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#immigrares
toscanoirriverente · 6 months
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orlamccools · 1 year
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begging the universe to let my group be chosen last for our country expert project so that my group can do tajikistan
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falcemartello · 6 months
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Non esisteva né un prima né un dopo né un altrove da cui immigrare. (Cosmicomiche)
Italo Calvino
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alfredlbrock · 3 months
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#immigrar
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sempregianni · 4 months
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Ho fatto copia e incolla :
CONGRATULAZIONI!
Siamo molto lieti di informarti che hai partecipato alla fase di valutazione e che sei idoneo a immigrare in Canada.
In allegato troverai la lettera di eligibilità che è stata preparata dal nostro dipartimento legale.
Congratulazioni per aver completato la prima fase del processo di immigrazione!
 
SI PREGA DI LEGGERE IL DOCUMENTO DI VALUTAZIONE IN ALLEGATO PER I DETTAGLI COMPLETI
 
Saluti,
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f0xd13-blog · 8 months
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Flamenco para todos except for the asians that created that culture and can't immigrare there even if they learn spanish... crickets.
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“Non esisteva né un prima né un dopo né un altrove da cui immigrare. In fondo a ognuno di quegli occhi abitavo io. ”
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Lo studio legale Medlin fornisce avvocati dell'immigrazione a Fort Worth #studio #legale #Medlin #fornisce #avvocati #dellimmigrazione #Fort #Worth #vistoe1 #vistoe1 #vistousa #vistostaiuniti #vistoamerica #visto #immigrazione
Lo studio legale Medlin fornisce avvocati dell’immigrazione a Fort Worth #studio #legale #Medlin #fornisce #avvocati #dellimmigrazione #Fort #Worth #vistoe1 #vistoe1 #vistousa #vistostaiuniti #vistoamerica #visto #immigrazione
Lo studio legale Medlin fornisce avvocati dell’immigrazione a Fort Worth Stai cercando sul web avvocati dell’immigrazione? Ogni anno, milioni di persone in tutto il mondo cercano di immigrare in un paese diverso per iniziare una nuova vita lì. Ma se ti capita di essere uno di loro e desideri acquistare un visto o una cittadinanza, allora hai bisogno di un gruppo esperto di diritto…
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canadasys · 3 years
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Lavora in Canada! Scopri come
Lavorare e vivere in Canada, infatti, è un modo per cercare di approfittare di uno dei Paesi più vivibili e migliori al Mondo per sviluppare i propri progetti e la propria attività professionale. Sono sempre di più i cittadini europei che vogliono andare a lavorare in Canada perché vi sono dei programmi anche per le startup molto interessanti.
Chi oggi lavora in Canada sicuramente può guardare al futuro in maniera molto positiva. Abbiamo tanti clienti che vengono spinti proprio dai parenti o amici in Canada a fare questo passo importante. Vediamo come fare per trovare lavoro in Canada e quali sono le opportunità.
Come lavorare in Canada
Lavorare e vivere in Canada, infatti, è un modo per cercare di approfittare di uno dei Paesi più vivibili e migliori al Mondo per sviluppare i propri progetti e la propria attività professionale. Sono sempre di più i cittadini europei che vogliono andare a lavorare in Canada perché vi sono dei programmi anche per le startup molto interessanti.
Chi oggi lavora in Canada sicuramente può guardare al futuro in maniera molto positiva. Abbiamo tanti clienti che vengono spinti proprio dai parenti o amici in Canada a fare questo passo importante. Vediamo come fare per trovare lavoro in Canada e quali sono le opportunità.
Lavora in Canada
Non abbiamo mai trovato una persona che Lavora in Canada e si lamenti di questo paese. Viste le situazioni globali, sicuramente è già un ottima partenza. Il Canada sino al 2019, pre-covid, aveva una disoccupazione al 5%, tra le più basse al mondo. Viene considerato tra i paese più ricchi e avanzati.
Italiani in Canada
Ci sono tantissimi Italiani in Canada che ormai da decenni hanno iniziato i loro trasferimenti in questa Nazione meravigliosa. Dall’ultimo censimento del 2016 circa 1587970 mila persone sono italiane di origine o trasferite negli ultimi anni in Canada.
Lavorare a Toronto
Molte persone vogliono Lavorare a Toronto perchè è una delle città con più offerte lavorative. Ma questo dipende molto dalla propria professione, in ogni angolo del Canada ci sono offerte di lavoro diverse.
Stipendi in Canada
Gli Stipendi in Canada sono abbastanza elevati. Sicuramente almeno nella fase iniziale della tua assunzione gli stipendi partono da un livello base, ma già dopo qualche mese, se dimostri le tue qualità ed il tuo impegno sul Lavoro, potrai ricontrattare il tuo stipendio richiedendo un aumento in base alle tue capacità.
Andare a Vivere in Canada
Andare a Vivere in Canada: cosa fare per andare a vivere in Canada? Tante persone oggi vogliono capire le procedure per trasferirsi in Canada per lavorare, studiare e vivere. Abbiamo creato un articolo apposito con tutte le informazioni per Vivere in Canada.
Come trasferirsi in Canada
Come trasferirsi in Canada: per trasferirsi in Canada avrai bisogno di fare domanda di Visto al Governo Canadese, ricercare un lavoro o una scuola se vuoi studiare. Abbiamo creato un articolo con tutte le informazioni importanti per trasferirsi in Canada.
Immigrare in Canada
Immigrare in Canada: tante persone che vogliono lavorare in canada si informano sulle procedure per trasferirsi in Canada. Non basta trovare un lavoro, dobbiamo richiedere i permessi anche al Governo Canadese
puoi trovare l’articolo completo direttamente al seguente link
https://canadasys.com/lavorare-in-canada/
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yehudageramirp · 3 years
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Questi passaporti appartenevano a Egon e Annemarie Israelski, una coppia ebrea di Berlino. Sotto le loro foto, i loro nomi sono stati cancellati e riscritti come "Egon Israel Israelski" e "Annemarie Sara Israelski".
#OnThisDay nel 1938, la legge sull'alterazione dei nomi di famiglia e di persona ha stabilito nuovi requisiti per gli ebrei in Germania. Richiedeva agli ebrei tedeschi che portavano nomi di origine "non ebraica" di adottare un nome aggiuntivo: "Israele" per gli uomini e "Sara" per le donne. Forzare gli ebrei ad adottare questi nomi era un modo per identificarli e separarli dal resto del pubblico tedesco.
Egon e Annemarie si sono sposati il ​​13 ottobre 1938 e hanno vissuto con i genitori di Annemarie nel loro grande appartamento a Berlino. Poco dopo la Notte dei Cristalli, una notte di diffusa violenza antisemita nel novembre 1938, Egon fu presa dai nazisti e rinchiusa in un campo di lavoro forzato. Annemarie non voleva essere separata dal suo nuovo marito e si offrì di andare con lui. Sono stati liberati dai lavori forzati solo dopo aver accettato di emigrare.
Poiché le quote di immigrazione statunitensi erano state riempite, la coppia non poteva immigrare negli Stati Uniti come avevano sperato. Invece, si stabilirono temporaneamente a Shanghai, che non richiedeva visti. Dopo la guerra, Annemarie, Egon e il loro figlio neonato finalmente emigrarono negli Stati Uniti nel 1947.
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coalemo · 4 years
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Quando la retorica della nostra malainformazione pilotata dello “scappano dalle guerre, razzisti” non coincide con la realtà ed invece risulta palese che c’è gente che vuole immigrare CLANDESTINAMENTE in un’altro stato solo per ragioni economiche e ci sono associazioni che utilizzano la scusa per i loro tornaconti personali. dimenticavo ogni morto in mare aiuta “L’EMERGENZA”, lo so è molto cinico ma sono stufo di chi sbandiera il razzismo di fronte ad evento illegale solo per un tornaconto personale, e stufo di chi grida (e basta) all’invasione solo per un tornaconto elettorale.
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dimitja · 6 years
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Anche gli altri però avevano i loro torti verso gli Z'zu, a cominciare da quella definizione di 'immigrati', basata sulla pretesa che, mentre gli altri erano lì da prima, loro fossero venuti dopo. Che questo fosse un pregiudizio senza fondamento, mi par chiaro, dato che non esisteva né un prima né un dopo né un altrove da cui immigrare, ma c'era chi sosteneva che il concetto di 'immigrato' poteva essere inteso allo stato puro, cioè indipendentemente dallo spazio e dal tempo.
Le Cosmicomiche, I. Calvino
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giancarlonicoli · 4 years
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11 APR 2020 18:00
LA VERSIONE DI MUGHINI - ADDIO, AMICO LEALE E CORAGGIOSISSIMO. MI ARRIVA ADESSO LA NOTIZIA TRISTISSIMA DI LUCIANO PELLICANI, UN NOME CHE PROBABILMENTE DICE POCO AGLI ODIERNI FREQUENTATORI DEI SOCIAL. PER TUTTA LA VITA HA AFFRONTATO DI PETTO A SCIABOLA SGUAINATA LO STRADOMINIO DELLA CULTURA COMUNISTA, COSA CHE GLI COSTÒ SOLITUDINE INTELLETTUALE E PROFESSIONALE
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Giampiero Mughini per Dagospia
Caro Dago, e a proposito di quel che è stato davvero e quanto sia stato dimenticato quell’italosocialismo “revisionista” degli anni Sessanta/Settanta che pure è all’origine della migliore cultura riformista del nostro Paese, mi arriva adesso la notizia tristissima della morte di Luciano Pellicani, un nome che probabilmente dice poco agli odierni frequentatori dei social et similia.
Poco più che ottantenne, Luciano tutta la sua vita è stato essenzialmente un professore e uno studioso che affrontava di petto a sciabola sguainata lo stradominio della cultura comunista sulla sinistra possibile in Italia. Lo ha fatto con una energia indomita fin dai suoi primi libri, apparsi a cavallo fra gli anni Sessanta e i Settanta e che non erano sfuggiti all’attenzione di un giovane e ambizioso dirigente socialista di nome Bettino Craxi di cui Pellicani divenne amico e consigliori intellettuale.
E’ farina del sacco di Pellicani la gran parte del famoso saggio a firma Craxi su Joseph Proudhon, un saggio di cui era importante il fatto che tracciasse una linea culturale e politica “altra” rispetto all’ammorbante marxismo/leninismo/stalinismo di cui erano andati fieri i partiti comunisti in tutto il mondo, e seppure il Partito comunista italiano meno di altri.
A scrivere quello che scriveva Pellicani a quel tempo prendevi colpi in faccia dagli intellettuali comunisti per i quali il nome di Lenin era sacro. Da amico che gli ero, conoscevo la sua solitudine intellettuale e professionale, una solitudine che si era accentuata dopo la rottura del matrimonio con una sua ex allieva.
E poi c’era che Luciano dopo la metà degli anni Ottanta continuava a dirigere il “Mondoperaio” che negli anni Settanta era stato la più bella rivista politica italiana, e mentre molti di noi s’erano allontanati dalla casa socialista pur senza immigrare altrove. Le nostre ridpettive strade si erano allontanate, non che questo diminuisse di un ette la stima e il rispetto che gli portavo.
Pellicani aveva dato molto alla storia del socialismo “revisionista” senza mai chiedere nulla. Rarissime le sue apparizioni in televisione, salvo qualche rara volta da Giovanni Floris di cui leggo su “Wikipedia” che era stato un suo allievo all’università della Luiss.
I suoi libri quando venivano riediti lo erano da editori minori o semiclandestini. Un’amica che gli è stata vicino fino all’ultimo mi ha raccontato che avevano fatto una colletta per pagare le spese della casa di cura dove Luciano era ricoverato. Addio, amico leale e coraggiosissimo.
GIAMPIERO MUGHINI
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entheosedizioni · 4 years
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Le famose sconosciute: Caroline Herschel
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La storia che voglio raccontarvi si potrebbe intitolare Caroline Lucretia Herschel – l’immigrata fra le stelle. Non perché lei sia un’altra stella che illumina lo splendente cielo costellato da famose sconosciute, e neanche perché parlare di immigrazione sia politically correct. No. Semplicemente voglio seguire il percorso di questa donna con gli occhi del XXI secolo.
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Le origini di Caroline Herschel Caroline nasce nel 1750 a Hannover, Germania, ottava figlia di un musicista arruolatosi come soldato e ritornato a casa in pessime condizioni di salute. Ma neanche lei e i suoi fratelli se la passano benissimo: infatti Caroline è l’unica sopravvissuta fra le figlie femmine, oltre alla sorella Sophia, sposata da quando Caroline ha cinque anni. Questo significa che le faccende di casa spettano a lei, compito in cui la madre crede vivamente, relegando la figlia al ruolo di serva. È il padre – più aperto mentalmente – che si dedica alla figlia, insegnandole a leggere e a scrivere, considerando che la sua cultura sia importante quanto quella dei figli maschi. La madre però non la pensa così. E tutto peggiora all’età di dieci anni, quando Caroline si ammala gravemente di tifo: la sua crescita viene bloccata dalla malattia – non supererà infatti 1,30m di altezza – e soffrirà di perdite di vista all’occhio sinistro. La madre è devastata, non dalle sofferenze della piccola, ma dalla certezza che non troverà mai un marito per lei, dovendo quindi tenersela per sempre in casa. Potete immaginare il clima amorevole in cui Caroline è costretta a crescere. Impuntandosi con il marito che insiste sul percorso educativo della figlia, la madre predispone da subito per lei una carriera da servetta, in modo da poter sfruttare al meglio le sue “poche” capacità, limitando così i danni di un futuro sfumato. Il padre di Caroline le dà comunque lezioni ogni volta che la madre è assente, la include nelle lezioni di violino dei fratelli, la incoraggia a imparare il francese. Una vicina le insegna a ricamare, Caroline partecipa alle prove del coro, inizia insomma a farsi conoscere per la sua volontà di apprendimento. Appena la madre capisce il pericolo di una eventuale indipendenza della figlia, vieta immediatamente qualsiasi attività che possa consentirgliela. La decisione di immigrare Dopo la morte del padre, la situazione di Caroline è tutt’altro che rosea. Pochi sono i dettagli arrivati fino a noi, Caroline brucia tutti i suoi diari prima di morire, possiamo però figurarci lo stato di tristezza e solitudine in cui vive la giovane ragazza. Ecco perché, quando William, il fratello andato in Inghilterra per fare il musicista, le chiede se vuole raggiungerlo, possiamo solo immaginare i dubbi e il tormento di Caroline. Lasciare la sua casa, affrontare un viaggio da sola (siamo nel XVIII secolo), andare in un paese sconosciuto senza conoscere la lingua... Mette pensiero farlo oggi, figuriamoci a quei tempi. Affrontata la madre – che la prende malissimo, addirittura serve l’intervento dei fratelli per convincerla –, Caroline parte, raggiunge il fratello a Bath, si rimbocca le maniche, impara l’inglese, si occupa della casa, apprende la musica, supporta il fratello nei concerti come vocalist, insomma: dimostra una rara tenacia e una grandissima forza interiore. A soltanto 22 anni. William, occupatissimo nella sua carierra da musicista, trova però del tempo per lei: le insegna musica, aritmetica, le trova un insegnante di danza. Caroline progredisce costantemente; oltre al canto impara a suonare qualche strumento, in modo da poter accompagnare il fratello nei concerti. Viene notata anche come solista soprano, le vengono proposti vari incarichi a cui lei rinuncia per poter continuare a supportare il fratello. L’inizio della carriera astronomica Oltre la musica, la passione di William è l’astronomia, sempre di più trascura infatti i suoi impegni artistici per dedicarsi alla costruzione di telescopi e lenti e allo studio dei cieli. Fedelissima, Caroline segue il fratello in questa sua nuova passione, dedicandogli tutto il suo tempo, nonostante rimpianga la sua appena iniziata carriera da musicista. Oltre a gestire la casa e a cantare quando richiesto, la ragazza lo aiuta a molare e lucidare le lenti telescopiche, lavoro durissimo che può prolungarsi anche per 16 ore al giorno. È così che scopre il mondo delle stelle, ne resta affascinata e inizia a seguirle ogni notte, annottando le sue scoperte. Caroline studia moltissimo, impara a conoscere e distinguere i corpi celesti, ricopia i cataloghi astronomici di cui si serve il fratello, ogni notte scrive e riorganizza le osservazioni di William, lavoro per cui serve particolare attenzione, rapidità e precisione.
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Sir William Herschel and Caroline Herschel. Coloured lithogr Credit: Wellcome Library, London. Le scoperte Nel 1782 i due fratelli eseguono gli ultimi concerti: William accetta il ruolo di astronomo privato alla corte di George III e inizia a dedicarsi completamente alla sua più grande passione, dando per scontata l’assistenza della sorella. I due si trasferiscono a Datchet, un piccolo villaggio nei pressi del Castello di Windsor, per essere più vicini ai reali. Caroline non è per nulla contenta della nuova sistemazione: la casa che hanno presso in affitto cade a pezzi, il soffitto perde, la servitù è composta da ladri e lei deve di nuovo iniziare a sgobbare per tenere tutto insieme. In più, il posto è davvero isolato, lontano dalla cultura cosmopolita di Bath. Mentre William lavora su un catalogo di oltre tremila stelle e studia le doppie stelle, a Caroline viene richiesto di esplorare il cielo con meticolosità ogni notte e ad annotare eventuali oggetti strani. Il lavoro le risulta noioso, eppure è l’unica cosa in cui si può rifugiare: finisce dunque per appassionarsene seriamente. Nel 1782 Caroline inizia il suo primo catalogo di annotazioni astronomiche (insieme ai suoi prossimi due libri si trova oggi presso la Royal Astronomica Society of London). Nel 1783, William finisce un nuovo telescopio per la sorella: lei inizierà immediatamente a usarlo alla ricerca di comete, mentre il fratello si dedica alla scoperta delle nebulae. Tuttavia, il fratello non riesce a proseguire il lavoro da solo, ha costantemente bisogno della sorella per la trascrizione dei dati e per la comparazione con i cataloghi esistenti. I cataloghi del tempo sono spesso inesatti, contengono molti errori, rallentando di molto il lavoro di Caroline, ecco perchè inizia lei stessa una revisione accurata dei testi. Dalle 500 stelle e nebulae catalogate arriva a oltre 2000, il lavoro viene pubblicato nel 1802 dalla Royal Society con il nome del fratello, ma fino alla fine della sua vita lei si dedicherà ad ampliare e perfezionare questa lista, aggiungendo altri 2500 corpi celesti. La catalogazione di Caroline Herschel è conosciuta come New General Catalogue e tutt’oggi oggetti non stellari sono conosciuti con il loro numero NGC. Nel 1786 Caroline scopre la sua prima cometa, William la presenta a corte intitolandola “la cometa di mia sorella” e spesso questa scoperta viene erroneamente indicata come la prima fatta da una donna (cosa invece avvenuta nei primi del 1700 da Maria Kirch, la C / 1702 H1, però attribuita al marito Gottfried Kirch: le donne a quei tempi mica scoprivano comete). Entro il 1797 Caroline scopre altre sette comete e conquista sì un primato: quello di essere la prima donna in Inghilterra pagata per il suo lavoro astronomico con uno stipendio di 50 sterline annue, ricoprendo per la prima volta una posizione governativa su incarico di George III. Le figure scientifiche governative all’epoca sono poche anche per gli uomini, ecco perché il riconoscimento ha un doppio valore per la caparbia Caroline. Finalmente indipendente, Caroline dedica la sua vita alla ricerca astronomica, le sue ricerche e scoperte vengono pubblicate da prestigiose istituzioni e riceve vari riconoscimenti e medaglie. Dopo la morte del fratello torna a Hannover, dove continua ad aiutare il nipote che segue la strada del padre. Per via dell’architettura della città che impedisce l’osservazione dei cieli, Caroline dedica i suoi ultimi anni a perfezionare il suo lavoro di catalogazione, collabora con moltissimi studiosi dell’epoca, è attiva nel corpo e nella mente.
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Photo by SSPL/Getty Images Muore a 98 anni; sulla sua tomba l’iscrizione: “Lo sguardo di colei che è passata alla gloria fu qui in terra rivolto verso il cielo stellato.” L’asteroide 281 Lucretia scoperto nel 1888 porta il suo secondo nome e il cratere sulla luna C. Herschel ne omaggia il ricordo. Se amate l’argomento: altra donna astronoma: Henrietta Swan Leavitt. Considerazioni Non bisogna essere uomini per poter guardare il cielo. Eppure, ancor oggi le statistiche dimostrano una grande discrepanza fra gli astronomi uomini e quelli donna: l’età del massimo rendimento nel campo si aggira fra i 30 e i 40 anni, periodo che coincide con la maternità. E, a quanto pare, figli e stelle non vanno d’accordo: entrambi non dormono la notte. Annabelle Lee Read the full article
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d-a-r-e-d-a-r-e · 6 years
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Casa Azul ( Kent )
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SALA COMEDOR
Crepe grigie su pareti pennellate color zenzero ed altre d`un vivace melograno, infissi d`acqua marina sulle ampie portefinestre e pomelli di rame. Piccolissimi barattoli vetrati con fiammelle magiche rilucono dorate nella levitazione che le accosta al soffitto in travi legno decadente e annerito per tratti di incendi o forse solo fumi d`arrosti. Poi il ritmo incalzante di tamburi, flauti dai suoni nasali, cadenzate macaras prodotto da strumenti in legno incantanti a suonare e situati nella selva d`esotiche ingombranti piante ammassate ad un angolo quasi tanto da coprire la rovinata cornice di Doña Hermelinda, defunta fiera proprietaria della casupola in cui s`infilano ogni mese la ristretta variegata e rumorosa comunità latina della Gran Bretagna magica. Al momento si stanno godendo il pranzo multietnico dispiegato tra i tavolini e sedie colorate - quasi ognuno si fosse portata la sua - incastrate sul lato destro della sala e che domina sulle percezioni sensoriali coi suoi profumi di carne arrosto, patate, spezie e tanto mais. Il brusio di voci sovrasta con impressionante precisione la musica di sottofondo, quasi le due fonti sonore sapessero collaborare insieme per non disturbarsi mai troppo a vicenda. Risate, "compadre!", spagnoli d`accenti diversi e portoghese dall`Atlantico si mescolano e si vanno incontro tra applausi e gestualità. Non sono tantissimi ma una cosa risalta alla vista: non ci sono davvero bambini. Si va dai venti a quarant`anni, le età ancora si ha un po` di forza di immigrare e ricominciare da capo anche lontani dai figli lasciati coi nonni nei paesi d`origine. Madri single e coppie già sposate non sono una novità, oltre a coppie di fratelli ormai di una certa età. Vi e’ presente un camino della Metropolvere. Indirizzo “Casa Azul” o “The Blue House”
IL CORTILE
Quasi una modesta serra a cielo aperto punteggiata di barattoli di vetro recanti all`interno mozziconi di candele spenti, dove piante esotiche sanno ritirarsi lasciando spazio a una sorta di campetto in terra brulla perlopiù monopolizzato da coloro che non temono di chiazzarsi di fango o di lividi violacei.  Sotto graziosi familiari cumuli di nubi dense che offuscano la luminosità diurna, l`atmosfera fredda e umida di questo spiazzo sterrato vanta il fruscio del vento che scorre sui cespugli rovinati e lo scoppiettio delle pozze d`acqua spuntate sotto le piogge recenti. La terra sdruccevole calpestata da stivali sporchi d`arrivi in scivolata o peggio cadute che anneriscono le mani di fango sono lo spettacolo d`un ormai esiguo manipolo di maghi intento ad ammazzarsi ed esaltarsi nel gioco americano del Quodpot. Le imprecazioni in spagnolo s`accompagnano a risate grosse e inneggi a falli incomprensibili - ma sicuramente compiuti - con cui le due minuscole squadre s`affrontano. La difficoltà maggiore di quando le Camere della Gringotto non risplendono di Galeoni si concretizza in una Quod rovinata da morsi di chissà che creature e un Pot che garantisce scoppi anche una volta fatto canestro. Insomma, qui si gioca e non si sa chi vince, se vince, ma hanno tutti la determinazione di continuare. Dalla porta socchiusa della casa arriva il suono di musica latinoamericana proffusa da un vecchio grammofono che, come per tante altre cose nella casa, ogni tanto sembra tossire e cambiare disco senza ordine di nessuno quando casualmente c'è poco spirito ballerino attorno a lui. 
CUCINA
Qualche erba aromatica sudamericana a penzolare sulle pareti, vasetti di spezie, limoni e ceste con frutta esotica come mango, frutto della passione e una specie di fiore duro e coriaceo chiamato il `frutto del drago`.
CAMERA DI RODRIGO
Figlio di Dona Hermilanda che offre le gioie d`una Sferavisione, sfruttata da chiunque passi da lì per partite di QuodPot professionistiche e programmazione tutta in spagnolo. Anche s`è una camera, con tanto di letto, c'è sempre tanta gente sintonizzata su qualche telenovela.
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mousikebcn · 5 years
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En la 1a sessió del projecte Why Violence- Fronteres vem tractar els conceptes del progrés migratòri, diferència entre immigrar i emigrar, frontera, racisme, microracisme, exili i reagrupament familiar amb els alumnes de l’IES Vall d’Hebrón.
Molts alumnes han admès que havien viscut situacions racistes i rebut comentaris com: “veste’n al teu país”. Es va reflexionar sobre tot això donant importància en com comentaris així poden fer molt de mal, i més si no sabem les raons per les quals una persona migrant va haver d’abandonar el seu país. Com la majoria de les vegades no suposa una elecció voluntària sino que la causa és per una guerra, un desastre natural, una situació econòmica molt precària.
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