica #264 - Fabrizio De André - Non Al Denaro Non All’Amore Nè Al Cielo, 1971
La piccola scelta di dischi ispirati a grandi romanzi non poteva che finire con questo disco. Senza dubbio è forse il primo che viene a mente riguardo al tema di un disco italiano che ha la caratteristica appena citata, e rimane uno degli episodi più significati della carriera, straordinaria, del suo autore. Fabrizio De André aveva appena pubblicato un disco che, in teoria, poteva benissimo rientrare nel tema principale di Febbraio: La Buona Novella (1970) infatti era un concept, tipologia molto cara all’autore genovese, che si ispirava ai Vangeli Apocrifi. Il Gesù di De André è profondamente umano, in una Palestina antica che in molti passaggi rimanda ai riflessi dell’Italia degli anni ‘70, in una sorta di porta incantata di quotidianità. Allora lo aiutarono Roberto Danè, produttore, paroliere, arrangiatore che proprio in quegli anni fondava la Produttori Associati (che pubblica il disco) e gli arrangiamenti di Giampiero Reverberi. Album toccante, ha una delle mie canzoni preferite di De André, il Testamento Di Tito. Proprio questa canzone fu registrata dal cantante Michele, nome d’arte di Gianfranco Michele Maisano, come lato b di Susan Dei Marinai, scritta dallo stesso De André nei cui titoli non appare, sostituito dal grande Sergio Bardotti. Il progetto iniziale di un disco ispirato ad uno dei libri più amati da De André doveva essere infatti un progetto curato dallo stesso trio De André, Darè e Reverberi per il cantante Michele, ma dissidi interni ruppero l’accordo, e Reverberi se ne va. A questo punto, De André riprende l’Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters, il libro in questione, e ne inizia a ragionare con la sua amica Fernanda Pivano, colei che, su suggerimento di Cesare Pavese, per prima portò in Italia e tradusse questo viaggio sentimentale e particolare che Lee Masters fa dell’America di provincia, ancora più ricca di contraddizioni e storie marginali. Per chi non lo ricordasse, l’Antologia è una raccolta di poesie-epitaffio della vita dei residenti dell'immaginario paesino di Spoon River sepolti nel cimitero locale, pubblicato tra 1914 e il 1915 sul Reedy's Mirror di Saint Louis, che la Pivano tradusse e che Einaudi pubblicò  nel 1943 (prima edizione parziale) e nel 1945 (tutti i 212 epitaffi dei personaggi). De André collabora con un suo amico paroliere, Giuseppe Bentivoglio, con cui scrisse Ballata Degli Impiccati da Tutti Morimmo A Stento del 1968, per i testi e sceglie agli arrangiamenti un fresco diplomato del conservatorio, Nicola Piovani, al suo primo impiego importante di una carriera che lo porterà fino all’Oscar. Ad aiutarli una squadra di musicisti grandiosa:  il violista Dino Asciolla, Edda Dell'Orso, soprano, i chitarristi Silvano Chimenti e Bruno Battisti D'Amario, questi tre ultimi storici collaborato di Ennio Morricone, il bassista Maurizio Majorana, membro dei Marc 4, il violoncellista classico d'origine russa Massimo Amfiteatrof, il batterista Enzo Restuccia, il maestro beneventano Italo Cammarota e il polistrumentista Vittorio De Scalzi, membro fondatore dei New Trolls. De André compone 9 brani, partendo come Lee Masters da La Collina, il luogo dove sorge il cimitero dove riposano i defunti di Spoon Rivers. 7 brani sono divisi in due grandi categorie: uomini morti d’invidia, ovvero Un Matto, Un Giudice, Un Blasfemo, Un Malato Di Cuore e uomini di scienza, con le sue contraddizioni etiche, ovvero Un Medico, Un Chimico, Un Ottico. Rimane poi Il Suonatore Jones, l’unico che rimane con lo stesso titolo del libro, che chiude il disco, con De André che però gli “toglie” il violino e lo fa suonatore di flauto. Straordinario è il lavoro di rifacimento e di ricreazioni nei testi: per esempio ne Un Giudice, ispirato a Selah Lively, deriso per la sua statura, in Masters è 5 piedi e 2 pollici (=157 cm circa) e nel testo di De André diviene così: Cosa vuol dire avere\Un metro e mezzo di statura\Ve lo rivelan gli occhi\E le battute della gente. I personaggi dell’invidia sono il giudice che ha trovato nella vendetta la sua alternativa alla derisione di essere basso, il matto che è stato spinto dall'invidia a “imparare la Treccani a memoria” (anche qui splendido gioco di trasposizione, in Lee Masters è l'Enciclopedia Britannica), il malato di cuore che riesce a vincere l'invidia attraverso l'amore, nonostante muoia appena porge le sue labbra su quelle della ragazza di cui è innamorato, Un Blasfemo invece è la canzone più politica, essendo uno strale contro chi “non Dio, ma qualcuno che per noi l'ha inventato / ci costringe a sognare in un giardino incantato”. Degli uomini di scienza, un medico è costretto dalla sua benevolenza, cioè curare i malati gratis, a vendere pozioni “miracolose” essendo caduto in miseria, un chimico è invece una storia di disillusione sull’amore, di un uomo che non capisce le unioni imperfette degli uomini rispetto a quelle perfette delle sostanze chimiche, un ottico invece, che vorrebbe regalare ai clienti un paio di occhiali magici per vedere davvero la realtà, è l’unico che probabilmente non è morto, dato che parla al presente (unicità che è presente anche in Lee Masters). Chiude il disco Il Suonatore Jones, inno alla libertà, di chi non ha voluto chiudere la sua libertà lavorando nei campi ma “Finii con i campi alle ortiche\Finii con un flauto spezzato\E un ridere rauco\E ricordi tanti\E nemmeno un rimpianto”. Oltre la qualità immensa del lavoro testuale è la musica che stupisce: gli arrangiamenti orchestrali, gli sviluppi tematici (come nel caso del motivo principale dell’iniziale La Collina, in continua trasformazione), la sovrapposizione di parti in forma di suite (un Ottico, con evidenti echi progressive ad un certo punto), l’uso di strumenti classici come clavicembali e violini. Sulla copertina della prima edizione, quella che ho pubblicato anche io, c’è un evidente errore grafico, con l’errata accentazione di "né". L’errore fu aggiustato nelle edizioni successive, e nel disco era presenta una lunghissima e delicata intervista di Fernanda Pivano a De André sulla genesi di questo disco e sul libro di Edgar Lee Masters, e alcuni racconti dello scrittore americano erano inseriti all’interno della confezione. Disco memorabile, da riscoprire e che formerà con il successivo, l’amatissimo e criticatissimo Storia Di un Impiegato uscito appena un anno più tardi (ad inizio del 1973) una trilogia lucidissima e potentissima sull’Italia di inizio anni ‘70.
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acquaconlimone · 9 months
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Scusate ma chi ha fatto il casting Raul Gardini lo vedeva così?
Ma dai, ma sembra Franco Oppini dei Gatti di Vicolo Miracoli da vecchio.
Con tutto il rispetto per Fabrizio Bentivoglio che è un grande attore, un bell'uomo ma Gardini era un'altra cosa.
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lamilanomagazine · 1 year
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I film da vedere al cinema a Pasquetta
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I film da vedere al cinema a Pasquetta. Poche cose sono certe nella vita, tra queste possiamo menzionare il meteo del giorno di Pasquetta che non lascia mai scampo a piogge e nuvole sparse e minacciose. Il trucco per ricorrere ai ripari, da eventuali imprevisti metereologici, è senz’altro la sala di un cinema, che può regalarci senza ombra di dubbio, un momento di circa due ore, durante l’ultima giornata delle feste pasquali. Tra i film presenti in sala possiamo trovare: Il ritorno di Casanova di Gabriele Salvatores La pellicola racconta la storia di Leo Bernardi (Toni Servillo) un regista che non accetta la caducità del tempo e le inevitabili sfide degli eventi in continua evoluzione. In cerca di un successo che possa confermare e rilanciare la sua carriera, Bernardi decide di dedicarsi a un’opera ambiziosa, decidendo di portare sul grande schermo il Casanova di Arthur Schnitzler. Ben presto, però, nella costruzione di questo Casanova (Fabrizio Bentivoglio), il regista si rende conto di star guardando in realtà sé stesso, un uomo un po' in là con gli anni che non ha più una vera e propria passione. Messianico, un viaggio verso Venezia, che gli farà trovare nuovamente la propria esistenza.   Dungeons & Dragons - L'onore dei ladri Tratto dall'omonimo gioco di ruolo ambientato nei Forgotten Realms, Dungeons & Dragons - L'onore dei ladri è un film di intrattenimento, appropriato per passare un pomeriggio al cinema. La storia è quella di Elgin (Chris Pine), un liutaio che non crede più nella sua missione e che, dopo la perdita della moglie, si è dedicato a piccoli crimini, insieme all'aiuto dell'amica Holga (Michelle Rodriguez). Quando però si profila all'orizzonte la possibilità di rubare una reliquia sacra che potrebbe cambiare il suo destino, Elgin decide di provare il tutto per tutto. Tradito da un suo compagno (Hugh Grant) che gli ruba anche l'affetto della figlia, Elgin dovrà fare di tutto non solo per uscire di prigione. Air - La storia del grande salto Diretto da Ben Affleck, Air - La storia del grande salto è una pellicola incentrata su eventi realmente accaduti. Si parla della collaborazione tra un giovanissimo Michael Jordan e la divisione dedicata al basket del marchio Nike. Narrazione che si snoda tra il racconto del talento, sacrifici e di determinazione. Nel film è presente Matt Damon, Viola Davis e lo stesso Ben Affleck, che mettono in scena la memorabile rivoluzione sia del mondo dello sport che della cultura pop del Novecento. I tre moschettieri: D'Artagnan Tratto dal romanzo capolavoro di Alexandre Dumas, I tre moschettieri: D’Artagnan rappresenta il primo capitolo di una dilogia che affronta le avventure del giovane guascone D'Artagnan (François Civil), che sogna di diventare un Moschettiere del Re sotto Luigi XIII (Louis Garrell). Arrivato a Parigi, senza sapere di essere stato testimone di un complotto, il giovane spadaccino incrocia la strada di tre moschettieri leggendari: Athos (Vincent Cassell), Porthos (Pio Marmai) e Aramis (Romain Duris). L'incontro non avviene sotto la migliore delle stelle, dal momento che D'Artagnan riesce a sfidare tutti e tre, ma ben presto i quattro uomini si troveranno coalizzati per sventare un diabolico piano del Cardinale Richelieu che, con l'aiuto di Milady (Eva Green), vuole prendere il potere.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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moviesandfood · 1 year
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Settembre
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chez-mimich · 1 year
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IL RITORNO DI CASANOVA
La pletora di film dedicati al cinema non sembra avere termine e così dopo “Tha Fabelmans”, “Babylon”, “Empire of light” per citare solo le ultime tre uscite, ecco la risposta italiana (non è l’unica a dire il vero) e cioè “Il ritorno di Casanova” di Gabriele Salvatores. La storia è quella di Leo Bernardi, regista in crisi d’indennità, in forte competizione con un regista giovane Lorenzo Marino (che nome improbabile!), che non riesce a portare a termine il film che dà il titolo al film: no, non è un errore né un gioco di parole, questo gioco di scatole cinesi di film che hanno per oggetto film, sale cinematografiche che proiettano film che hanno per oggetto il cinema, sembra ormai diventato un gioco un po’ stucchevole, ma questo passa il convento. Il film di Salvatores, liberamente ispirato all’omonimo romanzo di Arthur Schnitzler, è un film girato con una certa grazia, ma forse con un po’ troppo formalismo. Due i piani di narrazione, quello del regista in crisi, delle sue relazioni affettive, dell’intenso rapporto con il montatore e dello scontro perenne col produttore, tutto questo girato in un algido b/n e l’altro piano quello del prodotto (cioè un film su Giacomo Casanova), girato a colori. La trovata di Salvatores, quella di scegliere il colore per l’immaginazione e il b/n per la realtà, detto francamente, non è poi così geniale come i media e una parte della critica vorrebbero far credere. Resto dell’opinione che l’effetto speciale dovrebbe essere intrinseco alla narrazione filmica e non qualcosa di posticcio, ma naturalmente si tratta di una opinione personale. L’intersezione dei due piani e l’intersecarsi delle vicende di Casanova con quelle del regista (anche lui un po’ Casanova), non convincono appieno. Salvatores sembra gigioneggiare con questo artifizio visto più e più volte nella storia del cinema. L’ “happy end” è garantito, il film viene portato a termine dal regista con il fondamentale aiuto del montatore Gianni (il cognome non c’è boh…). Anche le scene salienti e più pubblicizzate nei “trailers”, come quella della casa dalla domotica impazzita, hanno qualcosa di “déjà vu”, basti ricordare le sequenze demenziali di Jacques Tati in “Playtime” (del 1965!). La storia d’amore tra il regista e la contadina conosciuta durante la ricerca di una “location” del set è un po’ stantia, mentre “Giacomo Casanova” sembra essere più convincente anche grazie alla buona interpretazione di Fabrizio Bentivoglio, ma certo, se si voleva alludere (ma forse no), al Donald Sutherland del “Casanova” di Federico Fellini, allora “non ci resta che piangere” tanto per restare in tema di citazioni. Sufficienza piena, sicuramente, ma non mezzo punto in più.
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londranotizie24 · 1 year
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Cinema Italia Uk: Antonio Albanese e il suo ultimo film "aspettano" Godot nel Regno Unito
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Di Simone Platania @ItalyinLDN @ICCIUK @ItalyinUk @inigoinLND Il film Grazie ragazzi sbarca in Uk grazie a Cinema Italia Uk: Antonio Albanese e il suo ultimo film "aspettano" Godot nel Regno Unito. Cinema Italia Uk: Antonio Albanese e il suo ultimo film "aspettano" Godot nel Regno Unito Se c'è un appuntamento immancabile e fisso mensile in Uk che collega il cinema italiano al pubblico britannico, è quello proposto da Cinema Italia Uk. La cinematografia italiana da sempre attrae da sempre affezionati e fan da tutto il mondo e la Terra d'Albione non fa eccezione, tra prime, proiezioni ed eventi dedicati al mondo del cinema italiano. Questo mese tocca ad Antonio Albanese e il suo ultimo film: Grazie ragazzi. La proiezione è attesa per il 23 aprile dalle 19:00 al Riverside Studio. Il biglietto e ulteriori informazioni sullo screening sono disponibili qui. Omaggio a "Aspettando Godot" di Samuel Beckett, Grazie Ragazzi è una commedia sull'attesa, sull'imparare ad aspettare e sul rivolgersi all'arte per trovare conforto e redenzione. Protagonisti il genio comico Antonio Albanese (Cetto LaQualunque, Alex Drastico) e il pluripremiato attore Fabrizio Bentivoglio. Ma non solo. Vinicio Marchioni (Romanzo Criminale, Django), Sonia Bergamasco e Giacomo Ferrara compongono il cast del fillm. Diretto da Riccardo Milani (Il posto dell'anima, Come un gatto in autostrada) il film getta uno sguardo comico sulle carceri italiane e sulla necessità di cultura e di sbocchi creativi per i detenuti come mezzo di riabilitazione e di autoaffermazione. ... Continua a leggere su www. Read the full article
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patepatu · 2 years
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..Per me l’Amore era lei che si occupava di me. Io non pensavo per due .
Fabrizio Bentivoglio nel film Settembre.
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sounds-right · 27 days
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 Francesco Cavestri in concerto al Blue Note di Milano il 14 aprile 2024
Dopo il successo registrato in Triennale per JAZZMI e in diverse città italiane, domenica 14 aprile 2024 Francesco Cavestri sarà in concerto nel tempio europeo del jazz internazionale, il BLUE NOTE DI MILANO, alle 20.30 con la data di apertura del tour "IKI - Bellezza Ispiratrice".
Domenica 14 aprile ore 20,30 il pianista compositore Francesco Cavestri (premiato come il più giovane tra i migliori Nuovi Talenti 2023 dalla Rivista Musica Jazz), presenta al Blue Note di Milano i suoi ultimi album: "Early 17", uscito a marzo 2022 con la collaborazione di Fabrizio Bosso, e "IKI – Bellezza Ispiratrice", uscito a gennaio 2024, con la collaborazione di Paolo Fresu (ispirato alla filosofia giapponese, l'album mantiene come fulcro creativo il pianoforte, mescolandolo a patine di sonorità contemporanee, in un costante incontro di stili e generi a confronto, e vede la collaborazione di artisti del calibro di Paolo Fresu e Cleon Edwards, batterista americano già al fianco di Erykah Badu, Lauryn Hill e Cory Henry). 
Al Blue Note Francesco Cavestri si presenterà con un trio under 30 d'eccezione, formato da Riccardo Oliva al basso e Gianluca Pellerito alla batteria, ovvero due tra i migliori strumentisti della nuova generazione italiana anche a livello internazionale.
La serata spazierà dalla presentazione di brani originali scritti da Francesco Cavestri, presenti all'interno degli album pubblicati, fino ad arrivare a reinterpretazioni di giganti come John Coltrane, Ryuichi Sakamoto, Robert Glasper e Radiohead.
Un concerto imperdibile, con il Blue Note a fare da apripista, ancora una volta, ai grandi nuovi talenti del nostro paese.
"Francesco ha una capacità musicale veramente impressionante. Un ragazzo giovane con una grande maturità che riversa nella musica, creando concerti bellissimi e dimostrando un grande interplay con gli altri musicisti […] progetti come quello di Francesco, mediati e respirati da un giovane come lui e che legano il jazz a generi come l'hip hop o la musica elettronica, sono il miglior modo per raccontare che il jazz è una musica per tutti." Paolo Fresu
Guarda qui un estratto del live in Piazza Maggiore del 9/09 per il Festival Strada del Jazz
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BIO
Pianista compositore e divulgatore (classe2003), Francesco Cavestri studia pianoforte dall'età di 4 anni e si laurea a 20 anni in pianoforte jazz al Conservatorio di Bologna (il più giovane laureato del dipartimento Jazz). Negli USA ha modo di frequentare la scena musicale newyorkese e di studiare al Berklee College of Music di Boston, dove conosce un gruppo di musicisti americani con cui si esibirà in importanti rassegne estive a Bologna e a Boston. 
Il suo primo album "Early17," una combinazione di hip-hop, soul e R&B, con elementi di jazz contemporaneo,formato da 9 tracce inedite e feat di Fabrizio Bosso, ottiene consenso di pubblico e di critica. Cavestri in questi anni si è esibito in importanti Festival e Jazz Club italiani ed esteri  (il Bravo Caffè di Bologna, l'Alexanderplatz Jazz Club di Roma, la Cantina Bentivoglio di Bologna, il Wally's Jazz Club di Boston, la Casa del Jazz di Roma, il Festival Time in Jazz in Sardegna, il Festival JazzMi a Milano). Come divulgatore ha presentato la sua lezione-concerto "Jazz / hip hop – due generi fratelli" nelle scuole, nei teatri (anche a fianco di Paolo Fresu) e nei festival (Time in Jazz e JazzMi) e a breve uscirà anche una pubblicazione.
Al Festival "Strada del Jazz 2023" con il suo concerto in Piazza Maggiore a Bologna (che è stato registrato e prodotto dalla Regione Emilia-Romagna per la rassegna Viralissima) ha vinto il Premio come giovane pianista che unisce presente e futuro. 
Di recente ha anche registrato la sua prima colonna sonora per un podcast di produzione Rai, il cui album è uscito il 16 febbraio. 
Dopo "IKI – BELLEZZA ISPIRATRICE" (gennaio 2024), la colonna sonora originale per il Podcast Rai "Una morte da mediano" è il terzo album di Francesco Cavestri, disponibile sulle piattaforme di streaming digitale dal 16 febbraio 2024.  Ad aprile 2024 partirà il Tour "IKI- Bellezza Ispiratrice" che toccherà diverse città, tra le quali ricordiamo: Milano, Roma, Bologna, Trapani.
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