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#la casa dalle finestre che ridono
weirdlookindog · 5 months
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La casa dalle finestre che ridono (1976) - Italian Poster
AKA The House of the Laughing Windows
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speedou · 1 year
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The House of the Laughing Windows (Pupi Avati, 1976)
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lamilanomagazine · 8 months
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La 41esima edizione del Valdarno Cinema Film Festival con il premio alla carriera al regista Pupi Avati
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La 41esima edizione del Valdarno Cinema Film Festival con il premio alla carriera al regista Pupi Avati. Giovedì si è tenuta la conferenza stampa di presentazione del Valdarno Cinema Film Festival di San Giovanni Valdarno (Arezzo) in sala Affreschi del Palazzo del Pegaso. Sono intervenuti Antonio Mazzeo, presidente del Consiglio regionale; Valentina Vadi, sindaca di San Giovanni Valdarno; Stefania Ippoliti, direttrice di Toscana Film Commission; Marco Luceri, direttore artistico del Festival; Luigi Nepi, presidente del Comitato organizzatore del Valdarno Cinema Film Festival. Il Festival del cinema Valdarno Cinema Fedic nasce nel 1983 come competizione riservata ai soci della Fedic - Federazione Italiana dei Cineclub. Dal 1994 la competizione si è aperta agli Autori Indipendenti, ovvero non associati ai cineclub Fedic. Al Festival possono concorrere film di ogni genere, sia lungometraggi (durata superiore di 52 minuti), sia cortometraggi (durata inferiore di 52 minuti). I film ammessi in competizione saranno suddivisi in tre sezioni per categoria (cortometraggi e lungometraggi): documentari, finzione e animazione, e saranno esaminati da una giuria. I film in concorso saranno votati dalla giuria ufficiale presieduta dal critico cinematografico e responsabile del Centro Studi-Archivio Pier Paolo Pasolini della Cineteca di Bologna Roberto Chiesi e composta inoltre dalla critica cinematografica Caterina Liverani e dal produttore ed esperto di virtual reality Omar Rashid. «Un Festival importante che ha una lunga storia – ha detto Antonio Mazzeo, presidente del Consiglio regionale – e che dimostra sempre grande attenzione al pubblico giovane. È bello sapere che verrà premiato una grande maestro come Pupi Avati, un protagonista della nostra cultura. Vorrei ringraziare in particolare la sindaca Valentina Vadi per il suo impegno, in un momento non facile per la finanza pubblica, di continuare a investire sul cinema e sulla cultura. Sono iniziative come queste che permettono ai ragazzi e alle ragazze di costruire il loro pensiero in maniera critica». «Questa edizione ha un livello molto prestigioso – ha detto Valentina Vadi sindaca di San Giovanni Valdarno - e ringrazio tutti i collaboratori che permettono di realizzare una rassegna di grande significato culturale, con il premio Marzocco assegnato ad un protagonista del nostro cinema come Pupi Avati. Si conferma anche un consolidato rapporto con le scuole del nostro territorio che vivono in modo profondo le giornate del festival». Come detto, sarà il regista Pupi Avati a ricevere il Premio Marzocco alla carriera alla 41esima edizione di Valdarno Cinema Film Festival, in programma dal 3 al 7 ottobre a San Giovanni Valdarno (Arezzo). Il regista sarà presente sabato 7 ottobre al Cinema Teatro Masaccio per ritirare il premio e presentare "La casa dalle finestre che ridono" del 1977 proiettato in versione restaurata 4K, in collaborazione con la Cineteca di Bologna.  Il festival, il cui comitato organizzatore è presieduto da Luigi Nepi, docente di critica cinematografica all'Università di Firenze, si svolge con la collaborazione del Comune di San Giovanni Valdarno e del Cineclub Fedic sangiovannese, con il patrocinio della Regione Toscana e il supporto di Fondazione Sistema Toscana. La direzione artistica è affidata a Marco Luceri, critico cinematografico e coordinatore del gruppo toscano del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani. L'edizione 2023 del festival, uno dei concorsi cinematografici più longevi d'Italia, presenta un programma variegato diviso per sezioni: 19 film in concorso, tra lungometraggi e cortometraggi; un omaggio a Francesco Nuti; la sezione interamente dedicata ai bambini "Valdarno Kids"; Spazio Toscana, un focus dedicato ai registi toscani e una serie di eventi speciali tra presentazioni di libri e eventi.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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oldschoolteenflicks · 2 years
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The House with Laughing Windows (1976) dir. by Pupi Avati
“I’ll take you to a house with laughing windows.”
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psychodollyuniverse · 2 years
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Lino Capolicchio (21 August 1943 – 3 May 2022) was an Italian actor, screenwriter, and film director. He won a special David di Donatello acting award for his role in Vittorio de Sica's 1970 film, The Garden of the Finzi-Continis.
Capolicchio was a well-known television actor before breaking into film with an uncredited role in Franco Zeffirelli's The Taming of the Shrew in 1967. He appeared in over seventy films and television dramas. In 1995 he wrote and directed Pugili, an award-winning film about the world of boxing.
He also appears in two cult movies: Metti una Sera a Cena (a.k.a. "Love Circle", literally "Let's Say, an Evening for Dinner") is a 1969 Italian drama film directed by Giuseppe Patroni Griffi. It was entered into the 1969 Cannes Film Festival, and The House with Laughing Windows (Italian: La casa dalle finestre che ridono) a 1976 Italian giallo film co-written and directed by Pupi Avati. The film was shot in Lido degli Scacchi in the Ferrara province of the Emilia-Romagna region in northern Italy. It was screened as an outstanding example of its genre at the British Film Institute in November 2019.
CIAO LINO
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giallofever2 · 2 years
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AVATI & FULCI
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jazznoisehere · 3 years
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La Casa Dalle Finestre Che Ridono (1976)
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La casa dalle finestre che ridono (a.k.a. The House With Laughing Windows) (Pupi Avati, 1976)
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isrustandstardust · 4 years
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Eating cookies and watching old horror movies.
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kino51 · 5 years
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La casa dalle finestre che ridono 1976
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horror708090 · 5 years
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lamilanomagazine · 1 year
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È morto Maurizio Costanzo, aveva 84 anni
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Addio a Maurizio Costanzo, un gigante della televisione. La notizia diffusa dal suo ufficio stampa. Un gigante della televisione, icona unica nel suo genere, la notizia diffusa dal suo ufficio stampa, Maurizio Costanzo ci lascia a 84 anni. Indimenticabile e iconico il "Maurizio Costanzo Show", il talk show più longevo della storia della tv italiana. Costanzo nato a Roma il 28 agosto 1938,  ha firmato decine di programmi radiofonici e televisivi e di commedie teatrali (Il marito adottivo, Vuoti a rendere ecc.). Ha raggiunto la popolarità nel 1976, conducendo in Rai il talk-show "Bontà loro". Il suo nome è sicuramente legato al "Maurizio Costanzo Show", in onda dal 1982 su Mediaset. Tra i suoi programmi più noti anche "Buona domenica". Per diversi anni è stato l'autore e conduttore più importante della televisione italiana. Dal 1995 è sposato con Maria De Filippi. Il Maurizio Costanzo Show è stato considerato il salotto mediatico per eccellenza. Ha scritto numerosi libri, tra i quali Chi mi credo di essere (2004, in collaborazione con Giancarlo Dotto), "E che sarà mai?" (2006), La strategia della tartaruga (2009), "Sipario! 50 anni di teatro. Storia e testi (2015), Vi racconto l'Isis (2016) e Smemorabilia. Catalogo sentimentale degli oggetti perduti (2022). La carriera. Costanzo decise di abbandonare gli studi subito dopo il liceo per inseguire il sogno di diventare giornalista. Nel 1956 a 18 anni lavora come cronista del quotidiano romano Paese Sera. Passato al Corriere Mercantile di Genova, nel 1960 divenne caporedattore del settimanale Grazia. Nel 1963 debutta in radio come autore del programma Canzoni e nuvole, condotto da Nunzio Filogamo. Costanzo iniziò in quegli anni una veloce scalata, anche come autore musicale, per esempio, è lui l'autore insieme al commediografo Ghigo De Chiara e ad Ennio Morricone, di uno dei brani di successo degli anni sessanta cantato da Mina "Se telefonando". Nel 1970 condusse con grande successo il programma radiofonico Buon pomeriggio. E poi approda la TV, Costanzo infatti portò in televisione il "talk-show": Prima con Bontà loro (1976-1978), poi con Acquario (1978-1979) e poi con Grand'Italia (1979-1980). Ma fu nel 1982 Costanzo lanciò quello che ancora oggi è considerato il modello dei talk-show all'italiana: il Maurizio Costanzo Show. Il salotto italiano "ambitissimo e controverso", che ha lanciato personaggi del mondo spettacolo e non solo, attori, esponenti politici, presentatori, autori e tanto altro. Come non ricordare le molte tematiche affrontate, inclusa la lotta contro la mafia, oltre alla amicizia col giudice Giovanni Falcone. Il 14 maggio 1993 una macchina imbottita di tritolo saltò in aria a Roma, in via Fauro, a pochi metri dal Teatro Parioli, sede storica del programma, proprio mentre Costanzo transitava con la sua auto. L'attentato rimase per fortuna senza conseguenze. Collaborò alla prima stesura del Salò di Pasolini e alla sceneggiatura di diversi film di Pupi Avati (tra cui Bordella e La casa dalle finestre che ridono) e soprattutto di Una giornata particolare di Ettore Scola. Scoprì, tra i tanti, Paolo Villaggio, con il quale disegnò il personaggio di Fracchia. Negli ultimi anni Costanzo aveva collaborato come opinionista con numerosi quotidiani nazionali ed emittenti radiofoniche. Dal 1995 al 2009 è stato docente presso la facolta di Scienze della Comunicazione dell'Università La Sapienza di Roma. Nel 2009 l'università IULM di Milano gli ha assegnato la laurea Honoris Causa in giornalismo, editoria e multimedialità.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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koma-kino · 5 years
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La Casa Dalle Finestre Che Ridono - Pupi Avati
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dervishfrenzy · 6 years
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giallofever2 · 2 years
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Goodbye Lino Capolicchio
(21 August 1943 – 3 May 2022)
…. was an Italian actor, screenwriter, and film director. He won a special David di Donatello acting award for his role in Vittorio de Sica's 1970 film, The Garden of the Finzi-Continis & The House with Laughing Windows aka La Casa dalle finestre che ridono direct by Pupi Avati
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moviemaniac2020 · 4 years
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La casa dalle finestre che ridono (1976)
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Le acque del fiume Po scorrono lente nella vasta pianura padana, ignare delle perversioni che animano gli esseri umani… Nel 1976, l’allora trentottenne Pupi Avati aveva alle spalle solo quattro pellicole girate, più o meno tutte di genere grottesco. Nessuno si aspettava dal regista bolognese un thriller-giallo (con qualche sconfinamento nell’horror) così cupo e inquietante, che ben presto sarebbe diventato un cult-movie per tutte le generazioni a seguire: “La Casa dalla finestre che ridono”. Girato a bassissimo costo e con un cast di attori allora sicuramente sconosciuto (Lino Capolicchio, Gianni Cavina, Bob Tonelli, Francesca Marciano), il film di Avati al cinema incassò oltre 700 milioni delle vecchie lire, strappando anche alti giudizi critici nonostante il suo genere settario: Mereghetti, per esempio, esaltò l'idea vincente di “trasformare la Bassa Padana, assolata, sonnacchiosa e con tanti scheletri nascosti negli armadi, nel teatro ideale per un horror” (cit.). Una regia semplice ma pulita, un ritmo incalzante dalla prima all’ultima scena, una fotografia che mette in risalto i bellissimi paesaggi delle "Valli" di Comacchio e una sceneggiatura (dei fratelli Avati in collaborazione con Cavina e Maurizio Costanzo – un quartetto che collaborerà ancora a lungo in futuro) solida e senza buchi: sono questi gli ingredienti di una pellicola che ancora oggi a distanza di oltre quarant’anni dalla sua uscita è in grado di trasmettere ansie e inquietudini profonde. Trama. Anni ‘60. Un giovane restauratore arriva in un paesino della Bassa Ferrarese per ripristinare un affresco sulla morte di San Sebastiano, opera macabra di un artista locale folle e morto suicida trent’anni prima. Nei giorni di lavoro il protagonista si trova, però, coinvolto in una bieca atmosfera e assiste a omicidi violenti, finché colpo di scena dopo colpo di scena scoprirà un’orribile verità… Le inquadrature fisse, i movimenti di macchina da presa, i primi piani, gli zoom improvvisi e la spettrale colonna sonora del pianista Amedeo Tommaso non annoiano un solo minuto lo spettatore alla ricerca di un film dalle emozioni forti, capace anche di scavare dentro l’inconscio e le paure ancestrali. Scene culto: la terrificante sequenza di tortura di un povero moribondo in una sorta di macabra trasposizione tridimensionale dell’affresco, e il finale aperto e sospeso in un climax narrativo di tensione e paura che raggiungono l’apice appena prima dei titoli di coda. Regia: Pupi Avati. Italia, 1976. Cast: Lino Capolicchio, Francesca Marciano, Gianni Cavina, Vanna Busoni, Bob Tonelli, Pietro Brambilla, Ines Chiaschetti, Eugene Walter, Pina Borione.  streaming: https://www.youtube.com/watch?v=dUm_tPZugBE (rece: Mirko Confaloniera)
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