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#figli delle favole
vintagebiker43 · 5 months
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PERCHÉ NON CREDO IN DIO
di Carlo Rovelli:
“Diverse persone mi hanno chiesto perché dico che non credo in Dio. Ecco la mia risposta.
A me non piacciono quelli che si comportano bene per paura di finire all’inferno. Preferisco quelli che si comportano bene perché amano comportarsi bene.
Non mi piacciono quelli che sono buoni per piacere a Dio. Preferisco quelli che sono buoni perché sono buoni.
Non mi piace rispettare i miei simili perché sono figli di Dio. Mi piace rispettarli perché sono esseri che sentono e che soffrono.
Non mi piace chi si dedica al prossimo e coltiva la giustizia pensando in questo modo di piacere a Dio. Mi piace chi si dedica al prossimo perché sente amore e compassione per le persone.
A me non piace sentirmi in comunione con un gruppo di persone stando zitto dentro una chiesa ascoltando una funzione. Mi piace sentirmi in comunione con un gruppo di persone guardando i miei amici negli occhi, parlando con loro, e guardando il loro sorriso.
Non mi piace emozionarmi davanti alla natura perché Dio l’ha creata così bella. Mi piace emozionarmi perché è così bella.
Non mi piace consolarmi della morte pensando che Dio mi accoglierà. Mi piace guardare in faccia la limitatezza della nostra vita e imparare a sorridere con affetto a sorella morte.
Non mi piace chiudermi nel silenzio e pregare Dio. Mi piace chiudermi nel silenzio e ascoltare le profondità infinite del silenzio.
Non mi piace ringraziare Dio: mi piace svegliarmi al mattino, guardare il mare e ringraziare il vento, le onde, il cielo e il profumo delle piante, la vita che mi fa vivere, e il sole che si alza.
A me non piacciono quelli che mi spiegano che il mondo l’ha creato Dio, perché penso che non lo sappia nessuno di noi da dove viene il mondo; penso che chi dice di saperlo si illude; preferisco guardare in faccia il mistero, sentirne l’emozione tremenda, piuttosto che cercare di spegnerla con delle favole.
A me non piacciono coloro che credono in Dio e così sanno dove sta la Verità, perché penso che in realtà siano ignoranti quanto me. Penso che il mondo è per noi ancora uno sterminato mistero. A me non piacciono quelli che conoscono le risposte. Mi piacciono di più quelli che le risposte le cercano, e dicono «non so».
Non mi piace chi dice di sapere cosa è bene e cosa è male, perché sta in una chiesa che ha il monopolio di Dio, e non vede quante diverse chiese esistono al mondo. Quante morali diverse, e ciascuna sincera, esistono al mondo.
Non mi piace chi dice a tutti cosa tutti devono fare, perché si sente forte grazie al suo Dio. Mi piace chi mi dà suggerimenti sommessi, chi vive in un modo che mi stupisce e ammiro, chi fa scelte che mi emozionano e mi fanno pensare.
Mi piace parlare agli amici, provare a consolarli se soffrono. Mi piace parlare alle piante, dare loro da bere se hanno sete. Mi piace amare. Mi piace guardare il cielo in silenzio. Mi piacciono le stelle. Mi piacciono infinitamente le stelle.
Non mi piace chi si rifugia nelle braccia di una religione quando è sperso, quando soffre; preferisco chi accetta il vento della vita, e sa che gli uccelli dell’aria hanno il loro nido, ma il figlio dell’uomo non ha dove posare il suo capo.
E siccome vorrei essere simile alle persone che mi piacciono, e non a quelli che non mi piacciono, non credo in Dio.”
Carlo Rovelli,
fisico e saggista
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fee-ling · 13 days
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Siamo tutti schiavi
Figli delle tenebre
Condannati al mondo delle favole
Tutti schiavi uniti dalle tenebre
Condannati a vivere le favole
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ambrenoir · 1 month
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Dove senti fatica lascia andare.
Lascia andare le troppe spiegazioni.
Chi ti ama sa, non ha bisogno di giustificazioni.
Lascia andare chi non è capace di gioire per te.
Lascia andare le persone che aspettano sempre sia tu a cercarle.
Lascia andare la polvere sui mobili e i panni da lavare .
Pulisci piuttosto i pensieri e profuma l'anima. Fatti del bene, cammina nel bosco, viaggia dentro un libro, ascolta musica e canta.
Esci, chiudi la porta e pensa un po' a te, che la polvere sul pavimento ti aspetterà anche domani ma tu no, non puoi aspettare più.
Lascia andare i pettegolezzi, i pensieri inutili, le parole taglienti della gente.
Lascia andare i giudizi sbagliati, che chi non ha camminato con le tue scarpe non può sapere perché usi quel passo.
Lascia andare i desideri in eccesso.
Tieniti piccoli sogni importanti, obiettivi vicini, tieniti tempo e lascia andare l'invidia, che dietro ad ogni vita ci sono pensieri e dolori, anche dietro a quella che sembra perfetta.
Lascia andare i tuoi figli per la loro strada, rimani un passo indietro pronta ad aiutarli se te lo chiederanno.
Non ti stupire delle pagine bianche. Dove tu non avrai soluzioni loro ti aiuteranno a scrivere.
Perché essere genitori si impara e si impara con i figli per mano.
Lascia andare la gonna stretta che vuoi chiudere a forza. Accetta la persona che sei adesso.
La tua taglia in più comprende esperienze, storie, emozioni che hanno il diritto di star comode dentro di te.
Lascia andare la perfezione che non è di questo mondo, non è del tuo corpo.
Non è e basta.
Il modo imperfetto è quello delle favole dove tutto si può inventare " C'era una volta un mago..." e c'eri una volta tu.
Impara a raccontarti per capire la favola che sei stata, senza nemmeno rendertene conto.
Figlia, studentessa, amica, donna in carriera, single per scelta, madre severa, moglie tradita, amante.
Ora lascia andare e amati, perdonati, appoggia i pesi, chiedi aiuto, respira.
Ringrazia per la tua libertà.
Per la libertà di scegliere
Di parlare
Di studiare
Di sposarti, di ripensarci, di farlo ancora.
Dai valore a ciò che hai.
Dai valore a te stessa,
Lascia andare i pesi e vola.
Che dal cielo tutto ha un'altra prospettiva.
Irene Renei
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veritanascoste · 4 months
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Sanremo - LOCUSTA
Riflettiamo.....
L'ALIENO NON SA PIU' CHE PESCI PIGLIARE? ormai lo sappiamo che la Matrix è allo sbando. E Sanremo è uno dei suoi emblemi. Comparse di personaggi ambigui, cantanti già morti riesumati, simbolismi occulti, messaggi subliminali, etc. Tutto ciò per chi ha un minimo di coscienza è una via di mezzo tra il ridicolo e l'orrendo. Penso che gli Alieni, che stanno dietro a tutto, non sappiano più che pesci (o insetti) pigliare, Anche in questa immagine che ho postato si può ben vedere la forma di una testa di cavalletta (o mantide), una delle tipologie aliene, benissimo spiegate nel tempo dal prof. Malanga. Mentre l'industria agro alimentare ci induce ad iniziare a cibarci di cavallette (forse per aiutarci a fare il salto in altro?). loro tentano l'impossibile, che per noi ormai risulta assurdo e irreale, per far saltare nel loro pollaio più uomini insetto possibile. già alienati da tempo.. Infatti la parola Insetto è il loro processo, "Ti resetto e ti Insetto (mentre te lo metto", per trasformare l'uomo "sapiens" in uomo cavalletta a loro immagine e somiglianza. Vi è sempre una metafora tra ciò che accade fuori e ciò che accade dentro. Loro sono alle strette finali, le nostre menti anche, fanno show pensando di crederci ancora nelle loro favole, che ormai sono smontate pezzo su pezzo dalla nostra Coscienza, riconoscendo in tutto ciò quello che a molti è già chiaro: non ce la fanno più, sono stanchi, sfiniti, sembrano forti, ma non lo sono. Pensano di far ancora presa su di noi, ma, rimanendo loro nella polarità, fanno momentaneamente gola alle persone ancora invogliate a godersi la matrice effimera. Sono in discesa libera ma senza sci e senza una pista. Perché molti di noi hanno capito che l’alieno eravamo noi proiettato fuori e abbiamo scelto di non dargli più attenzione passando da alienati ad allenati a riconoscerli in noi. Ne hanno fatti tanti di film per farci capire che siamo stati invasi da loro (Alien, Indipendence Day, Prometheus, Mars Attack, la Guerra dei Mondi, Signs, Ultimatum alla Terra, Invasion, The Arrival); bene, grazie, l’abbiamo capito che ci avete colonizzato e volete fondervi con noi, no grazie. Accettate il fatto che i veri Figli della Fonte non li avrete mai perchè fuori dalla vostra amata polarità. Adesso abbiamo scelto la conclusione di tutto ciò. Il nostro Festival Reale della Sorgente, è cominciato da tempo, ascoltiamo le sue melodie eterne in noi e lo guardiamo divertiti e rilassati nel nostro Cuore. un abbraccio.
Emiliano https://t.me/esserecoscienza1
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eseildomanifosseieri · 4 months
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Lui è stata la mia "prima volta" di un sacco di cose: il primo bacio, il primo viaggio da sola, il primo tramonto con un ragazzo e il primo cinema da amanti. E non capisco, non riesco a razionalizzare, su come sia possibile lasciare andare qualcuno che ha esattamente la metà dei miei ricordi. Di quei momenti insieme potremo raccontarne solo due versioni, che son poi la stessa, la mia e la sua, e poi nessun altro; nessuno che conosca la vera versione dei fatti oltre noi. Però questo siamo oggi, una bella storia da raccontare a qualcuno che poi, a chi frega di questa storia?
Io mi auguro che lui trovi un'altra donna, e che ne faccia una famiglia bella come quella che mi ha sempre raccontato nelle notti insommi, magari dopo aver fatto l'amore. Mi auguro che possa avere dei figli e forse, allora, questa storia sarà raccontata a qualcuno : come favole della buona notte o come racconto di forza ai primi amori andati male in adolescenza o magari chissà, addirittura come racconti di storia ai propri nipoti di quelle storie che i figli non sanno niente e finiscono con un "papà ma questa storia non me l'hai mai raccontata a me, non sapevo che avevi avuto qualcuno oltre la mamma" o forse chissà, quella storia scritta in cianfrusaglie che saranno trovate solo quando troppo tardi per chiederti spiegazioni.
Mi auguro che possa restare per sempre, un pó di me, dentro le cose che fai.
Mi auguro che tu possa costruire il "nostro" bagno dei sogni (lo so, fa un po ridere, ma immaginavamo un bagno con una doccia grande dove poter essere nudi insieme e fare l'amore sotto l'acqua calda) o magari il giardino della casa come avevamo immaginato di vederci correre Ciak (il nostro cane immaginario).
Mi auguro, che i tuoi figli portino a casa un'amichetta con il mio stesso nome o con i miei stessi occhi e tu possa ricordati di quella volta che hai visto per la prima volta me. Mi auguro anche, però, che tu possa avere sempre gli stessi occhi felici che ho conosciuto io, il sorriso grande sul volto e un paio di scarpe da trekking ai piedi.
Ti auguro tanti tramonti sulle vette delle montagne, tante notti nella tenda o a guardar le stelle e soprattutto, ti auguro un amore sincero fatto di pura felicità.
Invece, per quanto riguarda me, mi auguro di poter ricominciare, di ripartire da dove sono e non tornare invece al punto zero. Mi auguro di amarmi sempre, come mi hai insegnato tu; perché le violenze non si dimenticano e tu lo sai bene. Mi auguro di esser forte e di riuscire a consolare da sola quei singhiozzi, di lacrime spezzate, che ho qualche volta di notte. Mi auguro di non commettere gli stessi errori del passato; che per dimenticare quelle mani sporche su di me, mi son nascosta dietro a kg di grasso per poi rendermi conto, allo specchio, che non riuscivo a riconoscere neanche più me stessa e che di me erano rimasti solo gli occhi tristi e terrorizzati dalla vita. Mi auguro, di poter essere forte sempre e di darmi la possibilità di esser fragile.
Non lo so neanche cosa ho scritto, ma va bene così.
-Eseildomanifosseieri.
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sottileincanto · 1 year
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Se non fosse per il clima troppo mite sembrerebbe una giornata di novembre, con questa pioggia fitta e sottile che inzuppa i pensieri e appesantisce i sentimenti.
Oggi sarebbe la festa della mamma. In giro già dal mattino presto si vedono tutti questi figli con mazzi colorati di fiori in mano, che fanno uno strano contrasto con le macchine bagnate e il cielo grigio.
Allora mi viene in mente la mia di mamma, che non ricorda più il mio nome e non sa più chi sono. Mi ricordo di quando ero piccola e non facevo altro che sognarla e cercarla. Sognavo una mamma come quelle dei libri illustrati delle suore dell'asilo, angelo del focolare affettuoso e dedito alla famiglia, una di quelle mamme che ti aspettano a casa con il pranzo pronto e un abbraccio caldo. Invece tutto quello che ricordo è una spasmodica attesa, un'assenza infinita perché lei, innamorata prima di tutto del suo lavoro, si alzava troppo presto la mattina e la sera tornava troppo tardi. Così sono cresciuta con una mamma a forma di assenza, che, quando c'era, era troppo stanca o troppo triste o troppo spaventata dalle minacce del marito. Ma che nonostante questo diceva di conoscermi meglio di chiunque altro e che avrebbe sempre saputo quale fosse la cosa migliore per me. Io mi fidavo, perché in fondo, la mamma è sempre la mamma, ti ha fatto lei...chi potrebbe conoscerti meglio?
Però più crescevo e più mi rendevo conto che se al posto della mamma io avevo un sogno, lei al posto di una figlia aveva la sua idea di figlia, di come ero e di come sarei dovuta diventare. Ci ho messo molto tempo per capirlo, per rendermi conto che, a parte una manciata di ricordi comuni, eravamo due estranee sotto lo stesso tetto e che per quanto mi fossi impegnata non sarei mai riuscita a riempire il suo vuoto. Mi avevano raccontato un'altra bugia, mi avevano detto che un figlio è sempre la cosa più grande che una madre possa avere, ma evidentemente non è così. Vedi a volte cosa succede a credere alle favole.
E adesso che, anche se sei viva mamma, non ci sei più, vorrei avere la forza e la capacità di lasciarti andare. Di buttare via il peso dell'idea che proteggerti e renderti felice fosse compito mio e di aver fallito tutta la vita. Di lasciarmi alle spalle tutto il vuoto e la mancanza, il tuo e il mio, perché non lo voglio più. Di abbracciare la realtà così com'è - per niente fiabesca - e riuscire a pensare che, in fondo, va bene anche così. Di aver cura di ciò che è rimasto di te per tutto il tempo che rimane, senza viverlo come una perdita costante ma interpretandolo come una forma di pienezza.
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colonna-durruti · 5 months
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Il Natale l’ho ereditato dalla mia famiglia proprio come gli occhi, il naso o i capelli. Va al di là della mia volontà, non l’ho scelto, e’ stato lui a scegliere me . Il Natale semplicemente mi capita, ogni anno, e ogni anno mi cattura e mi tiene in scacco per qualche giorno e poi, come è arrivato, se ne va . È un Natale che segue i riti e le tradizioni di una festa laica e non mi sento in difetto per questo , non ci leggo alcuna ipocrisia, lo sento prepotentemente e legittimamente mio e me lo tengo. Quindi voglio augurare un buon Natale a tutti, anche a quelli come me che non credono nel bue e nell’asinello e lo faccio con queste parole nelle quali mi riconosco e di cui voglio farvi dono: PERCHÉ NON CREDO IN DIO:
“Diverse persone mi hanno chiesto perché dico che non credo in Dio. Ecco la mia risposta.
A me non piacciono quelli che si comportano bene per paura di finire all’inferno. Preferisco quelli che si comportano bene perché amano comportarsi bene.
Non mi piacciono quelli che sono buoni per piacere a Dio. Preferisco quelli che sono buoni perché sono buoni.
Non mi piace rispettare i miei simili perché sono figli di Dio. Mi piace rispettarli perché sono esseri che sentono e che soffrono.
Non mi piace chi si dedica al prossimo e coltiva la giustizia pensando in questo modo di piacere a Dio. Mi piace chi si dedica al prossimo perché sente amore e compassione per le persone.
A me non piace sentirmi in comunione con un gruppo di persone stando zitto dentro una chiesa ascoltando una funzione. Mi piace sentirmi in comunione con un gruppo di persone guardando i miei amici negli occhi, parlando con loro, e guardando il loro sorriso.
Non mi piace emozionarmi davanti alla natura perché Dio l’ha creata così bella. Mi piace emozionarmi perché è così bella.
Non mi piace consolarmi della morte pensando che Dio mi accoglierà. Mi piace guardare in faccia la limitatezza della nostra vita e imparare a sorridere con affetto a sorella morte.
Non mi piace chiudermi nel silenzio e pregare Dio. Mi piace chiudermi nel silenzio e ascoltare le profondità infinite del silenzio.
Non mi piace ringraziare Dio: mi piace svegliarmi al mattino, guardare il mare e ringraziare il vento, le onde, il cielo e il profumo delle piante, la vita che mi fa vivere, e il sole che si alza.
A me non piacciono quelli che mi spiegano che il mondo l’ha creato Dio, perché penso che non lo sappia nessuno di noi da dove viene il mondo; penso che chi dice di saperlo si illude; preferisco guardare in faccia il mistero, sentirne l’emozione tremenda, piuttosto che cercare di spegnerla con delle favole.
A me non piacciono coloro che credono in Dio e così sanno dove sta la Verità, perché penso che in realtà siano ignoranti quanto me. Penso che il mondo è per noi ancora uno sterminato mistero. A me non piacciono quelli che conoscono le risposte. Mi piacciono di più quelli che le risposte le cercano, e dicono «non so».
Non mi piace chi dice di sapere cosa è bene e cosa è male, perché sta in una chiesa che ha il monopolio di Dio, e non vede quante diverse chiese esistono al mondo. Quante morali diverse, e ciascuna sincera, esistono al mondo.
Non mi piace chi dice a tutti cosa tutti devono fare, perché si sente forte grazie al suo Dio. Mi piace chi mi dà suggerimenti sommessi, chi vive in un modo che mi stupisce e ammiro, chi fa scelte che mi emozionano e mi fanno pensare.
Mi piace parlare agli amici, provare a consolarli se soffrono. Mi piace parlare alle piante, dare loro da bere se hanno sete. Mi piace amare. Mi piace guardare il cielo in silenzio. Mi piacciono le stelle. Mi piacciono infinitamente le stelle.
Non mi piace chi si rifugia nelle braccia di una religione quando è sperso, quando soffre; preferisco chi accetta il vento della vita, e sa che gli uccelli dell’aria hanno il loro nido, ma il figlio dell’uomo non ha dove posare il suo capo.
E siccome vorrei essere simile alle persone che mi piacciono, e non a quelli che non mi piacciono, non credo in Dio.”
Carlo Rovelli
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inesistenzadellio · 1 year
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Oggi in macchina, sentendo la radio, ho ascoltato di questa donna, coetanea, con una malattia rara, che raccontava le sue vicissitudini e menzionava suo marito e i suoi figli. Il primo pensiero che mi è venuto in mente è stato: possibile che una persona che ha dovuto rinunciare a determinate esperienze della sua vita e che, parliamoci chiaro, non rientra certo nella norma della desiderabilità comune, sia riuscita a trovare un compagno e io invece mi barcameni in relazioni che non sono ne carne ne pesce o che non sono proprio? (È un pensiero dispregiativo ma è comunque una base valida di riflessione). Ho pensato allora che il problema sia io, non in quanto persona che non vada bene per essere un compagno di vita, ma perché ho delle idee balzane, immature, adolescenziali anche, su chi e come dovrebbe essere la mia compagna.
Tutte queste convizioni che chi potrebbe dividere la vita con me debba essere una qualche rappresentazione della mia anima, amata profondamente, desiderata, che mi stimoli continuamente ecc ecc... probabilmente sono favole.
Forse diventare emotivamente adulti significa, tra le altre cose, capire quali siano i criteri validi per scegliere una persona con cui condividere la propria vita. Mi risuonano le parole di Bojack Horseman quando dice che non esiste nessuno che ti completa, ma che se trovi una persona che ti sopporta nonostante tu sia come sia, allora sei fortunato e non devi fartela scappare. Allora forse bisogna capire che è importante avere una persona che sappia starti accanto e lontano quando serve, ma che comunque sai che non c'è manco bisogno di chiamarla quando ne hai bisogno perché è già lì. Una persona che ti conosce nei tuoi aspetti peggiori, patetici, vigliacchi, cattivi, odiosi e comunque sia ancora con te giorno dopo giorno senza fartelo pesare. Una persona a cui vuoi bene, con cui riesci ad essere gentile, che ti manchi senza però soffocare nella sua non presenza. Una persona con cui poter parlare e avere una conversazione degna di questo nome, con cui vi capite e se non vi capite avete la pazienza di spiegarvi. Insomma una persona che voglia starti accanto, con una volontà salda, genuina e priva di motivazioni bisognose.
Senza scomodare quell'eterno enigma che è l'Amore, mi sembra che anche così le cose non siano facili, ma se l'Amore è cosa divina, almeno tutto l'altro può essere umano.
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sayitaliano · 1 year
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ORO E ARGENTO | ENSI ft SAMUEL
Siamo nati liberi figli di un mondo violento We are born free, children of a violent world La ricchezza che ci salverà The richness that will save us Non è fatta di oro e d'argento isn't made of gold and silver Siamo nati liberi We are born free Come il sole, la pioggia ed il vento Like the sun, the rain and the wind La certezza che ci guiderà The certainty that will lead us Non è fatta di oro e d'argento Isn't made of gold and silver
Abbiamo gli stessi limiti, siamo mortali We have the same limits, we are mortals Guardiamo il cielo da qua sotto sognando le ali We look at the sky from down here dreaming of (having) wings Siamo nati liberi, siamo tutti uguali We are born free, we are all the same Ma abbiamo creato un mondo che But we created a world that Ci ha reso schiavi made us slaves E siamo così stupidi e influenzabili And we're so stupid and easily influenced Che le cose più inutili That the most useless things Ora sono indispensabili Now are essential E diventiamo simili a robot, lobotomizzati And we become similar to robots, lobotomized Senza cuore che batte Without a heart that beats Però ultra accessoriati But fully-loaded (super-equipped) Ti anestetizza ciò che It anesthetizes you whatever that All'apparenza ti soddisfa Apparently satisfies you E tiene la coscienza zitta, metabolizza And keeps your conscience silent, metabolize Perché sta andando tutto a fuoco mentre dormi Because everything is burning down while you're sleeping Non solo nei tuoi sogni, alzati e corri not just in your dreams, get up and run
Siamo nati liberi figli di un mondo violento We are born free, children of a violent world La ricchezza che ci salverà The richness that will save us Non è fatta di oro e d'argento isn't made of gold and silver Siamo nati liberi We are born free Come il sole, la pioggia ed il vento Like the sun, the rain and the wind La certezza che ci guiderà The certainty that will lead us Non è fatta di oro e d'argento Isn't made of gold and silver
Il cielo piange, il mondo annega The sky cries, the world drowns Nella violenza che ci sputa e in the violence that spits on us and Dopo se ne frega then doesn't care La formula della felicità nessuno The formual of happiness nobody Ce la spiega explains it to us La rincorriamo dall'alfa all'omega We run after it from alpha to omega La ricreiamo in Terra sotto varie forme We re-create it on Earth under many shapes Ma è solo un surrogato che But it's only a surrogate that In testa proietta ombre in the mind projects shadows La realtà è più forte e Reality is stronger and Strappa al libro delle pagine Rips some pages from the book Inferno e Paradiso in equilibrio Hell and Heaven in balance Fra le favole In between fairytales Siamo solo polvere nell'universo We're only dust in the Universe E verremo spazzati dal soffio del tempo And we'll be swept away from the breath of time Non cercare un senso Do not search for a meaning Le cose hanno il valore che gli diamo Things have the worth we give to them La vera ricchezza è dentro di noi The real richness is inside of us Non in quello che abbiamo Not in what we have
Siamo nati liberi figli di un mondo violento We are born free, children of a violent world La ricchezza che ci salverà The richness that will save us Non è fatta di oro e d'argento isn't made of gold and silver Siamo nati liberi We are born free Come il sole, la pioggia ed il vento Like the sun, the rain and the wind La certezza che ci guiderà The certainty that will lead us Non è fatta di oro e d'argento Isn't made of gold and silver
Forse un giorno troverai una nuova strada Maybe one day you will find a new road Mentre le ultime certezze si dissolvono While the latest certainties will dissolve E quel giorno fuggirai senza alcun rimpianto And on that day you'll run away with no regret Dalla tiepida prigione in cui stai morendo From the warm prison in which you're dying
Siamo nati liberi figli di un mondo violento We are born free, children of a violent world La ricchezza che ci salverà The richness that will save us Non è fatta di oro e d'argento isn't made of gold and silver Siamo nati liberi We are born free Come il sole, la pioggia ed il vento Like the sun, the rain and the wind La certezza che ci guiderà The certainty that will lead us Non è fatta di oro e d'argento Isn't made of gold and silver
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icefiregirl · 2 years
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Vorrei vivere due vite:
Una in cui sono felicemente sposata con l'amore della mia vita, una storia come quella delle favole, con dei figli, una bella casa ed un clima tutto bello cotonato
L'altra in cui non me ne fotte niente di nessuno, mi vivo la vita come viene, amori passeggeri, nottate con persone diverse, uomini o donne che siano, quell'amore passionale di una notte
Probabilmente ho una doppia personalità e le mie due me stanno facendo a botte, creandomi un senso di insoddisfazione perenne verso la vita che sto vivendo
@icefiregirl
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vintagebiker43 · 5 months
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A proposito del monologo della Cortellesi, di cui in tanti non ha letto l'intero e - come fanno in tanti - e forse hanno solo sentito dire un paio di frasi magari anche riportate
«Le figure femminili delle favole appartengono a due categorie fondamentali – scriveva allora Belotti – le buone e inette e le malvagie. […] Non esiste, per quanta cura si ponga nel cercarla, una figura femminile intelligente, coraggiosa, attiva, leale». Perché le fiabe sono (come ricordava proprio Calvino, citato in modo assai strumentale in vari commenti critici) un catalogo dei destini disponibili in una specifica cultura per le donne e gli uomini e quindi non possono che riprodurre modelli e visioni del mondo che connotano tale cultura. E fiabe come Cenerentola e Biancaneve sono state elaborate in epoche caratterizzate da situazioni e contesti in cui i ruoli di donne e uomini erano fortemente asimmetrici. Pensiamo solo alla diffusa presenza di matrigne (cattive), che ci parla in realtà di un fenomeno sociale molto diffuso: le ricorrenti morti per parto delle donne e il fatto che gli uomini tendessero a risposarsi con ragazze più giovani, che potessero prendersi cura dei figli già presenti e sfornarne altri e che forse non erano così entusiaste di farlo.
Fiabe che in realtà sono poi state più volte modificate per adattarsi alle aspettative culturali dei tempi in cui venivano raccontate: le stesse trame dei film di Disney sono in realtà lontane anni luce dalle "versioni originali".
Elena Gianini Belotti “Dalla parte delle bambine”
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ambrenoir · 5 months
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PERCHÉ NON CREDO IN DIO, di Carlo Rovelli:
“Diverse persone mi hanno chiesto perché dico che non credo in Dio. Ecco la mia risposta.
A me non piacciono quelli che si comportano bene per paura di finire all’inferno. Preferisco quelli che si comportano bene perché amano comportarsi bene.
Non mi piacciono quelli che sono buoni per piacere a Dio. Preferisco quelli che sono buoni perché sono buoni.
Non mi piace rispettare i miei simili perché sono figli di Dio. Mi piace rispettarli perché sono esseri che sentono e che soffrono.
Non mi piace chi si dedica al prossimo e coltiva la giustizia pensando in questo modo di piacere a Dio. Mi piace chi si dedica al prossimo perché sente amore e compassione per le persone.
A me non piace sentirmi in comunione con un gruppo di persone stando zitto dentro una chiesa ascoltando una funzione. Mi piace sentirmi in comunione con un gruppo di persone guardando i miei amici negli occhi, parlando con loro, e guardando il loro sorriso.
Non mi piace emozionarmi davanti alla natura perché Dio l’ha creata così bella. Mi piace emozionarmi perché è così bella.
Non mi piace consolarmi della morte pensando che Dio mi accoglierà. Mi piace guardare in faccia la limitatezza della nostra vita e imparare a sorridere con affetto a sorella morte.
Non mi piace chiudermi nel silenzio e pregare Dio. Mi piace chiudermi nel silenzio e ascoltare le profondità infinite del silenzio.
Non mi piace ringraziare Dio: mi piace svegliarmi al mattino, guardare il mare e ringraziare il vento, le onde, il cielo e il profumo delle piante, la vita che mi fa vivere, e il sole che si alza.
A me non piacciono quelli che mi spiegano che il mondo l’ha creato Dio, perché penso che non lo sappia nessuno di noi da dove viene il mondo; penso che chi dice di saperlo si illude; preferisco guardare in faccia il mistero, sentirne l’emozione tremenda, piuttosto che cercare di spegnerla con delle favole.
A me non piacciono coloro che credono in Dio e così sanno dove sta la Verità, perché penso che in realtà siano ignoranti quanto me. Penso che il mondo è per noi ancora uno sterminato mistero. A me non piacciono quelli che conoscono le risposte. Mi piacciono di più quelli che le risposte le cercano, e dicono «non so».
Non mi piace chi dice di sapere cosa è bene e cosa è male, perché sta in una chiesa che ha il monopolio di Dio, e non vede quante diverse chiese esistono al mondo. Quante morali diverse, e ciascuna sincera, esistono al mondo.
Non mi piace chi dice a tutti cosa tutti devono fare, perché si sente forte grazie al suo Dio. Mi piace chi mi dà suggerimenti sommessi, chi vive in un modo che mi stupisce e ammiro, chi fa scelte che mi emozionano e mi fanno pensare.
Mi piace parlare agli amici, provare a consolarli se soffrono. Mi piace parlare alle piante, dare loro da bere se hanno sete. Mi piace amare. Mi piace guardare il cielo in silenzio. Mi piacciono le stelle. Mi piacciono infinitamente le stelle.
Non mi piace chi si rifugia nelle braccia di una religione quando è sperso, quando soffre; preferisco chi accetta il vento della vita, e sa che gli uccelli dell’aria hanno il loro nido, ma il figlio dell’uomo non ha dove posare il suo capo.
E siccome vorrei essere simile alle persone che mi piacciono, e non a quelli che non mi piacciono, non credo in Dio.”
Carlo Rovelli, fisico e saggista
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lettieriletti · 4 months
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Fables Vol. 9 – Figli dell’Impero
• Continua la nuova edizione di Fables, la dirompente serie di Bill Willingham che ha rivisitato in chiave moderna i personaggi delle favole! • Le fiabe che vivono nel nostro mondo sono riuscite finalmente a indebolire l’Avversario. • Poco prima che una terribile guerra abbia inizio, a Favolandia ci si gode i frutti della vittoria! • Nel frattempo Luca Wolf si prepara al confronto definitivo con…
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tarditardi · 4 months
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17/02 Buon Compleanno Franchino 70 + 1 anni fa scatenare Bolgia - Bergamo 
Sabato 17 febbraio 2024 al Bolgia di Bergamo, tempio della musica situato a due passi dall'A4,  in un luogo diventato ormai simbolo per la scena elettronica, si festeggia un altro memorabile compleanno di "sua maestà", Franchino, re incontrastato proprio di questa scena. L'artista spegne 71 candeline. E, come di consuetudine, sceglie il pubblico del Bolgia e mette sul palco una schiera di collaboratori e dj producer 'di fiducia', ossia gli amici di sempre, per celebrare questo ennesimo importante traguardo.
Il 17/02 il suono della Club Room del Bolgia è un suono fatto di suggestioni, ritmi che trasportano in dimensioni magiche e lontane, dove, assolute, regnano la voce e la maestria dell'unico cantastorie della nightlife italiana. Sono quelle di Franchino, che da sempre mette insieme ritmo e magia, imprevedibilità ed arte. Classe '53, innamorato delle sue figlie, del mare e del Brasile... e delle favole, che fanno tornare tutti bambini, anche chi balla in discoteca.
Ne sa qualcosa chi ha ascoltato i suoi recenti album "C'era Una Volta" e "La Macchina Del Tempo", scrigni musicali ricchi di contaminazioni, idee, sperimentazioni. Le stesse, probabilmente, dei tempi della BXR / Media Records, su cui Franchino ha pubblicato inni come "999" o "E' Controllo". Erano i primi anni 2000 e sulla stessa BXR si facevano spazio l'energia e la musica di 00Zicky, da oltre 20 anni mente e anima del collettivo Metempsicosi. Anche lui è protagonista della Main Room del Bolgia di Bergamo il 17/02. 
C'è sul palco c'è anche Joy Kitikonti, altro artista simbolo di Metempsicosi e BXR. Non manca, come sempre, Jo Gala, ingranaggio fondamentale dell'universo musicale di Franchino, di notte e in studio. Per chiudere il cerchio, ecco Manuel Ribeca, dj italiano il cui sound potente, da Miami ad Ibiza, è ormai conosciuto ovunque. 
Ancora storia della techno italiana nella Lab Room del Bolgia di Bergamo il 17 febbraio 2024. Ritroviamo anche qui Joy Kitikonti,  protagonista questa volta di Classic Set. Con lui anche Juri Carera e Mc Hellboy. Il Bolgia apre alle 23.30 e si balla fino alle 5.30 del mattino. 
L'appuntamento di sabato 17 febbraio 2024 al Bolgia di Bergamo con Franchino è l'ennesimo party di livello assouluto per questo top club. Qui si sono esibiti super dj come Nico Moreno, I Hate Models, 999999999, Deborah De Luca, Indira Paganotto, Joseph Capriati, klangkuenstler, Wade, Trym, Pawsa, Dennis Cruz, Cloonee, Patrick Maso , Charlies Parks, Reinier Zonneveld, Stella Bossi, Ilario Alicante, Jame Hype, Len Faki e moltissimi altri.
17/02 Buon Compleanno Franchino 70 + 1 anni @ Bolgia - Bergamo 
Bolgia - Bergamo
via Vaccarezza 9, Osio Sopra (Bergamo) A4: Dalmine
info: 338 3624803
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otello67 · 5 months
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PERCHÉ NON CREDO IN DIO, di Carlo Rovelli:
“Diverse persone mi hanno chiesto perché dico che non credo in Dio. Ecco la mia risposta.
A me non piacciono quelli che si comportano bene per paura di finire all’inferno. Preferisco quelli che si comportano bene perché amano comportarsi bene.
Non mi piacciono quelli che sono buoni per piacere a Dio. Preferisco quelli che sono buoni perché sono buoni.
Non mi piace rispettare i miei simili perché sono figli di Dio. Mi piace rispettarli perché sono esseri che sentono e che soffrono.
Non mi piace chi si dedica al prossimo e coltiva la giustizia pensando in questo modo di piacere a Dio. Mi piace chi si dedica al prossimo perché sente amore e compassione per le persone.
A me non piace sentirmi in comunione con un gruppo di persone stando zitto dentro una chiesa ascoltando una funzione. Mi piace sentirmi in comunione con un gruppo di persone guardando i miei amici negli occhi, parlando con loro, e guardando il loro sorriso.
Non mi piace emozionarmi davanti alla natura perché Dio l’ha creata così bella. Mi piace emozionarmi perché è così bella.
Non mi piace consolarmi della morte pensando che Dio mi accoglierà. Mi piace guardare in faccia la limitatezza della nostra vita e imparare a sorridere con affetto a sorella morte.
Non mi piace chiudermi nel silenzio e pregare Dio. Mi piace chiudermi nel silenzio e ascoltare le profondità infinite del silenzio.
Non mi piace ringraziare Dio: mi piace svegliarmi al mattino, guardare il mare e ringraziare il vento, le onde, il cielo e il profumo delle piante, la vita che mi fa vivere, e il sole che si alza.
A me non piacciono quelli che mi spiegano che il mondo l’ha creato Dio, perché penso che non lo sappia nessuno di noi da dove viene il mondo; penso che chi dice di saperlo si illude; preferisco guardare in faccia il mistero, sentirne l’emozione tremenda, piuttosto che cercare di spegnerla con delle favole.
A me non piacciono coloro che credono in Dio e così sanno dove sta la Verità, perché penso che in realtà siano ignoranti quanto me. Penso che il mondo è per noi ancora uno sterminato mistero. A me non piacciono quelli che conoscono le risposte. Mi piacciono di più quelli che le risposte le cercano, e dicono «non so».
Non mi piace chi dice di sapere cosa è bene e cosa è male, perché sta in una chiesa che ha il monopolio di Dio, e non vede quante diverse chiese esistono al mondo. Quante morali diverse, e ciascuna sincera, esistono al mondo.
Non mi piace chi dice a tutti cosa tutti devono fare, perché si sente forte grazie al suo Dio. Mi piace chi mi dà suggerimenti sommessi, chi vive in un modo che mi stupisce e ammiro, chi fa scelte che mi emozionano e mi fanno pensare.
Mi piace parlare agli amici, provare a consolarli se soffrono. Mi piace parlare alle piante, dare loro da bere se hanno sete. Mi piace amare. Mi piace guardare il cielo in silenzio. Mi piacciono le stelle. Mi piacciono infinitamente le stelle.
Non mi piace chi si rifugia nelle braccia di una religione quando è sperso, quando soffre; preferisco chi accetta il vento della vita, e sa che gli uccelli dell’aria hanno il loro nido, ma il figlio dell’uomo non ha dove posare il suo capo.
E siccome vorrei essere simile alle persone che mi piacciono, e non a quelli che non mi piacciono, non credo in Dio.”
Carlo Rovelli, fisico e saggista
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kivrinlaroche · 1 year
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IL FUOCO CHE CI NUTRE
LA SCELTA (capitolo due)
Nel sentire quelle parole il viso di Daemon si trasformò in una maschera di dolore e di furore cieco. Si sentì ribollire il sangue al pensiero di quello che Rhaenyra aveva dovuto sopportare da sola.
Con fredda calma descrisse il suo arrivo ad Harrenhal e la lotta all’ultimo sangue con Aemond, il fratello dell’usurpatore, che aveva infine decretato la morte di entrambi e dei loro draghi.
“Non avrei mai pensato che potesse finire così… Se avessi lontanamente intuito in che trappola stavamo cadendo e quale fine ci era stata riservata… Avrei dovuto rinunciare alla corona, subito! Tutto questo dolore per una stupida corona! E Luke, Jace, Joffrey, persino Visenya sarebbero ancora vivi… E tu? Non avrei mai dovuto permettere che volassi ad Harrenhal. Hai perso la vita per me, Daemon. Io non lo merito…nessuno merita un sacrificio così grande!” disse Rhaenyra, incapace di trattenere le lacrime.
“Quindi avresti preferito inginocchiarti di fronte ad Alicent e a Otto Hightower? Consegnarti nelle loro mani e supplicarli di non uccidere te e i nostri figli?” le chiese mentre sentiva montare la rabbia.
Poi capì il punto di vista di Rhaenyra e cercò di calmarsi. “Non l’ho fatto solo per te, Rhaenyra. Mi sono sacrificato più che volentieri per dare una possibilità ai nostri figli, anche se flebile. Hai detto che ci hanno tolto tutto, ma i nostri ragazzi sono ancora in vita. Io ti dico che c’è ancora la speranza che uno dei due sieda su quel maledetto trono. E che lo faccia per te! Alla fine, consapevolmente o meno, il destino lo plasmiamo noi, con le nostre azioni, e se vogliamo possiamo modificarlo a nostro vantaggio.”
“Hai ragione, Daemon.” riflettè lei mestamente. “Non sarebbe cambiato niente. Da vivi, io, Aegon e Viserys avremmo sempre rappresentato una minaccia reale per gli Hightower e i loro piani…”
Un pensiero folle si insinuò nella mente di Rhaenyra. “Ma… se volessimo veramente cambiare il destino? Forse tutto questo è accaduto affinché potessimo realizzare qualcos’altro…”
“Cosa vuoi dire?” chiese Daemon.
“Ti sembrerà una cosa stupida… Ricordi la vecchia Yaan, la bambinaia? Quelle storie che ci raccontava sulla possibilità di rinascita in altri corpi? Era nata a Essos, non ricordo in quale città e fu venduta come schiava a Volantis.” rispose meditabonda.
“Si, le raccontava anche a me e a tuo padre… Non dirmi che credevi davvero a quelle sciocche fiabe per bambini?” chiese Daemon sorridendo.
“Non credo fossero del tutto delle sciocchezze. A volte le favole celano tra le righe un po’ di verità, un significato più profondo di ciò che sembrano. Sai che alcuni bambini nascono con delle caratteristiche particolari? Hanno modi di fare, indole, temperamento persino tratti somatici che a volte ricordano persone decedute?”
“Ho capito dove vuoi arrivare, Rhaenyra, ma questo non significa che ci sia un legame tra un morto, il suo spirito e una persona viva.”
“Certo, lo so benissimo ma rifletti su questo: abbiamo ereditato il sangue dei draghi perché siamo Targaryen, la magia stessa dell’antica Valyria scorre dentro di noi. Qualcosa vorrà pur dire, no? E poi... Mi piacerebbe sentire di nuovo il calore del tuo corpo, amore mio... Dobbiamo almeno tentare, Daemon, a questo punto cosa abbiamo da perdere? Cosa ci trattiene qui?”
Daemon rimuginò sulle parole di Rhaenyra… ‘sentire di nuovo il calore del tuo corpo’… era una prospettiva piuttosto allettante.
Effettivamente, con tutto quello che avevano perso e senza alcuna possibilità di tornare indietro per aggiustare le cose, il minimo che potessero fare era tentare la sorte e vedere dove li avrebbe portati. Già…Cosa avevano da perdere?
“Tu sai che non ho mai creduto alle profezie, ai maghi o alla magia ma se c’è una minima di speranza per poter ricominciare un nuova vita con te allora dico sì, proviamo!”
Rhaenyra sorrise e il cuore di luce di Daemon si riempì di orgoglio per lei, per la sua coraggiosa regina che avrebbe tentato di tutto per trascorrere ancora un po’ di tempo dei vivi con lui. La attirò a sé e la baciò. Perché non riusciva mai a saziarsi di lei?
“Ascolta il mio piano, amore: andremo a Essos, nella Terra delle Ombre, dicono sia un luogo pieno di magia, ed è più probabile che qualcuno possa aiutarci. Sarà un lungo viaggio, ma sono ottimista! Sei pronta, mia regina?” disse Daemon afferrandole le mani.
“Con te al mio fianco potrei arrivare fino ai confini del mondo!” rispose Rhaenyra sorridendo con calore.
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Il sole sorse e tramontò due volte e le due sagome di luce superarono il mare che separava Westeros dal continente a est.
Giunsero a riva e per giorni interi, secondo il tempo dei vivi, proseguirono il loro viaggio verso oriente attraversando campi coltivati, foreste immense, pianure aride e città popolose finchè avvistarono la loro meta.
La misteriosa Terra delle Ombre, in cui nessuno dei loro antenati aveva mai più rimesso piede, si stendeva di fronte ai loro occhi.
Cime altissime svettavano in tutta la loro imponenza, perennemente coperte di neve e nubi. Avvistarono il fiume della Cenere che scorreva nella stretta e buia Valle delle Ombre, dove, a causa delle pareti a strapiombo, il sole riusciva a penetrare pochissimo.
La percorsero per tutta la giornata e verso sera adocchiarono su una sporgenza un piccolo ma invitante prato di montagna pieno di tantissimi fiori colorati. Mentre si calavano sull’erba il loro sguardo vagava tra le rocce scoscese dove si aprivano le bocche di innumerevoli caverne.
“Sapevi che qui è iniziato tutto? Anche gli antenati dei nostri draghi, Caraxes e Syrax, provengono da queste terre antichissime.” disse Daemon guardando sua moglie.
“No, non lo sapevo ma trovo questo posto...soprannaturale. Ora capisco tante cose...” rispose Rhaenyra ricordando il legame profondo che aveva con Syrax, il suo drago.
“Non so quanto ci sia di vero ma a Pentos ho letto che i Maghi del Sangue di Valyria erano particolarmente potenti. Alcuni di loro usavano il ceppo di una specie di animale, il wyvern, facendolo accoppiare con le schiave comprate ai mercati e generare così i draghi. La maggior parte però sfruttava le antiche conoscenze per scopi più benevoli come guarigioni o riti propiziatori per un buon raccolto...”
“Mi auguro solo che la vecchia Yaan avesse ragione e i suoi racconti un fondo di verità altrimenti tutto sarà inutile.” mormorò Rhaenyra preoccupata.
“Vieni qui." disse Daemon abbracciandola. "Potremo sempre dire di averci provato, giusto?”
Passarono la notte su quella verde sporgenza, solo per il desiderio di farlo, uniti in un’unica fiamma e bramando ardentemente un corpo in carne e ossa da toccare. Parlarono del loro passato, dei terribili mesi di separazione e dei loro figli. Chiarirono i molti punti oscuri che li aveva divisi quando erano in vita e non tralasciarono alcun particolare. Avevano tutto il tempo del mondo.
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